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La mia prima esperienza lesbo con la mia migliore amica

By 4 Novembre 2021No Comments

Le mie esperienze lesbiche sono iniziate molti anni fa ed esattamente una sera di primavera. Ero andata a casa della mia compagna di scuola preferita, Claudia, per studiare. Lo avevamo fatto con diligenza ed abbiamo finito un po’ prima del previsto. Per passare ancora qualche minuto insieme siamo andate a sederci in soggiorno e sentivo i suoi genitori prepararsi per andare ad una cena con amici. La madre era bellissima e l’ho invidiata pensando se mai io sarei stata come lei. Chiacchieravo con Claudia serenamente parlando di ragazzi e delle nostre compagne di scuola usando i soprannomi per individuare le nostre compagne di scuola ed anche le amiche. Eravamo veramente ingenue ed ancora per niente smaliziate. A me è venuto da dire alla mia amica se una notte avessimo potuto dormire insieme, mi sarebbe piaciuto perché io in camera dormivo da sola avendo un fratello che aveva la sua camera e non voleva che la utilizzassi per nessun motivo avendo, dice lui, dei segreti inconfessabili.
È successo che un weekend i miei genitori erano a cena fuori e mi hanno dato il tanto desiderato permesso di andare a dormire da Claudia.
Abbiamo passato il pomeriggio a parlare ancora una volta di ragazzi, di quanta voglia avevamo di fare qualche esperienza, anche solo per pomiciare ed imparare a baciare.
Io le ho parlato di un libro erotico che qualche giorno prima avevo trovato nella libreria di casa mia e che mi aveva talmente presa al punto di leggerlo tutto d’un fiato e finirlo in una sola serata. Descriveva ogni sensazione provata durante il rapporto sessuale dalla protagonista, soffermandosi sul piacere anche precedente al sesso vero e proprio creato con l’uso delle mani e della lingua. Con la mia amica ci siamo informate sul significato di ogni termine a noi ancora sconosciuto.
Mi trovo spesso a pensare alla mia amica ed a come la mia vita è cambiata moltissimo dopo averla frequentata per tanto tempo.
La nostra conoscenza è iniziata quando eravamo entrambe due ragazzine e molte cose erano misteriose ma eravamo anche curiose di scoprire. Le nostre età ci classificavano nel periodo adolescenziale ed avevamo spesso le nostre prime pulsioni sessuali così come ogni ragazzina.
Quando i genitori di Claudia sono rientrati ci hanno chiesto di andare a dormire poiché era già circa mezzanotte.
Il letto dove abbiamo dormito era quello di Claudia, era un matrimoniale e da buone amiche ci siamo messe sotto le coperte restando molto vicine. Il buio non ha limitato o interrotto i nostri dialoghi, fatti sottovoce, sulle nostre fantasie sessuali sui ragazzi che frequentavamo, ci piaceva descriverli nel dettaglio ed eccitarci. Per l’età che avevamo eravamo ancora molto ingenue e per noi era facile immaginare scene di sesso sotto la doccia oppure nella tenda su una spiaggia o semplicemente a letto.
I nostri racconti erano molto semplici e scarni perché non sapevamo come arricchirli di particolari non avendo avuto nessuna di noi, fino a quel momento, esperienze con un partner.
Ma erano solo racconti che ci piaceva esagerare, perché aveva ancora mai avuto alcuna esperienza sessuale.
Quando ci siamo messe a letto eravamo troppo eccitate per dormire e, dopo aver spento la luce e la madre uscita dalla camera, Claudia si è girata verso di me e mi ha chiesto “Stai dormendo?”
“No, non riesco a prendere sonno. Sto pensando ancora alle storie del libro e mi sento un po’ eccitata” ho risposto senza dire quali fossero le sensazioni e le voglie.
A letto indossavo una canotta con dei fiori i cui contorni erano rimarcati da delle cuciture in corrispondenza delle mie tette già formate e ma come ogni notte non indossavo il reggiseno non ritenendolo necessario.
Dalla finestra entrava un po’ di luce dalla strada e Claudia si è girata verso di me, dalla sua posizione l’ho vista fissarmi senza distogliere mai lo sguardo dal mio, penso volesse vedere ogni mia reazione anche minima. Ad un tratto senza dire niente ha delineato nell’aria con un dito il contorno della fighettina.
Sebbene fossi ancora piccola, avevo già un seno ben definito e sodo, quello di Claudia era ancora non completamente sviluppato, ma si notavano le punte dei capezzoli, le forme erano decisamente aveva delle forme meno prosperose delle mie seppure ben delineate.
Nel buio ho visto qualcosa muoversi ed ho pensato fosse lei che metteva fuori dalle lenzuola una gamba, invece era un braccio che ha allungato ed a me è venuto di fare altrettanto ma non ho capito il suo messaggio e mi ha toccato una mammella timidamente.
