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Erotici Racconti

Il sacrificio

By 24 Giugno 2017Giugno 23rd, 2023No Comments
Adele oramai era una donna. A 18 anni aveva oramai un corpo bellissimo; i seni eretti, il culo tondo, le cosce belle e tonde, i capelli lunghissimi. Aveva un viso un po’ tondo, la bocca larga, ma era bellissima. Quando lei la asciugava dopo la doccia le passava le dita tra i peletti del pube, la tastava, la baciava sulle braccia e sulle cosce. Era la sua unica figlia, la adorava, era bellissima e somigliava a lei.
 
Ma lei aveva anche un altro amore. Un amante, un uomo grosso e forte; suo marito non la sodisfaceva per niente e lei si era incontrata con quest’uomo che l’aveva attirata, seguita, provocata finché lei non aveva ceduto alle sue voglie. Non era bello ma era terribilmente maschio. Aveva sempre voglia e voleva chiavarla dappertutto, anche sotto le braccia. E aveva un cazzo davvero grosso, non esageratamente lungo, ma grosso, molto, che le faceva sentire la carne del culo o della fica tirata e tesa dalla sua pressione. Non lo amava, ma era succuba dei suoi desideri e dei suoi capricci. Non avrebbe potuto fare a meno di lui, lo voleva, lo voleva troppo. Quando lui la chiamava al telefono lei sentiva una contrazione nella fica, quando lo vedeva, anche da lontano, si sentiva eccitata; quando lui la toccava le dava piacere e desiderio. No, non lo amava, ma era il suo uomo, suo, e lei era la sua donna, sua, la sua fica, la sua troia disposta ad offrirsi ad ogni suo capriccio. Lui le aveva sverginato il culo, l’aveva abituata al pompino e soprattutto ad essere leccata fino a farla svenire nell’orgasmo. Quando dormiva accanto al marito, sognava il suo cazzo, apriva le cosce nel sonno come se aspettasse di sentirselo spingere dentro di forza, come lui faceva, fino a pressarla sull’utero. Lei era succuba consenziente di quell’uomo, sua schiava sessuale, pronta ad obbedirgli in ogni capriccio, in ogni depravazione, in ogni oscenità. Una volta l’aveva costretta a farsi chiavare davanti a lui da un altro, solo per sapere se lo spettacolo lo eccitava ed un’altra a fare un pompino ad un altro suo amico, davanti a lui e l’aveva costretta ad ingoiare il suo sperma. Quando erano insieme, le ordinava di fargli vedere la fica.
A suo modo quell’uomo la amava perchè lei era ciò che lui voleva da una donna. Era bella, sottomessa, perversa, disposta a fare ogni cosa che lui volesse. Non avrebbe rinunciato a lei per nulla al mondo, ma il suo modo di mostrarle amore era prepotente, osceno, di sesso e di libidine. Ed amava usarla per le sue fantasie, farle fare la troia per i suoi capricci. Le proibiva di far chiavare il marito per gelosia, ma al tempo stesso, l’aveva fatta chiavare davanti a lui da un altro e le aveva fatto fare un pompino ad un suo amico facendole ingoiare lo sperma. E lei lo aveva fatto, incapace di opporsi, magari provando piacere di essere costretta da lui a prostituirsi ai suoi amici.
Suo marito volle divorziare da lei: le lasciò la casa, un reddito forte e la custodia della figlia. E lei sperò di vivere con lui, avrebbe voluto averlo sempre a portata di mano. E gli chiese di andare a vivere con lei. E con lei viveva la figlia.
Adele però non c’era quasi mai in casa. Studiava fuori e tornava il venerdì sera, poi ripartiva la domenica insieme ad una amica che le dava un passaggio nella macchina del padre. Adele aveva avuto alcune esperienze coi ragazzi. Baci, toccate, abbracci, ma il massimo che avesse fatto era stato far mettere ad un ragazzo il cazzo tra le sue cosce spinto sotto le mutandine. Si masturbava tutte le sere ed a volte anche al mattino se si svegliava presto. Lei avrebbe voluto farsi sverginare ma non aveva trovato un ragazzo che le piacesse abbastanza da farselo fare. A volte vedeva immagini di uomini sul pc. si immaginava come sarebbe stato farsi forzare la fica dai loro cazzi. E a volte ascoltava racconti delle amiche che già lo prendevano, che boccheggiavano. che lo avevano preso anche nei loro culetti. Si eccitava ad ascoltare ciò chele dicevano, le loro valutazioni sui cazzi dei ragazzi che le chiavano, ma lei non aveva ancora avuto quell’ impulso forte che la portasse a farsi sverginare la fica.
Suo padre era andato a vivere dall’altra parte della città, lo vedeva la domenica mattina andando da lui. La delusione lo aveva spinto a sviluppare una omosessualità latente ma ben mascherata. Amava sua figlia, la manteneva e le aveva intestato la proprietà della casa dove abitava la madre ed altre e la manteneva agli studi, le dava soldi e voleva comprarle una automobile per renderla indipendente. Lei gli voleva bene e non dava peso a qualche chiacchiera sui suoi contatti omosessuali.
Nella casa della madre la sua stanza era in fondo ad un lungo corridoio, silenziosa, con un bagnetto indipendente. Quando tornava la madre provvedeva a lei, le faceva la doccia, le preparava i vestiti e la biancheria per la settimana seguente. Aveva molta confidenza con la madre. Una voltaa, lei era quasi nella pubertà, sua madre l’aveva sorpresa che tentava di masturbarsi. L’aveva baciata in fronte e le aveva detto:
– Ti fa vedere la mamma come devi fare.
e le aveva insegnato come eccitare il clito, i capezzoli e come penetrarsi con un dito. Quando la asciugava, dopo la doccia, le passava sempre una mano sulla fica, per mantenere quella confidenza ed anche perchè le piaceva toccare il suo corpo giovane. E la madre, toccandola, si accorgeva della sua fortissima sensibilità e del fatto che Adele aveva bisogno di stare sotto ad un uomo, di essere chiavata e soddisfatta, di avere orgasmi e desideri. Sfiorandole il clito la sentiva sussultare e sentiva i suoi capezzoli indurirsi. Una volta la masturbo in piedi, con l’asciugamani addosso: insistette nel carezzarle il clito e la vide respirare affannosa e gemere ed allora la finì fino all’orgasmo. Un orgasmo che le fece capire che Adele aveva la sua stessa natura e la sua stessa voglia di fare sesso. Ma non voleva che fosse sverginata da un stupido ragazzo sul sedile di un’automobile: avrebbe voluta guidarla lei, farglielo fare come lei voleva, con un uomo, forte e bello che la amasse; e magari avrebbe voluto aprirle lei le cosce per farla penetrare e rompere.
 
