La moglie dell’ingegnere – 2. Un sogno ricorrente
Ha salito di corsa i tre scalini della veranda e... è rimasto imbambolato a guardarmi. “Oddio -ho pensato- gli ho fatto paura”, perché certo non dovevo essere un grande spettacolo nella mia abituale tenuta casalinga: tuta da ginnastica sformata, ma comodissima, e scarpette da ritmica. Le maniche tirate su e le mani impiastricciate di Philadelfia e zucchero, gli ho fatto cenno di accomodarsi, ma quello non si è mosso. Carino però... un po' mingherlino, magari, e nemmeno tanto alto (poco più di me, a occhio) ma con due spalle belle larghe e un bel paio di occhi chiari su una [...]