Entrambe non eravamo mai state toccate da nessuno prima di quel momento e non sapevo bene quale reazione si aspettasse da parte mia.
Il suo tocco, timido ma deciso, ha scatenato immediatamente una reazione nel mio corpo.
Nel giro di pochi secondi i miei capezzoli si sono molto induriti ed ergersi dall’ areola al punto da diventare ben visibili sotto la canottiera da notte.
Per poter toccare la sua mano ho spostato il lenzuolo restando con metà del corpo scoperto.
La luce era spenta, ma con fare molto lento Claudia ha sollevato di poco la serranda affinché entrasse un po’ più di luce dalla strada, è stato grazie a quel fascio di luce che lei ha potuto notare i miei capezzoli ben turgidi che sembravano due sassolini messi sotto il tessuto della canottiera.
Lei ha capito che erano i miei capezzoli e non altro, allora ha spostato il suo tocco verso di loro compiendo con i polpastrelli dei movimenti per lo più circolari intorno ad essi generando in me dei brividi di piacere, seguiti da una strana sensazione in corrispondenza del basso ventre. Lei ha continuato nella sua azione per un po’ finché ad un certo punto ho socchiuso gli occhi per godermi meglio quelle sensazioni. È stato allora che ho avvertito le sue labbra sulle mie.
Non avevo mai baciato nessuno prima di allora, né ragazzi, né ragazze, mentre lei aveva avuto qualche esperienza in più di me ma solo per qualche bacio molto casto e semplice, più che altro dato per imparare a baciare.
Il gesto di Claudia mi ha colto alla sprovvista, tant’è che in un primo momento mi sono allontanata rapidamente come a rifiutarlo, lei però ha sorriso con complicità e questa sua reazione mi ha tranquillizzato ed ha aumentato maggiormente la mia eccitazione.
Allo stesso tempo ha ripreso ad accarezzare i miei capezzoli da sopra la canottiera facendomi venire una irresistibile bisogno di avvicinarmi a lei per baciarla ed ha anche raccolto molto rapidamente i suoi lunghi capelli con un elastico nero ormando una coda che partiva da sopra la testa e cadeva fino sotto le scapole.
Lei è stata ben felice che sia stata io a baciarla per prima e non si è tirata indietro. Infatti dopo qualche bacio a stampo, Claudia ha infilato la lingua nella mia bocca ed ho provato una piacevolissima nuova sensazione.
Le nostre lingue come se conoscessero i movimenti e ciò che dovevano fare, si muovevano in sintonia e ad un certo punto sembrava quasi ci stessimo mangiando.
Le sue labbra erano sottili e morbide e sapevano di burro cacao alla fragola che ha sempre usato, anche a scuola.
Mi piaceva tantissimo baciarla ed abbiamo sfruttato quelle ore notturne per limonare per tantissimo tempo. Lo abbiamo fatto finché non siamo state così tanto eccitate da sentire entrambe lo stimolo di andare in bagno a fare pipì.
“Ma ti sei fatta la pipì addosso?” mi ha chiesto Claudia.
“No, non mi sembra!” ho risposto a voce bassissima.
“Dai, non dirmi bugie!”
“Te lo assicuro, non mi sono fatta la pipì nelle mutande”
Dopo questo scambio di battute siamo andate in bagno e vedevamo nella scarsa luce della camera una macchia nelle rispettive mutandine, probabilmente ancora non capivamo di essere bagnate e pensavamo che quell’umidità nelle nostre mutandine fosse segno di dover fare pipì.
Comunque quella notte non c’ è stato altro fra noi due e tornate in camera ci siamo messe a dormire perché si era fatto molto tardi.
Io ho passato da sveglia molti minuti faticando a prendere sonno avendo troppe nuove sensazioni a cui pensare. In quel periodo sentivo che anche Claudia si girava da una parte all’altra del letto che condividevamo.
Al mattino ci siamo svegliate molto presto, ancora prima dei suoi genitori ed entrambe avevamo fin troppa voglia di continuare ad esplorare i nostri corpi.
Le ho chiesto di levarsi la maglietta e quando mi sono trovata davanti agli occhi le sue tette mi son sentita travolgere da una fortissima voglia di toccarla e farle provare lo stesso piacere che avevo avvertito io la notte precedente. Ho afferrato i suoi capezzoli tenendoli tra l’indice e il pollice e, ripensando alle descrizioni del libro erotico, ho iniziato a fare dei piccoli cerchi intorno ed a tirarli un poco verso di me. Subito Claudia ha fatto dei sospiri di piacere e per non farci sentire dai suoi mi sono avvicinata al suo viso per baciarla come lei aveva fatto la notte prima senza mai però liberare i suoi capezzoli dalle mie dita che li stringevano forte. Lei ha scoperto il piacere dia vere i capezzoli strizzati e quando li ho lasciati si è levata dal letto e si è spogliata chiedendo che lo facessi anche io lasciandomi soltanto con le mutandine per poter poi toccare e leccare dolcemente ogni parte del mio corpo accendendo un turbine di emozioni dentro me.
