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Quanto Marta riattaccò il telefono guardò Vittorio e lo sguardo non era dei più felici, se così si può dire.
“Che succede, ti vedo rabbuiata”.
“Ma no niente, solo che ho parlato con mia sorella e ci ha chiesto un favore”.
Lo sguardo di Vittorio si posò sul viso di sua moglie, una donna di 48 anni, che non ama per niente arrendersi all’età, una donna che cura l’aspetto fisico in palestra e lo shopping che non l’ha mai fatto in maniera compulsiva, ma per tenere giusto aggiornato il suo guardaroba, dagli abiti, alle scarpe all’intimo.
“A guardarti in viso non deve essere niente di promettente, sentiamo” le dice con il suo solito tono scanzonato, del resto Vittorio quando è a casa non vuole provare le tensioni che ha quotidianamente a lavoro, ama rilassarsi e vivere serenamente prendendo gli inconveniente della vita privata alla leggera, ma sempre con la consapevolezza di doverli risolvere
“Lorenzo si è iscritto alla facoltà di ingegneria qua da noi, finirà gli ultimi anni qui, e Rita mi ha chiesto di poterlo ospitare qualche mese in attesa che trovi alloggio nello studentato o quanto meno in una stanza di un affittacamere”.
Vittorio tirò dalla pipa senza scomporre la sua seduta sul sofà, fissava Marta in attesa che gli esprimesse quale fossero le sue perplessità, del resto era stato lui a plasmarla in quella maniera, anni e anni nell’aiutarla a tirare fuori i suoi desideri aveva influito anche nell’esprimere quelle perplessità che in passato teneva per se.
“Dai Vittorio non guardarmi così, sai bene anche te che potrebbe diventare imbarazzante”
“E per quale motivo, spiegami”
“Lorenzo potrebbe scoprire le nostre perversioni, sarebbe imbarazzante.”
“Basta cambiare abitudini, mia cara, del resto Rita ti ha chiesto di ospitarlo per qualche mese, non per il resto della sua vita “. Vittorio non poteva non sorridere compiaciuto, sentire sua moglie parlare così, cogliere nel suo tono il desiderio di poter continuare quella trasgressione che lui, anno dopo anno, ha coltivato fino a portarla ad essere quella che è oggi.
“Certo questo lo so anche io mio caro, ma se vuoi saperla tutta mi spiace non rivedere i nostri amici, in particolare Mattia”
Il sorriso sornione di Vittorio era palese, la sua soddisfazione non stava nel vedere sua moglie con altri, quello era riuscito a farlo già pochi anni dopo il matrimonio, quello che lo soddisfaceva stava nel fatto che ora era lei che desiderava farlo e non come anni fa che era lui che doveva organizzare tutto.
“Bé è chiaro che non potremmo più ospitare i tuoi amanti, ma questo non significa che tu non possa continuare a vederli”
“Vedremo Vittorio, sono perplessa, credimi. Valutiamo con calma il da farsi, ma sappi che sono propensa a sospendere i nostri giochi finché ci sarà Lorenzo per casa, sarebbe scandaloso venisse a sapere delle nostre abitudini”
Vittorio la guardava con calma, sapeva che l’aspetto impulsivo di Marta era quello che meno aveva plasmato secondo i suoi desideri, ma era anche quello che negli ultimi tempi gli aveva dato più soddisfazioni, come quando, di rientro da una cena con colleghi lei si spogliò in auto e convinse il marito a fermarsi in piazzola autostradale per dare piacere a sconosciuti. Fu una serata memorabile, spesso era nelle loro fantasie, ma per quanto queste fossero descritte minuziosamente nella loro intimità, la ragione li aveva sempre spinti ad essere prudenti. Invece quella sera Marta ebbe la soddisfazione di far godere quattro camionisti. Scese nuda dall’auto iniziando a camminare attorno alle cabine dei camion fino ad attirare l’attenzione degli autisti che, ovviamente, non persero tempo e la circondarono palpeggiandola con determinazione, fino a portarla nel boschetto sottostante l’area di sosta e a turno abusare di Marta che, con estremo piacere, per oltre un’ora fu l’oggetto sessuale dei quattro che scaricarono il loro sperma per lo più sul suo seno, tranne l’ultimo che, con un atto di forza, costrinse Marta a farlo godere nella sua bocca. Vittorio assistette, con sommo piacere, ebbe solo il dispiacere di non aver avuto la macchina fotografica con se e non aver potuto immortalare la moglie all’opera, come era solito fare in molti incontri. Spesso Marta ama avere rapporti multipli con uomini, ma mai era accaduto in luoghi pubblici, sempre o a feste private o in prive, dove era solita darsi una ripulita prima di tornare a casa, quella sera, per ovvi motivi, non fu possibile e il tanfo di sesso perdurò nell’abitacolo anche il giorno dopo.

