Dedizione: Attaccamento particolare, affetto per una persona o dedizione a un ideale.
I pregi che deve avere una moglie, non si possono ricondurre a mere faccende domestiche, significherebbe limitare la donna stessa e tutto il meraviglioso mondo che rappresenta.
l’aspetto esteriore è certamente fondamentale, ma in quanto effimero, come lo è la bellezza, è totalmente soggettivo e prescinde ogni singola persona che lo identifica, lo venera e lo ritiene tale, quindi, secondo il mio punto di vista, una delle doti più importanti in una moglie, è la Dedizione.
Tra i sinonimi di Dedizione, troviamo: Amore, Abnegazione, Impegno, Altruismo, Carità e Passione.
Per quanto distanti dal concetto di Moglie, sono tutte doti fondamentali, perché, permettono ad una donna di poter essere identificata e soprattutto considerata, come la moglie ideale, la moglie perfetta, quella moglie capace di capire scelte e situazioni spesso difficili, in alcuni casi oggettivamente sgradevoli, ma comunque imprescindibili, assolvendole ogni volta con Amore, Altruismo, Carità, Passione e soprattutto con straordinaria Abnegazione ed indiscutibile Impegno.
Tracciare una linea di percorso che possa spiegare come e quando, la dedizione di una moglie, riesce a fare la differenza non è semplice.
Le situazioni più comini, riguardano la quotidianità di una coppia. La necessità di superare problemi facendo delle scelte che se giuste o sbagliate non vengono mai discusse o contestate, è in assoluto la qualità migliore che possa avere una moglie dedita, ed è certamente quella più importante ed indispensabile.
Purtroppo quando si parla di dedizione, si trascurano gli aspetti che riguardano l’amore, l’abnegazione e l’impegno con cui la donna vive la propria vita e si relaziona al suo compagno, finendo per confondere questa dote con l’abuso di maschilismo e sottomissione del sesso debole, ma non è affatto così.
Il maschilismo mette prepotentemente l’uomo al disopra di tutto,che sia un ambiente familiare o, come in questo caso di coppia, impossessandosi prepotentemente di un ruolo che non può essere ne contestato ne messo in discussione.
La dedizione invece, è un modo di essere, è una condizione naturale e spontanea che alcune donne hanno, e con la quale si relazionano con chiunque abbiano davanti. Nessun marito o compagno di donne così, ha mai avuto atteggiamenti maschilisti per imporre idee, scelte o soluzioni, perché in nessuna circostanza, è servita più di una spiegazione per far capire quale fosse la direzione più giusta da seguire in quel momento.
E’ più che naturale, che nel concetto espresso, non c’è una sola ed unica sfaccettatura, ma è anche ovvio che questa forma di predisposizione, se ben gestita, è la soluzione a parecchi tipi di problemi, come lo è stato nel caso mio e di mia moglie.
Premetto che mia moglie, è una bella ragazza di ventotto anni, mora, formosa e con dei tratti somatici veramente gradevoli, quindi spesso oggetto di attenzioni altrui, cosa, che peraltro mi rende anche abbastanza fiero della mia condizione.
La sua dedizione è stata una condizione presente dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, infatti fin da ragazzi, partecipava e condivideva le mie scelte a pieno, compreso tutto quello che veniva stabilito, senza mai trovare nulla fastidioso e sgradevole, creando tra noi un rapporto meraviglioso che ci ha permesso di condividere momenti estremamente piacevoli e divertenti.
Con l’andare del tempo, quando crescendo ci si trova davanti ad altre esigenze e circostanze, ho cominciato a vedere in quel suo spontaneo modo di essere, una cosa che mi avrebbe potuto regalare emozioni e sensazioni forti, ma senza avere mai chiaro in che maniera e circostanza sarebbero potute mai arrivare.
Come succede spesso, accadde tutto per caso, in un momento ed in una occasione che dire totalmente inaspettata è forse troppo poco.
il primo giorno dell’anno, io e mia moglie, abbiamo l’abitudine di andare al cinema per festeggiare questo giorno di benedetto riposo, così, anche in quell’occasione, ripetemmo il rituale che tanto ci piace cominciando a preparare la cosa dalla mattina. I nostri gusti sono particolari. Non ci piacciono i tipici film natalizi e visto il periodo, ci rimane sempre difficile trovare qualcosa che possa andare bene, così, da un paio d’anni a questa parte, andiamo alla ricerca di quei cinema più piccoli, che spesso proiettano film fuori dal cartellone da qualche mese, ed infatti anche quel giorno, trovammo qualcosa di interessante proprio in una sala di questo tipo. Lo spettacolo iniziava alle diciotto ed il cinema era in Viale delle Provincie, piuttosto vicino a casa nostra, infatti ci muovemmo con una certa comodità. Qualunque sia l’occasione, mia moglie ha la bellissima abitudine di curare molto il suo aspetto e soprattutto di vestirsi esaltando la sua femminilità, cosa che le riuscì perfettamente anche quel giorno.
Scelse di indossare per l’occasione un abito della collezione Sandro Ferrone, di quelli che pur cadendo morbidi,fasciano perfettamente il corpo e che possono essere portati anche senza l’ausilio del reggiseno, mantenendo intatta tutta le bellezza di un’abbondante scollatura.
La gonna, se pur un unico pezzo con la parte superiore, le fasciava i fianchi scendendo fino a quattro dita sopra il ginocchio, armonizzando il sedere che appariva perfettamente tondo dato il perizoma, dando l’idea che sotto non portasse mutandine di nessun genere. Degli stivali neri con un bel tacco sottile, le aderivano perfettamente per tutto il polpaccio, il collant nero velato che completava quella splendida opera che sprigionava femminilità e sinuosa armonia da tutte le angolazioni.
Quando arrivammo, parcheggiamo non distante dal cinema, ci prendemmo un caffè nel bar accanto ed andammo a fare i biglietti per lo spettacolo che sarebbe iniziato di lì a pochissimo.
