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Il segreto della felicità – Parte 2

By 2 Maggio 20253 Comments

Sono una psicoterapeuta, ho quarantotto anni. Ho un marito che ne ha quarantanove e due figli adolescenti, sedici e quattordici anni. Ho già raccontato qui delle mie avventure con due pazienti.
Negli ultimi dodici mesi, nella nostra famiglia, tutto sembra aver girato per il verso giusto: abbiamo estinto il mutuo sulla casa, ristrutturato la cucina e i bagni, passato un’estate da cartolina in Costa Azzurra. Abbiamo fatto diversi weekend in giro per il Nord Italia, sempre in hotel a cinque stelle, e ci siamo rifatti il guardaroba da capo a piedi. Ci siamo concessi ristoranti stellati, bottiglie importanti, regali costosi. E incredibilmente, alla fine di tutto, siamo riusciti anche a risparmiare qualcosa.
Tutto questo grazie al mio lavoro? No. Con la mia professione—che pure mi frutta bene—non avrei mai potuto permettermi tutto questo.
Nell’ultimo anno ho guadagnato 382.000 euro. Solo 64.000 arrivano dalla mia attività di psicoterapeuta. Il resto, 318.000 euro, li ho guadagnati con il mio culo. E dico culo non per dire: proprio lui. Mi sono fatta scopare il culo un bel po’ di volte, ma non da uno qualsiasi. Da un miliardario. Uno vero. Non un riccone da barca a vela e macchina sportiva. No. Uno di quelli che stanno nelle classifiche internazionali, attorno alla milleduecentesima posizione fra gli uomini più ricchi del mondo.
Mi ha contattato per email dopo aver visto il mio sito web. Il tono era diretto, preciso, senza smancerie. Il giorno dopo si è presentato nel mio studio di Milano, alle dodici in punto. Cinquantun anni, elegante senza ostentazione, capelli appena brizzolati, fisico asciutto, occhi taglienti. Si è sdraiato sul lettino, ha sospirato piano e ha iniziato a raccontarsi come fanno quelli che sono abituati a gestire il potere: senza filtri.
Figlio di padre italiano e madre austriaca, cresciuto a Milano, università negli Stati Uniti, un master prestigioso, poi anni in una banca d’affari. A trentaquattro anni ha fondato una società di investimenti che oggi è tra le più rispettate a livello globale. Vive a Lugano, ma viene spesso a Milano per lavoro e per vedere i suoi figli, che vivono qui con la ex moglie. Per questo ha deciso di fare la psicoterapia qui a Milano. Mi spiega che non potrà sempre venire lo stesso giorno e gli rispondo che potremo farcela senza problemi.
Dopo una decina di sedute dal lettino mi comincia a dire che è attratto da me, che vorrebbe vedermi fuori dallo studio. Io gli rispondo con il copione professionale: non si può, dobbiamo mantenere il setting.
Lui insiste, accenna un sorriso, mi dice che potremmo divertirci, che è disposto a pagare. Quelle parole dovrebbero indignarmi, e invece no. Mi intrigano. Col senno di poi capisco che quando ha messo in mezzo i soldi è scattato qualcosa.
Un giorno, mentre è steso sul lettino, mi dice: “Vieni qui e baciami.” Venti secondi di silenzio, poi vado. Lo bacio. Si slaccia i pantaloni, tira fuori il cazzo. Senza parlare, lo prendo in bocca. Lo succhio per bene con ritmo regolare. Agli uomini non piacciono quelle che fanno mille giochetti, bacini e carezze. Bisogna succhiare con costanza e lavorando con la lingua. Quando viene, lo ingoio tutto, guardandolo negli occhi.
Prima di uscire, senza dire una parola, lascia duemila euro in contanti sulla mia scrivania.
Da lì, la terapia è ufficialmente finita.
Mi invita a casa sua, zona Sant’Ambrogio. Ci vado. Mi presento profumata, rasata e pulita sia fuori che dentro. Entro, lui mi guarda e non dice quasi nulla. Dopo pochi minuti siamo sul letto, nudi. Mi scopa con foga. Alla fine, mi ritrovo per terra, ginocchia su un cuscino, il suo cazzo nel culo che sborra in abbondanza.