Quando lei tornò il venerdì sera trovò l’amante della madre, Remo, che già dormiva in casa. Remo rimase stordito ed incantato dalla bellezza della ragazza. Le guardava i seni, il culo, la forma delle cosce sotto la gonna. Lei notò il suo sguardo e capì il desiderio che aveva suscitato nell’uomo. Arrossì, ma non era dispiaciuta dalla ammirazione dell’uomo. Lui non era bellissimo, aveva un viso maschio e duro, un corpo grande e forte, tutto muscoli ed una dentatura bianchissima che curava sempre. Aveva mani grosse e molto forti e quando le strinse una spalla come atto di amicizia, lei sentì un brivido di piacere.
 
Nel letto, parlando con Ada, la madre di Adele, disse:
– E’ bellissima, chissà quanti ragazzi avrà divertito.
– Ma che dici, Remo? Adele è verginella.
– Ah, allora bisogna farglielo. Alla sua età deve poter godere l’uomo. Ada, facciamogielo noi due.
– Sei pazzo? Quella è mia figlia e se la tocchi ti scanno mentre dormi.
– Non voglio farle del male, voglio aprirle le porte del piacere. E tu me la darai perché è meglio con me che con qualche ragazzetto infettato dalle puttane.
– Vuoi sverginare la mia bambina?
– Voglio che sia tu a darmela ed a convincerla a farselo fare da me, davanti a te, come un regalo. E se me la neghi, ti lascio per sempre. Se vuoi me, dammi lei.
(continua) Eppure Ada capiva che alla fine avrebbe ceduto. Non era capace di negare nulla a Remo, ma la sua natura di madre si opponeva.
– No, Remo, questo non te lo faccio fare.
– Lo dobbiammo fare insieme, Ada. Prima o poi qualcuno glielo farà, è inevitabile. E allora perchè non io? perchè non risaldiamo il nostro rapporto con questa cosa bellissima? perchè condanni tua figlia a desiderare quello che è naturale e bello? Credi che trovrebbe un uomo migliore di me nel farglielo e nel farla godere? Dalle il piacere che sta desiderando, falla diventare donna.
 
