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Racconti Cuckold

Cuori in pausa – dramma erotico in innumerevoli scene – SCENA 2

By 30 Dicembre 2024No Comments

SCENA 2
«Ma quando saremo in pausa potremo ancora preparaci una pizza e guardarci un film come stasera? » Mario cercava di capire come si sarebbero organizzati. Ancora non poteva credere di rinunciare a tutto questo
«Beh magari no, almeno non ora. Dobbiamo davvero cercare di impegnarci e di lasciare a ognuno spazio. Se no non ci servirà assolutamente a nulla. Magari più avanti si vedrà». Lara sembrava avere le idee chiare, o per lo meno più chiare rispetto allo spazio che voleva.
«Ma scusa quanto andrà avanti, ci diamo un termine? »
«Amore non lo so, non lo so davvero. Non diamoci termini, non diamoci tempi. Prendiamo il tempo che ci serve per capire. Lo sai ne abbiamo già parlato, ti prego non ritiriamo tutte le volte fuori questo argomento. Se è una pausa è una pausa. Oggi ne abbiamo parlato e abbiamo preso la decisione, da domani portiamola avanti e vedremo dove ci condurrà ». Lara iniziava a dare segni di stanchezza. Si strinse a Mario che rimaneva in silenzio. Non era facile per lui capire tutto questo, ma sapeva anche lui che ora come ora non c’erano alternative. O mandavano tutto all’aria o ci provavano così. Anche se lui non era mai stato convinto delle pause.
«Va bene amore mio. Ce la faremo, vedrai ». Mario cercò di recuperare un po’ di convinzione e le diede un bacio sulla fronte.
«Ecco, so che è difficile, ma magari da domani dovremmo anche riuscire a smettere di chiamarci amore. Siamo due coinquilini. Prendiamola come una sorta di gioco di ruolo. Non è facile neanche per me » gli disse guardandolo con i suoi occhi verdi, lievemente umidi.
Ogni parola per Mario era un tonfo. Era come se gli venissero man mano tolti dei pezzi. Non si potrà fare più questo, né questo, né quell’altro. Pensò al suo corpo. Al non poterlo vedere, toccare, annusare. Si sentii sprofondare
«Due coinquilini possono fare così? » e allungò la mano per toccarle i seni. Lara gli diede una piccola sberla giocosa sulla mano lasciandosi andare a una lieve risata.
«Direi proprio di no, che dici? Non saremo friends with benefits se questo intendi. Dai fai il serio, è una cosa seria. Davvero». Lara lo guardò con un misto di sorriso e supplica che intenerì Mario. Come avrebbe fatto senza stringerla a sé ogni notte.
«Però saremo in pausa da domani, giusto?» chiese Mario
«Cosa intendi?» lo guardò con aria interrogativa iniziando a sospettare dove volesse andare a parare.
«Quindi se adesso ti bacio sul collo tipo così» e le diede un lieve bacio scostandole i lunghi capelli biondi, Lara fu scossa da un lieve brivido. «Oppure se ti sfioro le guance con le dita così» disse prendendole il viso. Lara emise un lieve sospiro. Come avrebbe fatto senza quelle mani. «O se lascio scivolare la mia mano lungo la tua schiena così, in fondo sono ancora il tuo ragazzo per oggi» La sua mano si infilò sotto la maglietta e con le dita percorse la schiena nuda di Lara.
Mario cercava di alleggerire la tensione, ma allo stesso tempo era preso da un desiderio fortissimo di lei. La paura di non averla più aveva preso il sopravvento. Lara si abbandonò a quelle carezze, a quelle mani. Sapeva che forse non era il caso ma se davvero dal giorno dopo tutto sarebbe finito, o messo in pausa come si dicevano, non poteva pensare di non sentirle un’altra volta.
Si diedero un bacio, con un misto di tenerezza, passione e tristezza. Entrambi sapevano che poteva essere l’ultima volta. Mario prese Lara per mano e senza dire niente la portò su per le scale nella loro camera, in quella che era la loro camera, che ora era diventata camera di Lara. Si spogliarono rapidamente e sotto le lenzuola ripresero a baciarsi con passione.
Lara allargò le gambe e lasciò che le dita di Mario iniziassero ad accarezzarla. Era sempre stato bravo con le dita, lei si bagnava subito. I suoi respiri divennero più affannosi, iniziando a emettere qualche leggero mugolio di piacere. Mario scese lungo l’ombelico con piccoli baci fino a trovare il suo viso immerso tra le sue gambe. Con la punta della lingua iniziò a fare piccoli cerchi, poi a percorrere la spaccatura delle labbra. Lara fu scossa da un brivido ed emise un gemito più forte mentre Mario alternava la lingua e le dita. Lei lo prese per i capelli chiedendogli di sollevarsi per poterlo baciare, le sue labbra bagnate dei suoi umori.
