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Racconti Cuckold

I SEGRETI DELLA MIA LEI

By 11 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

I SEGRETI DELLA MIA LEI

Cinque anni, ancora qualche giorno è il nostro quinto anno di anniversario di ‘fidanzamento’ sarebbe giunto e con esso l’ormai prossimo desiderio di iniziare a costruire qualcosa di concreto per il nostro futuro.

Del resto i presupposti per pensare a metter su famiglia c’erano tutti, dal lavoro fisso alla casa ormai prossima all’acquisto.

A volte mi capitava di rivedere mentalmente gli inizi della nostra storia tra i banchi dell’università.
Lei, Alessandra, una ragazza normalissima ma decisamente attraente era molto corteggiata fin da allora.
Il segreto del suo innato fascino risiedeva in un carattere deciso e ‘peperino’ intrapprendente nello studio cosi come negli altri aspetti della vita, in altre parole una che sapeva esattamente ciò che voleva.
Ricordo il suo sorriso malizioso le sue battute ironiche sugli insegnanti e sui nostri compagni, e soprattutto ricordo la sera della nostra prima uscita, quando poco più che 24 enne la andai a prendere sotto casa. Era davvero uno schianto, truccata con i capelli neri sciolti , il vestitino nero aderente e scollato che metteva ben in evidenza il corpo sinuoso, con il culetto marcato ma tonico e le gambe abbronzate.
Ricordo l’eccitazione del momento e il desiderio di scoparmela il prima possibile, cosa che fortunatamente non richiese molto tempo, la sera stessa infatti dopo la cena e una passeggiata romantica in cui le tenevo gli occhi incollati addosso, nel tornare a casa ci fermammo in un parcheggio isolato e le saltai letteralmente addosso.
Da quel giorno iniziò la nostra storia fatta di alti e bassi, piccole crisi e grandi gioie, ma complessivamente soddisfacente sotto tutti i punti di vista.
Su una cosa fu subito chiara con me, amava la sua libertà e il fatto di stare insieme non avrebbe dovuto in alcun modo precuderle la possibilità di frequentare amici, viaggiare per studio o vacanza anche separatamente e vestirsi come più riteneva opportuno.
La precisazione nasceva da una precedente relazione in cui a suo modo di dire l’ossessiva gelosia dell’ex l’aveva esasperata.
La cosa mi sembrò allora assolutamente condivisibile e divenne un punto fermo del nostro rapporto.

Di amici ne aveva molti allora e ad oggi nonostante gli anni trascorsi la situazione non è cambiata granchè.Pur non dandomi granchè fastidio mi accorsi fin da subito come spesso lei finisse al centro delle attenzioni maschili e a volte fosse oggetto dell’acredine femminile per via dei suoi suoi modi accattivanti a volte un po’ ‘civettuoli’.

Fu cosi che quel venerdì sera di fine giugno rientrando a casa dal lavoro e sapendo lei al mare con una delle sue amiche per il fine settimana , mi decisi a contattare un amico per una birra insieme.
Il pub scelto distava parecchio da casa ma del resto l’ambiente tranquillo e poco rumoroso lo rendeva un posto gradevole per chi volesse rilassarsi un po’ dopo il faticoso fine settimana.
La serata scorreva tranquilla tra una chiacchera e l’altra con l’immancabile argomento di donne e calcio, finchè la mia attenzione fu catturata da un gruppo di ragazze che sedevano in un angolo della sala e si stavano alzando accingendosi ad uscire. La cosa non mi avrebbe colpito più di tanto se non fosse che tra esse identificai Laura, l’amica di Alessandra con la quale avrebbe dovuto essere al mare.

Li per li rimasi indeciso se andarle incontro , ma l’esitazione iniziale mi fu fatale per vederla sparire dall’uscita del pub e perder l’occasione per chiederle spiegazioni.

La cosa del resto mi aveva alquanto incuriosito, entrambe infatti per quanto ne sapevo avrebbero dovuto essere nella casa del mare dei genitori di Laura a circa 150 km di distanza da li.

Mi rassegnai al fatto di non poter saper subito il perché di tale anomalia, e mi decisi poco dopo sulla via di casa a fare una telefonata ad Ale per sapere qualcosa a riguardo.

Quando provai a chiamarla verso mezzanotte però trovai il cellulare spento e lo stesso dopo circa un ora. La cosa di per se non era insolità, ma visto il contesto mi aveva un po’ infastidito.

Decisi di lasciar perdere e per quella sera me ne andai a dormire con quel tarlo che mi dava noia.

La mattina successiva mi svegliò il trillo ripetuto del telefono di casa, e dopo essermi alzato a fatica raggiunsi il ricevitore e lo sollevai.
“ciao amore …stavi dormendo?”
Per un attimo rimasi imbambolato riuscendo infine a rispondere
“ciao…si mi hai appena svegliato”
” mi spiace se vuoi ti chiamo piu tardi, ti ho chiamato perchè ho visto le tue chiamate sul cellulare di ieri sera”
” si infatti….”
” Ieri sera è stato un disastro, Laura è stata male dopo aver mangiato un po’ pesante e ce ne siamo rimaste in casa tutta la sera soffrendo terribilmente il caldo”
La cosa mi lasciò perplesso ma decisi però di stare al gioco per vedere come andasse a finire, ormai la cosa mi aveva coinvolto del tutto.
” E’ stata male?”
” Si decisamente ha esagerato con gli spaghetti alle vongole e ha passato buona parte della serata sul cesso….ma tu come mai mi hai chiamata?”
” Niente in particolare” risposi fingendo “Avevo solo voglia di sentirti….”
” Amore anche a me manchi parecchio, peccato che siamo solo io e lei qui, se ci fosse stato anche Luca avresti potuto raggiungerci e avremmo passato un bel fine settimana, ma non ti preoccupare , settimana prossima recuperiamo”
Luca era il ragazzo di Laura con il quale però aveva recentemente rotto, uno dei motivi di questa minivacanza era quella di “aiutrarla a dimenticare”.

La farsa aveva raggiunto ormai il suo apice e ormai ero a un passo dal rivelarle cio che era accaduto la sera prima confutando quanto appena detto.
Non so perchè però all’ultimo momento non mi risolsi ad aprire bocca e aggiunsi soltanto un ” ok allora a lunedì, ci sentiamo stasera ciao!!
” Ciao amore a stasera ” fu la sua risposta laconica.
Ripresomi ormai del tutto dalle residue nebbie del sonno rimasi qualche minuto a pensare alla situazione cercando di darmi una spiegazione razionale, non mi capacitavo però di una balla così plateale , Alessandra non era del resto tipo da dirne. In un primo momento pensai di chiamare Laura direttamente , ma abbandonai subito l’idea poichè non avevo il suo nuovo numero del cellure che aveva cambiato di recente.
Alla fine dopo qualche esitazione presi una decisione su due piedi, l’avrei raggiunta al mare in serata , dopo aver sbrigato un paio di faccende nel pomeriggio.
Conoscevo piu o meno dove fosse il posto in quanto anni prima ero stato in una località vicina.
La “sorpresa” probabilmente non le avrebbe fatto piacere, ma del resto mi sarebbe piaciuto sentire la scusa che avrebbe addotto per spiegare la balla che mi aveva raccontato e soprattutto cosa facesse da sola al mare a casa di Laura , mentre lei era qui.