Il giorno dopo, sabato, lei assistette alla doccia di Adele. Poi la distese sul letto per asciugarla. Le passò la spugna dell’asciugamano sui capezzoli e vide che reagiva di piacere. Cominciò a massaggiarle i seni, giocando coi pollici sui suoi capezzoli. A lei piaceva farla godere, le era sempre piaciuto. Poi cominciò a massaggiarle la pancia e ogni tanto spingeva la punta del suo dito medio a sfiorarle il clito. Adele reagiva a quel tocco e lei le sussurrò:
– Vuoi che la tua mamma ti faccia venire di nuovo?
– Si, mamma, fammelo ancora.
– Allarga le cosce, da brava.
Lei dita sapienti di Ada passavano sul clito ed in mezzo alle labbra della fica. Adele godeva, era in estasi….e lo vide. Stava sulla soglia della porta a guardare e stranamente questo fatto eccitò ancora di più Adele. Non disse nulla, non fece nulla: allargò ancora un poco le cosce e si sollevò appena col bacino, come se volesse che lui vedesse di più. Poi lui andò via e sentì i gemiti di orgasmo di Adele. Ma Ada non si fermò: la penetrò con un dito e continuava a stimolare il clito, voleva farla venire penetrata dal suo dito, continuò ed alla fine riuscì a provocarle un orgasmo ancora più forte del primo.
– Sei contenta, adesso?
– Ah, mamma, che bello quando me lo fai tu.
– Piccolina della mamma. Tu hai una fichetta bellissima; ma oramai sei grande, non puoi continuare così. Hai bisogno di un uomo che ti faccia diventare donna, un uomo maturo che ti dia felicità di farlo. Devi farlo, Adele, hai bisogno di avere piacere dal sesso.
– Mamma, non ci sono uomini così.
– Occorre un uomo maturo, esperto, che sappia come si fa. Non temere, piccola, ci penserà la tua mamma.
 
Ad Adele era rimasta impressa la figura di Remo mentre guardava il suo corpo nudo, la sua fica masturbata dalla madre. La eccitava essere stata guardata, si masturbò ancora, aveva troppo desiderio di avere un orgasmo completo.
 
