Shy era una ragazza intelligente, oggettivamente attraente e un po’ impulsiva, ma chi l’avesse conosciuta una decina di anni prima, quando era ancora a scuola, avrebbe potuto definirla intrattabile e un po’ bigotta anche se appariva dolce e remissiva. Oggi, invece, Shy è una ragazza semplice, carina, spontanea e solare, estroversa, sexy e. . . . . fidanzata con Tom. Shy sente molto il desiderio sessuale, ma Tom la lascia spesso a bocca asciutta. È un bravo ragazzo, ma ha uno scarso ed insufficiente desiderio sessuale. Shy si eccita all’idea di spogliarsi, masturbarsi davanti ad uomini vogliosi e desiderosi di scoparla e, per queste ragioni, è diventata profondamente esibizionista. Nelle sere in cui Tom la lascia sola, ella frequentava siti dove sperimentava il sesso in cam, sesso virtuale. Qualcuno potrebbe pensare che Shy sia una troia e lei, è inutile negarlo, un po’ troia si sentiva, perché “troie” si è, non si diventa praticando il mestiere di puttana.
Shy era convinta che non esistesse differenza fra le troie come lei erano e certe donne, considerate donne irreprensibili. Ella sentiva che la sola differenza fra quelle come lei, che lo fanno per gioco, senza altre finalità che non siano l’esclusivo godere dei sensi, e quelle che, invece, sentono il bisogno di esibire una impenetrabile moralità per lasciarsi andare, in una intimità allargata, a quelle soddisfazioni sessuale e curare la propria autostima.
Shy era avvezza alle proposte degli uomini, quelli che avevano già una compagna o una moglie, che la desideravano per far loro da amante, fissa o saltuaria. Proposte che aveva sempre rifiutato con decisione, ma anche con molta delicatezza. Shy considerava quei suoi rifiuti una dimostrazione d’amore verso Tom che, forse, quella delicatezza non meritava e, comunque, non ricambiava.
Per quelle esibizioni in cam, per istigare i suoi amanti virtuali ad ammazzarsi di seghe, Shy non si era mai sentita in colpa, non temeva ritorsioni delle compagne dei suoi amici virtuali, né aveva alcun bisogno di un confessore per mettere in pace la coscienza. Pensava invece a com’era divertente trovarsi da un lato della cam senza condividere l’amante con le titolari ufficiali, quanto era divertente decidere di volta in volta di farli eccitare all’inverosimile per poi mandarli in bianco, alzarsi, rivestirsi e chiudere la comunicazione senza alcuna giustificazione, oppure mostrandosi nuda e disponibile accompagnarli fino alla finale eiaculazione abbondante.
In cam, Shy poteva accettare, rifiutare, rimandare, decidere quando voleva, senza discussioni, senza problemi, senza litigi. Per Shy era solo sesso, erotismo spinto fino alle soglie della perversione, sesso condiviso, ostentato, esaltato, senza pericoli, senza conseguenze.
Può capitare a qualunque ragazza di perdere la testa per un uomo di successo perché, di solito, quelli sono i più interessanti e il sesso con loro è particolarmente eccitante perché, a livello inconscio, si crea una forma di competizione con l’uomo affermato che spinge a sperimentare nuove situazioni e posizioni per sorprenderlo e stupirlo. Tom, ad esempio, non aveva ancora esplorato il sesso anale con Shy, nonostante lei lo desiderasse. Quando l’uomo di successo sceglie una donna, la fa sentire importante e seducente.
Quella sera, all’ora di lasciare il lavoro, Shy era piuttosto stanca. Desiderava una settimana di vacanza per andare a Sharm El Sheikh con Tom e le serviva un aumento di stipendio. Per affrontare il suo capo, quella mattina Shy aveva indossato una minigonna, autoreggenti, tacco 12 ed una camicetta che lasciava intravedere le belle tette prorompenti compresse da un reggiseno istoriato. Aveva cercato di parlare con il capo, l’avv Callaghan, principe del foro, tutto il giorno, ma non era riuscita a trovare il momento giusto.
All’ora di andar via, rimasta sola in studio, Shy bussò alla porta del boss, per l’ultimo tentativo . Nella penombra dello studio, con una unica lampada da scrivania che concentrava la sua luce sul volume che stava consultando, l’avvocato a malapena mostrava il suo viso. “Avvocato, avrei bisogno di parlarle” esordì Shy
“Ho molto da fare, ma se non hai bisogno di molto tempo, allora siediti ti ascolto”
Shy si accomodò sulla sedia di fronte al boss. “È cosa di pochi minuti, avvocato!” Shy accavallò le gambe in modo che fosse visibile dove finiva la autoreggente e cominciava la coscia nuda. Nonostante la poca luce, lo spettacolo era seducente. Shy non avrebbe potuto dire se l’avvocato stesse guardando le sue gambe oppure si era già rituffato nei suoi studi. Shy lavorava lì da tanti anni ma non avrebbe saputo dire se l’avvocato fosse indifferente al sesso o semplicemente riusciva a nascondere bene la passione.
Shy stava per cominciare il suo bel discorsino preparato al mattino, quando arrivò una telefonata sul cellulare dell’avvocato. Callaghan rispose al telefono: “Si?, si….. ciao…… si, ho quasi finito……..ma certo……Ah! Capisco…… si, si, è che ……. su due piedi……. non saprei….. direi proprio di no! No …..no….non saprei come aiutarti! Non era compito mio…. Come vuoi …….. – l’avvocato stava quasi mettere giù, quando gli si illuminarono gli occhi – aspetta….. aspetta……. – poi, rivolto verso Shy – signorina era da tempo che avrei voluto invitarla a cena. Vuole venire a cena questa sera?”
Shy fu molto sorpresa, farfugliò qualcosa, nulla di preciso, ma l’avvocato fu lesto a riprendere al telefono: “Si, si….. va bene allora. D’accordo., si…. Ci penso io…… ci vediamo più tardi. Ciao, ciao”
“Avvocato, io non so se potrò venire. Ho degli impegni “ disse Shy che aveva un appuntamento con Tom.
“Signorina, ho assicurato la sua presenza. Non mi faccia fare brutte figure. “
Shy avrebbe voluto mandarlo al diavolo, ma pensò che forse avrebbe potuto utilizzare quel piccolo vantaggio a suo favore. “Va bene, avvocato. Allora vado a casa a cambiarmi”
“No, no, signorina. Non è una cena di gala. È una cena tra amici e poi non abbiamo tempo. Venga così com’è. Sta benissimo e la cena è in un luogo un po’ distante da qui.”
“Ho bisogno di una doccia ……”
“Signorina, cerchi di risolvere il problema nel bagno dello studio….. la prego….”
Shy uscì dallo studio, escogitò una scusa e chiamò Tom per dirgli che non potevano vedersi, ma Tom la sorprese: “Amore, stasera non possiamo vederci. C’è la finale di calcetto e poi andremo a cena tutti insieme. Finirò tardi, molto tardi.”
