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La necessita’

By 24 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavo rientrando a casa. Avevo il morale a pezzi. La banca, aveva espresso parere negativo alla mia richiesta di denaro. Ero oramai nella condizione di fare fronte alle ultime spese, di pagare ancora un paio di rate del mutuo. Senza pero’ andare oltre.

Passai l’intera giornata a pensare a soluzioni alternative, qualcosa che potesse permettermi di guadagnare del denaro al di fuori del mio attuale impiego. Faticavo pero’ a concentrarmi, quasi convinto della totale assenza di alternative.

Decisi quindi di rilassarmi un poco, cercando a fatica di allontanare quel costante pensiero, che non faceva altro che portare ulteriore angoscia in un momento nel quale non ne avevo certo bisogno. Sulla poltrona del salotto, iniziai a leggere distrattamente il quotidiano di qualche giorno prima. Il mio sguardo cadde immediatamente agli annunci del giorno. Mi concentrai dapprima sulla sezione riservata ai servizi offerti dalle donne, poi su quelli dagli uomini. Notai quasi con stupore al numero di annunci riservati a donne, qualcosa di impensabile solo qualche anno prima. Era di conseguenza la dimostrazione che esisteva un mercato, una determinata richiesta che proveniva dall’universo femminile. Non impiegai troppo tempo a capire che quella avrebbe potuto essere una possibilita’ per guadagnare del denaro. Di certo non la prima scelta, non quella sulla quale poggiare tutte le ambizioni possibile. La realta’ mi vedeva pero’ in un angolo, disperato e con poche soluzioni alternative. Pubblicare un annuncio e acquistare una SIM telefonica era pero’ qualcosa che mi potevo ancora permettere. Avevo 35 anni, di bell’aspetto e single. Erano di conseguenza tutte caratteristiche che si addicevano a quello che avrebbe potuto essere un accompagnatore. Aspetto da non trascurare, adoravo il sesso. In tutte le sue forme. Come se non bastasse, ero anche nella condizione di rifiutare di fornire alcuna prestazione nel momento in cui la cliente non fosse stata di mio gradimento. Pensai per ore alle parole da inserirci. Nel frattempo recuperai una scheda SIM inutilizzata che avevo acquistato tempo prima. Nell’annuncio non volevo essere troppo sfrontato; d’altro canto, nemmeno volevo sembrare alle prime esperienze in una professione del genere. Il risultato fu qualcosa di non troppo creativo, nel quale mi offrivo di accompagnare e spendere del tempo con donne dai 18 ai 50 anni. Quasi rinvigorito dalla possibilita’ di trovare una via di uscita alla mia disperata situazione, corsi in tutto fretta ad imbucare la lettera contenente la richiesta di pubblicazione.