Ada la svegliò alle undici di sera. Si sedette sul letto e la baciò sul collo.
– Dimmi, ti sentiresti pronta a farlo con un uomo?
– Mamma, mi fai morire così.
– Si o no?
– Si, si.
– Ti presto il mio uomo, allora. Te lo faccio fare da Remo. Adesso.
Adele ebbe una emozione violenta, sentì il suo corpo desideroso di farselo fare e desideroso del corpo di quell’uomo.
– Non temere, ci sarò anch’io. Ti guiderò io. Promettimi che farai tutto quello che ti dirò di fare. Spogliati.
La prese per mano e la portò nella sua grande stanza da letto dove c’era Remo. La stanza era quasi buia, luci bassissime per aiutarla a superare il primo impatto. La portò vicino al letto di Remo. Lui la accostò, la baciò sui peli del pube e poi le mise il suo grosso dito nella fica.
– Ti piace? – le chiese
– Si – disse lei – continua ancora.
Quel dito era molto grosso, le dava la sensazione di essere penetrata. Remo la stava preparando, doveva avere la fica bagnata. Ada la teneva sulla spalla ed ogni tanto la baciava.
– Ti piace così? – le chiese Ada
– Mamma, è molto bello…ma è questo che devo fare?
Ada le prese la mano e le fece toccare sul lenzuolo il cazzo duro di Renzo.
– Te lo farà con questo,, te lo metterà tutto nel tuo corpo.
– Ada, accendi le luci – disse Remo – voglio guardarla, è troppo bella.
– Non vergognarti a mamma tua, fatti vedere da lui, fagli vedere tutto e guarda anche il suo cazzo: è bellissimo, a me dà tanto piacere. vanti, baciaglielo.
– In bocca?
– Si, piccola, in bocca, serve ad eccitarlo di più, a dargli più desiderio. Avanti, apri la bocca.
Adele si abbassò sul corpo di Renzo e la madre la guidava con la mano sulla nuca a farglielo prendere in bocca.
– Solo un poco, le disse, succhialo solo un poco. E’ bello vero?
Poi la sollevò.
– Ti è piaciuto?
– Si, hai ragione, è molto bello.
– Adesso mettiti a quattro mani sul letto . E’ il tuo momento.
– Mi farai male? – chiese a Remo
– Ti farò felice – le rispose
Remo stava passandole il glande fra le labbra della fica, in lungo- Voleva farla innamorare del suo cazzo, farglielo desiderare e quel grosso glande agitato tra le piccole e le bradi labbra della fica la stava facendo impazzire.
-Dimmi se lo vuoi – disse Remo
E lei, come una ossessa, gli disse a voce alta. :
– Mettimelo, mettimelo, fammelo entrare.
Bastò una pressione ed una spinta del grosso cazzo di Remo a romperle l’imene e farle entrare il cazzo nel corpo. Lei si contorse sotto il dolore della lacerazione ma poi sentì dentro di sé quel corpo caldo e forte che la stava allargando e sbattendo. Ebbe un orgasmo incredibile e Remo, esperto e controllato, continuò a chiavarla, forte e costante, con tre colpi ed una piccola pausa, il modo migliore per farla godere completamente.
– Mamma….
– E’ bello il cazzo, vero? piccolina , lo hai preso tutto. Godi adesso. godi il più possibile, è il tuo momento. La tua mamma ti ha fatto diventare donna e adesso potrai fare l’amore con qualunque uomo vuoi.
– Mi sta facendo venire di nuovo, di nuovo…ahaaaa
Renzo aveva preso viagra, voleva durare il più possibile e chiavava ad arte per incantare la ragazza. Il suo desiderio era che prendesse il posto della madre o magari averle tutte e due come voleva lui. E Adele venne ancora dicendogli – Spingi, spingi più forte, fammelo forte.
 
Adele andò in bagno al bidet. Vide il sangue del suo imene e lo sperma di Remo. Sperava che la pillola che le aveva dato sua madre funzionasse e non rimanesse incinta. E quando Remo entrò a lavarsi, la trovò sul bidet che si masturbava.
– Sei un vulcano – le disse – per te ci vorrebbero due uomini insieme.
– Non eccitarla ancora, Remo, aspettiamo domani.
La portarono nel loro letto. Remo in mezzo e lei sul suo corpo. Ogni tanto allungava la mano e gli toccava il cazzo: era moscio ma anche così era molto grosso. Poi si girò e gli diede le spalle e Remo, non ancora addormentato, le mise un dito tra le natiche e cercava il suo culo. E lei gli prese il dito e lo guidò nel suo ano.
– Me lo farai anche qui? – gli sussurrò
– Si, certo. A tua madre glielo fatto io. Lo farò domani anche a te. Tu lo vuoi?
– Si, fammelo.
 