Fu cosi che sbrigati gli impegni che avevo, verso le otto con il primo fresco della sera saltai in macchina e partii in direzione mare.

In poco meno di un paio d’ore dopo una breve sosta in autogrill per mangiare un boccone, finalmente avevo raggiunto il paesino di mare. A questo punto si trattava di andare un po’ a casaccio per cercare la casa. Le informazioni di cui ero a conoscenza erano che era in prossimità del comune ,che aveva un un grosso giardino e una piccola piscina. Inoltre ricordavo che Laura avesse recentemente parlato delle statute di leoni in gesso fatte mettere da suo padre sul cancello di ingresso.

Dopo mezzoretta di ricerca infruttuosa finalmente adocchiai una villetta un po’ in disparte in fondo a un viale alberato.
Parcheggiai in prossimità della casa lungo il vialone e scesi avviandomi verso di essa. Giuntovi in prossimità non potei che notare le due statue sull’ingresso davvero notevoli. Controllai subito che sul citofono ci fosse il nome giusto e lo trovai come mi aspettavo.
Suonai, ma non ottennni alcuna risposta.
Rprovai piu volte ma anche cosi nessuno rispondeva ne tantomeno nessuno si era affacciato dalla porta. Del resto se non per l’illuminazione sul giardino la casa sembrava vuota con le luci interne spente.

Pensai con profonda amarezza e un montante incazzamento che forse se mi aveva raccontato una balla sul fatto di essere li con l’amica poteva addiritura aver mentito sul fatto di esserci del tutto in quel posto.
Presi il cellulare e provai a chiamarla, ormai non aveva senso continuare questa storia…..
Dopo quasi cinque squilli a vuoto, senti uno squillante
“Pronto”
“Ciao” mi imposi di rimanere neutro, “dove sei?”
” Sono in un locale qui sul mare vicino al vecchio porto” , fu la sua risposta.
In effetti riuscivo a sentirla a malapena con il rumore della musica di sottofondo.

” Aspetta che esco dal locale”

Dopo qualche istante
“Ci sei?…..”
“Si ora ti sento meglio”
” Amore pensavo mi chiamassi piu tardi , sono solo le 23:00 , non sei uscito stasera?”
” No stasera pensavo di farti una sorpresa e venirti a trovare …”
Per qualche istante dall’altra parte del filo ci fu silenzio ,,,poi,,
“Magari , ma come ti dicevo e meglio di no , non mi andrebbe di creare imbarazzo a Laura”
“Certo ” ribattei io tra l’altro sono decisamente stanco e non avrei proprio voglia di farmi tutti quei chilometri per raggiungervi”….ormai ero anche io completamente immerso nella parte del bugiardo, “Come sta Laura?”
” Si è ripresa , stamattina siamo andate al mare anche e abbiamo fatto il bagno….c’era un casino di gente”
“Meno male che sta meglio”
“Meno male si ,,,altrimenti sai che palle,,,,ora vado dai , vedremo di non fare troppo tardi, sono stanca morta”
“Ok allora ci sentiamo domani buona serata”
“ciao a domani”
Chiusi la comunicazione e rimasi fuori dalla villa a fissarne l’entrata per qualche secondo, a questo punto non sapevo cosa fare ma visto che oramai c’ero potevo provare ad aspettare e vedere se fosse tornata….

Decisi di fare due passi per le viette secondarie della città verso la parte collinare intanto che aspettavo l’eventuale ritorno.
All’una e mezza ero ancora in giro e mi ero seduto su una panchina un po in disparte dalla strada della casa. Mi ero quasi assopito quando dal fondo vidi arrivare una macchina piuttosto grossa che imboccò la via della villa. Mi ripresi subito quando la vidi fermarsi in prossimità di quest’ultima. VIdi il cancello aprirsi e la macchina avviarsi verso il box in fondo al giardino.
Decisi quindi di avvicinarmi nuovamente alla casa.
Giunto in prossimità dell’entrata principale , sentii distintamente una risata femminile, indiscutibilmente appartenente alla mia Ale, poco dopo senti una voce maschile e poi una seconda provenire dal giardino, non capii bene cosa dicessero ma la prima impressione era che chi parlava fosse un po brillo visto il modo in cui le parole venivano strascicate.

Dall’angolo del box vidi comparire un ombra che si avvicino alla porta di entrata della casa. Mi spostai in una zona non illuminata e mi misi ad osservare quanto accadeva.

Dall’angolo usci un ragazzo che a priva vista non riconobbi, che si avvicino alla porta tentando di infilare le chiavi nella toppa, dopo poco vidi comparire anche altre due figure, una ragazza abbracciata a un secondo ragazzo. Guardai con attenzione meglio e riconobbi Alessandra, indossava la parte sopra del costume e il pareoceh ne copriva la sotto, in una mano reggeva un paio di infradito, con l’altro braccio invece era avvinghiata al bacino del ragazzo.

“Ste cazzo di chiavi” senti dire al primo ragazzo , che finalmente riconobbi, era Matteo un amico comune della compagnia che frequentavamo nonchè guarda caso grande amico di Laura.
Ormai la sorpresa per gli avvenimenti in corso aveva sopraffatto qualsiasi altra emozioni avessi potuto provare.

Lo vidi finalmente aprire la porta ed entrare seguito dagli altri due, dietro di loro la porta si chiuse con un botto.

Senza piu alcuna remora decisi di saltare il recinto che circondava la casa e mi avvicinai alla finestra aperta dove ormai si era accessa la luce e guardai dentro con circospezione.

Sul divano individuai subito Alessandra sdraiata che poggiava la testa contro le gambe del ragazzo seduto normalmente. Matteo non era presente nella stanza.
In un primo momento i due tacquero, poi spostandosi di lato il ragazzo avvicino la testa a quella dell’Ale e gli disse
“Lo sai che sei davvero carina” dopo di che avvicino le labbra alle sue e inizio un lento ed appassionato bacio. Ale dal canto suo non solo non diede segno di ritrarsi, ma a sua volta corrispose il bacio. Dalla posizione in cui mi torvavo potei notare le loro lingue intrecciarsi,,,,in un bacio sempre piu intenso.

CONTINUA…………………..

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Rabbia , orrore gelosia…nulla di tutto ciò, ero solo magneticamente attratto da cio che stavo osservando, il tradimento della mia lei.

In seguito avrei realizzato quanti piccoli segni avrei potuto trovare nel nostro passato per potermi anche solo insospettire di un possibile tradimento, ma la mia filosofia di non invadenza nella sua vita era da sempre stata assoluta, mai un occhio alla sua posta elettronica , al suo cellulare o ai suoi effetti personali.

