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Racconti Cuckold

A giocare con il fuoco prima o poi ci si scotta

By 9 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un po’ di tempo che mi divertivo a giocare con le foto della mia mogliettina. Avevo aperto un profilo e pubblicato alcune foto, naturalmente sempre censurate nel viso, sono sempre stato molto geloso della mia privacy e poi, il gioco era diretto solo a me, lei non ne sapeva nulla.
Non avevo mai trovato il modo di dirle o chiederle di partecipare a questo tipo di gioco. Sono sicuro che non avrebbe mai accettato di pubblicare sue foto, neppure con la garanzia del viso coperto. Per la verità mi sono sempre domandato cosa ne pensasse di tutte le foto che le facevo, chissà cosa pensava ne facessi. Probabilmente credeva le usassi per masturbarmi nei periodi di ‘magra’. Sicuramente non immaginava le regalassi ad estranei su internet.
Non soddisfatto di averle pubblicate azzardai ad aprire un profilo mascherato su Facebook identificandomi come un amante del couckismo e iniziando ad inserire alcune foto soft ma col tempo, spinto dai continui complimenti ne avevo pubblicate altre, sempre censurate nel viso ma con lei a corpo completo sul letto di casa o fuori.
Le richieste di amicizia arrivavano in continuazione ed io cercavo di scegliere a chi darla e a chi no. Tra i tanti a cui avevo dato l’amicizia con qualcuno avevo anche interagito con messaggi. Ad uno in particolare avevo dato la mia email e il mio contatto in msn.
Si faceva chiamare Sberla85 e la sintonia con lui era stata da subito naturale. Mai invadente, mai troppo volgare e sempre più curioso di vedere la mia mogliettina senza veli. Mi aveva detto di essere della provincia vicino e di essere felicemente fidanzato con intenzioni serie di sposarsi a breve e pure lui ci teneva alla sua privacy, per questo mi sentivo sicuro e nell’arco di alcune settimane gli avevo raccontato praticamente tutto delle mie fantasie sessuali. Gli avevo detto del mio desiderio di vedere la mia mogliettina sempre più disinibita, di mostrarla in pubblico e di vederla corteggiata e scopata da qualcun altro in mia presenza. Gli avevo spiegato la mia situazione e di come ritenessi impossibile l’avverarsi di tali fantasie. Lui si era dimostrato sempre accondiscendente, mai una volta che avesse tentato di forzare la cosa. Si accontentava, diciamo così, di vedere le foto di lei che gli giravo via email sempre censurate nel viso.
Poi una delle tante sere in msn in cui ci si incontrava per chattare e segarci a vicenda sulle foto di lei, era divenuta talmente tanta la confidenza e la mia fiducia nei suoi confronti, che azzardai la proposta di vederci in cam a viso scoperto. Sberla tentenno parecchio ed io gli risposi che capivo la sua voglia di privacy e che lo accettavo e avremmo tranquillamente proseguito il nostro scambio di email senza vederci in cam.
Fatto da sta che da quella volta ci fu un silenzio assoluto. Niente, più nessuna email, più nessun messaggio in msn. Nulla di nulla. Sberla si era dileguato.
Passarono alcune settimane nelle quali io gli scrissi alcune email chiedendo di farsi vivo e di scusarmi ma da parte sua nulla. Così a malincuore detti l’addio al mio amico di seghe Sberla.
Deluso cancellai il mio profilo da Facebook e mi catapultai su LMO dove intrapresi altre conversazioni con altri amici.
Una sera mi trovavo solo a casa perché la mia bella era andata ad una cena tra colleghe ed io avevo organizzato un incontro in msn con un altro utente con il quale condividevo le foto delle nostre mogli. Il programmino della serata prevedeva scambio di foto e mega sega finale in cam dove ci mostravamo solo le ‘parti basse’ a vicenda. Quella sera a rovinare tutto arriva un quarto d’ora dopo l’uscita di mia moglie la telefonata di mio cognato che mi chiede il favore di dargli un occhio al suo PC portatile perché aveva alcuni problemi con la configurazione di una quelle chiavette ricaricabili per internet.
A malincuore, viste le suppliche del cognato (più giovane di me e fidanzato con la sorella di mia moglie, anche lei una gran gnocca sulla quale non ho sprecato le seghe!) accetto di dargli un occhio al pc e lo faccio venire a casa mia. Mando un messaggio in msn al mio amico che mi aspettava dicendogli che purtroppo dovevo rimandare il nostro giochetto e se riuscivo mi sarei liberato il prima possibile per connettermi in msn.
Spengo il PC e suona il campanello. Per fortuna che il cognatino era stato di parola e si era precipitato da me. Prima me la sbrigavo e prima avrei ricontattato il mio amico su msn.
Lo faccio entrare e ci accomodiamo sul divano. Mi porge il suo PC, lo accendiamo e collego la chiavetta, nel frattempo gli chiedo il cd con i driver e lui mi dice che non ce né bisogno perché ha già salvato tutto sul PC in una cartella del disco C chiamata temp-internet, tra me e me mi sono augurato avesse fatto le cose apposto e non avesse dimenticato di salvare qualche file, magari proprio quella che mi serviva per configurare la chiavetta.
Lui si era seduto accanto a me pronto a scrutare il mio operato perché voleva capire bene tutti i passaggi nel caso ne avesse avuto bisogno in seguito.
Nel frattempo il PC si era avviato e come mi era stato detto rapidamente mi porto con il mouse su risorse del computer, disco C ed ecco la cartella temp-internet doppio clik e la apro con altrettanta rapidità.
Cazzo! Credo mi si sia fermato il cuore all’instante, vampata di calore fino all’ultimo capello e gola secca!
Avevo davanti a me una sequenza di foto di mia moglie con il viso censurato in tutte le pose che bene conoscevo visto che le avevo distribuite io. Rapidamente cercai di riprendere la calma alla ricerca di una qualsiasi motivazione per cui fossero li. Pensai che forse il mio cognatino era un frequentatore di LMO e le avesse scaricate da li senza rendersi conte che fosse la sua cognata, oppure che il mio vecchio amico, scomparso nel nulla, si divertisse a regalare ad altri le foto di mia moglie spacciandole per sue e così via.
Il tutto in una frazione di secondo. Così, alzando il viso, azzardai una domanda cercando di abbozzare un sorriso ingenuo: ‘e queste da dove arrivano?’ fingendo di non riconoscere mia moglie come soggetto ‘Come da dove arrivano? Ma dai, me le hai mandate tu””. io sono Sberla!’ Azzo la sua risposta mi lasciò senza fiato.
Avevo chattato e massaggiato per un mese intero con mio cognato che con molta probabilità aveva riconosciuto subito mia moglie e se l’era gustata senza farsi riconoscere. Ripensavo a tutte le volte che c’eravamo visti prima di quella sera e come lui avesse sempre fatto finta di nulla.
Vedendomi ammutolito proseguì lui ‘non ti avrei mai svelato che ero io, ma poi tu mi hai chiesto quella sera di svelarci in viso, sui due piedi ho avuto paura della tua reazione e ho chiuso tutto, poi ho riflettuto e ho deciso che era giusto svelarmi’.
Io non sapevo cosa dire. Così proseguì lui ‘allora non sei contento? In fondo almeno le foto non sono finite in mani di chissà chi. Ma non ti sei mai posto i rischi che hai corso con questo gioco? Beh, ma immagino che l’eccitazione era toppo forte per porti questi dubbi vero vecchio porco?’ pacca sulla spalla.
Ed io ancora muto. ‘Dai, vai a predere il tuo portatile che stasera siamo soli e voglio godermi la cognatina senza veli e censure!’ Lo guardai e mi uscì un ‘stai dicendo sul serio?’ e lui ‘ ma certo! Dai che muoio dalla voglia di vederle e lo so che in fondo in fondo anche a te eccita l’idea. Io abbozzai un ‘ma, non so se” poco convinto e lui insistette.
Mi alzai e andai in camera a prendere il PC, glielo portai e glielo porsi ‘no, no’ mi disse ‘collegalo alla tv che me le godo meglio in grande!’. Ed io che senza battere ciglio tornai con il cavetto e collegai il tutto, entrai e nella cartella nascosta e lo spettacolo ebbe inizio.
Le immagini scorrevano lentamente una ad una con lui che le commentava e mi diceva di volta in volta avanti o indietro. Ad un certo punto tirò pure fuori il suo cazzone in tiro, devo dire che rimasi stupido di quanto fosse più grande del mio, e iniziò a menarselo di gusto. Quando vide la mia faccia stupita mi disse ‘ma dai, tra soci una sega ci sta!, dai tira fuori anche il tuo e menatelo! Sarai sicuramente su di giri’ ed io ‘ma no, sinceramente non è che mi eccita particolarmente” ‘dai non ci credo, fammi vedere se è vero!’ io cercai di resistere un po’ ma alla fine fui costretto a tirarlo fuori e a fargli vedere che aveva ragione. In effetti ero parecchio eccitato dalla situazione e non potevo nasconderlo.
Come lo vide sorrise immediatamente soddisfatto ‘vedi che avevo ragione! Vecchio porco, dai segati anche tu’ e ancora ‘certo che le tue dimensioni gridano vendetta con una bella gnocca come tua moglie! Meriterebbe di più’. Guarda qua’.’ E continuava a menarselo.
Così ce lo menammo andando avanti a vedere le foto e ad ognuna voleva sapere quando e come le avevo scattate, fino a che venni prima io e poi lui.
Ci ripulimmo e sistemammo, poi volle che gli scaricassi sul suo portatile tutte le foto del mio archivio (che erano veramente tante) e si congedò con un ‘hei mi raccomando! Acqua in bocca con la mia fidanzatina! Lei non dovrà mai sapere niente di questo nostro gioco!’ e ancora ‘vedrai che io e te ci divertiremo. Non ti preoccupare ci penso io. Ti fidi di me vero.. cornutone?’.
Ed io come un ebete feci si con la testa senza proferire parola, accompagnandolo alla porta.
-continua-

 

Passarono alcuni giorni senza che ne io ne lui ci sentissimo. Poi arrivò il sabato sera e come era abitudine ci ritrovammo per l’uscita serale, io con mia moglie e lui con la cognatina. Devo ammettere che mi sentivo parecchio a disagio e cercavo in tutti i modi di sfuggire ai suoi sguardi. Temevo addirittura di restere da solo con lui. Ed infatti poco prima della fine della serata avvenne. Nel disco-pub restammo da soli sui divanetti mentre le due sorelle si erano portate in pista a ballare. Lui era seduto da una parte del divanetto ed io da quella opposta. Le luci erano soffuse e la musica ad alto volume. Questo mi dava una sorta di sicurezza.

Ed invece poco dopo il cognatino si alza e si siede vicino a me. Mi guarda con un sorrisetto sotto i baffi e mi dice: “certo che la tua mogliettina non la pensavo così disinibita” ed io “ma va, guarda che ogni volta per farle le foto devo sempre insistere e poi lei non sa che le vede qualcun altro” “si certo” mi risponde immediatamente lui “ma quelle che avete fatto sulla spiaggia a Capo Verde? Quelle lei si è completamente spogliata e in quel momento qualcuno avrebbe anche potuto vederla…” Io un po’ a disagio replico debolmente che la spiaggia era deserta e poi, aggiungo eccitato dal pensiero, a me non sarebbe dispiaciuto se fosse anche capitato. Lui mi guarda, si guarda in giro e poi mi dice “sai cosa faccio? Adesso vado a ballare con la tua bella, tu stai qua e goditi lo spettacolo”. E così dicendo si alza e si avvia verso la pista da ballo. Io spalanco gli occhi e mi volto verso mia moglie che è rimasta, in mezzo ad altri, ma sola in pista, la sorella deve essersi allontanata per andare al bagno o al bar, che balla dandoci le spalle.

Vedo che lui la raggiunge ed inizia a ballarle vicino, da dietro, non si capivo bene ma non credevo si stesse strofinando. Poi vedo che lei si volta e si dicono qualcosa, lui le cinge un fianco e con l’altra mano prende la sua e mima un valzer, fanno un paio di giravolte e alla seconda noto che la mano di lui è scesa un po’ più giù dei fianchi. Il sangue mi ribolle immediatamente ma nello stesso tempo sento crescere anche l’eccitazione e con lei anche il mio arnese in mezzo alle gambe.

La canzone termina e nel frattempo la cognatina fa ritorno in pista. Lui sposta le sue attenzioni su di lei e la mia mogliettina viene a sedersi accanto a me.

Come prende posto vicino le chiedo a bruciapelo “divertita?” e lei “si non c’è male, ci sa fare il cognatino… (un piccolo momento di pausa) .. e non solo a ballare!” “cioè? Cosa intendi?” le chiedo. “beh, mentre ballavamo si è strusciato su di me senza tanti complimenti e quando le ho chiesto se non stava esagerando mi ha risposto nell’orecchio che se mi dava fastidio bastava dirglielo e avrebbe smesso”. “e tu cosa le hai risposto?” “nulla! Non sapevo cosa dire e sono rimasta senza parole…. Non so cosa gli sia preso stasera… è sempre stato così riservato” Ed io per rassicurarla subito “beh dai, avrà gli ormoni su di giri e tua sorella non lo avrà ancora soddisfatto, e poi non ha fatto nulla di male infondo, anzi, dovresti esserne lusingata se rivolge le sue attenzioni su di te anzichè sulla tua sorellina più giovane… eh eh”.

A queste parole la mia mogliettina se l’è cavata con un “ma smettila” con tono lusingato e il tutto si è chiuso li.

La serata nel discobar si è poi conclusa, un drink e ritorno a casa. Prima di metterci nelle nostre rispettive auto, mentre le due sorelle camminavano qualche metro più avanti, il mio cognato mi dice: “stavo pensando, domani pomeriggio noi pensavamo di andare all’Outlet a fare acquisti per il mare… perché non porti anche tu la tua puttanella, le potresti regalare qualche costume e intimo nuovi, che ne dici?” io, stavo ancora pensando al termine usato per definire mia moglie che come un ebete ho detto un si poco convinto. “ah, falle indossare quella gonnellina di jeans e una camicetta e naturalmente sotto un bell’intimo a perizoma, il più sexy che ha che domani me la voglio godere dal vivo” ed io “cioè? Cosa intendi fare?” “tu non ti preoccupare che domani dovrai solo fare quello che ti dirò io, ok? Altrimenti non vorrei mai che la tua mogliettina prendesse per sbaglio in mano il mio cellulare…” e così facendo mi mostra il suo telefono che come sfondo riportava chiaramente una foto con il culo nudo di mia moglie in primo piano! Indecifrabile per chiunque ma non di certo per noi che quella foto l’avevamo scattata. Accennai un “ma” e lui “ti piace il mio nuovo sfondo? Eh eh meglio di quelli scaricati da internet, e domani voglio godermelo dal vivo”. Nel frattempo eravamo arrivati alle auto e congedandoci con un “a domani” facemmo ritorno a casa.

Arrivati nel nostro appartamento accennai a mia moglie il programma per il pomeriggio e la mia intenzione di regalarle un costume e qualche intimo da indossare nelle vacanze al mare, naturalmente lei ne fu entusiasta ed io però le dissi “ad una condizione!” “e quale?” fece lei “che indossi quella gonnellina in jeans che tanto mi piace con la camicetta bianca e sotto il completino nero a perizoma, quello che mi manda sempre su di giri perché ti disegna un culetto da urlo!” “ma, non so, non mi sembra il caso…” “beh allora niente regalo…” e lei subito “ok ok, mi vestirò come dici tu, ma se poi il tuo cognatino va ancora su di giri la colpa sarà solo tua!” “non ti preoccupare e poi, sarà eccitante provocarlo” “il solito maiale depravato”.

E mentre lei terminava di dirlo io l’avevo già presa da dietro baciandole il collo e spogliandola rapidamente. Fu una di quelle scopate infuocate da non dimenticare e mentre la prendevo nella mia testa già scorreva il film del giorno dopo.

-continua-        

 

 

La mattina seguente il risveglio fu come al solito quello di tutte le domeniche. Colazione insieme e poi qualche faccenda di casa lei ed io a gironzolare per casa. In realtà io non facevo altro che pensare al pomeriggio. Combattuto fra l’eccitazione della nuova esperienza che il mio cognatino aveva in mente e il terrore che mia moglie venisse a conoscenza delle foto.

Poco prima di pranzo la vibrazione di un sms mi ha distolto da quei pensieri e concentrato sulla realtà. Era mio cognato che mi chiedeva se ero stato obbediente e bravo a convincere la mia mogliettina a fare quello che lui mi aveva chiesto. Un brivido mi corse dall’inguine fino all’ultimo dei miei capelli. Risposi di si e di non preoccuparsi. La sua risposta fu lapidaria: alle 14 mi aspettava davanti a casa sua a prenderlo.

