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Avvenimenti persone e luoghi raccontati in questo episodio, sono frutto della fantasia dello scrittore.

Il racconto è su commissione ed è basato sulla richiesta di un marito voglioso il quale gradirebbe ricevere commenti in merito alla moglie. Per tanto vi invito a scrivere alla sua mail per omaggiare la donna con i vostri sudici pensieri o commenti e per rendere onore al cornuto e alla sua disponibilità di concedere la moglie a tutti voi.

Potete scrivere al marito della donna: ascoltami80@gmail.com

Oppure scrivere allo scrittore (cioè me, io girerò i commenti al cornuto): sessfa@libero.it

Falu vi augura: “Buona lettura”

“Era una domenica mattina, una delle tante da quando è nato nostro figlio. Non dico tristi e insoddisfatti, anzi. La nostra è una famiglia per bene, sposati con un figlio; con due onesti lavori che ci permettono di poter vivere con tranquillità senza estremi grilli per la testa. Ma quella domenica mi ero alzato svogliato, come se mi mancasse qualche cosa. No, no! Con mia moglie faccio sesso, anche se da quando è nato Matteo, non lo facciamo spesso come prima, in ogni caso ci concediamo serate o momenti di piacere abbastanza frequenti.”

Non mi sembra vero essere davanti a quelle persone e rendere pubblica la mia vita sentimentale. Seduto con una mascherina in volto di fronte a delle persone che mi ascoltano. Tutti con i volti coperti per celare un minimo la loro identità. Sto parlando: “Lo ricordo come fosse ieri, sabato dopo pranzo ero rimasto solo a casa mentre mia moglie aveva portato dal dentista Matteo per una visita di controllo, mi ero messo davanti al PC per guardare un po’ di video porno, ma poi avevo deciso di chattare, per eccitarmi con altre persone che la pensano come me.

Nella chat pubblica mi capitò di trovare un nick curioso, ‘Dottor In-culami specialista in sesso avanzato’. Ciao, gli scrivo, mi risponde poco dopo. Scoprii che si spacciava da specialista in ipnosi, e che era in grado di manipolare la mente delle persone. Ovviamente non ci avevo creduto, ma ora…

Gli ho raccontato un po’ della mia vita e dei rapporti con mia moglie molto alla leggera, ma poi, sono rimasto colpito dalla sua gentilezza e genialità e mi aveva proposto delle idee per risolvere i nostri problemi di coppia. Avevamo bisogno di uscire dagli schemi, mi disse. Soprattutto mia moglie o forse io. La domenica appunto mi ero svegliato con questa convinzione che mi mancasse qualche cosa, che ci mancasse qualche cosa. Era quella famosa domenica mattina che ha cambiato la nostra vita.”

Sento la mano ferma e decisa del Dottor In-culami appoggiarsi alla mia spalla, mi distrae per un istante e senza permettermi di continuare prende la parola, lo guardo mentre descrive al posto mio la mia vicenda, la mia vita.

Indossa un camice bianco ed è l’ unico della stanza che è vestito e che non indossa la maschera.

Sia io che tutte le persone di fronte a me siamo nudi, tutti uomini. Io sono l’unico seduto su una sedia in legno mentre tutti gli altri sono in piedi. Li osservo uno per uno. I volti tutti coperti da maschere carnevalesche, con i fori necessari per guardare, respirare e con un buco più largo all’altezza della bocca.

“La donna, è timida, impaurita e senza esperienza, è una splendida donna che vuole esaudire i desideri del marito e sa qual’ è il suo ruolo. Oggi sarà a vostra disposizione!” Il tono di voce del Dottore mi da forza, mi sento strano, eccitato si, ma allo stesso tempo impaurito. So quello che accadrà a breve, lo abbiamo studiato per giorni e giorni, ma era la prima volta per me e per la mia Manuela.

“Questa a te non serve più” dice il Dottore sfilando la mia maschera ed esibendo il mio volto a tutti.

“Questo è il marito della donna che tra poco sarà vostra per 1 ora!”

Io sarei stato presente, potevo guardare ma dovevo rimanere seduto sulla sedia o per lo meno lontano dalla scena e ora senza maschera mi sento veramente nudo, un verme, giudicato da loro come un pervertito.

“Si è sempre eccitato davanti a video porno di cornuti che guardano la moglie scopata da altri, mi ha confidato che la vuole vedere al posto della protagonista di quei video, oggi renderete reale il sogno di questo uomo, di questo porco cornuto.”

La parola porco seguito da cornuto mi fa trasalire, sento un brivido correre lungo la schiena e terminare sulla punta del mio pene.

Quella domenica avevo preso la decisione. Con la scusa di scendere a prendere il giornale avevo chiamato il ‘dottore’ e avrei seguito le sue istruzioni.

Per entrare in cura da lui avrei dovuto fare delle cose per convincere mia moglie che il nostro rapporto si era sciupato e che avremmo dovuto rivolgerci ad uno specialista.

Ecco, prima di avere dei rapporti con mia moglie dovevo masturbarmi e godere da solo, per non riuscire a raggiungere l’orgasmo successivamente con lei. Per mesi mi chiudevo in bagno con il cellulare e guardando video di donne scopate davanti ai propri mariti, mi scaricavo, poi, provato e stanco, affrontavo Manuela che, pur essendo splendida, non riusciva a farmelo diventare duro. Ci furono 2 incontri nei quali io partecipai alle sedute con il ‘dottore’ e mia moglie. Alla fine della seconda però disse:” Signora, da domani venga qui da sola, ho capito il problema ma ho bisogno della sua collaborazione.”

Ero in ansia, il giorno dopo. A casa non aspettavo altro che tornasse. Al suo rientro mi disse che le dovevo fare delle foto imbarazzanti e che le avrei dovute pubblicare su un portale di condivisione.

Allo stesso tempo il ‘dottore’ mi aveva detto di non praticare più l’auto masturbazione e di fare sesso con la mia donna solo dopo aver letto i commenti sulla pagina dedicata a lei.

Già nel leggerli mi eccitavo, sconci e volgari, leggevo con goduria le luride parole rivolte alla mia donna. I testi più eleganti erano brevi e concisi. “Belle tette” “Da leccare tutta” “Complimenti alla carrozzeria di lusso”. Gli altri erano quelli che mi eccitavano di più! “Tieni la bocca aperta che ti sborro dentro in gola” “Sei una gran troia, immagino la tua figa grondante mentre il mio cazzo ti riempie” “Ho voglia di sfondarti quel culo da puttana” “Ti strizzo le mammelle come una vacca!”

Sentivo il cazzo esplodere dentro i miei slip, subito facevamo sesso e compiaciuta mia moglie, gradiva la foga con cui la scopavo. Questo l’aveva divertita e soddisfatta, spingendola a farsi fotografare in diverse pose, sempre più provocanti e sempre più oscene, da prima protetta tra le nostre mura per poi proporre foto osè in luoghi appartati ma all’aperto. In fine si decise di farsi fotografare anche in luoghi pubblici, camerini, parchi, supermercati e strade. Oltre ad altre sedute fatte da sola con il “Dottore”.

