Luana si era presentata una mattina a scuola per il suo primo giorno di liceo. Era una ragazzina come molte altre di quella età, con un viso particolarmente armonioso ed un fisico che doveva ancora formarsi. In poco tempo cominciò la trasformazione di Luana che prima divenne la ragazza più ammirata della sua classe e, una volta al quinto liceo, era considerata da tutti la più bella di tutto l’istituto. Una bellezza così era l’oggetto delle attenzioni di tutti gli studenti e i più intraprendenti se la contendevano spesso con liti furiose all’uscita sella scuola.
Su tutti aveva avuto la meglio Mirco, un bel ragazzone alto ed elegante, capace di giocare divinamente al calcio e, perciò, capitano della squadra studentesca più forte della città: i “Tori”. Tutte le squadre delle scuole della città, partecipavano ai campionati studenteschi di calcetto e si fronteggiano con sano e goliardico agonismo per cementare l’amicizia tra i giovani e vincere un trofeo simbolico. Quell’anno i Tori erano riusciti ad arrivare vittoriosi sino in semifinale e dovevano, ora, disputare la finale, quella che dai ragazzi era sentita come la partita della vita.
Luana, ormai una bellissima ragazza dai capelli ricci e castani, famosa in tutta la città per il suo seno prorompente e il suo fisico esplosivo che non esitava a mettere in mostra per umiliare l’orgoglio delle altre compagne di scuola, era la reginetta del campionato. Dopo la vittoria in semifinale dei Tori, Mirco e Luana insieme ad altri amici si concedono una serata per sostenere la vittoria. La festa va alla meraviglia fino a che non compare Carlo, capitano della squadra delle Aquile destinata a disputare la finale del campionato contro i Tori. Carlo ha un fisico statuario, con degli occhi scuri e magnetici, incastonati su un volto virile, da duro. L’aria si fa pesante e, ad uno ad uno, gli amici vanno via lasciando Luana sola con Mirco e Carlo nella birreria ormai deserta.
Carlo è un tipo spavaldo e un po’ cialtrone, si sente forte e decide di attaccare Mirco. Affronta la situazione di petto e schernisce Mirco e la sua squadra. Lo accusa di avere una molle squadra di mozzarelle e di aver comprato le vittorie. Poi sposta la sua attenzione su Luana e si prodiga in rudi e volgari commenti su di lei concentrando l’attenzione sul suo seno esplosivo e sul suo fondoschiena da favola. Ottiene il risultato che sperava e Mirco, inferocito, vorrebbe venire alle mani, ma Luana riesce a mettere la calma tra i due.
“Ringrazia la tua ragazza, Mirco, per il suo intervento, senza il quale ne saresti uscito con le ossa rotte” consiglia Carlo divertito.
Luana ne è colpita, ammaliata dal fisico muscoloso e proporzionato di Carlo, dai suoi modi che sebbene volgari denotavano forza e sicurezza. Lo sguardo di Luana cade tra le gambe di Carlo e non può fare a meno di notare l’enorme dotazione, riconoscibile, sotto i pantaloni, dalla possente forma inequivocabile.
Carlo si accorge della scoperta di Luana e gli risveglia il desiderio di possederla che albergava in qualche angolo sperduto del suo sesso, ma mai sopito. Carlo capisce che in palio c’è la partita ma anche Luana, e decide di continuare a stuzzicare Mirco.
“Sei una femminuccia ed hai ancora bisogno della mamma che ti salva il culo” riprende Carlo
Mirco mastica amaro, ma riesce a mandar giù. Si rende conto che Carlo è molto più forte di lui e potrebbe davvero fargli male e compromettere la finale.
“Vedi come sei ridotto male. Domani i Tori saranno castrati dalle Aquile. E sarà un vero piacere per noi favi a fettine, tagliarvi i coglioni che non usate neppure. Noi pratichiamo un gioco intelligente e gagliardo. Voi siete solo delle fighette da esposizione. Se sei un vero uomo, metti sul piatto quel che hai di più caro. Qui, stasera. Tra di noi la parola è più che sufficiente” continua Carlo.
“Non so di cosa parli, sacco di merda! Non ho paura delle tue smargiassate. Delle penne delle Aquile ricoprirò il fosso
dove sprofonderai dalla vergogna” rispose Mirco
La contesa fra i due non accennava a finire, mentre Luana, non riusciva a togliere gli occhi dal pacco di Carlo. Se ne accorse anche Mirco. Mirco amava Luana alla follia. Aveva conquistato il suo cuore dopo averlo a lungo desiderato e con una corte serrata l’aveva sottratta alle mire degli altri studenti.