Vittorio ruppe il silenzio “Vedi Marta, capisco la tua paura, il fatto che la tua famiglia abiti distante non ti ha mai dato modo di pensare come tenere segreto il tuo vizio sessuale, ma sai quante coppie come noi si divertono nonostante abbiano figli, genitori o parenti dentro le mura di casa? Rifletti, per te lo dico, non per me, so che ti piace fare sesso e so che Mattia ti ha preso particolarmente. Non prendere decisioni di pancia mi raccomando”
“No, no non ne prenderò” rispose d’impulso con tono scocciato “stai tranquillo che valuterò il da farsi”
“E quando sarebbe previsto l’arrivo di nostro nipote?” domandò Vittorio con il suo solito fare pragmatico.
“Sabato mattina, arriva in treno, dovremmo anche andare a prenderlo e noi venerdì sera avevamo fissato con Federica e suo marito per andare a quella festa in villa”
“E dove sta il problema Marta, ci andremo a quella festa in villa”
“Ma dai Vittorio, ma ti sembra? Solitamente quando andiamo a quelle feste facciamo mattina, e chi si alza poi sabato per andare a prendere Lorenzo in stazione”
“Perché non può arrivare con i mezzi pubblici?” rispose Vittorio con tono lievemente scocciato.
“Ma dai, non è come arriva, ma è il come ci trova, saremo degli zombi, non ho voglia di apparire come chi ha tirato fino a tardi”
Vittorio bofonchiò non convinto e deluso, quelle feste per lui non erano solo un modo di esprimere la sua sessualità, ma anche di passare delle ore in maniera giuliva, senza parlare di lavoro, senza avere preoccupazioni alcune, osservando la moglie mentre faceva sesso con altri, scambiandosi pareri ed aneddoti con altri mariti come lui, cercando di elevare ognuno la propria moglie come la perfetta moglie e madre di famiglia, ma che al momento opportuno si trasformava nella più esperta e capace amante, pronta a soddisfare anche più di un uomo contemporaneamente.
In Vittorio c’era un misto di piacere e sofferenza ogni qualvolta che vedeva la moglie presa da altri, lei agli inizi era timida, quasi veniva coccolata dal bull di turno proprio perché percepivano la sua inesperienza e fragilità nel ruolo che ricopriva, ma ora, donna navigata e appagata nel ruolo che ricopriva, sapevano trattarla come la più lurida troia di bordello, usandola come oggetto del proprio piacere e questo a Marta piaceva, sentirsi l’oggetto sessuali di più uomini, godeva non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Il turpiloquio che gli riservavano gli amanti di turno spesso la disinibivano ulteriormente, caricandosi di voglie senza alcun tipo di vergogna, facendo cadere ogni tipo di tabù, tabù che l’avevano accompagnata fino all’età di 25 anni, vissuta in una famiglia altamente cattolica e con regole ferree sul sesso. Poi, col matrimonio, piano piano il lavoro di Vittorio nel trasformarla prima nella sua geisha, poi in quella degli amanti, ha portato ai frutti, coltivando quella splendida donna da fiore debole a splendido fiore di Dionaea muscipula.
I pensieri di Vittorio erano tanti, dopo una settimana di lavoro desiderava partecipare a quella festa, voleva osservare per l’ennesima volta Marta avvinghiata a più corpi maschili, ma la determinazione di sua moglie era forte, non voleva, si sentiva in colpa, voleva apparire la classica donna di casa, pronta a prendersi cura dell’ospite, come non comprenderla, ma anche lui voleva essere compreso e voleva la sua soddisfazione.