Mi sorprese molto che a fare la fila c’erano poche coppie, un paio oltre noi e per giunta abbondantemente più grandi di età, mentre in compenso, c’erano e una dozzina di signori con un età che spaziava dalla sessantina alla settantina non di più. Entrammo pressocchè per primi, le luci erano piuttosto soffuse, non si vedeva molto, così per evitare di cadere, ci sedemmo in un angolo della penultima fila, aspettando che il film venisse proiettato.
Tutti gli altri spettatori, ogni qualvolta che entravano, si fermavano da un lato, probabilmente per potersi abituare a quel buio, ma notai che molti di loro, presero posizione solo dopo che anche le altre due coppie si erano sedute, occupando quasi tutte le poltrone adiacenti. Mi accorsi anche di come gli ultimi signori, non ancora accomodati, si guardassero attorno. Avevano l’aria di chi stia cercando qualcuno e non riesca a trovarlo, fino a quando, come se rassegnati, andarono anche loro nella direzione delle coppie più avanti.
Feci notare la cosa anche a mia moglie, ma non diede alcuna importanza alla faccenda e quindi, anche io feci altrettanto. Ad un certo punto, proprio nel momento in cui si spensero le luci, lei decise di togliersi il cappotto che ancora indossava ed alzandosi in piedi, con il rumore che fece, catturò l’attenzione di quasi tutti i presenti.
Quel leggero trambusto, se pur piccolo, sembrò che avesse scatenato una guerra.
Alcuni di loro, quattro per l’esattezza, raccolsero i cappotti che avevano, chi sulle gambe chi poggiati nella poltrona accanto e con modo concitato, si alzarono spostandosi nella nostra direzione.
Si mossero comunque con estrema velocità, limitando il fastidio, ma la cosa che mi colpì, fu come si disposero. due si misero sulle poltrone di fronte alle nostre, uno si sedette dietro, precisamente nella poltrona esattamente vicina a quella di mia moglie, mentre uno, probabilmente più sprezzante degli altri, esattamente di fianco a mia moglie, proprio sull’ultima poltrona della nostra fila.
Praticamente mia moglie aveva me alla sua sinistra e poi uno sconosciuto immediatamente accanto, due di fronte ed un ultimo dietro.
Ci ritrovammo in una strana situazione, una di quelle che certamente non mi era mai capitata ne tantomeno c’ era mai capitata assieme. Pensavo e ripensavo, ma c”era qualcosa che non quadrava, non era possibile. Quelle cose che avevo notato, quei movimenti prima dell’inizio del film, quegli spostamenti e soprattutto quella disposizione non erano più vaghe sensazioni che non facevano ne caldo ne freddo, ma erano qualcosa di concreto, ma cosa?
Pochissimi secondi bastarono a capire, a dare una risposta a tutte le domande che fino a pochi minuti prima non avevano alcun peso, alcun significato e soprattutto nessuna importanza. Le coppie erano poche, troppo poche, le poltrone attorno a loro si riempivano, gli sguardi impegnati a cercare qualcuno o qualcosa, adesso si che era chiaro! Cercavano noi, anzi, cercavano mia moglie!
Uno strano senso di inquietudine iniziò ad attanagliarmi, ma la frase che come un giradischi incantato ripetevo e ripetevo ancora dentro di me, mi scombussolava lo stomaco.
Non avevo mai provato una sensazione così forte, uno stranissimo miscuglio di emozioni che andavano dal fastidio più intenso alla delizia assoluta, qualcosa di incredibile mi stava travolgendo come una valanga o un fiume in piena, così presi la mia decisione, rimasi lì, cercando di distrarre mia moglie per non fargli notare nulla e soprattutto di non farla ragionare su quel che stava accadendo intorno a noi, poi, dopo averla accarezzata, puntai lo sguardo dritto al grande schermo.
Lei non s’accorse di nulla, o meglio, non capì nulla di quello che era successo attorno a noi. Aveva certamente notato il via vai di persone che si erano affrettate a prender posto, ma non dava alcun peso al fatto che quei signori, erano attorno a noi ma non erano accompagnati da nessuno. Probabilmente il fatto di vederne due, seduti assieme proprio di fronte, le faceva immaginare che almeno dietro ci fosse più di una singola persona.
Il film iniziò puntuale alle ore 18. Io non sapevo che fare, ero eccitato, aspettavo, ma non avevo idea di come potessero andare certe cose, non sapevo di cosa si trattasse, cosa avrebbero fatto quegli uomini, come si sarebbero mossi, al punto che dopo un quarto d’ora abbondante, nel quale non successe assolutamente nulla, pensai a quanto potessi essere mentalmente deviato, ad aver immaginato tutte quelle cose, pensando addirittura ad una situazione talmente morbosa, contorta e difficile, che neanche in una trama porno avrebbe mai potuto avverarsi.
Sorrisi dentro di me, mi diedi di nuovo del depravato e mi concentrai nel film.
Di lì a poco però, le cose cambiarono nuovamente.
Saltuariamente, mia moglie faceva dei piccoli scatti, ritraeva enfatizzando il movimento il suo braccio destro, quello che in parole povere, condivideva il bracciolo della poltrona con quel signore sconosciuto, emettendo un sospiro nervoso che, probabilmente, serviva a far capire al tizio che le stava dando fastidio.
Di novo il brivido, ma stavolta la consapevolezza di poter aver frainteso ancora, mi permise di controllare l’emozione e l’eccitazione, così prima di lasciarmi andare a quella meraviglia di eventi, decisi di guardare bene cosa stesse succedendo.
Cercai di muovere la testa il meno possibile, ruotai solo gli occhi e senza nemmeno aspettare troppo, vidi le dita della mano di lui, arrivare a sfiorare il dorso della mano di mia moglie. Si poggiavano delicatamente alla ricerca di un contatto, il quale, probabilmente rappresentava già qualcosa di notevole, ma che non aveva la stessa grandezza per quel che riguardava mia moglie, che nuovamente infastidita, replicò per l’ennesima volta il suo gesto di stizza.
