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GRANDI MAGAZZINI

By 5 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono alla Coin. Reparto casalinghi. Passeggio tra gli espositori senza fretta, fermandomi ogni volta che trovo qualcosa di bello. Un vassoio con due tazze per il the, una pentola in acciaio satinato. Una tovaglietta ricamata. Sottobicchieri in sughero. Mi piace cazzeggiare così nei grandi magazzini, quando non ho nulla da fare. Lo preferisco al rimanere in casa come pazza, quando mi prende la smania scopatoria che ormai ho imparato a conoscere ma non a dominare.
Oggi &egrave uno di quei giorni. La mia vulva mi chiama con insistenza, un bussare leggero ma continuo. La voglia di aver dentro qualcosa, che non riesco a placare masturbandomi.
Sono rimasta per mezz’ora sul sito yuvutu, eccitandomi da sola. Mi sono persa davanti ad un video splendido: un dito masturba un clitoride, per un paio di minuti buoni. Non si vede lei, non si vede lui. Non un suono. L’inquadratura &egrave stretta su questa fica, splendida, bianca, perfettamente depilata. La mano dell’uomo arriva e si posa su quel clitoride. Comincia a massaggiare, con una delicatezza infinita. La vulva comincia a bagnarsi, si apre, il clito si ingrossa. Il dito non ha esitazioni: stuzzica e stuzzica, abilissimo, gentile. L’orgasmo arriva, appunto, in due minuti. Spettacolo delizioso, di una sensualità assolutamente unica. Ho provato a riprodurre quel gioco su di me ma non ci son riuscita: l’amore solitario non &egrave mai stato il mio forte.
Così, mi sono vestita ‘da troia’ e sono uscita. Vestito in cotonina leggera, bianco, senza biancheria intima sotto, se non un perizoma a filo, bianco anch’esso. Sandali alti, borsa di vernice. Tutto rigorosamente, ancora, bianco.
Nella Coin giro come una vera zoccola, i miei occhi scrutano ansiosi alla ricerca di un cazzo. Un ragazzo bellissimo mi fissa al di là dello scaffale dedicato ai tendaggi. Gli sorrido, ma subito dopo spunta al suo fianco la fidanzata, una biondina slavata. Perso. Gironzolo ancora un po’, poi mi sposto al piano superiore. Abiti da donna. Qui uomini non ce ne sono, salvo qualche poveraccio costretto ad accompagnare la sua bella per lo shopping. Meglio cambiar piano. Abbigliamento maschile: va già meglio. Mi muovo tra gli scaffali ma non c’&egrave merce umana interessante: sono tutti accompagnati. D’altronde &egrave normale, di solito l’uomo non fa compere da solo. Intravedo un uomo sui sessanta, solo, mi avvicino sensuale, comincio a tossicchiare per farmi notare. Niente. Non mi guarda neppure. Spostandomi dietro di lui lo sfioro con un seno, gli chiedo scusa, quando si gira a guardarmi, un po’ seccato, gli sorrido. Nulla, ancora. Sembra immune al fascino femminile. Mi piazzo vicino a lui, che sta guardando delle camicie, e lo invito: una mano sotto l’abito, ad accarezzarmi il seno, sguardo languido, lingua sulle labbra. All’inizio neppure se ne accorge, poi sì: mi guarda con occhi stralunati. Fissa la mia mano che entra ed esce dall’abito, con un gesto quasi automatico si mette una mano sul pene. Ipnotizzato, mi guarda la bocca, mentre mi bagno le labbra, prima con la lingua poi con un dito. Poi si scuote all’improvviso. Si toglie la mano dal pacco, si gira e se ne va. Io resto delusissima. Ma non demordo. Devo trovare un uomo. Uno qualsiasi. Ho voglia di sesso.
Mi sposto di piano. Eccomi al reparto intimo: io lo adoro. Comincio a girare tra i manichini che espongono merce molto carina: sottovesti in seta, coordinati, culotte impalpabili, guepi&egravere.
L’uomo che scoperò entro dieci minuti si materializza all’improvviso, sulla scala mobile. E’ un quarantenne figo, alto, moro, con qualche filo grigio qua e là, vestito elegantemente. Ho il tempo di studiarmelo da quando vedo la sua testa spuntare all’orizzonte. Mi sistemo vicino a d un manichino che ha su un baby doll nero trasparente, e guardo sfacciatamente l’uomo.