Cazzo, pensai, devo pure scorazzarlo in giro!

In realtà, convincere mia moglie ad indossare quanto promesso la sera precedente fu un’impresa, ad un certo punto pensai di rinunciarvi e mandare un sms al mio cognato ma temevo la sua reazione.

Per fortuna alla fine si convinse e mi si presentò davanti alla porta d’ingresso proprio come le avevo chiesto: gonnellina in jeans corta, tacco 10 cm e camicetta bianca. Ora restava solo da verificare se anche sotto era stata di parola.

Non ne ero convinto del tutto, pensavo ad un compromesso dell’ultimo minuto, anche perché la mutandina era veramente un azzardo. Quell’intimo glielo avevo regalato per un  S.valentino infuocato e l’avevo comprato in un sexy shop. La particolarità, oltre che ad essere a perizoma striminzito e pizzo davanti, era che aprendo le gambe si apriva anche la fessura tra le mutande. Insomma era uno di quei completi da porca che non le avevo mai chiesto di indossare uscendo.

Vedendola arrivare, con un’espressione tra l’imbronciato e a disagio, allungai istintivamente una mano in direzione del sotto gonna. Lei subito si ritrasse chiedendomi cosa stessi facendo ed io con tono deciso le dissi che volevo verificare se aveva mantenuto tutta la promessa. La guardai dritta negli occhi e tornai ad allungare la mano sotto la gonna. Stavolta lei non si oppose ma con un gesto di disappunto si lascio toccare in mezzo alle gambe e poi si scostò portandosi verso la porta di casa con le chiavi in mano, “certo che l’ho indossato! E adesso non darmi il tempo di ripensarci e tornare indietro”. Io uscii dalla porta quasi senza rispondere ma con un sorriso di sorpresa. Ancora non ci credevo che le mie dita avessero toccato quella cucitura inconfondibile delle mutandine del sexy shop.

Salimmo in auto e ci dirigemmo verso casa del cognato. Lungo il breve tragitto la mia mogliettina non fece altro che lamentarsi di cosa stesse facendo, di dove sarebbe arrivata se avesse continuato ad assecondarmi.

Arrivammo davanti alla casa del cognato che già ci aspettava insieme alla cognatina fuori dal cancello.

“Sei in ritardo” fu la prima cosa che disse salendo in auto e rivolgendosi al sottoscritto. Io spontaneamente gli risposi “hai ragione, scusami”. E credo che questa fu la prova per lui che ero pronto a fare tutto quello che lui avrebbe voluto.

Durante il viaggio per arrivare all’Outlet si parlò di tutto, di cosa avevano in mente loro per le vacanze e di quello che avevamo in mente noi. Mio cognato sembrava molto interessato all’argomento e ad ogni meta ipotizzata da mia moglie rispondeva sempre con un “bello” ed io fantasticavo pensando ad una vacanza in “doppia coppia”.

Arrivammo all’Outlet in poco meno di un ora, parcheggiamo e scendendo ci incamminammo verso le prime vetrine senza una vera meta. Le due sorelle si scambiavano battute su cosa stavano cercando per quel pomeriggio di shopping.

La prima tappa fu per mia moglie che fermandosi davanti alla vetrina che metteva in mostra un paio di jeans attillati in tessuto leggero di una famosa marca ne rimase estasiata e insistette per entrare a provarli.

Io borbottai che eravamo lì per costumi e intimo, soprattutto perché ero ansioso di scoprire cosa avesse in mente il cognato, ma entrammo tutti e 4 nel negozio. Speravo in una scelta rapida.

Mentre mia moglie parlottava con la commessa per farsi portare il jeans della taglia giusta la sorella si aggirava per il negozio curiosando qua e là.

Tornò la commessa con il paio di jeans e accompagnò mia moglie ai camerini ed io dietro a seguirla.

Seguii la svestizione di mia moglie da fuori, scrutando ciò che avveniva da sotto la tenda del camerino, la vidi togliersi le scarpe con il tacco e i suoi piedini nudi toccare il pavimento, vidi cadere la mini gonna a terra e poco dopo la sentii tribolare infilandosi il paio di jeans nuovi che immaginavo attillati.

Mentre mia moglie era dentro il camerino, sopraggiunse anche la sorella seguita dal mio cognato con in mano una specie di abitino intero estivo bianco ed entrò un paio di camerini più avanti.

Pochi secondi e vidi mia moglie fare capolino dal camerino scostando la tenda. Si mise a specchiarsi voltandosi più volte e chiedendole come le stavano. Della mia risposta quasi non ne diede peso perché fu surclassata da quella di mio cognato che la riempì di complimenti di come le disegnassero un sedere perfetto ma concludendo il tutto consigliandole di provare una taglia in meno, secondo lui, visto il modello da portare attillato, le sarebbero stati ancora meglio.

Mia moglie ci pensò un attimo ma poi acconsentì, rientrò nel camerino tirando la tenda dietro di sé, rividi da sotto togliersi le scarpe e sfilarsi i pantaloni e dopo pochi secondi fece capolino dalla tenda la sua mano con i jeans da cambiare, chiedendomi da dietro la tenda di chiedere alla prima commessa disponibile una taglia in meno.

Non feci in tempo ad allungare la mia che mi precedette mio cognato che immediatamente, afferrati i jeans, mi fece segno con l’indice di tacere e di seguirlo e si avviò verso la prima commessa vicina chiedendole il cambio. Io lo seguii.

Pochi secondi e la commessa consegnò nelle sue mani il nuovo paio di jeans. Prima di tornare al camerino mi ordinò di fermarmi li dove mi trovavo fino a che la mia mogliettina non fosse uscita con indosso il nuovo paio di jeans e di osservare per bene la scena.

Feci un cenno di assenso e lo vidi avviarsi verso il camerino. Con stupore lo vidi scostare la tenda del camerino e infilarci dentro la mano con i jeans e… la sua testa!

Si proprio così, come avevo fatto io chissà quante altre volte da bravo maritino che osserva la moglie nel camerino mentre si prepara, restando fuori dal camerino con il corpo lo vidi sporgere la testa dentro il camerino e restarci per un tempo indefinibile ma che comunque quantificai abbastanza da ammirare mia moglie che la immaginai in perizoma in attesa di provare i nuovi jeans. Un brivido mi scese fino all’inguine e mi ritrovai in un attimo tutto eccitato.

Poco dopo vidi mia moglie fare capolino dal camerino con indosso il nuovo paio e cercandomi con lo sguardo. Quando i nostri occhi si incrociarono il suo sguardo era inequivocabile: mi stava chiedendo stupita cosa ci facessi li davanti allo scaffale delle cinture lasciando fosse mio cognato a portarle i jeans.

Mi avvicinai e sentii lui che le confermava la bontà della scelta e lei che annuiva convinta e piuttosto rossa in viso. Non feci in tempo a dire niente perché nello stesso istante anche mia cognata uscì dal camerino con indosso l’abitino bianco estivo e tutti ci concentrammo su di lei.

Le stava divinamente ma notai subito che il tessuto e il bianco lo rendeva piuttosto trasparente, vidi infatti che non era particolarmente convinta proprio per quel motivo ma mio cognato dopo un po’ di insistenza, la convinse a comprarlo.

Le due sorelle rientrarono nei rispettivi camerini per rivestirsi e mio cognato mi si avvicino.

“Cazzo! Complimenti! Davvero stupendo il perizzomino che indossava! Come immaginavo è stato ancora più eccitante dal vivo. La tua mogliettina ha un culo da urlo e credo non le siano dispiaciuti i miei complimenti. Anzi, credo proprio che si sia tutta bagnata. Non ho potuto verificarlo ma stai certo che prima della fine del pomeriggio te ne darò prova!”.

Io, eccitatissimo dalle sue parole, non dissi nulla e gli sorrisi.

La prima ad uscire dal camerino fu mia moglie ed insieme ci portammo alla cassa mentre il mio cognato restò nella zona camerini ad aspettare la cognatina.

Come arrivammo alla cassa, mentre aspettavamo che la commessa venisse al bancone, mia moglie mi si avvicinò e a bassa voce mi disse “ma che cosa ti è saltato in mente? Pensavo fossi tu quello a cui avevo dato i jeans da cambiare e invece te ne stavi qua a guardare le cinture! Ma hai visto cosa ha fatto?” ed io “no, cosa ha fatto?” “beh è venuto lui a portarmi i jeans ma non si è accontentato di porgermeli! È entrato con la testa senza neppure avvisarmi e mi ha trovata voltata in perizoma che aspettavo te!” io, per stemperare la cosa le dissi in battuta “ah però il cognatino! Devi proprio attizzarlo per aver rischiato le tue cinque dita sulla sua faccia. E tu cosa gli hai detto?” “cosa vuoi che gli dicevo? Non mi ha lasciato neppure pensare e parlare che è partito subito in quarta a farmi i complimenti sul mio culo e sul perizoma che portavo! Mi ha detto che uno simile lo aveva visto in un sexy shop! Capisci? Mi ha detto che ha sbagliato sorella, che avrebbe dovuto provarci con me che sono più maialina!, ma ti rendi conto? Quello adesso penserà che sono una troietta che frequenta sexy shop!” ed io con tono ironico “beh, zoccolina con me quando scopiamo lo sei! Ti piace quando ti tratto da troietta, o hai il coraggio di negarlo?” e lei “beh si, ma che centra? Tu sei mio marito ma con lui….” allungò la mano furtivamente verso la mia patta dei pantaloni esclamando stupita “ma sei eccitato! Sei un porco! Per me lo hai fatto apposta a lasciargli fare!”Ed io “dai, cosa vuoi ci sia di male a giocare un po’ con il nostro cognatino… mandalo su di giri oggi ed immaginati che stasera si scoperà tua sorella pensando a te!” e dicendole ciò la bacia sul collo dandole una strizzata al sedere.

Arrivò la commessa e con lei anche cognato e cognata.

Pagammo ed uscimmo dal negozio. Le due sorelle qualche passo più avanti a commentare gli acquisti e noi poco più indietro. Mi prese a braccetto amichevolmente e mi disse “oggi mi sa proprio che mi divertirò, ho già in mente un’altra idea. Tu assecondami e non ti azzardare a contraddirmi altrimenti sai cosa ti aspetta…” si staccò da me e raggiunse le due donne più avanti lasciandomi indietro, solo e… eccitato come non mai.

-continua-

 

Dopo qualche minuto di passeggiata tra le vetrice dell’Outlet ci portammo davanti all’ingresso di uno dei tanti negozi che esponevano costumi. Mia moglie volle provare ad entrare per vedere se c’era qualcosa che potesse fare al caso suo.

Ero alla ricerca in particolare di un costume piuttosto sgambato che le mettesse in risalto il suo lato B, possibilmente con il reggiseno a triangoli e laccetti. Naturalmente le mie idee contrastavano con le sue ma io ero intenzionato a convincerla.

Ma i miei pensieri erano distratti dal capire il perché il mio cognatino, invece che entrare a darmi una mano per la scelta, se ne stava sulla soglia della porta e sembrava discutere con la cognata. Iniziai a fare mille pensieri mentre mia moglie scorreva i costumi in esposizione: pensai che forse lei aveva visto qualcosa e lui si stesse discolpando o cercando una scusa, oppure che avesse addirittura preso inavvertitamente il suo cell e scoperto le foto della sorella. Tremavo alla sola idea.

Mentre pensavo a tutto questo mia moglie mi riportò alla realtà chiedendomi consigli sui costumi che voleva provare ed io le indicai alcuni tra quelli più succinti che mi stava indicando. Ci portammo così ai camerini, a differenza del negozio precedente questi non avevano la tenda ma una porta tipo saloon.

Mia moglie entrò per provarli ed io ne approfittai per raggiungere i miei cognati che se ne stavano ancora sulla porta a parlottare. Chiesi loro cosa avessero e capii che il problema era il miniabito bianco che aveva comprato mia cognata poco prima.

In particolare lei si lamentava che era troppo provocante e che era colpa sua se lo aveva comprato. Sosteneva che non lo avrebbe mai messo. Ad un certo punto lui se ne usci con una proposta: “io non ci penso nemmeno a tornare indietro, ma se tuo cognato è tanto disponibile…. che ti accompagni lui a cambiarlo con qualcos’altro. Se va bene a lui, andrà bene anche a me. Che ne dici?” e si rivolse a me. Capii che dovevo accettare la proposta e risposi affermativamente. La mia cognatina disse: “ok ma, mia sorella?” e lui “non ti preoccupare ci penso io a fargli scegliere i costumi giusti, io e lei ci intendiamo alla meraviglia” e mi schiacciò l’occhio.

Ci incamminammo così per fare ritorno al primo negozio mentre con la coda dell’occhio vedevo il mio cognato entrare nel negozio e portarsi verso i camerini. Pochi secondi e mi arrivò un sms. “fai in modo che il cambio sia difficoltoso. cornutone”.

Mi sobbalzò il cuore e capii che avrei dovuto temporeggiare il più a lungo possibile con la cognata.

E così feci, le feci provare credo 4/5 vestitini e a tutti mi mostrai poco convinto per poi tornare a farle indossare il primo, che avevo notato le piaceva, e cambiare idea dicendole che effettivamente le stava a pennello e risultava meno appariscente di quello bianco.

Naturalmente mi guardai bene da approfittare della situazione per spiare la cognatina, ero convinto che il cognato non avrebbe gradito e poi i miei pensieri erano tutti proiettati verso il negozio di costumi e pensare a cosa stessero facendo i due, ero eccitato e allo stesso modo tranquillizzato che non essendoci le tende non avrebbe potuto fare molto.

Dopo circa 20 minuti abbondanti, dopo aver pagato la differenza alla cassa, fecimo ritorno al negozio dove mia moglie e mio cognato già ci aspettavano fuori. In particolare lei si dimostrò particolarmente scocciata della lunga attesa, mentre la sorella ci teneva a difendermi dicendole quanto ero stato carino ad accompagnarla per cambiare il vestito che invece il fidanzato maleducato non ne aveva voluto sentire ragioni.

Le chiesi se avesse comprato qualche costume e mi rispose affermativamente ma alla mia richiesta di vederli subito mi rispose categoricamente che non era il momento e me li avrebbe fatti vedere indosso la sera a casa.

Io non insistetti e lo sguardo compiaciuto di mio cognato mi lasciò piuttosto perplesso.

Il pomeriggio proseguì fuori e dentro negozi per altri acquisti miei e di mio cognato e verso l’ora di cena fecimo ritorno a casa.

Lungo la strada di ritorno mia moglie non pareva particolarmente loquace, ci pensò mio cognato ad intrattenerci con battute e discorsi vari, pareva piuttosto su di giri.

Dopo averli riaccompagnati a casa fecimo ritorno anche noi a casa nostra e mia moglie si rifugò subito in camera da letto.

Io ne aprofittai per accendere la tv e guardare i risultati della serie A fino a quando lei non mi chiamò.

Arrivai in camera e la trovai con indosso il primo costume. Le stava divinamente, sgambato come piaceva a me e con il reggiseno leggermente piccolo per le sue tette che sembravano voler sbordare. Le dissi che le stava benissimo e lei rispose con un “merito di tuo cognato”. Ed a me salì un brivido fino alla testa.

Mi fece uscire e rientrare dalla camera altre due volte per vedere altrettanti costumi, l’ultimo poi era addirittura a perizoma e la scelta mi lasciò a bocca aperta. “Ma non mi hai sempre detto che non lo avresti mai indossato un costume così?” “beh, ma tuo cognato ha talmente insistito che mi sono fatta convincere”.

“ma come! Allora ti ha visto con questo costume?” “Beh, di che ti stupisci? Mi hai lasciata li sola con lui dopo che ne aveva già approfittato nell’altro camerino, cosa pensavi avrebbe fatto? Certo che mi ha visto con questo, …. E non solo”. A quelle parole lo sentii crescere in mezzo alle gambe.

Infine mi fece uscire un’ultima volta per una sorpresa mi disse.

Rimasi fuori dalla porta in trepidante attesa tutto eccitato, fino a quando non mi chiamò.