Mezz’ora dopo, Shy era in auto con il boss. Lungo la strada, il boss le disse che l’avrebbe presentata come sua moglie. Shy non riuscì a dissimulare un leggero sorriso. “Sarebbe bello – pensò – essere la moglie dell’avvocato. Come sarebbe il sesso con lui? “Le venne in mente che una sua amica, che aveva avuto parecchie storie con uomini ultracinquantenni, le aveva raccontato che doveva un po’ faticare per farglielo indurire, ma poi scopavano come mandrilli.
La cena era in una bella e lussuosa casa e gli ospiti erano bella gente, gente seria ed elegante. In totale quattro coppie, otto persone tra le quali Shy riconobbe alcuni dei più importanti professionisti della città. Shy e l’avvocato si unirono agli altri per l’aperitivo. Champagne con tartine di caviale e tartine di salmone affumicato. L’avvocato presentò Shy a tutti come sua moglie. Shy ara lusingata da questa presentazione e festeggiò con se stessa con un po’ di champagne. Erano in piedi in attesa che la cena fosse servita ed intanto chiacchieravano allegramente, sorseggiando champagne. La compagnia era piacevole e tutti erano molto gentili nei confronti di Shy. “Finalmente conosciamo la signora Callaghan” disse la signora Frenzy. Il caviale e il salmone stimolavano l’appetito e …. la sete. I camerieri riempivano i bicchieri ogni volta che ne vedevano uno vuoto a metà.
Quando la cena fu servita tutti presero posto al tavolo nei posti assegnati e Shy si accorse di aver esagerato con l’aperitivo, era un po’ brilla, ma questo l’aiutò ad essere disinvolta e a sentirsi a suo agio con tutti quei signoroni. Shy capitò tra il dottor Merik e l’architetto Frenzy, due simpaticissimi signori over 50 che la tennero allegra per tutta la sera.
La cena andò meravigliosamente bene. Tutti le facevano complimenti e Shy si sentiva una regina. Finita la cena si accomodarono tutti in un salottino per il dessert ed il caffè. Nel salottino i discorsi si fecero meno formali e più amichevoli. Qualcuno propose il gioco delle donazioni ai bambini poveri, un gioco nel quale un donatore può donare se un altro dei presenti è disponibile a pagare un pegno. Tutti accettarono con gioia.
Il giudice Strawberry, rapito dalla bellezza di Shy, propose: “Offro 500 Euro per i poveri, se la signora Callaghan si lascerà palpeggiare le tette da me”
Shy che si sentiva particolarmente euforica per aver bevuto qualche bicchiere di troppo, le piacque l’idea di una personalità così importante che si occupasse di lei, ma temeva che nella sua parte di moglie del signor Callaghan, non le sarebbe stato consentito di farsi palpare in pubblico. Guardò, quindi, il suo capo come a chiederne il permesso. L’avvocato le fece un cenno di assenso e Shy, sollevata e con il sorriso sulle labbra, disse: “Per i poveri, questo ed altro!” e offrì il petto al giudice.
Shy fu fatta sedere sul tavolino basso del salotto che era al centro del gruppo. Il giudice con una lentezza esasperante le si avvicinò e le aprì la camicetta, poi liberate le maniche gliela tolse. Shy aveva due seni non grandi, fermi e, allo stesso tempo, gonfi e burrosi. Il giudice vide quel seno florido e sferico e, per un attimo, gli mancò il respiro, poi abbracciò Shy per raggiungere il gancio posteriore. Sganciò il reggiseno e scoprì quel che tutti, fino a quel momento avevano immaginato e che, finalmente, diventava visibile: un florido e gonfio seno, due tette marmoree con due capezzoli color ciliegia dove si sarebbe potuto appendere un cappotto. Il giudice ingoiò un po’ di saliva che gli si era fermata in bocca e pose le sue mani aperte sui seni di Shy, riuscendo a malapena a coprirne una metà. Lei si lascio sfuggire un piccolo gemito di piacere. I capezzoli erano scoperti e appoggiati sull’incavo della mano tra il pollice e l’indice. Il giudice palpava, stringeva, palpava e affondava le dita in quei seni bianchi come il latte, come mozzarelle di bufala.
La signora Strawberry, percependo il piacere del marito disse: “Le sorprese più belle sono quelle che non ci attendiamo, che non immaginiamo. Chi avrebbe detto che avremmo conosciuto la Signora Callaghan stasera. La stiamo scoprendo un po’ alla volta, lentamente, ma c’è sempre qualcosa di ignoto da scoprire ancora”
Il dottor Merik, anche lui sorpreso da tanta bellezza, fino a quel momento solo immaginato, si incaricò di fare il suggeritore per Strawberry: “ Stringi le dita attorno al quel capezzolo. Strofina l’altro seno, e poi stringilo nella mano, facci percepire la sua consistenza. “ Strawberry prese un seno nella mano, lo stringeva e lo rilasciava, poi cambiava la presa e premeva sul capezzolo. Muoveva le dita sul seno variando la pressione. Sembrava stesse impastando farina per il pane. Più di una volta fu tentato di portare la bocca per succhiare il capezzolo. Ma si fermò per tempo.
Tra gli invitati scese il silenzio, rotto solo dal respiro e dai mugolii di Shy che denunciava il suo piacere e la sua voglia crescente. Tutti sentivano crescere la voglia di sesso. Strawberry rispondeva ai gemiti sommessi di Shy con mugugni più rumorosi, tanto che sua moglie si sentì in dovere di intervenire: “Ora basta, caro. Se continui così finirai per sporcare le mutande.”
La battuta strappò una risata nervosa tra i presenti e Strawberry, suo malgrado, si congedò da quel seno. Con gran dispiacere di Shy. La signora Merik, entusiasta della bellezza di Shy, fu la prima a recuperare l’uso della parola e disse: “Una donna così bella non può nascondere agli amici le sue grazie. Offro 100 euro per i poveri per toglierle la gonna.”
Shy era un po’ brilla, guardò di nuovo il capo per essere certa del suo assenso, e si lasciò convincere dagli adulatori. La signora l’aiutò a togliere la gonna in una specie di streap tease e Shy rimane in tanga con le sue lunghe ed affusolate gambe coperte dalle autoreggenti. Ci fu un “ohhh” di meraviglia e tutti si prodigarono in complimenti. “È davvero bella. Sono esterrefatto dalla ammirazione per il suo fisico perfetto, signora Callaghan” disse il dott. Merik guardando gli altri presenti sensibilmente eccitato.
La signora Merik, notando che anche Shy era piuttosto eccitata, pensò bene di sollevare la poverina da quella scomoda situazione e disse ancora : “Offro altri 1000 euro per i poveri, se la signora Callaghan si masturberà qui, sotto i nostri occhi.”
Shy pensò di non aver sentito bene e guardò di nuovo l’avvocato che, nuovamente, le accordò il permesso. “Per i poveri lo farei volentieri, ma qui davanti a tutti, mi vergogno un po’” disse Shy mentendo un po’ perché, invece, moriva dalla voglia di toccarsi come le succedeva spesso in cam.