Ricevetti conferma della stessa solo dopo un paio di giorni, mentre le mie giornate trascorrevano fra casa e ufficio senza avere un senso ben definito. Trascorsero pero’ altri due giorni prima di ricevere un sms sulla scheda sim. Si trattava di un messaggio apparentemente anonimo. Una certa persona, che si firmava come Laura, mi richiedeva di spedire qualche fotografia all’indirizzo email indicato. Sebbene fosse una richiesta piuttosto scontata, provai una certa eccitazione nel dirigermi verso la camera da letto alla ricerca della macchina fotografica. Era mia intenzione trasmettere non piu’ di un paio di fotografie come prima risposta. Particolare importante, era quello non diffonderne alcuna che ritraesse il mio viso. Mi denudai davanti allo specchio della camera da letto. Dapprima la camicia, poi i pantaloni, restando con il solo intimo addosso. La figura che lo specchio rifletteva era quello di un uomo di 35 anni, con un fisico tuttora tonico e atletico grazie agli sport regolarmente praticati nella vita. Posizionai la macchina fotografica sulla scrivania, non lontana dal letto affinche’ fosse possibile produrre qualche foto con l’autoscatto. Le scaricai immediatamente sul portatile, con la curiosita’ di un bambino. Ne scelsi un paio, nelle quali ero ritratto in piedi, con il solo intimo addosso e senza la possibilita’ di vedere il mio viso. Le allegai alla email, indicando alla presunta Laura che avrebbe avuto la possibilita’ di vedere il mio viso solamente al primo incontro. Mi coricai poco piu’ tardi, non prima di aver scaricato la tensione procurandomi del piacere con la mia stessa mano. I problemi legati al denaro che mi stavano perseguitando, mi avevano quasi fatto dimenticare l’aspetto sessuale, prioritario fino a qualche mese prima. Me ne accorsi poco prima di arrivare all’orgasmo, dall’intensita’ con la quale il mio seme saliva dai miei testicoli prima di eiaculare. Mi sveglia l’indomani, avvertendo sin da subito un forte senso di rilassatezza. Mi diressi verso la doccia in maniera svogliata, prima di prepararmi per andare al lavoro. La mattinata trascorse tranquillamente, quasi noiosa fino a quando non avvertii la vibrazione del telefono sistemato nella tasca destra dei pantaloni. Il motivo per il quale sobbalzai di colpo era evidente. Ricordavo nitidamente che quel telefono non era quello personale che solitamente utilizzavo con i conoscenti. Mi diressi velocemente verso il giardino, con l’intenzione di isolarmi il piu’ possibile, mentre quel telefono non smetteva di vibrare. Risposi di scatto, mentre avvertivo l’accelerazione dei battiti del mio cuore. Attimi di silenzio, interminabili, prima che una voce femminile mi annunciava che il motivo della chiamata era legato all’annuncio. Sembrava essere la voce di una donne attorno ai 35/40 anni. Non oltre. Dal suono piacevole, sebbene le parole che uscivano da quella bocca fossero quasi determinate, decise. Si trattava di una persona che avrebbe dovuto essere in citta’ per lavoro nei giorni successivi alla telefonata. Chiedeva delle foto da visionare. Alla promesse che gliele avrei spedite al piu’ presto, mi saluto’ in maniera cordiale, quasi professionale. Rientrai in ufficio quasi confuso, sebbene quel gioco che avevo iniziato per necessita’, che per il momento non aveva ancora dato alcun frutto, mi stava divertendo. Inoltrai l’email trasmessa la sera precedente a Laura alla persona che mi aveva contattato telefonicamente. Fu in quell’istante che mi accorsi della risposta di Laura. Una volta aperta l’email, quasi una sorpresa. Scriveva che le era piaciuto cio’ che aveva visto e che non vedeva l’ora di poter vedere il mio viso. Mi stava dando appuntamento in un bar alla periferia della citta’, il giorno successivo verso le 18. La giornata trascorse senza che la mia mente potesse evitare di soffermarsi su quell’appuntamento. Era qualcosa di assolutamente nuovo per me, qualcosa che in un certo senso mi faceva quasi paura sebbene fosse cosi’ stuzzicante. Una volta a casa, avvertivo l’eccitazione crescere dentro di me, il mio sesso prendere forma mentre sfilavo i pantaloni da lavoro per potermi rilassare sul divano. Non riuscii’ ad evitare che la mia mano potesse giocare con il mio membro, avvertivo le mie dita umidirsi mentre correvano lentamente, in maniera disordinata sul mio sesso. La mia mente cercava di immaginare quello che avrebbe potuto succedere l’indomani, mentre la mia mano aveva iniziato a scoprire con movimenti regolari il mio glande. Mi stavo masturbando senza nemmeno accorgermene. Ritornai di colpo alla realta’ una volta avvertito il mio seme sulla mia mano. Scappai in doccia, prima di coricarmi con la pelle ancora umida.

La mattinata in ufficio trascorse lentamente sebbene fosse per me impossibile distrarmi dalla situazione che mi avrebbe visto protagonista solo qualche ora piu’ tardi. Decisi di assentarmi dall’ufficio per il pomeriggio, trovando una valida scusa per un permesso. Era infatti diventata una condanna il trascorrere il tempo dietro quella scrivania. Sentivo l’ansia crescere, il respiro venire a mancare mentre la mia mente cercava di immaginare quella donna, la situazione che avrebbe potuto venirsi a creare a breve.