Quando Adele ripartì aveva il culo gonfio e se stringeva l’ano sentiva il dolore della ferita. Renzo le aveva rotto il culo brutalmente, facendola soffrire molto. Ada la teneva ferma per farglielo fare e solo quando lui stava quasi per venire Adele sentì il desiderio di spingersi contro il suo cazzo nonostante il dolore ed il bruciore. Era contenta, aveva provato sensazioni meravigliose, anche nel culo che le doleva. Aveva capito fino a che punto le piacesse l’uomo e ne voleva ancora. Il lunedì sera uscì con una amica e due ragazzi. Lui era un po’ timido ma lei voleva chiavare e si scambiò il ragazzo con l’amica lasciando l’altro da solo. Quando rientrarono, incontrarono il guardiano di notte dell’ostello, un uomo sui 50.
Mandò avanti l’amica. Quel guardiano la guardava sempre di dietro quando lei camminava.
– Sei sempre solo qui di notte?
– Si, è il mio lavoro.
– E non viene nessuno a controllare?
– No, di solito no. Ma perché lo chiedi?
– Ma magari se non ho sonno vengo a farti compagnia, se vuoi.
La chiavò in piedi, lei con le mani poggiate al muro ed il culo spinto indietro. Ci mise molto tempo e questo le piacque perché la fece venire. In quella posizione godeva di più.
Renzi morì il giorno dopo, un infarto mentre guidava. Lei andò a raggiungere la madre, dispiaceva anche a lei perderlo dopo quello che lui le aveva fatto. Poi tornò alla scuola. Andava tutte le notti a farsi chiavare da quell’uomo anziano che lo faceva meglio dei ragazzi.
 
Ada era distrutta. La perdita di Renzo la privava del padrone che lei desiderava. Non aveva problemi economici, aveva solitudine e desiderio compresso. Ed allora venne a trovarla una vecchia amica, Mirna, che aveva 60 anni..
 
– Ti manca, lo capisco, Ada.
– Mirna, mi manca nel letto, sono disperata.
– Mmmm…si può rimediare a questo, se c’è la tua disponibilità.
– Spiegami.
Mirna le rivelò che lei organizzava incontri mettendo in contatto persone e, a volte, ospitandole a casa sua. In effetti procacciava sesso e lo faceva per danaro.
– Non credevo che tu fossi capace di fare questo. Ma come ti è venuta l’idea?
– Ada, il mondo è pieno di gente insoddisfatta e che vuole fare sesso, uomini, soprattutto, ma anche donne. Perché non mi vieni a trovare?
 
Ada ci andò il giorno dopo, di pomeriggio.
– Sei venuta, cara? Brava, sono felice di vederti. Ho qualcosa da domandarti.
– Mirna, non mettermi in imbarazzo.
– Tra di noi? abbiamo mai avuto segreti? Ascolta, voglio aiutarti, posso procurarti incontri: uomini, ragazzi, anziani…come li vuoi. Pensaci. Posso fartelo fare come vuoi, anche con più partner, se lo desideri e non devi darmi niente, ci pensano loro. Che ne dici?
 
Il giorno dopo si trovò per caso a passare dalla strada di Mirna. Le citofonò per salutarla e lei le disse di salire un attimo.
– Ada, è una fortuna che sei qui. Ho un a persona che sta per arrivare e mi manca una ragazza. Vuoi farlo tu? dai, un piccolo sacrificio per un’amica.
Perchè no? pensò Ada. Era per continuare a chiavare con Remo che aveva sacrificato le verginità di Adele. Era un sacrificio che lei voleva fare.
– Com’è? -le chiese
– Bello, sui 60, molti piacente. Dai ti piacerà. Forza, vai di la e spogliati. Lui non è di qui, non credo che ti conosca.
Andò nella stanza che Mirna le aveva indicato, si spogliò e si mise sotto il lenzuolo. Dopo poco arrivò Mirna con l’uomo. Un bell’uomo, per la verità, solo un po’ di pancia. Mirna si accostò al letto e tirò via il lenzuolo.
– Allora? – gli chiese.
– Bella, davvero. Maè anche brava?
Mirna fece un gesto per fargli capire che lei lo prendeva anche nel culo.
L’uomo si spogliò, era un bell’uomo, poi andò vicino al letto col cazzo duro: Ada capì e glielo prese in bocca, gli fece un pompino favoloso e lui, venendo, le chiese:
– Ingoiami-
Lui la vide deglutire a fatica lo sperma con soddisfazione. Poi si rivesti e disse a Mirna che era entrata:
– Voglio ritrovarla. Io non volevo venire col pompino ma è troppo brava per interromperla.
 