Luana guardava il pacco di Carlo e poi si perdeva in una serie di pensieri scabrosi. Si ricordò di una sua amica che aveva avuto modo di provare il sesso con Carlo e ne aveva riportato mirabilie. Lei non aveva mai dato credito a quelle storie, ma ora, vedendo l’attrezzatura di Carlo, non poteva fare a meno di pensare che forse ciò che raccontava era tutto vero.
“Ah! Non sai di cosa parlo? Allora te lo spiego con chiarezza. Questo po po’ di figa che si abbassa a stare con te è l’unica bene che tu possegga. È l’unica merce di scambio che abbia un minimo di valore. E se non fosse per la sua incomprensibile cecità, questo florido seno potresti solo sognarlo, questo culo magnifico, più potente di un cocktail di viagra, dovresti solo accontentarti di guardarlo in fotografia. ”
“Ma cosa dici? Sei impazzito? Toglile gli occhi di dosso e tieni le mani a posto!”
“Si, io le mani le tengo a posto, ma tu sai quante seghe dovresti farti se lei non avesse una profonda pietà del tuo cazzetto minuscolo?”
Luana, stava in silenzio a rimuginare. Da una parte il suo amore, Mirco, che non aveva ceto mai brillato in fatto di sesso. Dall’altra Carlo il ragazzo più corteggiato della scuola, il più dotato sessualmente, il più favoleggiato dalle ragazze. Pensava a quanto sarebbe stato bello poter approfittare della attenzioni di Carlo.
“Tu sei pazzo, oppure hai bevuto un po’ troppo.” Replicò Mirco
“Ho capito! Hai paura. Ho centrato l’obiettivo ed ora hai paura. Se così non fosse non avresti timori ad accettare la scommessa con me. Giocati il culo della tua ragazza, se hai coraggio! Sei sicuro di vincere la partita domani? Allora non c’è nessun rischio ad accettare la sfida. Se non accetti vuol dire che in quel piccolo cuore di pettirosso c’è una paura grande come una casa”
Luana, offesa dagli apprezzamenti di Carlo, ma attratta dalla prospettiva di doversi immolare, incitò Mirco ad accettare la sfida: “Ma certo Mirco, fagli vedere che cuore di leone hai. Io sono pronta. Correrò il rischio! Sono certa che saprai difendermi dalle mani di questo bruto.“
Mirco, convinto di vincere e incitato da Luana, accetta la sfida: “E tu cosa ti giochi, che non hai nemmeno la merce di scambio?”
“Bene, se accetti di cedermi Luana e ti impegni ad assistere alla grande scopata per ripulire con la lingua la vagina di Luana ed il mio cazzone, io mi farò picchiare da te senza opporre resistenza davanti a tutto l‘istituto.”
Mirco è sconvolto per essersi cacciato in quella situazione senza via d’uscita. Vorrebbe fuggire, ma è Luana che lo rincuora e gli dà la forza di accettare la scommessa.
Il giorno dopo, la sera della finale, la partita comincia con il solito clamore sugli spalti. Mirco si sente forte, si premura di tastare il polso della situazione alla squadra e constata, negli occhi di tutti, la determinazione alla vittoria. Dopo pochi minuti di gioco, però, comincia un carosello di immagini nella sua testa che lo distraggono dal gioco. Immagini altamente erotiche, che rappresentano la sua bella Luana sottomessa e cavalcata rudemente dal corpo possente e muscoloso di Carlo. Si accorge di giocare male, dagli spalti partono i fischi che risvegliano il suo amor proprio. Cerca di scacciare quei pensieri che gli farebbero perdere la partita, costringendolo ad assistere ad una estenuante scopata della sua bella e provocante fidanzata. Si costringe a non pensare. Le due squadre sono ancora sullo zero a zero e sembrano equivalersi, Si susseguono le azioni pericolose dell’una e dell’altra squadra, ma il risultato non cambia.
Ma, proprio quando tutti pensavano che il torneo si sarebbe risolto ai rigori, negli ultimi dieci minuti che succede qualcosa. Carlo riceve la palla da un compagno mentre è quasi a centro campo e con una lunga galoppata sorprende tutti e, zigzagando tra due o tre avversari, arriva solo davanti allo specchio della porta. E mentre Mirco viene di nuovo assalito dalle immagini di Luana tra le braccia di Carlo, questi prende la mira e sorprende il portiere con un pallonetto che va a segno. Le Aquile vincono la partita ed il torneo e Carlo vince Luana. Mirco perde la partita per colpa della paura di dover vedere Luana rudemente sottomessa a Carlo, che solo il giorno prima aveva manifestamente e volgarmente fatto apprezzamenti su di lei.