I due continuarono nel loro amplesso amoroso per diversi minuti come due ragazzini innamorati che pregustano il piacere sessuale. Ale si era alzata a sedere e aveva avvolto la testa del ragazzo con la sua piccola mano trattenendolo a se, lui invece aveva spostato lentamente la sua dal collo al seno e ora le ghermiva una tetta, accarezzandola stringendola e infine sorvolando con il dito sul capezzolo.

Per un attimo i due si staccarono , Ale gli sorrise e disse “Aspetta amore”, poi girate le mani dietro la schiena slaccio con decisione la clip del reggiseno che cadde a terra, mettendo in bella mostra le sue tette, due melocini gonfi ne troppo grandi ne piccoli, con due estese areole che facevano da cornice a un paio di capezzoli grossi e turgidi.
Il ragazzo come prevedibile rimase qualche istante affascinato da quella vista poi senza esitazione affondo il viso su una tetta cominciano a baciarla e leccarla partendo dall’esterno e avvicinandosi rapidamente al capezzolo, con il quale inizio un lento gioco di lingua che terminava con una leggera aspirazione tra le labbra.
Ale era in estasi, sapevo che la cosa la faceva impazzire , i capezzoli erano da sempre uno dei punti piu erogeni del suo corpo e se ben stuzzicati potevano portarla a raggiungere un piacere intenso.

Nel mentre la mia lei comiciava ad aumentare la frequenza del respiro, da una delle porte della stanza comparve Matteo. Entrando non fece immediatamente caso ai due in quanto in testa portava un asciugamano che che si stava strofinado vigorosamente nell’intento di asciugarsi i capelli.

Se non per lo slip del costume non indossava nulla e procedeva scalzo.
Pur non avendo un fisico da culturista, mostrava però evidenti i segni di una forma fisica eccellente, i muscoli definiti erano decisamente ben proporzionati facendolo sembrare un piccolo bronzo di riace.

Raggiunto un armadietto d’epoca e toltosi l’asciugamano dalla testa per riporvelo all’interno, parve accorgersi improvvisamente di loro.

“Ma bravi , basta che vi lasci solo un momento e vi date subido da fare” esordì ironicamente.

I due parvero inizialemente ignorare la battuta di Matteo , se non che dopo un po’ senti Alessandra rispodergli “Non sarai mica geloso tesoro il tuo amico e cosi dolce”

“Lo vedo”…aggiunse ” Poi non dirmi che non ti presento mai nessuno di interessante”

“Lo sai che sei il mio favorito,,,,,” ribatte Ale sorridendo, poi con fare deciso ma gentile allontanò la testa del ragazzo dalle proprie tette, e con un po’ di fatica si alzò in piedi.

Era evidente dallo sguardo e dal modo in cui barcollava reggendosi in piedi che fosse un po’ brilla. L’avevo vista in quelle condizioni solo raramente.

Rivolgendosi di nuovo al ragazzo rimasto seduto a guardarla…Ale riprese:
“Amore mettiamoci un po’ piu comodi dai……” e cosi detto la vidi infilare la mano in corrispondenza del nodo del pareo che gli avvolgeva i fianchi e sfilarlo lanciandolo sul tavolo vicino, con assoluta naturalezza poi infilò due dita nei bordi del costume a livello delle anche e con un colpo secco la vidi abbassarsi il costume rimanendo completamente nuda davanti ai due.

Dalla mia posizione potei una volta tanto ammirare la mia lei da dietro; la sua schiena liscia coperta parzialmente dai capelli, il suo culetto grosso e sodo, le sue gambe dritte e muscolose con il tatuaggio del fiore di loto sul polpaccio sinistro e infine i suoi piedini piccoli e curati smaltati di rosa con l’immancabile cavigliera dorata sulla caviglia destra.

Con un movimento del piede Alessandra si liberò definitivamente del costume e si avvicino al ragazzo seduto portandosi davanti a lui.
Questo, la guardava ormai con un luccicio negli occhi che lasciava presagire un desiderio concupiscente.
Matteo nel frattempo seppur preso appieno dalla scena, che probabilmente però non gli era nuova , si era seduto comodamente sulla poltroncina laterale e si accingeva a pregustarsi lo spettacolo che sarebbe da li a poco iniziato.

“Ti piace la mia passerina rasata amore?” disse Ale con fare provocante.

Il ragazzo che ormai le fissava il basso ventre non potè che biascicare un “è fantastica” e rotto ogni residuo indugio non potè che avvicinare la bocca al suo sesso ormai a pochi centimetri dal naso e cominciare un intenso lavoro di lingua.

La scena a cui stavo assistendo aveva cominciato a generarmi un terribile buco allo stomaco associato un’eccitazione incredibile, ebbi la percezione del mio pene gonfio all’inverosimile sotto i pantaloni.

Alessandra aveva ora aperto un po’di più le gambe e spinto un po’ il bacino in avanti per migliorare la propria stabilità e favorire il lavoro di lingua del ragazzo. Aveva ripreso a gemere e questa volta con maggior intensità.

Per un attimo forse per la posizione scomoda e forse per lo stato di ebbrezza in cui si trovava parve perdere l’equilibrio, fece un passo indietro e infine si lascio cadere sul divano finendo lettaralmente a gambe all’aria.

Il ragazzo non perse tempo, alzatosi di scatto dal divano si sfilò in un attimo la camicia bianca rimanendo a torso nudo, e con altrettanta facilità si calò pantaloncini e mutande rimanedo anch’esso come mamma l’aveva fatto.

Tra le cosce potei notare immediatamente il suo cazzo eretto, non di certo un cazzo enorme, ma di sicuro particolare in quanto completamente ricurvo all’insu, sulla punta del quale spiccava un glande gonfio e completamente scoperto. I suoi testicoli erano contratti formando un tuttuno con la base del pene.

Senza esitazione riprese a tuffare la propria testa tra le cosce spalancate di Ale ancora leggermente intontita dalla caduta. La sua lingua riprese laddove aveva interrotto poco prima.

Ora potevo vedere tutto piu chiaramente. Il sesso della mia ragazza era inzuppato di umori ed esposto in modo osceno mentre la lingua del ragazzo si moveva in modo caotico su e giu lungo di esso, poi lo vidi soffermarsi sulla parte alta in corrispondenza del clitoride ormai gonfio e iniziare un lento e assiduo tintillamento con la punta.

Alessandra , la mia Alessandra aveva ormai perso ogni possibile inibizione , aveva ripreso ad afferrarre i capelli del ragazzo questa volta tirandolo a se con entrambe le mani.

Teneva gli occhi chiusi e la bocca spalancata dalla quale usciva un rantolo di piacere continuo.
“Continua…si,,,,dai continua non ti fermare” cominciò quindi a gridare tra un ansito e il successivo, infine a compimento dell’ntenso cunnilinguo del ragazzo la vidi quasi sollevarsi dalla poltrona, arcuando la schiena e raggiungendo un fortissimo orgasmo, culminante in un urlo liberatorio. La contrazione del corpo permase per qualche secondo prima che esausto e sudato ripiombasse nella posizione originaria.