Avvertii’ l’acqua scaldarsi di colpo, mentre cadeva sul mio corpo durante quell’interminabile doccia preparatoria. Tornai di colpo alla realta’ una volta intravisto l’orologio: mancava meno di un’ora all’appuntamento. Mi vestii di fretta, quasi correndo per le scale prima di mettermi al volante per attraversare la citta’. Impiegai oltre 20 minuti per trovare un parcheggio sufficientemente distante dal luogo dell’appuntamento. Varcai la soglia di quel locale con 5 minuti di ritardo. Si trattava di un nomale bar da periferia, con tanto di tabaccheria all’interno. Cercai di dare un’occhiata alle persone presenti, senza destare troppa attenzione e per cercare di scorgere quella che avrebbe dovuto essere una potenziale cliente. C’erano pero’ non piu’ di una decina di uomini che chiacchieravano al bancone mentre nervosamente cercavo di individuare un tavolo al quale sedermi. Ordinai precitosamente un caffe’, mentre la cameriera assicurava che il mio tavolo fosse pulito con un’ultima passata di straccio. Mi ero posizionato in modo da garantirmi la visuale sulla porta, convinto di essere in quel locale prima di Laura. Ma mi sbagliavo e me ne resi conto quando una figura femminile comparsa all’improvviso al mio fianco da dietro, mi stava chiedendo con educazione se fossi Luca, il nome che avevo scelto per quella professione. Annuii quasi balbettando, mentre si sedeva al mio fianco. Avevo davanti ai miei occhi la persona che mi aveva risposto ad un annuncio che difficilmente avrebbe potuto far nascere equivoci. Laura era alta attorno al metro e settanta. Castana, dalla pelle olivastra, indossava una camicia di colore chiaro, leggermente scollata sebbene fosse difficile individuare il disegno del suo seno. I suoi pantaloni erano eleganti, comodi, senza pero’ nascondere quelle che sembravano essere gambe ben disegnate. Le nostre prime parole uscivano a scatti, evidenziando un chiaro stato di imbarazzo. Ero pero’ intenzionato a fare il possibile per nasconderlo; desideravo infatti prendere in mano la situazione, senza esternare cosi’ apertamente la totale mancanza di esperienza. Cercai di farmi forza avviando conversazioni differenti, di diversa natura che aveva l’obiettivo di rilassare la situazione che si era inizialmente venuta a creare fra noi. Laura dismotrava cortesia, educazione e bei modi rispondendo alle mie domande. Le parole che uscivano dalla sua grande bocca, racchiusa fra labbra ben disegnate avevano un suono piacevole. Parlammo per circa un’ora, senza una direzione precisa e toccando argomenti diversi. Le parole avevano contribuito a rendere la situazione piu’ rilassata. Me ne resi conto dal comportamente di Laura: inizialmente timido e impacciato, ora piu’ consapevole e diretto. Ne ebbi la conferma mentre cambio’ di colpo discorso, raccontandomi di lei e del suo matrimonio che non funzionava da tempo, della necessita’ di regalarsi delle emozioni alternative senza rischiare nulla. Era questo il motivo per il quale si stava rivolgendo ad un professionista. Laura era benestante, senza problemi economici ma aveva assoluta necesista’ di riservatezza. Non cercava una relazione alternativa. Desiderava solo riscoprire il piacere del sesso ed era ben disposta a pagare cio’ che voleva. La ascoltai affascinato, mentre senza sosta parlava di quello che voleva, in maniera chiara, diretta. Aveva visto le foto del mio corpo semi-nudo, ora aveva scoperto il mio viso. Mi fece chiaramente capire che cio’ che le potevo offrire non le dispiaceva affatto, me lo fece capire poggiando le sue labbra sulle mie. Passarono solo pochi istanti prima di avvertire la sua lingua cercare la mia. Ci abbandonammo ad un bacio intenso, di breve durata, nel quale le nostre lingue si esplorano a vicenda.

