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Eli e Silvì due sorelle ed un’estate calda 7

By 6 Marzo 2021Marzo 8th, 2021No Comments

Rientrammo al porto in perfetto orario quello che era successo prima mi aveva lasciato un po’ strana infondo lei era pur sempre mia sorella.
Durante il ritorno a casa fui molto silenziosa la sera eravamo distrutti e cosi decidemmo di non uscire, dopo la doccia, la cena e un’oretta di televisione mi alzai dicendo che andavo a dormire, andai in camera mi misi il pigiama e mi sdraiai, mentre cercavo di addormentarmi sentii bussare alla porta era mia sorella, entrò e si sedette sul letto mi chiese se me l’ero presa per quello che era successo, le risposi di no, non ci trovavo nulla di male, ma lei era mia sorella e che era solo quello che mi turbava.
Silvì tirò un sospiro e disse che non c’era nulla di male a divertirsi, che era solo un gioco poi iniziò a dirmi che con Matteo non facevano l’amore da un mese e che ora con quello strano gioco lui aveva era tornato quello dei primi mesi, continuò dicendomi che ero padrona di giocare o tirarmi indietro.
Io rimasi a guardarla mentre mi parlava, iniziai a vederla con occhi diversi, le chiesi a cosa ci avrebbe portato questo gioco, mi disse che ero l’unica ragazza di cui si fidava e che il gioco sarebbe arrivato dove volevo, ma io volevo sapere dove voleva arrivare con me e gliel’ho chiesi mi rispose che non aveva mai avuto esperienze con altre donne, poi parlò per svariati minuti facendomi capire che non aveva un limite e se c’era era solo la mia volontà.
Rimasi in silenzio lei si chinò e mi diede un bacio sulla guancia, mi augurò la buona notte e andò via.
Passai la notte per buona parte a pensare a cosa volessi, tardissimo crollai dal sonno.
Quando mi svegliai la mattina era quasi ora di pranzo mi alzai e andai in cucina dove trovai un biglietto con su scritto:” siamo andati a mare solito posto non ti abbiamo svegliato perché dormi troppo profondamente. Raggiungici quando ti svegli. DORMIGLIONA!!” decisi di non andare era troppo tardi cosi guardai un po’ di televisione e all’una iniziai a preparare il pranzo.
Tornarono per l’una e mezza gli feci trovare tutto pronto dopo che si fecero la doccia pranzammo, dopo pranzo avevo voglia di andare al mare cosi presto scesi mentre loro si trattennero a casa dicendo che faceva troppo caldo.
Verso le cinque li vidi arrivare, Silvia si mise a prendere il sole mentre Matteo stava all’ombra a giocare con il cellulare io rimasi sdraiata di schiena con l’ipod ad ascoltare musica.
Tornammo a casa per le sette dopo il rito dei turni per le docce cenammo dopo cena Matteo mi chiese se mi andava di andare con loro in un locale vicino alla spiaggia dove si beveva e si ballava, la cosa mi piaceva cosi decisi di andare.
Volevo vestire carina cosi mi misi un pantaloncino aderente nero ed un top bianco con una scritta in Swarovski che lasciava nuda la schiena per completare un paio di sandali con tacco 12.
La serata fu piacevole e mentre ballavo più di un ragazzo si avvicinò, ma nessuno in particolare mi colpì particolarmente.
Solo con un ragazzo presi un cocktail al bar, ma nonostante fosse molto carino non faceva altro che parlare di quello che aveva cercando di farmi capire che poi lui era ricco, lo scaricai appena ebbi finito di bere, proprio non si sopportava.
Tornammo a casa verso l’una sulla lunga scalinata per casa i tacchi erano insopportabili fino al punto di decidere di seguire il buon esempio di Silvia che si era tolta le scarpe e le portava in mano.
Arrivata a casa avevo i piedi che mi facevano male, non sono molto adatte le scarpe con un tacco così alto in un posto dove per tornare a casa devi salire almeno 100 gradini.
È inutile dire che la prima cosa che feci fu farmi una doccia.
Messa il pigiama uscii da camera mia Silvì era in bagno e Matteo stava in camera aprii il balcone e salii sul terrazzo mi misi sul dondolo a guardare le stelle riuscii anche a vedere una stella cadente.
Mi trovavo sola sul terrazzo, sul dondolo dove avevo scopato con Sandro poi mi iniziò a ruotare nella mente tutto quello che era successo in quei giorni le parole di mia sorella…. Il solo limite è la tua volontà.