Entrai e mi trovai di fronte mia moglie con un intimo mozzafiato. Per l’occasione si era rimessa il tacco alto del pomeriggio con un paio di autoreggenti che finivano con un pizzo nero, sorrette da dei laccetti di una micro giarrettiera in pizzo nero, un paio di micro mutandine praticamente trasparenti sul davanti e con un micro laccietto sul retro chiuso da un cuoricino in argento in alto, infine un reggiseno a balconcino sempre in pizzo nero ma con la particolarità che lasciava il seno praticamente scoperto. “allora come mi sta?” sui due piedi non risposi, ero letteralmente stupito della scelta. “allora?” “beh direi divinamente! Sei, sei…. … arrapante!” “non sembro un po’ zoccola?” ed io “beh… no dai…. Non direi….” Dissi titubante di offenderla anche se in realtà sembrava proprio pronta per fare quello. “ma, tuo cognato invece sosteneva il contrario…” disse lei a bruciapelo. Sentii una fiammata risarmi fino ai capelli e naturalmente il pisello esplodermi nelle mutande. “ma come! Ti ha visto anche così?” e mentre lo dicevo mi avvicinai, lei si girò ed io da dietro, appoggiando la mia erezione al suo fondoschiena e allungando le mani al seno, “beh, ha talmente insistito per regalarmelo che poi lo ha anche voluto vedere indossato” “e ma scusa e tu non ti sei opposta?!” le dissi fingendomi contrariato “beh, c’ho provato, ma dopo avermi vista in camerino mentre mi cambiavo tutta nuda per gli altri costumi… non mi sembrava il caso di negarmi” “ma cosa stai dicendo?!?” feci io fingendomi sempre contrariato mentre armameggiavo i capezzoli, e lei, allungando una mano in mezzo alle mie gambe “beh, comunque vedo che invece che incazzarti sei eccitato, aveva ragione lui” “e cioè?” “beh, sosteneva che tu ti saresti eccitato sapendo che mi ero mostrata a lui e direi che non si sbagliava, porcellino” e così dicendo si voltò, staccandosi da me, mi diede un bacio e mi allontanò decisa “dai, non sei tu quello delle foto osè? Dai, scattami qualche foto ricordo” e così dicendo mi porse il suo cellulare. Io, che stavo ancora pensando e immaginando a cosa potesse essere capitato in quel camerino, presi il suo cellulare e iniziai a scattare, una, due, tre, quattro foto in varie pose con la mia mogliettina che autonomamente sceglieva lei.

Poi si avvicinò a me lentamente, mentre si toglieva tutto quello che aveva indosso e mi sussurò nell’orecchio “dai prendimi subito che sono tutta eccitata, stasera lo spompo il mio porcellino” parole che, abbinate al tono usato, non avevo mai sentito uscire dalla sua bocca.

Mi slacciò la camicia, si inginocchio e slacciati i jeans me lo prese in bocca in un pompino da sogno. Non ce n’era bisogno, ero talmente su di giri che dovetti interromperla prima che di venirle in bocca in pochi secondi. Ci sdraiammo sul letto e nudi ci contorcemmo in varie posizioni con un sesso che per la prima volta sapeva di animalesco. La presi con foga da dietro dandole della zoccola e la sentii stranamente docile.

Terminammo sdraiati sfiniti nel letto. Passarono alcuni secondi e poi mi voltai verso di lei e le dissi “ora però mi devi raccontare tutto. Cosa è successo in quel camerino”.

Seguirono una serie interminabile di particolari su quello che era avvenuto e a cui io non avevo assistito.

Mi raccontò che senza preavviso aveva sentito la porta del camerino aprirsi, mentre tutta nuda stava per infilarsi i primi slip da provare e in quella posizione non aveva potuto reagire se non cercando di coprirsi le parti intime per qual che poteva. Lui si era richiuso la porta alle spalle e le aveva ordinato di proseguire a cambiarsi che lui voleva godersi la cognatina dal vivo.

Lei aveva cercato di farlo uscire ma, per paura di una figuraccia, aveva sempre tenuto la voce bassa per non farsi sentire, fino a quando esausta a poco a poco si era convinta che non l’avrebbe spuntata e si era rassegnata.

Così aveva avuto inizio il suo spettacolino e che comunque lui non le aveva mai allungato le mani ma semplicemente si era limitato a farle una marea di apprezzamenti, a dirle di quanto io ero fortunato e che di sicuro sarei stato eccitato nel saperla esposta a lui.  Non si limitò a guardare ma volle scegliere personalmente i costumi, fino a volerle regalare quel completino intimo, chiedendole espressamente di indossarlo davanti a me la sera per sapere io come avrei reagito. Avrebbe voluto da lei un resoconto delle mie reazioni.

Lei terminò chiedendomi cosa avrebbe dovuto scrivergli ed io, assecondando il cognato, le dissi di dirgli la verità.

Ci rivestimmo ed io tornai in cucina per apparecchiare la tavola per la cena, mentre lei se ne andò in bagno a lavarsi. Me ne stavo assorto nei miei pensieri quando mi vibrò il cell.

Era un mms da parte del cognatino. Lo aprii e con grande sorpresa mi comparve davanti una delle foto che avevo scattato poco prima a mia moglie! Ma come era possibile? Non c’era altra spiegazione. Mia moglie gli aveva volontariamente mandato la foto. Ero esterefatto di come fosse riuscito in un pomeriggio ad obbligarla a quanto io non ero riuscito in 10 anni.

Il messaggio era breve ma chiarissimo: “hai visto cornutone? La tua mogliettina è pronta per diventare la mia zoccola”. Chiusi il cellulare e mi toccai in mezzo alle gambe. Era tornato di marmo.

La mattina seguente, mentre mi trovavo al lavoro, mi arrivò un messaggio da mio cognato. Era uno di quei messaggi che non ammette repliche: “da oggi non dovrai più ne toccare ne scopare la tua mogliettina fino a mio nuovo ordine. Non mi interessa cosa ti inventerai. Obbedisci e basta”. Lo lessi e rilessi parecchie volte indeciso su come rispondere ed infine scrissi laconicamente: ok.  Avevo firmato la mia resa incondizionata.

Fu così che per i giorni a seguire cercai il più possibile di evitare contatti con mia moglie, sul divano la sera, in bagno mentre sapevo lei sotto la doccia, in camera mentre si cambiava.

La cosa sembrava funzionare, se io non mi favevo sentire lei pareva non ricercare il sesso. Pensavo di poter controllare la situazione, almeno fino a quando una sera, tornato tardi da una riunione, mi ritrovai ad accogliermi mia moglie con il famoso intimo regalatole dal cognato.

Come la vidi sentii crescere il desiderio, era più di una settimana e mezza che non lo facevamo e la cosa mi mandava su di giri, cercai di non darlo a vedere e le dissi “weh, cosa c’è da festeggiare?” Lei mi rispose “nulla, volevo solo farti una sorpresa” ed io: “beh, allora vuoi chiedermi qualcosa…” e lei invece di rispondermi mi venne incontro abbracciandomi e baciandomi il lobo dell’orecchio sinistro mi sussurrò: “ho semplicemente voglia di te”. Io non sapevo più cosa fare, il desiderio era tanto, ma non volevo trasgredire all’sms. Poi pensai che avrei potuto farlo, tanto lui non lo avrebbe mai scoperto. E se invece lei fosse stata d’accordo, o peggio lui l’avesse interrogata il giorno seguente? Cosa avrei potuto fare? Fare l’amore con lei e poi dirle “però cara, non dire niente al tuo cognatino”?!? … lei avrebbe scoperto che ero complice…

No, non potevo, e così le dissi “dai, proprio oggi che sono stanchissimo! Mi dici sempre che sono troppo esigente ed oggi che non ne ho proprio voglia mi fai sta sorpresa?” lei ci rimase male, provò ad insistere con alcune moine, fino a che io l’allontanai scocciato.

Terminammo la serata sdraiati nel letto uno accanto all’altro, con lei in lacrime che mi ripeteva che non le volevo più bene e che ne avevo un’altra ed io a giurargli che non era così, che ero solo stanco.

Non potevo mettere a rischio il mio matrimonio e così il giorno seguente scrissi un sms al cognato: “ieri sera ho dovuto subire una scenata di gelosia, il gioco non mi piace più. Non posso rischiare di perdere mia moglie.” Dopo un paio d’ore mi arrivo la risposta: “non fare il coglione. Non ti puoi più tirare indietro se non vuoi che ti sputtani. Prenota x 4 sabato sera cena e poi cinema.”

Ancora una volta mi aveva stupito. Il suo messaggio non mi lasciava alternative. Prenotai un ristorante non troppo vicino e il cinema alle 22:30. Gli risposi “ok fatto. Sabato ore 19 passiamo a prendervi”.

E così arrivò sabato sera.

Doccia, barba e mi cambia pronto per uscire, aspettai mia moglie seduto sul divano mentre lei si attardava come al solito in camera per cambiarsi e truccarsi. Pensavo e ripensavo agli ultimi giorni e a come stranamente lei non avesse più accennato al sesso. Sembrava quasi rassegnata.

Poi fece capolino da corridoio del reparto notte e la mia bocca si spalancò in segno di sorpresa.

Portava un miniabito bianco talmente corto che ogni due passi doveva abbassarselo per non far vedere l’inguine, capelli raccolti a coda di cavallo, trucco appena accennato se non per il rossetto vistoso e sandali con tacco vertiginoso.

Mi vide stupito ma non mi chiese nessun consenso. Mi disse semplicemente: “allora, andiamo?” ed io senza dire una parola mi alzai e ci avviammo all’auto in garage.

Vederla uscire così mi aveva risvegliato la gelosia ma allo stesso tempo, sarà stata l’astinenza prolungata dal sesso, mi stava eccitando da morire.

Come fummo in auto, nel tratto che ci separava dalla casa di mio cognato, le chiesi se non le sembrava eccessivo e lei mi rispose decisa “sono due settimane con non ti interessi a me ed ora d’improvviso torni a notarmi? Sono uscita tutte le mattine per andare al lavoro in gonna corta e camicetta sbottonata e non te ne sei mai accorto….” Era vero, in effetti non c’avevo fatto caso ma ripensandoci aveva leggermente cambiato modo di vestirsi. Le chiesi perché. “beh, almeno se mio marito non mi guarda più, forse qualcun altro mi noterà” ed io “ma cosa stai dicendo? Sono stati solo giorni incasinati, ero stressato, vedrai che ora cambierà”. Ma non ne ero convinto neppure io. Aggiunsi: “e comunque se pensi di farmi ingelosire ad uscire così ti sbagli di grosso, al massimo mi puoi solo eccitare”. “ed infatti è quello che voglio e poi mi sono vestita così per tuo cognato non per te”. “come? In che senso?” “beh, nel senso che è lui che mi ha chiesto di vestirmi così” “ma come, quando vi siete sentiti? e tu hai accettato?” “certo, lui è un gran adulatore non come te e ti assicuro che sa come convincere una donna” “ e sentiamo, cosa ti avrebbe detto per convincerti?” “beh, mi ha detto tante cose ma soprattutto che infondo, a te, piace mettermi in mostra e che non avresti avuto niente da obbiettare” e dicendo così allungo la mano sulla mia patta trovandolo bello duro per l’eccitazione. “ed in effetti ancora una volta aveva ragione mi sembra”. “beh, ma che c’entra? Io sono eccitato perché sono due settimane che non lo facciamo…” “si si certo” mi rispose lei, ma non ci fu tempo di replicare, nel frattempo eravamo davanti alla casa dei cognati. Salirono in auto e ci dirigemmo al ristorante.

Arrivati al ristorante fu mio cognato a fare gli onori di casa scegliendo personalmente i posti a sedere. Lui si ritrovò mia moglie a destra e la sua a sinistra. Io ero di fronte a lui.

Arrivò il cameriere con le liste e mentre eravamo intenti a scegliere la sorella osservò a mia moglie come il suo abbigliamento fosse al quanto azzardato. Lei non fece una piega dicendo che ormai l’estate era vicina e non c’era nulla di male a scoprirsi un po’ e volgendo lo sguardo prima a me e poi a mio cognato cercò un cenno di assenso. Io mi limitai ad annuire mentre mio cognato la riempì di complimenti.

La cena proseguì tra piatti e discorsi e mentre era del tutto normale vedere mio cognato che ogni tanto armeggiava con gli sms del cellulare mi stupii nel vedere che anche mia moglie ogni tanto si estraniava dai discorsi del tavolo per rispondere a qualche sms. Ero curioso di sapere a chi stesse rispondendo ma allo stesso tempo non volevo fare una scenata di gelosia al tavolo, per cui decisi di attendere la fine della serata per chiarire con mia moglie.

Ad un tratto mia moglie si alzò per andare in bagno e chiese alla sorella di essere accompagnata.

Le vidi allontanarsi dal tavolo in direzione del bagno e guardando mia moglie da dietro notai come quei tacchi la facevano ancheggiare sinuosamente e, ad ogni passo, il miniabito bianco si alzava leggermente e lei era costretta ad aggiustarselo. Portava chiaramente un perizoma striminzito, l’abito bianco non lasciava dubbi a tal proposito.

Mi voltai verso mio cognato e lo trovai che già mi fissava. “ti piace come ho fatto vestire la tua zoccola?” ed io “beh, non avrei mai pensato avrebbe accettato di uscire così”.

“non è stato poi così difficile, un po’ di adulazione e l’astinenza dal sesso ha fatto il resto, ma ora ti stupirai ulteriormente” chiesi cosa intendesse dire. “le ho chiesto via sms di regalarmi il perizoma che indossa”. “dunque è con te che messaggiava! Comunque non credo lo farà” risposi. “tu dici? Ma se è andata in bagno  apposta! Le ho chiesto ti portarmelo al tavolo e una volta seduta di lasciarlo cadere in modo che io possa raccoglierlo.” La conversazione proseguì tra me e lui fino a quando le due sorelle non tornarono al tavolo.

Cercai di capire se mia moglie avesse veramente fatto quanto chiesto e quasi mi stavo tranquillizzando con l’idea che alla fine non avesse ceduto, quando la sentii dire rivolta a mio cognato “credo ti sia caduto il tovagliolo” e lui “o grazie, lascia, ci penso io”. Caduto il tovagliolo? ma se non si era mai alzato!

In quel momento arrivò il cameriere per portare i secondi di carne e si posizionò tra mia moglie e mio cognato per lasciare il piatto a mia moglie, vidi il cameriere guardare per terra e poi alzare lo sguardo sorpreso. Vidi mia moglie arrossire e mio cognato sorridere mentre si rialzava mettendosi qualcosa nella tasca dei pantaloni. “effettivamente mi era caduto il fazzoletto dalla tasca”.

Rimasi senza parole. Altro che fazzoletto. Quelle erano le mutandine di mia moglie!

Guardai mia cognata che nel frattempo aveva ricevuto il suo piatto e sembrava non essersi accorta di nulla.

Finimmo la nostra cena e mentre le donne si portavano all’esterno per fumarsi una sigaretta, io e mio cognato andammo alla cassa.

Ad attenderci c’era il cameriere di prima. Neanche a dirlo mi toccò pure pagare. Il cameriere incassò i soldi e ci salutò “grazie e….” nel gesto di avvicinarsi a mio cognato abbassando la voce “…se posso, complimenti per la signora” “di nulla” rispose mio cognato “comunque non è la mia ma sua moglie!” indica domi con la testa e schiacciandogli l’occhio.

Non ci potevo credere, diventai rosso e abbassando lo sguardo mi diressi velocemente verso l’uscita, per la prima volta sapevo cosa volesse dire sentirsi cornuto e umiliato pubblicamente.

 

Come fummo fuori dal ristorante ci dirigemmo subito all’auto. Cercavo un momento di intimità per poter parlare a mia moglie ma come cercavo di accelerare il passo tenendola mano nella mano per staccarmi dai miei cognati, lei mi tirava indietro “ma che c’hai? Non vedi che se mi fai correre mi si alza il vestito? Vuoi che dia spettacolo qua fuori?”

Mi guardai in giro e visto il via vai di auto e pedoni ritenni che avesse ragione e rimandai ogni discorso al rientro a casa. La scenetta non era passata inosservata ai cognati che distanziati pochi passi ci raggiunsero quando arrivammo davanti all’auto. “Certo che non mi sembrava proprio il caso di indossare questo completino da mare per uscire a cena stasera!” Fece la sorella rivolta a mia moglie “non vedi che ti guardano tutti?”. Ci pensò mio cognato a rispondere al posto di noi due:“Che male c’è? Non è peccato farsi guardare. Quando si hanno due gambe così il peccato è non metterle in mostra. Vero?” e si rivolse a me. Io balbettai una risposta di approvazione e la cognata ci guardò con sguardo riprovevole “siete tutti uguali voi uomini”. “Dai non fare la pudica che in fondo sei solo gelosa che tua sorella riceva più attenzioni di te” disse ancora mio cognato. Spiazzata e non sapendo cosa rispondere si affrettò a salire in auto e così facemmo anche noi altri.

Qualche minuto in auto e arrivammo alla multisala dove avevo prenotato il film. Lungo il tragitto, dal parcheggio all’ingresso del cinema, mia moglie non passò di certo inosservata. Entrammo in gran fretta perché l’ora d’inizio del film era già passata da un po’ e sebbene sapessimo che era consuetudine l’inizio effettivo 15 minuti più tardi non volevamo attardarci troppo.

