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Silvia e Pietro due fidanzatini curiosi 3

By 2 Marzo 2021One Comment

Da quel giorno Pietro era strano, all’inizio pensai che avessi esagerato. Era sempre taciturno, rispondeva a monosillabe e stranamente era sempre giù di morale.

Il sabato successivo andammo in piscina con gli amici, la giornata trascorse normalmente, tra giochi sole e tanto divertimento, restammo molto oltre la chiusura della piscina visto che dopo iniziò un aperitivo lungo con musica e alcol.

Ballai spensierata, lo vidi molto meglio, allegro e finalmente aveva riacquistato la parlantina, non che lui solitamente fosse un gran chiacchierone, ma era uscito dal guscio di mutismo.

Verso le nove e mezza dieci andammo via, entrati in macchina gli chiesi cosa non fosse andato in quei giorni ed ecco ritornare il mutismo. Ma lo presi di petto, minacciandolo pur di farmi dire cosa avesse.

Arrivammo quasi fino sotto casa mia, gli chiesi di fermare la macchina prima cosi da parlare, non disse nulla, ma si fermò.

Dovetti insistere molto, ma alla fine parlò.

Uscì fuori che avesse paura che io lo lasciassi per via delle sue “perversioni” e che aveva paura che io facessi tutto ciò solo per compiacerlo, ma che mi sarei stancata perché controvoglia.

Quasi mi fece tenerezza.

Lo abbracciai forte, gli saltai addosso, mi strinse a lungo, dopo qualche minuto che ci stringevamo gli dissi che non lo facevo solo per lui, ma che anche se all’inizio l’avevo fatto più per lui e per curiosità ora mi eccitavo da matti.

Ci baciammo per un sacco di tempo, parlammo, per un po’ poi non so cosa mi prese, abbassai lo schienale dei sedili, lui provò a spogliarmi, ma gli dissi di no, gli abbassai il costume, misi una mano e gli cacciai il cazzo di fuori.

Mi piegai in avanti, non volevo fargli un pompino, volevo farlo impazzire.

Puntellai il gomito sulla poggia braccio della sua portiera, gli tenevo in mano il cazzo, iniziai a far scorrere lentamente la mano sull’asta, era di marmo, eccitatissimo.

Aveva l’espressione eccitata e sorpresa, non capiva dove volessi arrivare e in quel momento non lo sapevo neanche io.

Io:” e quindi hai paura di perdermi perché sei un porco depravato?”

Pietro:” Si”

Io:” ma ora questa cosa eccita anche me e mi sa che mi divertirò molto”

Il suo sguardo cambio totalmente, si accese e finalmente lo vidi sorridere.

Io:” Hai ancora il numero di quel ragazzo?”

Pietro:” Si”

Io:” Bene, potremmo chiamarlo cosi gli offriamo un altro spettacolino”

Pietro sospirò un si strozzato non solo da quello che gli stavo proponendo, ma anche dal fatto che strinsi di più il cazzo nella mia mano.

Io:” bravo, vedo che ti eccita tanto la mia idea”

Pietro:” Si”

Io:” come sei bravo. E chi sa questa volta dove potrei spingermi. Potrei non limitarmi a farmi vedere, potrei spingermi oltre”

Pietro ad ogni cosa che dicevo rispondeva solo si, era sdraiato con la testa lievemente alzata per godere della mia vista e della mia mano sul cazzo.

Io:” e fin dove potrei spingermi?”

Pietro:” fin dove vuoi”

Io:” quindi potrei fare tutto quello che voglio? E tu staresti buono buono?”

Pietro:” si”

Io:” ti stai già immaginando la scena? “

Non lasciai neppure che mi rispondesse, continuavo a masturbarlo mentre non smettevo di fissarlo.

Io: “mmmm potrei spingerti giù per farmi leccare la figa come l’altra volta e permettere a quel ragazzo di toccarmi. Ti piacerebbe?”

Pietro: “Si”

Io:” Non credi che sia poco? Non credi che per una seconda volta dovrei permettergli di più?”

Pietro: “Si”

Io:” dici di si? Potrei toccargli il cazzo e fargli una bella sega?”

Pietro: “Si”

Io: “e non mi diresti nulla nel vedere la tua ragazza mentre fa una sega ad un altro ragazzo?”

Pietro: “No”

Risi, non per scherno, ma per fargli capire che apprezzavo

Io: “Ma che bravo, e perché limitarmi ad una sega, potrei anche fargli un pompino. Cosa ne pensi? Ti piacerebbe vedermi mentre gli succhio il cazzo?”

Pietro: “Si”

Io: “si cosa?”

Pietro era al limite, non lo incalzavo solo con le domande, ma anche aumentando il ritmo della sega.

Pietro: “mi piacerebbe”

Io: “voglio sentirtelo dire”

Pietro: “mi piacerebbe vederti fargli un pompino”

Io: “ti piacerebbe che gli succhiassi il cazzo!! Ma che bravo, e non ti sentiresti un cornuto? O ti piace?”