Finalmente il ragazzo potè sollevare il viso completamente bagnato di umori dal suo sesso, osservandone il risultato. Ale si era ora completamente rilassata riprendendo lentamene la respirazione normale. Parve in un primo momento che dormisse ma dopo poco la vidi aprire gli occhi e avvicinadosi al viso del ragazzo sul quale schiocco un bacio sulle labbra.
“Amore sei stato fantastico mi hai fatto godere da matti”
” E’ stato fantastico anche per me” rispose subito lui
“Be direi che si merita un premio” aggiunse la voce furoricampo di Matteo che per tutto il tempo non aveva fatto altro che osservare lo spettacolo accarezzandosi il pacco gonfio che ormai tratteneva a stento il suo cazzo in tiro.

Immaginavo cosa stesse per succedere ma per un attimo estraniai la mia mente da quanto accadeva ricordando un evento di qualche mese addietro, quando insieme a un gruppo di amici di cui faceva parte Matteo stesso avevamo preso parte a una gita in montagna per sciare. Ricordai in particolare il secondo giorno come dopo colazione Alessandra avesse preferito rimanere in albergo per un improvviso malore. Quel giorno poco dopo le nove perdemmo anche Matteo, il quale preferi la piscina dell’albergo alla fredda giornata di neve.
Dopo circa un ora di sci però il rimorso di averla abbandonata sola e sofferente in albergo mi aveva portato a considerare l’idea di tornare da lei e ricordai benissimo che Laura e l’allora ragazzo Luca mi dissuasero dal farlo, cercando insistentemente di convincermi che per l’ora che saremmo rientrati lei si sarebbe probabilmente ripresa benissimo.

Infatti fu proprio cosi, quando verso l’una e mezza rientrammo trovai Alessandra e Matteo comodamente seduti nella Hall dell’albergo a chiaccherare.
Quella sera si addormento profondamente quasi subito dicendo di aver avuto una giornata molto intensa.

Ormai il quadro mi cominciava a diventare chiaro, ma quanti erano a conoscenza del fatto?… Per un attimo mi sentii perso all’idea che tutti sapessero che la mia ragazza avesse una relazione sessuale con Matteo e forse non solo con lui.

La mia attenzione era ora di nuovo incentrata su cio che al bagliore delle lampade al neon della stanza stava accadendo……

CONTINUA…………………..

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“Si hai proprio ragione tesoro si merita un bel premio…..”

Ale si era alzata nuovamente in piedi e con un andamento leggermente ondeggiante aveva raggiunto la sua borsetta poggiata su una sedia, dalla quale dopo una breve ricerca le vidi tirar fuori un elastico nero con cui fissò i capelli a formare una lunga coda.

Il suo viso come il suo corpo portava ancora i segni dell’intenso piacere precedente, il trucco le si era un po’ sbavato attorno agli occhi e il corpo era ancora coperto da una leggera patina di sudore, ciò nonostante, il suo viso esprimeva una sensualità selvaggia passionale simile a quella di una pantera che si prepara a cacciare una preda indifesa.

Passò davanti alla poltrona su cui sedeva Matteo, il quale sollevò una mano cercando di sfiorarle i glutei riuscendovi però solo parzialmente.
Si avvicino di nuovo al ragazzo e vi si sedette affianco ripiegando una gamba verso l’interno, poi mantenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi abbassò lentamente la testa in modo calcolato, dischiuse le labbra e avvinghiò la punta del suo cazzo tra le labbra. Rimase un istante così, continuando a fissarlo negli occhi come a prepararlo per quanto sarebbe avvenuto, poi cominciò un lento su e giù con la testa.

Attorno all’asta turgida si comincio a formare un denso strato di saliva che man mano colava raggiungendo la base.
Conoscevo perfettamente la sensazione di quel guanto vellutato che stimola profondamente i centri del piacere. Realizzai in quel momento che una donna così non avrebbe mai potuto essere vincolata a un solo uomo, sarebbe stato il più grave dei peccati.

Il pompino continuava lentamente con elaborata maestria accompagnato dal tipico suono prodotto dal risucchio quando la bocca raggiungeva la sommità del pene. La sua mano nel frattempo si era spostata alla sua base , mantenendolo, per quanto la marcata curvatura lo consentisse, in posizione verticale.

Di tanto in tanto la sua bocca si staccava dal cazzo duro e la lingua cominciava un lento roteare attorno alla cappella che scendeva in qualche caso lungo l’estensione del membro a raggiungere lo scroto contratto, producendo in tal modo intense scosse di piacere al fortunato fruitore del servizio.

Un particolare in quella visione orgiastica mi colpì con forza, il suo anello, il suo anellino d’oro che portava al dito. Quell’anello che poco tempo addietro le avevo regalato come pegno del nostro amore e che ora, era li che seguiva il movimento delle dita che giocherellavano con le palle gonfie del ragazzo, aumentandone per quanto possibile ulteriormente il piacere . Quell’anello che non volli pensare non avesse tolto per pigrizia, rappresentava nonostante tutto il nostro legame.

Matteo che sino ad allora aveva vissuto la scena da spettatore carezzandosi il pacco gonfio, si risolse a liberarsi dello slip ormai diventatogli insopportabilmente stretto, poi si alzo in piedi e si avvicino ai due sedendosi all’estremità libera del divano e iniziando platealmente a menarsi il cazzo.

Per la prima volta potei osservare il sesso dell’uomo o forse dovrei dire l’amante “ufficiale” della mia lei. Non amo i confronti ne ritengo che le dimensioni abbiano realmente un’importanza determinante nel dare piacere sessuale a una donna, ciò nonostante non potei che notare che le sue dimensioni erano davvero ragguardevoli soprattutto in termini di circonferenza, un cazzo direbbero in molti degno di un vero adone.

Ale aveva ora alzato la testa dal lavoro in cui era intenta e dopo aver lanciato un breve sguardo di intesa verso Matteo riprese nuovamente a succhiare con passione , questa volta con un ritmo decisamente più intenso, quasi ormai a voler portare a compimento il gioco in corso.

Il ragazzo già provato dalla lunga e piacevole fellatio cominciò a dare i primi segni dell’approssimarsi dell’orgasmo, il suo corpo esprimeva ora il desiderio di prolungare il più possibile quel momento finale attraverso una disperata resistenza: le sue mani cominciarono a stringersi intorno al bordo superiore e alla spallina del divano e il suo respiro accelerato fino a poco prima divenne improvvisamente un rantolo prolungato.

“Sto per venire……oddio non resisto più….”
Alessandra sollevò il viso dal pene del ragazzo e intraprese a masturbalo con estrema rapidità.

Ciò che vidi in quel momento mi sarebbe rimasto in mente per lungo tempo e avrebbe rappresentato una fonte inesauribile di emozioni contrastanti, dall’umiliazione più profonda all’eccitazione estrema.