«Scusa c’è tanta tensione, dammi un attimo» disse Mario accarezzandosi il cazzo ancora non rigido. Ultimamente capitava. Era una delle discussioni che avevano avuto. Lara voleva un sesso più animalesco, deciso, più intenso.
«Non ti preoccupare, ci penso io» disse Lara, lo prese in mano e iniziò ad accarezzarlo, intanto lo baciava sul petto scendendo sempre di più fino ad accoglierlo tra le sue labbra. Mario emise un gemito. Le labbra di Lara attorno al suo cazzo erano una sensazione fortissima, potente. Non poteva pensare di rimanere senza. Scacciò via i pensieri tristi e si concentrò sulle sensazioni. Lara lo avvolgeva fino a prenderlo interamente in bocca, in gola, finché il suo naso toccava la pancia di Mario. Questo lo faceva impazzire e finalmente il suo membro iniziò ad acquistare durezza. Si staccò da lei, si mise sopra, Lara allargò le gambe e Mario le entrò dentro piano, con dolcezza, guardandola negli occhi. Iniziò a muoversi con movimenti lenti mentre la teneva abbracciata a sé, voleva godersi questo momento, fare l’amore con lei.
«Sì sì, muoviti così» diceva Lara
«Toccati, toccati ora, voglio sentire che vieni mentre sono dentro di te»
Le sue dita scesero lungo il ventre, appoggiandosi sopra il monte di venere e iniziando a muoversi freneticamente. Lui la guardava mentre si muoveva dentro di lei, bellissima, i capelli biondi lunghi adagiati di lato, le labbra a formare una piccola o mentre gemeva. Quanto era bella, e la sensazione meravigliosa di scivolare dentro di lei, di sentirla bagnata, di sentirla gemere
«Continua continua, muoviti più forte» implorò lei
Mario iniziò a dare colpi più decisi, tenendola per i fianchi mentre le dita di Lara continuavano a muoversi forsennatamente in cerca dell’orgasmo, lei chiuse gli occhi, oddio impazziva a vederla così, come avrebbe fatto domani, e dopodomani, quanto sarebbe durato senza voler sentire il suo corpo, come poteva rimanere in astinenza? E lei? Lei aveva sempre voglia, come sarebbe riuscita a stare in astinenza per tutta la pausa. L’immagine arrivò come un fulmine. Lara distesa così a godere presa da un altro. Fu come un pugno, e allo stesso tempo una scarica nelle sue parti basse, Mario non resistette più e prima ancora che Lara potesse venire uscì venendole sulla pancia
«Scusami … scusa … è stato improvviso, non so come mai … era troppo bello» si scusò Mario cercando un fazzoletto
«Non ti preoccupare, non ti preoccupare, è stato bello. Vieni qui» cercò di rassicurarlo lei e tese le sue braccia verso di lui per abbracciarlo. Si misero uno accanto all’altro nudi, finchè il respiro non si quietò. Guardavano entrambi nel vuoto, persi in mille pensieri, senza sapere cosa dire. Ogni tanto sospiravano e si stringevano forte.
La campana della chiesa lì vicino iniziò a suonare. Mezzanotte.
«E’ domani. Forse è meglio tu vada in camera tua. Se rimani qui non riuscirò a mandarti via e finirà che dormiremo insieme e domani saremo punto e a capo. Ricordati, lo facciamo per noi». Disse lei con un velo di tristezza ma anche in tono apparentemente freddo.
Per Mario fu un pugno nello stomaco. Doversene andare dal suo letto, quello che pochi mesi prima avevano comprato insieme perché fosse il loro nido. Si alzò nudo senza sapere neanche bene che dire. Si voltò verso di lei che si era rannicchiata nelle coperte.
«Buonanotte amore» le disse
«Buonanotte … Mario» rispose Lara. Mario si sentì sprofondare e si incamminò nella stanza a fianco. In quello che era lo studio e che ora era diventata camera sua. Crollo sul divano letto, senza neanche aprirlo e senza riuscire a chiudere occhio tutta la notte.
Ogni tanto era come se si svegliasse di soprassalto preso da un’ansia insostenibile e voleva correre di là da lei, dirle che stavano sbagliando, che sarebbe stato un disastro. Ma no, sarebbe stato difficile, ora come ora per lui impensabile, ma ce l’avrebbero fatta, come erano riusciti a superare tutto. Sarebbero stati più forti della crisi.

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