Ogni volta, solo per un periodo, io dovevo leggere i commenti e scoparla per poi riprendere a masturbarmi da solo e non raggiungere più l’eccitazione con lei, per spingerla a fare sempre qualche cosa di più spinto e volgare.

Guardo gli uomini di fronte a me, sono 6 in tutto, i loro fisici sono uno diverso dall’altro, l’unica cosa che li accomuna è la loro età. Sono tutti over 50 all’apparenza.

Dal più magro al più grasso con la pancia copre parte del suo pene. Dal più alto al più basso, più o meno pelosi, più o meno pelati. Il loro sessi erano tutti esposti di fronte a me, alcuni parzialmente eccitati. Sento rumore di passi dietro le mie spalle e noto un po’ di fermento tra i presenti. Lungo il mio fianco sfila mia moglie, il dottore l’accompagna e la fa fermare a pochi passi davanti a me. La guardo. Ha una tunica bianca che le copre il corpo, i capelli raccolti con due codini poco sopra le orecchie che ricadono fino alle spalle, le danno le sembianze di una 15 enne anche se ne ha una quarantina. Un nodo dietro la nuca di un tessuto rosso mi fa capire che è bendata. Mormorii, commenti soffusi, parole dette sotto voce, ma le sento.

Il ‘dottore’ aiuta Manuela a fare un paio di giri su se stessa, lentamente. Il tessuto sottile mette in mostra le sue curve. So che non sono perfette, l’età e il parto le hanno segnate leggermente, ma rispetto ad altre donne della sua età è tonica e giovanile. Guardo le curve del suo seno che nel girare sono ora di fronte a me. Lei non vede nulla, la benda agli occhi le priva la vista, ma gli altri sensi sono vigili.

Sono sicuro che anche lei percepisce l’odore di uomini che c’è in quella sala e soprattutto sente i commenti sul suo corpo, quelle paroline sconce pronunciate sotto voce ma sembrano rimbombare dentro la stanza.

I capezzoli turgidi che risaltano da sotto la stoffa, mi fanno capire che l’emozione non è solo mia.

“Sai amore, mi eccita molto leggere i commenti di questi sconosciuti!” mi aveva sussurrato all’orecchio mentre il mio pene cercava la strada verso la felicità tra le sue gambe.

Sentirglielo dire mi aveva colpito pesantemente, pensavo di godere ancora prima di entrare dentro di lei.

“Mi fa sentire sporca, mi vergogno molto, ma pensare che altri uomini mi guardano nuda mi da strane sensazioni”

“E se ti toccassero? Ti piacerebbe?” Le chiesi mentre il mio pene era entrato senza alcuna resistenza dentro le sue intimità.

La risposta fu un orgasmo immediato, non disse nulla; sapevo che nella sua mente già giravano nuove voglie, ma continuò a farsi scopare da me fino a darmi soddisfazione.

Il giorno dopo l’accompagnai dal ‘dottore’. Confidammo a lui il nostro nuovo segreto e che lei si era eccitata a tal punto da godere istantaneamente.

Il ‘dottore’ rivolto a me, fece cenno che sarebbe potrebbe essere una buona cura per il nostro rapporto. Lo disse sorridendo e con molta malizia.

“Ho un giro di pazienti fidati che seguo da anni, sani e particolarmente adatti a tale situazione. Vedrò cosa posso fare!” Disse lo specialista in ipnosi. “Vi contatterò per ulteriori informazioni.”

Non so cosa le aveva fatto o detto, ma ora era li, di fronte a me.

La mano del dottore si appoggia rapida sulla spalla di mia moglie, in corrispondenza di un bottone, clik, il tessuto scorre a terra, lei d’istinto si protegge le intimità con la mano destra ed il seno con il braccio sinistro. Trasale. Sa di essere nuda e si irrigidisce. La mano alta del dottore indica e tutti i partecipanti di stare fermi e zitti al loro posto. Lei ora è di fronte a me, tutti le vedono la schiena ed il culo. Vedo alcuni che allungano la mano per accarezzare il proprio sesso, vogliosi di guardare il resto, toccarla e possederla. Il mio pene prende vigore.

Il ‘dottore’ appoggia le mani sulle spalle e la sospinge per farla girare, le afferra i polsi e le allarga le mani con il piede le fa allargare le caviglie e aprire le gambe.

Vedo gli uomini che ora tutti si stanno toccando il pene.

“Questa donna è in calore e ha bisogno di essere scopata da veri uomini con esperienza, è stanca di accarezzare un pisellino da solo, ha voglia di uomini che la sappiano soddisfare come si deve, che la trattino come deve essere trattata, mostrate come si fa, mostrate a questo pezzo di merda come fate godere questa puttana.”

Le parole mi cadono addosso come macigni, ho paura di non poter sopportare di vederle in mezzo a loro, usata e posseduta come un oggetto di piacere.

Vedo il respiro di Manuela aumentare, le gambe fremono, ha paura anche lei, è tesa ma non dice nulla. Rimane a gambe e braccia larghe, esposta alla vista di quegli uomini che ora cominciano ad avanzare.

“Ciao bella, adesso ti facciamo godere!”, “Bella troia”, “Mmmh che belle tette da succhiare”.

“Sei già bagnata puttanella, hai voglia del mio cazzo?”

I commenti entrano nella mia testa come affondi di piacere, ho gli occhi sgranati, sento brividi percorrere la mia pelle. La pelle delle cosce e delle braccia di Manuela tremano. Forse si vergogna, io vorrei tornare indietro. Vorrei alzarmi, fermare tutto e portare via Manuela.

“Claudio ci sei?” mi chiede all’improvviso, sento la sua voce tremante. Ecco, ora mi alzo e la prendo con me. “Si” Rispondo, tentenno a proseguire la frase e mi anticipa. “Ok, allora va tutto bene, grazie. In quanti sono?”.

Ecco una delle regole, potevo parlare a mia moglie e viceversa, ma non potevamo chiedere nulla a nessuno. Potevo solo guardare e non partecipare, ma mia moglie aveva chiesto di poter sentire la mia voce, aveva bisogno di sapere che c’ero. Il ‘dottore’ aveva acconsentito. Avrei potuto stoppare tutto se volevo e solo se tutti e due eravamo d’accordo di fermarci. Avevamo firmato un documento nello studio, che garantiva un rimborso economico per una eventuale sospensione. Una cifra non esosa, ma un piccolo prezzo per l’affitto della stanza e le varie spese sostenute.

“Sono 6, amore”

Vedo le loro mani correre lungo il suo corpo, 120 dita che percorrono la sua pelle in cerca di accarezzare tutti i punti più sensibili della mia donna. La circondano ma hanno l’obbligo di farmi vedere quello che fanno. Per tanto li vedo accarezzare le guance, la bocca, il collo, le braccia, i seni, la schiena, i glutei, le cosce e a turno vedo le mani passare tra le sue gambe tastando la vagina.