Mi girai verso di lei e le chiesi con fare infastidito cosa avesse fatto per agitarsi a quel modo.
Conosco benissimo mia moglie e so che davanti ad un modo autoritario trattiene l’emozione, quindi, quando arrivò a spiegarmi quanto le stesse accadendo, lo fece con fare rimesso.
Con uno sguardo che sembrò dirle di non esagerare, le dissi di lasciar perdere e di lasciarlo fare, che fastidio può dare una cosa del genere?
Abbassò la testa, come fosse un segno di sconfitta e quel gesto fu la consacrazione di un avvenimento che aveva per me qualcosa di incredibile.
Tutti i brividi e le emozioni che speravo di provare, si erano tramutate in una potente ed emozionante forza che mi spingeva da dentro lo stomaco. Adesso dovevo solo aspettare, aspettare e vedere cosa sarebbe successo, cosa avrebbero fatto, se uno solo o tutti assieme, se solo i due di fronte, o quello di lato assieme all’altro dietro, se l’avessero solo accarezzata, o addirittura toccata, o se si fossero masturbati lasciandosi guardare, insomma un turbinio di forti sensazioni era dentro di me lasciandole impossessarsi di me, trepidante e impaziente di vedere come sarebbe andata a finire.
Non credo che lui si sia accorto del mio intervento, tanto che non riprovò immediatamente a toccarla, ma non dovetti aspettare troppo, infatti puntuale come un orologio, proprio come la volta precedente, portò il suo mignolo ed il suo anulare sul dorso della mano di mia moglie. Probabilmente si aspettava il solito gesto di stizza, e quando si rese conto che non sarebbe arrivato, iniziò lentamente a muovere le dita carezzandola delicatamente.
Vista la mancanza di resistenza, non esitò a continuare, sfiorava e toccava la mano di mia moglie con molta delicatezza e con l’andare dei secondi, si permetteva sempre qualcosa in più. Passò dal dorso alle dita, poi al palmo, lambiva quella mano con passione, quasi come fosse un seno, procurandosi certamente un accrescimento dell’erezione, infatti ad un certo punto con la scusa di sistemarsi meglio sulla poltrona, fece scivolare l’altra mano sotto il cappotto che teneva poggiato sulle gambe e con maestria abbassò la lampo dei pantaloni.
Mia moglie non se ne accorse, ma io si e quel gesto, rappresentò per me l’apice del piacere, al punto di rischiare di avere per la prima volta in tutta la mia vita un eiaculazione precoce .
Sapeva bene che quello che stava facendo era rischioso ed eccessivo e che poteva finire da un momento all’altro, perché mia moglie, oltre a non essere partecipe, non ricambiava minimamente le sue attenzioni, ma non poteva nemmeno fare a meno di toccarsi, perché in quelle situazioni, ogni sensazione, viene amplificata se associata ad un gesto, che spesso, se pur volgare o fastidioso, è l’unica alternativa.
Con estremo stupore, l’uomo tirò fuori la mano da sotto il cappotto, lasciando però vedere chiaramente che sotto c’era il suo pene eretto e visto che durante quel frangente si era anche leggermente spostato sul fianco sinistro, portò la mano che aveva appena toccato il suo sesso sul bracciolo della poltrona.
Quando i miei occhi tornarono sul primo cenno del loro approccio, un’altra ondata di emozioni mi travolse. Mia moglie, ormai rassegnata, si era totalmente arresa alla circostanza, infatti la sua mano, era unita a quella dell’uomo in un incrocio di dita che faceva risaltare le lunghe unghie smaltate di rosso, il che, mi lasciò pensare che allora, mia moglie, non solo si fosse accorta del gesto appena fatto da lui per mettersi a proprio agio, ma avesse anche notato, esattamente come me, il pene sagomare l’impermeabile poggiato sopra le gambe.
Ormai c’era solo da aspettare con fervore come sarebbero andate a finire le cose e contento come un bambino di fronte ad un giocattolo di bellezza inimmaginabile, stetti li fermo a cercare di realizzare che stesse capitando proprio a me.
La mano poggiata sul bracciolo, era la mano con cui l’uomo aveva toccato il proprio sesso, per questo, delicatamente salì vicino il viso di mia moglie e ne lambì una guancia, poi, dopo averla portata sotto il suo naso, lasciò che l’odore rimasto ne pervase le narici.
Ogni uomo, come ogni altro essere umano, ha i propri odori, i propri sapori, ma certi, se pur mai sentiti prima, si associano immediatamente ad alcune parti del corpo, infatti, pur rimanendo immobile a fissare il grande schermo, mia moglie capì immediatamente che quell’ odore così deciso e penetrante, era l’odore del glande di quel tizio.
Sarà stato anche uno sconosciuto, un maiale, un depravato o come si usa di in questi casi un vecchio, insomma, sarà stato anche un odioso, osceno e spregevole porco, quell’odore così pieno, forte, buono ma allo stesso tempo fastidioso, la fece per un attimo vacillare, al punto che chiuse gli occhi ed inalò lentamente e profondamente, cedendo a quella assurda situazione che la vedeva suo malgrado protagonista.
Riaprì gli occhi immediatamente, come a voler tornare in se, come a cancellare quell’istante di debolezza che l’aveva colpita e al quale, mai e poi mai, si sarebbe dovuta permettere di cedere, ma ormai era tardi.
A quella scena, non avevo assistito soltanto io e l’uomo che le era accanto, ma anche gli altri tre.
Il tizio seduto proprio dietro di noi, era, sotto alcuni punti di vista il più avvantaggiato di tutti.
Era riuscito a seguire tutti i passaggi, senza che nemmeno ce ne rendessimo conto, perché, essendo l’unico spettatore di un ultima fila, si era potuto muovere e spostare senza problemi, alzandosi in piedi se necessario, e sedendosi in qualsiasi punto che potesse essere più comodo e meno infastidente.