Ritirai i biglietti e ci portamo subito alla sala. Entrammo e trovammo già le luci spende e sul monitor davano i vari trailer dei film in uscita.

Avendo prenotato per tempo avevo potuto assicurarmi i posti in ultima fila e quindi risalimmo al buio le scale alla ricerca delle nostre poltroncine.

Ci addentrammo nell’ultima fila in ordine sparso e quando fummo giunti ai nostri posti ci sedemmo rapidamente come ci trovavamo. Io mi ritrovai con a destra un estraneo e a sinistra mia moglie, alla sinistra di mia moglie il cognato e all’ultimo posto la cognata.

Li per li non ci feci neppure caso, per lo meno fino a quando, dopo una mezzora dall’inizio del film mi parve di scorgere dei movimenti strani da parte di mia moglie.

Sembrava stesse scomoda su quella sedia, continuava a muoversi cercando una posizione migliore le chiesi: “tutto bene?” e lei rispose affermativamente, allora aggiunsi “ti annoia il film?” “no tutt’altro!” mi rispose.

Allora mi arresi e la lasciai stare. Prima però con la coda dell’occhio guardai mio cognato ma lo trovai particolarmente attento al film. Tranquillizzato mi risistemai anch’io comodo sulla poltrona e seguii il film fino alla fine senza più pormi il problema.

Dopo quasi due ore le luci in sala si riaccesero e noi, un po’ assonnati per l’ora tarda, facemmo ritorno a casa. Lasciamo i nostri cognati alla loro e rincasammo.

Lungo tutto il tragitto pensavo e ripensavo a quale discorso fare a mia moglie, a come introdurre il fatto che sapessi del giochino delle mutandine.

Poi, arrivati a casa, davanti al nostro letto, prima che lei si spogliasse, la cinsi da dietro e allungai rapidamente le mani verso le sue intimità. Feci la voce da sorpreso: “ma! E le mutande?” e lei senza neppure voltarsi: “ehh le mutande”. Non le lascia fiato: “no, dimmi, che fine hanno fatto le mutande?!” “me le sono tolte” “beh quello lo avevo capito anche io, ma dove? E perché?” e lei sempre più a disagio, non sapendo più come rispondere, cedette “nel bagno del ristorante”, la voce era arrendevole e allora affondai il colpo “e perché?!” “beh, perché…. Perché… me lo ha chiesto lui” io feci lo stupito “lui?! Lui chi?!” “ tuo cognato, chi se no?” mi rispose lei spazientita. “No, scusa, qua mi devi spiegare bene” le feci “quando te lo ha chiesto e che fine hanno fatto?” A quel punto lei crollò, si voltò e sedette sul divano, tirò fuori il cellulare e mostrandomi gli sms mi raccontò tutto. Terminato il breve racconto senza tralasciare alcun particolare, io non resistevo più nella parte del marito geloso, avevo il pisello che mi esplodeva nei jeans.

Così, mentre mi slacciavo i pantaloni e portavo la sua mano tra le mie gambe, mi chinai su di lei e le dissi all’orecchio “ma guarda quanto è zoccola la mia mogliettina” e lei “no aspetta” ed io “come aspetta? Fai la zoccola con il cognato e poi non vuoi soddisfare il maritino?” “ti ho detto di aspettare!” disse lei quasi stizzita. Mi spostai da lei e la guardai negli occhi, mi parve fosse sul punto di piangere: “ che c’è?”

“Non è tutto, è successo anche dell’altro……….. mi prometti di non incazzarti?”

Io la guardai e con la faccia sorpresa, stavolta per davvero, le feci cenno di si. “E’ successo al cinema”. Mi sedetti accanto a lei e mi raccontò tutto.

Mi raccontò che dopo qualche minuto dall’inizio del film aveva sentito la mano di lui appoggiarsi sul ginocchio sinistro, poi l’aveva tolta e così per un po’ di volte, fino a quando la mano aveva iniziato a risalire fino al bordo del vestitino. Lei istintivamente aveva serrato le gambe e lui le aveva mollato un pizzicotto in segno di disaccordo che l’aveva fatta sobbalzare dal dolore e convincere che ne avrebbe presi altri se non avesse fatto come diceva lui.

Mi fece vedere il segno sulla gamba e non potei fare a meno di notare che quanto detto era vero.

Così aveva leggermente allargato le gambe e la sua mano aveva iniziato a risalire la gonnellina fino a sfiorarle l’inguine. Sarà stata la situazione, l’astinenza forzata da sesso ma, mi confessò, si sentiva eccitata e bagnata e questo non voleva che lui se ne accorgesse. Per questo aveva cercato di spostarsi appoggiando le sue spalle verso le mie, mettendosi su un fianco e chiudendo le gambe. Ma la mossa, anziché far desistere il cognato, gli aveva consentito di intrufolare la sua mano da sotto le cosce trovando il buco posteriore con il quale si era trastullato per qualche minuto. Fino a quanto lei, scomoda per la posizione e con il buchetto posteriore dolorante per le sevizie subite, aveva deciso di rimettersi in posizione normale e a quel punto lui, con una mossa decisa, aveva affondato la sua mano tra le sue gambe, trovandola in un lago di umori.

Ne era seguita una masturbazione completa fino a che lei, mordendosi le labbra per non farsi sentire da me, era venuta tra gli spasmi dell’orgasmo soffocati.

Terminato il racconto mi guardò e, con le lacrime agli occhi, mi disse “mi perdoni? Ti prego perdonami!”

Io la guardai e le dissi “ma ti è piaciuto? Dimmi la verità” Lei mi guardò e mi rispose titubante: “beh, non è che mi è piaciuto …” io ripetei deciso “dimmi la verità” e allora lei corresse il tiro “beh, se devo essere sincera, si mi è piaciuto…. Non so perché…. Ma mi è piaciuto” ed io “bene, e allora se ti è piaciuto non c’è nulla di cui vergognarsi!” lei mi guardò stupita ed allora decisi di continuare “intendo che infondo un po’ è anche colpa mia, in questa settimana ti ho trascurata, e se tu hai trovato di cui divertirti hai fatto bene, quello che conta è che hai trovato il coraggio e l’onestà per raccontarmi tutto, io penso che se certe situazioni si vivono e condividono in due possono anche essere stimolanti per la coppia, se invece si fanno di nascosto possono diventare motivo di divisione. E’ un po’ che volevo confessartelo ma non ne ho mai avuto il coraggio, beh ora mi sembra il momento adatto, devi sapere che a me eccita particolarmente vederti esposta e nelle mani di un altro uomo, non so spiegarti il perché, una volta sarei diventato geloso, oggi non più, oggi mi eccito da morire” e così dicendo presi la sua mano e le feci assaggiare il grado di eccitazione che provavo.

In breve le dissi tutto quello che pensavo a riguardo dei giochi all’interno della coppia e di come potessero essere utili per non far scadere tutto nella noiosa routine del quotidiano, di come non doveva preoccuparsi di perdere il mio rispetto se a volte la volevo più zoccola ed infine le dissi di come intendevo proseguire il gioco con il nostro cognato e di come avremmo potuto interromperlo in qualsiasi momento e mentre le raccontavo tutto questo lentamente la spogliavo e baciavo in ogni dove fino a ritrovarmi a montarla selvaggiamente mentre lei mi diceva tanti “si” quanti erano i colpi che le davo fino all’orgasmo di entrambi.

Ci addormentammo così, nudi e sfiniti sul letto, io con la convinzione di poter finalmente prendere il gioco per le redini. Ma era solo un illusione e lo scoprii molto presto.    

 

La mattina seguente ci ritrovammo entrambi in cucina per la colazione, io ancora assonnato e ancora in pigiama, lei già cambiata e bella sveglia. Di fronte ad un buon caffè ci scambiammo alcuni sguardi ma senza che nessuno dei due avesse il coraggio di dire all’altro quello che stava pensando.

Poi fu lei a rompere il ghiaccio: “ma quello che mi hai detto stanotte…….. lo pensi davvero?” ed io spiazzato “cosa intendi?” “beh, intendo dire se lo hai detto solo perché eri eccitato ….” Io la guardai intensamente negli occhi e le risposi convinto “ma certo cara, tutto quello che ti ho detto, non mi rimangio neppure una parola”.  E lei:“Beh, non so più cosa pensare, una volta eri così geloso, una volta uno che si fosse comportato come nostro cognato lo avresti preso a pugni in faccia, ed ora invece…. Ora mi dici di stare al gioco, di giocare con lui! Non ti capisco…. Forse non ti piaccio più come prima, o forse pensi che io sia una zoccola….” Non la lasciai finire “ma no! Cosa stai dicendo! Non pensarlo neppure per scherzo. Io ti amo come fosse il primo giorno, solo che dopo tutti questi anni che ci conosciamo, mi accorgo che ogni giorno che passa la monotonia sta spegnendo la nostra intesa sessuale, per me sarebbe eccitante introdurre giochi nuovi, qualcosa che cambi le nostre abitudini in fatto di sesso. Non ti sto chiedendo di tradirmi, ti sto chiedendo di giocare insieme, di essere complici. La protagonista sarai sempre e solo tu, tu potrai scegliere se proseguire o fermarti. Non ci sarà mai nessun altra donna perché il gioco mi eccita solo se ci sei tu come protagonista. Ti chiedo solo di lasciarti andare, di far uscire la sessualità che infondo c’è in ogni donna.” Mia moglie prese fiato e poi mi disse: “si certo, tu vuoi che mi lasci andare, che magari faccia la troietta con altri e poi, e poi chi mi dice che un giorno tu non mi rinfaccerai tutto questo?”, le risposi deciso “tu mi conosci, e sai che non ne sarei capace!”.

“bene” mi disse “allora che mi dici di questo messaggio di tuo cognato?” prese il cellulare e me lo porse.

Il messaggio era stato spedito di prima mattina e recitava “ti è piaciuto ieri vero? Vi aspetto oggi pomeriggio, da noi per un bagno in piscina e porta il costume più sexy che hai. Ci divertiremo”.

Letto il messaggio alzai gli occhi e la guardai, lei mi disse “allora che facciamo?” ed io: “ beh, che domande, andiamo”. “ah si? E che costume mi metto?” “quello a perizoma con le pailettes che hai comprato l’altro giorno!” “beh ma se poi si eccita e ci prova ancora?” “tu sarai libera di fare quello che vuoi, lo potrai respingere oppure giocarci, a patto che io sia partecipe o mi racconti tutto dopo e poi non preoccuparti, ci sarà anche tua sorella e non potrà fare molto.” Convinta dalle mie rassicurazioni inviò il messaggio di risposta dando appuntamento al pomeriggio al cognato ma senza fare cenno alla sera precedente.

Dopo pranzo ci presentammo puntuali a casa dei cognati, la villetta era tra le ultime della via del paese, posta in zona collinare con una bella vista sulla valle, con un bel giardino abbastanza grande da poterci contenere una piscina di medie dimensioni.

Il pomeriggio era piuttosto accaldato, tanto che non mi feci ripetere due volte l’invito del cognato e a pochi minuti dal mio ingresso a casa loro già mi trovavo in piscina. Poi fu il turno delle due sorelle che si presentarono di li a pochi minuti in giardino con indosso entrambe un coprisole.

Io e mio cognato ci trovavamo già in acqua e a causa del loro arrivo avevamo dovuto interrompere un discorso dove lo stavo ragguagliando sulle ultime novità. Ero solo riuscito a dirgli che mia moglie mi aveva raccontato tutto quello che era successo la sera prima e che io, a mia volta, mi ero confidato dicendole della mia passione a metterla in mostra tralasciando ovviamente il particolare delle foto in internet.

Non eravamo riusciti a dirci altro ma questo era bastato a mio cognato per farsi un’idea sulla situazione, credo che mentre le due sorelle facevano il loro ingresso in piscina stesse pensando a come girare a proprio favore le novità appena confessategli, ecco perché non espresse alcun commento.

Di mio io ero estasiato dalla visione di mia moglie e del suo costumino nuovo. Il perizoma le stava a pennello disegnandole un sedere da paura e il reggiseno con le pailettes era forse di una misura in meno, tanto che il seno sembrava volergli strabordare da un momento all’altro. Anche la sorella non era da meno, con un costumino bianco molto sgambato e il sopra fatto a triangolo che le metteva in risalto un seno probabilmente di una taglia in più di mia moglie.

Passammo il primo pomeriggio tra tuffi e bracciate in piscina, poi le donne si misero sulle sdraio a prendere un po’ di sole. Uscimmo anche noi maschietti e ci mettemmo sulle nostre rispettive sdraio.

Il caldo era soffocante e a mio cognato venne l’idea di offrirci del gelato. Mandò la cognata a prenderne nel frigo e poco dopo tornò e con disappunto disse che non ce n’era. Io mi offrii per andare a prenderne alla prima gelateria d’asporto ma mio cognato si oppose con fermezza: “che non sia mai, voi siete ospiti”. E così mandò lei a prenderne.

Mentre aspettavamo il rientro di nostra cognata, che presumibilmente si sarebbe attardata non poco visto che la prima gelateria non si trovava molto vicina, noi tre decidemmo di rituffarci in piscina.

Passammo alcuni minuti a giocare in acqua, l’oggetto degli scherzi era mia moglie che si era raccolta con un mollettone i capelli sopra la testa nell’intento dichiarato di non bagnarseli e che ovviamente noi ci divertivamo a bagnare, ed infatti bastò poco per farla desistere nell’intento e immergere anche lei la testa sott’acqua.

Uscii dall’acqua e mi misi sulla mia sdraio a pancia sotto, in modo da dare un occhiata alla piscina dove gli altri due erano rimasti a bagnarsi tra tuffi e scherzi. Mi aspettavo da un momento all’altro l’attacco di mio cognato a mia moglie. Poco dopo, mia moglie, vedendomi uscire, si portò a bordo piscina sul lato più vicino alla mia sdraio, e appoggiandosi al bordo con i gomiti mi pregò più volte di rientrare. Anche mio cognato si unì agli inviti di mia moglie si avvicino a lei da dietro.

Mentre mi negavo alle loro insistenze vidi lui sopraggiungere da dietro e cingere lei alle spalle, si appoggiò a lei ed io, immaginando il contatto fisico tra i due, sentii un brivido d’eccitazione salirmi lungo la schiena.

Come ci fu il contatto lei si voltò verso di lui bruciandolo con lo sguardo, mio cognato rimase impassibile con un sorriso stampato in viso, allora lei si voltò verso di me con sguardo stupito. Dissi:“dai, divertitevi voi, io sono stanco, mi farò una dormitina e le schiacciai l’occhio” e subito mio cognato rincarò la dose: “non ti preoccupare cognatino, ci penso io a far divertire la tua mogliettina”. E mentre lo diceva vedevo lei praticamente schiacciata a bordo vasca che cercava di divincolarsi da quella posizione. Immaginai lui che le faceva sentire la sua erezione contro a quel perizoma nero. Ed infatti di li a poco me lo confermò mia moglie che, forse impaurita dall’intraprendenza del cognato, uscì dall’acqua venendosi a sedere accanto a me e mi sussurò: “ma hai visto? È impazzito! Si è appoggiato da dietro e senza ritegno mi ha fatto sentire la sua eccitazione!” ed io: “e com’è?…. duro?” “direi proprio di si, ancora poco e se fossi rimasta li credo lo avrebbe tirato fuori…”.

Si sdraiò anche lei a pancia sotto e mi chiese di rimettergli la crema solare. Io mi alzai dal mio lettino e presa la crema dalla borsa mi apprestai a spalmargliela sulla schiena.

Sopraggiunse il cognato che strappandomela di mano mi disse “ci penso io”. Lei, accortasi del fatto, mi guardò con sguardo preoccupato, ma lui “tu stai comodo, ti ho detto che alla tua mogliettina oggi ci penso io” e inizio a spalmarle la crema sulla schiena.

Io lo osservai tutto eccitato. Iniziò a muovere le sue mani sulla schiena e, senza chiedere, le slacciò il reggiseno, proseguì a stendere la crema su tutta la schiena passando dalle braccia ai fianchi a mani aperte in modo da sfiorarle i seni, quei secondi mi sembrarono interminabili, poi si mise altra crema sulle mani e partendo dalle caviglie iniziò a stenderla sulle sue gambe. Le sue mani risalivano piano piano i polpacci fino ad arrivare alla parte alta della gamba, il movimento non era mai energico ma sensuale, le sue mani salirono fino alle cosce e qui il movimento si fece un po’ più energico, con il costume che si ritrovava in pratica lui le stava palpeggiando inequivocabilmente il sedere. Poi tornò a scendere con le mani sull’interno coscia, vedevo le sue dita sfiorarle da dietro le parti intime. Lui mi chiese: “va bene così cognatino?” ed io, con l’eccitazione che ormai non potevo più nascondere, risposi “perfetto”. “bene, ora voltati” disse a lei.