Con le mani è scesa verso le mie mutandine e dopo uno scambio di sguardi di complicità ha iniziato ad accarezzarmi tra le gambe.
Ancora oggi ho impressa quella sensazione di piacere, per me nuova a quei tempi, che ha pervaso tutto il mio corpo.
Lei era inesperta e non sapeva bene cosa fare, quindi ho decisi di guidarla dato che negli ultimi tempi mi era capitato spesso di toccarmi da sola nel letto, questo a lei non l’avevo detto ritenendo questo fatto molto riservato e forse vergognoso da dire.
Durante le mie esperienze notturne e solitarie avevo trovato alcuni punti molto sensibili su cui passavo per stimolarli più di una volta.
Per farle vedere quali fossero e che mi piaceva tanto stimolare, l’ho indirizzata su quello che qualche tempo più tardi ho scoperto essere il clitoride.
Le sue dita si muovevano con indecisione ma seguendo le mie istruzioni ed i tremori di piacere che risalivano dalla mia vagina verso l’alto, ho iniziato ad ansimare e, nonostante lei mi invitasse ad abbassare la voce, quella sensazione non riuscivo a contenerla.
Mentre con le dita continuava a stimolare il mio clitoride, diventato incredibilmente sensibile, con la bocca ha afferrato i miei capezzoli e li ha succhiati avidamente.
Ho impiegato poco a liberare un gemito di godimento restando senza fiato. In quel momento non sapevo ancora di aver provato il mio primo orgasmo.
Ho scoperto per la prima volta che la mia vagina era completamente abbondantemente bagnata ed entrambe abbiamo capito che l’umidità notata la notte prima era una reazione naturale del nostro corpo.
In un attimo ho ripreso fiato e il controllo del mio corpo che avevo lasciato completamente andare alle forti sensazioni precedenti, ed ho pensato di ricompensare Claudia provando a darle le stesse sensazioni che lei aveva appena regalato.
L’ho fatta mettere in piedi e da quando l’ho vista spogliarsi ho capito di essere fortemente attratta dal suo corpo.
Claudia era magra, aveva dei bei capelli rosso scuro lisci e delle gambe magre, già depilate, lisce e lunghe. Più la guardavo, più mi sentivo attratta dal suo corpo.
A quel tempo non ho dato importanza al fatto che fosse stata lei, proprio la mia migliore amica e per di più una ragazza. Lei era diventata complice della mia prima esperienza sessuale anche se nella mia mente c’era un ragazzo di cui mi ero infatuata e che tra l’altro piaceva anche a Claudia. Tuttavia non ero turbata particolarmente in quel momento e non pensavo a Claudia come mia prima giovane amante.
In quei momenti ero sempre impaziente di toccarla e soprattutto ero esaltata dal pensare che avrei potuto leccare ed assaporare la sua fighina depilata.
Quando lei si è distesa sul letto, l’ho baciata dolcemente sulle labbra e lentamente con le labbra sono andata sul suo collo facendola sussultare; a lei piacevano i movimenti circolari della mia lingua sulla pelle del colo e sulle orecchie inoltre, casualmente sono andata a baciarle le palpebre e lei ha reagito come non mi aspettavo: è esplosa con un mugolio a voce alta che forse è stato sentito dai suoi genitori.
Nonostante la paura che entrasse la madre per sapere del suo urlo, sfrontatamente sono scesa lentamente verso le sue tette e nel frattempo con le mani le ho accarezzato l’interno coscia sfiorando la parte bassa della figa facendola trasalire.
I suoi respiri erano profondi, contraeva spesso la pancia e si arcuava a volte offrendomi la sua fighina e poi nascondendola tra le gambe nel arcuarsi.
Prima di andare a leccarle il grilletto e l’inguine con la lingua, sono andata con le dita a cercare il suo bottoncino aprendo le grandi labbra leccandone la parte interna. Ora posso dire che il suo buchino era ancora molto stretto.
Il sapore delle sue grandi labbra mi piaceva e non ha impiegato molto a bagnarsi. I suoi umori aiutavano le mie dita a scivolare sempre più dentro di lei, ed ho iniziato a muoverle dentro e fuori, dentro e fuori ma non in profondità. Claudia si contraeva sempre più ad ogni mio movimento, praticamente il suo piacere era sincronizzato con il ritmo delle mie dita e tutto ciò mi ha fatto bagnare ancora tra le gambe.