Probabilmente queste persone erano abituate a questo genere di situazioni, perchè sapevano esattamente come gestire gli spazi, come poter fare per non essere invadenti, come creare una situazione che non rovinasse nulla e che, magari, gli permettesse anche di partecipare in prima persona, infatti, resosi conto del cedimento emotivo di mia moglie, si sedette di nuovo dietro di lei accostandosi con il corpo alla sua poltrona.
Mentre l’uomo accanto a lei, continuava a tenerla per mano lasciando poggiata sulla coscia l’altra, il tizio di dietro, dalla posizione in cui era, portò il viso accanto a quello di mia moglie e sospirando, si accostò all’ orecchio sussurrandole qualcosa.
Lei aveva i capelli legati in una coda, quindi non le fu difficile sentire cosa le stesse dicendo, cosa invece impossibile per me, ma capii che qualsiasi cosa disse, era la cosa giusta per eccellenza perché infatti, di nuovo, sembrò perdersi in un leggero fremito.
Avrei dato tutto per sapere cosa le avesse potuto dire. Provai ad immaginare ma naturalmente i pensieri che mi raggiunsero, non erano affatto romantici e delicati, anzi, direi tutt’altro.
Pensai ai modi in cui l’avesse potuta chiamare, magari a parole come ‘troia’, ‘puttana’ o a qualche forma di minaccia, del tipo ‘dopo ti scopiamo tutti assieme’, ma la cosa che più mi piaceva era il fatto che se fosse andata così, lei non avesse avuto la minima reazione ed anzi, avesse provato un sottile brivido di piacere.
Un tremolio continuo, proveniente dallo schienale della poltrona di mia moglie, diede la risposta alle mille domande che giravano nella mia testa in quell’istante. L’uomo, certamente eccitato, aveva probabilmente annunciato a quell’orecchio nudo , l’intenzione di tirarsi fuori il sesso e di toccarsi e forse, questo essere al centro dell’attenzione, se pur passivamente e senza alcun diritto di opposizione, faceva si che mia moglie, nonostante tutto si sentisse femmina, cosa che probabilmente in certi casi, riesce ad essere una sensazione così forte, da sopraffare qualsiasi forma di morale e di censura.
L’andamento non era forsennato, anzi, direi che fosse piuttosto lento, ma era comunque chiaro ed avvertibile e non si interruppe nemmeno quando l’uomo, visibilmente eccitato, si avvicinò di nuovo all’orecchio.
Questa volta sentii, ma soltanto perché quello che emetteva erano sospiri e piccoli soffi nel paglione, cosa che peraltro mia moglie gradisce particolarmente, infatti chiuse di nuovo gli occhi e quasi con partecipazione, reclinò leggermente la testa all’indietro.
Quella pratica così forte e sensuale, penetrò, se pur in costrizione il suo profondo, manifestandosi in maniera evidente e lampante. Entrambe i capezzoli si mostrarono grandi e turgidi nonostante il vestito, sporgendo quanto basta per poter essere afferrati, infatti, l’uomo dietro di lei, lasciò passare il braccio attraverso lo spazio degli schienali delle due poltrone occupate da mia moglie e dal suo sconosciuto vicino e senza tergiversare, portò la mano su di un seno stringendo tra l’indice ed il pollice quella meravigliosa prominenza.
Conosco mia moglie e so benissimo quanto questa pratica le sia gradita, infatti si vide benissimo come di fronte a quella tentazione, cedette rilasciando tutti i muscoli del corpo ma contraendo la mano che stringeva quella dello sconosciuto affianco.
Fu bellissimo per me, vedere che non cercava il mio conforto, o la mia passione, ma quella di un altro uomo, un uomo maturo, di un uomo che hai suoi occhi appariva immorale, deprecabile, forse anche disgustoso, ma che in quel momento, grazie alla sua esperienza, era l’uomo per eccellenza, quello che sa dare sensazioni che tramutano una donna normale, in una femmina persa nell’oblio del piacere, per di più, protagonista dei desideri laidi di più uomini contemporaneamente e tutti come lui.
Come se fossero coordinati da qualcuno o qualcosa, arrivò il turno dei tipi seduti davanti.
Avevano assistito all’evolversi della cosa in maniera piuttosto discreta, infatti saltuariamente si giravano camuffando il loro interesse in una ricerca di qualche oggetto nei cappotti o di una posizione più comoda, sbirciando alla meglio tra le gambe e la scollatura di mia moglie.
Quando uno dei due, con la stessa tecnica, riuscì a guardare dietro, si accordse che le cose erano radicalmente cambiate. Fu divertente vedere come alla vista della mano sul seno il suo viso cambiò repentinamente sguardo e come, con enfasi quasi infantile, prese a gomitate il vicino per farlo girare e fargli assistere alla scena che aveva già catturato la sua attenzione.
Rimasero entrambi voltati verso di noi sistemandosi meglio sulla seduta e uno dei due, forse più audace dell’altro, portò immediatamente la mano destra sulla lampo dei pantaloni abbassandola rapidamente.
L’altro, più tranquillo e probabilmente comunque meno esperto dei signori che avevano già dato vita ad un primo approccio con mia moglie, mi guardò con un misto di timore e stupore.
Io ero sempre fermo sulla mia poltrona, lontano dall’idea di toccarmi, altrimenti avrei potuto rovinare tutto con una immediata eiaculazione, ma lui non aveva alcun vincolo, così senza parlare, ma soltanto con un piccolo gesto espressivo del viso, lo invitai a partecipare senza alcun problema a quella forma di divertimento che stava riguardando sempre più persone.
Il tipo che aveva iniziato a masturbarsi, non chiese nient’altro, ne con lo sguardo, impegnato su quei seni ne a parole, mentre il suo amico, con il mio benestare non esitò ad allungare entrambe le mani sul seno della mia signora.
Credo che per questi uominii, che sinceramente non saprei definire, perché depravati non credo sia giusto, rispettino una specie di codice etico che gli permette di organizzarsi senza nemmeno dover parlare.
