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Racconti Cuckold

Adriana cap3

By 19 Febbraio 2020One Comment

Il giorno seguente all’incontro con Luigi e Sandro, aspettai la pausa pranzo per chiamare Zara, che si dimostrò fin da subito molto gentile.

“Se vuoi possiamo vederci domani sera alle nove all’hotel Cheope, basterà che chiedi di me alla reception e ti sapranno dire in che stanza sono.”

“Va bene, ma devo venire da sola ?” le chiesi non sapendo come dovevo comportarmi con Carlo.

“No porta il cornuto, così capirà bene qual’è il suo compito d’ora in avanti.”

Anche se non compresi quelle sue ultime parole, le confermai l’appuntamento, per poi riferire a mio marito della conversazione appena conclusa, tralasciando però la parte finale.

Lui borbottò qualche frase incomprensibile, per poi mettersi al computer per chattare in una comunità di cornuti e contenti, e dove si vantava dei miei tradimenti. Trovavo ridicolo il volersi dichiarare un grandissimo cornuto, e l’aspirare ad essere ancora più sottomesso a me ed i miei amanti. Avevo però scoperto che altre donne trattavano molto peggio i rispettivi mariti, usando spesso cinture di castità in modo da impedire loro ogni forma di erezione, fino a sodomizzarli prima o dopo un rapporto col proprio stallone di turno.

Dentro di me era come se un diavoletto mi spingesse ad andare sempre più avanti, facendo fare a carlo la stessa fine dei suoi amichetti, ma era come se qualcosa m’impedisse di andare fino in fondo, e quindi mi limitavo ad umiliarlo come avevo fatto sino a quel momento.

L’indomani ci presentammo in perfetto orario alla reception del Cheope, dove ci  dissero che dovevamo andare alla stanza ventuno. Arrivati alla porta della stanza chiesi ad Carlo se volesse che facessimo un passo indietro, ma lui per tutta risposta bussò, e qualche secondo dopo una voce molto sensuale ci disse d’entrare.

Zara era una gran bella donna, nonostante avesse passato i cinquanta, aveva il portamento e l’eleganza di una vera signora, col risultato di farmi sembrare una sciacquetta.

“Adriana ma sei bellissima !” mi disse venendo incontro “Il nostro comune amico mi aveva parlato molto bene di te, ma la realtà supera di gran lunga ogni immaginazione.”

“Grazie troppo gentile, lui è Carlo mio marito.” le risposi mentre lui le si avvicinava.

“Tu puoi anche sederti li.” gli disse bruscamente e cogliendolo di sorpresa “Veniamo invece a te, so che lo tradisci anche in sua presenza, ora vorrei sapere il perché, ma prima mettiti qui vicino a me.”

Dopo essermi seduta la suo fianco le raccontai di come lo avessi sorpreso con un video porno a tema cuckold, e di come fosse stato lui stesso a chiedermi di cornificarlo davanti a lui, ma soprattutto di come poi avessi cercato sempre nuove avventure anche senza di lui.

“Tu sai perché lei va con altri ?” gli chiese quando ebbi finito di parlare.

“Perchè le piace il cazzo ?” le rispose Carlo cercando di farla ridere.

“No, è perché tu sei incapace di farla godere. Vedi non è solo una questione di misure, ho conosciuto uomini ben forniti che però a letto erano dei caproni, ma di far provare ad una donna quel che realmente vuole, e tu non ne sei capace. Hai però la fortuna d’iniziare a capire quali sono i tuoi limiti, quindi puoi solo pregarla di non mandarti a quel paese, e di servirla al meglio delle tue possibilità, il che vorrà dire che potrai godere del suo piacere e nulla più.”

“Non posso più scoparla ?” chiese a quel punto Carlo chiaramente infuriato.

“No anche perché lei non ne proverebbe alcun piacere, però se lo meriterai preparandola per qualche vero uomo, dopo potrà farti qualche sega come ringraziamento.”

La voce di Zara trasmetteva una tranquillità unica, e anche se non comprendevo dove volesse arrivare, non potei che darle sempre ragione.

“Adesso mia cara Adriana se lo vorrai nella camera qui a fianco c’è Hector, uno dei migliori stalloni che conosca. Il cornuto ti preparerà a questo incontro, dopodiché sempre se lo vorrai, potrai venire nel mio club, dove sarai iniziata al ruolo di sweet con un’orgia dalla quale ti dico subito uscirai distrutta, ma con la consapevolezza che il sesso è solo un mezzo per arrivare ad un piacere superiore, dove conta poco il fisico e molto il cervello.”

“Cosa devo fare.”

La mia risposta fu secca, anche perché volevo vedere fin dove m’avrebbe spinto quella donna, e la mia innata curiosità di scoprire sempre nuove sensazioni.