– Hai visto che successo, Ada. Chiamami quando vuoi, se lo vuoi fare ancora.
 
Quel pomeriggio da Mirna c’erano molti uomini, congressisti, forse. Mirna le disse:
– Sono 3.Li vuoi tutti? uno per volta o insieme.
– Mirna, uno per volta, ma tutti. Protetti però.
Le piaceva fare la puttana gratuita per Mirna; Mirna era contenta per i soldi che guadagnava e perchè Ada lo faceva senza risparmiarsi. Inoltre le ragazze che aveva prendevano bei soldi che con Anna, invece, restavano a lei.
La chiavarono uno di seguito all’altro, senza darle pausa, tutti e tre..
Quando andarono via Mirna le disse:
– Sei un tesoro, erano contentissimi. Ti hanno fatto venire?
– Si, così è molto bello.
– Ho un regalo per te.
Era un orologio da polso, da donna, d’oro e di grande marca.
– Perchè – chiese Ada
– Voglio che mi vuoi bene e che resti con me. Domenica….
– Non posso. Viene mia figlia.
 
Quel sabato, dopo la doccia, stesa nuda sul letto, Adele le disse:
– Mamma, fammelo. Tu sei dolcissima quando mi fai venire.
– Va bene, apri le cosce. Ti faccio provare una cosa nuova per te.
Cominciò a farle succhiotti forti ed a mordicchiarle i capezzoli. Lei non era lesbo, ma voleva dare piacere a sua figlia. Glielo faceva forte, sapendo che la libidine avrebbe attenuato il dolore e l’avrebbe eccitata. Poi le poggiò le labbra a ventosa sul clito e lo succhiò. Continuando a masturbarlo con il medio passò a baciarle e leccarle le grandi labbra, a passare la lingua nell’incavo tra piccole e grandi labbra ed a succhiarle forte le piccole labbra, sempre masturbando il clito col dito umido degli umori di Adele. Le alzò di più le gambe per leccarle il culo. Adele ansimava di piacere ma lei continuava. Poi le mise il dito medio nella fica e le disse:
– Guardammi in viso.
Passava il dito medio sulla volta della vagina, premendo e in un determinato punto Adele ebbe una reazione di forte piacere. Aveva trovato il suo punto G; continuò a strofinare il dito in tondo su quel punto mentre tornava a succhiarle il clito, a strusciarci sopra la parte ruvida della lingua per tutta la sua lunghezza. E vide che lentamente si avvicinava il suo orgasmo, allora continuò senza cambiare il ritmo finche non la sentì gridare di piacere. Continuò ancora per farle consumare tuto l’orgasmo e poi la baciò in bocca.
– Mamma, sei un tesoro, ti amo.
– Adele, hai fatto l’amore con qualcuno.
– Si, il ragazzo di una mia amica, insieme a lei, ed il guardiano del college, con lui lo faccio tutte le notti.
– Ti sei scatenata. Ti piace?
– Si da morire. Tu lo hai fatto? Dai, dimmelo, io a te dico tutto.
– Si, con sei.
– In così poco tempo? Ma mi prendi in giro?
– Non posso spiegarti come, ma è così.
– E invece voglio saperlo e devi dirmelo.
Ada le raccontò di Mirna e della sua attività.
– Era in difficoltà, le ho dato un aiuto.
– Che bello però, come mi piacerebbe .
– Adele, ma si tratta di fare la puttana per lei.
– Si tratta di chiavare fino a sfiancarsi, mamma. Lo vorrei. Dai, fammela conoscere.
– Adele NO !
– Una volta sola, fammi provare. Cinque cazzi senza neppure respirare. Dai, mamma, fammelo fare almeno una volta.
 
