Skip to main content

E’ iniziato tutto quella mattina d’agosto, ero in spiaggia con mia moglie e nostra nipote per lei era la prima volta che veniva in quel villaggio vacanze, da quanto avevo capito era stata obbligata a passare l’estate con i suoi genitore per punizione, mia nipote era giustamente incazzata con loro al punto da rivolgergli a stento la parola e preferire venire a mare con noi, le attività da fare non erano molte, lei non conosceva nessuno e in spiaggia il suo cellulare prendeva male, in breve era quasi inutile, ci mise poco ad annoiarsi al punto di decidere di andare a fare un bagno, così dopo averci chiesto il permesso si avvia verso la riva “Tienila d’occhio, ricorda che è sotto la nostra responsabilità” disse quell’ansiosa di mia moglie mentre se ne stava a pancia in giù sul lettino e gli occhi chiusi interessata ad andare in spiaggia solo per abbronzarsi, non durai molto che anch’io, vinto dalla noia decisi di raggiungere mia nipote in acqua così sarei riuscito a controllarla meglio. Devo ammettere che mia nipote era decisamente carina e formosa quel bikini aderiva bene sulle sue curve, oltre ad essere molto bella era anche molto timida, nemmeno riusciva a guardarmi negli occhi quando mi parlava, iniziai a fare due chiacchiere con lei, mi spiegò più o meno quello che sua madre aveva già accennato a mia moglie ma anche lei non volle dirmi cosa aveva combinato rimanendo sul vago, non molto lontano da noi c’era una scogliera dove i ragazzi erano soluti tuffarsi, visto che la conversazione iniziava a scemare le proposi di fare qualche tuffo, lei accettò di buon grado infondo non c’era molto da fare lì con dei vecchi come noi, arrivati alla scogliera notai che esitava a salire arrossendo, le chiesi cosa non andava e dopo qualche giro di parole mi rivelò di non saper salire, effettivamente nelle sue zone non c’era il mare e probabilmente fino ad allora l’estate l’aveva sempre passata in piscina nella sua città. Le feci vedere come arrampicarsi, dove tenersi e la guidai riuscendo a farle scalare la sua prima scogliera anche se in maniera abbastanza goffo, iniziammo con i tuffi partendo da un’altezza bassa per poi aumentare di volta in volta, arrivammo sullo scoglio più alto che dava sul mare aperto, non era altissimo ma visto da lì per la prima volta, poteva fare paura. Le feci vedere come tuffarsi in avanti lanciandomi prima di lei, una volta in acqua e controllato che non ci fossero massi le indicai un punto sicuro dove tuffarsi, lei esitava per paura ma alla fine dicendole che avevo visto ragazzine più piccole di lei tuffarsi la convinsi a fare lo stesso, si lanciò in avanti e devo ammettere che scese come un siluro, quando riemerse sembrava un po’ spaesata sistemandosi i capelli il reggiseno del bikini mentre si guardava intorno cercando qualcosa, “ho perso il costume” mi disse mentre continuava a guardarsi in giro, la osservai notando l’assenza del pezzo di sotto del suo bikini, si copriva con una mano mentre con l’altra cercava di rimanere a galla e guardarsi intorno, le dissi di stare tranquilla perché l’avevo visto, era sott’acqua e che mi sarei immerso per recuperarlo, lei annui rossa in viso imbarazzata dalla situazione, io feci un bel respiro e andai sotto, il suo slip a mutandina bianco con i bordi rossi spiccava tra gli scogli, così come il suo sedere nudo tondo e bianco, esitai qualche secondo immerso lì alle sue spalle a godermi la visione, decisi di fare uno scherzo così mi avvicinai al suo sedere pizzicandoglielo, lei probabilmente spaventata si volta di scatto aiutandosi con entrambe le mani mostrandomi così la sua patata pelosetta che ricopre immediatamente con la mano, riemersi notando il suo volto rosso dalla vergogna per quello che era appena successo, “bel cespuglietto” dissi per sdrammatizzare, lei diventò ancora più rossa in un misto di rabbia e vergogna iniziando ad insultarmi arrivando a darmi del pervertito, mi sentii offeso al punto di lanciarle lo slip sulla scogliera, lei si zittì immediatamente rendendosi conto che aveva esagerato e ordinandomi di andare a recuperarlo, le risposi con un secco “prenditelo da sola!”. Nuotò verso gli scogli cercando un punto dove salire, dopo alcuni vani tentativi riuscì a salire sul primo uscendo con il sedere fuori dall’acqua, riuscì a scalarne ancora un altro ma poi rischiando di perdere l’equilibrio al successivo si bloccò cercando un punto migliore, alla fine non riuscì a trovarlo “Mi aiuti a salire!” mi disse imbarazzata mentre continuava a cercare di salire, “No mi spiace, non vorrei fare il pervertito!” risposi io ancora risentito, “Ormai l’hai vista! Puoi guardarla!” continuò lei guardandosi intorno per paura che qualcun altro potesse vederla, per poi voltarsi verso di me cercando di impietosirmi, mi convinsi ad avvicinarmi per aiutarla, devo dire che il panorama non mi dispiaceva, e fu ancora meglio quando scalando i suoi stessi scogli mi ritrovai ad avere un posto in prima fila sul suo culo e la sua patata, ero così vicino che potevo contarle i peli che aveva sulle grandi labbra, “Hai finito di guardarmela?!” commentò lei notando l’assurda posizione, iniziai a dirle dove mettere i piedi ma devo ammettere che fui un po’ stronzo consigliandole i punti peggiori dove poggiarsi in modo da farla stare a gambe aperte il più possibile, ad ogni consiglio seguiva un commento sul suo culo o la sua patata, la sua faccia era rossa come un peperone al punto che non riusciva più nemmeno a parlare per la vergogna, seguendo i miei consigli arrivò all’ultimo scoglio dove era impossibile scalarlo da sola, fece un paio di tentativi ma era chiaro che dovevo aiutarla “che stronzo! L’hai fatto di proposito” commentò lei capendo che non ci sarebbe riuscita “Cosa?” domandai io, distratto a guardare la sua patata non rendendomi conto della situazione “mi hai fatto salire di qui, così da non riuscire da sola!” commentò lei pensando fosse tutto un piano quando invece si era trattato solo di fortuna, fece un nuovo tentativo ma vuoi l’imbarazzo, la rabbia o l’aver tenuto tutto il tempo le gambe aperte perse l’equilibrio, istintivamente la presi afferrandola per il sedere e tenendola per le chiappe, tonde bianche e sode al punto che era impossibile non palpargliele, non so cosa la imbarazzasse di più se il fatto che per non cadere doveva farsi palpare il culo oppure tenere in mostra la patata completamente aperta davanti a me, “Contento ora?” disse lei e sicura che le mie mani non avrebbero lasciato il suo culo riprovò a salire sullo scoglio, mentre la tenevo per la chiappa sinistra abbandonai la chiappa destra e le misi una mano fra le cosce a palparle quella patata pelosa e arrogante che aveva, “sei proprio un porco!” commentò lei sentendo la mia mano frugarle la farfalla, le infilai un dito dentro facendola gemere per la sorpresa e scoprendo quanto fosse eccitata, ormai la sua patata si era asciutta all’esterno e il liquido che bagnava il mio dito non era certo acqua di mare. Finalmente riuscì a salire e raggiunse immediatamente lo slip a carponi e sedendosi infila al volo, il mio cazzo era vistosamente in tiro e lei visibilmente eccitata, “ti sei arrapato abbastanza?” disse provocatoria, “E tu? Sei ancora fradicia fra le cosce?” risposi a tono, la cosa sembrava averla colpita forse perché c’era un fondo di verità nelle mie parole, “E’ facile fare il presuntuoso quando sono io quella senza gli slip, ma lo sei anche senza il costume?” colsi la sfida nelle sue parole e rimanendo impassibile e beffardo mi sfilai il costume rimanendo con la mazza in tiro davanti a lei, non si aspettava una simile reazione rimanendo a bocca leggermente aperta a fissarmelo inconsciamente aveva divaricato anche le gambe, “Allora ti piace il pisello dello zio?” lei avvampò nuovamente in volto per la vergogna svegliandosi dal suo sogno, e da piccola ladra eccitata afferrò il mio costume e scappò tuffandosi in acqua, sorrisi pensando come lei che a stento galleggiava volesse scappare da me che ero praticamente un pesce in acqua, anzi uno squalo che rincorre una pesciolina, così mi tuffai e in un attimo fui già su di lei che si affannava a nuotare più velocemente nel vano tentativo di scapparmi, ripresi il mio costume, i nostri sguardi si incrociano per un momento tanto da farle capire che mi sarei vendicato, così tentò di nuotare via da me ma ancora una volta, e ancora una volta la raggiunsi con facilità, era il momento di vendicarmi a dovere e darle una lezione, un particolare che fino ad ora in quanto zio avevo evitato di menzionare è la sua quinta di seno, ma da quel momento non c’erano più regole, le mie mani si allungarono sotto di lei infilandosi nel reggiseno e afferrandola per quelle tette grosse e morbide come delle mozzarelle che aveva tenuto nascoste in quel bikini per tutta la mattinata. Le palpai le zizze con una foga tale da farle diventare duri anche i capezzoli, le mie dita non risparmiavano neanche quelli mentre lei con dei gridolini tentava invano di liberarsi, mi strinse il pisello al punto di farmi male e costringermi a mollarle le tette, riuscii però a sfilarle il reggiseno, la vedi iniziare a nuotare per allontanarsi per poi fermarsi rendendosi conto che le manca qualcosa, si voltò verso di me guardandomi male mentre sventolavo il mio trofeo, iniziai a nuotare andando sul lato della scogliera che affaccia sul mare aperto, sicuro che mi avrebbe seguito preferendo rischiare con me che tornare in spiaggia in topless, non ci mise molto a raggiungermi vicino agli scogli, magari con le tette libere nuotava meglio, mi feci trovare senza il costume a gambe divaricate su uno scoglio a pelo d’acqua “Riesci a nuotare con quelle boe?” lei mi guardò male ma ormai non le nascondeva nemmeno più, “Ridammi il reggiseno” ordinò lei e io scossi il capo “Se lo rivuoi devi guadagnartelo” lei assottigliò lo sguardo continuando a guardami male “E che dovrei fare? Salire di nuovo sugli scogli con la patata al vento? Così puoi fottermi a dovere?” disse indicandomi il cazzo in duro in bella mostra, la nipotina ci sapeva fare, era arrogante e sfrontata, tutta da fottere! “No, mi accontento di una spagnola” lei si avvicinò, sorridendomi beffarda e tirandosi su le fa uscire fuori dall’acqua mostrandomele “La zia non le ha così grandi vero? O non fa spagnole?” la guardai e le risposi a tono “Perché tu sai già farle? non devi ancora imparare?” la colpii nell’orgoglio proprio come volevo, al punto da farla avvicinare con i suoi meloni proprio davanti al mio pisello, era il momento della verità il reggiseno era lì incustodito proprio affianco a me, lei lo guardò, poi guardò me e con un sorriso provocatorio che terminò in una smorfia mentre avvolse il mio cazzo fra tette, la nipotina ci sapeva fare si vedeva che non è alla sua prima spagnola e dovevo ammettere che avevo sentito qualche voce su di lei, ma avevo lasciar perdere pensando che fossero malelingue, non solo la signorina lo prese in bocca dimostrando di saperlo succhiarlo a dovere e mi stava davvero facendo una spagnola da sogno tanto da farmi chiudere gli occhi, quando all’improvviso la sentii fermarsi, riaprii gli occhi e la vedi guardarmi sorridendo con l’aria di chi aveva dimostrato ben più di saperla fare, “Il mio pisello è ancora duro” affermai io “lo so, ma io sono tua nipote non tua moglie” disse lei riprendendosi il reggiseno notando nell’insenatura degli scogli una stella marina “Oh che carina! Me la prendi?” mi chiese guardandomi con occhi da cerbiatta e comprimendo le tette fra le braccia facendole sembrare ancora più grosse, “Ed io cosa ci guadagno?” chiesi allungando le mani verso i suoi meloni pizzicandole i capezzoli facendoglieli tornare duri, lei si lasciò toccare per poi propormi dandomi due leccatine veloci lungo l’asta “potrei farti un pompino” il premio non mi dispiace, così allungai la mano