Lui &egrave lesto nel capire. Lascia la scala mobile e mi si avvicina. Ma, da vero tombeur de femme, non tenta l’approccio diretto: troppo volgare. Si mette invece dietro di me, e prende in mano uno slip supersexy, in voile candido. Lo apre, lo stende, ci mette le dita sotto per valutarne la trasparenza. Io faccio finta di nulla, ma mi sposto leggermente, giusto per controllarlo. E noto che lui mi guarda, di sottecchi ma non tanto: mi valuta per prima cosa il culo, bello visibile sotto l’abito. Poi scende alle gambe, anch’esse, pare, di suo gradimento. Risale con gli occhi e, senza farsi troppi problemi, me li punta sul decolleté. Lo avrò deluso? Chissà’.a giudicare dal gonfiore che spinge la patta dei suoi pantaloni, direi di no.
Sempre con la mutandina in mano, si gira completamente verso di me e mi sorride. ‘Signorina, scusi’.
‘Prego?’ faccio io, con la fica già pulsante e la voce languida.
‘Mi chiedevo ‘ dice sornione ‘ a lei questa piacerebbe? Devo fare un presentino alla mia fidanzata, ma non so bene cosa possa piacerle. Che ne dice?’, e mi mostra questo triangolino di voile.
‘Dipende da che tipo &egrave la sua fidanzata – gli rispondo sorridendo -. Ad esempio, a me piace, ma la sua bella io non la conosco, quindi, chissà se abbiamo gli stessi gusti?’
Lui sorride, colpito dalla battuta a doppio senso, e poi azzarda: ‘Beh, mi dica che tipo &egrave lei. Sa, per capire se &egrave come la mia girl”.
‘Io sono calda, sensuale. L’idea di uno slip come questo, dove la trasparenza del tessuto ha un effetto più eccitante della nudità, mi stuzzicherebbe molto’.
Lui si fa paonazzo e il suo pene aumenta di dimensioni: ora sembra un revolver nella tasca dei pantaloni. Poi si lancia: ‘Allora io direi che posso prenderlo. Solo, sarei più sicuro di fare un buon acquisto se lei fosse così gentile da provarlo’.
‘Oh ‘ faccio io, finta imbarazzata ‘ va bene. Andiamo in camerino’.
Il tragitto fino alla stanzetta da prova mi sembra infinito. Ho la fica grondante e non vedo l’ora di aver dentro il bel cazzone che sono certa di trovare nei pantaloni dell’uomo.
Entriamo insieme in camerino. Ora che siam qui non so bene cosa fare, ma &egrave l’uomo che mi aiuta.
‘Innanzi tutto ‘ dice ‘ visto che deve fare la modella per me, presentiamoci. Mi chiamo Fabrizio. Lei?’
Colpita da quel formalissimo ‘lei’, pur sapendo entrambi dove andiamo a parare, rispondo. ‘Piacere, Vera. Allora, visto che la modella son io, lei mi dica cosa devo fare’.
L’uomo mi porge lo slip trasparente. ‘Si spogli e se lo provi’.
Mi sollevo il vestito e, poggiando una gamba sul pouff che &egrave nell’angusta stanzetta, mi sfilo il perizoma.
Fabrizio &egrave in piedi accanto a me. Mi ferma un braccio e fa: ‘Mi faccia vedere questa farfallina. Giusto per vedere se somiglia a quella della mia fidanzata. Sa, non vorrei prenderle un articolo che le stia male’.
Ridacchio e lo lascio fare. Si siede sul pouff e mi tira verso di sé. Mi guarda intensamente all’altezza del sesso. Quando mi sposta i peli con due dita, e poi mi allarga le labbra della fica con curiosità, sembra che davvero mi stia valutando.
Non dice una parola, resta immobile per diversi minuti. Ogni tanto solleva un ciuffetto di peli e guarda meglio. Mi fa sollevare la gamba sul pouff, ‘così la farfallina si apre un po’ ‘ spiega – e posso guardarla meglio’.
