L’inconscio
Io ero appena entrata nella sala, dove tra pochi istanti sarebbe iniziato un concerto d’un noto musicista, giacché sapevo cominciando bene ad apprezzare, che avrebbe eseguito quel brano free-jazz dalle note penetranti e infinitamente sensuali che io adoro, per il fatto che porta il nome di “Old School” di Everette Harp, con gli assoli sempre omogenei e trascinanti assieme alle note che ti riscaldano appieno rincuorandoti l’anima, ascoltatelo, perché ne vale la pena. Ero da sola, nel frattempo a mio fianco, a luci già spente, si sedette un uomo e tra un applauso e l’altro i nostri gomiti vicini per [...]