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Erotici Racconti

Giornata incomparabile

By 31 Ottobre 2017Febbraio 5th, 2023No Comments

Oggi è una giornata di tarda primavera con un sole caldo, un cielo azzurro e limpido, che cosa c’è di meglio per un fare una gita escursionistica? L’aria di montagna a dire il vero è graffiante, tagliente e per di più ventilata, però si cammina bene e la tua compagnia non mi fa sentire per nulla la fatica. Al momento stiamo rientrando, allora io insisto perché tu scelga un percorso diverso da quello dell’andata, dato che non conosco i tuoi posti voglio perciò approfittare del tuo ruolo di guida, perché in fin dei conti al mare sarei io a doverti fare da conduttore, no?

Tu hai scelto un sentiero più difficile, tuttavia io sono in grado di starti dietro, beh, magari sbuffo un po’, ciononostante ce la faccio. Superiamo un ruscello, c’inoltriamo in una macchia d’alberi, sbuchiamo in una piccola radura incorniciata da lembi del bosco tagliati da un altro piccolo corso d’acqua e con la scusa di fare qualche foto di quest’angolo così suggestivo ti convinco per fermarti, però in realtà sono un po’ stanco e voglio riposarmi brevemente: 

‘Si nota in modo netto che sei un individuo che soggiorna al mare, perché voi non siete abituati a gironzolare’ – esordisci tu punzecchiandomi.

Io in quella circostanza t’ignoro tralasciando di netto in disparte i tuoi benevoli e comprensivi tentativi di prendermi in giro e senza il minimo senso di colpa mi siedo sull’erba ai piedi d’un grosso albero di faggio, fingo con l’intenzione di farmi un sonnellino distendendo le gambe e appoggiando la schiena con la testa verso il tronco e chiudendo gli occhi tu mi manifesti:

‘Su, fannullone, dai alzati che andiamo’.

Io faccio finta di niente e mentre tu vieni di fronte per continuare a sgridarmi io mi muovo velocemente, allungo il braccio verso il piccolo corso d’acqua accanto all’albero e ti spruzzo. Tu fai un salto indietro, ma soltanto uno, così ho il tempo di raccogliere la mano a modo di cucchiaio e tirarti un bicchiere d’acqua addosso, in quanto per pura fortuna ti bagno proprio la canottiera sul seno. Il tessuto sottile diventa in brevissimo tempo trasparente e s’intravedono le areole appena più scure, poiché l’acqua fredda t’ha immediatamente fatto reagire i capezzoli, in quanto spuntano sotto il cotone:

‘Uffa, che bambino che sei’ – mentre tu sbotti in un modo quasi scocciato.

Tu vieni più vicino con i piedi ai lati delle mie gambe, con le mani sui fianchi e con l’espressione scrupolosa da capo scout, ma io con un rapido scatto t’afferro le ginocchia e tu finisci cascando sulle mie gambe:

‘Adesso, come la mettiamo tesoro? Che cosa vuoi fare, mi vuoi sgridare? Non mi sembra che lo scherzo ti sia per niente dispiaciuto. E lì invece, che cosa c’è che spunta?’ – specificando e osservando là quei capezzoli irrigiditi, dopo li palpeggio con la punta delle dita pensando di metterti in difficoltà, invece mi danneggio irrimediabilmente da solo. 

La canottiera bagnata, i capezzoli intirizziti, il tuo sguardo insistente hanno creato in me una bizzarra ed eccentrica sensazione, perché al momento mi sono eccitato, tu te ne accorgi abbassando lo sguardo in direzione del mio inguine, dopo con due dita sfiori i miei pantaloncini toccandomi la punta del cazzo facendone così completare l’erezione e fissandomi in conclusione negli occhi, giacché con la tua assennata e giudiziosa espressione acutamente mi rispondi:

‘I miei capezzoli a dire il vero non sono mio caro l’unica cosa che spunta’.

‘Eh sì, ma dimmi, quest’aspetto per caso ti dispiace?’ – ti rispondo io allusivamente in modo arguto.

Squadrandoti negli occhi lancio intanto una sfida pizzicandoti bonariamente i capezzoli sotto il cotone e stuzzicandoli per godermi i tuoi occhi, che in quell’attimo si spalancano accogliendo la competizione del momento, mentre le tue dita sul mio cazzo diventano una mano intera che lo agguanta attraverso il tessuto dei pantaloncini:

‘E adesso?’.