Quando le mani arrivarono al seno, lo sconosciuto che si masturbava poggiato sulla poltrona e che carezzava abilmente il capezzolo di mia moglie, tolse la mano, permettendo all’altro di poter toccare a sua volta.
L’obiettivo del nuovo entrato, era probabilmente quello di far rimanere mia moglie a seno nudo.
Con grande abilità, insinuò le dita nella scollatura del vestito, partendo dal centro e spostandosi all’esterno afferrò un lembo delle coppe dell’abito e poi, una volta saldo tra le dita, tirò delicatamente tutto verso il basso, lasciandola completamente nuda nella parte superiore.
Quando le mani iniziarono a scendere, mia moglie spalancò gli occhi esibendo un espressione terrorizzata, ma nel momento esatto che le dita dell’uomo, arrivarono a sfiorarle contemporaneamente i capezzoli, un sussulto la travolse, cedendo per l’ennesima volta a quelle viziose sensazioni.
L’uomo rimase esterrefatto. Aveva davanti due morbidi seni completamente nudi, scoperti, esposti, entrambi vistosamente sensibili a qualsiasi forma di contatto, ma la cosa che forse lo eccitava di più, era il fatto che la donna che li stava esibendo, per quanto pura e dolce potesse sembrare, non indossava alcun reggiseno. Questa cosa lo doveva aver colpito molto a giudicare dallo sguardo che aveva.
La sua espressione appariva confusa e non riusciva a fissare un unico punto, guardava il seno e poi gli occhi di lei, ed ancora il seno, poi di nuovo gli occhi, insomma non riuscivo a capire cosa l’eccitasse di più, se l’esposizione senza alcuna censura di tutta quella natura o il fatto che lei facesse avvolte scelte libertine.
La mia attenzione però, venne immediatamente catturata da un altro evento notevolmente esaltante.
L’uomo dietro di lei, portò di nuovo la mano sul capezzolo finalmente nudo, scaturendo una reazione quasi spasmodica di mia moglie, che questa volta si abbandonò totalmente a quel gesto, permettendo senza alcun indugio, di far fare la stessa cosa al tipo di fronte, il quale, con grande abilità, massaggiava alla stessa maniera il capezzolo del seno sinistro.
Meraviglioso è dire poco. Vedere la propria moglie palpeggiata in quella maniera, senza opporre alcuna resistenza, lasciandosi anche trasportare è una sensazione indescrivibile. Quattro uomini a me sconosciuti che palpeggiano e si masturbano con mia moglie, che non ha la possibilità e ormai nemmeno più la forza e la voglia di fermarli è sublime.
Lei era persa tra le mani di quei due, ma gli altri?
Cercai con gli occhi gli altri due uomini e vidi che il tipo dedito alla masturbazione stava continuando indisturbato a farlo, così con lo sguardo cercai l’altro, quello seduto di fianco, quello che aveva iniziato per primo ad importunarla, cosa stava facendo?
Ad un primo sguardo lo vidi nella posizione in cui l’avevo lasciato, ma dopo un occhiata più approfondita capii meglio cosa stesse facendo, anzi, per dirla tutta, cosa si stesse facendo fare.
Era seduto e composto, il cappotto continuava a stare sulle sue gambe, ma stavolta nascondeva un’altra cosa, una cosa ben più bella, più intrigante, forse la più bella fino a quel momento. Quella stoffa messa lì a creare una forzata intimità, celava la mano di mia moglie che chissà da quanti minuti, impugnava il pene certamente nerboruto di quell’uomo.
Riuscivo a vedere l’interesse della mano nei confronti di quel sesso. Immaginavo l’attimo del contatto, quando lui, consapevole del piacere che mia moglie stesse provando nell’essere toccata al seno, ha avvicinato senza difficoltà le dita al suo impermeabile facendole sentire la protuberanza attraverso la stoffa e poi, avvertita la totale assenza di resistenza, l’abbia portata sotto fino a metterglielo in mano.
Dove saremmo andati a finire, pensai dentro di me e soprattutto cosa sarebbe successo?
L’uomo che si faceva masturbare, le avrebbe preso anche la bocca? In che maniera?
Era naturale avere pensieri di questo genere, era naturale e soprattutto era un mio diritto, perché la donna in questione era mia moglie, ed era giusto che pensassi a cosa sarebbe stato bello farle fare da quei signori, ma successe quello che non sarebbe mai dovuto succedere.
Le luci del cinema si accesero.
I fari che inizialmente sembravano fiochi, in pochi secondi iniziarono a brillare come quelli di uno stadio, lo schermo, interamente bianco con una grossa scritta al centro diceva ‘fine primo tempo’, contribuiva ad illuminare la sala ed il movimento di poltrone e di persone, per quanto poche, fece diventare quello che pochi secondi prima era un tempio, una specie di mercato.
Mia moglie in un gesto di stizza, come a dire, finalmente sono libera, lasciatemi, tirò via la mano da sotto il cappotto dell’uomo che le sedeva accanto, poi dimenandosi col busto, liberò i seni dalle mani che nonostante tutto continuavano a palpeggiarla e piegandosi in avanti, tirò su la scollatura del vestito che coprì immediatamente le sue grazie.
Il tizio che si masturbava, con uno scatto repentino si sedette sulla poltrona come se non avesse mai lasciato quella posizione e mia moglie, alzandosi in piedi e sbattendo forte la seduta reclinabile della poltrona, mi guardò cercando di trasmettere con un solo sguardo, tutta la rabbia e l’odio che provava in quel momento nei miei confronti.
Mi feci indietro senza alzarmi e lei passò rapidamente davanti a me cercando di prendere il suo cappotto poggiato sulla poltrona alla mia sinistra.
Lì per li non riuscii a dirle nulla, poi dopo quattro o cinque strattoni, quando anche il suo cappotto impigliato, sembrava volesse deriderla, esplose in un pianto isterico e si girò verso il bagno.