“Potremmo bendarti, così non ti accorgerai che siamo qui intorno a te” la incalzò la signora Merik. Shy aveva un bisogno immediato di diminuire l’eccitazione che Strawberry le aveva procurato ed accettò l’offerta della Signora Merik. Fu la stessa signora Merik che la bendò. Shy si mise comoda, divaricò le gambe ed infilò la mano sotto il tanga trovando la passerina in un lago di umori caldi e dolci. Portò la mano alla bocca e leccò le dita intrisa di umori per sentirne il sapore provocando un sussulto di eccitazione nei presenti. Sorrise e, compiaciuta, cominciò a roteare il dito intorno al clitoride. Poi lo fece scivolare dentro la micina, poi ancora lavorò sul clitoride mentre tutti, con il respiro sospeso, ascoltavano il suo sommesso piacere ed i suoni inarticolati. Montava l’eccitazione ed aumentava il ritmo frenetico delle sue dita che lavoravano il clitoride ed a tratti si infilavano nella micina per stimolarla dall’interno. Shy non riuscì a trattenersi oltre e tra fremiti di piacere e gemiti sfuggiti l suo respiro divenne a tratti convulso.
Tutti i presenti erano persi da quella scena, quella ragazza così bella che godeva senza pudore davanti a loro fino a farsi travolgere da un orgasmo silenzioso e mistico. Fu la signora Merik che ruppe il silenzio e rivolta a suo marito disse: “Caro, lo sai , è da tanto che vorrei vederti mentre una ragazza giovane e bella ti pratica la fellatio. Perché non ne approfitti?”.
Il Dottor Merik, che già da un po’ stava strofinando la mano sulla patta, disse: “Si, si, hai ragione, va bene! 500 euro per i poveri e 500 euro per la signorina se avrà la grazia di prendermelo in bocca e fare un bel regalo a mia moglie”
Shy fu sorpresa dalla richiesta, ma era proprio quello che desiderava, era tentata e l’alcool bevuto le diede il coraggio di accettare. La signora Merik che si prese il gusto di aprire la patta del dottore ed estrargli il cazzo ancora barzotto, e lo scroto tutto in bella vista. Shy fu fatta inginocchiare davanti a Merik. Senti l’odore acre del sesso del dottore, aprì la bocca, tirò fuori la lingua e la signora appoggiò il cazzo del dottore sulla lingua di Shy. Shy dimostrò di saperci fare! Quante volte aveva dovuto lavorare in quelle condizioni con Tom così bello, così svogliato e così disinteressato al sesso?
Shy si accorse della ancora misera consistenza del cazzo e, presolo con una mano e scappellato, cominciò a leccargli la cappella con leggerezza con l’obiettivo di svegliarlo dal torpore. Contemporaneamente prese le palle del dottore e cominciò a impastarle con delicatezza. Inondò di saliva il glande roteandogli la lingua attorno come a ben distribuirla suscitando brividi inattesi. Poi passò con la lingua sfiorando lo scroto, pizzicandolo leggermente fra le labbra. Lo inumidì, prese in bocca i testicoli e li succhiò, trattenendo lievemente lo scroto fra i denti tirando piano piano. Con estrema lentezza, con la punta della lingua, con estrema delicatezza Shy infilò la cappella in bocca e cominciò a succhiare come si succhia uno spaghetto penzoloni, serrando le labbra e creando un specie di effetto sottovuoto.
Shy succhiava e il cazzo di Merik entrava nella sua bocca per un po’ e poi si tiro indietro trattenendolo con le labbra e accarezzandolo con la lingua lo lasciava uscire per risucchiarlo nuovamente fino a che il cazzo raggiunse una buona consistenza e Shy, con movimenti lenti, accolse il glande sulla lingua come in un abbraccio solleticando il filetto. Passò con la lingua sull’asta giù fino alle palle in un movimento lento ma inesorabile, dalla base, da sotto, di tanto in tanto l’afferrava fra le labbra per succhiare per pochi secondi, come un ghiacciolo a cui si vuol togliere il gusto, accarezzandolo con la lingua, massaggiandolo con le mani. Si bagnò le labbra e le appoggio sulla punta del glande come per baciarlo, poi spinse la testa lasciando che fosse il suo cazzo a dischiuderle le labbra, lasciandolo entrare per farlo uscire e ripetere l’operazione.
A quel punto Merik, che era quasi già in estasi, prese l’iniziativa e, afferrata la testa di Shy fra le mani cominciò furiosamente a scoparle la bocca. Lei accusava , a volte, dei conati di vomito che superava brillantemente, mentre le belle tette ondeggiavano in accordo con le spinte di lui. Gli altri erano ammaliati da quella scena, eccitati all’inverosimile ed avevano lo sguardo attratto da quelle magnifiche tette che ondeggiavano sotto le spinte di lui.
La signora Frenzy si rivolse a tutti e disse: “La signora Callaghan sta facendo un gran lavoro, è molto brava, ma è in una posizione scomodissima. Aiutatemi a metterla comoda.” Così dicendo in due l’afferrarono per sistemarla, a quattro zampe, sul tavolino. Poi, la signora Frenzy delicatamente sfilò le mutandine di Shy e, con altrettanta delicatezza, le aprì le chiappe e con gli umori che abbondanti colavano dalla figa di Shy, lubrificò il buchino di Shy dicendo: “Ecco è pronta! Chi offre qualcosa per i poveri?”,
Fu il dottor Daryl che si fece avanti: “Offro 200 euro per i poveri e mille per la signora Callaghan per entrare in questo tubo oscuro”
Shy non sentì nemmeno l’offerta, ma fu l’avvocato Callaghan che rispose per lei: “Ma la prego, dottore. Si accomodi pure!”
Il dottor Daryl era molto eccitato fino al punto laddove è necessario trovare soddisfazione oppure esplodere. Tirò giù la patta, liberò la bestia già in tiro, lo poggiò sul buco di Shy e, senza tanti complimenti, cominciò a spingere. Entrò poco più di un centimetro e Shy si lasciò sfuggire un grido di dolore. Daryl si fermò per qualche secondo, poi lo tirò fuori e lo poggiò di nuovo sul buco. Merik continuava a scopare la bocca di Shy e Daryl entrò di nuovo per un paio di centimetri. Questa volta lo sfintere non oppose più resistenza all’ingresso e Shy assaporò la gioia di sentire che qualcuno si prendeva cura di lei. Daryl cominciò a pompare come un ossesso, badando a sincronizzarsi con Merik e regalando a Shy la gioia del sesso reale.
Ben presto anche Shy cominciò a muoversi sin sincronia con i due, badando a spingere il suo culo quanto più dietro possibile perché Daryl entrasse completamente dentro di lei. “Spaccami il culo, aprimi completamente, spaccami fino a farmi gridare di piacere” gridò Shy.
“Che meraviglia! La signora Callaghan è un vero spettacolo! Dottor Daryl, la prego ci regali quelle forti emozioni che lei sa!”disse la signora Merik interpretando il pensiero degli spettatori .
