Skip to main content

Carissimi lettori, dei colleghi di lavoro di mamma non vi avevo mai parlato, del resto star dietro alle prodezze erotiche della maialona è alquanto complicato.
Mia madre Viviana De Rossi, come vi avevo detto al cap. 1., lavorava presso una grande ditta di trasporti del trevigiano.
Era stata assunta come impiegata semplice presso l’ufficio spedizioni e, nonostante si fosse dimostrata sempre puntuale e attente nel suo lavoro, in tanti anni non aveva fatto alcun progresso nella scala gerarchica aziendale.
La scoperta della sua innata troiaggine acuta, invece, le spalancò le porte del successo.
In breve tempo, da semplice impiegata, divenne l’aiutante-segretaria personale del Presidente, sopravanzando moltissimi aspiranti maggiormente titolati di lei.
Le malelingue, sempre presenti nel luogo di lavoro, ebbero di che sparlare, questa volta però a ragione dal momento che non fu certo per meriti lavorativi che mia madre ottenne una simile promozione.
In poco tempo, infatti, la reputazione di mia madre presso i suoi colleghi passò da impiegata qualsiasi di mezz’età a casalinga porca e insoddisfatta da sbattere sulla scrivania dell’ufficio, mentre presso le sue colleghe da stimata collaboratrice a sgualdrina arrivista!
Inutile dire che avevano tutti ragione!
Già dopo le prime esperienze sessuali avute con Filippo e mio cugino Alessio (capp. 1 e 2), infatti, mamma aveva iniziato a mutare il proprio comportamento ed abbigliamento, anche all’interno dell’azienda: da integerrima donna tutta casa-chiesa e lavoro avvolta nei soliti maglioni, gonne e completi castigati, a vera e propria gatta morta ammaliatrice con tanto di scarpe con tacco alto, e camicette, tailleur e gonne sempre più osè, da cui spesso si intravedevano arrapanti reggicalze! Per non parlare del trucco, da quasi assente, a molto marcato!
Tale repentino e rivoluzionario cambiamento non era passato certo inosservato e ben presto mamma si trovò ad essere, prima, corteggiata amabilmente dai suoi colleghi e, poi, altrettanto amabilmente (o forse sarebbe più giusto dire animalescamente), scopata da quegli stessi nei luoghi più disparati e con i pretesti più diversi (almeno stando a quanto mi raccontò mia madre), ad esempio:
IN BAGNO:
quello delle donne era stato reso inagibile apposta, e così mia madre, a cui era stato fatto bere parecchio vino, dal momento che si festeggiava il compleanno di una collega di reparto, dovette andare in quello degli uomini trovando, guarda caso, già due suoi colleghi intenti a pisciare negli urinatoi aperti.
Si trattava del Rag. Mario Bianchi (58enne, padre di famiglia, i suoi figli li conoscevano, avevo fatto il liceo con loro) e del Dott. Enrico Pigna (30enne neo laureato e neo assunto con la mansione di capo reparto).
Alla vista di mamma imbarazzata e paonazza quelli ebbero delle erezioni pazzesche che non passarono inosservate agli occhi di mamma. Così come non passò inosservato agli occhi di quelli la sua attenzione per i loro cazzi.
Fu così che non appena uscì dal bagno quelli le furono subito addosso dicendo: “Sig.ra De Rossi, dove scappa? Perché non rimane qui con noi?” mentre dicevano queste cose dondolavano i loro cazzi ancora in tiro “Lo abbiamo visto sa come guardava i nostri bei cazzoni, le va di assaggiarli?”.
Seguì la solita scenetta di mamma, quella da brava donnina fintamente scandalizzata,
“Ma come vi permettete brutti maiali, ne parlerò col Presidente! …. Come vi permettete, siete dei maiali schifosi ed io sono una donna per bene, sposata per giunta! ….. Rag. Bianchi lei poi, i suoi figli sono amici del mio Paolo …. Ma cosa l’è saltato in mente”, ma in cuor suo, come ebbe modo di confessarmi, aveva già deciso di scoparseli di brutto nel cesso, infatti, al di là delle sue finte lamentale non aveva minimamente accennato ad andarsene, continuando anzi, a rimirare i due cazzoni.