Quello che sentii in quel momento fu come un dolore lancinante, ricordo che il mio unico pensiero, la mia unica preoccupazione, non fu quella di perdere mia moglie, ma di perdere quello che avevo visto farle fare.
Sono consapevole che agli occhi di molti, questa condizione, cioè quella di voler mettere la propria moglie a disposizione di estranei sia abominevole e disgustosa, ma il solo pensiero di farla toccare, di farla usare a qualcuno, magari anche forzandola leggermente è così sublime da non poterlo nemmeno spiegare.
Non le diedi il tempo di voltarsi completamente che le afferrai il braccio. Ormai ero in preda alla libidine così senza nemmeno rendermene conto le dissi con tono determinato: ‘tra dieci minuti ti rivoglio qua!’
A quel punto corse via, e sparì dietro le tende che separavano il corridoi che portavano in bagno.
Quei benedetti dieci minuti vennero attesi da tutti con una certa trepidazione. Nessuno disse nulla all’altro, ma certamente se qualcuno avesse provato solo a dire una parola, avremmo iniziato tutti a discutere nessuno escluso.
I miei quattro nuovi amici, che avevano allietato il mio primo giorno dell’anno, si scambiarono tra loro sguardi di intesa, che probabilmente rappresentavano la chiave di quella organizzazione che li vedeva protagonisti ed antagonisti senza mai darsi fastidio tra loro, così, anche io, quando incrociai gli occhi del tipo di destra, ci misi del mio annuendo con la testa, tanto per partecipare e per fargli capire che mi stavo divertendo quanto loro.
Mia moglie tornò e prese posto, passandomi davanti sempre con aria nervosa, ma stavolta rassegnata sapendo cosa l’avrebbe aspettata per tutta la durata del secondo tempo.
Quando si spensero le luci del perimetro esterno, le pupille dovettero aspettare qualche istante prima di abituarsi al nuovo buio che però venne soffuso dal grande schermo sul quale brillava la scritta ‘secondo tempo’.
Questa volta tutto era diverso. Sapevamo tutti a quale gioco avremmo giocato e soprattutto, sapevamo chi erano i giocatori.
Infatti senza dover attendere troppo, ecco che tipo seduto dietro di lei, la approcciò immediatamente, e avvicinandosi alla poltrona di mia moglie, allungò le braccia in avanti denudandole il seno per bene, direi minuziosamente, infatti con la dovuta calma, le passò una ad una entrambe le mammelle sopra il vestito, creando un effetto così preciso che sembrò essere arrivata già in quello stato.
I capezzoli diedero un cenno di risposta a quelle strane carezze, forse per il freddo o forse per lo sfregolio, comunque si gonfiarono leggermente, senza inturgidirsi, ma comunque spiccando abbastanza da potersi vedere anche di profilo delineando meglio quei due seni tondi e rosei.
L’uomo seduto a destra, che forse era quello che durante il primo tempo era riuscito ad ottenere di più, guardando il film, allungò le mani sulle due tette scoperte affondando le dita in quelle carni morbide per un paio di volte ed apprezzando con lo sguardo quello che precedentemente aveva solo visto e non toccato.
Sembrava che si fossero scambiati i ruoli, tanto che quello dietro, per primo mise mano alla patta estraendo il pene bello duro, poi sempre passando dallo spazio dello schienale delle poltrone di fronte, cercò la mano di mia moglie che fece passare all’indietro proprio nello stesso punto e la indirizzò, senza alcun indugio, dritta ad impugnare quel sesso che non aspettava altro.
Al contatto tra palmo e carne avvenne scontato come è la notte, che la mano si strinse chiudendosi su di essa, stringendo e quindi assaporando quella virilità che purtroppo non poteva essere guardata.
Tenendole ferma la mano, l’uomo iniziò delicatamente a spingere e ritrarre il bacino, sembrava proprio che stesse facendo del sano sesso e credo che fosse anche molto bravo, a giudicare dal fatto che mia moglie stringeva e mollava in funzione della direzione della spinta.
Quella complicità forse troppo esplicita, spinse l’uomo a fermarsi e a dire con tono soffuso ma chiaro a tutti quanti ‘adesso è ora di giocare da un’altra parte’.
Non capii esattamente ma a questa frase, il tizio sulla destra mollò la presa e cercando di non fare il minimo rumore si alzò in piedi, accompagnò anche il seggiolino retrattile per far si che non sbattesse.
All’unisono tutti fecero la stessa cosa, lasciando me e mie moglie di stucco, poi uno dei due, prendendola per un capezzolo e strizzando con vigore, tirò la tetta verso di lui per farle capire che l’avrebbe dovuti seguire, cosa che fece senza la minima obiezione.
Si tirò su facendo perno con tutte e due le mani sui braccioli avvicinandosi il più possibile a chi la stava ancora tenendo con quel metodo poco ortodosso, che però non venne lasciato fin quando entrambe non furono interamente fuori dalla fila di poltrone.
I due davanti, avvertiti in chissà quale maniera, raggiunsero assieme il piccolo gruppo formato da mia moglie e quei due perfetti sconosciuti, mentre io, inebriato da quella autorità che se ne fregava totalmente della mia presenza, rimasi seduto, giocando eccitatissimo al ruolo del guardone.
Adesso si che il mio stato era tornato allo stesso stato di libidinoso del primo tempo.
Il piccolo gruppo, si andò a mettere nell’angolo dietro l’ultima fila e dal mio posto potevo vedere abbastanza bene cosa stessero facendo.
Mia moglie era in piedi al centro e tre di loro, l’avevano attorniata infilandole le mani ovunque, anche fin sotto la gonna, strusciandola saltuariamente con il bacino sul sedere.
Quello che la strusciava, le stava con la bocca sul collo, baciando e leccando l’orecchio, le guance e le spalle, ma quando tenendole la nuca, cercava di far arrivare la lingua all’altezza delle labbra, lei dimenava al testa evitando il contatto, o almeno così riuscì a fare un paio di volte, perché ad un certo punto, probabilmente stringendo con molta più forza, le immobilizzò la testa affondando la lingua fin dove possibile dentro la bocca.