Mia moglie fece per riallacciarsi il reggiseno ma lui le bloccò le mani “ti ho forse detto di riallacciartelo?” lei protestò “ma tu sei matto, non mi piace mettermi in topless!” “dai, non fare la preziosa che sono anni che muoio dalla voglia di vederti le tette” “tu sei fuori! Scordatelo” “ah adesso fai la difficile ma con il tuo maritino ti lasci scattare di quelle foto….” Mi sentii chiudere lo stomaco. “come?” fece lei e si voltò a guardarmi con due occhi di ghiaccio. Io non sapevo cosa rispondere. Intervenne mio cognato “ah non le avevi ancora confessato delle foto? Beh, tanto meglio, meglio sia io a dirtelo. Sai cosa fa? al tuo maritino piace regalare le tue foto agli amici intimi in internet”. E vedendo lo sguardo di lei stupito, proseguì guardandomi con un sorriso malefico “tranquilla, sono sempre a viso coperto, ed ora voltati senza tante storie! Dai, non vedi com’è eccitato il tuo maritino?” e mi indicò l’eccitazione tra le mie gambe.

Mia moglie si voltò a guardare e in successione, in segno di sfida nei miei confronti si voltò del tutto a pancia in su sul lettino. “mmm direi che queste tette sono molto meglio dal vivo che in fotografia” e così dicendo iniziò a massaggiarle la crema sul seno.

Le sue mani si muovevano sui seni soffermandosi sui capezzoli, vedevo mia moglie con gli occhi chiusi quasi a non voler vedere cosa stesse facendo. Poi le mani scesero sulla pancia e poi ancora più giù. La mano destra si fece più intraprendente e in un attimo si insinuò sotto il costume e raggiunse l’intimità di mia moglie. Da prima lei tentò di chiudere istintivamente le gambe ma poi si lasciò andare e guardandomi negli occhi si arrese alla masturbazione di mio cognato.

Richiuse gli occhi e si morse le labbra. Lui inizio a riversarle frasi oscene “ti piace vero?” “mmmm” “dillo che ti piace, dillo al tuo maritino che ti piace farti masturbare!” e lei “siiiii mmmmm” era ormai partita e così anch’io che da sopra il costume mi stavo spudoratamente masturbando.

“Guarda, guarda come si masturba il tuo maritino segaiolo” lei aprì un occhio e voltando lo sguardo verso di me vide cosa stavo facendo e subito, senza dire nulla, lo richiuse rapita dall’eccitazione.

“dillo che infondo sei una zoccola” e lei “mmmmm” “voglio sentirtelo dire!” disse perentorio, e lei “mmm si sono una zoccola…. Mmmmm sono la vostra zoccola” “eh no, devi dire che sei la mia zoccola!” e lei “siiiii sono la tua zoccolaaaaa!” e venne in un violento orgasmo che le fece inarcare la schiena. Non ci volle molto perché io venissi inzuppando il costume. Poco dopo lui estrasse la mano destra, se la portò alle labbra e assaggiando il frutto di mia moglie mi disse: “dai, vai a pulirti segaiolo che tra poco torna tua cognata, non vorrai farti trovare così”.

Io mi alzai ubbidiente e anche mia moglie fece per alzarsi e seguirmi. “no, tu no, tu ora resti qui così!” “ma…” provò a protestare lei. “ma un corno! Tu sei la mia zoccolina e decido io cosa puoi fare e cosa no, siamo d’accordo?!” disse in un tono che non ammetteva repliche. Mia moglie era confusa ma rispose affermativamente e rinunciò ad alzarsi “adesso arriva tua sorella e voglio che ti trovi così, in topless, deve vedere anche lei che razza di sorella zoccola si ritrova, voglio che tu ti senta a disagio quando tua sorella si siederà di fronte a te correndo il rischio di vedere i tuoi umori sulle mutandine”.

E così dicendo si alzò per andare ad aprire, qualcuno aveva suonato al cancello.

Mentre io uscivo dal bagno fece capolino in giardino anche mia cognata che sorridendo mi disse “allora dormiglione, chiama gli altri due che ci mangiamo questo gelato”.

Mia moglie si presentò sotto il gazebo ancora in topless e la sorella ne fu stupita “cos’è sta novità del topless?” intervenni io “beh, in verità quando siamo in vacanza tua sorella è solita mettersi sempre in topless, quindi, qui, tra di noi, non mi è sembrato poi così indecente e quindi, gliel’ho chiesto io” era una bugia ma tentavo di coprire la più imbarazzante verità. Mi sentivo a disagio ad incrociare il suo sguardo ripensando a quello che era successo poco prima e allo stesso modo anche mia moglie la vedevo a disagio.

Il pomeriggio terminò tra bagni e sole.

Al momento di tornare a casa, ci salutammo e ringraziammo per il pomeriggio. Mio cognato stringendomi la mano e schiacciandomi l’occhio mi lanciò la proposta: “beh, allora vi aspetto anche in settimana” si volse verso mia moglie “sai che tua sorella dovrà andare a quel convegno con il suo collega e mi lascia qua solo soletto ad annoiarmi per tutta la settimana, che ne dite?” e tornò a guardarmi. Io tentennai “beh, non so…” e mia cognata ignara di tutto “ma si dai! Almeno me lo tenete sotto controllo!” Io guardai mia moglie e poi risposi: “va bene allora, ci sentiamo una di queste sere”

Ci voltammo e dirigemmo al cancello. Sapevo che lungo il tragitto di ritorno a casa, avrei avuto nuovamente molto da chiarire a mia moglie.

Il ritorno a casa fù uno dei più lunghi e difficili che avessi mai fatto. La rivelazione di mio cognato aveva aperto gli occhi a mia moglie che volle sapere filo per segno della mia passione voyeuristica. Svuotai il sacco raccontandole di come avessi usato le sue foto e di come mio cognato mi avesse scoperto e ricattato. Naturalmente aggiunsi che tutto questo mi aveva eccitato e che anche lei mi era parsa “soddisfatta”.

Tutto quello che era successo la sera prima e la conclusione del pomeriggio giocò a mio favore e mia moglie non potè fare a meno di ammettere che non le era affatto dispiaciuto.

Ci tenne però a precisare che ci teneva alla sua dignità di donna e che quindi non avrebbe mai concesso al cognato di andare oltre a qualche giochetto “manuale”.

Dentro di me ero convinto che il carattere di mio cognato avrebbe alla fine sopraffatto anche lei ma in quel momento preferii credere a lei e lasciarglielo credere.

La settimana iniziò all’insegna della routine quotidiana e ne io ne mia moglie accennammo alla proposta del cognato. Poi mercoledì sera mentre me ne tornavo a casa mi arrivò un sms di mio cognato “stasera ore 20 a casa mia tutti e due. Bagno i piscina e cena. Penso a tutto io”.

Arrivai a casa e cercai mia moglie. La trovai in camera con l’armadio aperto e i vestiti sparpagliati sul letto. Le chiesi: “che fai? Stasera siamo invitati a cena”. “lo so, mi ha appena mandato un messaggio, ma non so cosa mettermi”. “mettiti qualcosa di arrapante” le dissi. “tu sei matto! Così quello mi violenta! Stasera non ci sarà mia sorella! No no, voglio qualcosa di sobrio”.

Passai così una buona mezzora a lottare per convincerla ad indossare qualcosa di carino senza esagerare. Alla fine optammo per una gonnellina stretta a mezza coscia in jeans e una camicetta azzurra a manica corta con un sandalo non troppo alto, si mise in borsa un costume neppure troppo sgambato e, chiusa casa, ci dirigemmo verso casa del cognato.

Arrivammo con qualche minuto d’anticipo e il cognato ci aprì il cancello dicendoci di accomodarci in giardino che sarebbe arrivato subito. Ci portammo così a bordo piscina. Nel portico era stato preparato un tavolo apparecchiato per tre con relativa candela accesa nel mezzo, poco distante un barbecue accesso con la brace.

Ci raggiunse nostro cognato con due bicchieri d’aperitivo in mano. Ci diede il benvenuto offrendoci i bicchieri per il brindisi. Si rivolse a mia moglie “Auguri”. Lei lo guardò perplessa e gli disse “auguri di cosa? Oggi io non festeggio nulla”. “certo” rispose lui “oggi è la tua festa” e pronunciò la parola festa con una certa enfasi, sentii i prividi corrermi lungo la schiena. Mia moglie restò perplessa ma senza parole e sorseggiammo il nostro aperitivo quasi a volerci distogliere da quel silenzio imbarazzante.

“bene, ed ora, ci facciamo un bagno un piscina!” io e mia moglie ci guardammo, i nostri sguardi erano di smarrimento. Posammo i nostri bicchieri e ci dirigemmo verso l’interno della casa per metterci in costume. “ma dove andate?!” “andiamo a cambiarci” rispose prontamente mia moglie.

“potete spogliarvi qui!” rispose categoricamente mio cognato “il costume stasera non vi servirà!” aggiunse. Mia moglie mi guardò perplessa. “Non dirmi che ora ti senti a disagio! Ti ho vista nuda nei camerini, ti sei fatta sgrillettare l’altro giorno, ed ora fai la pudica? Forza spogliatevi che non vedo l’ora di fare un tuffo”.

Il tono del cognato non ammetteva repliche, io ero ormai rassegnato a spogliarmi e già mi ero tolto la camicia ma mia moglie se ne stava ancora in piedi “non ci penso nemmeno a farmi il bagno nuda, non so per chi mi hai preso, certo, l’altro giorno ti ho lasciato fare, ma non sono di certo quello che pensi”. Rispose lei acidamente.

“e qui ti sbagli!” fece lui “so benissimo chi sei, sei una zoccola a cui piace godere e che muore dalla voglia di farsi scopare dal mondo intero, solo vuoi che sia un altro ad ordinartelo, così avrai l’alibi di essere stata obbligata e naturalmente io sono qua apposta per questo”. Lei divenne tutta rossa in viso e sbottò “ma come ti permetti?!? Sono tua cognata e solo perché mi sono lasciata trascinare fino ad oggi nel vostro stupido gioco non puoi dire quello che hai detto!”.

“ma guardala come si agita la nostra brava mogliettina! Hai paura di perdere l’onore davanti a tuo marito? Ma non vedi che è già tutto eccitato il cornutone?” rivolsero lo sguardo verso di me che, rimasto in mutande, non potevo nascondere la mia eccitazione.

“e adesso spogliati! O forse vuoi che le tue foto finiscano sul tavolo del tuo titolare e nelle mani di tutti quegli sbavosi che ti ronzano attorno?”.

Queste ultime parole di ricatto sembrarono avere l’effetto desiderato e mia moglie parve arrendersi a mio cognato “ma se ora mi spoglio, la tua prossima richiesta quale sarà? Tu mi vuoi rovinare…” “non ti preoccupare cognatina, sai benissimo cosa ti aspetta, e lo vuoi con tutta te stessa, o devo venire a controllare di persona in mezzo alle tue gambe? Scommetto che sei tutta bagnata!” e fece due passi verso di lei. “ok, ok mi spoglio” e queste parole segnarono la definitiva resa di mia moglie, la firma sul contratto che la rendeva l’oggetto da gioco di mio cognato. Li per li non me ne accorsi ma con il senno di poi quello fu il momento della svolta.

Mio cognato la stette a guardare mentre lentamente si toglieva ogni indumento, pochi secondi e rimase completamente nuda coprendosi con gli abiti che aveva raccolto da terra. “questi dalli a me” disse strappandoglieli letteralmente dalle mani.

Mia moglie rimase completamente nuda, lui le prese una mano, la sollevo in alto e, a mò di trottola, la fece fare un paio di giri. “davvero bellissima, hai un corpo che parla e dice: scopami!”. “scemo” rispose lei divincolandosi da lui. Lui rimase a fissarla per qualche secondo, poi rivolse il suo sguardo a me “e tu che fai ancora in mutande? Toglitele”. Io mi affrettai a togliermele. “guarda che pisellino il tuo maritino” disse indicandomi a mia moglie “ora ti faccio vedere io com’è un pisello vero”.

Si voltò e si diresse in casa per depositare i vestiti di mia moglie. Io e lei ci guardammo. “ed ora che facciamo?” mi disse lei. “iniziamo a buttarci in piscina che qua, in piedi, nudi, sembriamo degli idioti” in realtà l’unico idiota presente sapevo di essere io, avevo regalato mia moglie a mio cognato e godevo nel farmi deridere. Lei invece era stupenda, sembrava una splendida cavalla pronta ad incontrare il suo stallone.

Ci gettammo in acqua e di li a poco apparve mio cognato tutto nudo dal porticato verso la piscina.

Mentre si avvicinava lo squadrai da capo a piede. Fisico sportivo, addominali e pettorali niente male, ma soprattutto una dotazione impareggiabile. Volsi lo sguardo a mia moglie e la trovai che lo fissava mentre si avvicinava. Dallo sguardo capii che per me era finita.

Arrivato al bordo piscina mi guardò con sguardo sarcastico e si tuffò in acqua. Riemerse e si avvicinò a mia moglie che se ne stava a metà vasca dove ancora non si toccava. Raggiunta cercò di abbracciarla ma lei di divincolò allontanandosi a nuoto, lui la rincorse ancora per un paio di volte e allo stesso modo lei non si fece prendere. Si fermò a metà vasca:“sai cosa c’è” disse rivolto a me “mi è venuta una gran sete” “cornutello perché non ci vai a riempire i nostri due bicchieri? Trovi la bottiglia aperta sul tavolo in cucina”.

Senza fiatare obbedii a mio cognato, uscii dalla piscina e mi diressi in cucina tutto grondante alla ricerca della bottiglia. Cercai di fare il più in fretta possibile. Tornai in giardino con la bottiglia in mano e trovai mia moglie appoggiata al bordo vasca che guardava nella mia direzione e mio cognato che la cingeva da dietro baciandole il collo.

Rimasi li impalato come un ebete, tutto bagnato con la bottiglia in mano e il pisello che iniziava a rialzarsi.

Lui si accorse della mia presenza, alzò la testa e disse “che fai li impalato? Dai riempici i bicchieri”. Mi voltai alla ricerca dei due bicchieri e mi misi a riempirli, mentre lo facevo, intento a non distogliere lo sguardo per non rovesciare tutto, dietro di me captai alcuni indecifrabili rumori, ultimai il più in fretta possibile il mio compito e mi voltai con i due bicchieri in mano.

Trovai mia moglie con il seno appoggiato al bordo piscina che si mordeva le labbra quasi a volermi nascondere il suo stato d’animo ma con uno sguardo che era inequivocabile e mio cognato che aveva appoggiato, per fare leva, le mani sul bordo vasca, l’acqua si increspava dietro di lui, in un attimo tutti mi fu chiaro.

Ero entrato ufficialmente nel mondo dei cornuti.

Me ne stetti lì in piedi, nudo, con i bicchieri in mano e il pisello impennato, ad osservarli quasi fossi lo spettatore di un film tutto per me. Mia moglie mi guardava intercalando qualche sguardo languido a piccoli gemiti di piacere mentre mio cognato da dietro, incurante della mia presenza, le mordeva l’orecchio e aumentava il ritmo delle spinte. “è questo che volevi amore?” mi disse mia moglie ad un certo punto tra un gemito e l’altro, “sei stato tu a volerlo, è tutta colpa tua”, aggiunse. Io non riuscivo a proferire parola, in realtà avrei voluto abbandonare i bicchieri da qualche parte per prendere in mano il mio pisello e segarmi godendo della scena ma non trovavo la forza di volontà per schiodarmi da quella situazione.

“lo senti come ce l’ho duro?” le disse mio cognato “senti quanto è grosso?” aggiunse infierendo contro di me mio cognato, “e tu ti volevi perdere questi piaceri della vita per quel pisellino che si ritrova quel cornuto di tuo marito? Non vedi che gode solo a vederti scopata dagli altri”. Io ascoltavo tutto incapace di proferire parola. Il cognato aumentava sempre più la potenza dei suoi colpi ed ogni volta non tardava ad infierire sul mio ego. “fagli sentire al tuo maritino quanto stai godendo. Digli quanto è più grosso il mio” lei non proferiva parola se non alcuni gemiti di godimento, allora lui le morse animalescamente l’orecchio per obbligarla a parlare “forza, foglio sentirti dirglielo!” e lei “oh si amore, il suo è molto più grosso!”. Brava, ed ora digli che ora sei la mia troia!” e lei “mmmm no, mmmmm questo no…” lui tornò a morderle nuovamente con violenza l’orecchio sinistro. Lei emise un gridolino di dolore, poi mi guardò negli occhi e mi disse “siiiiiiiiiii sono la sua troietta, amore!”. “Brava, così mi piaci, devi ubbidire al tuo padrone, da oggi farai tutto quello che voglio io, siamo intesi?” stavolta senza un secondo di esitazione lei rispose prontamente quasi urlando “siiiiiiiiiiiiii” e in quell’attimo, prima uno e poi l’altro vennerò in quella posizione.