Mi piaceva in modo particolare avere il controllo del suo corpo e dei suoi sospiri.
Mentre con le mie dita continuavo a farla godere, con la lingua le ho titillato il clitoride ormai diventato grosso ma sempre di dimensioni proporzionate al su fisico ancora non del tutto sviluppato.
Non molto dopo anche lei ha avuto un orgasmo. L’ho vista godere ed averlo e me ne sono compiaciuta., ho preso in bocca tutti i suoi umori e l’ho subito baciata sulle labbra facendole conoscere il suo sapore.
Dopo quella mattina siamo diventate ancora più complici.
Nelle settimane successive ci siamo divertite a baciarci e toccarci di nascosto dai nostri amici e soprattutto dalle nostre amiche molto pettegole ed invidiose. Ci siamo unite nel bagno della scuola e in ogni punto nascosto nelle pause dalle lezioni.
Il nostro rapporto di piccole lesbichette è durato tanto tempo e nessuno sapeva delle nostre esperienze.
A fine anno scolastico era previsto il balletto di una nostra cara amica compagna di classe ed insieme al nostro gruppo di amici avevamo prenotato i posti in un palchetto laterale nel teatro dove si lei si sarebbe esibita.
Il giorno dello spettacolo poiché che non c’erano sedie a sufficienza per tutti, Claudia si è seduta sulle mie gambe mettendoci in modo che ci potessero vedere poco essendo gli altri voltati verso il palco nella direzione opposta. Claudia per l’occasione di quella sera ha indossato una gonna ed essendo inizio estate non aveva neppure le calze. Approfittando del buio e delle luci, le ho posato una mano sulla coscia e, da sfacciata, le ho sussurrato all’orecchio che avrei voluto farla godere in quel momento proprio vicino ai nostri amici. Lei è trasalita ma poi, eccitata dalla situazione, non ha risposto ed ha divaricato appena le gambe per consentire alla mia mano di inoltrarsi sotto la sua gonna. La posizione in cui ci eravamo messe era la migliore che si potesse trovare per poter muovere le dita dentro e fuori senza fare movimenti vistosi. Subito Claudia ha sorriso e mi ha abbracciato, non molti minuti dopo Claudia ha iniziato ad ansimare e mi ha bloccato la mano perché stava per venire, poi si voltata per farmi uno sguardo che parlava per dirmi molte cose ma non era solo per i messaggi sott’intesi infatti mi ha dato un bacio a stampo sussurrando ad un orecchio che era completamente bagnata ed eccitata ed ha aggiunto, dopo un profondo respiro, che voleva che proseguissi senza temere di fare rumore. Che la situazione potesse diventare incresciosa era vero ed allora ingenuamente abbiamo detto agli altri che stavamo andando in bagno, arrivate lo abbiamo trovato vuoto perché lo spettacolo ancora in corso.
Una volta dentro ci siamo chiuse in un cubicolo dove c’era il WC ma già dalla zona antibagno ci stavamo baciando toccandoci con avidità.
In un angolo dell’antibagno c’era una sedia di cui Claudia si è impossessata per sedersi e sfilarsi le mutandine aprendo spudoratamente le gambe verso di me dandomi la visione della sua fighina bagnata per la stimolazione precedente.
Mi sono avvicinata a lei, mi sono inchinata e le ho leccato il clitoride come avevo ben imparato a fare. Lei ha reclinato la testa indietro e con le mani ha spinto il mio viso sempre più verso il suo sesso dicendomi che era mia chiedendomi di farla godere a tutti i costi.
Le sue parole mi hanno eccitata tantissimo, mi piaceva vedere il godimento che si disegnava sul suo viso, lo sguardo è diventato sempre più assente e la mente perduta in un’altra dimensione. Le ho infilato due dita dentro muovendole sempre più velocemente.
Mi ha meravigliato quanto ansimasse e quanto mugolasse, diceva “Oh sìhhh!, ti prego, continua! Vai più veloce!” ed io l’ho accontentata. Mi sentivo molto eccitata e più la guardavo e più mi eccitavo. Ho pensato che le mie mutandine si fossero bagnate e che il profumo si sarebbe stato sentito dagli altri al ritorno nel palchetto.
Rapidamente Claudia ha avuto un forte orgasmo e poi siamo rimaste lì sedute abbracciate, una sull’altra, in silenzio per un po’.
Il ritorno al palchetto non c’è stato ma lo spettacolo è stato fatto da noi due non sul palco ma in bagno, pur sempre in teatro.
Da allora ci siamo rese conto di essere lesbiche e non ci siamo mai separate di fatto nonostante i nostri matrimoni con i nostri amati mariti e figli partoriti più o meno nelle stesse settimane.

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