I due che prima sedevano davanti, riuscirono assieme a tirarle completamente su la gonna, lasciandola a cosce scoperte, permettendo a tutti di vedere benissimo, le gambe uscire dagli stivali neri aderenti, finire in un sedere tondo e sodo bene avvolto nei collant, che grazie al perizoma sembrava essere addirittura nudo.
Facendo due lembi e legandoli tra loro, trovarono il sistema di lasciarla praticamente svestita e soprattutto di poterne ammirare la silouette, che ormai, tra i seni completamente scoperti e le gambe nude, non aveva quasi più nulla da mostrare.
Io orgoglioso della sua bellezza, vedevo in quella circostanza il coronamento di un sogno, un sogno atteso una vita, il quale, per quel che mi riguardava, si sarebbe potuto concludere in qualsiasi maniera, non avrei certamente fatto alcuna obiezione.
In quel momento, avrebbero potuto prenderla tutti assieme, o uno alla volta, avrebbero potuto seviziarla con qualcosa nell’ano, avrebbero potuto fecondarla, non me ne sarebbe importato nulla, sarei rimasto lì a contemplare quelle eroiche gesta consapevole del fatto che le avrei ricordate per tutta la vita.
Impugnando il suo pene nerboruto con la mano destra, il tizio che prima le era seduto accanto, la liberò dai frenetici baci che l’altro era intento a darle e ai quali lei, se pur costretta, rispondeva con una certa enfasi, per poi infilarle due dita in bocca simulando quello che sarebbe potuto essere un rapporto orale.
Inizialmente lei si dimostrò restia, ma proprio come per i baci precedenti, si lasciò andare giocando così a simulare un vero contatto tra bocca, lingua e pene.
Per rendere più veritiero il gioco, l’uomo raggiunse con l’indice la punta del glande, bagnò il dito con il liquido che era appena fuoriuscito e poi, lo portò di nuovo all’altezza delle labbra di mia moglie, finche, senza nemmeno ordinarle nulla, attese che la lingua, uscendo di qualche centimetro, assaggiasse quella rugiada appena catturata.
Ormai era pronta, pensai dentro di me, e ovviamente non fui l’unico.
Tenendo due dita in bocca ed afferrandole il mento, accompagnò il suo corpo reclinandolo in avanti , poi senza la minima esitazione, le puntò dritto l’uccello in faccia e lo affondò nella bocca che non oppose la minima resistenza.
L’uomo fece un sospiro di piacere, poi portò le mani sulla sua nuca e come nelle più classiche scene dell’hard, iniziò a pomparle dentro tutto quello che riusciva a farci entrare, come era giusto che fosse data la circostanza.
Gli altri tre, si fermarono ad ammirare quella splendida creatura che china in avanti e con i seni al vento, offriva la bocca ai piaceri di un estraneo, cosa che colpì profondamente anche a me.
Quasi immediatamente, delle mani si diressero sui seni, afferrando i capezzoli ormai turgidi strizzandoli con doverosa abilità, poi, uno di loro, si diresse verso il suo di dietro e affondandovi dentro il viso, inalò a pieni polmoni un paio di volte. per poi tirarle giù il collant ed il perizoma e ripetendo di nuovo l’operazione.
Vedevo il profilo della lingua entrare tra le grandi labbra e le mani allargarle le natiche per far posto ai due pollici che uniti assieme, penetrarono il suo ano per tre o quattro centimetri.
Lei obbediva, lasciava che i quattro violassero la sua intimità senza reagire, sperando che magari tutto finisse prima, ma non aveva considerato che il film era cominciato da poco e che loro ne conoscevano esattamente la durata.
Anche i due tipi, che a forza di strizzarli, le avevano fatto divenire i capezzoli viola, tirarono fuori dai pantaloni la propria attrezzatura che non esitarono ad avvicinarle alla bocca, cercando peraltro di aggiungerli a quello che già la stava riempiendo.
Dopo essere riusciti a far ne entrare un secondo, capirono che tutti e tre assieme, non avrebbe potuto assumerli, aveva le labbra completamente deformate da quei tronchi, quindi si arresero all’idea che due potevano essere più che sufficienti, così il terzo, deciso in ogni costo a doverla possedere, si diresse verso il fondo schiena e con l’ausilio dei pollici che continuavano inesorabilmente ad allargarle l’ano, senza alcun preavviso, affondò dentro quel buco tutta la nerboruta carne che fuoriusciva dai pantaloni .
Mia moglie non aveva mai avuto rapporti anali, non ero mai riuscito ad entrare in quel cuneo se non con un dito o con la punta della lingua e vedere il vigore con il quale l’uomo si arrecò il diritto di strapparle via la verginità fu un momento intenso, di piacere assoluto. Anche l’altro, quello che giocava con i pollici rimase perplesso di fronte a quel pesante affondo che le aveva risparmiato solo un paio di centimetri e niente di più.
Provò dolore, credo parecchio dolore, perché portandosi in avanti, fu tenuta da entrambe gli uomini che le riempivano la bocca, creando una resistenza che non le riuscì a risparmiare l’inabissamento del pene nella carne.
Due fiotti di saliva che scendevano a piombo dalla bocca del suo aguzzino, centrarono perfettamente l’orifizio pregno di virilità, che non esitò a danzare avanti e in dietro facendosi sempre più strada, fino a sparire interamente facendo sembrare i due, un unico corpo.
Ci volle poco perché il dotto anale cedesse alla deflorazione.
Vedevo che pompava dentro tutto quello che poteva, le lunghe ed intense escursioni del bacino dell’uomo, erano sincronizzate con quelle del corpo di mia moglie, che tenuto dalle braccia di lui per i fianchi, si avvicinava al momento della spinta e si allontanava quando lui ritraeva, causando di tanto in tanto quel tipico rumore d’aria risucchiata e quello esattamente opposto che faceva sembrare la prima penetrazione una specie di peto.