Entusiasmo sugli spalti, consegna dei premi, doccia incandescente negli spogliatoi, i ragazzi delle Aquile sono al settimo cielo. Ma Carlo è il più felice di tutti.
Poche ore dopo, Luana, Mirco e Carlo sono nel garage di Carlo, luogo convenuto per lo scambio dei premi. Mirco ha la morte nel cuore, Carlo il fuoco della vittoria. Luana, inizialmente rabbiosa per essere stata trattata come premio in palio, ma eccitata di fronte a tanta rude e volgare passione di Carlo, scopre il corpo muscoloso e sudato del vincitore.
Seduto su una poltrona sfondata, Mirco osserva la scena, cosciente di quel che sta perdendo. Luana spoglia Carlo, scopre una erezione immane e non può fare a meno di lasciarsi sfuggire un suono di approvazione. Si spoglia anche lei mentre Carlo le accarezza il seno e le succhia i capezzoli, la palpa e la lecca in ogni punto del suo corpo e come una fiera assapora la sua vittima prima di divorarne le carni. Poi, una volta completamente nuda, senza tanti complimenti, Carlo le prende la testa e la spinge a prender in bocca il suo enorme cazzo. Lei, docile, apre la bocca e comincia a succhiare e leccare con vivo piacere assaporando, in anticipo, il gusto di quel cazzo dentro di se. Mirco la scopa con furore, spingendo il cazzo giù nella gola di lei che perde il respiro e ha forti conati di vomito. Carlo le lascia libera la testa e lei sfila il pene. Tossisce, riesce a mala pena di fermare il vomito. Sorride un po’ forzatamente. Teme di passare per una incapace. Poi riprende a succhiargli il cazzo.
Raggiunta una erezione ed una rigidità soddisfacente, è Carlo che le sfila il cazzo dalla bocca e, prendendola di peso, la mette a quattro zampe e, senza attendere nemmeno un attimo, la infila nella figa ormai piena di umori caldi e profumati. E mentre Mirco, sudato freddo, osservava Luana gemere di piacere, posseduta con tanta forza e rude passione, trattata e chiamata nei peggiori modi, quasi senza accorgersene, estrae il suo cazzetto dai pantaloni e comincia a masturbarsi. Luana si sente desiderata, si sente posseduta mentre Carlo come un vero tsunami, le assesta poderosi colpi nella vagina. Sente il potere di lui dentro di se, sente gli orgasmi montare ineluttabili come la marea e riversarsi sul suo cuore e sul suo respiro regalandole sensazioni di piacere immenso inframmezzati da un senso di morte apparente. Luana, tra grida di piacere e urla orgasmiche, prova una profonda riconoscenza ed una totale sottomissione verso Carlo, ma anche piacere nel farlo godere e sentirsi trattata come una vera “femmina”.
Carlo regala a Luna un profondo amplesso e Mirco, scopre di avere sempre inconsciamente desiderato di vedere la sua ragazza fare sesso selvaggio con un altro, più virile e più volgare. Mirco è sconvolto da questa improvvisa sua scoperta e dal desiderio di vedere Carlo fare a Luana ciò che lui aveva solo sognato nelle sue fantasie più sfrenate.
Dopo una serie di orgasmi irrefrenabili anche Carlo sta per venire. Monta il suo orgasmo ed improvvisamente gridando come un gorilla della foresta riempie la figa di Luana si sperma caldo e, per terminare, disperde gli ultimi suoi schizzi sulla schiena della ragazza.
Mirco, allora, lentamente, piangendo silenziosamente, si avvicina ai corpi sudati dei due amanti e sotto gli occhi piacevolmente divertiti di Carlo lecca il seme abbondante lasciato sulla schiena di Luana. Poi, con profondo dolore e viva eccitazione, passa a ripulire la grossa e rossa cappella di Carlo ancora turgida. In ultimo si avvicina alla passerina di Luana, rimasta immobile sul letto, con la figa ancora pulsante e, appoggiate le sue labbra sulla figa, cominciò a succhiare il nettare degli amanti. Mirco ripulisce la passerina dello sperma caldo di un altro e capisce di averlo sempre desiderato.