La domanda viene fuori con un tono più pacato e sottile di quanto pensassi, il calore della tua mano si è trasmessa a tutto il mio corpo anche con gl’indumenti di mezzo e quando ti sollevo la canottiera per svestirti i seni la tua risposta è muta e semplice, giacché consiste nello sbottonarmi i pantaloncini. Ti chini verso di me, avvicini le labbra alle mie, capto la tua lingua che sfiora la mia bocca, io l’apro per cercare la tua ancora prima di baciarti, poi t’attiro verso di me e ti bacio. Colgo in modo netto nella tua bocca il calore e il desiderio, la lingua che accompagna la mia in un movimento calmo ma intenso, come quello che ambiscono i nostri famelici corpi. Ti rialzi in ginocchio, prendi in mano il mio cazzo eretto masturbandomi agevolmente attraverso gli slip, poiché adesso è il tuo turno, sennonché mi domandi:

‘E adesso?’.

Io ricambio il tuo sorriso e sempre godendomi i movimenti delle tue mani sbottono i tuoi pantaloncini abbassandoteli e sorprendendoti immancabilmente. Tu spalanchi gli occhi, ma resti senza fiato quando senti la mia mano tra le tue gambe, in realtà non pensavi che io fossi così veloce siccome m’hai sottovalutato, nel frattempo sento tra le gambe il calore e il piacere eppure mi trattengo, perché sfioro soltanto, esattamente per farti capire quanto sia io adesso in vantaggio dal momento che è il tuo turno. Con un po’ di contorsioni io t’agevolo nelle operazioni, così tu mi cali i pantaloncini e gli slip fino sulle anche e finalmente il mio cazzo può regalarsi alle tue mani. Giochiamo in sincronia, la tua mano gioca con il mio cazzo sondandone la consistenza, tu sfiori la punta parzialmente scoperta e la trovi bagnata, poi lo cingi scoprendolo e strappandomi un gemito, che io rifletto rapidamente muovendo e premendo due dita lungo le tue labbra fino sul clitoride.

Dopo inizio io premendo dolcemente il clitoride e sentendo la tua mano che stringe il mio cazzo mentre sospiri. Adesso ci lasciamo andare, la tua mano inizia a danzare sul mio cazzo rallentando e accelerando, mentre le mie dita spingono ogni volta più decise sulle tue labbra man mano che diventano più calde e più umide, finché non mi decido e affondo penetrandoti con due dita, facendoti gemere forte e accelerando il ritmo sul mio cazzo pulsante e teso. Adesso corriamo tutti e due mentre tu mi masturbi velocemente, stringendo il mio cazzo e accarezzandomi i testicoli, balli sulle dita che ti penetrano senza difficoltà, io ti sento bagnata e m’accorgo che anche il mio desiderio aumenta, malgrado ciò ti fermi d’improvviso e con un filo di voce rauca mi dici:

‘Adesso’. 

Ti alzi in piedi e con due rapidi gesti in un attimo sei completamente nuda e bellissima. Io mi sfilo la maglietta, tu ti chini per sfilarmi i pantaloncini e gli slip, poi torni a inginocchiarti a cavallo delle mie gambe, infine ti sposti in avanti fino a sfiorarmi la bocca con i capezzoli e m’afferri per la testa stringendomi a te. Io agguanto un seno e lo bacio, poi lo lecco e stringendolo dolcemente sfioro il capezzolo con la punta della lingua prima di prenderlo tra le labbra e succhiarlo adagio, i tuoi gemiti accelerano e percepisco il tuo inguine bollente vicino al mio cazzo. Mi stacchi e ti rialzi, adesso sei tu che hai in mano il gioco, sposti il bacino, allarghi le gambe, sei a cavallo del mio cazzo luccicante e pulsante, visto che vicinissimo al mio c’è il tuo sesso. Ti guardo, osservo tra le gambe il tuo sesso bagnato, lo desidero, lo sento così vicino e caldo, però a te non basta il desiderio che leggi nei miei occhi. T’abbassi un poco e sfiori il mio sesso con il tuo, le tue labbra bagnano il mio pene, lo accarezzano, l’inumidiscono, tu muovi il bacino in circolo e strofini il tuo sesso sul mio. 

Tu agguanti il mio pene e tenendolo in mano te lo strofini tra le gambe, sulle labbra e sul clitoride, muovendo il bacino contro il pene e masturbandoti con il mio sesso, mentre io non ho più parole né pensieri, soltanto un desiderio che mi divora e che non riesco nemmeno a esprimere. La tua danza cambia ritmo e direzione: appoggi il cazzo alla fica, chiudi gli occhi e scendi lentamente, giacché avverto il calore della tua carne avvolgermi come fossi dentro il mio cazzo e dentro di te. Dopo mentre il tuo sesso pulsa contraendosi inizi a muoverti lentamente nonostante tu sia così bagnata, in quanto i movimenti sono facilissimi, io t’accompagno spingendo il bacino contro il tuo, altrettanto dolcemente faccio io tenendoti i fianchi mentre m’accarezzi le spalle. Attualmente il tuo movimento accelera insieme ai tuoi gemiti, mentre i respiri s’accorciano e i miei ansimi accompagnano i tuoi. Tu continui e il mio piacere cresce, sento ampliarsi la tensione, percepisco che il mio corpo è carico, eppure ancora non voglio: 

‘Tesoro fermati, ti prego’. 

