Skip to main content

Slainte

By 29 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tintinnìo di pinte, il whistle scorre fluido dalle casse, e la melodìa dolce si tinge di ritmo sul muovere veloce della mano del suonatore di bohdran.
il pub è pieno, un mare di teste sorridenti con qualche isola di tranquillità dietro le pareti in vetro colorato.
ti lasci andare, la testa si muove a ritmo della musica….
La barista sorride e ti passa il bicchiere: niente cocktail, stasera, solo il gusto acidulo del sidro ed il retrogusto di mela.
Per un attimo ti senti fuori luogo: tacchi, gonna al ginocchio, il look da donna in carriera, gli occhi guardinghi di chi ha combattuto una giornata in ufficio, ma per strada fa freddo e la musica ti ha attirato come la lenza di un pescatore esperto, ed ora le risate e l’allegria ti stanno rilassando più dell’alcool semplice a cui non sei abituata.
…è improvviso…
Il sorriso spunta tra la folla, insieme agli occhi divertiti e la voce calma:
“si chiama reel…”
“scusa…?”
“la musica che stai acoltando, si chiama reel…ho notato che ti stava facendo effetto…”
Sei sorpresa: lo senti che non ti sta rimorchiando, che non è una scusa, c’è il calore di una persona vera.

Qualcuno alle tue spalle ti urta, cadi in avanti, solo il tempo di pensare un “ma….!”
Le mani sono velocissime, forti e morbide insieme, una cinge il fianco l’altra prende al volo il bicchiere.
la risata è viva, profonda e la voce bassa:
“…tacchi, gonna ed autoreggenti non sono comodissimi in un pub, madame…”
di nuovo il sorriso.
“………….come……………?”
Come le ha viste? come può averle viste?…la gonna è al ginocchio, non si è alzata, la mano corre frenetica.
no, niente strappi.
“….come….?”
“…semplice osservazione…la stoffa della gonna è lievemente increspata…fino qui…”
il dito sfiora l’orlo, da sopra il tessuto.
” tra l’altro, buona scelta: chiare velate, perfettamente in tinta con il perizoma di seta,…richiamano persino il gloss, complimenti.”
di nuovo il sorriso allegro, mentre mi porge la pinta.
“…ma…ma … come…?”
la risata è ancora più allegra, con una punta di complicità…
“…mancano le increspature sul sedere … ed il reggiseno che ho intravisto è color panna, di seta…ovvio madame, sei una persona con troppo stile, per non abbinare l’intimo…”
Va bene…lo sai…adesso è il momento di arrossire: in un attimo sei passata dal ruolo di manager che spezza gli uomini con la competenza e le gambe che accavalli ad una scolaretta timida sorpresa a provare le calze della mamma.
Ma non ti viene da arrossire: ti viene da ridere, e ridi, sonora, le tensioni si sciolgono, la riunione con il cliente sparisce, il graffio sulla macchina non è nulla di importante….ridi…ridi…e poi senti le labbra sulle tue.
” scusa….ma sei veramente bella….”
Dovrebbe partire lo schiaffo, dovresti essere offesa ed indignata, ma la musica ti avvolge, e quel sorriso è così sincero.

E ridi, ancora, mentre ti prende la mano e ti porta verso un angolo ancora più affollato, vicino a dove si suona.
Ti ritrovi stretta fra la gente, lui è alle tue spalle, le spalle larghe sopra di te, il petto su cui appoggiarsi.

“hai bisogno di vita, stasera…”

La gonna comincia a sollevarsi…

Ti senti morire, per un attimo, ma è tutto così naturale, vivo e nessuno ti sta guardando…sarebbe impossibile così stretti…
le parole ti vengono alla bocca prima di poterle pensare

“fammi vivere…”

il violino tace, e così il flauto…solo il bodhran….ritmo, puro ritmo…
la gonna è ai fianchi, e le mani sono sul pube e sul sedere….
ritmo, colpi su colpi, le battute accelerano…
la masturbazione è forte, ma non violenta, intensa,…scopri di essere molto, molto bagnata….
run-tah run-tah  run-tah run-tah run-tah run-tah
chiudi gli occhi e ti abbandoni…il piacere ti ammorbidisce le gambe e tende le labbra lucide…
run-tah run-tah  run-tah run-tah run-tah run-tah run-run-run-run-run-run-run-run-run- tah tah
due dita davanti…due dita dietro….ma come ci sono arrivate?
run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-run-tah run-run-tah
godi……………………………
TAH TAH TAH

l’urlo del pubblico avvolge il tuo orgasmo

la gonna scende, appoggiata dalle mani ora gentili.

“buon san patrizio, madame”

ed il sorriso si allontana nella calca e sparisce.

Leave a Reply