Luana si era presentata una mattina a scuola per il suo primo giorno di liceo. Era una ragazzina come molte altre di quella età, con un viso particolarmente armonioso ed un fisico che doveva ancora formarsi. In poco tempo cominciò la trasformazione di Luana che prima divenne la ragazza più ammirata della sua classe e, una volta al quinto liceo, era considerata da tutti la più bella di tutto l’istituto. Una bellezza così era l’oggetto delle attenzioni di tutti gli studenti e i più intraprendenti se la contendevano spesso con liti furiose all’uscita sella scuola.
Su tutti aveva avuto la meglio Mirco, un bel ragazzone alto ed elegante, capace di giocare divinamente al calcio e, perciò, capitano della squadra studentesca più forte della città: i “Tori”. Tutte le squadre delle scuole della città, partecipavano ai campionati studenteschi di calcetto e si fronteggiano con sano e goliardico agonismo per cementare l’amicizia tra i giovani e vincere un trofeo simbolico. Quell’anno i Tori erano riusciti ad arrivare vittoriosi sino in semifinale e doveva, ora, disputare la finale, quella che dai ragazzi era sentita come la partita della vita.
Luana, ormai una bellissima ragazza dai capelli ricci e castani, famosa in tutta la città per il suo seno prorompente e il suo fisico esplosivo che non esitava a mettere in mostra per umiliare l’orgoglio delle altre compagne di scuola, era la reginetta del campionato. Dopo la vittoria in semifinale dei Tori, Mirco e Luana insieme ad altri amici si concedono una serata per sostenere la vittoria. La festa va alla meraviglia fino a che non compare Carlo, capitano della squadra delle Aquile destinata a disputare la finale del campionato contro i Tori. Carlo ha un fisico statuario, con degli occhi scuri e magnetici, incastonati su un volto virile, da duro. L’aria si fa pesante e, ad uno ad uno, gli amici vanno via lasciando Luana sola con Mirco e Carlo nella birreria ormai deserta.
Carlo è un tipo spavaldo e un po’ cialtrone, si sente forte e decide di attaccare Mirco. Affronta la situazione di petto e schernisce Mirco e la sua squadra. Lo accusa di avere una molle squadra di mozzarelle e di aver comprato le vittorie. Poi sposta la sua attenzione su Luana e si prodiga in rudi e volgari commenti su di lei concentrando l’attenzione sul suo seno esplosivo e sul suo fondoschiena da favola. Ottiene il risultato che sperava e Mirco, inferocito, vorrebbe venire alle mani, ma Luana riesce a mettere la calma tra i due.
“Ringrazia la tua ragazza, Mirco, per il suo intervento, senza il quale ne saresti uscito con le ossa rotte” consiglia Carlo divertito.
Luana ne è colpita, ammaliata dal fisico muscoloso e proporzionato di Carlo, dai suoi modi che sebbene volgari denotavano forza e sicurezza. Lo sguardo di Luana cade tra le gambe di Carlo e non può fare a meno di notare l’enorme dotazione riconoscibile, sotto i pantaloni, dalla possente forma inequivocabile.
Carlo si accorge della scoperta di Luana e gli risveglia il desiderio di possederla che albergava in qualche angolo sperduto del suo sesso, ma mai sopito. Carlo capisce che in palio c’è la partita ma anche Luana, e decide di continuare a stuzzicare Mirco.
“Sei una femminuccia ed hai ancora bisogno della mamma che ti salva il culo” riprende Carlo
Mirco mastica amaro, ma riesce a mandar giù. Si rende conto che Carlo è molto più forte di lui e potrebbe davvero fargli male e compromettere la finale.
“Vedi come sei ridotto male. Domani i Tori saranno castrati dalle Aquile. E sarà un vero piacere per noi favi a fettine, tagliarvi i coglioni che non usate neppure. Noi pratichiamo un gioco intelligente e gagliardo. Voi siete solo delle fighette da esposizione. Se sei un vero uomo, metti sul piatto quel che hai di più caro. Qui, stasera. Tra di noi la parola è più che sufficiente” continua Carlo.
“Non so di cosa parli, sacco di merda! Non ho paura delle tue smargiassate. Delle penne delle Aquile ricoprirò il fosso
dove sprofonderai dalla vergogna” rispose Mirco
La contesa fra i due non accennava a finire, mentre Luana, non riusciva a togliere gli occhi dal pacco di Carlo. Se ne accorse anche Mirco. Mirco amava Luana alla follia. Aveva conquistato il suo cuore dopo averlo a lungo desiderato e con una corte serrata l’aveva sottratta alle mire degli altri studenti.
