Era una giornata calda d’inizio estate, anche sulle prime montagne a milleduecento metri di altitudine. Miriam e Giulio avevano raggiunto quel bosco di castagni perché Giulio voleva fare delle foto alla sua bella. Giulio voleva fotografarla in piena libertà, all’aria aperta, senza il timore di essere visti da passanti occasionali e un castagneto in montagna era sembrata una buona soluzione. Miriam non era proprio convinta, ma aveva ceduto alle insistenze di Giulio pur di farla finita e quel giorno si era fatta convincere ad andare nel bosco indossando una gonna che le arrivava a metà gamba e una canotta che lasciava libere le braccia e metteva in mostra la schiena e il vertiginoso strapiombo tra le sue tette. Sperava che Giulio si sarebbe accontentato. Era una vana speranza e Giulio prima le chiese di togliere il reggiseno, poi di togliere il perizoma lasciandola con la sola gonna e canotta.
Miriam era stupita del comportamento di Giulio che l’aveva sempre assillata con la sua gelosia morbosa, che si spingeva fino a dirle che tipo di gonna doveva indossare o la dimensioni del costume da bagno. Dietro la macchina fotografica, invece, sembrava che non gli importasse più nulla e, anzi, incitava Miriam a osare, a scoprire, a mostrare sempre maggiori quantità di pelle nuda e ad assumere inequivocabili pose da puttanella in calore.
Giulio alternava foto a riprese video e fu proprio durante una ripresa video che Giulio ebbe modo di sorprendere Miriam chiedendole di togliere la canotta e mimare un amplesso di autoerotismo con bocca aperta e sguardo sognante mentre con una mano accarezzava una tetta e con l’altra si toccava la passerina. Miriam sentiva crescere l’eccitazione e il desiderio di far l’amore ma Giulio era completamente assorbito dalla sua attività di cineasta.
Frustrata nel suo desiderio concupiscente, Miriam si lasciava andare, continuava a toccarsi e ormai era nel bel mezzo di un orgasmo, quando un uomo, che si avvicinava a loro a passi veloci lasciando Miriam a metà strada, gridò a muso duro: “Ehi! Che cosa fate? Non sapete che questo bosco è proprietà privata?”.
“Ah, no! Non sapevamo che fosse privato! Ci scusi signore. Stiamo facendo una passeggiata …..” rispose Giulio un po’ spaventato.
“Una passeggiata? Si, si, vedo. Le passeggiate si fanno sempre con le tette al vento! – disse l’uomo guardandoli con occhio torvo e cattivo, mentre Miriam faticosamente si stava distaccando dalla sua dimensione onirica – Lei è quasi nuda e si stava masturbando di brutto. State girando un film porno! Non si può. Qui non si può”.
Miriam si stupì di come quell’uomo avesse capito, in una frazione di secondo, ciò che Giulio non aveva nemmeno sospettato.
“Un film porno? No …. No, non esattamente – farfugliò Giulio – a essere precisi, sì, un film porno un po’ speciale ……”.
“Qui non si possono fare film porno, né normali, né speciali! A meno che …… non sia io l’attore!”
Giulio, folgorato dalla sfrontata autocandidatura e da un’idea fulminante suggerita dall’uomo, biascicò qualche parola sorprendendo Miriam nuovamente: “Bè, se Miriam è d’accordo, per me va bene. Facciamo una variazione al programma ……..”.
Miriam, che non aveva smesso del tutto di toccarsi, sentendo ancora i richiami della passerina e investita dalla responsabilità che Giulio le aveva passato, rispose speranzosa : “Non è un mestiere per tutti bisogna avere i requisiti ….. “.
L’uomo capì al volo e senza aspettare nemmeno un minuto tirò fuori dai pantaloni il suo pene in completa erezione, completamente depilato e di dimensioni ragguardevoli: “I miei requisiti sono questi “.
Miriam che aveva una discreta eccitazione e desiderio, alla vista di quegli argomenti, rivolta a Giulio disse: “Per me vanno bene. Tu sei pronto a riprendere l’intero amplesso? – e, mentre parlava, si avvicinò all’uomo e gli prese il pene in erezione lasciandosi sfuggire un gemito di ammirazione – prepara la videocamera e stendi un telo, dove poter tranquillamente recitare, che intanto io ne saggiò la consistenza”.
Altro che recitare! Miriam aveva voglia di scopare e, così dicendo, si avvicinò e con vivo desiderio prese il pene dell’uomo con una mano. Lo scappellò e tirò avanti e indietro la pelle un paio di volte. Era magnificamente rigido e grande.
Giulio, in tutta fretta, quasi non credendo alla fortuna che gli era capitata, stese un telo su uno spiazzo e sistemò la videocamera su un treppiede. Da tanto tempo sognava di girare un film porno e ora non solo era possibile, ma l’attrice protagonista era la sua bella Miriam. Non stava nella pelle, avrebbe potuto osservare e valutare come Miriam si comportava con altri amanti, cosa le piaceva di più, e poter rivedere più volte la registrazione in modo da migliorare le sue prestazioni. Non lo sfiorò nemmeno di striscio il fatto che Miriam lo stava rendendo un cornuto contento. Fece indossare la canotta e il perizoma a Miriam e riporre il pene nei pantaloni all’uomo e li fece sedere sul telo.