Il viso di Alessandra a pochi centimetri dal cazzo del ragazzo venne investito da un violentissimo schizzo di sperma che fini in buona parte tra la bocca e il collo, e fu seguito da un secondo altrettanto vigoroso che la colpi di poco sotto l’occhio destro costringendola a ritirare di scatto la testa all’indietro chiudendo contemporaneamente entrambi gli occhi. Il cazzo continuo a sussultare ancora, riversando nuovamente la densa crema bianca al suo esterno. L’orgasmo aveva avuto un intensità inaspettata. Il volto di Ale era una maschera di sperma e mascara colato.

L’immagine di lei in quello stato mi fece perdere letteralmente il controllo di me stesso, senti mancarmi le gambe e sentii il mio cazzo pulsare improvvisamente nelle mutante, stavo raggiungendo l’orgasmo senza neanche essermi toccato.

Mi lasciai scivolare verso il basso cercando di attenuare la caduta sulle piastrelle del giardino , l’ intensità dell’eiaculazione in corso mi faceva sentire come drogato: i contorni degli alberi e delle case vicine si sfuocarono e io mi sentii la testa esplodere in un effluvio di piacere”’

Rimasi cosi per qualche tempo a fissare il vuoto che si era creato intono a me, con l’unica seppur vaga consapevolezza che quel gesto mi aveva consacrato alla più subdola delle viltà, lasciare che la propria donna fosse usata da altri senza far nulla per impedirlo, ma anzi traendovi piacere.

Lentamente tornai in me, riacquistai per prima la consapevolezza di dove fossi e poi di quanto accaduto, frastornato, decisi con sorda determinazione che avrei condiviso anche il resto di quel che sarebbe successo……

Tornai cosi con discrezione a riaffacciarmi alla finestra che ormai costituiva il mio punto fisso di osservazione vuoyeristica.

I due uomini erano seduti esattamente dove li avevo visti l’ultima volta, Alessandra invece era sparita. Immaginai fosse andata in bagno a lavarsi dopo l’abbondante “regalo” che aveva ricevuto.

Matteo si stava in quel momento rivolgendo all’amico:

” Si è vero, pensa che ormai saranno due anni…..”
” Due anni?…..Ma tu non eri andato a convivere con….come si chiamava ??”
” Martina…. si infatti, ma non è andata bene, l’ho mollata quasi subito e me ne sono andato…non era cosa per me….”
” Be direi che ti sei ripreso alla grande…..”
” Si è fantastica….quando vuole sa essere davvero troia, raramente ho conosciuto ragazze come lei, che amino così tanto fare sesso……”
” Il sogno di ogni uomo direi……”
” Si e l’incubo di quel cornuto del suo ragazzo….”
” Mi prendi per il culo?”
” No affatto’.. pensa che fra un po’ ci vuole anche andare a convivere…..lui per quanto ne so ha comprato una casa vicino alle nostre parti ”
” Cazzo è davvero incredibile quello che…..”

La frase si interruppe bruscamente, in quanto dalla porta laterale era ricomparsa Alessandra, dopo la “rinfrescata” sembrava decisamente rinvigorita, si era struccata e il suo viso aveva perso un po’ di quel tono perverso che l’aveva caratterizzata poco prima, ciò nonostante , il suo corpo armonioso completamente nudo e leggermente abbronzato esprimeva una carica di sensualità pazzesca.

“Ragazzi sono distrutta…….penso di aver bisogno di un bel massaggio rilassante…….qualche volontario?”

I due abbozzarono un sorriso e con tempestività Matteo rispose “Si padrona siamo i tuoi umili schiavi, ogni tuo desiderio è un ordine…….”

“Molto bene che ne dite di spostarci di là sul lettone?…. voglio stare comoda”
” Direi che è un idea grandiosa…” aggiunse subito il ragazzo in tono entusiastico: l’impressione era che avesse superato l’iniziale stato di timidezza.

” Ok Let’s go….” e cosi dicendo si voltò e facendo ondeggiare il culo scomparve nuovamente dalla stanza.

I due si alzarono quasi contemporaneamente e dopo essersi lanciati uno sguardo, la seguirono senza aggiungere altro………

CONTINUA…………………..

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Mi ritrovai così a fissare la stanza vuota….Molti potrebbero giudicarmi un degenerato, e in parte io stesso in seguito avrei avuto di me stesso quell’opinione, in quel momento però il turbinio di sensazioni che avevo provato sin dall’inizio mi aveva trasformato e reso diverso.

Li per li non seppi cosa fare, paradossalmente nonostante avessi da poco raggiunto un orgasmo intenso, mi sentivo ancora molto adrenalinico .
La prima cosa che mi venne in mente, fu di fare il giro della casa nella speranza di trovare una seconda finestra da cui poter continuare ad osservare.
Dopo aver girato completamente intorno alla villa costeggiando il giardinetto interno nel cui centro vi era la piccola piscina, mi accorsi con profondo rammarico che tutte le finestre avevano le persiane chiuse, e pur individuando quella da cui fuoriusciva una luce: la potenziale stanza da letto, realizzai che non vi era alcun modo di potervi guardare o meglio “spiare” attraverso.

Fui preda dello sconforto, la bramosia di sapere e vedere ormai mi aveva completamente preso, cosi cercai di ingegnarmi su come fare a risolvere l’annoso problema.
Dopo aver preso in considerazione qualche fantasiosa possibilità, compresi che l’unico modo di poter raggiungere l’obbiettivo sarebbe stato quello di penetrare direttamente in casa; capivo benissimo che sarebbe potuta essere una follia, immaginai cosa sarebbe accaduto se fossi stato scoperto e magari scambiato per un ladro.
Sorrisi tra me e me e ricordai una frase studiata a scuola “audaces fortuna iuvat”, la fortuna aiuta gli audaci, così vinsi ogni indugio.

Mi avvicinai alla finestra da cui avevo assistito al precedente spettacolo e valutai di utilizzarla per saltare all’interno della stanza; la cosa non pareva particolarmente difficoltosa, ma di sicuro nell’atterrare avrei fatto rumore vista la distanza tra lo stipite inferiore e il pavimento, provai quindi a fare la cosa più semplice in assoluto, tentare di aprire la porta di entrata sperando che nella “concitazione” del voler entrare fosse stata lasciata aperta…..

La fortuna fu dalla mia, abbassai la maniglia della pesante porta blindata e lentamente la spinsi verso l’interno, entrai in casa con fare guardingo, attento a cogliere anche il più piccolo rumore, poi, muovendomi di soppiatto mi avvicinai alla porta da cui i tre erano usciti in precedenza.

La porta dava su un corridoio avvolto nella semioscurità che da una parte terminava con un paio di stanze per lato e dall’altra proseguiva curvando. Mi fermai di nuovo cercando di carpire qualche rumore provenire dall’interno. Anche in questo fui fortunato, il loro vociare a una certa distanza mi indirizzo a proseguire lungo il corridoio.

