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MAX

Seguo come un rabdomante la mappa disegnata sullo smarthone da google e arrivo sotto una palazzina elegante con tante belle piante tropicali nel giardino. Faccio partire la chiamata, senza nemmeno che arrivi risposta si apre il cancello pedonale ed il portone. Salgo le scale guardando le porte se ne ve fosse stata qualcuna aperta. Salgo fino all’ultimo piano dove l’unica porta che c’è sul pianerottolo è socchiusa. Apro, entro: “è permesso?” dico stupidamente. L’ingresso in penombra, fresco, aria condizionata a palla in forte contrasto con la canicola esterna. “sono qua” sento la voce di Chiara provenire dall’interno della casa. Mi ci addentro la trovo in bagno in accappatoio a togliersi con le pinzette i peli delle sopracciglia.

“che bella casa” le dico per spezzare il silenzio, dire qualcosa e darmi un tono.

“Ci vivo coi miei che però durante l’estate spesso si fermano a dormire in un piccolo alloggio adiacente al ristorante visto che finiscono quasi sempre tardissimo. Hanno attrezzato una parte dello stabile dove c’è il bar e il ristorante in un miniappartamento, tra l’altro molto carino, con l’aria condizionata il bagno con l’idromassaggio e pertanto per quasi tutta l’estate se ne stanno là. Dato che non c’è un’altra stanza io me ne sto sola soletta a casa. Ti piace quindi? Vieni te la faccio vedere”

Non mi importava niente di vedere casa sua. Non capisco questa smania delle donne di far vedere al prossimo le proprie case, oppure di mostrare abiti o scarpe acquistati, o nuove pettinature di cui non importa nulla. In ogni caso iniziamo il giro turistico. Si parte dalla veranda: un grande terrazzo sul tetto della palazzina con un sacco di vasi di piante, un tavolo, un divanetto da giardino e un grande ombrellone a coprire il tavolo. Proseguiamo per la cucina, il soggiorno, la camera dei suoi, la sua camera, tutto arredato con mobili moderni di design ritengo anche piuttosto costosi. La visita guidata mi annoia mortalmente e mi fa passare la smania di trombarmela subito.

“studio architettura e gran parte di quello che vedi l’ho suggerito io quando l’anno scorso abbiamo ristrutturato casa”

“complimenti” le rispondo “hai parecchio gusto”

“grazie, lo so! ti vuoi dare una rinfrescata? Vuoi farti una doccia?”

“sì grazie! volentieri” le rispondo non vedevo l’ora di togliermi il caldo, il sale, il sudore di dosso. Ma quand’è che avremmo ripreso a scopare?

“vado a prenderti un accappatoio pulito”

Entro in bagno, mi spoglio e mi infilo nella doccia, un grande cabina doccia con tutti gli spruzzi laterali. Sembra un’astronave. Apro l’acqua e comincio a insaponarmi con un bagno schiuma trovato lì dentro. Ce l’avevo mezzo barzotto, il pensiero di quello che avrei fatto di lì a poco me l’aveva tenuto in leggera tensione. Quando finisco, Chiara è lì fuori che mi aspetta con l’accappatoio aperto in mano che mi guarda lavarmi con un sorrisetto. Apro la porta della doccia, mi aiuta ad indossarlo e, come poco prima sullo scoglio, mi mette le braccia al colle e mi infila la lingua in bocca. Cominciamo a limonarci, a palparci. Con le bocche incollate, con le mani che si insinuano sotto i rispettivi accappatoi, mi guida verso la camera dei suoi genitori dove ci vediamo riflessi sulla parete a specchio della cabina armadio di lato al letto. Ci togliamo gli accappatoi che facciamo cadere a terra, la adagio sul letto, la guardo, mi guarda:

“mi piaci, sei bellissimo, hai un fisico monumentale” mi dice allargando le gambe stesa supina sul letto “ma com’è che non ti avevo mai visto prima d’ora?” senza aggiungere altro mi tira a sé, si riattacca con la sua bocca alla mia e, nella classica posizione del missionario, ricominciamo a scopare.

Si agita, ansima è parecchio rumorosa la ragazza:

“mmmm che bel cazzo che hai” devo dire che non ha assolutamente torto, ne vado orgoglioso del mio uccello anche se un paio di ragazze con cui sono uscito quando me l’hanno visto si sono ritratte quasi spaventate limitandosi a farmi una sega. Fin da ragazzino, fin da quando a scuola all’ora di ginnastica abbiamo cominciato a farci la doccia dopo l’allenamento, notavo che ce l’avevo più grosso di tutti gli altri. Qualcuno si vergognava e si cambiava girato verso il muro, io invece ostentavo la mia bella coda anteriore; le mutande era l’ultima cosa che indossavo, ne andavo proprio fiero.

Ora la porcella, se lo gode proprio. Non si è mica spaventata lei quando me l’ha visto! Anzi, mi sa che mi ha invitata a casa sua proprio grazie alla mia caratteristica somatica. Mentre penso a queste cose, con Chiara sotto di me che si agitava e lanciava gridolini, guardando i nostri corpi attorcigliati riflessi nella parete della cabina armadio, inizio a pensare a zia Anna. Se fosse lei sotto di me a godersela, come sarebbe? Chiudo gli occhi e comincio a pompare forte. Chiara per agevolare i miei movimenti solleva le gambe e me le cinge attorno ai fianchi, quella posizione mi permette di spingerlo in profondità. “ooooh com’è grosso….. mmmmh dai non fermarti, non fermarti, scopami, scopami così….mmmmh continua, non fermarti ti prego, di più, di più, più forte, continua…..” poi lancia un ululato che mi fa capire che sta venendo. Nonostante l’aria condizionata siamo fradici di sudore come se ci avessero tirato una secchiata d’acqua. Mi fermo ce l’ho dritto come un siluro mi sollevo, Chiara ha lasciato sul lenzuolo una chiazza di sudore, si sposta e si alza.

“mammamia come scopi! Che peccato che devo partire, sennò avremmo potuto divertirci” incurante del fatto che non fossi arrivato a termine. È proprio una stronzetta egoista, lei ha avuto il suo divertimento io ancora devo godermela

“amore mi fai prendere fiato? Ho visto che tu ancora niente, ma credimi mi hai sfinita. Fammi riprendere poi ti rendo il piacere con gli interessi” e si abbandona sul lettone.

“che ne dici se ceniamo assieme? Preparo qualcosa e ce lo mangiamo in terrazza che col calar della sera diventa piacevole starci, si alza una brezza fresca e si sta veramente bene”

Dovevo avvertire zia Anna. Apro il telefono e le mando un messaggio che non rientro per cena perché sarei andato a mangiare una pizza coi ragazzi conosciuti nel pomeriggio. Poi mi abbandono ai baci e alle carezze di Chiara che ha ripreso fiato e che ha voglia di ricominciare andandosi a concentrare coi baci sulla quella parte del mio corpo che in più riprese mi ha fatto capire di gradire maggiormente.

(continua)

per commenti: narciso.a@outlook.it

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