L’uomo, che indossava un paio di jeans lisi e una camicia a quadri da boscaiolo, aveva la barba incolta, forse di un paio di giorni, ma di donne, evidentemente se ne intendeva, perché la prima cosa che fece fu baciarle la fronte, gli occhi e poi cercare la bocca di Miriam, per un lungo bacio di “riscaldamento”. Miriam esitò un po’, ma poi languidamente rispose al bacio e le lingue s’intrecciarono e si cercarono. Giulio spostò il suo punto di ripresa in modo da non perdere nemmeno un secondo.
Quando, finalmente, Miriam allungò una mano per accarezzare il collo dell’uomo e i capelli nero corvino, anche l’uomo allungò una mano per ricoprire i seni di Miriam, dapprima sulla maglietta e poi, pian piano, direttamente sulla pelle. Trovò i capezzoli di Miriam inturgiditi e proiettati verso l’esterno. L’uomo li torturò un po’ strappando a Miriam altri gemiti.
Senza staccare la bocca dalla bocca di Miriam, l’uomo cominciò ad armeggiare per toglierle la canotta. Anche le mani di Miriam, sempre più ansiose, sbottonarono la camicia dell’uomo, aprendosi un varco verso un petto piatto e glabro. Lui abbassò la testa e prese a titillare i capezzoli di Miriam con la lingua, strappandole ancora gemiti soffocati.
Poco alla volta i due furono nudi, mentre Giulio non si perdeva nemmeno un’inquadratura e spesso, insieme con la videocamera scattava foto di particolari piccanti. Giacevano sul telo, giaciglio improvvisato e le mani cercavano il desso dell’altro. Miriam conquistò il pene dell’uomo e lo tenne fermo mentre si piegava per raggiungerlo con la bocca. Gli diede un piccolo morso e una leccata al glande divenuto ormai rosso scuro di sangue che lo gonfiava. Aveva un sapore un po’ selvatico, ma nel complesso lo trovò molto gradevole. Tutte le scene rigorosamente riprese dal bravo Giulio il quale, addirittura, notando che Miriam aveva un po’ trascurato il rigido pene dell’uomo, prese la mano di Miriam e la accompagnò sul pene e le diede una spinta per avviare un movimento piacevole.
Miriam stringeva con una mano l’asta del pene e succhiava il glande passando repentinamente dal vigore alla dolcezza e regalando all’uomo sensazioni paradisiache. Miriam messa a quattro zampe succhiava e leccava, guardando il suo amante dritto negli occhi. Lui le accarezzava i capelli, li raccoglieva per lasciarli ricadere sul suo volto e coprendo quegli occhi arsi dal fuoco del desiderio. L’uomo spingeva sulla testa di Miriam e poi le tirava i capelli per farle uscire il pene dalla bocca. Con movimenti rapidi e precisi le muoveva la testa e le scopava la bocca. Guardava Miriam e la sua bellezza gli amplificava il suo piacere. Una donna così bella a sua completa disposizione non l’aveva mai avuta e cercava di restituire il piacere di quel pompino, agitando la mano tra la passerina e il buco del culo. Le titillò il clitoride, infilò un dito in un lago di umori profumati e poi, con le dita ormai lubrificate ne infilò due nel sedere che vibrò di piacere.
Giulio riprendeva tutto con passione, non lesinando di spostare la videocamera dove fosse più interessante e si accorse che mentre l’uomo sondava l’apertura posteriore di Miriam, questa si apriva e richiudeva in un anelito di passione e di desiderio. Miriam succhiava con passione e non esitava di infilarselo tutto in bocca fino ai coglioni provocandogli delle sincopi della respirazione. Succhiava con foga, provando un piacere sottile, quasi fosse una lotta privata tra lei e quel pene che non si decideva a produrre il dolce succo biancastro.
“Ragazzi, siete muti? Avanti, fate sentire il piacere che vi regalate” disse Giulio rivolto ai due amanti.
“Che magnifica puttanella. Succhia, succhia …… succhiami il cazzo” disse l’uomo e le assestò una poderosa pacca sul culo nudo che risuono nel bosco. Poi sfilò il pene dalla bocca di Miriam e la afferrò per la vita e la fece sdraiare sul telo, mentre lui in ginocchio di fianco a lei, le fece aprire le gambe e le tirò su la gonna striminzita. Giulio, allo scopo di accelerare gli eventi scostò il perizoma e liberando la via. L’uomo cominciò a esplorarle la passerina con due dita, muovendole in circolo e andando a sollecitare il punto G. Miriam miagolava di piacere e di tanto in tanto emetteva grida estatiche. Con le belle tette libere che oscillavano insieme con tutto il corpo e in sincronia con gli alti e bassi dei suoi gemiti sembrava sempre sul punto di un orgasmo. Giulio non aveva mai visto Miriam godere così intensamente e quando i miagolii e i gemiti divennero vere e proprie grida di piacere, Miriam fu colta da un primo orgasmo che la scosse tutta e le bruciò varie sinapsi cerebrali. Le sue grida di piacere si levavano verso il cielo e lei, per la vergogna, afferrò il pene dell’uomo e se lo infilò in bocca come una specie di tappo.