Zara mi fece alzare per poi sollevarmi la gonna sino a scoprirmi del tutto le mutandine.

“Tu in ginocchio davanti a lei.” ordinò Zara a mio marito “Sfilale il perizoma e baciale la fica come segno di devozione.”

Carlo ubbidì intimorito da tanta autorità, e solo dopo che mi baciò quasi come un deficiente la passera, Zara prese un piccolo plug dalla sua borsetta.

“Ora mia cara dovresti piegarti un po’ in avanti, così il cornuto potrà allargare il tuo bel culo, ed io donarti un segno della tua disponibilità per Hector.”

Mi appoggiai ad un mobile per essere più stabile, poi Zara fece leccare il plug ad Carlo, prima di farlo finire nel mio buchetto. Subito dopo la donna mi fece mettere dritta ed abbassò la gonna, coprendo così il segreto che avevo in mezzo alle chiappe.

“Ora va di la, bussa e dopo che ti avrà detto d’entrare, mettiti a quattro zampe e chiedigli gentilmente di renderti donna. Hector è per certi versi un gentiluomo, ma ama essere adulato come ogni buon dominicano. Noi t’aspettiamo qui, mi spiace solo che il cornuto non sia anche un sottomesso altrimenti mi divertirei con lui. Vorrà dire che nell’attesa sentirò un po’ di musica, sempre che voi di là non facciate troppo baccano.”

Zara m’accompagnò alla porta per poi darmi un lungo bacio sulla bocca, che ebbe l’effetto di sciogliermi come neve al sole prima di bussare alla porta di Hector.

“Chi è ?”

La voce che udii era calda, ma decisa allo stesso tempo, e non sapendo cosa rispondere dissi solo il nome, dopodiché lui mi rispose d’entrare. Come m’aveva consigliato Zara, non appena chiusi la porta dietro di me, mi misi gattoni per dirigermi verso la stanza dalla quale proveniva una luce giallina. Li trovai un uomo seduto in poltrona, coperto solo da una vestaglia di raso, che mi squadrò in meno d’un secondo.

“Ho chiesto chi è.” mi disse mostrandosi molto calmo “E non il tuo nome.”

“Sono una donna che cerca il piacere.” gli risposi avvicinandomi a lui sino a rimanere ad un paio di metri “E so che tu me lo puoi dare.”

“Allora vieni qui a prenderlo.”

Hector aprì la vestaglia facendo così vedere il suo mostruoso pene, che mi parve grosso come due lattine messe una sopra l’altra. Con un po’ di timore mi sistemai fra le sue gambe per afferrargli quella bestia con una mano, mentre gli leccavo i testicoli, che non erano certo da meno. Mi sentii quasi in soggezione davanti a così tanta mascolinità, tale da far passare mio marito, che era pur sempre una taglia ‘media’, poco più di un eunuco. Con calma passai la lingua su tutto i suoi genitali, per poi afferrargli il pene e dedicarmi alla sola cappella, che riuscii a prendere tutta in bocca con un po’ di fatica. Lui rimase sempre in silenzio, anche se era chiaro che apprezzava i miei trattamenti, sino a quando non mi disse di scoprirmi il seno. Allora mi tirai giù le spalline del vestito, e non avendo nulla sotto, le mie tette balzarono fuori, e subito dopo mi venne quasi naturale metterci in mezzo in suo membro.

“Bene.” mi disse alzandosi “Ora vediamo come sei sotto.”

Hector mi tirò su la parte bassa del vestito, scoprendomi così il sedere, e non poté non notare subito il plug che m’aveva messo dentro Zara.

“Ma qui abbiamo una bella sorpresa !” esclamò fingendosi stupito “Anche se hai un culo tanto bello che è già un piacere guardarlo.”

Il dominicano iniziò ad accarezzarmi delicatamente le chiappe, facendo scorrere le dita anche fra di loro, ma senza mai fermarsi troppo sul plug. Trovai quel massaggio molto eccitante, tanto che mi ritrovai la passera bagnatissima, e l’intrattenibile desiderio d’essere scopata seduta stante. Hector comprese il mio stato, e non mi fece aspettare più di tanto, prima di farmi sedere sulla poltrona e portarmi le caviglie quasi dietro la testa.

Il mandingo iniziò a far scorrere la sua mazza sopra la mia passera che s’aprì ancor di più, ed il solo sentir passare la cappella sul clito mi fece venire i brividi. Quando poi iniziò a penetrarmi ebbi subito paura, ma con mia grande sorpresa m’accorsi che non solo stava entrando senza trovare grossi ostacoli, ma che non stavo provando alcun dolore. Mi ritrovai così piena del suo cazzo senza quasi rendermene conto, ma soprattutto godevo anche solo nel sentirmi piena di tanta grazia.