“La puttana è bagnata, senti, già gronda di piacere.”

Sobbalza al tocco, indietreggia, portando le mani in difesa della sua intimità.

Il ‘dottore’ mi guarda con occhio critico e io: “Manu, ti prego, lasciati toccare, fallo per me, ti prego!”

Un uomo ride ed aggiunge “Dai retta a quel cornuto, vedrai ti piacerà essere scopata da veri uomini!” Tutti ridono!

Un uomo, completamente pelato afferra la mano di Manuela e l’accompagna fino al suo cazzo e dice: “Toh tocca un cazzone vero!”

Lo guardo mentre Manuela ne afferra il tronco, lo tiene alla base vicino ai testicoli e vedo la punta del glande apparire abbondantemente dalla parte opposta.

Il mio pensiero si sposta a quando pochi giorni fa, avevamo fatto l’amore. Prima di scoparla si era messa in ginocchio e mi aveva masturbato un po’. La mano avvolgeva il mio pene duro e voglioso ed il glande usciva a pieno ad ogni suo affondo. Quello che ora aveva in mano Manuela usciva almeno il doppio del mio, ad occhio quell’uomo aveva dai 19 ai 20 cm di pene.

Butto l’occhio a tutti quei membri e mi rendo conto che tutti hanno una dimensione notevole, del gruppo quello che è più piccolo mi sorpassa di almeno 2 o 3 cm.

“Ti piacciono i cazzi grandi e grossi?” dice l’uomo che ha il cazzo nella mano di Manuela.

“Vedrai che differenza tra quello mio e quello del tuo cornuto”.

Molti occhi si dirigono verso il mio pene turgido che spunta dritto tra le mie gambe. D’impulso mi copro, mi vergogno.

“Vediamo” dice il grasso che distoglie gli occhi dal culo della maglie e me li punta addosso!

“Ti vergogni mezza sega?” dice l’unico che ha ancora una folta capigliatura. “Tuo marito si vergogna del suo cazzo, ma c’è l’ha o è una femminuccia?” Continua ridendo.

Sento il sangue ribollire dalla vergogna, il volto avvampare. Di sicuro sono rosso paonazzo, ma lentamente tolgo la mano dal mio imbarazzo.

“Uuuh guarda, si vede appena, ma credo che sia eccitato”.

“Chiedi a tua moglie se vuole succhiare un cazzo più grosso del tuo!”

Mi ordina un mingherlino che appare da sotto le gambe di Manuela e mi osserva.

“E’ timido, come il suo cazzetto!” ride vedendo che non rispondo.

“Vuoi mettere in bocca un pene più grosso del mio?” balbetto con una voce tremante.

“Se lo vuoi tu, per me va bene, lo faccio solo per te” mi risponde.

Non mi lasciano rispondere e ridono rivolgendo di nuovo l’interesse alla mia donna ora coperta non solo dalle loro mani ma anche dalle loro lingue che scorrono lungo tutto il suo corpo, percorrendo tutti i solchi e a turno leccando capezzoli, natiche e vagina.

Il più muscoloso dei 6 l’afferra per un codino costringendola a piegarsi per poi ordinarle: “In ginocchio puttana! Fammi vedere se sai fare pompini!”

Senza lasciare la presa del pene dell’uomo del pelato, Manuela si inginocchia, l’uomo le si mette di fronte e prendendola per la testa, le infila il pene ancora molliccio. Pur essendo anzianotto il fisico è quello di un ex palestrato, asciutto e muscoli in evidenza anche se la pelle raggrinzita non lascia scampo al tempo passato. La vedo titubante. Indietreggia con la testa. “Dai puttana apri la bocca!”

La vedo attendere un mio assenso, che non tardo a dare. Non credo che ne abbia voglia, ma non ci penso e dico: “Fai quello che ti chiede”.

Lei apre la bocca e accoglie quel cazzo di discrete dimensioni anche se non del tutto duro. Per un attimo mi sembra di vedere un po’ di imbarazzo da parte di mia moglie, una smorfia parzialmente nascosta dalla benda, quasi volersi sottrarre da questo nuovo corpo dentro di lei, ma poi, costretta forse dalla mano del 60 enne, comincia a muovere la testa avanti e indietro.

Vedere il cazzo di uno sconosciuto entrare nella bocca di mia moglie mi blocca il respiro. Lo avevo visto fare molte volte ma solo dietro una cinepresa, forse finto e costruito ad arte da attori di professione.

Ma ora sono li che guardo dal vero.

Non credo ai mie occhi, per anni avevo chiesto che mi facesse dei pompini

La prima volta fu in viaggio di nozze, che fu però una semplice leccata, il primo pompino qualche mese dopo, ma per diverso tempo mi aveva chiesto di non venirle in bocca. Poi un giorno aveva ceduto, tal volta per motivi di tempo e di location, lo tiravo fuori e lei si piegava sulle gambe e mi prendeva l’uccello in bocca. Quel giorno in ascensore non avevo resistito e tenendole la testa ero venuto un po’, sapevo che non voleva ma non avevo resistito. Per qualche istante temetti che sputasse, ma visto che eravamo arrivati al piano fu costretta a tenere lo sperma in bocca, era incazzata. La sorpresa fu che all’uscita trovammo una coppia di amici. Manuela non pote che ingoiare.

Gli confidai alla sera che la cosa mi aveva eccitato moto, anche se lei lo aveva capito subito. Ma non gradiva moto e mi chiese di prometterle che non lo avremmo fatto spesso.

Ora però la vedo muoversi su quel pene turgido anzi rimango sorpreso di vedere l’altra mano raggiungere un altro pene, quello dell’ uomo apparentemente più anziano. Sembra abbia 80 anni. Pancetta, con le gambe e le braccia magre diverse macchie alla pelle che lo rendono buffo. Le mani attraversate da vene evidenti.

Il pene sembra lunghissimo, probabilmente in gioventù era di sicuro il più dotato del gruppo.

Gli penzola senza grosse evidenze di eccitazione, ma Manuela lo tocca con curiosità, quasi speranzosa che si possa drizzare. Vedo le sue mani giocare con i testicoli, mentre la sua testa sballottata, lascia entrare ed uscire un nuovo cazzo. A turno infatti le mani di Manuela afferrano i membri del vari uomini, li tasta, ne sente la consistenza e li sega. Sempre a turno la sua bocca accoglie un nuovo cazzo, più o meno duro. Vedo la lingua allungarsi lungo il tronco, la saliva sbrodolare dalle sue labbra. Io resto seduto, guardo, osservo, sento il mio pene gonfio, vorrei partecipare a quel giro di giostra, ma devo stare li seduto.