Con il senno di poi, pochi minuti dopo seduto a tavola, mi sarei chiesto se fossero i giorni fertili di mia moglie e se ci fosse qualche rischio visto che lui le era venuto dentro senza tanti complimenti, ma in quel momento il pisello mi pulsava talmente tanto che non riuscivo a pensare ad altro che a volermi sfogare, godendo anch’io.

Ma mi sbagliavo, non era ancora venuto il mio turno, mio cognato ripresosi dall’orgasmo tornò a ricordarsi della mia presenza “dai, portaci quei due bicchieri cornuto!”. Io mi avvicinai e abbassandomi porsi i due bicchieri. Mio cognato ne passo uno a mia moglie e disse “dai, brindiamo, festeggiamo il tuo maritino che oggi è diventato ufficialmente cornuto” “e brindiamo a te, che da oggi sei diventata la mia troietta!” mia moglie provò allora debolmente ad obbiettare “ma, no dai….” Ma mio cognato intervenne deciso “credi che non sia contento il tuo maritino di tutto questo? Forza, dai, chiediglielo!”. Mia moglie mi guardò negli occhi e mi chiese “amore, ti piace tutto questo?” non mi lasciò il tempo di rispondere e mio cognato precisò “no, no, chiedigli se è contento di essere diventato cornuto ed averti donato a me come una troietta!”, allora lei riformulò la domanda “amore, sei contento di essere diventato cornuto ed io una troietta?”. Io guardai prima lei poi mio cognato ed infine tornai su di lei e risposi a bassa voce “si amore”. “Non abbiamo sentito cornuto dillo più forte” mi riprese mio cognato. Ed io alzando il tono “si, amore, sono contento”. “contento di cosa cognato? Dai dillo bene!” alzai ulteriormente il tono “si, amore, sono contento che mi hai fatto cornuto e che tu sarai la sua troietta”.

I due si guardarono: “hai sentito? Contenta?” “si, ora si”, brindarono, sorseggiarono il vino, poi mio cognato prese la testa di mia moglie e la avvicinò alla sua, lasciandosi andare ad un bacio appassionato.

Non so quali fossero le mie vere sensazioni, dentro di me si susseguivano eccitazione, gelosia, curiosità, paura e tutte in un vortice che mi ubriacava. Sapevo solo di aver intrapreso un nuovo percorso della mia vita matrimoniale, non sapevo dove mi avrebbe portato ma sapevo “chi” mi avrebbe condotto.

Il bagno in piscina terminò di li a poco e tutti e tre ci fecimo una doccia prima di metterci a tavola per la cena. Mio cognato non volle che ci rivestissimo e tirò fuori da qualche cassetto altri due accappatoi che evidentemente erano di mia cognata perché, mentre a mia moglie stava a pennello, a me stava piuttosto stretto e corto ma mi adeguai alla situazione.

Ci sedemmo a tavola ed io e mia moglie restammo soli mentre mio cognato alla griglia scottava la carne.

La sentivo a disagio, sguardo basso, fisso sul piatto e le dita della mano che tambureggiavano nervosamente. Decisi di sbloccare la situazione e feci il primo passo. Le appoggia la mia mano sinistra sulla sua mano destra che tambureggiava e la guardai. Lei si voltò verso di me quasi sorpresa ma non proferì parola. Capii che dovevo dirle qualcosa, che dovevo rassicurarla, ma non trovavo le parole.

Poi decisi di non pensarci troppo e lasciare che le parole mi uscissero spontaneamente.

“Tranquilla amore” le dissi “tra noi non è cambiato nulla, per me questo è solo tutto un gioco eccitante”.

Lei mi guardò e mi disse: “ma come fai a dire così?” me lo disse con tono risentito, anche se sotto voce per non farsi sentire dal cognato. “Mi sono appena concessa ad un altro uomo, l’uomo di mia sorella per giunta, e davanti a mio marito, come la più troia delle troie e tu mi dici che è solo un gioco?!?” cercai una risposta adeguata ma non trovai altro da dire che: “Beh io non la vedo proprio così, e non mi sembrava che poco fa fossi così contraria…” lei si risentì: “ma che c’entra? La situazione mi ha eccitato e ho perso la testa per un attimo ma ora mi sento in colpa”. Io cercai di affondare il colpo: “in colpa di cosa? e per chi? Dovresti sentirti in colpa se lo avessi fatto di nascosto da me, allora sarebbe stato un tradimento, ma fatto così per me è stato solo un gioco erotico di coppia. Sai quante coppie lo fanno per cambiare la noia della routine quotidiana?” e lei “non so, ora tutto questo ti eccita, poi magari un giorno cambierai idea e mi disprezzerai, oppure cercherai altre donne tradendomi a tua volta..” sentivo che il muro stava cedendo “non succederà mai, non dimentico di essere stato io a portarti a questo, comunque sei sempre in tempo a fermare tutto. Basta che lo dici categoricamente a tuo cognato…” e lei “non lo so, mi sembra che io e te non decidiamo proprio un bel niente, lui ha la capacità di farmi fare cose che non avrei mai pensato di fare e questo mi preoccupa…” ma non feci in tempo a risponderle che lui tornò con la cena.

Iniziammo a mangiare servendoci ognuno di ciò che volevamo, era lui a condurre tutti i discorsi, per lo più incentrati su mia moglie, sulla sua bellezza e sulle sue virtù tutte da scoprire. Poi, a cena praticamente ultimata alzò il calice e propose un altro brindisi, “brindiamo alla mia cognata e alle sue virtù nascoste!” e nel dirlo si avvicinò alla ricerca di un bacio di mia moglie che invece si ritrasse.

“eh allora? Cosa significa?” le disse lui con tono serio e autoritario. “beh, significa che mi sono accorta di aver sbagliato, di essermi lasciata trascinare da te ma che è meglio che tutto si fermi qui” rispose immediatamente lei.

Lui guardò me e poi tornò a fissare lei: “bene, ti sei già dimenticata di quello che mi hai promesso poco fa, sarà meglio che ci chiariamo una volta per tutte!” e dicendolo si alzò di scatto “seguitemi!”, si voltò e si diresse in soggiorno. Io e mia moglie ci guardammo dubbiosi. “Allora? Muovetevi, vi voglio far vedere una cosa”. Ci alzammo, mia moglie una volta in piedi si sistemò ancora più stretto l’accappatoio che portava, ora mi sembrava a disagio con quel capo striminzito indosso. Lo raggiungemmo e ci fermammo ad una certa distanza da lui che armeggiava con il telecomando del televisore, stammo in piedi al centro del soggiorno fissando la tv.

Pochi secondi e partì un video. “porca puttana la video sorveglianza!” fù la prima cosa che pensai nel vedere quelle immagini. In tutta la serata me ne ero proprio dimenticato. Sul video scorrevano le immagini di quando accaduto poco prima. Le immagini se pur non nitidissime, come possono essere quel genere di riprese, erano comunque chiarissime, si vedeva noi entrare in acqua nudi, lui raggiungerci, io uscire e tornare, loro muoversi in acqua inequivocabilmente, io che gli offrivo i bicchieri per il brindisi e loro che si baciavano. Il tutto con un audio ambientale approssimativo ma eloquente.

Le immagini furono stoppate sul loro bacio.

“Bene, ora che vi siete fatti una ripassata, vi è chiaro come stanno le cose?” non rispondemmo e lui proseguì “se non vi è ancora chiaro, vi ribadisco i concetti, tu sei una gran troia e che ti piaccia farti scopare è indiscutibile e il tuo maritino è un gran cornuto a cui piace essere cornificato davanti ai suoi occhi”.

“Ora avete solo due scelte da fare: la prima è fare d’ora in poi tutto quello che vi dirò io, la seconda è disobbedirmi e allora questo video con le foto faranno il giro dei vostri amici, del tuo capo e colleghi.” Stavo per ribattere ma lui mi anticipò “e non pensate che non ne sia capace! Avete molto più da perderci voi che non io da questo video, provate a pensarci”.

Mi sentii cedere le gambe. Ora avevo la perfetta percezione che mio cognato faceva sul serio e ci aveva in pugno. Fino ad ora pensavo fosse un gioco dove io e mia moglie avevamo potere di scelta, ora avevo il terrore di non sapere cosa mi attendeva il futuro.

“Ok, il tempo per pensarci è scaduto.” Disse in tono perentorio. Poi si rivolse a mia moglie “voglio che ti togli quell’accappatoio ora!”. Deglutii e volsi lo sguardo verso mia moglie. Lei mi guardò per un attimo, poi abbassò lo sguardo, portò le mani alla cinta e si sciolse il nodo lasciandosi scivolare a terra l’accappatoio.

Lui la guardò come un lupo guarda l’agnello ferito. “Avvicinati”, lei fece qualche passo “di più! Ti voglio qua vicina!” lei obbedì mentre io la guardavo da dietro, con il suo bel sedere, avvicinarsi a lui.

“In ginocchio ora!”. La vidi inginocchiarsi senza obbiettare. Lui scostò l’accappatoio, tirò fuori il suo pisellone già in erezione e lo avvicinò alla sua bocca “succhia troia!”.

La vidi prenderlo in bocca aiutandosi con le mani. Lui le prese la testa e accompagnava il su e giù di mia moglie. “brava così, sei bravissima” e mentre lo diceva mi fissava con quel ghigno di soddisfazione.

Io non potei fare a meno di eccitarmi e la mia erezione fù evidente anche a lui “dai cornuto, ora puoi segarti se vuoi”. Io, che non vedevo l’ora visto il mio stato di eccitazione che mi trascinavo da prima, non me lo feci ripetere e iniziai a masturbarmi con foga.

Pochi minuti e vennì li in piedi mentre guardavo mia moglie succhiare il pisello di mio cognato seguendo le sue indicazioni. “ma come! Sei già venuto?” mi vergognai come uno scolaretto e abbassai lo sguardo “adesso ripulisci tutto subito e già che ci sei pulisci anche fuori, quando hai sistemato tutto puoi raggiungerci, noi ce ne andiamo comodi in camera, alzati schiavetta, vieni con me che non voglio venirti ora, qua in bocca.” E così dicendo le porse la mano, la fece alzare e si avviarono verso la camera da letto.

Mia moglie mi dedicò un ultimo fugace sguardo mentre sparivano entrambi dietro la porta del disimpegno notte e nuovamente mi vergognai per la figura del segaiolo fatta davanti a lei.

Cercai di fare il più in fretta possibile a ripulire tutto ma le cose da fare erano tante. Sparecchiai, caricai la lavastoviglie e ripulii per terra. Il tutto mentre sentivo ininterrottamente il cognato incitare mia moglie e lei lasciarsi andare a dei gridolini strozzati di tanto in tanto.

Avrei tanto voluto essere presente ma non mi azzardavo a contraddire gli ordini impartitimi.

Non so quanto passò, so solo che ad un certo punto dalla camera matrimoniale non arrivò più alcun rumore e intuii che tutto dovesse essere finito.

Terminai richiudendo la portafinestra del porticato e mi avvicinai alla camera matrimoniale cercando di non fare troppo rumore. Arrivai sulla soglia e li trovai sdraiati nudi uno accanto all’altro con mio cognato che accarezzava i capelli di mia moglie dolcemente. “ah eccoti finalmente! Tua moglie è stanchissima ma le ho detto di aspettarti prima di addormentarsi per darti il bacio della buona notte!”.

Non capivo ma ci pensò lui a precisare subito “dai, avvicinati a darle il bacio della buona notte” mi avvicinai così a lei, mi guardava con lo sguardo perso che mi era familiare per tutte le volte che l’avevo fatta godere io, mi chinai su di lei  e le diedi un bacio sulle labbra, lei le dischiuse ed io feci altrettanto infilandoci la lingua. Sentivo il sapore di qualcosa di diverso, sentivo e percepivo chiaramente che un altro maschio aveva profanato quella bocca prima di me. La cosa mi eccitò nuovamente. Mi rialzai e guardai mio cognato con sguardo interrogativo. “Tutto qua?” mi disse e aggiunse “dai, dalle un bel bacio anche sulla sua patatina infuocata, anzi, già che ci sei, dalle una bella ripulita, non vorrai che si addormenti tutta sporca!”. Feci uno sguardo schifato. “Dai, vedrai che non è così schifoso, ti abituerai presto. Muoviti!” intimorito da quest’ultimo ordine mi abbassai nuovamente su di lei guardandola negli occhi, lei non osava dire niente, ed io nuovamente imbarazzato distolsi lo sguardo. Avvicinai la mia lingua alla sua patatina e subito mi raggiunse quell’odore inconfondibile di sesso, seguito da un sapore acidulo nuovo che mi procurò dei conati di vomito. Alzai la testa ma incrociai lo sguardo di mio cognato che severo stava a guardarmi. Tornai ad abbassarmi e, facendomi forza, ripresi il mio lavoro di pulizia. Ad un certo punto mi accorsi che mia moglie stava godendo, la sentii ansimare e poi venire irrigidendo i muscoli dell’inguine.

Mi rialzai. “Bravo, ora lasciaci soli. Vai a dormire nella camera degli ospiti e quando esci spegni la luce mi raccomando.

Non osai neppure salutare tanto mi vergognavo per quanto avevo appena fatto. Mi voltai ed uscendo dalla stanza feci quanto mi era stato ordinato. Entrai nella stanza accanto senza neppure accendere la luce, mi sdraiai sul letto e mi addormentai così com’ero.

“Sveglia cornutone!” era mio cognato che mi svegliava. Aprii gli occhi e me lo ritrovai davanti già pronto per uscire. Solo allora mi resi conto che dovevo aver dormito come un sasso.

“tua moglie è già andata al lavoro, io esco, tu riordina la cucina e chiudi con queste quando esci, me le ridarai stasera a cena” e così dicendo mi mise le chiavi in mano e si voltò per uscire dalla stanza.

“ah dimenticavo!” mi disse rivoltandosi ad un paio di metri da me “queste puoi tenerle tu! Oggi non le serviranno” e così dicendo mi lanciò qualcosa addosso voltandosi e uscendo.

Presi in mano quanto mi era stato lanciato e strofinando gli occhi mi accorsi di avere in mano il perizoma di mia moglie. “cazzo, l’aveva fatta andare al lavoro senza mutande!”.

 

Passai tutta la giornata a cercare di rintracciare mia moglie al cellulare, volevo sentirla, parlarle, cercare di percepire come aveva reagito alle ultime 24 ore ma nulla, il cellulare risultava sempre irraggiungibile e dopo aver provato a cercarla al lavoro senza alcun esito iniziai a sospettare che fosse risentita e in colpa per quanto accaduto.

Decisi che non era il caso di esagerare e di mia iniziativa, chiamai mio cognato e gli riconsegnai le chiavi, dicendogli che non ci saremmo stati per cena.

Non la prese bene: “eh no! Ti sei dimenticato chi comanda? Stasera ho già programmato tutto! Vi aspetto alle 21 da me! Senza storie! Altrimenti sapete cosa posso fare…”.

Sapevo benissimo a cosa alludeva ma decisi di tenergli testa: “guarda, certi ricatti lasciano il tempo che trovano, sono certo che non lo faresti mai, non serve certo che ti ricordi io che potremmo denunciarti i qualsiasi momento!”. E dicendo questo mi voltai e mi diressi verso la porta del suo ufficio per uscire.

“Aspetta!” mi gridò incazzato “niente storie! Alle 21 da me, altrimenti ti giuro che vi sputtano tutti e due!”.

Non gli risposi, uscii sbattendo la porta e tornai a casa.

Mi sedetti sul divano e iniziai a pensare sul da farsi, mi mangiavo nervosamente le unghie mentre pensavo a quanto sarebbe stato capace di fare il cognato nel caso non avessimo ubbidito. Non riuscii ad arrivare ad una conclusione e decisi di aspettare il rientro di mia moglie e la sua reazione quando ci saremmo rivisti.

Erano da poco passate le 19:30 e decisi di riprovare a chiamarla al cellulare. Suonava libero finalmente.

Dopo alcuni squilli mi rispose: “pronto” ma era un pronto cupo, senza emozioni.

“Ciao amore, stai rientrando a casa?” e lei “si ma….. dove?” mi disse lei con voce preoccupata, ed io “ma a casa nostra cara!” le dissi immediatamente “ah meno male, credevo dovessimo andare da quell’altro” e lo disse con tono serio ma allo stesso tempo con voce risollevata. “No, tranquilla, gli ho detto che non saremmo andati da lui” “e lui cosa ti ha detto?” “beh mi ha minacciato ma io l’ho mandato a quel paese, dai, ti aspetto qua a casa!” “ok” mi rispose finalmente rilassata e chiuse la telefonata.