Luana guardava il pacco di Carlo e poi si perdeva in una serie di pensieri scabrosi. Si ricordò di una sua amica che aveva avuto modo di provare il sesso con Carlo e ne aveva riportato mirabilie. Lei non aveva mai dato credito a quelle storie, ma ora, vedendo l’attrezzatura di Carlo, non poteva fare a meno di pensare che forse ciò che raccontava era tutto vero.
“Ah! Non sai di cosa parlo? Allora te lo spiego con chiarezza. Questo po po’ di figa che si abbassa a stare con te è l’unica bene che tu possegga. È l’unica merce di scambio che abbia un minimo di valore. E se non fosse per la sua incomprensibile cecità, questo florido seno potresti solo sognarlo, questo culo magnifico, più potente di un cocktail di viagra, dovresti solo accontentarti di guardarlo in fotografia. ”
“Ma cosa dici? Sei impazzito? Toglile gli occhi di dosso e tieni le mani a posto!”
“Si, io le mani le tengo a posto, ma tu sai quante seghe dovresti farti se lei non avesse una profonda pietà del tuo cazzetto minuscolo?”
Luana, stava in silenzio a rimuginare. Da una parte il suo amore, Mirco, che non aveva ceto mai brillato in fatto di sesso. Dall’altra Carlo il ragazzo più corteggiato della scuola, il più dotato sessualmente, il più favoleggiato dalle ragazze. Pensava a quanto sarebbe stato bello poter approfittare della attenzioni di Carlo.
“Tu sei pazzo, oppure hai bevuto un po’ troppo.” Replicò Mirco
“Ho capito! Hai paura. Ho centrato l’obiettivo ed ora hai paura. Se così non fosse non avresti timori ad accettare la scommessa con me. Giocati il culo della tua ragazza, se hai coraggio! Sei sicuro di vincere la partita domani? Allora non c’è nessun rischio ad accettare la sfida. Se non accetti vuol dire che in quel piccolo cuore di pettirosso c’è una paura grande come una casa”
Luana, offesa dagli apprezzamenti di Carlo, ma attratta dalla prospettiva di doversi immolare, incitò Mirco ad accettare la sfida: “Ma certo Mirco, fagli vedere che cuore di leone hai. Io sono pronta. Correrò il rischio! Sono certa che saprai difendermi dalle mani di questo bruto.“
Mirco, convinto di vincere e incitato da Luana, accetta la sfida: “E tu cosa ti giochi, che non hai nemmeno la merce di scambio?”
“Bene, se accetti di cedermi Luana e ti impegni ad assistere alla grande scopata per ripulire con la lingua la vagina di Luana ed il mio cazzone, io mi farò picchiare da te senza opporre resistenza davanti a tutto l‘istituto.”
Mirco è sconvolto per essersi cacciato in quella situazione senza via d’uscita. Vorrebbe fuggire, ma è Luana che lo rincuora e gli dà la forza di accettare la scommessa.
Il giorno dopo, la sera della finale, la partita comincia con il solito clamore sugli spalti. Mirco si sente forte, si premura di tastare il polso della situazione alla squadra e constata, negli occhi di tutti, la determinazione alla vittoria. Dopo pochi minuti di gioco, però, comincia un carosello di immagini nella sua testa che lo distraggono dal gioco. Immagini altamente erotiche, che rappresentano la sua bella Luana sottomessa e cavalcata rudemente dal corpo possente e muscoloso di Carlo. Si accorge di giocare male, dagli spalti partono i fischi che risvegliano il suo amor proprio. Cerca di scacciare quei pensieri che gli farebbero perdere la partita, costringendolo ad assistere ad una estenuante scopata della sua bella e provocante fidanzata. Si costringe a non pensare. Le due squadre sono ancora sullo zero a zero e sembrano equivalersi, Si susseguono le azioni pericolose dell’una e dell’altra squadra, ma il risultato non cambia.
Ma, proprio quando tutti pensavano che il torneo si sarebbe risolto ai rigori, negli ultimi dieci minuti che succede qualcosa. Carlo riceve la palla da un compagno mentre è quasi a centro campo e con una lunga galoppata sorprende tutti e, zigzagando tra due o tre avversari, arriva solo davanti allo specchio della porta. E mentre Mirco viene di nuovo assalito dalle immagini di Luana tra le braccia di Carlo, questi prende la mira e sorprende il portiere con un pallonetto che va a segno. Le Aquile vincono la partita ed il torneo e Carlo vince Luana. Mirco perde la partita per colpa della paura di dover vedere Luana rudemente sottomessa a Carlo, che solo il giorno prima aveva manifestamente e volgarmente fatto apprezzamenti su di lei.