Cercai di ricompormi, di riprendere in mano la situazione sebbene non ce ne fosse troppo bisogno. Laura riattacco’ pero’ subito:

‘Sono nella condizione di offrirti 300 Euro a serata. Il luogo dell’incontro sara’ sempre lo stesso: l’Hotel Adriatico, non lontano da qui. Prendere o lasciare.’

Feci di tutto per far sembrare normale una situazione che per me non lo era affatto. In realta’ avvertivo la necessita’ di respirare profondamente. Quasi la necessita’ di prendere tempo. Ma non me lo potevo permettere. Dovevo sembrare il piu’ abituato possibile a quella situazione. Per questo motivo feci il possibile per nascondere la mia reale condizione, ostendando spavalderia. Cercai di rispondere in maniera ferma, decisa. Le dissi che ero solito accettare tariffe ben piu’ alte, con la speranza che lei potesse rilanciare. La realta’ era che avevo disperatamente bisogno di soldi e che non avevo via di uscita. Oltretutto, quella donna sembrava affascinante, interessante e l’idea di fare del sesso con lei non mi infastidiva affatto. Nel frattempo Laura continuo’ a fissarmi negli occhi. Ebbi per un attimo l’impressione di aver esagerato, di essere andato oltre. Di aver fatto cio’ che non mi potevo permettere. Fu ancora Laura a terminare quel lungo istante, rilanciando a 500 Euro. Tirai un sospiro di sollievo, senza darlo a vedere. Mi ricordo’ inoltre che mi voleva una volta alla settimana, nella giornata di mercoledi’, appena dopo il lavoro. Accettai senza ostentare alcuna emozione, sebbene dentro di me fossi ben contento di aver chiuso l’affare per quella cifra. Passarono poi pochi istanti prima di vederla alzarsi da quel tavolo, ricordarmi che mi avrebbe contattato il mercoledi’ successivo per meglio definire l’orario e congedersi fissandomi negli occhi.

Restai a quel tavolo ancora per qualche minuto. Il tempo necessario per rielaborare la situazione. Dopo mesi nei quali tutto sembrava andare storto, avevo finalmente l’impressione che le cose stessero cambiando. Avevo infatti la possibilita’ di recuperare del denaro offrendo del sesso ad una donna che consideravo affascinante.

Le giornate che mi separavano dal primo appuntamento vero e proprio trascorsero velocemente. Puntualmente, nel pomeriggio di quel giorno ricevetti l’sms di Laura. Mi chiedeva di ritirare la chiave della camera 54 presso la reception dell’Hotel. Mi avrebbe aspettato nella camera stessa. Trascorsi il resto del pomeriggio a prepararmi. Salii in macchina verso le ore 18, raggiungendo l’hotel Adriatico poco prima delle ore 19. Una volta parcheggiata l’automobile, mi diressi verso l’entrata principale dell’Hotel. Una volta oltrepassata, mi ritrovai il grosso banco della reception davanti ai miei occhi. Mi accolse una signora di mezza eta’ che si mostro’ impassibile alla richiesta della chiave della camera numero 54. In maniera cortese, mi indico’ la via per l’ascensore. La camera si trovava al quinto piano di quell’edificio, non lontana dall’ascensore stesso. Bussai alla porta poco piu’ tardi, mentre avvertivo le mie mani sudare, sintomo del nervosismo che sentivo crescere dentro di me. Laura apparve dopo pochi istanti, accogliendomi con un sorriso che aveva tutta l’aria di essere di copertura. Sentii il battito del cuore accelerare quando sentii la porta chiudersi alle mie spalle. Laura mi fece accomodare nell’unica poltrona presente in quella stanza, mentre con nervosismo palpabile, mi porgeva un bicchiere di whisky che aveva appena preso dal frigobar. Incrociai il suo sguardo nello stesso momento nel quale i nostri bicchieri si incrociavano per un brindisi. Il fatto di avvertirla nervosa, mi stava dando maggiore confidenza. La vidi sedersi sul bordo del letto, non distante dalla mia poltrona. Laura era coperta da un avvolgende accappatoio di colore bianco. I capelli ancora bagnati, erano la conseguenza di una doccia di pochi minuti prima. La totale assenza di trucco non era nella condizione di nascondere la sua bocca grande, ben disegnata, che adoravo fissare mentre rispondeva alle mie domande di circostanza.