“Dai puttana! Ti piace sentire tutti questi cazzi! Dai fai sentire a quello sfigato quanto ti piace toccare e succhiare! Bagnati le dita nella tua figa e falle annusare al cornuto!”

“Vuoi annusare?” Mi chiede timidamente. “Si!” Rispondo io senza esitazione.

Manuela si passa rapida la mano sulla vagina, poi indirizzata dal ex palestrato me la mette sotto il naso. Vedo le dita grondanti di umore, sento l’odore intenso del suo sapore.

“Annusa porco, senti quanto gode la tua troia! E non l’abbiamo ancora scopata! Sentirai quanto urlerà la puttana dal piacere.” mi dice mentre l’odore mi entra nella testa. Mi rendo conto di muovere le mani lungo le mie cosce, quasi volessi accarezzare quelle di Manuela, stringo le gambe e le allargo, sento i miei testicoli strusciare sulla pelle, schiacciarsi a ritmo dei miei movimenti.

Ora so che piace anche a Manuela, ne sono sicuro, non sarebbe così bagnata. Me ne rendo conto anche perché, nel movimento del braccio per farmi annusare il suo piacere, non ha smesso di masturbare e leccare i membri del gruppo.

L’uomo apre la bocca e lecca le dita fradice della mia donna, lo avrei voluto fare io, ma vederlo fare mi eccita ancora di più, sta assaporando il piacere di mia moglie.

“Mmmmh calda come una cagna in calore! Gustosa, è una vera troia, non ti merita, sei una merda.”

La sollevano di peso mentre spostano un tavolo di fronte a me. La depositano sopra a pancia in su.

In 4 le allargano le gambe e le tengono ferme le braccia.

Il ciccione si posiziona tra le sue gambe. Si distende sopra il pube della mia donna. Afferra le tette e le strizza. Sento Manuela mugolare. Poi dopo averle stuzzicate un po’ allarga la mano e con un ampio movimento del braccio imprime uno schiaffo secco al seno sinistro. Sento un urletto tra il dolore e la sorpresa. Vedo la tetta sobbalzare di lato. Un secondo colpo la fa sussultare di nuovo. Un piccolo segno rosso si dipinge sulla pelle bianca della mammella. Ne afferra i capezzoli con pollice e indice e lo strizza.

Di nuovo Manuela urla tra sorpresa dolore ed eccitazione.

Il mio pene è completamente alzato, il glande fuoriesce dal prepuzio, ma non mi tocco, lo guardo soltanto.

La tetta si deforma e si allunga mentre le dita si allontanano trattenendo la punta turgida del seno per poi lasciarlo improvvisamente.

Mia moglie è pure sadica, penso, non lo sapevo! Gli urli sono mezzi camuffati da grossi sospiri di piacere. La sento inspirare aria nei polmoni, forse vogliosa di altri schiaffi.

Ora sono tante le mani che strizzano, pizzicano e schiaffeggiano le tette di mia moglie. In breve tempo il roseo colorito della pelle dei seni diventa rosso, impronte di dita o piccole cerchietti evidenziano i colpi più forti. Ad ogni stoccata un sussulto, un respiro, un mugugno di piacere.

“Ti piace troia? Di a quel frocio di tuo marito quanto ti piace essere trattata cosi!”

“Claudio, se a te piace, piace anche a me! Vuoi che continuino?”

La guardo distesa, le tette arrossate, i capezzoli turgidi, duri e gonfi. Ha il respiro corto, le gambe divaricate il sesso esposto agli occhi di quei vecchi. Sento il mio pene sempre più gonfio non lo guardo questa volta, altrimenti me lo toccherei, non voglio masturbarmi ho paura di essere giudicato un porco da mia moglie… ma so che lo sono e so che lo sa.

Mi piace vederla li, me la immagino scopata e non vedo l’ora che accada. Se dico qualche cosa di negativo potrebbe ripensarci e invece io voglio vedere, voglio che tutto continui.

“Si, mi eccita” Rispondo continuando ad aprire e chiudere le gambe ritmicamente.

Schiaccio il mio sesso tra le mie cosce e continuo a guardare. Girano il tavolo sotto la schiena di Manuela, ora distesa sul lato corto del vecchio tavolo in legno scuro. Il corpo bianco della mia donna risalta in questo ambiente. Ora mi rendo conto che tutto attorno a noi è scuro. Il pavimento in marmo nero, da lustro alla stanza che però risulta grigia, dalla poca luce. Un faro illumina me e la scena che mi sta difronte. Il pancione si alza la pelle sotto l’ombelico alla ricerca del suo pene. È ancora dove stava prima, tra le gambe sempre divaricate di Manuela. Ora vedo la dote di quell’uomo; non molto grosso. Non sembra enorme sotto la pancia, ma appena afferrato in mano, mi rendo conto delle reali dimensioni. 21 o 22 cm di pene, puntano ora diretti verso la vagina dalle labbra sottili e delicate. Non so che fare, forse dovrei fermare tutto.

Il pancione si gira verso di me, mi guarda l’uccello che è gonfio e duro. “Al frocio piace sentirti urlare di piacere, non ti avrà mai fatto godere con quel pisellino da neonato!”. Lo dice sogghignando puntando il suo glande verso la fessura umida.

Non è vero penso. La mia mente scorre indietro nel tempo, quella sera prima di sposarla, in auto.

Mi ero sfilato solo i calzoni e gli slip, lei aveva la gonna larga. Avevo deciso di prenderla li, nel mezzo di un sentiero abbandonato, mentre abbassavo i sedili si era sfilata gli slip e sbottonata la camicetta. Aveva aperto le gambe e le ero entrato dentro di lei. Aveva detto ‘piano che è la prima volta’, ma era bagnata e il mio cazzo duro come la roccia si era fatto spazio dentro di lei senza resistenza alcuna.

L’avevo scopata li, per 5 minuti ero entrato e uscito dalla sua vagina, provocandole un orgasmo pochi istanti prima di venirle dentro.

Vedo il cazzo dell’uomo entrare senza preavviso, tutto di un colpo, fino in fondo! Manuela inarca la schiena mentre inspira profondamente, rimane rigida trattenendo il respiro, ha la bocca aperta poi le esce un urlo, un verso che non mi è mai capitato di sentirle. Misto tra dolore e piacere.

“Non sei abituata a queste dimensioni!” dice tirandolo fuori del tutto e strappandole un’ altro urlo. “Quella merda di tuo marito non è dotato quanto me! Senti cosa ti sei persa fino ad oggi!” Un nuovo colpo la fa sussultare! Io le guardo il seno che sobbalza al colpo. Di nuovo l’urlo ma questa volta più cupo, più profondo. La vedo respirare come se avesse fatto una corsa, il petto si solleva quasi gonfiando le sue tette a dismisura per poi ridiscendere rapidamente.

Reagisco dicendo “Piano!” Ma lei risponde subito: “Tranquillo è stata solo la sorpresa, ma se vuoi ci fermiamo.”