Entusiasmo sugli spalti, consegna dei premi, doccia incandescente negli spogliatoi, i ragazzi delle Aquile sono al settimo cielo. Ma Carlo è il più felice di tutti.
Poche ore dopo, Luana, Mirco e Carlo sono nel garage di Carlo, luogo convenuto per lo scambio dei premi. Mirco ha la morte nel cuore, Carlo il fuoco della vittoria. Luana, inizialmente rabbiosa per essere stata trattata come premio in palio, ma eccitata di fronte a tanta rude e volgare passione di Carlo, scopre il corpo muscoloso e sudato del vincitore.
Seduto su una poltrona sfondata, Mirco osserva la scena, cosciente di quel che sta perdendo. Luana spoglia Carlo, scopre una erezione immane e non può fare a meno di lasciarsi sfuggire un suono di approvazione. Si spoglia anche lei mentre Carlo le accarezza il seno e le succhia i capezzoli, la palpa e la lecca in ogni punto del suo corpo e come una fiera assapora la sua vittima prima di divorarne le carni. Poi, una volta completamente nuda, senza tanti complimenti, Carlo le prende la testa e la spinge a prender in bocca il suo enorme cazzo. Lei, docile, apre la bocca e comincia a succhiare e leccare con vivo piacere assaporando, in anticipo, il gusto di quel cazzo dentro di se. Mirco la scopa con furore, spingendo il cazzo giù nella gola di lei che perde il respiro e ha forti conati di vomito. Carlo le lascia libera la testa e lei sfila il pene. Tossisce, riesce a mala pena di fermare il vomito. Sorride un po’ forzatamente. Teme di passare per una incapace. Poi riprende a succhiargli il cazzo.
Raggiunta una erezione ed una rigidità soddisfacente, è Carlo che le sfila il cazzo dalla bocca e, prendendola di peso, la mette a quattro zampe e, senza attendere nemmeno un attimo, la infila nella figa ormai piena di umori caldi e profumati. E mentre Mirco, sudato freddo, osservava Luana gemere di piacere, posseduta con tanta forza e rude passione, trattata e chiamata nei peggiori modi, quasi senza accorgersene, estrae il suo cazzetto dai pantaloni e comincia a masturbarsi. Luana si sente desiderata, si sente posseduta mentre Carlo come un vero tsunami, le assesta poderosi colpi nella vagina. Sente il potere di lui dentro di se, sente gli orgasmi montare ineluttabili come la marea e riversarsi sul suo cuore e sul suo respiro regalandole sensazioni di piacere immenso inframmezzati da un senso di morte apparente. Luana, tra grida di piacere e urla orgasmiche, prova una profonda riconoscenza ed una totale sottomissione verso Carlo, ma anche piacere nel farlo godere e sentirsi trattata come una vera “femmina”.
Carlo regala a Luana un profondo amplesso e Mirco, scopre di avere sempre inconsciamente desiderato di vedere la sua ragazza fare sesso selvaggio con un altro, più virile e più volgare. Mirco è sconvolto da questa improvvisa sua scoperta e dal desiderio di vedere Carlo fare a Luana ciò che lui aveva solo sognato nelle sue fantasie più sfrenate.
Dopo una serie di orgasmi irrefrenabili anche Carlo sta per venire. Monta il suo orgasmo ed improvvisamente gridando come un gorilla della foresta riempie la figa di Luana si sperma caldo e, per terminare, disperde gli ultimi suoi schizzi sulla schiena della ragazza.
Mirco, allora, lentamente, piangendo silenziosamente, si avvicina ai corpi sudati dei due amanti e sotto gli occhi piacevolmente divertiti di Carlo lecca il seme abbondante lasciato sulla schiena di Luana. Poi, con profondo dolore e viva eccitazione, passa a ripulire la grossa e rossa cappella di Carlo ancora turgida. In ultimo si avvicina alla passerina di Luana, rimasta immobile sul letto, con la figa ancora pulsante e, appoggiate le sue labbra sulla figa, cominciò a succhiare il nettare degli amanti. Mirco ripulisce la passerina dallo sperma ancora caldo di un altro e capisce di averlo sempre desiderato.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…