nell’insenatura e nel mentre le chiesi “sei una brava pompinara?” “abbastanza” rispose lei sicura di se, “E chi lo dice?” domandai ancora io “i miei amici” la zoccoletta conosceva bene le risposte da dare per farmi eccitare, sfiorai la stella marina quando mi venne un’idea così ritirai il braccio e le dissi “E’ troppo stretto per il mio braccio non riesco a raggiungerla, prova tu” lei aveva iniziato a segarmi lentamente ma prontamente smise per prenderla da sola e disse “peccato, hai appena perso un pompino” non appena infilò il braccio mi posizionai dietro di lei sciogliendole i laccetti dello slip lasciandola nuovamente con il culo e la farfalla all’aria, “ho trovato di meglio” dissi io mentre iniziai a metterle il pisello nella figa “ehi no!” esclamò rendendosi conto dell’errore che aveva commesso e provò subito di liberarsi ma senza riuscirci, era la sua stessa patata bagnata a tradirla facendo scivolare il mio cazzo fino in fondo, e mentre iniziavo lentamente a martellarla con una mano le tirai fuori una tetta palpandogliela a dovere e con l’altra frugavo nel suo boschetto iniziando a masturbarla, i suoi ordini autoritari di fermarmi e liberarla si trasformarono in suppliche interrotte da gemiti addirittura offrendomi seghe e pompini a volontà se le avessi lasciato stare la figa, io nemmeno l’ascoltavo sentendola sempre più bagnata mentre gemere eccitata sempre più di frequente, era chiaro che stava per venire e devo ammettere che quella passera stretta stava facendo venire anche me, la sentii gemere forte a bocca aperta accompagnava persino i miei movimenti con il bacino, sconfitta ed umiliata non riusciva a trattenersi mentre raggiungeva l’orgasmo, fu il colpo di grazia per me, uscii immediatamente venendo e vedendo i miei schizzi imbrattarle il culo quasi glielo stessi firmando, presi il suo slip e le asciugai il sedere mentre lei protestava che le stava imbrattando il costume così lo spinsi nel sedere con sua sorpresa lasciandoglielo penzolare come se il suo sedere fosse un porta stracci, mi spostai di fianco guardandola e lei era totalmente nel pallone per l’imbarazzo che aveva ancora il braccio infilato tra gli scogli, ne approfittai per afferrarla per la nuca e strofinarmi il pisello contro il suo viso “No che schif..!” affermò lei mentre le imbrattavo il suo faccino arrogante, ma era solo uno stratagemma per farle aprire la bocca e ficcarglielo dentro senza nemmeno farle finire la frase, tenendo in ostaggio il suo culo con la minaccia che potevo infilarci altro oltre ad un lembo del costume la costrinsi a ripulirmelo a dovere mentre la mia mano si divertiva a schiaffeggiare quel culo bianco fino a farglielo diventare rosso, le tolsi il cazzo di bocca solo per godermi la sua espressione quando con il culo in fiamme le infilai un dito nella patata ritrovandola nuovamente fradicia, lei diventò ancora una volta rossa come un peperone mentre sorridevo compiaciuto di quest’ultima scoperta. La lasciai così, ormai si era fatta ora di pranzo, tornai da mia moglie dicendole che nostra nipote si attardava sugli scogli a raccogliere stelle marine e che potevamo avviarci a pranzo tanto ci avrebbe raggiunti. A tavola era quasi pronto e i suoi genitori volevano inviarle un messaggio ma i loro cellulari non avevano campo, così mi offrii di scriverle dal mio, le scrissi “asciugati la patata e vieni che è pronto a tavola” il messaggio risultava inviato ma non ancora consegnato, difficile che le arrivasse in spiaggia, ma proprio quando stavo per dire che non le era arrivato mi rispose con una foto che mi fece fare il cazzo duro all’istante, si era fotografata dalle ginocchia in giù stesa sul suo telo mare, sembrava una foto normale se non fosse che affianco alla sua gamba erano ben visibili entrambi i pezzi del suo bikini, la porcella si stava asciugando completamente nuda in spiaggia?

Piaciuto il racconto? vieni a leggere gli altri  https://www.black-ink.it/

Leave a Reply