Girato l’angolo mi accorsi di aver praticamente raggiungo il mio obbiettivo, oltre un mobile antico lungo la parete sinistra proveniva un cono di luce. Superai l’armadio e mi trovai di fronte alla stanza da letto.
La porta della stanza era solo parzialmente accostata e da essa proveniva una luce fioca, accogliente.

Trattenni il fiato e sporsi con accurata lentezza la testa oltre lo stipite. La mia prospettiva di osservazione non era ottimale , in quanto non dava visione intera del letto su cui i tre erano adagiati, ciò nonostante , dopo essermi rischiosamente sporto ulteriormente per avere una visione migliore constatai che ben difficilmente si sarebbero accorti della mia presenza.

La stanza da letto era decisamente grossa e riccamente arredata, con il grosso letto matrimoniale rivolto verso la finestra. L’illuminazione era affidata a un paio di abatjour accese su entrambi i lati del talamo.

Alessandra era distesa a pancia in giù con le piante dei piedi rivolti verso la mia posizione di osservazione. La testa era girata di lato e appoggiata a un cuscino, al di sotto del quale teneva le braccia infilate e ripiegate.
Il ragazzo le era sdraiato accanto girato sul fianco. I due avevano ripreso il lungo e appassionato bacio degli esordi.
Matteo invece le sedeva a cavalcioni sulla schiena ed era intento a massaggiarle la schiena con cura. Le sue mani parevano conoscere bene il suo corpo percorrendolo dalle spalle alla base del collo fin giù lungo la colonna vertebrale fino alla zona lombare per poi risalire e riprendere da capo.

Il trattamento pareva perdurare in eterno in una scena degna di un film erotico. I tre si godevano il momento senza alcuna fretta di procedere.

Matteo si sollevò leggermente sulle ginocchia e spingendo indietro il bacino avvicinò il suo torace alla schiena di Alessandra cominciando, almeno cosi mi parve, a darle dei piccoli baci o forse morsi lungo la parte bassa del collo.

La posizione che aveva assunto nel farlo mi rievocò qualcosa di animalesco: a quattro zampe con il culo esposto, era ben visibile in modo osceno il suo buco quasi completamente glabro. Scendendo lungo il perineo facevano capolino i due testicoli taurini gonfi e penzolanti, dai quali si ripartiva il cazzo nodoso che raggiungeva con la punta del glande parzialmente coperto dal prepuzio l’incavo tra le chiappe di Alessandra, tra le quali sulla parte bassa era ben visibile il suo sesso bagnato.

Il suo sesso…..morbido umido , succoso come un frutto maturo, era stato per me fonte di piaceri intensi. Il piacere di leccarla poi, era accresciuto da anno a questa parte, da quando cioè una sera in cui eravamo insieme mi stupì dicendo ” Ho una sorpresa per te”, e dopo avermi preso la mano se l’era portata tra le cosce permettendomi di constatare oltre al fatto che non portasse l’intimo che la sua passera fosse completamente depilata come quella di una bambina.
Quando le chiesi il perchè si fosse decisa a rasarla completamente mi rispose che un’ “amica” le aveva caldamente consigliato di farlo per poter apprezzare meglio la lingua del “fidanzato”, sosteneva infatti che oltre al maggior piacere dovuto ad un aumento della sensibilità dell’organo si sarebbe aggiunto una maggior propensione da parte maschile a voler esplorare “da vicino” la zona. Devo dire che non aveva tutti i torti, anche se a quanto potevo vedere tale propensione non era a mio esclusivo appannaggio.

La bocca di Matteo era ora giunta a livello delle natiche, sulle quali con un sonoro schiocco provvide a posarvi le mani allargandole con cura.
Ale parve gradire decisamente il trattamento al punto che stacco le labbra da quelle dell’amante e commento:
“Si amore leccami il culo…..”
Matteo ripose all’invito con solerzia, infilando in profondità la lingua tra le chiappe e cominciando a leccare con avidità.

L’atmosfera si stava decisamente scaldando e compresi che i tre erano ormai pronti a una fase successiva.
I miei pensieri furono profetici e poco dopo fu la stessa Alessandra a darne conferma.
“Ragazzi non ce la faccio più…..scopatemi dai, ho troppa voglia”
Così dicendo si sollevo prima sui gomiti e quindi si rovescio sulla schiena divaricando le gambe. Il suo sesso bagnato tornò a fare bella mostra davanti ai due.
Matteo non perse molto tempo , lo vidi dapprima posizionarsi tra le sue cosce, poi impugnare saldamente il cazzo in mano, scappellandolo del tutto e infine puntarlo all’ingresso della vagina della mia lei. Con un piccolo colpo di bacino ne vidi la punta entrare senza alcuna fatica.

Il cazzo di Matteo aveva ora preso un lento avanti e indietro, tale però, da immergere solo la cappella dentro la fica di Alessandra, la quale cominciò a gemere rivolgendo a Matteo uno sguardo di supplica.
” Infilamelo tutto dai ‘cosi mi fai morire , scopami ti prego, fammi sentire tutto il tuo cazzo amore”
Matteo parve rallentare ulteriormente il movimento, poi con decisione affondò la sua asta dura fino in fondo lasciandola conficcata per intero nell’accogliente canale. Alessandra si lascio andare a un gemito profondo, quasi liberatorio. Il suo volto era tornato ad essere una maschera di piacere, mentre si sentiva riempita completamente dal suo amante
Il suo cazzo prese ora a muoversi con più veemenza, con un andamento che ormai si stava trasformando in una cavalcata furiosa.

Ero di nuovo sgomento eccitato e confuso mentre vedevo con bramosia la mia donna montata senza alcun pudore da un maschio di razza.
Non mi sarei mai sognato di assistere a una cosa del genere e mai avrei percepito cosi forte la sensazione di profonda libidine legata al vederla godere in quel modo.

L’amico di Matteo nel frattempo per non essere di intralcio ai due si era sollevato dal letto e menandosi il cazzo assisteva alla scena pregustando probabilmente il momento in cui sarebbe stato il suo turno di scoparla.

” Scopami , scopami…..fammi sentire donna fino in fondo” mugolava Ale, mentre aveva intrecciato le sue gambe dietro alla sua schiena rimanendo completamente avvinghiata a lui.
Le loro bocche avevano preso a cercasi e le loro lingue a intrecciarsi.

Mi ero sempre considerato un ottimo amante, attento a che il piacere della mia compagna non fosse secondario al mio, ciò nonostante non potei che ammirare la prestazione di Matteo, scopava Alessandra con una foga e un’intensità degna di uno stallone, senza dare alcun segno di cedimento.

Alessandra raggiunse un nuovo e devastante orgasmo. A quel punto la cavalcata rallentò il suo ritmo, Matteo riprese a muoversi più lentamente dentro di lei senza però ridurre l’intensità di ciascun affondo. I due rimanendo avvinghiati cambiarono posizione, ruotando su se stessi. Alessandra si sollevo dal suo torace e disponendo la schiena in verticale riprese a impalarsi sul suo cazzo, nella più tipica posizione a smorzacandela

Vedevo il culo di Ale sbattere con forza sulle palle di Matteo, che immaginai fosse piene di sperma caldo pronto a schizzare fuori.