I muscoli anali di Shy cominciarono una serie di contrazioni involontarie per favorire l’ingresso di Daryl e il battito cardiaco cominciò a sembrare un tamburo. Senti forti spasmi vaginali e tutto il suo corpo fu attraversato da scariche di adrenalina. Shy si lasciò andare ed i gemiti ed i mugolii, prima sommessi, si trasformarono in un orgasmo travolgente e fragoroso che trascinò anche gli altri due. Merik irrorò il viso di Shy. Il primo schizzo colpì le labbra di Shy, e poi il naso, e poi il mento. Furono quattro o cinque schizzi forti, caldi e profumati che si raccolsero e poi cominciarono a colare giù, verso il mento lungo il collo. Le signore di fronte a quello spettacolo, non seppero trattenersi e avvicinatesi a Shy, cominciarono a leccarle il viso pieno di sperma per gustarlo caldo e profumato.
Il dotto Daryl fece appena in tempo ad estrarre dal culo di Shy il suo cazzo in tiro che immediatamente partì il primo schizzo fortissimo, che colpì le chiappe di Shy e cominciò a colare lungo il culo nudo di Shy e, arrivato alle calze autoreggenti, pesante e liquido, continuò la discesa sulle calze nere, velate, setificate che non assorbivano lo sperma ma lo rilucevano. Un secondo schizzo colpì più in giù, sull’attaccatura della coscia e poi seguirono altri schizzi, sempre forti, carichi e bianchi, densi, e tutti colpirono la coscia, neanche una goccia andò persa per terra.
Quando l’abbondante sperma finì la sua corsa, impregnò le calze e, grazie alla temperatura si solidificò. Shy che aveva sentito il primo schizzo come una frustata sul culo provocandolo un piccolo orgasmo e la colata lungo le gambe aveva finito per amplificare i brividi di piacere. Si sentì desiderata, violata, provocatrice di eccitazione, una regina del sesso.
La signora Strawberry, arrivata ultima per leccare lo sperma sul viso di Shy, fu lesta a raggiungere le terga, perse ogni ritegno e si mise a leccarle lo sperma che colava sul culo e lungo le calze.
Lo sperma, ormai freddo, appiccicato grumoso alla calza, risaltava bianco sulle calze nere e sembrava non volerne sapere di scomparire.
Dopo qualche minuto, Shy era nel lussuoso bagno di quella lussuosa casa per ripulirsi e rimettersi in forma. Era ormai mezzanotte passata, e proprio mentre stava cercando di pulire le autoreggenti piene del seme incrostato di Daryl, suonò il suo cellulare. Shy recuperò dalla borsa il telefono con la destra, mentre con la sinistra continuava a pulire le calze piene di sperma e rispose al telefono. Era Tom, il suo ragazzo: “Amore, ciao, ho finito la cena con gli amici. Ho voglia di vederti di stare un po’ con te. Passo a prenderti a casa?”
“Tom, sei scemo o cosa? Io sono in pigiama a letto da un pezzo. Non mi va di rivestirmi, sono stanca, ho sonno. Va a dormire anche tu, ci vediamo domani!”
Nel buio più assoluto, la vettura dell’avvocato stava riportando Shy a casa. Era stata una serata intensa e piacevole. Almeno per Shy. L’avvocato guidava con prudenza, in silenzio. La strada interpoderale era quasi deserta, con poche luci delle fattorie lontane immerse nel nero intenso della notte. Shy, seduta in auto, ripensava alla serata trascorsa, alle mille attenzioni che quella bella gente le aveva riservato. Pensava ai problemi che l’attendevano in città. Pensava a Tom che continuava a preferire il calcetto alla sua compagnia e al desiderio di una vacanza a Sharm El Sheikh che non poteva permettersi. Ripensava alla sua intenzione di chiedere un aumento di stipendio all’avvocato e che, nel turbinio della serata, non era riuscita a chiedere. Il silenzio dell’avvocato, durante il viaggio di ritorno, non l’aiutava di certo a riprendere i discorsi e l’unica volta che aveva provato ad aprir bocca, era stata apostrofata dall’avvocato “Ora signorina, non dobbiamo più sostenere il ruolo di marito e moglie e possiamo ricominciare a darci del lei.”
Dunque era stata una parentesi, limitata alla commedia messa in scena per gli amici e tra Shy e l’avvocato non c’era proprio nulla che non fosse un normale rapporto di lavoro. Shy si intimidì e si chiuse in un innaturale silenzio.
L’auto procedeva sicura verso la città e verso casa di Shy. Shy si disse che avanzare la richiesta di aumento sarebbe stato molto più facile in quelle condizione che in studio e si impose di parlarne ad ogni costo prima di scendere dall’auto.
“Avvocato, questa sera, prima di venire a questa bellissima cena, ero venuta da lei perché ho bisogno di un piccolo aumento di stipendio” disse Shy tutto d’un fiato.
L’avvocato rimase ancora qualche interminabile minuto in silenzio e poi, lentamente, rispose: “Signorina, confesso di non conoscerla molto bene. Certo, è una bellissima ragazza, questo si vede lontano un miglio, ma in studio abbiamo l’abitudine di remunerare la bravura piuttosto che la bellezza. In ogni caso, così come è giusto, veicolerò la sua richiesta agli altri miei soci, perché la decisione dovremo prenderla tutti insieme. Questa sera ho scoperto una collaboratrice che, oltre che bella, ha anche notevoli qualità …… di relazione. Queste sono qualità davvero rare. Mi chiedo perché lei aspira ad un aumento di stipendio che, nel caso migliore non sarà certo superiore a cinquanta, cento euro al mese, mentre lei, con poco più di tre ore di “relazioni” ne ha avuto l’equivalente di quindici/trenta volte l’aumento di stipendio ragionevole. Di certo ricorderà che i miei amici donavano una cifra per i poveri ed un’altra per la sua bravura. – continuò l’avvocato mentre fermò la vettura di fronte al portone di Shy e spense il motore per terminare il discorso – Quei soldi, al momento sono nelle mie mani sotto forma di assegni bancari, ma sono soldi suoi ed io glieli renderò non appena li avrò cambiati in denaro sonante. Se decidesse di frequentare queste nostre feste io sarei ben felice di accompagnarla. Il che vorrebbe dire che all’incirca una volta al mese lei potrebbe, in un anno, mettere insieme una somma ingente, superiore al suo stipendio attuale e del tutto esentasse. Senza contare che qualcuno delle persone che frequenta queste nostre riunioni conviviali, potrebbe offrirle qualche interessante proposta. Invece di un misero e improbabile aumento, le propongo di lasciarsi andare e di accompagnarmi a queste cene”.
“Mha! Non so ! Non saprei, mi piacerebbe, ma poi …… cosa ne penserebbe sua moglie ….. o le mogli dei suoi amici quando scopriranno che non sono la sua vera moglie? “
“Oh, non si preoccupi per questo! Le rivelerò un segreto: di quegli amici presenti stasera solo uno aveva portato la sua vera moglie e non le dirò chi è! Gli altri si sono fatti accompagnare da amiche”
“Oh…. Oh, no, non è possibile! Oh mio Dio!” esclamò Shy.