“Siamo venuti qui per scoparla, stai zitto e guarda stronzo!” Riprende il pancione.

Non capisco più nulla, guardo la scena, sento i rumori, respiro i profumi. Non dico nulla, mentre continuo ad osservare quelle collinette di carne rosse, apostrofate dal quel meraviglioso e gonfio capezzolo, muoversi a ritmo del suo affannato respiro.

Quante volte avevo strofinato il mio glande girando attorno ai suoi capezzoli, il mio pene veniva soffocato da quelle tette strette tra le mani, spariva, quasi risucchiato dal solco centrale.

Vedevo il mio sperma imbrattarle di crema biancastra, chissà che effetto avrebbe avuto ora che la sua pelle aveva una tonalità più rossa dovuta alle torture subite.

Le mani dell’uomo si poggiano sul seno, le stringe forte fino a farla mugolare ancora, le fanno male ma non reagisce, le dita sprofondano nella soffice carne e quello che rimane esposto si gonfia e sembra esplodere da un momento all’altro. Lei apre la bocca ancora di più, inspira profondamente.

Vedo l’uomo allontanare il bacino piano piano. Vedo il tronco del cazzo uscire nodoso e pieno di piacere della mia donna, vedo la soffice carne della sua vagina allargarsi ma allo stesso tempo cercare di trattenere la cappella dentro. Il glande appare per qualche istante dal foro allargato della sua intimità, poi di nuovo una spinta forte e decisa.

Mi sembra di godere nel vedere la scena. Sento un calore salirmi lungo il corpo. Invadermi la testa. Tremo e osservo la forza con cui l’uomo spinge il suo membro dentro di lei. Le di nuovo urla, ma è un urlo profondo, sospirato un urlo di piacere.

Ha il culo appoggiato sull’orlo del tavolo e la testa a penzoloni dall’altro lato. I due codini oscillano fino quasi toccare terra. Il vecchio palestrato si sposta proprio li, le afferra la testa e infilza con la sua lancia di carne la bocca, spalancata alla disperata ricerca di ossigeno.

Manuela cerca di dissuaderlo, liberandosi le mani per spingendolo lontano e togliere quel coso dalla sua bocca, ma subito i due compari la bloccano. Ad ogni spinta del ciccione nella vagina corrispondeva una spinta del palestrato in bocca.

Da quanto lunghi sono mi immagino le punte dei due peni toccarsi a metà strada dentro lo stomaco di Manuela. Non è possibile fisicamente ma i colpi sono duri e decisi da farlo sembrare. Tremo dal piacere nel vederla presa in figa e in bocca allo stesso istante, un calore dentro e fuori di me si diffonde su tutto il mio corpo, sento un fremito ma non distolgo lo guardo.

Guardo ogni affondo e ascolto ogni mugugno di Manuela che è sempre più languido e lungo, segno che il dolore era stato sostituito completamente dal piacere. Vedo la gola dilatarsi ogni volta che il cazzo entra dentro di lei per poi tornare normale. Vedo filamenti di saliva sgorgare dalle sue labbra e scorrere sul pene dell’uomo muscoloso.

A turno gli uomini si spostano, prendendo l’uno il posto dell’altro, prima in bocca poi in figa e viceversa, poi è il turno di quelli che trattenevano le gambe e le mani. Io sono fuori di me, la sento ansimare, la vedo cercare a tentoni con le mani gli uccelli liberi per poterli segare. Ormai non fa nessun tipo di resistenza, anzi è lei stessa che tiene le gambe divaricate, la bocca aperta e la lingua in fuori per accarezzare quei membri turgidi.

“Che gran puttana la tua donna, una vera troia in calore”

“Senti come gode porco! Ti piace sentirla godere!”

Si la sento ansimare e per ben tre volte la sentii godere con orgasmi soffocati dal cazzo che di turno le sfondava la gola.

Manuela mi chiede: “Ti piace amore, ti stai eccitando?”

“Si amore! Sei veramente troia!” rispondo tenendo fisso gli occhi sul suo corpo.

“Guarda puttana il tuo uomo” dice uno dei sei prendendola per i capelli e togliendole la benda dagli occhi. “Il tuo stronzo cornuto ha sborrato!” Tutti ridono.

Mi guardo il cazzo, moscio e afflosciato sulla sedia, lo sperma imbratta la seduta tra le mie gambe e parte del mio seme appiccicaticcio cola sui peli interni della coscia. I movimenti della mia gamba, la scena di mia moglie scopata da quei sei vecchi maiali, gli orgasmi di Manuela mi avevano fatto perdere le mie capacità di intendere e di volere. Avevo goduto, come facevo nel vedere i video su internet, ma senza masturbarmi, mi sentivo esausto, sporco, quasi in colpa di essere venuto.

Sento le mie estremità pulsare, il sangue che si era concentrato nel mio membro stava riprendendo posto nel resto del mio corpo. Mi sento confuso, stranito. Guardo Manuela che sta fissando sbalordita tra le mie gambe. Non so cosa sta pensando. Forse hanno finito anche loro.

No, tre la rimettono in piedi e 2 tolgono il tavolo. Mi ritrovo nudo seduto sulla sedia con il cazzo grondate di sperma. Mia moglie in piedi di fronte a me. Ha il volto imbrattato di saliva, qualche goccia ora cola sulle sue tette rosse e segnate da alcuni graffi. I capezzoli gonfi e turgidi, più grossi del solito.

Scendo con lo sguardo tra le sue gambe, vedo alcune perle di piacere brillare appese ai peli curati del pube. Alcune striature partono dalla piega sotto la gamba e scendono lungo la coscia ed il polpaccio, segno che il piacere era sgorgato abbondante.

“Ora che hai fatto godere questo bastardo, devi far godere noi troia!” Dice il più mingherlino dei vecchietti.

Una mano afferra il collo di Manuela mentre con un piede le spingono il retro del ginocchio, in un istante, è in ginocchio poi a carponi.

L’uomo si inginocchia dietro di lei. Afferra i due codini con una mano e li tira come fossero le redini di una cavalla.

“Non ti vergogni di aver fatto godere solo lui, puttana?”

Guardo l’uomo negli occhi, vedo libidine immensa.

“Guarda puttana quello che hai fatto! Lurida stronza, hai sporcato la sedia, te la farei leccare, ma è di quell’inutile merda che hai sposato!”

Mi torna un brivido dentro. Mi si blocca nuovamente il respiro!

“Ti piace il cazzo del tuo uomo?” Le domanda tirando le codine dei capelli costringendola ad alzare ancora di più lo sguardo. “Guarda quel mini dotato, ti piace il suo cazzo?” Le ripete la domanda.

Manuela muove la testa su e giù in senso di affermazione. La cosa mi da sollievo. Un sonoro sculaccione risuona nella stanza seguito da un nuovo urlo di sorpresa e di dolore della mia donna.