L’idea che lui potesse goderle dentro liberamente , mi provoco un improvvisa stretta allo stomaco. Alessandra infatti non prendeva la pillola anticoncezionale ne usava la spirale, e a quanto avevo potuto vedere non aveva fatto indossare il preservativo al suo amante.
In più occasioni avevo insistito affinchè lei cominciasse a prenderla, in quanto, l’uso del preservativo per me sistematico, non garantiva quel pieno piacere che il contatto diretto dei nostri sessi avrebbe potuto generare; mi ero sempre trovato di fronte a un muro ideologico, legato a suo dire agli effetti indesiderati che l’anticoncezionale orale avrebbe potuto dare, dalla temutissima cellulite alla ‘subdola’ riduzione della libido.

La mia paura si accrebbe ulteriormente quando Matteo probabilmente allo stremo della resistenza comincio a gemere indicando che l’orgasmo era ormai prossimo.
I due continuarono imperterriti, finchè Ale si sollevo di colpo dal cazzo di Matteo che come una molla saettò fuori dalla sua figa per picchiare sul suo addome scolpito.
Il cazzo aveva cominciato a pulsare e ormai a breve avrei assistito alla seconda “sborrata” dedicata alla mia lei, escludendo ovviamente la mia precedente.
Ale fu rapida nel girarsi e si avvinghiò con la bocca sul cazzo di Matteo il quale comincio a riversare il liquido caldo nella sua bocca.
Il suo cazzo duro all’inverosimile continuava a pulsare con lei che vistosamente deglutiva finchè a un certo punto un rivolo bianco comincio a sfuggire dalle sue labbra scendendo lungo l’asta , segno inequivocabile che per quanto brava nell’inghiottire la quantità era davvero tanta.

Finalmente vidi la testa di Ale staccarsi dal cazzo dell’esausto Matteo, che sdraiato a braccia allargate pareva godersi i postumi dell’intensa sborrata.

Con la lingua si ripulì il labbro inferiore rimuovendo l’ultimo residuo rimastole sopra, poi con fare malizioso si rivolse allo spettatore rimasto in piedi ad osservarla.
“Dai amore prendimi un po’ anche tu”
Cosi dicendo si dispose a quattro zampe mostrando il culo verso la direzione in cui stazionava il ragazzo. Il quale le si avvicinò puntandole l’arnese eretto all’imbocco della passera ormai collaudata ampiamente dall’amico.

Anche in questo caso il ragazzo forse per abituarsi a lei comiciò lentamente a scoparla, facendo attenzione a non dare colpi forti , forse in virtù della forma del proprio membro che avrebbe potuto dare problemi sbattendo all’interno del canale vaginale.

La scopata si accrebbe di intensità senza però raggiungere il parossismo della precedente. Ale aveva ripreso a godere anche se ormai la stanchezza della prestazione precedente iniziava a farsi sentire.

Matteo si sollevò dal letto fissando nuovamente i due durante l’amplesso, poi dopo essersi stirato disse
“Mi sa che mi tocca fare un’altra doccia…”

Compresi immediatamente che di li a breve sarebbe venuto nella mia direzione, per raggiungere il bagno, di cui ignoravo però la locazione.
Mi spostai immediatamente fuori dalla visuale, restando per un attimo bloccato dalla paura di essere scoperto, poi senza pensarci troppo tornai sui miei passi e mi accucciai dietro all’armadio del corridoio, sufficientemente grande da celarmi, a condizione che la luce non fosse stata accesa e Matteo non fosse passato di li.

Sentii i suoi passi al limitare della stanza poi allontanarsi in direzione opposta alla mia. Percepii il rumore di una luce che si accendeva, seguita poco dopo dallo sbattere di una porta.
Tirai un sospiro di sollievo, poi mi avventurai nuovamente nel corridoio guardandomi intorno, il bagno era poco distante dalla stanza da letto a circa un metro. Di fronte alla camera notai un’altra porta. Provai ad aprirla lentamente per vedere cosa ci fosse dentro. Il mio intento era trovare un rifugio più sicuro in cui nascondermi se ve ne fosse stata nuovamente la necessità.
La stanzetta quasi completamente buia in cui mi avventurai sembrava un ripostiglio, su uno scaffale a più ripiani erano inseriti alla rinfusa una serie di oggetti da casa, in una piccola rientranza sulla sinistra del muro erano appoggiati un lavapavimenti e una scopa. Il posto si sarebbe prestato ad essere un buon nascondiglio all’occorrenza.
Lasciando la porta semichiusa in modo da potervi rientrare rapidamente in caso di necessità , mi riavventurai fuori prestando attenzione ai rumori provenienti dal bagno.
Lo scroscio dell’acqua aveva preso l’avvio.

Con un incoscienza ormai consolidata mi decisi a tornare a godere dello spettacolo, sperando che Matteo avesse la “cortesia” di chiudere la doccia prima di uscire dal bagno.

I due non avevano cambiato posizione , con il ragazzo che continuava a pompare Alessandra da dietro, tenendole i fianchi ben saldi con le mani.
” che fica che hai……da scoparti in continuazione”
” ti piace tesoro…anche a me piace il tuo cazzo….”
” Sto quasi per venire ti posso riempire la fica?”
“No tesoro non sborrarmi dentro, non prendo la pillola”

Il ragazzo accelerò il ritmo dei colpi contro il culo della mia lei, poi estrasse di colpo il suo uccello turgido e comincio a schizzare abbondantemente sulla sua schiena.

Il suo cazzo rimase in uno stato di parossistica rigidità anche dopo aver terminato di eiaculare.
Alessandra si lascio andare distesa sul letto, e dalla sua bocca usci un profondo sospiro che esprimeva un misto di rilassatezza conseguente alla scopata e stanchezza.

CONTINUA…………………..

Se avete commenti o suggerimenti contattatemi liberamente all’indirizzo red.writer@hotmail.com Il ragazzo si lascio andare accanto a lei, le posò una mano sulla schiena e cominciò a giocherellare spalmando il proprio liquido seminale tra le natiche sode della mia lei.

Alessandra aveva chiuso gli occhi e si godeva quell’attimo di tranquillità.

Lo scroscio della doccia era nel frattempo terminato, il che mi mise immediatamente in allarme.
A breve Matteo sarebbe uscito dal bagno, e io avrei dovuto rapidamente sparire da li.

Mi infilai cosi, nel ripostiglio identificato precedentemente, accostai la porta e li vi rimasi in assoluto silenzio.