– Adele, mi raccomando – disse Mirna – io sono vicina a te. Chiaverai davanti a me, per prudenza.
– Mirna, lo vorrei come lo hai fatto fare alla mamma, uno dietro l’altro.
– Quando capiterà te lo farò sapere. Oggi lo farai con un mio amico, molto ricco. Quando gli ho detto che avevo una diciottenne che aveva ancora i peletti….
– E’ bello?
– Un po’ anziano…, bello no…. ma…..ha un cazzo enorme, anormale, non lungo ma grosso come come un braccio… non so se ce la farai a prenderlo, tu hai ancora la fica stretta…… fammi vedere , se ti è diventata più elastica
Adele si tolse le mutandine e si distese sul letto. Mirna la penetrò col dito medio, poi provò con due dita e dovette spingere un poco per entrare, poi la forzò con tre dita…e Adele gemette di libidine….continua -le disse
– Hai chiavato molto, vero, puttanella. Si, si…dovrà spingere molto ma tu lo prenderaì, hai la fica come tua madre. Dai, preparati, sarà qui tra 10 minuti.
 
Quando l’uomo si avvicinò al letto, Adele ebbe paura. Era un cazzo un po’più lungo del normale, ma grosso come un paletto. Glielo toccò, lo accarezzò un poco e divenne duro.
– Mi farai male? – gli chiese
– Tu rilassati e collabora, lo faremo entrare dentro. Adesso un poco in bocca, in modo che anche tu ti ecciti e ti bagni.
Adele aprì tutta la bocca, tirando le labbra fino allo spasimo, ma non riusciva a muovere la testa con quel coso in bocca. Mirna sorrideva e la incoraggiava , ma non riuscì. Immaginò di quanto le avrebbe dilatato la fica e si bagnò. Poi gli aprì le cosce: lui glielo passò più volte tra le labbra della fica e cominciò a spingere.
– Fai pianoooo – gli diceva Adele – me la sento tutta tirata.
– Fai piano – gli disse Mirna – almeno finchè non è entrato il glande.
Adele sudava e si agitava via via che il cazzo, centimetro dopo centimetro le entrava. Sentì una emozione quando il glande la allargò tutta e sentì come lui lo spingesse di forza per vincere la sua resistenza di fica giovane. Poi la chiavò e fu davvero una cosa che la lasciò stordita di piacere. Lui chiavava lento, tre colpi e una piccola puasa, come le diceva Mirna, ma Adele sentiva la forza e la grandezza del cazzo. Le pressava nella vagina, sul puntoG e lei cominciò ad esaltarsi.
– Dammelo tutto – diceva – fallo forte, fammelo sentire più che puoi.
L’uomo le venne nella fica mentre lei si spingeva contro il suo cazzo per averne di pù e stava venendo. Un orgasmo fortissimo che fece sorridere Mirna, poi prese l’uomo le lo baciò in bocca. Un uomo di 50 anni le aveva fatti provare un sogno, un orgasmo incredibile.
Quando Mirna si allontanò, lei gli sussurrò all’orecchio:
– Voglio farlo di nuovo con te, se i bellissimo.
Lui era lusingato e nel rivestirsi mise un biglietto da visita sotto le mutandine di Adele sulla sedia. Quella ragazza lo aveva incantato, era bellissima, la fica stretta e tanta voglia di prenderlo da lui.
 
– Ti è piaciuto fare la puttana?
– Mamma, una cosa bellissima! Un cazzo meraviglioso, un bell’uomo.
– Adele non puoi fare la puttana per Mirna.
– No, hai ragione, ma quell’uomo lo voglio. Mamma, voglio che te lo fai pure tu.
– Mirna perderà un cliente facoltoso….non è leale.
– Non è leale neppure che facciamo le puttane gratis per lei. Lo faccio venire qui, ce lo facciamo insieme, io e te, voglio che lo provi e voglio vederti mentre lui ti chiava.
 
– Torno venerdì verso le sette di sera. Tu vieni alle nove e resti con me e con la mamma.
– Lei è d’accordo?
– Si. E’ d’accordo se chiavi pure lei. E non permetterti di offrirci soldi. Noi non lo facciamo per questo. Lo facciamo perché io ti voglio, sei l’uomo con il quale lo farei ogni minuto.
– Sei un amore, Adele, così mi fai innamorare.
– Vedrai che ti innamorerai anche della mia mamma dopo che l’avrai chiavata.
– Sai che vorrò anche il tuo culetto?
– Lo so. Ho paura ma te lo faccio fare;  voglio dartelo, inculami….
 
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