Ormai c’era poco da fare, c’era solo da accomodarsi meglio ed aspettare che a turno, tutti e quattro la prendessero nei posti che preferivano di più.
Le lacrime agli occhi le avevano leggermente rovinato il trucco. Non credo si trattasse solo di lacrime di paura o dolore, credo che siano state causate anche da qualche conato causato dai i due piselli che ancora era costretta a tenere in bocca.
I due ogni tanto, togliendone uno, le affossavano dentro l’altro tenendola qualche secondo in apnea e questo gioco lo fecero ripetutamente.
La cosa più incredibile, ma credo che in quel caso si trattasse solo di fortuna, fu che il secondo tempo del film, fu eccessivamente più rumoroso del primo, cosa che data la circostanza, agevolò molto alla situazione.
Mancava ancora qualcuno, mancava il tipo che nonostante tutto quel ben di dio, era ancora fortemente attaccato al seno dondolante di mia moglie. Si era abbassato a succhiare come un bambino succhia dalla mamma, saltuariamente, si tirava su e con il pene colpiva la tetta che continuava a dondolare aiutata dal movimento che le dava la penetrazione anale.
Come pensavo, a turno si scambiarono i ruoli. e uno di loro, le prese finalmente la natura.
Bastarono un paio di colpi per far notare al tizio, che dalla vagina, un traboccare di umori gli aveva completamente coperto il pene, così, orgoglioso di quel vedere, avvertì immediatamente tutti gli altri.
Divertiti, i tre uomini non esitarono a ridicolizzare mia moglie sporcandole il viso con il muco in eccesso, infilandoglielo nella bocca, sugli occhi e addirittura nelle orecchie.
Faticai parecchio a trattenermi dal ridere, ma ci riuscii.
Il tempo passava inesorabile, tutto quello che c’era da prendersi della mia splendida moglie se l’erano preso,
Il viso, la bocca, il retto, la vagina, le mani, i seni, niente poteva essere più una novità, se non i suoi piedi, ma la situazione e soprattutto gli stivali, non lo permettevano, quindi decisero all’unisono di porre fine a quell’affascinante gioco che, se per me rappresentava il piacere, l’appagamento, un godimento, per lei forse era più un supplizio, un martirio, un disagio un dispiacere.
Quale poteva essere la chiusura di questa gustosa avventura?
Certamente più di una, avrebbero potuto farle ingoiare lo sperma, avrebbero potuto venirle in faccia o addosso, ma sarebbe stato soltanto divertente, loro invece, avevano voglia di qualcos’altro.
Il divertimento erano riusciti ad averlo, certamente nessuno di loro avrebbe sognato che il primo dell’anno l’avrebbero passato a montare una ragazza di ventotto anni , una ragazza di trent’anni più giovane del più giovane di loro quattro, così pensarono alla maniera che avrebbe fatto chiudere in bellezza la serata e che avrebbe fatto finire quel misto di passione ed umiliazione nella maniera migliore.
Portarono mia moglie sull’ ultima poltrona dell’ultima fila, che a differenza delle altre, finiva un metro più esterna di tutte e quindi non aveva nulla davanti, la coricarono li sopra a gambe aperte e a turno la violarono nuovamente per altri dieci o quindici minuti, poi finalmente, tutti ben disposti attorno a lei, decisero di eiacularle dentro.
Sarebbe potuta esserci una chiusura migliore? Credo certamente di no.
Vidi i quattro uomini uno alla volta accostare di nuovo il sesso alla vagina di mia moglie, stavolta li volli vedere anche in viso. Il primo dopo essere entrato dentro, iniziò a spingere delicatamente, poi sempre più forte, quando gli occhi si strizzarono e si sentì ansimare in esatta sincronia con i colpi che gli stavano permettendo di fecondare le gambe spalancate di mia moglie.
Il secondo attese che il primo, senza estrarre il pene, permettesse a tutto lo sperma di rimanere dentro, poi anche lui, affondò la sua virilità tra le cosce aperte ed iniziò a spingere per poi raggiungere l’orgasmo scaricando dentro tutto lo sperma di cui era in possesso.
Arrivò il turno del terzo che a differenza degli altri due, non fece in tempo ad entrarle dentro che esplose in un orgasmo. Fu talmente lungo, che probabilmente permise allo sperma di arrivare fino alle tube di falloppio.
Il quarto eguagliò le gesta del primo, lasciando dentro il sesso come di solito fanno i cani, infatti ridendo disse agli altri che si stava accertando di averla fecondata.
Finito, tutto finito, purtroppo finiti i giochi, finita la serata, finito il divertimento. Si ricomposero alla meglio, si pulirono con dei fazzoletti di carta ed andarono via senza nemmeno salutare. Lei immobile ancora a gambe aperte e il seno nudo, guardava la vagina buttare fuori tocchi di sperma raggrumati. Una cosa pensai in quel momento.
Vedendola così, con le gambe larghe, la vagina sporca di sesso, il trucco rovinato, i seni appena lividi, sapendola violata nell’ano non riuscii a fare a meno di pensare a quanto fosse bella.
Non capivo che cosa di lei fosse più bello del solito, se il suo sedere ormai viziato, se il suo sguardo, se quello sperma, comunque brillava più del solito.
Mi diressi verso di lei e le dissi di ricomporsi che saremmo andati a casa.
Lei obbedì, come aveva obbedito a tutto e tutti fin ora e quello fu il motivo per cui la trovavo più bella del solito.
Mia moglie continuava ad obbedire e lo avrebbe fatto per tutto il resto dei suoi giorni, perché quando si ha dentro la Dedizione, non si può fare a meno di vivere cercando di rendere felice chi ti ama, e sempre con Amore, Altruismo, Carità, Passione e soprattutto con straordinaria Abnegazione ed indiscutibile Impegno.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi