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Prefazione: I fatti narrati sono realmente accaduti a me. Nomi e luoghi sono stati alterati. Questo racconto è già stato pubblicato a puntate sul mio blog: affaridilettevoli.blogspot.it.

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“Sei tedesca?”
Aveva attirato così l’attenzione di Elle mentre saliva la scala a chiocciola della safari boat per andare alla cabina che le era stata assegnata: doppia ad uso singolo,i privilegi del viaggiare da sola. “Ni: ti spiego più tardi” risposte a Paul, un uomo maturo decisamente abbronzato che dimostrava meno anni dei suoi coetanei affetti da vistosa pancia e quasi totale assenza di cura per se stessi.
A Elle rimase il dubbio di come fosse balenato in mente a Paul di chiederle se fosse tedesca. In breve si ritrovarono seduti sullo stesso divanetto e in meno decisero che fosse conveniente essere “buddy” l’uno dell’altra prima di essere assegnati a chissà chi. Paul divideva la cabina con il quinto di un gruppo di portoghesi. A Elle Paul piaceva: c’era una sorta di feeling, come di simili che si riconoscono, un feeling che Elle dubitava di percepire, riconoscere e, soprattutto, non buttarlo alle ortiche. Paul poteva essere quell’occasione che desiderava per sentirsi ancora una donna interessante su parecchi punti di vista.
Il giorno dopo la barca finalmente salpò: fatte le prime due immersioni di “conoscenza” la prua volse in direzione sud per un’intera notte di navigazione. Era il momento per la prima deco beer di rito: felici della intesa subacquea, Paul e Elle brindarono e iniziarono a chiacchierare.

“Ah io dormo sul sun deck, il portoghese che sta con me russa” “se vuoi puoi venire da me: sono sola. In genere non russo e sicuramente sono più carina da vedere” “davvero?” “Davvero.” Elle stava camminando nella direzione che voleva: desiderava ardentemente finire a letto con Paul, ma non si può mai sapere se quella proposta così formulata avrebbe dato i suoi frutti: dopotutto di uomini tonti che non capivano o che si tiravano indietro ne aveva già avuto esperienza quando al suo animo lussurioso si abbinava la freschezza di un corpo poco più che ventenne. Insomma il timore che quel tizio che sembrava uscito da un film poi si rivelasse un fuoco di paglia ce l’aveva.
Cenarono, poi ci fu il breve briefing per le immersioni del giorno dopo: “Sveglia alle 4.30 se volete avere le migliori chances per vedere i martelli” . Elle prese la decisione alla svelta di dire a Paul che sarebbe andata a letto presto. “Dai ci facciamo prima una birra almeno?” Se ne smezzarono una poi Elle disse che sarebbe andata in cabina e che sarebbe potuto entrare quando avrebbe voluto. “Il tempo di lavarmi i denti e sono da te” fu la risposta di Paul. Alla sola idea che avrebbe davvero potuto scoparsi quel tipo al di fuori dagli stereotipi a cui era abituata di vedere, a Elle fremette la passera, ma la testa le diceva di non correre a conclusioni affrettate. Paul bussò alla cabina qualche minuto dopo. Elle, che non voleva illudersi, aveva indossato il pigiama, cosa che dipinse su Paul un velo di delusione. Uno scambio veloce di battute e poi quella decisiva: “C’è posto lì da te?” indicando il risicato letto ad una piazza.

“Ma certo!” Disse Elle che non ebbe più dubbi su cosa sarebbe accaduto.
Elle abbandonò tutti quei suoi schemi mentali tra le braccia di uno sconosciuto che le dava profondamente l’idea di sapere esattamente cosa dovesse fare. In breve si trovò avvolta da un braccio, la sua bocca coinvolta in un bacio lento e delicato e le grandi labbra dischiuse con uno strano movimento a tre dita. “Abbandonarsi” questa era l’unica cosa che si era prefissa. Abbandonarsi e godere del momento, nella prospettiva che fosse unico, irripetibile. E ci riuscì. Lei e la sua mania del controllo che aveva comunque contribuito per lungo tempo a guastarle la vita sessuale. Tra le braccia di Paul si sentiva finalmente preda, oggetto del desiderio, in un modo forse un po’ di altri tempi secondo uno schema “donna-preda uomo-predatore” che però desiderava. Le mani di Paul si muovevano sul corpo di Elle senza esitazioni, prima accarezzandole un seno poi strizzandole una chiappa, lasciando il tempo e lo spazio affinché la bocca potesse succhiarle i capezzoli o la lingua soffermarsi sul clitoride stimolando e assecondando il respiro mutevole e i gemiti che con una rumorosa come Elle non tardavano mai a comparire e spesso traevano in inganno il partner. Ma Elle non era certo una di quelle che sta solo ferma e si lascia solo fare. La sua mano scivolò tra i due corpi raggiungendo il cazzo che non lasciava dubbi nel suo stato a spiegare quanto Paul desiderasse Elle. Un cazzo davvero notevole: così largo non ricordava di averne mai visti nemmeno in uno dei club per scambisti che usava frequentare col marito. E desiderava averlo dentro di sé ; forse si sarebbe sentita riempita: 2 parti lasciano il segno. Incominciò ad accarezzarlo con movimenti calcolati nonostante il lavoro di mano che Paul le stava dedicando la distraeva parecchio. La curiosità di Elle di vederlo era parecchia e nonostante fosse acrobatico muoversi su quel letto microscopico Elle riuscì a far sdraiare Paul di schiena e a mettersi tra le sue gambe.

Il suo cazzo era davvero notevole: leggermente curvo, aveva una cappella liscissima. Difficile resistere alla tentazione di prenderlo in bocca. Elle notò subito che non era cosa semplice. Il cazzo di Paul le entrava in bocca ma non c’era poi margine di errore: il rischio di graffiarlo con i denti era alto. Elle non era una che si facesse scoraggiare facilmente nelle questioni di letto: ci mise solo due colpi di bocca per adattarsi al cazzo di Paul e fare quello che le piaceva e che le riusciva bene.
“Sei sexy, mi ecciti” le disse lui mentre lei lo guardava intensamente con il suo cazzo in bocca. Lei rispose sorridendo, senza interrompere quello che stava facendo. “Vieni qui” le disse e riprese a baciarla e giocare con la mano tra le sue grandi labbra. Le dita di Paul le donavano una magnifica sensazione di leggerezza, lontana ancora dall’orgasmo. Una nuova mossa acrobatica su quel minuscolo letto ed Elle si trovò di schiena con la bocca e le dita di Paul sulla sua figa e il suo cazzo pronto per essere succhiato di nuovo. Paul iniziò ad accarezzarle anche l’ano, in modo piuttosto diretto, modo che a Elle ricordava quelle volte in cui si era ritrovata a che fare con chi aveva desiderio di esplorare il sesso anale ma non ci era molto avvezzo, o conosceva solo culi molto accoglienti. La cosa che a Elle non creava problemi, ma sapeva anche che se il suo culo non fosse stato corteggiato a dovere non si sarebbe mai concesso. Aveva deciso di abbandonarsi, di lasciarsi andare e se non avrebbe fatto male avrebbe accettato di tutto. Di nuovo un’altra acrobazia e Paul le fu accanto riprendendo quel gioco di mano che le accelerava sempre più il respiro.
Non ci mise molto a trovare il suo punto g con i risultati che entrambi si aspettavano.

Paul la baciò con tenerezza lasciandole qualche istante prima di scoparsela, nelle sue intenzioni, senza preservativo. Elle lo bloccò: Paul perdendo in un solo colpo tutta la sua età con un innocenza fanciullesca le disse: “non mi piacciono molto”. Elle aveva deciso di abbandonare tutto tra le sue braccia, tranne quella semplice misura di buon senso. Nonostante le reticenze di Paul, Elle ebbe la meglio facendogli accettare che non c’erano alternative. Non passò molto che Elle scoprì il perché Paul non gradisse certe protezioni. Il suo magnifico trucco di mettere il gommino a bocca, con le dimensioni di Paul non era fattibile, o per lo meno non senza aver fatto un po’ di pratica con lui. Riuscì metterglielo in un modo meno ortodosso del solito, ma il contrattempo ebbe i suo effetti collaterali: il cazzo di Paul si era “rattristato”. Elle non si faceva di certo scoraggiare da un piccolo incidente del genere. Era ancora abbastanza duro da farlo entrare e ravvivare nel miglior modo possibile. Così iniziò a cavalcare Paul, ma nonostante tutto, il cazzo di Paul continuava a sentirsi mortificato. Insistere era avvilente, perciò Elle ricorse al piano b: con la bocca si va sul sicuro. Gli tolse il preservativo, ed incominciò a sbaciucchiarlo, a leccarglielo dalla radice al glande lentamente, ad accarezzarglielo, ed infine a prenderglielo in bocca per tutto quanto fosse in grado di prenderlo senza smettere di guardarlo negli occhi. “Strizzano i capezzoli ti prego” le disse. “Più forte, ancora più forte” da tanto che Elle glieli stava strizzando forte temeva che le sarebbero scoppiati in mano. Il respiro di Paul inizio a cambiare. “Sto vendendo” le disse e poco dopo schizzi caldi e dolci riempirono la bocca di Elle. “Sei dolce” gli disse riferendosi al sapore del suo sperma.
Elle si svegliò la mattina dopo incredula che fosse accaduto. Paul aveva comunque deciso di dormire sul sundeck perché nella cabina con o senza aria condizionata era impossibile dormire. Le aveva dato la buonanotte con un bacio soffice, romantico e affettuoso che non si aspettava affatto. Prima immersione, colazione seconda immersione. Sistemata l’attrezzatura, Elle disse “vado a mettermi qualcosa di asciutto” “se vuoi vengo a mettertelo io” perché no?” I costumi bagnati volarono velocemente nel lavandino, Paul si sedette sul letto, la avvicinò a sé tra le sue gambe ed andò diretto alla sua figa. Le dita erano fresche di immersione un piacevole contrasto con la calda intimità. Elle si strinse a lui ed intanto poteva guardarsi negli specchi che coprivano la lunghezza della parete. Le stava allargando la figa, non la stava semplicemente masturbando. Mentre con due dita premeva ritmicamente sul punto g teneva il pollice sul clitoride, quel piccolo bastardello non proprio facile da trovare nella figa di Elle se non è ben gonfio. L’eccitazione di Elle cresceva. Paul prese la mano di Elle e la mise sul suo cazzo: lei ce la tenne poco preferendo inginocchiarsi per un pompino.