“Andiamo, signorina, non è poi così grave!”
“Mi scusi avvocato, ma il mio stupore non è per quello che mi ha detto, ma perché vedo li in fondo che si avvicina Tom, il mio ragazzo”
“Ah! Come mai è qui? A quest’ora? dove sta andando?”
“Non lo so! Mezz’ora fa gli ho detto che ero già letto, ora non so cosa abbia in mente di fare. Sono certa che, in qualche modo, sia qui per me: abita dall’altra parte della città”
Rimasero entrambi in silenzio osservando Tom che si avvicinava. Improvvisamente Shy, spaventata, disse: “Oh, avvocato, mi aiuti! Se Tom mi trova qui, metterà su un casino!”
“Non si preoccupi signorina. Questa auto ha i vetri scuri e dall’esterno, specialmente al buio, non si vede nulla di quel che c’è dentro. Se avremo cura di non accendere le luci, di non fare rumori forti e di muoverci piano, chi sta fuori non si accorgerà della nostra presenza. Aspettiamo un po’ e quando se ne sarà andato, potrà andare a casa tranquillamente ……. e pensare alla mia proposta”.
Rimasero per un po’ in silenzio, poi videro Tom fermarsi a circa una trentina i metri e comporre un numero telefonico sul suo cellulare. Il telefono di Shy squillò e lei fu lesta a prenderlo dalla borsa e ridurlo al silenzio. La situazione era oggettivamente ridicola, loro due costretti al buio, all’immobilità ed al silenzio, Tom che ripeteva la chiamata al telefono di Shy che non suonava, ma si illuminava tutto. Shy cominciò sommessamente a ridere.
“Perché ride, signorina? Io capisco la sua situazione. Forse non ama più il suo fidanzato?”
“No, no, perché mi chiede questo? Io sono innamorata pazzamente del mio ragazzo, ma sono anche convinta che sesso ed amore siano due cose diverse. Il mio fidanzato ama giocare a calcetto e appena può corre a giocare con i suoi amici, anche se sa che lascerà me da sola. A me invece piace il sesso ed appena posso corro a praticarlo, anche se devo lasciare lui da solo.”
“Lei è molto saggia, signorina, – rispose l’avvocato quasi bisbigliando e parlando lentamente – e possiede un appetito sessuale vivace. Questa è una buona notizia, vuol dire che probabilmente accetterà la mia proposta. Mi pare che stasera abbia potuto esercitare la sua passione. Si è divertita questa sera? Ne è rimasta soddisfatta?”
“Si, si, certo è stato soddisfacente, anche se alcune parti del mio corpo sono state un po’ ……. trascurate……. ”
“Davvero? Mi spiace……. qual è la parte trascurata? Possiamo rimediare?”
“Lo vorrei. Ma il mio fidanzato, a pochi metri da qui ….. . mi blocca!”
“Se riuscirà a non gridare, né a farsi venire un orgasmo con convulsioni, possiamo provare a fare qualcosa per le sue parti trascurate, senza allarmare il suo fidanzato che non si accorgerà di nulla. Lei, signorina, ha delle gambe bellissime, fasciate di calze di seta. Ho visto che sono delle autoreggenti e lo stacco tra il nero delle calze e l’ambra delle sue gambe è meraviglioso. Si appoggi con le spalle al finestrino e me le mostri. “
Shy tolse le scarpe con studiata lentezza, si girò su se stessa appoggiando la schiena al finestrino, portò le gambe al petto e appoggiò i talloni sul sedile. Ora poteva guardare l’avvocato negli occhi e, dietro l’avvocato, oltre il finestrino, vedeva Tom seduto agli scalini del suo portone che fumava nervosamente. Era molto eccitata, immaginava cosa stava per succedere e avere il suo ragazzo lì presente la rassicurava e, al tempo steso, la eccitava ancor di più. Allargò le gambe e la flebile luce della strada illuminò il suo prezioso tesoro.
L’avvocato si avvicinò un po’ e portò le mani sulle gambe di Shy, le divaricò leggermente per guadagnare un comodo accesso alla passerina. Le mani scivolarono strisciando leggere lungo l’interno coscia e afferrarono gli slip spostandoli lateralmente scoprendo il fiore di Shy. Con le dita, l’avvocato aprì le grandi labbra e vide che la ragazza era già abbondantemente bagnata. Con tocco leggero, con il pollice sfiorò il clitoride rimasto scoperto. Shy gemette silenziosa.
“Ora, togliamo gli slip.” Disse l’avvocato e portò le mani sui fianchi di Shy per prendere gli slip dagli elastici e cominciò a tirarli verso il basso. Shy sollevò leggermente il sedere per permettere all’avvocato di sfilarle gli slip, mostrando una passerina perfettamente depilata e le grandi labbra già gonfie di desiderio. Poi, senza smettere di guardare l’avvocato negli occhi, lei stessa, con le dita, divaricò le grandi labbra esibendo un incarnato rosa reso pallido dai suoi umori.
“Si avvicini Avvocato, se questo è quel che cerca, può calmare la mia e la sua sete a questa fonte.“
L’avvocato avvicinò la mano alla passerina di Shy e infilò un dito dentro estraendolo bagnato e pieno di umori. Shy si lasciò sfuggire un profondo gemito di piacere. L’avvocato avvicinò il dito alla bocca di lei. Shy dischiuse le labbra e si lasciò penetrare da quel dito. Poi le richiuse attorno al dito, succhiò e con la lingua ripulì che era rimasto sul dito. L’avvocato sorrise e lentamente si abbassò verso la succosa passerina generosamente aperta e con la lingua cominciò a lavorare nell’interno della passerina dal lato perineale, per poi scavare e procedere verso il davanti, scavando con la punta ed esplorando l’apertura vaginale.
Shy si lasciò sfuggire alcuni gemiti di piacere e mentre con la mano spingeva la testa dell’avvocato perché non abbandonasse la posizione, allungò la gamba destra portando il piede sul pacco dell’avvocato, strofinandolo e schiacciandolo come fosse un acceleratore.
Leccava l’avvocato, ci sapeva fare, e Shy non aveva nessun imbarazzo a farlo lavorare, con la mano, poi, aveva raggiunto il suo clitoride e collaborava con la lingua dell’avvocato. Sentiva il piacere montare, sentiva i fremiti di piacere salire lungo la schiena e quando apriva gli occhi vedeva il suo Tom che ignaro fumava e continuava a chiamarla al telefono. Un orgasmo profondo e silenzioso la colse fra tremiti di piacere e vibrazioni telefoniche. Shy strinse la testa dell’avvocato tra le gambe forti, mentre inondava la sua bocca di umori sapidi e profumati.
Shy era soddisfatta ed accarezzava la testa dell’avvocato spettinandolo un po’. Con il piede sentiva che l’uccello dell’avvocato era ancora marmoreo, ma insoddisfatto, si piegò su se stessa e lo liberò dalla morsa dei pantaloni. Scoprì un obelisco gigantesco e si rammaricò di non poterlo prendere dentro per non far dondolare l’auto. Ma voleva regalare all’avvocato un piccolo ricordo e, senza scomporsi troppo cominciò a masturbarlo.