“Cosa? Lurida puttana. Ti piace?” Lei fa si di nuovo con la testa! Altra sculacciata, altro urlo di dolore, non intenso come prima.

“Sei una lurida puttana, una succhia cazzi, una cagna in calore!” quelle parole rivolte a lei mi risultano strane, volgari, sporche, degradanti, ma allo stesso tempo eccitanti. Sento il calore del corpo di mia moglie. E’ da più di 20 minuti che viene perforata da quei vecchi in figa e nella bocca, li ha succhiati tutti e presi uno alla volta dentro di lei. Avevo contato almeno tre orgasmi della mia Manuela. Il suo volto era evidentemente sciupato dalla stanchezza, ma i suo occhi, i suoi occhi, puntano dritti verso il mio cazzo. Qualcosa la fa sussultare, ora il respiro caldo che mi accarezzava l’interno delle ginocchia si blocca, sgrana gli occhi, forse perché vede che il mio cazzo sta prendendo di nuovo consistenza.

Era la prima volta che mi si rizzava dopo un orgasmo, il dottore mi aveva imposto di masturbarmi e di godere prima di fare sesso con mia moglie per evitare che riuscisse a farmi tornare il desiderio e farla cadere nel tranello.

Inutilmente leccava il pene, lo afferrava nella mano accarezzandolo, inutilmente si passava la mano tra le gambe per eccitarmi.

Lo sapeva fare molto bene, era sempre riuscita a stravolgermi la mente. Prima di incontrare il ‘dottore’ finivamo a scopare come maiali, li sul letto oppure sdraiati a terra, sul divano o sopra il tavolo della cucina. Ricordo ancora quella volta quando stava stendendo la pasta per fare la pizza, aveva la gonna corta e la maglia sbottonata fino oltre il seno. Non ci avevo più visto, l’avevo presa li sopra, la polvere della farina imbrattava ogni cosa mentre il mio uccello entrava ed usciva dalla sua figa bagnata. Mi disse di andarci piano perché la stavo sfondando, le sembrava che entrasse anche nel culo. Dopo averla riempita del mio piacere avevamo riso per circa mezzora, il mattarello era rimasto impigliato tra di noi nella foga e una estremità aveva cercato di entrare nel suo secondo canale.

La curiosità ci aveva spinto a fare piccoli tentativi di penetrazione anale, tutti falliti. Io avevo paura di farle del male e lei si vergognava, alla fine ci eravamo limitati ad infilare sottili oggettini fallici e tal volta il mio dito indice.

Non era il mio cazzo che stava prendendo vigore ad atterrire il volto della mia donna.

La vedo inspirare profondamente, con gli occhi sbarrati e fissi sul mio cazzo. Sento il rumore di uno sputo, seguito da uno successivo, ma non riesco a distogliere gli occhi dal volto di Manuela.

Se solo fossi stato di lato avrei potuto vedere cosa succedeva, ma da li non potevo in ogni caso.

Vedo dipingersi nel volto una espressione di dolore, la vedo contrarsi, la sua bocca si spalanca improvvisamente e dalla sua gola sento uscire una lunga e sommessa vocale, la prima lettera dell’alfabeto pronunciata come se le mancasse il fiato. Pronunciata da prima con forza per poi perdersi nel sospiro. Un altro urlo, gli occhi ancora spalancati. Queste volta vedo il suo corpo spostarsi verso di me, come colpito da una forza invisibile. Un terzo urlo, ora appoggia le sue braccia sulle mie cosce, afferra forte la mia sedia. Sento il suo respiro caldo e umido accarezzarmi i testicoli tanto poca è la distanza dal suo volto al mio membro duro. Un altro colpo fa sussultare lei e la mia sedia, fa dondolare anche il mio cazzo, in contemporanea all’urlo di Manuela sento anche uno schiaffo sordo provenire da dietro di lei. “Ti piace troia, sentire il mio cazzo nel culo?” alzo lo sguardo e ora capisco, lo vedo muoversi dietro di lei con movimenti rapidi e forti. “Senti come gode questa puttana! Ho voglia di fotterla per bene!”. Manuela abbassa la testa appoggiandola tra le mie gambe. Subito arriva uno dei partecipanti che le afferra i codini rialzandole la testa. “Guarda coglione quanto adora fare pompini la vacca” dice portando il suo glande sulle labbra. Vedo Manuela aprire la bocca ed ingoiare letteralmente quel pezzo di carne. Con la mano la spinge fino in fondo, provocandole un senso di vomito, ma Manuela non reagisce, si lascia guidare la testa in avanti e in dietro, lasciando entrare la verga dura dell’uomo sempre più in profondità. Dalle sue labbra vedo sgorgare abbondante saliva che cola lungo il mento provocando filamenti di bava. Li sento gocciolare sopra le mie ginocchia. Non resisto più, ne raccolgo un po’ con la mano e mi afferro saldo il cazzo e comincio a massaggiarlo cospargendo la saliva lungo tutto il tronco mista alla sborra precedentemente versata. “Sto per godere puttana! Tienila in bocca tutta e non sputarla!” Lo sento dire a Manuela prima di udire un rantolo gutturale di piacere. Lo vedo piegarsi in due mentre immagino lo sperma invadere la bocca di mia moglie. l colpi da dietro continuano incessanti, sento il seno sbattere a ritmo sugli stinchi. Lentamente vedo fuoriuscire il pene dalla bocca di Manuela ricoperto di saliva e sperma. “Fai vedere a quel cornuto di tuo marito quanta sbarra hai in bocca!” Gli ordina costringendola a girarsi a mio favore. Lei apre la bocca e guardo. Intravedo appena la punta della lingua muoversi sotto un miscuglio denso e biancastro. Qualche rivolo le cola dai bordi della bocca. “Bevila puttana!” Ordina. Mia moglie mi guarda dritto negli occhi, mentre io persisto a osservare la sua bocca. Capisce che ho voglia di guardare mentre lo fa. Chiude le labbra, la vedo deglutire lentamente. Vedo la bocca riaprirsi, ripulita dal piacere di quell’uomo. Un profondo brivido mi percorre il corpo. Sento di godere per la seconda volta. Fermo la mano e trattengo il respiro, mentre distolgo lo sguardo e osservo il più vecchio del gruppo accucciato sul fianco intento a massaggiare le mammelle di mia moglie. Quest’ultimo, messo in piedi guarda la faccia di Manuela. “Che gran puttana, ha ingoiato tutta la sborra, chi è il prossimo?”. “Io” si avvicina uno dei tre che era rimasto in disparte. “Aspetta!” Ordina di nuovo il più vecchio. “Non vorrai metterlo nelle bocca sporca di quella stronza senza dargli una pulitina, una risciacquata!” Ride. Le si mette di fronte allargando le gambe leggermente.