Hector si muoveva da consumato amante, tenendo sempre un buon ritmo che però non era mai eccessivo, ma soprattutto ogni tanto s’inchinava davanti a me per leccarmi la passera, come a volermi far rimpiangere i momenti in cui mi scopava. Non avevo mai provato un piacere del genere, che non era dato dalla sola penetrazione, che pure ne era una parte considerevole, ma anche dal sentirmi il centro del suo mondo, dove il primo comandamento era il mio godimento.

“Scommetto che ti chiedi com’è un cazzo come il mio nel culo.” mi disse mentre mi era sopra.

“Sì e voglio scoprirlo adesso.” gli risposi pentendomene subito dopo, per la paura che mi facesse troppo male.

Con calma Hector mi tolse prima il plug dal buchetto, poi prese del lubrificante che mi spinse nel retto con un dito più volte, sino a quando il suo indice non entrò senza più alcun problema. Per essere sicuro che non sentissi troppo dolore, si unse abbondantemente anche il pene, prima di penetrarmi con la sola cappella, che già da sola mi dilatò tantissimo. Quando iniziò a spingere fui scossa da veri e propri spasimi di piacere, e ciò nonostante comprendessi benissimo la belva che mi stava entrando dentro, Fu come se la grandezza del pene di Hector fosse un fattore secondario, perché lui mi aveva preparata in modo che potessi solo godere, quasi senza sentire alcun dolore. Infatti solo dopo mi ritrovai poco più del suo cazzo nel culo, iniziai a sentire un po’ di dolore, ma il piacere che provavo lo sovrastò in men che non si dica.

Quando compresi che mi aveva completamente sodomizzata, gli presi la testa fra le mani e lo baciai a lungo, come a ringraziarlo di quelle magnifiche sensazioni che stavo provando.

Senza dirmi nulla Hector mi prese in braccio, per poi sistemarmi carponi sul letto. Compresi subito le sue intenzioni, e così mi portai le mani sul sedere per allargarlo più che potevo, in attesa della sua mazza.

“Vedo che ti piace prenderlo nel culo.” mi disse dandomi una leggera pacca su una chiappa “Tu però non ti toccare la fica, voglio vederti godere solo col mio cazzo.”

“Va bene, come vuoi tu.” gli risposi cercando di rilassarmi il più possibile.

Questa volta il dominicano non fu violento, ma essendo ben dilatata, la sua mazza m’entrò nel culo più velocemente, facendomi sentire un po’ di dolore in più rispetto a prima, ma subito dopo fu una piccola apocalisse di puro piacere. Potendosi muovere più comodamente, Hector iniziò subito a fottermi con un buon ritmo, portandomi ogni volta che sentivo tutta la sua mazza dentro, ad un passo dall’orgasmo. Per un attimo odiai Zara che non aveva fatto entrare mio marito con me, perché sicuramente sarebbe rimasto di sasso nel vedermi prendere un bastone del genere nel culo, non solo senza dire nulla ma godendo come se non ci fosse un domani.

Ero completamente avvolta da quella nuova forma di piacere anale, ma sentivo che mi mancava quel qualcosa in più per arrivare alla perfezione, ma come per magia Hector mi lesse nel pensiero.

“Ora ti porto al capolinea, quindi se vuoi puoi toccarti la fica.” mi disse prima d’afferrarmi ancor più saldamente per i fianchi.

Nonostante il suo permesso, non riuscii a muovermi, perché lui iniziò a sbattermi con più forza, senza però farmi in alcun modo male, ma del resto ero tanto dilatata da poter subire qualunque assalto. Quando sentii i primi schizzi del suo seme nel retto venni con lui, quasi a voler concludere in perfetta simbiosi quel magnifico rapporto, ben salda al mio maschio che mi tenne a sé ancora a lungo, prima di farmi sdraiare sul letto.

Hector prese allora il plug che m’aveva dato Zara, e lo rimise in quello che era il suo posto naturale, per poi dirmi di rivestirmi e tornare dalla strana coppia che mi stava aspettando.

Rimisi il mio vestito e le scarpe, ma prima di uscire dalla sua stanza volli baciarlo.

“Spero di rivederti.” gli dissi con una certa malizia.

“Se passerai l’esame di Zara sarà un piacere, anche col cornuto così dopo non avrà più nulla da dire.” mi rispose dandomi una pacca sul sedere.

Feci i pochi metri che mi separavano da Zara ed Carlo con passo deciso, poi entrai e li vidi tranquillamente seduti che chiacchieravano come due vecchi amici. L’aria però cambiò in modo radicale non appena chiusi la porta.

“Togliti il vestito e sdraiati a pancia sotto.” mi disse la donna con tono fin troppo autoritario.