Era molto eccitante vedere con quanta abilità Shy si muoveva e stringeva, accarezzava e masturbava l’avvocato. Shy accompagnava i movimenti lenti della mano con sommessi suoni vocali. L’eccitazione dei due era vicina al culmine, ma un senso di insoddisfazione bloccò Shy che alzò la testa per guardare verso l’avvocato. Poi, come guidata da un raptus, prese il telefono e compose il numero di Tom. A due metri da lei, oltre il finestrino, Tom rispose alla chiamata.
“Pronto?, Shy, sei tu?”
“Adesso basta Tom! – rispose Shy sommessamente – Hai rotto i coglioni, basta telefonare. Fammi dormire. Vai a casa a dormire anche tu. Oppure vai dove cazzo vuoi, ma non mi rompere più i coglioni. Devo riposare, domani avrò una giornata durissima. Vattene a casa, altrimenti spengo il telefono” e mise giù.
Là fuori, a due metri da Shy, anche Tom mise giù il telefono, si alzò e mestamente se ne tornò a casa. Shy osservò la scena per qualche minuto, poi rivolta all’avvocato, disse: “Adesso avvocato, basta giocare, facciamo gli adulti. Ho bisogno di qualcosa di rigido dentro! Scopami!”
L’avvocato sorrise avrebbe certamente voluto accontentare la sua collaboratrice divenuta così esigente e stentorea, ma visto il luogo dove si trovavano e la sua età non si poteva certo pretendere troppo. Shy, però, aveva in mente una strategia compiuta e desiderava solo metterla in atto.
“Voglio prendermi quel che mi spetta. E mi spetta qualcosa di duro e durevole nella mia passerina un po’ trascurata!” sussurrò Shy all’orecchio dell’avvocato.
Shy sfilò la cintura dei pantaloni dell’avvocato con un gesto plateale, poi sfilò i pantaloni e le mutande. Si accorse del perdurare di una vigorosa erezione e con un sorriso dolcissimo e guardando l’avvocato negli occhi Shy, senza perdere tempo, aprì la portiera del guidatore e spinse l’avvocato fuori così come si trovava senza mutande.
Era notte fonda, ma sebbene non ci fosse nessuno per strada, esisteva il pericolo di esser visti da spettatori inconsapevoli, per qualche motivo affacciati alla finestra. Uscì anche lei scalza e con la gonna alzata. Inconsapevolmente la eccitava il pericolo di esser vista mentre faceva sesso. Una situazione piccante che miscela di proibito e complicità. Una sensazione forte fondata sulla paura di essere scoperta, proprio da Tom dopo averlo spedito a casa. L’eccitazione che si scatenò al pericolo di essere scoperta fu potentissima, la tensione nervosa e la paura diventarono strumento di piacere e l’idea che qualcuno potesse sorprenderli fece scattare un gioco intrigante che li obbligava a stare in silenzio e a vivere il rapporto in fretta. Shy era piegata sul cofano della potente autovettura completamente vestita ma con la gonna sollevata e l’avvocato, dietro di lei, vestito nella parte superiore, la prendeva da dietro e spingeva, silenzioso, come un ossesso.
La paura di esser scoperti, l’eccitazione per la situazione proibita accelerarono i battiti dei cuori dei due amanti. I gemiti di lei risuonavano al ritmo dei fremiti che le pervadevano il corpo. Il respiro di lui si fece grosso nello sforzo animale e cominciò ad assomigliare ad un cavallo nella sua folle corsa. Il respiro dell’avvocato divenne sempre più concitato, il cuore cominciò a batter più forte, mentre accelerava le spinte pelviche.
Fu un attimo e Shy vide, in fondo alla strada, la figura di un uomo che veniva verso di loro e incitò l’avvocato a scoparla più forte, più in fretta. L’uomo, a piedi, si avvicinò e passò alle loro spalle a pochi metri da loro, senza dire nulla, ma loro sentirono la sua presenza con l’urgenza di concludere per evitare il pericolo di essere interrotti sul più bello. Tra profondi fremiti e grandi tremori, entrambi furono colti da un orgasmo potentissimo che li fece vacillare ed ondeggiare, incuranti dell’uomo. Shy due o tre fiotti di sperma caldo che le amplificarono il piacere. La bocca di lui cercava la bocca di lei, mentre lei era gratificata dalla abbondante eiaculazione del suo capo.
Indeboliti dagli sforzi e dal’orgasmo che aveva tolto loro quel po’ di energia, rientrarono in auto. L’avvocato si rivestì e Shy si ricompose. Nel più completo silenzio, Shy si allungò verso il professore e con un dito raccolse un po’ dello sperma che colava sulle sue calze e lo portò alla bocca dell’avvocato, poi ne prese ancora e lo portò alla sua bocca come in una specie di rito di fratellanza.
In quel frangente, Shy ricevette un SMS. Era di Tom. “Sono a letto anche io. Volevo il bacio della buona notte. Non c’era nessuno in giro, potevi scendere in pigiama!”
L’avvocato chiamò Shy nel suo studio un attimo prima che uscisse per tornare a casa. Nello studio non c’era più nessuno. Shy bussò e le fu detto di entrare. Solita stanza buia, solita luce sulla scrivania che illuminava il volume che l’avvocato stava esaminando, ma questa volta, Shy entrò disinvolta, muovendosi in un ambiente che reputava “amico”. Questa, almeno, era la sua convinzione dopo il lungo e soddisfacente match sessuale al ritorno dalla cena dei signori. Ma l’avvocato non la pensava alla stessa maniera. Egli non mischiava mai la vita professionale con la vita che accadeva fuori dalle aule di tribunale e del suo ufficio.
“Signorina, gli amici mi hanno chiamato ed hanno invitato mia moglie ad una light dinner per questa sera. Hanno invitato solo lei, quindi io rimarrò qui in studio, ma una auto passerà dal mio studio entro mezz’ora per prelevare mia moglie. Ricordo che le ho parlato di questo tema tornando dalla cena dei signori e lei mi sembrava propensa a mantenere il ruolo di mia moglie. Non è così?”
“Mha…. si …. certo….. ma di cosa si tratta esattamente?”
“Signorina si tratta di una cena tra amici, tra gente della alta borghesia del tutto simile alla cena dei signori. Le avevo promesso che avrei accettato l’invito per lei, per favorirla. Se andrà alla cena e sarà gentile con i miei amici, vedrà che loro saranno gentili con lei. Anzi, saranno generosi con lei.”