I due, capito l’antifona, la fecero inginocchiare a terra costringendola a spompinarli:
“ Si si, sarai anche tanto una donna per bene ma intanto continui a fissare i nostri bei cazzi, adesso è arrivata l’ora che ce li succhi troia!” e ciò detto il Dott. Pigna prese a infilare il suo arnese nella bocca di mamma che, dopo le ultime ritrosie, prese a lapparlo manco fosse una lecca lecca.
Il Rag. Bianchi infoiato come una bestia alla vista del pompino pretese la sua razione infierendo sulla maiala:
“Prendi anche il mio troia! Leccami il cazzo puttana!” e sotto con un doppio pompino, il tutto mentre poche sale a fianco, gli altri colleghi stavano festeggiando il compleanno.
Ovviamente i due non si limitarono al pompino (e come dargli torto) e presero a scopare mamma in ogni buco e posizione, separatamente ed assieme, come piaceva tanto alla maiala che già aveva assaporata il gusto della doppia penetrazione con suo nipote Alessio e Filippo (vedete cap. 2).
“Siii siiii …. Siiii …. Come godoooo … siiiiii ho due cazzi dentro siiiiiiiiiiiiiiiiii!!!”.
“Cazzo che troia …. Che razza di vacca sfondata che è sta troia! Altro che santa donna che ti avevo detto Mario?”
“Cazzo se avevi ragione Enrico, senti come gode con due cazzi in corpo! È proprio una puttana vogliosa di cazzi! E pensa che conosco pure quel cornuto del marito! Un coglione che si da pure delle arie da gran signore … come sta vacca del resto! Dovresti vederla quando è in giro in centro con la sua famigliola del cazzo!”.
“La immagino la classica troiazza insoddisfatta! Fuori tutta casa e chiesa e dentro una grandissima maiala! He he he he, son sempre le più vacche!”.
“Vero che sei una grandissima puttana vero?”
“Si si si sono una puttana siiii siiiii ma voi scopatemi siiiii siii non posso stare senza cazzi ormai siiii siiii sborratemi addosso voglio la vostra sborra in faccia!”.
Inutile dire che mamma fu accontentata ed i due le riversarono addosso tutta il loro sperma.
“Tieni troia bevila tutta bevila puttanaaaaaaaaaaaa!!!!”.
“Cazzo siii sto innondando la tua faccia da troia siiii siiiiiii mi hai svuotato i coglioni vacca!
I 3 si ripulirono alla bene e meglio e ritornarono alla festa, non senza qualche sguardo imbarazzato ed ammiccante degli altri partecipanti che si erano ovviamente accorti della loro prolungata assenza.
Ben presto le voci circolarono, e mamma, ovviamente, non fece niente per confutarle, anzi, oltre a rincontrasi con i due di prima, soprattutto con il Dott. Pigna che le aveva promesso una promozione all’interno del reparto, in breve tempo, sempre stando al racconto di mamma, si scopò pure altri due colleghi di reparto/ufficio (i porci avevano prima spento l’aria condizionata per far svestire mamma soffocata dalla calura estiva e poi l’avevano riattivata al massimo di modo da ammirare i capezzoli delle tettone di mamma inturgidirsi e spingere contro la stoffa leggere della camicetta): il perito Massimo Zugoli (single 38enne ex campione provinciale di karate, molto fisicato ed ammirato dalle colleghe, che favoleggiavano circa le presunte dimensioni asinine del suo pene) ed il Rag. Cerci Andrea (coetaneo dello Zugoli ed anch’egli single, non per scelta ma per necessità) il tecnico esperto di informatica e quant’altro, un po’ sfigato ma da sempre innamorato cotto di mamma il quale era alquanto scettico circa le voci sulla presunta troiaggine della Sig.ra De rossi, al contrario invece dello Zugoli, tant’è che i due avevano pure fatto una scommessa al riguardo.