“Dai stronza apri la bocca che ci piscio dentro!” Il volto di Manuela si contrae dell’idea disgustosa e mi guarda con gli occhi sbarrati. Due sonore scollacciate la fanno sobbalzare. “Troia, hai sentito quello che devi fare? Vero coglione che la tua cara mogliettina deve aprire la bocca?” Lo dice l’uomo alle spalle di Manuela guardandomi mentre continua a spingere il bacino avanti e in dietro. Fino ad ora si era divertita. Ma le ultime due sculacciate sonore sembravano averla disorientata. La richiesta di aprire la bocca e prendere l’urina del vecchio non le piaceva. Lo vedo dai suoi occhi, ma la cosa mi eccita ancora di più, la mia mano ora si muoveva velocemente lungo il mio cazzo durissimo! “Digli che non vedi l’ora di bere il suo piscio amore!” Lo so che non era vero, nel dillo non posso fare a meno di vedere il senso di sconforto nel suo sguardo.” E digli che se non lo fai abbastanza bene ha il dovere di sculacciarti. Sei cosi bella con il culetto rosso”.

“Si Amore, lo faccio per te!” Con riluttanza e molto sottovoce “può urinare nella mia bacca e se non sarò abbastanza brava, potrà sculacciarmi.”Mi viene voglia di godere mentre la sento dire queste parole, lente e con un filo di voce. “Brava puttana! Ora apri quella bocca!” Le dice il vecchio indirizzando la punta del suo pene verso la faccia.

Manuela socchiude la bocca.

Un sonoro ceffone al culo la fa urlare. “Ti ha detto di aprire la bocca cagna!” l’uomo aveva interrotto per un istante l’inculata, incitando quello che aveva appena finito di sborrare in bocca a Manuela, di tenerle la bocca aperta.

Due dita della mano destra e due di quelle delle sinistra entrarono culle bocca delle mia donna. Facendo leva le divarica la mascella allargando le labbra fino a farle restringere di spessore.

Da li vedo la lingua retratta in dentro e la sento mugolare, forse perché il tipo alle sue spalle aveva ripreso a scoparle il culo. Resto immobile a guardare la scena. Io seduto, mia moglie a carponi con uno da dietro che le scopa il culo, alla sua destra un tipo che le tiene la testa ferma e la bocca spalancata a sinistra il vecchio che con la gambe secche leggermente piegate per avvicinarsi alla bocca di Manuela e divaricate per non sporcarsi pronto ad urinare in quello che sarebbe diventata mia moglie. Un pisciatoio umano.

Tutto si ferma per un istante, sento solo il rumore delle mia mano sbattere sulle mie palle piene di nuovo sperma, mentre la mia mano scorre veloce lungo il tronco duro.

“AAAAHHH – Puttana!” Urla il vecchio che le teneva la bocca aperta con le mani.

“Mi hai morso brutta stronza” togliendo rapidamente le mani e guardandosele.

“La troia di tua moglie non vuole bere il piscio” Lo vedo alzarsi e dirigersi verso una montagna di vestiti. Tutti lo guardano e anche io. Quando si gira verso mia moglie per tornare indietro tra le mani vedo penzolare la fibbia di una cintura in cuoio.

Lo guardo avanzare con fare minaccioso.

L’uomo alle spalle di Manuela sfila il cazzo dal culo e si alza mettendosi in disparte. A questo punto Manuela terrorizzata si accascia a terra riparandosi sotto le mie gambe.

“Dai puttana! Hai detto che bevevi il piscio e lo devi bere! Non lo fai… Meriti la tua punizione.”

Le afferrano i codini ormai in disordine. Con una piccola resistenza, Manuela cerca di aggrapparsi alle mie caviglie. Mi guarda e vede che la mia mano non ha smesso di masturbare il mio pene.

“Ti piace amore?”

“Si!” Le rispondo.

“Ti prego, la cintura no! Bevo il piscio. Faccio quello che vuoi, per te, ma non la cintura!”

E’ terrorizzata, lo vedo, ma è eccitante.

“Lo hai morso!” Le dico con dolcezza mentre sento la mia punta del cazzo esplodere. Fermo la mano perché non voglio godere. Contraggo i muscoli per bloccare lo schizzo. Appena mi riprendo la guardo e le dico: ”guarda quando è eccitante, ma non riesco a godere, sono sicuro che se lo fai per me, verrò di nuovo davanti a tutti!”

La vedo deglutire, abbassare lo sguardo sul mio pene e dire: “va bene amore, ti amo e farei tutto per te!”

L’uomo, che fino a quel momento non aveva tirato i capelli dei Manuela per lasciarci parlare, la tira verso di se, facendola girare su se stessa. La fa mettere in piedi dandomi le spalle, la fa curvare in avanti portando le testa tra le gambe pelose di lui e stringendogliela tra le cosce.

“Stai dritta troia con le gambe!” Le dice vedendo che cerca di piegarle per mettersi in ginocchio.

Ora è piegata a 90 gradi di fronte a me. I segni rossi delle sculacciate sono leggermente sfumati anche se in alcuni punti si possono vedere spiccare le impronte di alcune dita.

Le vedo l’ano leggermente arrossato e non posso fare a meno di pensare che qualche istante prima era occupato dal cazzo del vecchio che ora le teneva la testa serrata.

Vedo anche le labbra della vagina gonfie e umide tuffarsi in un meraviglioso clitoride quasi rosso, contornato da ricci bagnati e scuri.

“Che spreco!” dice l’uomo con la cintura!

“Questo culo deve essere a disposizione di tutti, non solo a questo finocchio di merda che si eccita a vederla scopata da noi! Guarda quello che si merita questa puttana!”

Le parole mi rimbombano dentro di me, le offese a me e a mia moglie mi fanno perdere di nuovo il controllo mentre la mia mano corre pazza lungo il mio cazzo durissimo.

Swish, un sibilo coglie di sorpresa tutti compresa mia moglie che urla, colpita dal primo colpo di cintura.

La vedo sobbalzare, come tutta la sua pelle dopo l’urto violento della cintura.

Mentre la sento respirare profondamente e riprendersi dal colpo vedo dipingersi sulla sua pelle un nuovo segno. Lo vedo apparire magicamente e piuttosto rapidamente. Due segni orizzontali sempre più nitidi e uniti tra di loro da un alone rosa intenso.

Swish. L’urlo di Manuela rimbomba nella stanza e dentro le mio orecchie.

Il secondo colpo pare essere più forte del primo.

Guardo fisso il culo di Manuela che per colpo si era abbassato, aveva piegato le gambe per un istante come se volesse proteggersi ma inutilmente.

Il segno della cintura appare velocemente, delimitando questa volta la zona colpita con un segno più rapido e deciso. I bordi, questa volta tendenti al violaceo, non lasciano scampo alla forza impressa, e i segni degli occhielli dei fori per la fibia risaltano pallidi nel confronto della striatura rossa.

Vedo girare la cintura vorticosamente, sento il rumore dell’aria fischiare, le gambe di Manuela tremano, facendo vibrare tutta la pelle del suo culo rosso e striato.