“Ma io, stasera, devo uscire con il mio ragazzo. Non posso mollarlo così, su due piedi. E poi vorrei passare da casa, vorrei lavarmi, cambiarmi……”
“Signorina, lei si ostina a chiamare fidanzato quello che è piuttosto un amore giovanile. Lui non saprà nulla di questa cena, come delle precedenti cene, e in questo modo lei potrà mettere insieme i soldi per una vacanza che non potrebbe fare utilizzando un aumento di stipendio che comunque io non potrei concederle. In ogni caso, non voglio forzarla. Dirò ai miei amici che mia moglie questa sera non può”
“No! Aspetti, aspetti un attimo, la cena mi interessa, ma mi lasci almeno il tempo di avvertire Tom e di farmi una doccia nel bagno dello studio!”
Shy chiamò Tom e gli disse che l’appuntamento per la sera saltava a causa di un lavoro urgente che le aveva chiesto l’avvocato.
“Ma, come! Volevi andare in quel bel localino che abbiamo scoperto la settimana scorsa. Buona musica, ottima birra……”
“Fai finta di non capire? Non sono io che non voglio. È l’avvocato che mi ha affidato un compito importante….. e mi darà anche uno straordinario! Vuoi andare a Sharm el Sheik questa estate o no?”
“Si, si, ….. va bene….. prima il dovere…….”
“No, mio caro! In questo caso è prima il dovere e poi il piacere per entrambi, perché io lavoro e tu non fai un cazzo. In compenso ti lamenti, come un cammelliere di Casablanca.”
Sistemato Tom, Shy recuperò una borsa che, con l’esperienza della volta precedente, in previsione di una chiamata così improvvisa, aveva predisposto con tutto il necessario per rinfrescarsi e rendersi desiderabile. Aveva slip e calze autoreggenti di classe ed una gonna che le lasciava mezza coscia scoperta. Per il resto dovette accontentarsi degli abiti che aveva indosso.
Dopo un po’, arrivò l’auto con autista che doveva accompagnarla al luogo dell’incontro, accesela luce nella stanza dove solitamente lavorava, in modo da ingannare Tom se mai fosse venuto sotto l’ufficio, prese le ultime cose e scese giù. Salì in auto e partì con destinazione una villa fuori città dove era attesa con impazienza.
“Buonasera signora, l’attendevamo con ansia” mi disse il dott. Meyer aprendomi la portiera.
“Buonasera “ risposi con un sorriso.
“È un piacere riceverla con gli altri ospiti. Mi hanno parlato molto di lei e sono felice che abbia accettato il mio invito. Prego, si accomodi in sala che ho fatto servire un fresco aperitivo”
Shy entrò in sala e salutò i presenti: due uomini ed una donna. L’avv. Spencer le allungò un bicchiere di champagne che accettò con piacere.
I presenti erano assolutamente coerenti con l’ambiente, sobrio ed elegante. Gli uomini con uno smoking e farfallino e le donne con tubino e decolletè tacco quindici.
L’aperitivo procedeva cordialmente tra gli ospiti che cercavano gli argomenti giusti per una condividere una piacevole serata.
Shy era un po’ a disagio. Presagiva che stava per accadere qualcosa di sessualmente eccitante , ma non era abbastanza stuzzicata, non era ancora calda. In quella sala c’era la crema della città, ma Shy non riusciva ad amalgamarsi perché non riusciva ad afferrare il filo conduttore dei discorsi e, di conseguenza, era un po’ silenziosa e non appariva certo positiva. Nella giostra di gente che si muoveva per prendere un bicchiere di champagne pieno, Shy cercava di agganciare con gli occhi l’altra signora per avere impressioni di prima mano su come sarebbe proseguita la serata. Cercava di parlare con tutti, ma non prendeva altre iniziative per non sembrare troppo determinata.
Quando si accomodarono in sala da pranzo, Shy sedette accanto al prof. Prune che le sembrava il meno aggressivo, un signore gentile, dall’aria mite. È sempre buona norma tastare il polso a chi sembra in tutta evidenza il meno eccitato, per avere il tempo di capire in quale gioco ci si è infilati.
Nel bel mezzo della cena, arrivò un sms di Tom: “Sono sotto lo studio, vedo la tua finestra accesa. Vieni giù per il bacio della buonanotte e torni su”
Shy rispose rapida: “Vaffanculo Tom. Vaffanculo” Meglio essere subito decisi, per evitare che rimanesse sotto lo studio fino a notte fonda. Lui sotto il suo studio, credendola al lavoro e Shy ad una cena di alto livello con la prospettiva di una mega scopata. Era davvero molto eccitante ed anche i tre uomini presenti in qualche modo la eccitavano, se non altro per aver organizzato una serata come quella. Provate ad immaginare di arrivare ad una festa e di suscitare l’eccitazione di tutti gli uomini presenti e anche di qualche donna: è una sensazione liberatoria. Ognuno di quegli uomini l’avrebbe scopata fino ad esaurimento. Probabilmente l’avevano già spogliata con gli occhi e la vedevano nuda e disponibile alle loro insaziabili voglie. Per ognuno di loro. Shy era un paio di tette da strizzare ed una figa da chiavare: fantastico.
Era come vedere dei bambini in una fabbrica di caramelle! E tutta quella energia che emanavano era, per Shy, un potente elisir di eccitazione sessuale. Pensava ad ognuno di quegli uomini come una fantasia sessuale e nella sua mente una grande orgia era già cominciata. Era pervasa dal desiderio e attendeva il momento di poter assaggiare la perversione di quei cazzi!
Poco dopo, infatti, il prof Prune, come se avesse percepito i suoi pensieri, abbassando il tono di voce e avvicinandosi al mio orecchio disse: “Sono affetto da una rara malattia che mi rende difficile l’erezione, ma quando la raggiungo, essa si rivela di potenza notevole e di durata prolungata.”
Shy cercò di immaginare l’erezione del prof. Prune, di potenza notevole e di durata prolungata, e questo la eccitò un po’ ed ebbe la sensazione che il prof Prune si accorse di questa mia reazione sessuale, ma non ne ebbe a dimostrarlo. Immaginava il prof Prune, con i pantaloni abbassati nell’atto di menarselo per farlo indurire e continuare fino ad una eiaculazione abbondante. Le sembrò quasi di sentire le gocce di sperma sulle sue gambe inguainate. Sorrisi alle sue parole e dissi: “È una meraviglia di cui non voglio certo privarmi!”
Finita la frugale cena, si spostarono in un salotto per prendere un amaro. Altro alcool che girava nelle vene che alimentava le perversioni dei pensieri dei presenti. Si avvicinò il dott. Meyer e le disse: “So che il prof. Prune le ha già detto del suo problema. Ora io e l’avvocato Spencer ci occuperemo della moglie del prof Prune, mentre lei dovrà occuparsi del suo pene. Il professore, guardando le nostre attività e con il suo aiuto sarà finalmente in grado di copulare.”
La signora Prune si avvicinò a Shy e l’aiutò a liberarsi dei vestiti e le sistemò una benda nera sugli occhi. Rimase con le sole calze. Il prof Prune si sistemò davanti a me e presumibilmente fu aiutato da sua moglie a denudarsi completamente. Fecero inginocchiare Shy che sentii subito odore di sesso, odore acre di cazzo. Presumibilmente era quello del prof Prune.