Ogni tanto fa qualche commento: su quanti peli e quanto ricci e neri ho, su come mi profuma la farfallina, sul clitoride che si intravede tra le labbra.
‘Strano ‘ osserva ‘ prima non si notava, ora salta all’occhio’.
Per forza: io sono umida e calda, perché il suo sguardo mi ha eccitata. Vorrei di più, che le sue dita leggere che si fanno spazio tra le mie pieghe intime. Vorrei di più, che questo guardare e non toccare, tormentosa forma di rispetto che non ho chiesto.
Le vorrei dentro quelle dita, così lunghe ed agili. Mi viene in mente il video di yuvutu e sento il desiderio che mi prende e mi fa bollire. Potrei impazzire, se non mi toccasse. Ma lui continua ancora per diversi minuti a guardarmi in silenzio, sfiorarmi, senza mai tentare di entrare.
Poi, il miracolo. ‘Posso frugarti nella farfallina?’, chiede, quasi timido.
Apro le cosce e sussurro di sì. Fabrizio raggruppa le tre dita centrali della mano e me le infila dentro. Mi fa male, speravo in una stimolazione più delicata, graduale. Ma il piacere di aver dentro tre dita nodose che mi stanno scopando &egrave troppo grande, e supera il dolore.
Mi bagno sempre più, mentre Fabrizio mi masturba a tre dita, seduto, io in piedi davanti a lui. Ho ancora addosso il vestito, che &egrave caduto sulla sua mano e mi copre la vista.
‘Ho bisogno di vedere per sentire’, gli mormoro in un orecchio.
Lui non se lo fa ripetere: mi toglie le dita dal sesso, si alza e mi sfila l’abito. Poi mi prende per le chiappe e mi gira, mettendomi di fronte allo specchio. Ora vedo solo me, nuda, e la mano di lui che arriva da dietro e mi cerca. Trova la vulva, la penetra con un dito. Io mi guardo e non posso fare a meno di ripensare al video. Le immagini di quella masturbazione mi tornano alla mente facendomi bagnare di più. Fabrizio sta cominciando un ditalino da favola. Mi ha toccato il clito e io ho fatto un gemito di piacere. Questo lo ha gratificato, e ora &egrave solo al mio grilletto che si sta dedicando.
Io non vedo altro: la mia fica aperta, il clitoride ben in vista, il dito abilissimo di Fabrizio che mi titilla. Una visione che mi eccita, tanto più perché si somma al piacere regalatomi dal video di yuvutu, che ho amato. Sogno di avere la fica come quella di Maria, la protagonista del video. Piccola e stretta, con la pelle chiara, senza peli. Una fica meravigliosa, che io vorrei conquistare. La adorerei, la leccherei per ore, la masturberei come ora sta facendo Fabrizio con la mia, di fica, che gocciola umori sulle sue dita. Manca poco all’orgasmo ma lui mi lascia all’improvviso.
‘Provi la mutandine, su’, chiede.
Io mi piego e infilo lo slip, che si stende su di me mostrandomi più provocante che mai. Il nude look svela tutto: sotto il voile bianco, i peli nerissimi, schiacciati, che lasciano ammiccare le mie piccole labbra, venute allo scoperto per le carezze di Fabrizio.
Ora lui ci infila dentro le dita. ‘Faccia vedere qual che diceva prima’, dice, e va a stuzzicarmi di nuovo la vulva e poi risale al clito, e si esalta nel vedere le sue dita che ‘lavorano’, sotto il tessuto trasparente. Io grondo, sono un lago voglioso, i miei umori colano così abbondanti che hanno imbevuto il tessuto. Fabrizio gioca con il mio clito e si diverte a vederlo gonfiarsi sotto il voile. Mi rigira ancora verso lo specchio, vede le sue dita che giocano col mio corpo.
Chiude gli occhi, poi mi lascia e si spoglia. Non completamente: si toglie la giacca, l’appende all’attaccapanni, si abbassa i pantaloni, poi gli slip. Tira fuori un arnese splendido, teso, leggermente curvato verso l’alto. Poi mi fa inginocchiare davanti a lui e me lo mette in bocca. Io comincio a succhiarlo, e contemporaneamente mi guardo allo specchio, ed &egrave esaltante come sensazione, sexy e morbosa. Mi sento porca, mi sento voyeur. Ho voglia di godere, di farlo godere. Gli tengo il cazzo alto, dalla base, e succhio con perizia, fermandomi ogni tanto per leccare solo la cappella. Fabrizio sospira, mi prende per i capelli. I miei riccioli neri gli sfuggono dalle dita, cadono giù, qualcuno si arrotola introno al suo pene. Io succhio, succhio, finch&egrave lui non mi dice di smetterla e mi chiede di alzarmi.