Pochi minuti ed eravamo seduti uno accanto all’altro sul divano abbracciati.

“stai tranquilla amore, gli ho fatto capire che lui non comanda proprio un bel niente! Ieri ci siamo divertiti ma nulla di più.” “eh se poi lui facesse vedere il video a qualcun altro?” mi chiese lei, “beh ma sa benissimo che potremmo denunciarlo in qualsiasi momento” “si lo so, ma mi preoccupa lo stesso, lui è capace di tutto”.

Per rassicurarla le dissi: “vuoi che lo chiamiamo? Se vuoi lo chiamo e gli dico anche che voglio il filmato e tutte le foto altrimenti lo denuncio, cosa ne dici?” lei ci pensò un attimo e poi mi disse “forse hai ragione tu, ma si dai chiamiamolo”.

Presi il cellulare e composi il suo numero. Il telefono suonava libero ma lui non rispondeva. Guardai l’orologio per capire dove potesse essere. Erano da poco passate le 21, doveva di certo essere già a casa. Stavo per riattaccare quando finalmente mi rispose con voce squillante: “ma ciao cornutone! Allora sei tornato sulla retta via? Vi aspetto da me! Siete in ritardo! Stavo quasi per mettere in atto il mio ricatto…” “no guarda, forse non hai capito bene oggi” gli dissi con voce decisa “ne stasera ne mai più! Anzi, facciamo una bella cosa, voglio che mi restituisci tutte le foto e cancelli il video di ieri sera, altrimenti ti denuncio! Anzi, meglio, facciamo che tra qualche minuto sono da te e cancelli tutto davanti a me!” “Mamma mia come ti incazzi!” mi rispose il cognato “se proprio sei pronto ad assumersi la responsabilità di tutte le conseguenze di quanto stai dicendo… vieni pure a riprendertele…” non capivo a cosa cercava di alludere ma non feci in tempo a rispondere che lui aggiunse “però voglio che venite tutti e due! Voglio guardare negli occhi la mia cognatina zoccola e sentirmelo dire anche da lei… di persona” “non ci….” Cercai di replicare ma mi interruppe “oh così o non se ne fa niente! Vi aspetto.” E riattaccò.

Chiusi il cellulare e guardai mia moglie che era rimasta seduta sul divano per tutta la conversazione “vuole che vieni anche tu, vuole che sia tu a chiedergli di cancellare tutto guardandolo negli occhi”. Lei mi fissò per qualche secondo e poi mi disse: “e quando?” “Ora, andiamo subito!” e le presi la mano per farla alzare dal divano e la condussi all’auto.

Le due case distavano qualche chilometro tra loro e fummo davanti al cancellino d’ingresso della sua villa in pochi minuti. Non volevo che avesse la possibilità di farne delle copie o qualsiasi altro trucco.

Suonai al campanello e nostro cognato ci venne incontro di li a poco. “eccovi, siete stati velocissimi…” “non perdiamo tempo” gli dissi “andiamo al pc” “eh no, prima voglio che sia lei a dirmelo! Seguitemi in soggiorno, avevo preparato una bella sorpresa per lei… voglio che quantomeno la veda…”

Lo seguimmo sul vialetto di casa. Man mano che ci avvicinavamo sentivo provenire dalla casa una musica soffusa, il tavolo in giardino era apparecchiato per tre come la sera precedente, forse aveva iniziato a preparare prima di ricevere la nostra telefonata. La luce del giorno ormai se ne era quasi andata e il soggiorno con tutte le luci spente, era in penombra.

Riuscii solo a scorgere che la tv era accesa e che il fermo immagine si riferiva probabilmente alla registrazione della sera precedente ma non ebbi il tempo di poterlo capire perché mio cognato ci colse entrambi di sorpresa: “Eccoli!” disse a voce alta indicandoci “vi presento quella troietta della mia cognata e il suo maritino cornuto!”.

Dal divano si alzarono due individui.

Uno più anziano e l’altro all’incirca della sua stessa età.

“Ragazzi, questi sono i miei colleghi di lavoro, purtroppo le occasioni per vederci sono poche visto che ognuno di noi è capo area in varie province del nord italia ma stasera mi sembrava l’occasione giusta…”.

Ci guardò con un sorriso beffardo mentre allibiti stringevamo le mani ai due come degli automi.

“ Ah, mentre vi aspettavamo mi sono permesso di mostrargli il video di ieri sera… spero non vi siate offesi se non vi ho aspettato…”

Non ci potevo credere! Quello stronzo aveva veramente messo in atto il suo ricatto! Ci stava sputtanando davanti ai suoi colleghi. Per noi erano degli emeriti sconosciuti ma, se aveva avuto il coraggio di spingersi così avanti, avrebbe avuto senz’altro la forza per farlo anche con persone sempre più vicine a noi.

Mi sentii cedere le gambe. Una vampata di terrore mi percorse dalla testa ai piedi.

“Mah tu devi essere completamente impazzino!” gli sbottai sul muso mentre scorgevo con la coda degli occhi mia moglie stringersi tra le spalle nel tentativo di rendersi invisibile agli sguardi dei due che la scrutavano come non avessero mai visto una donna in vita loro.

“ci potete scusare solo un attimo?” disse mio cognato ai colleghi “chiarisco un paio di concetti con loro e siamo subito da voi” e ci indicò di seguirlo in cucina.

Chiusi la porta alle mie spalle e stavo per sbottare ma fu lui ad anticiparmi : “allora coglione, ora ti è chiaro come stanno le cose? Forse non hai capito che faccio sul serio ma voi due d’ora in poi fate come dico io! Niente colpi di testa o la prossima volta il video finirà nelle mani di qualcuno più vicino a voi!”.

Rimasi senza parole  e lui affondò il colpo “ed ora andate a cambiarvi, nella mia camera sul letto troverete tutto l’occorrente per stasera, niente di più, niente di meno! Sono stato chiaro?” non sapevo cosa fare ma fu mia moglie a rispondere per prima con tono sottomesso: “si…. tutto chiaro”.

“Perfetto, per stasera avete già parlato abbastanza, non vi voglio più sentire fiatare, farete solo quello che vi ordinerò… sarete la mia servitù”. E ci accompagnò fuori dalla cucina indicandoci la camera.

“Bene amici, rieccomi a voi, mentre loro si preparano, noi possiamo proseguire con il filmato…”.

 

Entrammo nella sua camera da letto, richiusi la porta alle mie spalle e tornai a guardare mia moglie che stava spostando i vestiti adagiati sul letto: “ma cosa fai? Lascia perdere! Usciamo e andiamo immediatamente a denunciarlo ai carabinieri!”. Lei mi guardò e sospirando mi rispose “e poi? Hai provato ad immaginare cosa potrebbe succedere?” non risposi e allora lei proseguì “lui si becca la denuncia, magari finiamo a processo davanti ad un giudice, te lo immagini a raccontare tutto davanti ad un giudice e a degli avvocati? Lui che racconta di come tu volontariamente gli hai ceduto le mie foto, magari lo racconta nei minimi particolari, e poi racconta di come io ho fatto sesso volontariamente con lui ieri sera. Si, certo, magari lui si gioca il matrimonio con mia sorella ma hai pensato cosa capiterà a noi? Diventeremo gli zimbelli di tutti, io la troia che ha rovinato il matrimonio di sua sorella e tu il cornuto che ha orchestrato tutto. Con che coraggio uscirò di casa?” Ci fu una pausa interminabile poi lei trasse le conclusioni: “no, meglio di no, meglio assecondarlo e sperare che prima o poi si stanchi.” Seguì una pausa interminabile di silenzio e poi aggiunse “e poi, scusa, non eri tu che mi volevi vedere così?” Mi disse queste ultime parole con un certo tono risentito “Si è vero ma pensavo sarebbe stato diverso e poi, dalla fantasia alla realtà tante cose cambiano, non so se lo voglio ancora. Questa situazione mi eccita, ma allo stesso tempo mi terrorizza, ho paura di perdere il controllo e di perdere te!” A quel punto lei mi guardò con sguardo compassionevole , si avvicinò e mi abbracciò senza dire una parola. Poi si staccò e riprese a guardare quanto c’era sul letto.

Capii che non c’era più via di fuga e rassegnato iniziai a cambiarmi rapidamente. Rimisi il mio paio di jeans che avevo lasciato li la sera prima e una camicia di dubbio gusto che il mio cognato aveva racattato chissà dove.

Ma non era il mio abbigliamento a preoccuparmi. Piuttosto, quando tornai a guardare mia moglie mi accorsi che la sua non era esattamente sobria come la mia.

Non c’era traccia dell’intimo e a completare l’opera c’era una gonnellina nera, di quelle svolazzanti ma talmente corta che un semplice colpo di vento avrebbe potuto far vedere tutto e una camicetta a maniche lunghe, a righe, bianca ma semitrasparente indossata con solo due bottoni nel mezzo che le lasciava l’ombelico scoperto e una generosa scollatura. Sopra a questa per fortuna una giacchetta di lino beige ma di quelle estive da indossare aperte. Fissai mia moglie che su quel tacco 12 sembrava una escort di lusso.

“Allora che ne dici?” mi disse lei girandosi su se stessa.

Nel movimento la gonna si sollevò leggermente scoprendole la base del sedere. “Beh, niente male, il cognato per fortuna sembra avere buon gusto.” Le risposi mentre sentivo l’eccitazione crescere.

Mi si avvicinò e me lo tastò “l’avevo detto io! Ti piaccio così vero maialino?” non potevo negarlo, così vestita mi eccitava e ingelosiva allo stesso tempo. La presi per mano ed uscimmo dalla camera. Le feci strada e facendo capolino in soggiorno.

I tre erano seduti sul divano “Ah eccovi finalmente!” disse mio cognato chiudendo il pc e alzandosi. “Avvicinatevi” ubbidimmo portandoci a pochi passi da lui, al centro della stanza e a qualche metro dai due ospiti.

Prese la mano di mia moglie, la sollevò e la fece roteare su se stessa. “Allora che ve ne pare?” domandò ai suoi ospiti. “Bellissima” “fantastica” “una zoccola!” i loro commenti non si sprecarono. “Cognatina non essere sgarbata, ringrazia i miei ospiti!” vidi mia moglie titubare un attimo, poi sbottò “grazie mille, mi fate arrossire”. “Ad arrossire sarà qualcos’altro stasera!” replicò mio cognato che con una risata e una pacca sul sedere la spinse verso la porta d’ingresso “su andiamo che ho una fame da lupo”.

Rimasi di stucco “Ma come, non ceniamo … qua?” domandai quasi supplicante. “e no cornutone, io avevo preparato per noi tre ma poi con la vostra sceneggiata mi avete costretto ad invitare anche loro due, ed allora si esce a cena!”. Tentai una replica “ma come! Così vestita?” ed indicai mia moglie. “certo! Così vestita! Avanti accompagnate i miei colleghi alla mia auto mentre io chiudo tutto, le chiavi sono all’ingresso”.

Come ordinato ci recammo nell’autorimessa e li ci raggiunse mio cognato “Avanti cognatino, stasera lo guidi tu il mio Suv”. Mi posizionai così alla guida, mi sarei augurato di vedere sedersi accanto a me mia moglie ed invece venne a sedersi mio cognato che fece accomodare mia moglie dietro in mezzo ai due colleghi. Avviai l’auto e chiesi istruzioni su dove saremmo dovuti andare.

Mi indicò un agriturismo che non conoscevo e questo mi tranquillizzò parecchio. Temevo di dover andare in qualche locale dove potevamo essere riconosciuti.

Man mano che percorrevamo la strada verso l’agriturismo si fece buio e a quel punto non riuscivo a vedere bene cosa stesse accadendo nell’abitacolo,  pochi minuti ed iniziai a sentire degli strani movimenti, iniziai a guardare insistentemente nello specchietto retrovisore mentre mio cognato continuava a parlare e a darmi indicazioni sulla strada, ma non riuscivo a vedere altro che il viso di mia moglie che mi appariva imperturbabile e questo mi tranquillizzava.

A pochi chilometri dall’arrivo notai un cambiamento nello sguardo di mia moglie allora cercai di regolare lo specchietto per scovare dei movimenti più in basso ma mio cognato mi riprese “che fai! Non distrarti e guida!”.

Arrivammo a destinazione e, parcheggiato, scesi dall’auto mentre facevano altrettanti gli altri occupanti. Quello che mi stava dietro, dopo aver chiuso la sua portiera, mi battè una mano sulla spalla mentre con la destra si era portato le dita al naso, annusandole platealmente “eh bravo il nostro maritino!”.

Nel frattempo anche mia moglie era scesa dall’auto ed era intenta a sistemarsi la gonna. Sguardo basso come di vergogna.

Si incamminarono verso l’ingresso dell’agriturismo incuranti di avermi lasciato alle spalle ancora frastornato della scena appena vissuta. Mio cognato affiancò mia moglie con una sonora pacca sul sedere “e brava la nostra troietta!”. Entrarono nel ristorante ridendo tutti e tre gli uomini ma senza togliere la mano dal suo culo.

Li raggiunsi all’interno del locale che già avevano preso posto a sedere. A me riservarono quello più lontano da mia moglie nel tavolo rotondo. Mi guardai preoccupato attorno per vedere se c’era qualcuno di nostra conoscenza e sollevato non trovai alcun viso familiare. Notai invece che molti dei commensali parlottavano tra loro lanciando sguardi al nostro tavolo. Avrei voluto seppellirmi.

Arrivò il cameriere a portarci le liste e si portò proprio accanto a mia moglie e vidi che, in attesa delle nostre ordinazioni, si soffermò a guardare dall’alto le gambe di mia moglie che se ne stava con gli occhi abbassati in evidente stato di disagio. Solo quando mio cognato riporse la lista al cameriere notai che la sua mano sinistra non era in vista sul tavolo e capii il perché dello stato di disagio che leggevo sul volto di mia moglie. Quel porco non aveva tolto la mano tra le gambe di mia moglie neppure all’arrivo del cameriere e quest’ultimo aveva senz’altro apprezzato, visto il sorriso maligno che gli leggevo in volto.

Le portate si susseguirono e i tre obbligarono letteralmente mia moglie a bere parecchi bicchieri di vino. L’alcool aiutò mia moglie a sciogliersi e verso la fine della cena quell’aria di disagio che le era dipinta in volto ad inizio serata sparì completamente. Il tavolo di ragazzotti vicino al nostro non aveva smesso in tutta la sera di lanciare sguardi in direzione di mia moglie e tra loro parlottavano animatamente con molta probabilità sulle sue presunti doti a letto.

Verso la fine della cena, quando il locale era pressoché vuoto se non per quel tavolo di ragazzotti che facevano una gran cagnara, mio cognato le ordinò: “ho avuto un’idea, ora da brava troietta ti alzi e molto lentamente te ne vai in bagno, voglio che il tavolo qui a fianco abbia il tempo di voltarsi tutto a guardarti, entri nel wc e aspetti qualche minuto, poi te ne esci e vai al lavandino a lavarti le mani ma prima di farlo voglio che ti togli la giacca e la porgi da tenerti ad uno di quei ragazzotti che di sicuro ti avrà seguito in bagno, poi te ne torni qua al tavolo” Lei sgranò gli occhi: “ma tu sei matto! Non ce la faccio, che vergogna!” “Ascoltami bene, non te l’ho chiesto, te l’ho ordinato! Per cui adesso ti alzi subito e fai quanto ti ho ordinato, altrimenti te ne pentirai!”. Mia moglie mi guardò un istante, poi abbassò lo sguardo ed eseguì dolcemente l’ordine impartito dirigendosi lentamente verso il bagno. Anche a non volerlo con quei tacchi così alti, la sua camminata era di un erotico impressionante.

La vide aprire la porta del bagno ed entrare, mi voltai verso il tavolo vicino e vidi i ragazzi in subbuglio, qualcuno parlottava a bassa voce, altri si voltavano verso il nostro tavolo, passò qualche minuto, poi ne vidi uno alzarsi, il più intraprendente e si avviò verso il bagno voltandosi verso gli amici toccandosi il pacco in mezzo alle gambe. Iniziai a preoccuparmi. Ma la mia preoccupazione crebbe alle stelle quando pochi secondi dopo altri due si alzarono dal tavolo con l’intenzione di raggiungere l’amico in bagno.

Guardai disperato mio cognato e feci per alzarmi. “Ma dove cazzo vai?” “La raggiungo! Quelli sono entrati in tre!” “Siediti cornuto e non ti muovere! Ti dirò io eventualmente se e quando potrai andare”. Rimasi qualche secondo in piedi e poi obbedii rimettendomi seduto.