Rimase immobile per qualche minuto mentre cominciava a sentire dietro di me che la signora Prune e gli altri, su un tappeto steso a questo scopo, avevano cominciato a pomiciare per riscaldarsi. Sentivo distintamente i gemiti della signora, ed il respiro affannoso di uno dei due, quando una mano si posò sulla mia testa e delicatamente mi tirò a se. Con la mano destra, procedendo cautamente, Shy prese il pene del sig. Prune e con la sinistra gli prese le palle. Aveva in mano qualcosa di informe e molliccio, ma, onestamente, di dimensioni notevoli. Dietro di lei si davano da fare!
Il prof. Prune aveva un pene grosso e flaccido. Shy aprì la bocca e lo infilò dentro. Lo lavorava con la lingua. Poi lo estrasse, lo scappellò e lo rimise dentro. Ora sembrava più piccolo, ma anche un po’ più rigido. Shy si prodigava con la lingua e gli lavorava le palle, mentre dietro di lei si davano un gran da fare. Aumentavano i gemiti e le grida di piacere. Shy sentiva il pene di Prune reagire molto, molto lentamente. Lo succhiava, lo masticava e tirava la pelle dello scroto. Lo estraeva, lo scappellava e lo mordicchiava prima di rimetterlo dentro. Poi, con la mano, si avvicinò lentamente al buchino del sedere del prof. Prune e quando meno se lo aspettava gli infilò un dito dentro. Prune si lasciò sfuggire un gridolino di piacere. Continuò a rigirargli il dito nel culo e a succhiare il suo pene che ora cominciava a diventare sensibilmente più rigido.
“Brava, brava, così, così, succhia….succhia e muovi quel dito nel culo, infilane un altro…. con forza” L’incoraggiò Prune ed lei ne infilò un altro.
Il pene diventava sempre più grande e duro. Lo sentiva crescere nella bocca e questo la inorgogliva e la rendeva felice. Stava diventando così grande che faceva fatica a tenerlo in bocca. Lui le afferrò i capelli e cominciò a dirigere i movimenti della testa e la pressione sul suo cazzo. Shy succhiava e seguiva la mano di Prune. Le facevano male i muscoli della mandibola. Era troppo grande per la sua piccola bocca. Succhiare il cazzo di Prune, la esaltava, la rendeva orgogliosa del suo lavoro, si sentiva dominata dalla potenza di quell’enorme cazzo.
Suonò il telefono di Shy. Era certamente Tom. Shy lo lasciò suonare, per niente al mondo avrebbe abbandonato il cazzo di Prune. Il cazzo davvero enorme del Prof. Prune era perversione pura e le scaldava il cuore mentre mortificava le sue mandibole. Quel cazzo era davvero fuori misura. Portò la mano destra, ormai libera, sulla sua micina. Era un lago di umori e cominciò a masturbarsi. Sentiva i suoi umori colare lungo le gambe e questo aggiungeva piacere al piacere.
Intanto quei tre dietro di lei stavano andando a mille, in tutte le posizioni. Li sentivo mentre gridavano e godevano, mentre spingevano e per lo sforzo sbuffavano come vecchie locomotive.
Il prof. Prune, raggiunta ormai la massima estensione del pene, lo estrasse dalla mia bocca e si stese sul tappeto e Shy, afferrandogli il cazzo con una mano, ebbe finalmente la sensazione netta di quanto fosse grande. La mano a stento copriva metà della lunghezza e non riusciva a chiudersi attorno.
“Vieni, vieni sopra di me. Ti apro come un melone, rosso di desiderio e passione. Ti spacco in due, infilalo nella figa e fammi sborrare dentro di te.” Disse Prune.
Shy sedette sopra di lui, impalandosi sul mostruoso cazzo. Sentì la figa aprirsi al nuovo venuto, sentì stracciare le carni della vagina all’ingresso imperioso del cazzo. Si sentì completamente aperta, come una melograno rosso di passione. Fu solo sesso crudo, animalesco, troglodita, che le portò alla temperatura di ebollizione la sua passerina e si lasciò sfuggire un barrito di approvazione quando finalmente fu tutto dentro: le sembrava che avesse riempito completamente la vagina, che non ci fosse spazio per nient’altro, toccava e spingeva lo stomaco verso l’alto! Fremiti pervadevano il suo corpo verso il cervello. Gridò di piacere
Shy contava sulla sua eccitazione per resistere a spinte sovraumane che le procuravano un piacere intenso e fremiti che pervadevano tutto il corpo. Si alzava sulle ginocchia, inspirava profondamente e si lasciava cadere a peso morto giù nel baratro, fino in fondo con urla di piacere estasiate. Orgasmi multipli si susseguivano nel cavalcare quel potente mostro. Shy si sentiva come nelle mani di un mostro furioso assetato di sesso, del suo sesso. Si sentiva violata, presa da una specie di King Kong, ma finalmente soddisfatta. Tom, il suo Tom, faceva la figura del bambino adolescente.
Godeva, godeva come non ricordava da molto tempo, cavalcava il cazzo del prof. Prune muovendosi secondo il bisogno di piacere, andandolo a cercare e scovandolo nei meandri più nascosti della sua vagina. Gridava di piacere senza alcun ritegno.
Prune disse: “Si, così, così, …. così devi cavalcare il mio cazzo. Il tuo piacere è il mio piacere! Strappami grida di piacere, ti inonderò di sperma profumato. Sei davvero speciale, sei una donna speciale, sei una gran puttana…..sei come una Ferrari ed io sono shumaker”
Nel bel mezzo di questi orgasmi multipli, Shy si sentii afferrare per i capelli, ma continuò la cavalcata, troppo piacevole per farsi fermare così impunemente. La mano tirò i capelli all’indietro facendole ruotare la testa verso l’alto e aprire la bocca. Ma non si fermava. E, con la testa rivolta verso il soffitto e la bocca aperta, continuava a cavalcare il Prof. Prune che respirava sempre più affannosamente. Inaspettatamente sentì degli spruzzi di un liquido caldo e denso sul viso. Era sperma, probabilmente di uno dei due altri. Poi ancora altri schizzi caldi e profumati provenienti dalla parte opposta. Le riempirono la bocca quasi soffocandola, scendevano nella gola e debordavano dalle labbra per colare lungo il collo. E fu in quel momento che sentì come un boato e il prof Prune riempirle la figa di sperma. Continuò a cavalcare ancora un po’, sempre più lentamente fino a che non si accasciò sul corpo del professore.
L’autista sicuro guidava piano il veicolo. Sul sedile posteriore dell’auto, nel buio della notte, Shy tornava a casa silenziosa ma felice e soddisfatta. Si ricordò che le avevano dato una busta prima di uscire. La aprì e guardò dentro . C’erano duemila euro ed un biglietto del prof. Prune: “Alla cara moglie del mio caro amico. Grazie!”
Sul suo telefono, Shy trovò quattro chiamate di Tom. Quanto l’amava! Se ne rendeva conto sempre di più. Gli scrisse un sms: “Dormi amore caro, ti amo da morire”
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…