L’uomo accortosi di quanto stava succedendo alla sua amante, avvicinò la bocca alla vagina e cominciò a berne i succhi e a sollecitarne il clitoride. Miriam ebbe un sussulto e venne ancora e poi ancora, senza interruzioni e, a questo punto, ebbe bisogno di qualcosa di solido nella passerina.
Miriam alzò il viso, guardò l’uomo negli occhi e gli sorrise. Gli afferrò il pene in erezione con la mano destra e, senza lasciare la presa, lo fece distendere sulla schiena e si mise cavalcioni sull’uomo e infilò il pene nella passerina ormai ridotta a un lago di umori e un fuoco di desiderio. Miriam sentì quel transatlantico entrarle dentro e riempirle ogni angolo della passerina, ogni piega, e stirando le pareti. Si lascio sfuggire un gemito piuttosto forte di piacere mentre cominciava a cavalcarlo. Dapprima seduta sull’uomo, con le gambe si alzava e ricadeva sul suo ventre, sentendo il pene che penetrava in profondità e le stracciava i tessuti interni facendola godere ancor di più. Poi si piegò a baciarlo e ruotando il bacino faceva entrare e uscire il pene dalla passerina con una frequenza impressionante raggiungendo ancora un orgasmo multiplo che le procurò onde d’urto e fremiti per il tutto il corpo.
Giulio a quella vista, eccitato come un cammello in amore, avrebbe volto piegarsi e leccare quel ben di dio che usciva dalla passerina di Miriam, ma il dovere di cineasta lo trattenne. Cominciò, però, a toccarsi con la mano libera.
A quel punto, l’uomo, che era ancora a bocca asciutta, afferrò i capelli Miriam e tirandoli verso l’alto la costrinse ad alzarsi. Giulio ebbe un’eiaculazione nelle mutande e non seppe mai se fosse stata provocata dalla scopata di Miriam o da quell’atto imperioso che l’aveva costretta ad alzarsi. Miriam guardò l’uomo supplicante, non capiva cosa stava succedendo e temeva di perdere l’amante.
“Sei venuta ancora, puttana! Non riesci a trattenerti! Ora tocca a me inondarti di sperma e voglio sfondarti il culo.”. Così dicendo la trascinò tenendola per i capelli fino a un albero e, prima di lasciarle i capelli, la fece piegare a novanta gradi con le braccia tese e appoggiate al tronco dell’albero. Poi si portò dietro di lei e con fare deciso, le allargò le chiappe dispose il suo pene ancora perfettamente in tiro e cominciò a spingere tra le urla di Miriam. Alla terza o quarta spinta, il pene entrò completamente e ben presto le grida di dolore di Miriam si trasformarono in grida di piacere. L’uomo stava facendo il culo a Miriam mentre Giulio riprendeva l’azione. Emozionatissimo e, nonostante la larga macchia che era comparsa sulla patta dei suoi pantaloni, era ancora molto eccitato. Avvicinò la videocamera al viso di Miriam e l’uomo, per favorire una buona inquadratura afferrò i capelli di Miriam e li tirò per farle girare la testa verso la videocamera. Ansimava Miriam. Ansimava di piacere! Giulio le fece un bellissimo primo piano nel quale lei aveva il viso contratto dal piacere di un pene duro e grosso che ormai da quasi un’ora le stava sfondando le viscere e per i continui orgasmi che la scuotevano. Poi l’uomo tirò i capelli verso di se e, di conseguenza, Miriam portò la testa indietro inarcando il corpo e favorendo una penetrazione anale più profonda. Gemeva, gemeva di piacere.
Gli orgasmi di lei si susseguivano e finalmente anche l’uomo fu sul punto di venire.
“Ora girati verso di me, puttanella e mettiti in ginocchio. Voglio sborrarti sul viso” disse l’uomo e Giulio si pose per riprendere quella splendida occasione nel modo migliore. Miriam s’inginocchiò e offrì il suo volto all’uomo che in pochi secondi le riempì la faccia di seme. Poi Miriam prese il cazzo del boscaiolo e lo portò alla bocca e con la lingua lo ripulì. Sorrideva felice e, non contenta, per completare il lavoro di pulizia, lo infilò in bocca e lo lavò con la lingua e la saliva.
Quando ebbe finito, sorrise alla videocamera. Aveva il viso soddisfatto e disse: “Giulio, l’ho fatto per te, solo per te, amor mio. “
“Grazie. Sei un’attrice meravigliosa” disse la voce di Giulio fuori campo.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…