Riuscii a cacciare quei pensieri dalla mia mente, si era fatto tardi e iniziava a fare fresco poi non avevo neanche le scarpe, era giunto il momento di andare a dormire.
Scesi in casa e andai al bagno uscita sentii i classici rumori di due che fanno l’amore, non so cosa mi spinse, ma accostai l’orecchio alla porta di Silvia e Matteo, erano loro che facevano quei rumori, mia sorella lo incitava ripeteva:” si si di più di più” scesi ed iniziai a spiarli dal buco della serratura vidi Silvia a quattro zampe con Matteo che la teneva per i fianchi mentre la scopava, riuscivo a vedere i muscoli tesi delle braccia di Matteo i muscoli del sedere che si contraevano ad ogni spinta, mia sorella aveva il viso girato sul cuscino che cercava di guardarlo mentre continuava ad incitarlo e a gemere.
Lei era in suo possesso, con le mani si allargava il sedere per permettere al cazzo di Matteo di entrare sempre più in profondità, Silvì teneva il sedere in alto in modo da offrire totalmente la sua fica.
Quella scena era eccitantissima mi ritrovai con una mano nel pantaloncino dove la mia fica era diventata un lago, il mio clitoride era durissimo, neanche le mie dita riuscivano a placarlo.
D’un tratto la scena cambiò Matteo si sdraiò e mia sorella gli salì sopra, vidi tutta la scena, Matteo sdraiato e mia sorella che si mise a cavalcioni su di lui poi passo la mano tra le sue gambe e gli prese il cazzo in mano, se lo appoggiò sulla fica poi pian piano se lo fece scivolare dentro, lentamente inizio a cavalcarlo ogni volta che saliva sì vedeva il cazzo di Matteo bagnato di umori.
Silvi si chinò su di lui, immaginai che si stessero baciando, in quella posizione potevo vedere benissimo il cazzo di Matteo entrare dentro la fica, poi lei si alzò di scatto, la schiena di mia sorella era perfetta da modella aveva dei lombari ben definiti si vedevano benissimo ogni volta che si alzava per poi impalarsi nuovamente, lei era semplicemente bellissima poi quando faceva sesso aveva una carica che avvertivo anche da dietro la porta.
Volevo avere la forza di staccarmi da quel buco della serratura ed andare via, ma non ci riuscivo, anzi mentre guardavo quella scena mi eccitavo e nella mia mente come una cantilena risentivo le parole della sera prima “il solo limite è la tua volontà” mi alzai misi la mano sulla maniglia della porta e l’aprii.
Loro non se ne accorsero nemmeno e continuarono, rimasi un paio di secondi sull’uscio della porta a guardarli poi mi avvicinai al lato del letto, mia sorella mi guardò aveva lo sguardo impaurito, ma sorridente, mi inginocchiai sul letto, lei continuava a cavalcarlo, spostai la mano di Matteo che stringeva un seno, le poggiai una mano sulla gamba poi risalii seguendo l’andatura della coscia del fianco fino al seno delicatamente accarezzai il capezzolo con il dorso della mano, mentre facevo questo con lo sguardo seguivo la mia mano come se non fosse la mia.
La mia mano giunse al viso, le accarezzai la guancia, le spostai una ciocca di capelli che le copriva gli occhi lei spostava la testa per far in modo che la mia mano l’accarezzasse, poi mi avvicinai e la baciai sulla bocca le sue labbra erano morbide carnose. Prima gustai le sue labbra poi sentii che le schiudeva la seguii la sua lingua si fece strada incontrando la mia le nostre lingue si cercavano si rincorrevano si accarezzavano fu un bacio molto dolce molto lento molto lungo.
Nonostante il mio intervento lei non smise mai di cavalcare Matteo che ci guardava come un attore che guarda da dietro il sipario lo spettacolo aspettando il suo momento.
Ci staccammo lei mi guardò e sorrise, le tenevo le mani sulle guancia lei mi butto le braccia al collo sentii le sue mani che stringevano forte il mio pigiama il suo viso era appoggiato sulla mia spalla poi sentii che si muoveva sempre più velocemente fino a sentire le sue braccia che mi stringevano tanto forte da levarmi il fiato poi iniziò ad urlare dopo pochi secondi lasciò la presa e si appoggiò a me ci vollero più di una ventina di secondi prima che si riprendesse poi mi guardò e disse “ allora qual è il limite?” io le risposi:” il limite non c’è”.

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