Tu sorridi sudata con gli occhi socchiusi e m’accontenti, però resti un attimo ferma seduta su di me con il mio cazzo pulsante affondato nella tua fica altrettanto guizzante. Io ti guido carponi, t’allargo le gambe e tu ti chini fino a posare le spalle sull’erba, mentre il tuo bacino svetta di fonte a me con i glutei tesi, dato che per stuzzicarmi ulteriormente tu insinui una mano tra le gambe fino a sfiorarti il clitoride. Io ti lascio fare, mi chino sulla tua schiena, ti bacio l’osso sacro. Dopo accompagno le tue dita con la lingua, lasciandoti coccolare il clitoride mentre succhio e lecco i tuoi fluidi, affondo la lingua nel caldo sesso bagnato e m’inebrio dei tuoi sapori più nascosti. In quell’istante mentre lecco e muovo la lingua tra le labbra bagnate, tu m’aiuti muovendo il bacino combinando le due danze, mentre il tuo piacere ti bagna sia il sesso sia il clitoride.

A quel punto smetto, perché voglio goderti anch’io e quando mi rialzo per avvicinare il mio bacino al tuo ti rialzi carponi. Io accosto il cazzo alla tua fica e resto fermo, siccome mi piace guardarti mentre in un certo senso ti penetri da sola. Tu provi la pressione del mio cazzo, cominci a muovere il bacino, a ruotarlo e lentamente facendomi entrare sempre muovendo i fianchi. Man mano che affondo tu forzi il cazzo per allargare le tue labbra, t’esploro finché i tuoi glutei aderiscono al mio ventre. Adesso entrambi ci godiamo per qualche momento le pulsazioni del corpo dell’altro, affondando ogni volta con delle spinte lunghe e decise. Presto tu inizi a danzare con lo stesso ritmo accompagnandomi con la cadenza opposta e stringendomi dentro, in realtà non mi serve molto per sentire che sto per eiaculare, te lo confesso, così tu ti rialzi, io da dietro ti stringo i seni mentre continuo a muovere il bacino veloce, favorendo il piacere che sale e tu m’afferri per i fianchi, poi i glutei e voltando la testa m’inciti:

‘Vieni, dai, su vieni’.

Nel momento in cui l’orgasmo sta per sopraffarmi io abbasso una mano e trovo il tuo clitoride, lo massaggio al ritmo del movimento del mio cazzo e quando distinguo ravvisando che anche tu stai lasciandoti completamente andare mi rilasso e t’invado totalmente con il mio seme consistente e speziato, mentre il tuo orgasmo bagna abbondantemente la mano con cui ti stavo lussuriosamente masturbando. In seguito rimaniamo un attimo fermi uno dentro l’altro abbracciati, io t’accarezzo lentamente il ventre mentre tu mi sfiori la schiena, fino a quando stremati non ci lasciamo andare sdraiandoci sull’erba uno di fianco all’altro. Lasciamo che i nostri respiri si plachino, riprendiamo coscienza di noi stessi, tu ti giri su d’un fianco verso di me, t’allunghi e mi baci, poi guardi il sole ancora alto e con un lampo negli occhi sussurri:

‘Che belle queste giornate così lunghe, è un peccato però non godersele tutte per bene’.

Dopo muovi le gambe aprendole un poco con due dita afferri catturando dal tuo sesso bagnato i nostri fluidi mescolati, ti porti le dita alle labbra ed emetti un verso d’apprezzamento e di gradito consenso, in ultimo mi guardi negli occhi come per testimoniare i nostri orgasmi custoditi tra le gambe, abbassando gli occhi te ne sporchi i capezzoli, strofinandoteli e facendoteli indurire, mentre io sento che quasi contro la mia volontà stai nuovamente eccitandomi e che il mio cazzo sta ritornando a pulsare. Tu fai ancora un altro viaggio, stavolta però ti fermi al mio cazzo, ne spargi la punta di seme e di secrezioni intanto che ti diverti a seguirla, mentre le pulsazioni sempre più forti lo fanno gonfiare fino all’erezione completa. Sorridendo mi guardi, mentre casualmente io arrossisco e di nuovo con la voce bassa mi manifesti:

‘Anche tu a quanto pare non vuoi sprecare però l’occasione che ci rimane’.

Ti sollevi su d’un gomito, dapprima mi baci dolcemente, in seguito con più passione, mentre con l’altra mano mi masturbi pigramente, poi sali sopra di me, dal momento che torniamo a casa squisitamente e unicamente al tramonto.  

{Idraulico anno 1999}    

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