Sono in piedi di fronte a lui, ma non ho lasciato il suo cazzo, continuo a masturbarglielo dolcemente. L’uomo mi bacia sulla bocca, sul collo, sulle orecchie, io ricambio e sento il suo odore, che &egrave un buon odore, un profumo maschile raffinato, leggero, unito al suo afrore naturale che &egrave molto sensuale.
Ora mi prende per la vita e mi mette alla pecorina. Vedo me stessa, allo specchio, piegata a 90′, la faccia lussuriosa, le tette pendule, le mani di lui sulle chiappe e il suo volto deformato dall’eccitazione. Si tiene la sbarra in mano e la masturba un paio di volte da solo, per renderla più rigida. Quando &egrave pronto, con due dita cerca la mia vulva e l’apre da dietro, poi sento il suo pene, ormai enorme, che mi penetra. La mia fica lo afferra stringendolo freneticamente, smaniosa di un orgasmo che, dopo tante stimolazioni, tarda a giungere.
Fabrizio inizia a scopare con lentezza, ben sapendo che io vorrei invece esser sbattuta per bene. io sento il fuoco impadronirsi di me. E’ un calore che conosco, parte dal sesso per salire verso i reni e la pancia, e dev’essere soddisfatto. L’uomo mi prende di nuovo per i capelli, vedo il suo corpo teso mentre, in piedi dietro di me, mi spinge il cazzo nella fica e si guarda soddisfatto allo specchio. Scopa benissimo, ha un cazzo duro e nodoso, lo sento tutto in vagina, sono bagnatissima e lui va su e giù. Sono eccitatissima e pronta all’orgasmo, mi guardo mentre i lineamenti del mio viso si alterano. Soffoco un grido e sussurro: ‘Spingi ora, dai, sto per venire’, e lui spinge e sbatte, tenendomi per le chiappe, piegandomi su di me, e l’orgasmo ci coglie insieme, così forte e liberatorio che ci dimentichiamo di guardarci allo specchio in questo istante e chiudiamo gli occhi, presi solo dal nostro piacere.
Il ‘dopo’ &egrave bellissimo, Fabrizio mi toglie lo slip e se lo porta al naso, mentre io mi rivesto. ‘Ha un odore splendido ‘ mi dice – e lo compro. Ma non lo regalo alla mia fidanzata, oh, no! Lo tengo per me, e ogni tanto andrò a sentore questo fantastico odore di sesso e penserò a lei, signorina. Vera, lei &egrave una favola. E ha una farfallina da competizione. Arrapantissima, bellissima. Mi complimento davvero’.
Formale, vagamente ironico, e gran porco. Mi sono divertita. Ci ricomponiamo, lui si rimette a posto, io tiro fuori il rossetto dalla borsa e mi ridisegno le labbra.
Poi ci sediamo vicini sul pouff e ci rilassiamo un attimo, prima di uscire dal camerino. Dalla mia vulva cola sulla stoffa scura lo sperma di Fabrizio, ancora caldo. Spettacolo divino, il liquido biancastro e appiccicoso che penetra nel tessuto. Mi sento troia, a godere di queste sensazioni’.e questo mi piace.
Quando finalmente apriamo la porta, dietro ci sono due ragazze che aspettano. Ci guardano e una scoppia a ridere: la porcellina ha capito tutto. Fabrizio mi dà un bacio sul collo e si allontana in direzione opposta alla mia. Io guardo le ragazze, quella più sveglia si piega verso l’amica e le dice qualcosa nell’orecchio. Insieme entrano nel camerino e, mentre mi allontano, sento ridere e una voce femminile fa: ‘Ehi, senti che odore! Si sono divertiti, qua dentro, mi sa’.’.
Rido anch’io, e imbocco la scala mobile.

Gioialuna

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