‘Ti vedo nervosa’ le sussurrai.

‘Lo sono e non mi va nemmeno di nasconderlo’ replico’ di colpo. ‘E’ la prima volta che mi trovo in una situazione del genere sebbene e’ da tempo che avverto il desiderio di andare oltre, di abbandonarmi a certe sensazione che solo il sesso mi puo’ dare’.

Mi colpirono queste parole, sebbene la consapevolezza che fosse per lei una novita’ mi stavano dando forza. Quasi senza accorgermene mi ritrovai seduto accanto a lei, mentre i nostri occhi si fissavano senza imbarazzo. Avvicinai le mie labbra alle sue, con il desiderio di ricambiare quel bacio intenso che ci eravamo scambiati in quel bar. Avvertii dapprima le sue labbra secche, poi la sua lingua umida, mentre delicatamente incontrava la mia. Sentii la sua mano sulla mia spalla, sul mio collo, mentre le nostre lingue si muovevano lentamente, quasi senza fretta. Non feci altro che poggiare anche la mia mano sul suo collo, sulla sua guancia, mentre avvertivo le accelerazioni della sua lingua, come se desiderasse guadagnare centimetri della mia. Quel bacio si stava trasformando in qualcosa di piu’ intenso, diretto, sfacciato. Laura mi allontano’ pero di colpo, staccando le sue labbra dalle mia, con decisione.

‘Ti voglio in piedi davanti a me’ mi disse.

Quasi senza ribattere, mi posizionai in piedi davanti al letto sul quale era seduta.

‘Ora voglio vederti mentre ti denudi, davanti ai miei occhi’

Non ricordavo di aver sentito mai nulla del genere uscire dalla bocca di una donna. Quella sensazione era stuzzicante, sebbene mi stesse procurando dell’ansia. Era forse quel misto di eccitazione, ansia che mi impedi’ di ribattere. Tentennai qualche istante prima di slacciare il primo bottone in alto della camicia. Passai lentamente al secondo, poi piu’ sotto. La mia camicia era ormai aperta, mentre avvertivo i suoi occhi sul mio petto nudo. L’aprii lentamente, senza volerlo, come se l’ansia che avvertivo in quel momento rallentasse i miei movimenti. Passarano ulteriori istanti prima di scoprire le mie spalle, prima di far cadere a terra la camicia che indossavo. Gli occhi Laura stavano ora esplorando il mio petto nudo, mentre in quel momento avvertivo la leggere brezza proveniente dalla finestra socchiusa. Mi feci forza per continuare, dapprima slacciando la cintura, per poi passare ai bottoni dei miei jeans. Rallentai ulteriormente, mentre lo sguardo di Laura si faceva piu’ curioso. Avvertii le mie mani a contatto con il mio sesso mentre slacciavo l’ultimo bottone dei pantaloni. Le stesse che poi passarono sui miei fianchi, per poi spingere i miei pantaloni verso il basso. Sollevai dapprima il piede sinistro, poi quello destro per sfilarmi del tutto quei pantaloni. Mi ritrovavo in piedi, semi-nudo davanti agli occhi di Laura. I miei slip di colore bianco erano tutto cio’ che mi separava dalla nudita’ completa. Avvertivo pero’ i suoi occhi andare oltre, curiosare ogni angolo del mio corpo. Ne ebbi conferma non appena avvertii le parole di Laura:

‘…ora non ti muovere. Continuo io.’

