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Finalmente ferie, forzate ma comunque ferie. In primavera poi, quando tutti lavorano sono impegnati nelle loro routine quotidiane, dove ogni paesaggio, ogni meta turistica è deserta. Per questo ho deciso di passarle in montagna, da solo in compagnia del silenzio dei boschi, dei rumori della natura, dei paesaggi e delle camminate. Dieci giorni per me, per ricaricarmi e schiarire ogni pensiero. 

Arrivato ieri sera, dopo una rapida cena sono andato a dormire per il lungo viaggio. Alle 8.00 la sveglia mi ricorda che non è un sogno e che ho tutta la mattinata per me. Scendo a fare colazione mi prendo la frutta, il caffè, i succhi di mirtillo…la bellezza della montagna. Nella sala ci sono poche persone, non è ancora stagione per riempire gli hotel. La tipica famiglia di quattro persone con due figli piccoli, e all’angolo opposto al mio c’è una donna, bionda, seria, presa nel suo spalmare la marmellata, già vestita per partire con scarponcino e materiale da trekking.

La osservo, esprime serenità e pace, ma allo stesso tempo ha dei lineamenti forti, decisi che sanno rapire, sanno incuriosire. Avrà sicuramente più di 40 anni ma, sia il corpo sia il portamento fanno trascendere dal concetto d’età … è una donna punto! Una bellissima donna.

Mentre mangio con sguardo perso, nemmeno mi accorgo di aver fatto la prima figuraccia, fissandola lei se ne accorge accenna un mezzo sorriso e torna sulla biscottata. Io mi riprendo e continuo il mio pasto. Con la coda degli occhi cerco di capire se c’è ancora un filo di sguardi che ci lega ma non voglio partire sfacciatamente così dopo manco un’ora di vacanza. Dopo cinque minuti lei si alza, beve un bicchiere d’acqua e nel mentre posso notare che si… nonostante l’età ha un fisico veramente mozzafiato. Alto snello, tirato, che porta bene su di se anche i segni del tempo. E poi dai, la donna in scarponcino fa sempre il suo perché.

Finisco il caffè e mentre mi alzo, lei sta per varcare la porta della sala colazione, si gira e mi guarda tra un sorriso e un ghigno …andando via. Cerco di riprendermi da questi dieci minuti di pure follia vacanziera, rientro di senno e riprendo il mio da fare. Su in stanza, zaino in spalla e via per il sentiero.

Mi incammino in un sentiero, semplice per il più nel bosco a costeggio della vallata. Non voglio iniziare con le fatiche, voglio prima immergermi nella natura e entrare in simbiosi con lei. Penso a un po’ di tutto, al nuovo lavoro che mi attende, alla mia relazione, agli amici, allo sport. Tutto trova senso e riallineamento in quel fruscio di bosco. Dopo un’ora di cammino decido che alla prossima zona dove ci si può fermare un po’, magari affianco a un ruscello, farò pausa. Sento infatti rumore d’acqua che scorre avvicinarsi e così comincio a girare lo zaino per prendere la borraccia ormai vuota, e proprio quando rialzo lo sguardo verso il ruscello rimango di sasso.

A due metri da me con un piccolo snack mandorlato, e la borraccia appena riempita c’è proprio lei, la donna della colazione, o se vogliamo colei che mi ha stregato tra uno yogurt e un mirtillo. “Salve !” 

Mi lascio uscire diretto, mentre mi chino a prendere l’acqua, lei sorridendo e masticando accenna un sorriso e un cenno con la mano. Dopo pochi secondi riprende:
“Stesso hotel, stesso sentiero” 

Dice lei molto ferma nella voce, ma anche interlocutoria.

 Aggiunge:  “Se indovina pure l’orario di cena, e il prossimo sentiero mi comincerò a preoccupare”.

Finisco di bere sorridendo, e ormai a ghiaccio completamente rotto da lei prendo coraggio:

“Beh lei mi sembra più del luogo, potrei pensare anche io che lei si sarebbe aspettata un sentiero da principiante per me, ma preferisco pensare al caso”

“Va bene va bene, allora io riprendo buona pausa”

Chiude lo zaino e va via, sempre lasciandomi con uno sguardo e un sorriso, stavolta chiaro e provocatorio. Il che un po’ mi preoccupa, posso completamente fermare la mia vita per dieci giorni di completa follia qui in montagna? Chi lo saprebbe, e se poi ? … mi fermo, fermo subito il cervello capisco che sto volando troppo. Mi mangio due albicocche e mi guardo il paesaggio, mentre un tarlo silente, mi entra in mente scavando nelle zone più pericolose.