I minuti passavano lentamente ed io ero sempre più nervoso. Me la immaginavo piegata a novanta gradi sul lavandino mentre a turno se la scopavano. Aspettavo solo un cenno di mio cognato e mi sarei catapultato nei bagni. Finalmente il cenno arrivò “dai cornuto, ora puoi andare a recuperarla”. Non me lo feci ripetere due volte, mi alzai rapidamente e con passo veloce raggiunsi il bagno mentre dietro di me sentivo le risatine di mio cognato e dei suoi due colleghi.

Aprii la porta dell’antibagno con il cuore in gola. Trovai uno dei tre all’ingresso con in mano la giacca di mia moglie che mi impediva la vista completa dell’antibagno. Lo scostai di forza e vidi ma moglie nell’angolo più lontano mentre tentava di respingere gli altri due ragazzi che insultandola cercavano di metterle le mani ovunque.

La camicetta era aperta e il primo le tastava vigorosamente le tette mentre lei gli respingeva il bacio e il secondo con una mano la teneva nell’angolo mentre con l’altra rovistava sotto la gonnellina nel tentativo di raggiungere la sua intimità che lei cercava di proteggere incrociando le gambe. “Ma cosa cazzo pensate di fare?” gridai subito ai due ragazzi “hei stai calmo! Stavamo solo cercando di divertirci un po’ anche noi!” rispose il primo mentre le toglieva la mano che la bloccava nell’angolo del bagno.

Come si sentì libera corse verso di me nascondendosi dietro le mie spalle e cercando di richiudersi la camicetta e abbassarsi la gonna. “Scusa ma, non la si trova tutti i giorni in giro una bella troietta così!” disse il secondo “lasciaci almeno il suo numero che la prossima volta ce la prenotiamo noi!”. “Ma voi state scherzando!” gli risposi “questa non è in vendita!” i due mi guardarono perplessi, poi abbassarono lo sguardo sulla mia mano sinistra e su quella di mia moglie. Rialzarono gli occhi guardandosi uno con l’altro e sorrisero sarcasticamente “ah abbiamo capito!” e risero ancora.

Mi sentii sprofondare dalla vergogna. I ragazzi avevano capito che eravamo marito e moglie. Mi voltai alla ricerca del terzo, gli strappai la giacca di mano e la porsi a mia moglie che la indossò al volo. “Andiamo cara” le dissi prendendola per mano e passando davanti al terzo per uscire dal bagno. “ehi!” sentii esclamare a mia moglie mentre uscivamo dal bagno e voltandomi vidi che il terzo non aveva rinunciato ad un ultima tastatina al sedere di mia moglie.

Tornammo al tavolo e ci rimettemmo a sedere. Mio cognato volle che gli raccontassi quanto era accaduto in bagno e mentre mi prodigavo nel racconto i tre ragazzi fecero a loro volta ritorno dal bagno e li sentii vociare e ridere alle nostre spalle. “ti prego paghiamo il conto e andiamocene di qua!” dissi rivolto a mio cognato. “Non sei tu a decide cosa dobbiamo e possiamo fare” mi rispose severo.

“Anche tu te ne vuoi andare?” disse rivolgendosi a mia moglie “Si, per favore” disse prontamente lei. Di tutta risposta ricevette da lui un forte pizzicotto “ahi!” “devi ancora imparare a rispondere a dovere! Devi sempre rivolgerti a me come padrone! Dai, ripeti!” lei abbassò gli occhi e ripetè docilmente “si, per favore… padrone”.

“Brava, così mi piaci” e le diede una carezza sulla guancia. “Vorrà dire che ora ci faremo portare il conto, ma non pensate che la serata sia finita qua! I miei due colleghi potrebbero offendersi…” e partì una risata tra i tre complici. Chissà cosa avevano escogitato in nostra assenza. Tastandomi constatai che l’ansia aveva lasciato il posto all’eccitazione e mi vergognai all’infinito.

Uscimmo dall’agriturismo e prendemmo posto nel SUV come all’andata. Io guidavo, mio cognato se ne stava accanto a me e dietro mia moglie in mezzo ai due uomini.

Mio cognato mi indicò la direzione dell’autostrada ed io eseguii come ordinato. Nel frattempo alle mie spalle sentivo dei movimenti. “Dai zoccola, togliti la giacca” e mia moglie senza battere ciglio, si tolse la giacca. “Brava, così, mmm dai adesso togliti anche la camicetta” disse il secondo mentre sentivo il primo scoccare alcuni baci. Mio cognato si era voltato e dirigeva la scena “dai cognatina muoviti che i miei amici hanno una gran voglia di strizzarti le tette!”. Regolai lo specchietto retrovisore per poter vedere meglio.

Mio cognato se ne accorse e mi lanciò uno sguardo di disapprovazione. Poi cambiò espressione e mi disse: “va beh dai, mi sembra giusto, guarda anche tu quanto è zoccola tua moglie! Ma non distrarti troppo dalla giuda!”.

Quasi lo ringraziai per la gentile concessione e proseguii ad alternare l’attenzione sulla strada e quella verso lo specchietto retrovisore. Cercavo di andare il più veloce possibile convinto che prima fossi arrivato a casa e meno rischio avrei corso che quei due si fossero trombati mia moglie in auto.

Vidi mia moglie togliersi anche la camicetta e rimanere praticamente con la sola gonnellina e le scarpe. I due si fiondarono su di lei, uno le prese le tette a due mani e iniziò a strizzargliele forte mentre l’altro con una mano si infilò in mezzo alle gambe e con la lingua le leccava il collo in preda a un desiderio irrefrenabile.

Lei mi guardava fisso negli occhi attraverso lo specchietto retrovisore. Sembrava volesse dirmi: “guarda cosa sto facendo per colpa tua”. Mio cognato nel frattempo continuava a dare ordini: “dai troietta allarga quelle gambe e lasciati toccare!”. Poi quello che le tastava con vigore le tette si abbassò a succhiargliele ma evidentemente non era molto delicato perché sentii uscire da mia moglie un “ahi!” contemporaneamente l’altro avvicinò il suo viso a quello di mia moglie nel tentativo di baciarla ma lei si voltò dall’altra parte “che cazzo fai troia?” se ne uscì rabbioso mio cognato prendendole il viso in mano e costringendola a voltarsi verso l’amico “bacialo come sai fare!” e così fu. Vidi l’avido collega infilare la lingua in bocca a mia moglie.

Intanto ci infilammo in autostrada direzione verso casa. No capivo perché mi avesse fatto fare una strada diversa da quella dell’andata ma non stetti tanto a pensarci, piuttosto ero intento ad osservare mia moglie che ora sembrava rispondere al bacio con più trasporto e teneva le gambe oscenamente aperte mentre l’altro la sgrillettava con foga.

Neanche il tempo di guardare davanti per non sbagliare l’immissione in autostrada che un altro rumore mi riportò a guardare nello specchietto retrovisore.

Era un rumore di cintura e di bottoni che si aprivano.

Vidi uno dei due estrarre senza ritegno il suo pisello dai pantaloni e metterglielo in mano a mia moglie senza tanti complimenti. Era già in perfetta erezione e sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro. Mia moglie lo prese in mano e iniziò a maneggiarlo con cura guardandolo andare su e giù quasi ne fosse irrimediabilmente attratta. Sentii lo stesso rumore alle mie spalle e intuii che anche l’altro aveva fatto altrettanto.

Guardai preoccupato davanti a me. Accidenti! Eravamo si e nò a metà strada. Rivolsi nuovamente lo sguardo nello specchietto retrovisore e vidi mia moglie intenta a masturbare entrambi e contemporaneamente a baciare uno e poi l’altro. Ormai era partita. L’eccitazione le aveva annullato i freni inibitori ed io iniziai a preoccuparmi seriamente.

La controprova l’ebbi poco dopo quando senza alcun comando si abbassò a prenderne in bocca uno. Si trattava di quello posto alle mie spalle, pertanto non riuscivo bene a capire come stesse eseguendo l’operazione ma le parole del fortunato non lasciavano ombra di dubbio. La incitava a pompare sempre di più e a leccarglielo per bene.

Intanto l’altro ne approfittò della posizione assunta da mia moglie per infilarle un dito sulla rosetta del sedere mentre con l’altra mano la sgrillettava. Poi cercò di prendere posizione dietro di lei. Capii che la stava per scopare per bene.  Ero ormai rassegnato a vederlo sparire dentro mia moglie quando si intromise mio cognato “ehi! Non erano questi gli accordi!” disse al collega che subito rinunciò all’operazione “hai ragione ma non ce la faccio a resistere devo assolutamente scaricarmi altrimenti impazzisco” “Ve l’ho detto che lei è solo mia. Ancora un attimo di pazienza e tra poco potrete sfogarvi quanto vorrette”. Poi si rivolse a me “tra poco c’è l’area di sosta per i camionisti, svolta e segui le indicazioni che ti darò” “va bene” gli risposi ed in effetti poco dopo comparve il cartello area di sosta a 700mt e misi la freccia.

“Bene ora tieni la destra e fermati là poco più avanti” Seguii le sue indicazioni senza fiatare, si trattava di una di quelle aree di sosta senza benzinaio ne bar, a servizio dei camionisti che ne approfittavano per un riposino. I lampioni accesi erano pochi e mal disposti e l’area era in definitiva buia. Passammo accanto ad alcuni camion finchè mio cognato non mi ordinò di fermarmi. “Spegni la macchina” Eseguii l’ordine anche se non aveva apparentemente senso visto che in quel momento ci trovavamo fermi in mezzo alla strada con a sinistra e destra due camion in sosta posti ai lati della strada paralleli al senso di marcia. “Bene, ora cognatina ascoltami bene, ora scendi da quest’auto così come sei. Voglio che cammini lentamente, ma molto lentamente, sculettando per bene, come una vera zoccola, verso quella panchina là davanti. Quando sarai la ti appoggerai alla panchina e con le gambe belle larghe ti metterai a novanta. Vogliamo vedere per bene la tua fighetta tutta bagnata. Resti in quella posizione fino a che non ti dirò cos’altro fare. Sono stato chiaro?” “Si padrone” rispose lei con voce sommessa. “bene, allora muoviti che non abbiamo tempo da perdere”.

Sentii la portiera dietro di me aprirsi, vidi scendere il collega, poi mia moglie, infine l’uomo risalire in auto richiudendo la porta. Vidi mia moglie passarmi accanto al finestrino senza degnarmi neppure di uno sguardo, il seno le ballava liberamente ad ogni passo, l’andatura era agevolata da quel tacco vertiginoso.

Si posizionò davanti all’auto, uno sguardo furtivo verso mio cognato quasi a sperare in un ultimo ripensamento e poi via alla sfilata.

Il buio attorno a noi non ci aiutava a vedere bene ma comunque il passo lento e sinuoso di mia moglie verso quella panchina calamitava ugualmente l’attenzione. “Accendi i fari” l’ordine di prese alla sprovvista, mi voltai con sguardo interrogativo verso mio cognato “come?” “Cazzo! Ti ho detto di accendere subito i fari e anche gli abbaglianti già che ci sei cornuto!” Non me lo aspettavo questo ordine e rimasi qualche secondo interdetto, poi girai il tasto dei fari ed infine gli abbaglianti.

L’immagine di mia moglie comparve nitida come un angelo. La panchina distava poco meno di 20 mt dall’auto e lei si trovava si e no a metà strada. Allo scattare delle luci fece per fermarsi ma poi riprese la sua camminata sinuosa verso la panchina. La sua gonna si moveva con i fianchi e ad ogni passo metteva in mostra il sedere sodo. I capelli lunghi e biondi che cadevano sulla schiena nuda e quei tacchi alti facevano il resto. Sentivo il pisello esplodere nei pantaloni.

Arrivò alla panchina e come ordinato allargò le gambe e appoggiando i gomiti sullo schienale della panchina si mise a novanta gradi. Passarono alcuni interminabili secondi durante i quali i miei coinquilini sull’auto la riempirono di aggettivi volgari. Poi lei voltò la testa verso l’auto e mosse leggermente il sedere da destra verso sinistra e viceversa per alcuni secondi, quasi a volerli invitare ad avvicinarsi.

Non la riconoscevo più. Mia moglie in un luogo pubblico a gambe oscenamente aperte e pronta per essere chiavata come la più lurida delle puttane. Verso l’alto le gambe mi apparivano lucide. Segno evidente che l’eccitazione era a mille.

“Bene, ora noi tre scendiamo. Tu te ne stai qua in auto a goderti la scena”. Non mi lasciò neppure il tempo di replicare che già avevano richiuso le portiere allo loro spalle e si avviavano a grandi passi verso mia moglie che non si era scostata di un centimetro dalla posizione imposta.

I tre le arrivarono vicino. Erano famelici. Sembrava la scena di caccia dove la preda senza via di fuga soccombe ai predatori. Mio cognato le arrivò da dietro, le mise la mano in mezzo alle gambe e disse qualcosa agli amici che si slacciarono i pantaloni tirando fuori i loro arnesi e iniziando a masturbarsi uno a destra e uno a sinistra di mia moglie. Mio cognato estrasse il suo e senza tanti preliminari la infilò da dietro. Lo vidi prenderla per i capelli come stesse cavalcando una puledra e ogni tanto darle una sculacciata. I tre sembravano infoiati ed anche io non resistetti ed estrassi il mio ed iniziai a masturbarmi.

I due non resistettero a lungo e riversarono il loro sperma sulla schiena di mia moglie che presa dai colpi di mio cognato parve non farci neppure caso. Ma solo quando i due si spostarono mi accorsi con terrore che accanto a loro vi erano altri due individui con il loro arnese in mano.

Erano senz’altro due camionisti, probabilmente svegliati dalle luci dell’auto. Questo era davvero troppo anche per il mio autocontrollo, non resistetti e venni in una copiosa sborrata. Riconcentrai lo sguardo davanti a me e li vidi parlottare con mio cognato che nel frattempo aveva mollato i capelli di mia moglie che se ne stava con la schiena ancora più inarcata e con il culo rivolto verso l’alto. Dopo poco mio cognato riprese a stantuffarla con impeto mentre i due si segavano accanto a mia moglie. Vidi tremare le gambe a mia moglie, segno che l’orgasmo era arrivato per l’ennesima volta e poco dopo mio cognato estrarre il suo e schizzarle sul sedere senza ritegno.

Si staccò da lei che non reggendosi più in piedi si lasciò andare a terra trovandosi così in ginocchio davanti ai due camionisti che le riversarono il loro sperma in faccia.

Vidi i due stringere la mano a mio cognato che nel frattempo si era già ricomposto e salutarlo passandomi accanto per risalire nelle loro cabine senza neppure accorgersi della mia presenza.

Poco dopo fu il turno dei due colleghi mentre vedevo mio cognato porgere una mano a mia moglie per farla rialzare. I due aprirono le portiere del Suv e subito si accese la luce dell’abitacolo mostrandomi ancora con il pisello ormai moscio in mano. “Guarda il cornuto!” disse uno all’altro “è venuto in mano guardandoci”.

A quelle parole mi ripresi dal torpore, mi vergognai tantissimo  e cercai freneticamente un fazzoletto di carta per ripulirmi. Mentre cercavo di ricompormi sentii l’altro avvisare mio cognato con una sonora risata della scoperta fatta.

Mio cognato, arrivato accanto alla mia portiera, l’aprì “avanti segaiolo, dagli una ripulita a quella troia di tua moglie, non vorrete sporcarmi l’auto!”.

Scesi dall’auto e con gli ultimi fazzoletti rimasti cercai di pulire come potevo mia moglie che se ne stava immobile a fissarmi mentre sentivo le mie mani farsi appiccicose del seme degli altri cinque.

Sentii i conati di vomito risalirmi dallo stomaco e dovetti fermarmi un attimo per evitare di vomitare.

Non potendo fare di meglio, aiutai mia moglie a rivestirsi con la camicia e la giacca ed infine risalimmo tutti e cinque in auto riprendendo la direzione di casa.

“Allora cornutello ti è piaciuto lo spettacolino vero?” rispose il collega al posto mio “eccome se gli è piaciuto! Si è sborrato addosso come un adolescente il cornuto!”. “Bene! Allora vorrà dire che ripeteremo ancora di queste serate vero?” disse rivolto ai suoi colleghi e tutti e tre scoppiarono in una sonora risata.

“e tu sei stata fantastica! Sei nata per fare la zoccola… da oggi sei la mia zoccola. Vero amore?” disse rivolto a mia moglie dandole una carezza sulla guancia “si padrone, sono la tua zoccola” “bravissima, e……naturalmente, questo sarà il nostro segreto, è stato chiaro?” disse rivolgendosi deciso agli altri due che risposero affermativamente. Il nostro destino era definitivamente tracciato.

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