Sentiii le sue mani afferrare l’elastico dei miei slip, in corrispondenza dei miei fianchi. Con quello che sembrava un movimento lento, quasi come se stesse facendo il possibile per gustare pienamente quella situazione, sentii’ l’intimo sfilarsi verso il basso. Sentii dapprima liberarsi il mio sesso senza forma, poi ancora l’intimo che correva verso il basso, fino a raggiungere terra. Ero ora nudo davanti a quella donna seduta davanti ai me, che mi stava profumatamente pagando per farlo. Le sue mani avevano iniziato a massaggiare i miei glutei, il suo sguardo era ancora fisso sul mio sesso, sul quale quasi avvertivo il suo respiro. Mi fece divaricare leggermente le gambe, senza smettere di fissare cio’ ora pendeva fra le mie gambe. Vidi il suo fiso avvicinarsi al mio basso ventre, poco sopra il pelo che ricopriva il mio pube. Avvertii dapprima le sue labbra, poi la sua lingua mentre mi stava baciando con passione. La sua lingua stava percorrendo il mio basso ventre, da destra verso sinistra, fino a spingersi sul mio fianco, mentre le sue mani continuavano a poggiare sui miei fianchi. Avvertivo calore giungere al mio pube, mentre la sua lingua le sue labbra avevo iniziato a toccare anche l’interno coscia, per poi riprendere quel percorso che stavano seguendo da minuti, passando per il fianco, il basso ventre, l’altro fianco e poi giu’ a lambire il mio interno coscia. Sentivo quella lingua con piacere sebbene il mio corpo non riusciva a trasmettere alcun segnale al mio sesso, ancora senza forma davanti agli occhi di Laura. Il contatto della sua lingua con il mio sesso fu improvviso, a tal punto da farmi riaprire gli occhi. La sua lingua che correva sulla sua superficie mi stava dando intense sensazioni, tali da permettere al mio sesso di iniziare a crescere, sotto i colpi della lingua di Laura. Continuo’ per qualche istante, mentre il suo sguardo vigilava con attenzione l’erezione del mio membro. Fu a quel punto che avvertii la bocca di Laura inghiottire il mio sesso. Lo fece con delicatezza, lentamente, come se l’unico obiettivo fosse quello di lubrificarlo con la sua saliva. La vidi poi allontanarsi, mentre senza muoversi poggiava la sua schiena sul letto. Non ebbi nemmeno la forza di muovermi, immobile e ai piedi di quel letto. Mi fissava neglio occhi mentre le sue mani iniziavano ad aprire l’accappatoio. Pareva troppo curiosa di vedere il mio sguardo mentre seguiva i movimenti delle sue mani, con l’unico obiettivo di spogliarla. Laura si stava denundanto davanti a i miei occhi. Ne ebbi la consapevolezza quando libero’ i suoi seni, finora nascosti con discrezione. Il mio sguardo si soffermo’ sul loro disegno, sulla loro pienezza racchiusa da quel grosso capezzolo. La vidi poi aprire completamente l’accappatoio, liberando il suo corpo nudo. I miei occhi stavano ora indugiando fra le sue gambe, alla ricerca di quelle labbra solo parzialmente ricoperte da una morbida peluria. Tornai alla realta’ solo grazie alle sue parole:

‘Scopami…’, quasi sussurrando.