Riprendo a camminare per una buona mezz’ora e tra salite e discese, ombrate e soleggiate, i bisogni della natura si fanno sentire. Trovo uno scorcio fuori sentiero e mi fermo a fare un piccolo stop, mi sbottono e guardando il verde faccio quel che devo. Trenta secondi e via riparto. Mentre cammino penso che, a parte lei non ho incontrato nessuno in questo sentiero quindi, dovrei esser tranquillo sul fatto di non aver fatto la seconda figuraccia di giornata.

A quel punto mi chiedo, ma quanto va veloce lei, cammino cammino e non la vedo mai. Passano altri dieci minuti e vedo in lontananza il lago dove vorrei fermarmi a pranzare, così avevo previsto. Mentre cerco da un punto rialzato di vedere quanto manca, mi cade l’occhio su un pile rosso, seguito da un chioma bionda a pochi metri da me… A quanto pare la natura non chiama solo me, e la donna delle mia fantasie montanare, è vicino me accovacciata per il suo piccolo stop.

Tranquilla e serena come sempre, la vedo di lato intravedendo un pezzo di gluteo e la coscia, ancora tirata e pronta ad essere accarezzata e perché no, sculacciata. Mentre penso questo, senza rendermene conto comincio a eccitarmi, e a portarmi una mano sul pacco, quasi a cercare di capire se fosse vero o meno l’eccitamento. Il tutto senza smettere di guardarla, quando ad un tratto la vedo voltarsi e di colpo mi sposto.

Mi avrà visto ? Cuore a mille… niente oggi non ne infilo una giusta. Con l’orecchio, sento e non sento una specie di sogghigno, non capisco se mi ha visto o meno. La sento risistemarsi, mettersi lo zaino e ripartire. Aspetto tre minuti tipo pietrificato e finalmente mi volto da dietro l’albero. Il nulla, sparita come sempre… comincio a pensare sia uno spirito o una mia donna immaginaria, perché veramente non capisco più nulla. Penso all’imbarazzo di stasera, o peggio al lago se dovessi come da copione ritrovarla li a pranzo.

Passati cinque minuti in totale mi riprendo, e riparto seguendo il sentiero, faccio due discese con dei piccoli tornanti e arrivo a un altro punto abbastanza scoperto dove poter fare foto. Così faccio e mi ributto nel fitto bosco che costeggia, mentre il sentiero va a costeggiare una grossa roccia. Giratala ecco che per la terza volta rimango totalmente di sasso.

Su una roccia più piccola ma più comoda evidentemente, c’è lei che mi guarda seduta con le gambe aperte puntate sui talloni, mentre con una mano si tocca dove pochi minuti fa si stava asciugando. “Beh che fai ? Mi spii pure quando faccio pipì, toccandoti…e ora tentenni quando vorrei essere asciugata ancora meglio ?”

Io non ci credo, sto in un film porno ? Mi giro cerco di vedere se c’è qualcuno se è un truffa, un rapimento, il mio cervello continua a mandarmi campanelli d’allarme, ma niente ormai il sangue è tutto li, dove la mia mano torna a toccare a tastare la durezza. MI levo lo zaino, serio, fermo … adesso freddo e risoluto.

“Perdonami, mi rifaccio subito…” e avvicinandomi arrivo alla roccia dove è lei, che così seduta mi chino per baciarla mentre la mia mano va dritta tra le sue gambe, a sentire quanto è calda e quanto da stamattina vorrebbe che le mia lingua si prendesse cura di lei.

Ci baciamo come due ventenni in una serata in discoteca, con foga, con una danza di lingue e di morsi che rispondo alla carica di ormoni e di adrenalina accumulata in queste ore di provocazioni, e di fantasie. Sento una sua mano scendere e strusciare sul mio cazzo, ormai duro e voglioso di uscire dai pantaloncini. Ma le regole e gli impegni vanno rispettati. Così mi stacco dal bacio, sorrido il giusto, e le abbasso facendola tenere al mio collo, i pantaloni della tuta attillati mo di muta. Li porto fino alle caviglie, per permetterle di allargare le gambe quanto basta.