Percepii appena la porta del bagno aprirsi e i passi di Matteo verso la stanza. L’assoluto silenzio circostante mi permise seppur a fatica di sentire qualche frase proveniente dalla camera. Appresi cosi, intanto il nome del ragazzo , Max, e la sua intenzione vista l’ora di tornare a casa.
Matteo si offrì di accompagnarlo in macchina.
Sentii nuovamente dei passi avvicinarsi alla mia posizione , ma anche questa volta si allontanarono verso il bagno.
Il silenzio permase per diversi minuti , poi ripresi a sentire nitidamente i due che si stavano spostando lungo il corridoio.
Un filo di luce intensa penetrò nella stanza buia in cui mi trovavo, probabilmente era stata accesa la luce del corridoio. Trattenni nuovamente il fiato temendo che il minimo movimento avrebbe potuto tradire la mia posizione.
Di nuovo dei passi si fecero più vicini.
‘ Ciao Ale io vado”’ sentii dire al ragazzo chiamato Max
Dalla stanza Alessandra si era alzata e forse aveva raggiunto il corridoio pichè sentii la sua risposta piuttosto vicina.
‘Ciao bello , grazie della bella serata’
‘Grazie a te’..ti va se ci rivediamo qualche volta’
‘Certo , domani ci tocca tornare a casa, ma se ti va qualche volta ci ritroviamo qui oppure puoi fare un salto dalle nostre parti’
‘Contaci, non vedo l’ora ‘..’
Poi Max parve un attimo esitare prima di aggiungere ‘Mi daresti il tuo cellulare?’
‘ Si ok, aspetta che vado a prendere il numero’.’

Strano pensai, Alessandra conosceva perfettamente il suo numero di cellulare che era lo stesso da anni.
Poco dopo sentii la sua voce che leggeva una serie di numeri assolutamente sconosciuti di un gestore telefonico tra l’altro diverso da quello del suo telefono ‘ufficiale’.
Venni così a sapere dell’esistenza di un cellulare o forse di una scheda ‘segreta’, di cui ignoravo completamente l’esistenza.

Per l’ennesima volta mi parve di vivere in un sogno, l’incontro con Laura, il viaggio fino al mare, quello a cui avevo assistito e ora il numero di telefono segreto erano probabilmente frutto della mia immaginazione e forse a breve mi sarei svegliato ridendoci sopra.

L’illusione durò poco, tornai subito in me, quando sentii, lo schiocco di un bacio e Ale aggiungere:
‘ Alla prossima allora ‘..una cosa, se mi chiami lo troverai spesso spento, eventualmente ti ricontatto io ok?’
‘Ok, ciao’..’
‘Ciao notte’ e di nuovo un secondo schiocco.

La porta d’entrata si richiuse con violenza al punto che io stesso, nonostante la distanza ne sentii l’urto. Il silenzio torno a fare da padrone nella casa.
Poco dopo la luce nel corridoio si spense e di nuovo il rumore di passi di piedi nudi si avvicinò e superò la stanza in cui mi trovavo.
Il cigolio della porta del bagno mi confermò che Alessandra vi era entrata.

Rimasi immobile ancora per un po’, poi lentamente provai a scostare la porta.
Di nuovo mi trovai dinnanzi alla porta della camera da letto ora deserta, senza troppe esitazioni mi girai e sgattaiolai verso l’uscita della casa.

Tentai di aprire nuovamente la porta di entrata, ma questa volta la trovai chiusa, forse Alessandra, dopo aver salutato i suoi ‘amici’, e in attesa del rientro di Matteo aveva deciso di chiuderla. Le chiavi però non erano infilate nella toppa, cosi, mi avviai verso la finestra e con un balzo saltai fuori, nell’aria fresca del mattino.

Uscire dalla casa mi aiutò a riprendere un po’ di lucidità che per tutta l’avventura che avevo vissuto mi era venuta a mancare.
Dopo aver scavalcato il recinto, mi avviai lungo la stradina che conduceva alla mia macchina, immerso in mille pensieri.

Cercare di analizzare razionalmente quanto accaduto , come spesso ero abituato a fare, mi parve impossibile in quel momento.

Ciò che mi risuonava in testa era la parola ‘cornuto’ associata inevitabilmente a quella di ‘coglione’.
Si, ero decisamente un cornuto, e probabilmente anche un coglione. La mia donna, la donna che amavo e con cui avevo intenzione di sposarmi non appena possibile, non solo mi tradiva, ma viveva appieno una doppia personalità: il fatto del cellulare ne era una prova evidente.

Cominciai così a pormi una serie di domande , entrando in una tipica fase depressiva; tra noi le cose andavano bene dopo tutto, anche a livello sessuale, e allora perchè di tutto questo? Le bugie, i segreti, le relazioni nascoste.
Certo Alessandra era sempre stata una ragazza decisamente libera, nel modo di pensare e ancor più in quello di agire, ma un conto era sentirsi e comportarsi come una donna forte indipendente e sicura di se un conto era scoparsi altri partner, all’insaputa del proprio compagno, questo proprio non lo potevo accettare.

E poi c’era la cosa più terribile , quello che avevo fatto e provato io. Avevo assistito e avevo provato piacere nel vederla scopata da altri. Come definirmi?
Avevo sentito di certi uomini che amavano l’idea di vedere la propria donna posseduta da altri, ma di certo mai prima di questa esperienza avrei pensato di entrare a far parte di tale categoria. Solo qualche ora fa a chiunque lo avesse solo insinuato , sarei scoppiato a ridere in faccia.
Ovviamente avrei altresì messo la mano sul fuoco sulla mia lei”.e di sicuro me la sarei bruciata.

Finalmente raggiunsi la macchina, e vi salii.

La lucetta che vi si accese all’interno mi permise di prendere atto della grossa macchia che si allargava sui pantaloni tra le mie gambe a ricordo del piacere “voyeristico” che avevo provato.

Mi sentii nuovamente avvilito, non capivo neanche perché la rabbia non facesse ancora capolino, quella rabbia che avrebbe potuto e dovuto farmi decidere di lasciarla su due piedi , sbandierandogli in faccia tutto e umiliandola nel peggiore dei modi.
Avrei potuto cominciare una nuova storia con un’altra persona, una ragazza che mi amasse veramente, che credesse nel valore dell’amore della sincerità”ma lei , lei era la persona che amavo, come avrei potuto’..
Mi rassegnai e accessi il motore della macchina , avviandomi verso casa.

Giunto a destinazione mi buttai immediatamente sotto la doccia tornando con le immagini della mente ai fatti vissuti.
Il suo corpo nudo, il suo sesso, i membri dei suoi amanti turgidi, i loro corpi avvinghiati, tutto mi ricomparve davanti agli occhi come in un film.

Quando chiusi l’acqua il mio cazzo aveva raggiunto un erezione incredibile , quasi dolorosa.

Mi sdraiai sul letto, completamente nudo e cominciai a masturbarmi sicuro che il piacere che avrei raggiunto sarebbe stato enorme, poi chiusi gli occhi.
Il viso di Alessandra si stava avvicinando al glande di un cazzo arcuato pronta a riceverne l’omaggio.”’

CONTINUA…………………..

Se avete commenti o suggerimenti contattatemi liberamente all’indirizzo red.writer@hotmail.com

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