Laura sapeva come muoversi, sapeva provocare. La stavo ora desiderando, mentre in maniera sfrontata mi stava offrendo il suo corpo. Non esitai un istante a portarmi sopra al suo corpo, mentre la mia mano cercava posizionava il mio sesso ancora rigido in corrispondenza del suo. Bastarano pochi leggeri movimenti per avvertire il mio sesso correre nel suo, gia’ abbondatemente lubrificato. La sentii appena gemere, mentre il mio glande entrava in lei. La vidi socchiudere gli occhi, mentre con delicatezza spingevo il mio sesso nel suo. Dapprima lentamente, poi con piu’ insistenza. Decisi di afferlarle i seni con entrambe le mani, mentre con il bacino rilanciavo il movimento. Il mio sesso stava crescendo ulteriormente, il suo respiro diventava sempre piu’ profondo. Continuammo per minuti, i nostri respiri crescevano di pari passo con l’intensita’ dei miei colpi. Stavo godendo e avevo l’impressione stesse succedendo anche a Laura. Mi fermai di colpo, nello stesso momento in cui avvertii il mio orgasmo arrivare. Non era quello che volevo in quel momento, sebbene Laura mi stesse implorando di continuare. Senza muovere le mani dai suoi seni, decisi a quel punto di riservarle un trattamento simile a quello che avevo provato poco prima. La sua pella ricoperta di sudore aveva un sapore forte, piacevole. Me ne accorsi quando poggiai la mia lingua sul suo basso ventre. Quella pelle morbida, cosi’ vicina alla sua peluria aveva un sapore intenso. Il tutto era ora mescolato dall’odore del suo sesso, che i miei occhi potevano scorgere aperto, non lontano dal mio viso. Feci correre la mia lingua attorno alla parte superiore del suo sesso. Il respiro di Laura si era ora fatto piu’ regolare, mentre i suoi occhi erano ancora chiusi. Fu difficile trattenersi. L’odore del suo sesso, il fatto di averlo cosi’ vicino erano una tentazione troppo forte. La sentii sobbalzare mentre poggiai con delicatezza la mia lingua sulle sue grandi labbra. Il suo sesso aveva un sapore intenso, forte. Ma non per questo non piacevole. Le mia mani non avevano smesso di giocare con i suoi grossi capezzoli, mentre i miei gomiti avvertivano i suoi addominali tesi, conseguenza della mia lingua che giocava con il suo sesso. La sentivo gemere, mentre un liquido intenso, copioso colava dal suo sesso. Spostai a quel punto di colpo le mani, abbandonando i suoi seni per afferrarle i glutei da sotto, per aprirle ulteriormente il sesso. I suoi gemiti avevano ora preso forma, rendondoli piu’ simili a dei lamenti di piacere. Le sue gambe erano sempre piu’ aperte, la mia lingua sempre piu’ in lei, mentre a fatica percorrevo la lunghezza del suo sesso dall’alto verso il basso. Quel sapore acre mi stava inebriando, mi stava eccitando. Me ne accorsi nell’avvertire il mio sesso ancora eretto fra le mie gambe. Fu qualcosa finora non considerato a distrarmi. Il suo ano socchiuso, appena sotto il suo sesso. Lo vedevo muoversi appena, mentre la mia lingua penetrava il suo sesso. Decisi a quel punto di poggiarci la mia lingua delicatamente. Avvertii’ Laura muoversi di colpo, quasi infastidita. Per poi sentire la sua voce:

‘Li’ NO’

‘Perche’ no?’ ribattei, senza staccare la lingua dal suo ano.

‘Perche’ non lo voglio’ mi disse.

Decisi pero’ di non smettere, mentre il suo rifiuto si faceva meno insistente. Le parole che uscivano dalla sua bocca erano ora scandite, piu’ lente. Le stesse lasciarono presto spazio ai suoi gemiti, mentre la mia lingua la stava ora penetrando analmente. Le sue gambe erano ora dilatate, il suo bacino quasi inarcato mentre le sue mani stavano ora giocando con i suoi capezzoli. Fu a quel punto che decisi di penetrarla nuovamente con il mio sesso. Il fatto di vederla cosi’ coinvolta, mentre si stava lasciando andare avevano rinvigorito l’erezione del mio membro. La penetrai con forza, aiutato dall’abbondante liquido che grondava dal suo sesso. Continuai per pochi minuti, giusto il tempo di risentirla respirare con affanno. Mi sentivo ora padrone della situazione. Cio’ che avrebbe dovuto essere un dovere, un lavoro, si stava rivelando un piacere, quasi estremo. Indietreggiai di colpo, sfilando il mio sesso dal suo. Con uno scatto deciso le afferrai la gamba destra, rigirandola di colpo sul letto. Le aprii appena le gambe, l’afferrai per i fianchi e portai con decisione il suo bacino verso il mio sesso. Laura era ora prona, inginocchiata. Il mio sguardo sui suoi glutei aperti. Avvertii il mio sesso risucchiato da suo, non appena lo poggiai fra le sue gambe. Lo sentivo vagare nel suo sesso, senza alcuna resistenza. L’eccessiva lubrificazione ci impediva di avvertire piacere, nonostante il suo bacino si stesse muovendo con colpi decisi. Fu a quel punto che le mie mani le afferrarono i glutei, con l’intenzione di aprire ulteriormente le sue fessure. La vidi scansarsi di colpo non appena poggiai il mio glande sul suo ano.