Swish. Il terzo colpo la fa cadere urlante in ginocchio il segno appare subito.

Il nuovo colpo andato a segno è netto, attraversa la natica di destra inclinato verso il basso attraversando a metà il taglio della vagina e terminando sulla coscia della gamba sinistra. Tra il tremore vedo una unica striatura rossa viva quasi violacea apparire da gluteo a gluteo segnando nitida anche la parte esposta della sua vagina, segno che la la cintura aveva colpito solo con la costa e non di piatto e soprattutto aveva colpito anche la parte più delicata della sua femminilità.

Le mani ruvide e chiazzate dei vecchi cominciarono a palparle il culo, seguendo con le dita i rilievi della pelle gonfia dei tre colpi. La sento piangere e tirare su con il naso.

“Mi sa che la prossima volta ci penserà 2 volte prima di mordere, puttana!” Ride soddisfatto mentre il fustigatore si allontana per depositare la cintura tra il cumulo di vestiti.

Io continuo a guardare quelle mani che ora oscenamente entrano ed escono dai suoi orifizi.

Uno dei presenti sputa sopra il culo spalmando la saliva sulle chiappe. Mentre sento il mio cazzo farmi male dalla velocità ed insistenza con cui mi sto masturbando.

Improvvisamente vedo del liquido arrivare sul culo di Manuela, giro lo sguardo per veder la provenienza. Uno dei sei vecchietti ha il pene in mano e puntato verso di lei sta pisciando sul suo fondo schiena.

“Un po di refrigerio!” Ride puntando il getto tra le pieghe dei glutei cercando di mirare il buco dell’ano.

Vedo il rigagnolo di urina gialla rimbalzare sulla sua pelle e in parte scorrere lungo il solco, lambire l’ano scorre lungo la valle della vagina per poi a modi cascata cadere in parte a terra in parte lungo le sue cosce.

Le mani riprendono ad esplorare il suo deretano e la sua vagina, raccogliendo oltre ai suoi umori anche il liquido odoroso dell’uomo.

A turno poi le portano le dite fradice alla bocca, ora libera dalla morsa delle cosce ordinandole di leccare e ripulire.

Manuela ancora stordita dai potenti colpi si lascia fare.

Uno degli ultimi si sofferma un po’ di più in bocca per poi infilare nuovamente le dita in posizione per tenerle divaricata la bocca. Mi rendo conto che era quello di prima.

“Dai ora da brava bevi e non mordere, offriamo noi!”

Un secondo vecchio le si posiziona davanti con il cazzo puntato verso la sua bocca, vedo fuoriuscire il liquido con uno zampillo vistoso. Mia moglie sobbalza all’indietro non appena l’urina la colpisce in faccia per poi essere indirizzata in bocca. Muovendosi ne fa cadere molta tanto da far interrompere l’azione.

“Cornuto…” Dice rivolgendosi a me. “Di a questa troia di bere e di non di sprecarla” Urla l’urinatore schiaffeggiando sonoramente il seno faccendolo sobbalzare diverse volte lateralmente e provocando un urlo a Manuela.

Mi rendo conto che deve aver bevuto un po’ di urina perchè comincia a tossire e sputa tutto a terra.

L’uomo, con tono incazzato le si avvicina strizzandole i capezzoli e torcendoli di 180 gradi.

“Guarda che cazzo hai fatto. Ora lecchi a terra e fin tanto che non è pulito noi ti sculacciamo!”

Le afferra la testa portandola al pavimento, poi con l’altra mano comincia a sculacciare Manuela.

Sento il rumore degli schiaffi mentre osservo la sua posizione. In ginocchio con la testa china in avanti a pochi cm da terra, il culo in alto esposto agli aguzzini che a turno lo schiaffeggiano incitandola a leccare.

Appena vedo la lingua uscire dalla bocca di Manuela, un brivido mi percorre il corpo. Sta per leccare l’urina di quell’uomo e lo sta facendo per me, mentre le mani dei 6 uomini precipitano sulle sue chiappe ormai rosse e a tratti violacee. Da prima con la punta poi la vedo a piena lingua leccare il pavimento, raccogliere i liquidi con le labbra appoggiate al marmo lucido.

Mi guardo la punta del pene paonazza e gonfia, non resisto.

Il pensiero della mia donna costretta a terra a leccare l’urina, sculacciata, appena scopata nel culo e nella bocca. Il pensiero che lo sperma di quel vecchio era dentro di lei mi fece esplodere in un altro orgasmo. Vedo dalla punta del pene sgorgare il mio sperma, una goccia densa e banca contrastare sullo sfondo del glande gonfio e ormai dolente. Inspiro tutto di un fiato e urlo come un animale. Godo buttando all’indietro la testa e allungando le gambe. Sento lo sperma scorrere l’ungo il mio pene, sento gli spasmi seguiti dal calore dell’appiccicoso liquido colarmi tra le dita e sulle cosce.

Resto per qualche istante ansimante. Privo di energie.

Poi guardo la scena.

I sei uomini sono attorno a mia moglie, è in ginocchio, la bocca spalancata, sta segando con le mani 2 cazzi mentre gli altri si stanno masturbando da soli. Uno le sta urinando un po’ in bocca un po’ sulle tette, un altro lo sento grugnire per poi schizzare qualche goccia di sperma sulla guancia.

Quello che prima la stava inculando si avvicina alla bocca puntando il glande verso gli occhi. Lo vedo inarcare la schiena e schizzare sul volto di Manuela. Lo sperma le colpisce gli occhi il naso le labbra e parte del seme ne entra in bocca. Lei lo lecca. Io resto a guardare senza forze.

A turno mette in bocca i due cazzi che stava segando ora vicinissimi al suo volto. Uno dei due le mette la mano in testa e la indirizza verso il suo membro in tempo per eiacularle in bocca. Il secondo invece le schizza in testa tra i capelli.

A turno li vedo avvicinarsi a Manuela e strofinare il cazzo moscio e le dita imbrattate del loro stesso sperma in modo da ripulirsi, chi in faccia chi tra i capelli a modi asciugamano.

Lentamente, uno alla volta, a modi processione li vedo allontanarsi, recuperare le loro cose ed uscire dalla stanza. L’ora di divertimento è terminata. Li vedo pagare la quota al “Dottore” che li saluta e ringrazia alla porta.

Ho ancora la mano sul mio cazzo, lei mi guarda. Lentamente si avvicina massaggiandosi il culo. Le deve far veramente male. Ne ho subito la conferma.

“Mi fa malissimo, ma sono felice, sei guarito. Guarda quanta sborra hai versato.” Mi guardo tra le gambe. Non avevo mai sborrato così tanto e mai di seguito. Sono esausto. Sento le palle svuotate, la testa mi gira.

Manuela si siede di fronte a me e mi accarezza il pene… “Appena ti riprendi ne voglio ancora.”

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