Manco a dirlo, la scommessa l’aveva vinto lo Zugoli il quale soddisfatto si fece passare il centone dal collega proprio mentre mamma lo stava spompinando in ufficio in pausa pranzo.
Infatti, con la scusa del condizionatore rotto gli altri colleghi, molti dei quali già via per le ferie, erano stati trasferiti in un altro ufficio.
“Caccia il grano pirla …. E tu succhia troia! Oh come succhi cazzo! Tu sei nata per succhiare!”.
Non so se il Cerci fosse in cuor suo deluso per aver scoperto che la sua amata era in realtà una grandissima troia pompinara o contento perché aveva comunque il modo di farsela ora, in ogni caso colse al balzo l’occasione offertagli dallo Zugoli che afferrò mamma per i capelli staccandola dal suo pene:
“Argh!!! E staccati dal mio uccello maiala! Se me lo succhi ancora me lo consumi …. Succhialo anche al Rag. Cerci che ha perso un centone per colpa tua puttana! Lui pensava che tu fossi una brava donnina di casa! Mica poteva immaginare che tu fossi un puttanone succhiacazzi!” e ciò detto sempre tenendola per i capelli, con le bave di sperma e liquido seminale che colavano giù dalle sue labbra, la spinse sul cazzo in tega del Rag. Cerci che scomparve ben presto tra le fauci dell’idrovora di mia madre.
“Guarda la tua santarellina come ti sta succhiando il cazzo ! alla faccia della brava mogliettina! Questa qui è proprio una porca scatenata!”.
“ohhhh …. ohhhhh …. Siiiiiii ……siiiii” il povero Rag. Cerci stava impazzendo, colto com’era dall’improvviso godimento ma si tratteneva ancora nel linguaggio.
Cosa questa che non piaceva alla porca di mamma alla quale piaceva invece farsi trattare da troia, infatti tolto il cazzo di bocca cominciò ad prenderlo in giro:
“Massimo rivoglio il tuo cazzone enorme in bocca sto cazzetto flaccido non lo sento neppure! È un cazzo nano impotente! He he he!” la porca prese pure a sghignazzare con la sua aria da oca giuliva maiala “Rag, Cerci lei è un cazzone impotente come il frocio cornuto di mio marito!”.
La puttana stava per girarsi e riprendere a succhiare il cazzone, davvero notevole, dello Zugoli, quando il Rag. Cerci, incazzato e punto sul vivo come mai nella sua vita, esplose tutta la sua rabbia e la suo malcelato delusione per la scoperta della troiaggine della sua amata Viviana, prendendo mamma per i capelli e rificcandole con forza il suo uccello in bocca.
Non solo un pompino prese letteralmente a scoparla in bocca apostrofandola come meritava una troia del genere:
“E no impotente sarà quel cazzone cornuto di tuo marito! Adesso ti faccio vedere io chi è impotente brutta puttana di merda! Ed io che ti ho sempre portato in palmo di mano! Sei solo una troia! Sei solo una grandissima troia succhia cazzi!!!!!!!!!!”.
“Grande Andrea scopala in quel cesso di bocca che ha sta pompinara!”
“Eh si che la scopo sta troia, sta troia del cazzo, mi ha fatto pure perdere un centone sta troia! Eh troia ti piace il trattamento adesso?”
“Si Andrea siiii cosììììì, dimmi che sono una troia bocchianara siiiiii, voglio il tui cazzone in gola, ficcamelo in gola!!!!”.