“Chi ci sarà alla festa?” domandò alla moglie
“Ancora!! non ti arrendi eh”
“Cerca di stare calma e dirmi chi c’è, ho in mente una cosa che potrebbe soddisfare entrambi senza dover tirare a far tardi”
“Vittorio…ma se ti faccio un pompino io come piace a te, non saresti soddisfatto?” disse Marta con tono divertito, ma facendo trapelare che era scocciata.
“eddai cretina, quello me lo farai come sempre, ma dopo che ti ho vista alle prese con un altro uomo, è il fine settimana e come tutti i mariti desidero fare sesso con mia moglie”
“Bene, allora faremo sesso io e te”
“Non essere irriverente” l’ammonì con tono fermo “tu sai come la penso, per me fare sesso con te è vederti godere tra le braccia di un altro, mi appaga più che scoparti, e io questo venerdì voglio fare sesso con te, voglio sapere se ci sarà anche Matteo alla festa o è libero”
Lei lo guardò con fare incuriosito, non capiva dove volesse arrivare Vittorio, quindi, vuoi per curiosità femminile, vuoi per fiducia nei confronti del marito, Marta si fece accondiscendente.
“Non te lo so dire, ma si fa presto a scoprirlo, gli telefoniamo e sentiamo, il numero ce l’ho”
Vittorio capì l’apertura della moglie, si sentì soddisfatto, anche questa volta riuscì a portarla dalla sua parte.
“Gli telefono volentieri, basta sapere cosa hai in mente”
“Semplicemente se vuole essere nostro ospite venerdì sera, cena con dopo cena piccante” sorrise malizioso
“E tireremo a fare tardi anche con lui”
“Ammetto che non voglio mettere paletti all’orario, ma sicuramente stando in casa guadagneremo il viaggio di ritorno, poi magari chiediamo a Matteo di perdonarci se la serata sarà più sbrigativa”
Vittorio sapeva che Marta era legata a Matteo, diceva sempre che lui è stato il primo, nonostante ci fossero passati centinai di uomini prima di lui, ma era speciale.
Fu l’ultimo tabù in ordine di tempo che era caduto, l’eiaculazione libera, il sesso senza protezioni alcune, non tanto per il rischio di rimanere incinta, la premenopausa di Marta dava abbastanza sicurezze, ma per il fatto che lei aveva vissuto quel gesto come molto intimo, come qualcosa da riservare solo al marito.
Marta ricorda ancora il piacere che provò quella sera, quando sentì il calore dello sperma di Matteo invaderle il ventre, un calore e una quantità che non aveva mai provato, vibrò per minuti mentre lui, col suo peso, stava sopra di lei, fermo col pene in vagina, diventata un serbatoio di umori misti di lei e lui. Provò un piacere quando iniziò a sentirla colare fuori, piacere misto a vergogna che scomparve quando vide gli occhi estasiati di Vittorio che l’osservava con amore e gratitudine. Quando Matteo sfilò il membro, sentì ancor più colare gli umori, rimase spiazzata nel vedere suo marito che osservava da vicino, con sguardo rapito, che fotografava la sua fica aperta e colante di seme. Provò imbarazzo quando sentì la lingua di Vittorio che cominciò a leccarla nella sua intimità, rimase impietrita, poi, i colpi decisi e ben assestati del marito, la sciolsero, capì che era ciò che desiderava, del resto glielo aveva accennato più di una volta che era il suo desiderio, ripulirla dallo sperma del bull.
Marta prese il telefono e con aria da gatta morta guardò languidamente il marito “Certo, concedermi solo per il dopo cena, è riduttivo, non pensi?”
Vittorio scoppiò in una risata fragorosa “Ora si che ti riconosco” disse divertito e aggiunse “mi sa che tu hai in mente qualcosa”
“Ammetto che ho in mente qualcosa, ma mi devi dare carta bianca e fidarti di me”, Vittorio sorrise soddisfatto, la sua donna aveva imparato a gestire ogni situazione, da timida ragazza di campagna piena di tabù, ora è diventata una donna senza particolari inibizioni pronta a soddisfare il marito nella sua cerebralità, ma soprattutto il suo fisico di donna ancora piacente, “ma ora” continuò Marta “andiamo a letto inizia ad essere tardi”.

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