Pietro: “Si”

Io: “ti piace l’idea di essere un cornuto?”

Pietro: “Si”

Io: “e allora perché limitarmi ad un pompino? Potrei fare di più e tu da bravo non diresti nulla!”

Mentre pronunciavo queste parole Pietro inarco la schiena e venne nelle mie mani, non feci nulla per evitare che si sporcasse tutta la maglietta.

Lasciai che si riprendesse dall’orgasmo, leccai il suo sperma che era caduto sulla mia mano, era stupendo constatare che nonostante fosse appena venuto non perdeva l’erezione.

Appena si fu calmato fece come per rialzarsi, io non avevo cambiato posizione, mi chiese di pulirsi, ma gli dissi di no e che anzi, non avevamo ancora finito.

Lui non disse nulla, riappoggiò la schiena al sedile e non fece nulla.

Ricominciai a toccarlo, prima lo infilai il suo cazzo in bocca, non volevo fargli un pompino, volevo gustare ancora un po’ del suo sperma.

Eravamo in macchina, in uno slargo, nulla di eccessivamente buoi e se fosse passato qualcuno avrebbe potuto vederci, ero completamente vestita mentre Pietro era con il costume calato e la maglietta sporca di sperma.

Appena si fu ripreso rincominciai a masturbarlo lentamente, sputai sulla mia mano guardandolo negli occhi, e gli bagnai tutta la cappella. Ogni tanto le auto di passaggio illuminavano l’abitacolo, era bellissimo potervi vedere il cazzo lucido che scivolava nella mia mano.

Io: “sei un porco lo sai?”

Pietro: “si lo so”

Io: “organizza per sabato”

Pietro: “veramente?”

Io: “si. Scrivigli e organizza”

Pietro: “ne sei sicura?”

Io: “certo. Tu ne sei sicuro?”

Pietro: “si”

Io: “mi eccita tanto”

Pietro: “eccita anche a me”

Io: “mi vestirò molto carina per lui, lo farò impazzire”

Pietro: “stai facendo impazzire me”

Io: “preparati che per come sto non so cosa potrei fare”

Pietro: “sei libera di fare ciò che ti senti?”

Io: “bene”

La mia mano più lui parlava e più si faceva veloce

Io: “più ne parliamo più ti si gonfia il cazzo. Sei un porco depravato”

Pietro: “si lo sono”

Io: “ti eccita cosi tanto che io possa fare la troia con un altro sotto ai tuoi occhi?”

Pietro: “si”

Io: “sarai accontentato, ma questa volta non mi fermerò”

Presi il suo cellulare e glielo passai “scrivi”

Lo prese e aprì WhatsApp

Io: “hai il numero registrato?”

Pietro: “si, è on line”

Pietro iniziò con un semplice “ciao, ci siamo conosciuti quella sera a ……”

Io nel durante stringevo ancora il suo cazzo in mano, avevo quasi paura che se avessi fatto un solo movimento con la mano avrebbe schizzato tutto un’altra volta.

La risposta arrivò dopo pochi secondi, “ciao, ricordo bene”

Pietro girò il telefono per farmi vedere la risposta, sorrisi, e gli dissi di chiedergli per sabato.

La risposta fu immediata, segno che era li in attesa di sapere cosa volessimo.

Chiese solo ora e luogo senza aggiungere null’altro.

Quando Pietro mise giù il telefono aveva un viso stravolto dall’eccitazione, il suo cazzo oltre ad essere durissimo era diventato rovente.

Io: “lo sai cos’hai fatto?”

Pietro: “si lo so”

Io: “cos’hai fatto?”

Pietro: “ho organizzato per sabato”

Io: “non solo, hai organizzato un incontro per farti scopare la ragazza?”

Pietro: “tu eri d’accordo”

Io: “si lo sono, ma voglio che mi dica che sei un porco e tra poco anche un cornuto”

Pietro mi guardò con un’aria eccitata, voleva farla sembrare tra l’interrogativa e l’infastidita

Io: “è inutile che mi guardi così lo so che ti eccita sentirti chiamare cornuto”

Pietro non disse nulla, fece solo segno di si, come a voler conservare un minimo di “normalità”.

Io: “e allora dillo”

Appena uscirono le prima sillabe dalla sua bocca scesi ed infilai la sua cappella in bocca, mentre con la mano continuavo a segarlo, poi smise di parlare, levai la cappella dalla bocca solo per dirgli “devi sborrarmi in bocca mentre ammetti che sei un porco cornuto e che vuoi vedere la tua ragazza mentre viene scopata da un altro ragazzo”, poi mi rinfilai la cappella in bocca iniziando anche a roteare la lingua intorno, ci volle meno di un minuto e sentii i suoi schizzi sul mio palato.

Pulii bene il suo cazzo poi salii su di lui e lo baciai riversando la sua sborra nella bocca.

Non disse nulla, mi baciò con una passione che non era da lui.

Quando ci staccammo gli dissi “sabato la mia bocca saprà del cazzo di un altro”.

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