Ubbidii un po’ intimorita, e non appena mi sistemai sul letto, lei mi aprì le gambe mostrando ad Carlo il plug che era tornato fra le mie chiappe.

“Adesso tu tira fuori il cazzo e inginocchiati dietro questa donna.” ordinò Zara a mio marito che fece come richiesto.

Come lui si mise dietro di me, Zara diventò ancor più sadica, arrivando dove io non avrei mai pensato di giungere.

“Togli quel tappo e puliscile il culo !”

“Ma è la sborra di un altro !” protestò Carlo.

“Sì è la sborra di un vero maschio, uno che ha il doppio del tuo cazzo, e che ha fatto godere tua moglie come tu non hai mai pensato possa farlo. Quindi ora puliscile il culo con la lingua, e se lo farai bene ti permetterò di farti una sega.”

Il solo vederlo così umiliato da una perfetta sconosciuta, mi fece nuovamente eccitare, così alzai il sedere di quel tanto che bastava per portarmi una mano sulla passera, ed iniziare a toccarmi.

“Dai leccami il culo tanto l’hai già fatto altre volte, quindi non fare il timido perché c’è un’altra donna.” gli dissi vincendo così ogni sua resistenza.

Lui mi tolse il plug e la sua lingua entrò quasi di forza nel mio buchetto, mentre io m’infilavo due dita nella passera, davanti a Zara che ci guardava divertita. Le dita divennero prima tre poi quattro, e alla fine ebbi quasi un orgasmo degno di questo nome, o perlomeno molto diverso da quelli che mi faceva avere Carlo.

Senza dire nulla Zara prese in mano il pene di mio marito per masturbarlo, ma lui era troppo eccitato per durare a lungo, così venne quasi subito, schizzandomi su una chiappa.

“Ecco di cosa sei capace, del nulla !” gli disse la donna ridacchiando “Cos’aspetti a pulire la tua stessa schifezza, o vuoi l’invito ?”

Carlo ormai completamente sottomesso al volere di Zara, mi leccò la natica sino a pulirla in modo perfetto, mentre io aspettavo di poter  parlare della mia iniziazione con lei.

“Credo che tu abbia capito cosa vuol dire essere la donna di un cornuto.” mi disse alla fine Zara sedendosi vicino a me “Ora se vuoi potrai entrare nel mio club dove ci sono due zone ben distinte. La prima è per le coppie curiose, quelle che non sanno ancora dove vogliono spingersi, la seconda è per chi ha già preso questa decisione. Per entrarci però bisogna che la donna si dimostri disposta a tutto, tranquilla niente sadismi o stupidaggini del genere, solo una piccola orgia in coppia con un’altra aspirante e un buon numero di uomini ben dotati.”

“Quando posso partecipare ?” le chiesi ormai conscia del mio ruolo.

“Ti chiamo io in settimana.” mi rispose prima di darmi un bacio sulla bocca per poi uscire dalla stanza e lasciarci soli.

“Adriana io non credo sia il caso che…” provò a dirmi mio marito prima che l’interrompessi.

“Taci adesso e per sempre.” gli risposi bruscamente “Ti ricordo che non solo sei stato tu a volermi spingere su questa strada, ma che hai anche ampiamente dimostrato la tua nullità come uomo. Se vuoi puoi andartene a fanculo, ma so che non rinuncerai tanto facilmente a fare il guardone, anche a costo di bere la sborra degli altri.”

Mi rivestii senza dire più nulla mentre anche lui faceva lo stesso, poi tornammo sempre in silenzio a casa nostra, ed una volta in camera gli dissi quel che avevo in serbo per lui.

“Per me puoi scrivere ciò che vuoi nel tuo piccolo club di cornuti, anzi dovresti essermi grata di darti la possibilità di guardarmi quando sono con chi sa farmi godere, ma anche d’aspettare il mio racconto mentre ti fai una sega dopo l’altra. Sai bene che ci sono donne molto meno gentili di me, che inculano i loro mariti o gli mettono strumenti per impedire loro l’erezione. Ti dirò chiaramente che l’idea di fotterti non m’intriga per niente, mentre quella di farti scoppiare le palle sì, ma non sarà in questi giorni perché prima voglio vedere cos’ha in mente Zara per me. Ora però spogliati e mettiti sul letto, voglio che tu mi lecchi ancora la fica mentre ti dico tutto quello che ha m’ha fatto Hector, e se sei bravo ti faccio anche una sega.”

Carlo ubbidì così non mi rimase che spogliarmi, mettermi sopra di lui, e rivivere la splendida scopata fatta poco prima, mentre la lingua di Carlo esplorava tutta la mia passera, con me che le masturbavo molto lentamente per farlo venire proprio alla fine del racconto.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog

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