‘Li’ NO’ ribatte’ nuovamente.

Nemmeno risposi alle sue parole. Riportai nuovamente il mio sesso a contatto con il suo ano, mentre le mie mani le stringevano con forza i fianchi, per non farla muovere.

‘Ti prego, li’ NO. Ho paura’. Il suo tono era ora cambiato. Meno deciso del solito, quasi timoroso.

Cercai a quel punto di essere comprensivo, sebbene sentissi crescere il desiderio di sodomizzarla. Cercai di spiegarle che era possibile trasformare in piacere cio’ che lei considerava dolore. Mi disse di non aver mai provato nulla del genere, confessandomi la sua verginita’ anale. Il mio sesso non si era mosso di un centimetro, nemmeno durante quella breve conversazione. Avevo iniziato a premere, leggermente, contro il suo ano. Feci a quel punto colare la mia saliva fra i suoi glutei, facendola arrivare in corrispondeza del suo buco. I lievi spostamenti del mio bacino stavano cercando di aggiustare la posizione del mio sesso, che nel frattempo si stava lubrificando grazie alla mia saliva. Sebbene avesse deciso di rimanere immobile, Laura stava ora avvertendo del dolore. Comprensibile dalle smorfie del suo viso, dal suo respiro ora piu’ intenso. Mi feci forza per non mollare, continuando a spingere con lieve intensita’. Vedevo il mio glande farsi spazio nel suo ano, grazie alla sua crescende dilatazione. Le ricordai di stare tranquilla, mentre la mia mano aveva ora iniziato a giocare con il suo clitoride ancora duro. Laura stava ora alternando gemiti di piacere a smorfie di dolore. Il suo urlo riempi’ di colpo quella stanza, nello stesso momento in cui il suo ano decise di inghiottire completamente il mio glande. Le mie dita non avevano smesso di lavorare sul suo sesso, che nel frattempo aveva ricominciato a rilasciare del liquido. Restai immobile per pochi attimi, affinche’ Laura si potesse abituare alla presenza della parte superiore del mio sesso dentro di lei. Solo successivamente cercai di farmi spazio, spingendole dentro il mio sesso eretto per tutta la sua lunghezza. Laura aveva smesso di protestare. I suoi occhi erano ora socchiusi, la sua bocca semiaperta, i suoi gemiti sempre piu’ frequenti. Stava godendo, e quella situazione stava pesantemente influenzando il mio corpo. Avvertivo infatti l’eccitazione crescere, ad ogni movimento del bacino. Le dita di Laura avevano ora scansato le mie. Con una mano aveva infatti deciso di masturbarsi, mentre il suo ano accoglieva il mio membro eretto. Con l’altra aveva deciso di massaggiare i miei testicoli, che sentivo gonfiarsi ad ogni colpo. Quello che fino a pochi attimi prima sembrava essere sotto controllo, stava prendendo un’altra forma. Il calore del sangue che affluiva al mio sesso mi stava rendendo vulnerabile. Il seme che stava riempiendo i miei testicoli aveva diminuito l’intensita’ dei miei colpi. Senza rendermene conto avevo iniziato a gemere, attutendo parzialmente le urla di piacere di Laura. Avvertii la mano di Laura strizzarmi i testicoli di colpo, come se considerasse quello il modo di riversare il mio sperma nel suo ano. Ne avvertii il dolore, compensato dalle sensazione del mio glande a contatto con le parete del suo ano. Sentivo l’affanno crescere, mentre con forza il mio corpo sbatteva contro quei glutei. Avvertii il primo schizzo di sperma, riversato nell’ano di Laura. Gli spasmi di piacere mi fecero poi indietreggiare un poco, riversandole i successivi schizzi sui suoi glutei, sulla sua schiena sudata. Sentii le forza venire a mancare, mentre il mio scorpo si accasciava sul letto. Il mio sesso era ancora duro, rigido, sebbene fosse parzialmente ricoperto di sperma. Fu una strana sensazione a farmi riaprire gli occhi. La lingua di Laura stava infatti raccogliendo il mio seme dal mio sesso.

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