In breve Paul prese un preservativo controvoglia, ma aveva capito che lei non avrebbe ceduto su quel fronte e se lo mise da solo, poi la fece sedere su di lui lasciandosi cavalcare. “Alzati” le disse e la fece girare e buttare in giù la testa scopandola di buon ritmo. Elle aveva ragione: il cazzo di Paul la riempiva bene, lo sentiva spingere su tutta la vagina e arrivava bene in fondo. Ogni colpo una ondata di piacere. Sentì il respiro di Paul cambiare e poco dopo anche l’intensità dei suoi colpi. Elle non era ancora soddisfatta: lei e i suoi orgasmi lentissimi. Godere godeva, ma erano più le volte che rimaneva non completamente soddisfatta con un uomo che quelle in cui poteva girarsi su un fianco sorridente e completamente appagata. Elle si sdraiò sul letto di fianco a quello su cui Paul era seduto, ed incominciò a masturbarsi. Lui la guardava divertito forse anche curioso di poter assistere a ciò che è comunque un atto intimo. Elle ci mise qualche minuto, il suo clitoride faceva i capricci e non voleva partecipare. Alla fine venne.

” Godi come la mia compagna”; le aveva detto di essere divorziato ma non che avesse una compagna. “Sai vorrebbe che andassimo in un club per scambisti” “io e mio marito l’abbiamo fatto è divertente” “ah e come funziona?” “Beh io sono particolare: non scelgo la coppia in base all’uomo ma in base alla donna: se è bisex come me ci riconosciamo ed incominciamo a divertirci tra noi signore”. La meraviglia di Paul era palpabile nell’aria. “Ci vediamo più tardi?” “Ci vediamo più tardi.”

“Ma di cosa hai paura? Di rimanere incinta?” “no, delle malattie sessualmente trasmissibili” rispose Elle mentre Paul cercava di nuovo di penetrarla senza preservativo. L’insistenza di Paul per il piacere senza protezione era pari alla determinazione di Elle di fare sesso in modo sicuro. Uno scontro che poteva finire in un solo modo: la capitolazione di Paul di fronte al rischio di non scopare. Paul si arrese di fronte alla determinazione di Elle, si mise il preservativo e la se la scopò nella posizione meno erotica ma la più romantica. La scopava e la baciava. Il cazzo di Paul la riempiva così bene, che nonostante la canonica non fosse tra le posizioni più eccitanti e soddisfacenti per Elle, il suo “perché” ce l’aveva. “Ti prego, vieni” le disse Paul, Ma Elle era molto lontana dall’orgasmo nonostante il cazzo di Paul la riempisse completamente. Finse, lo sapeva fare bene, Paul venne: il cambio di ritmo e di spinta erano inequivocabili.
Quella fu l’ultima volta che Paul passò dalla cabina di Elle per scoparsela. Nonostante altri inviti, Paul “ si era addormentato” senza raggiungerla. Davvero stanco o semplicemente si era stancato di lei? Elle questo non ebbe modo di saperlo. Sapeva solo che voleva godere con quell’uomo, di quel cazzo, di quelle mani, ma rimase a “bocca asciutta”.
L’ultima volta che Paul entrò con lei nella sua cabina fu poco prima che sbarcasse: la prese tra le braccia, la baciò poi le infilò le mani nei pantaloni prima allargandole le grandi labbra per sfiorarle il clitoride, poi palpandole il culo.
“magari ci incontreremo di nuovo, forse in un club”.
Qualche minuto dopo lo vide sul pontile allontanarsi dalla barca, e sentì mancarle qualcosa, tutti gli orgasmi che meritava e non aveva avuto.

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Se vi è piaciuto e volete farmelo sapere potete scrivermi a atuinslady@gmail.com

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