Completamente trasfigurato il Rag. Cerci prese invece a levare il cazzo dalla bocca di mamma e a farsi supplicare:
“Troia adesso non te lo do più il mio cazzo, così impari vacca, adesso devi supplicarmi troia se vuoi il mio uccello!”.
“Ti prego perdonami, perdonami, sono una puttana schiava del tuo cazzo, ti prego ficcamelo in bocca lo volgiooooo!!!”.
Il Rag. Cercila accontentò ricominciando a scoparla in bocca e non disdegnando neppure di farsi fare una bella spagnola tra le sue tettone!
Il perito Zugoli però, già stanco di fare da spettatore, proruppe dicendo:
“Adesso basta cazzate voglio trapanarti come meriti troia, sta scopata te la ricorderai finchè vivi!” e detto ciò denudò mamma (che ancora indossava la sua elegante gonna al ginocchio con spacchetto laterale e la sua camiciola completamente aperta, però, dal quale svettavano imperiose le sue tettone ballonzolanti) e cominciò dapprima a leccarle le figa e poi a scoparla alla pecorina, con mamma messa a 90° che appoggiava le mani sulla scrivania.
Scrivania sulla quale salì ben presto in piedi il Cerci il quale riprese a farsi spompinare con gusto.
I due cambiarono poi posizione e buco, la solita inculata pazzesca, cui fece seguito la solita doppia penetrazione.
“Ahh siii scopatemi siiii siiii siiiiiiiiiiiiiiii porci maiali scopatemiiiiiii più forte siii siiii siiiiiiiiiiiiii di più ne voglio di piùùùùùùùùùùùùùùù!!!!”.
“Tieni vacca ti sfondo maialaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”
“Puttana sei una puttanaaaaaaaaaaa”
“siii siii sono la vostra puttana siiiiii sono una troiaaaaaaaaaaaaaa siiiiiii siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!”.
I due fecero appena a tempo a uscire dai buchi di mamma per sborrarle tutto in faccia e sulle tettone.

In breve tempo mamma era diventata la troia della ditta.
Le voci circa il suo famelico appetito sessuale non tardarono ad arrivare pure agli alti livelli dirigenziali e fu così che mamma si trovò ben presto a spompinare e scopare uno dopo l’altro tutti e 3 i massimi dirigenti aziendali, compreso il Presidente che la nominò appunto sua segretaria-aiutante tutto fare personale, ovviamente, aumentandole largamente lo stipendio.
Cosa questa che la porcona non smetteva di ricordare a papà in ogni occasione, anche di fronte ad altre persone:
“Alvise cazzo, sei andato in pensione troppo presto, ma come fai ad accontentarti della miseria che prendi, io guadagno già più di te!”, non era vero ma alla puttanazza piaceva sempre umiliarlo e sottometterlo.
Fui io stesso ad assistere alla scena di mia madre alle prese con i 3 dirigenti. Papà infatti mi aveva mandato a prenderla visto che la macchina della porcella era in revisione.
Fui fatto entrare dall’usciere il quale mi disse di accomodarmi pure nella sala d’aspetto, dal momento che mia madre era impegnata in riunione nell’ufficio del presidente e che non poteva essere disturbata: ordini tassativi del Presidente.
Immaginavo già che razza di riunione fosse! Fu così che finsi prima di andarmene, dicendo che l’avrei aspettata in macchina, mentre in realtà, approfittando di un momento di disattenzione dell’usciere, salii sino all’ultimo piano.
vista l’ora (le 20.00 circa), non vi era più nessuno e non sarebbe volata una mosca se non fosse stato per le voci che provenivano dall’ufficio del Presidente.
Mi accostai alla porta, che era socchiusa, e mi godetti la scena.
Vi era il Presidente del Consiglio di Amministrazione, il Dott. Pier Antonio Girardi (60enne ricco sfondato, con moglie, figli, nipoti e svariate amanti) nonché i due Amministratori delegati Sigg. Riccardo Antonioni e Gilberto Mazzi (di 40 anni circa anch’essi sposati con prole), oltre a mamma agghindata, manco a dirlo, da gran porcona.