Finalmente la mia bocca sulla sua fica, ben curata, quasi depilata e con il sapore di chi ha voglia da ore. La lecco lento a forti colpi dal basso verso l’alto e viceversa, come se la dovessi schiacciare con la pianta e spingere con la punta. Mi soffermo sul suo clitoride già duro mentre sento le sue mani stringermi i capelli, la mia lingua rotea sempre più veloce, per poi cominciare a succhiare con le mie labbra carnose…Titillo, velocemente per poi rallentare, sento il suo ansimare che mi convince a continuare così mentre, la roccia si bagna. Con le dita raccolgo il suo umore dalle cosce e la penetro veloce con due dita, andando in fondo a cercare quasi un richiamo a stimolare altri punti. Esco le dita bagno l’ano il più che posso mentre la lingua ormai va da se in autoamatico in ripetizione di movimenti disparati. Sento che ormai il clitoride è duro come il sasso che sta bagnando totalmente e piano ma deciso faccio entrare prima un dito e poi due, nel suo culetto che non oppone resistenza, anzi, superato il primo momento quasi risucchia le mie dita, che pompano come la mia lingua

“Si.. si…ancora..si mmmm” Uno scatto forte con la schiena a tirarsi su mentre le gambe, già in posizione difficile tremano e la mia bocca si inonda del suo godere… rimango fermo con le labbra a semi succhiare il suo clitoride mentre le dita nel culo piano entrano e escono. Gode, gode forte… mentre mi rialzo e la guardo, vedo gli occhi di chi ha solo iniziato. Cerco di buttare uno sguardo a destra e sinistra ma niente… lei è già giù che mi gira e mi mette spalle alla roccia ancora bagnata del suo godere. Senza nemmeno tirarsi su i pantaloni, si siede sui suoi talloni e sorridendo mi fa uscire di colpo il cazzo durissimo e ormai bagnato completamente.

Me lo alza, sempre guardandomi e da sotto le palle parte con una leccata, calda, lente e forte fino alla cappella, su cui rotea e finalmente ingloba nella sua bocca calda. Entro in paradiso, sto ricevendo uno dei pompini più belli della mia vita. Caldi, decisi, accompagnati con la mano sotto le palle e ad accarezzare l’ano anche lei, a cercare di capire che uomo ha davanti a lei. Io la lascio fare mentre arriva sempre più in fondo nella sua gola, per poi farlo uscire e dedicarsi ancora alle palle, succhiarle, massaggiarle quasi stringerle tra le labbra e le mani…

“Dio come lo succhi da troia … domani so cosa darti per colazione allora “

Oramai la mia testa è fuori controllo, dico e penso solo le cose più porche che posso e allargo le gambe quasi a darle un invito.

“Ti piace questa vecchia troia è ? Ragazzino oggi farai la sborrata della vita… “ E le credo perché sto godendo da matti… torna a succhiarmi forte la cappella mentre mi guarda, una mano a segarmi l’asta e l’altra che rotea il polpastrello sull’ano cominciando a premere. Godo un casino e butto la testa indietro, una pizza forte sul cazzo mi richiama:

“Mi devi guardare bimbo”

Non me lo faccio dire due volte, accenno una spinta pelvica quasi a scoparle la bocca, sei sorride con gli occhi quasi a invogliarmi… le fermo la faccia con le mani e glie la scopo forte mentre vedo che con le dita torna a scoparsi la fica, come facevo qualche minuto prima. Si scopa mentre la fotto e mugola, mugola tantissimo, la vedo sgrillettarsi forte ora il clitoride e forse, chissà vorrebbe scoparsi anche il culo mentre la scopo….ma poi torna in se e mi rimette la schiena sulla roccia, torna a pigliarmi l’ano. Sguardo fermo su di lei, sento che sto per scoppiare:

“Fallo… fallo” le dico … lei mi penetra, inizialmente con un dito, per poi finire con due piano e dolce. Mi brucia un po ma allo stesso tempo mi eccita un casino, li muove piano quasi impercettibile mentre il mio cazzo ormai non ne può più… apre la bocca, lo sega con l’altra mano mentre con le dita nel culo mi stimola la prostata con maestria.

“Ecco…eccomi…” apre la lingua la tira fuori e tenendo forte le dita nel culo mi lascia far esplodere copiosi fiotti di sperma sul suo viso. Rimango pietrificato, mentre sento uscire dal mio cazzo tutto il piacere accumulato. Rinvengo mentre con le dita raccoglie ciò che non vuole vada buttato. Sempre con lo stesso sorriso, sempre con la stesso portamento che la fa rivestire in due minuti e guardarmi:

“Comunque piacere, Rabe…. Quando ti senti pronto vieni a lago che ho voglia di un bel bagno “

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