Indossava infatti: scarpe di vernice nera con tacco a spillo vertiginoso e laccetti alle caviglie, calze nere autoreggenti e guepierre di seta nera trasparente, il tutto completato da un paio di occhiali da sexy segretaria.
Non indossava altro, neppure le mutande! Infilate nelle sue chiappe perfette da ventenne, infatti, la troia teneva dei fogli che doveva portare ai suoi dirigenti-padroni i quali infatti, trattenendo a stento le risa, la invitavano a fare ciò.
“Forza Sig.ra De Rossi, quanto ci mette a portare quei fogli? Si muova non abbiamo tempo da perdere, non vorrà mica essere licenziata, vero? Di questi tempi lo sa che il lavoro bisogno tenerselo ben stretto! Un pò come le chiappe per portarmi quei fogli senza farli cadere! Si muova!He he he !”: disse il presidente tra le risa degli atri due.
“Arrivo Sig. Presidente arrivo” disse Mamma camminando a chiappe strette.
Che scena! Mamma era davvero diventata una cazzo di troia arrivista pronta a tutto pur di soddisfare sessualmente i potenti di turno.
Un foglio però cadde nel tragitto!
“A santo cielo! Non esistono più le brave segretarie di una volta cribbio! Che razza di incompetente! He he he!”
“Davvero Sig. Presidente ha davvero ragione che incompetente, dovrebbe licenziarla seduta stante! he he he e!” i tre se la spassavano!
“Oh scusatemi, scusatemi, si avete ragione sono un’incompetente, ma per carità non mi licenziate …. Il mio povero marito ha solo una misera pensione ed io devo provvedere al fabbisogno della mia famiglia, ho pure un figlio che studia all’Università e…”.
“Ma smettila puttanazza! Ci hai fracassato i coglioni con sta scena della brava mogliettina! Hai fatto cadere il foglio per cui adesso dovrai subire la punizione! Leggi cosa c’è scritto nel foglio!”.
“Inculata” disse mia madre quasi sottovoce.
“leggi ad alta voce puttana!”.
“inculata” disse mia madre alzando la voce.
“E sia! Anche se più che una punizione per una troia come te mi pare più un piacere!” e ciò detto il presidente, dopo essersi fatto spompinare, la mise a 90° facendole appoggiare le mani sul bordo della preziosissima scrivania in ebano.
“Forza leccate lo sfintere di sta troia che adesso la inculo” disse il presidente agli altri due.
I due eseguirono gli ordini, il Presidente si inumidì ulteriormente il cazzo con la sua saliva e poi prese ad inculare mamma penetrandola con un colpo secco!
Il suo cazzo entrò come un coltello in un panetto di burro.
La cosa non passò inosservata tant’è che lo stesso presidente disse:
“A forza di prenderlo in culo sta troia ha uno sfintere talmente dilatato che il mio cazzo entra senza alcuna difficoltà! Porca eva è proprio il caso di dire una troia rotta in culo! He he he!”.
“Ti piace esserela mia schiava rotta in culo eh? Ti piace esserela mia puttana sottomessa?”
“Sii siii siii sono la sua schiava rotta in culo siiii siiii siiiiiiiiiiii come godoooooooooooooo siiiiiii come goooodoooo ad essere la sua schiava rotta in culo!”
“Che razza di vacca schifosa! E pensare che quando mi han detto che la troia della ditta era la Sig.ra De Rossi non volevo crederci! Davvero! Mi pareva davvero una sig.ra per bene! Ricordo ancora quando la assunsi! Tutta posata e timidina! Invece guardate che razza di maiala!”.
“Già già Presidente è davvero una vacca senza ritegno! Pensi che l’altro giorno l’abbiamo beccata giù in garage a farsi scopare dai 3 camionisti!”
“Che ? Ma scherzate? Ma chi?” chiese il Presidente un po’ preoccupato!
“Armando, e i due albanesi neo assunti Samir e Temal” risposero gli altri due dirigenti!
“Brutta vacca merdosa! Ed io dovrei infilare il mio pene in sto cesso di buco del culo in cui lo hanno infilato quei pezzenti?!?!?” il presidente era un razzista schifoso ed insopportabile!
“Cazzo, ma qua si rischia di prendere pure delle malattie cazzo! Brutta vacca che non sei altro ma come cazzo ti sei permessa di scopare senza il mio permesso! Ma io ti licenzio brutta puttana merdosa!”.
“noo nooo la prego Sig. Presidente le giuro che non lo farò mai più glielo giuro … ho sbagliato, ma quelli mi hanno preso di forza!”
“Si di forza ma se urlavi che volevi farti sfondare da i loro uccelli albanesi!” rispose un dirigente.
“Ovvio, sta troia non sa controllarsi, per lei un cazzo vale un altro, ma adesso la puniamo come merita, prima però passatemi un goldone che mi fa schifo scopare sta vacca senza protezione!”.
Tutti e tre indossarono dei preservativi, i due dirigenti, però, non prima di essersi fatti spompinare dalla troiazza che nel frattempo continuava a prenderlo in culo dal Dott. Girardi il quale, non sazio dell’inculata, aveva iniziato a schiaffeggiarla violentemente nelle chiappe.
“sii siiiii mi picchi siiiiii me lo merito sono una bambina cattiva siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Siiiiiiiiiiiiiiii!!!!! Mi picchi e mi inculi siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Me lo merito siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!”.
“ è talmente troia sta puttana che comincia quasi a farmi schifo! Pensate che sta troia merdosa un giorno, mentre la inculavo, pensate quanto è troia, mi ha chiesto di mollare mia moglie per mettermi con lei che è stanca del fallito impotente di suo marito e vorrebbe sposare un uomo potente come me! Ma pensate quanto idiota è sta troia di merda! Con tutte le modelle ventenni che posso avere una vacca ninfomane di mezz’età come lei dovrei prendermi! Povera rincoglionita arrivista! Si è pure rifatta le tette e le labbra sta troia! E mi ha detto che lo ha fatto per me! E poi si fa sbattere da due camionisti albanesi! Ah bell’affare farei a sposare un puttanone come te! Troia, troia tu sei una lurida troia di merda!!!!! Questo sei e rimarrai brutta troia!!!!! E per punizione ti abbasso lo stipendio! Non meriti tutti i soldi che prendi vacca! E ringrazia che non ti licenzio! Anche se d’ora in avanti, scoperai solo con quei buzzurri !”
“Già sig. Presidente potremmo barattare il pagamento degli straodinari in cambio di una scopata con sta puttana !!!! ”.
“E bravo Antonioni! Lei si che è un esperto in risorse umane! He he he he!”.
Inutile dire che la scopata andò avanti, e mia madre venne presa in tutti i buchi e in tutte le posizioni immaginabili dai tre, ovviamente, anche contemporaneamente come piaceva tanto a lei!
Scopata che culminò in una sborrata davvero colossale sul viso e sulle tettone di mamma.
La carriera di mamma pareva essersi bruscamente interrotta a causa della stessa troiaggine che le aveva invece prima permesso di salire velocemente i gradini delle scala aziendale.
Mamma fu infatti retrocessa a semplice impiegata, per il godimento delle sue invidiose colleghe e dei camionisti dell’azienda!
Di lì a poco, però, il presidente morì d’infarto, probabilmente aveva ecceduto con la coca mentre scopava con una delle sue amanti ventenni, e gli succedette il figlio Giacomo 35enne.
Non avevo dubbi, mamma avrebbe presto cercato di sedurlo per riguadagnare il suo posto d’elite nell’azienda!

Leave a Reply