Da allora ci vediamo spesso. Il mio culo è diventato la sua ossessione. Sì, ogni tanto mi scopa anche la figa, ogni tanto mi mette il cazzo tra le tette e si sfoga lì, mi schizza addosso, sulla bocca. Ma non è quello il suo centro. Il suo centro è il mio buco stretto e caldo.
Ogni volta, prima di andarsene, mi lascia duemila o tremila euro. Senza dirlo, senza chiedere nulla.
Li prendo, senza mai fiatare.
Un giorno gli dico che iniziano a essere difficili da gestire, tutti quei contanti. Lui mi propone una soluzione elegante: “Fattura l’equivalente della somma che ti dò in contanti alla mia holding svizzera, per consulenze psicologiche e organizzative.” In questo modo prendo metà dei soldi in contanti e metà regolarmente fatturati con bonifico.
Io sono metodica. Segno ogni cifra ricevuta. A fine mese emetto la fattura per una somma corrispondente corrispondente e bel giro di due o tre giorni arriva il bonifico. Ci vediamo in media cinque al mese. A volte non ci vediamo per venti giorni, poi ci vediamo tre giorni di fila. Tra contanti e fatture arrivo regolarmente a venticinque, trentamila euro al mese. 58 “sedute” in 12 mesi.
Una volta mi propone una trasferta. Racconto a mio marito e ai miei figli che devo seguire un cliente importante a Zurigo, tre notti. In realtà passiamo tre giorni in un hotel da sogno. Camera con vista sul lago. Fra una riunione e l’altra, lui rientra e mi fotte il culo tenendomi per i capelli, per le braccia, con una furia elegante e precisa, come se scoparmi fosse una trattativa da concludere. Mi riempie, mi ribalta, mi stanca. Quando riparto, in macchina con l’autista, mi mette quindicimila euro in contanti nella borsa. “Aspetto la fattura.” A fine mese fatturo tutto come sempre.
Una sera mi chiede di non parlare. Silenzio totale. Nessuna parola da quando arrivo a quando esco. Mi accoglie in una stanza d’hotel completamente spoglia, tende chiuse, luce soffusa. Sul letto solo manette e lubrificante. Mi lega i polsi alla spalliera e inizia a scoparmi piano. Mi prende prima nella figa, poi mi ordina, con un gesto soltanto, di voltarmi. Mi apre il culo, sento ogni centimetro che entra, e la tensione cresce. Quando viene dentro di me, non dice nulla. Appoggia la fronte sulla mia schiena e resta lì, un minuto intero. Poi si alza, si lava, si riveste. Sul comodino ci sono tremila euro. Li prendo, sempre in silenzio e so che quella sessione, più o meno come al solito, varrà seimila euro.
Un’altra volta mi porta con sé a una cena di gala a Lugano. Non come escort, non come accompagnatrice. Come partner d’affari, dice lui. Un tailleur nero su misura, tacchi a spillo, rossetto rosso. La gente ci osserva. Lui mi tiene per la vita, mi presenta con il mio nome vero. Parliamo di fondi di investimento, startup, strategie di sviluppo. Dopo cena, andiamo a casa sua. Si inginocchia dietro di me mentre sono in piedi contro la vetrata. Mi scopa il culo guardando il riflesso nel vetro. Mi prende piano, poi forte, e mi sussurra: “Tu sei la mia terapia.”
Una volta mi chiede di mandargli vocali mentre sono con mio marito. “Fammi sentire la tua voce da brava moglie,” mi dice. Io registro qualche secondo mentre preparo la cena, o mentre chiamo i ragazzi per apparecchiare. Poi, subito dopo, un altro vocale, da sola in bagno: mi tocco, mi sussurro il nome che mi ha dato—la tua psicotroietta—e mi infilo un dito nel culo mentre registro il gemito. Lui ascolta tutto e poi mi manda un messaggio solo con l’emoji di una corona.
Qualche volta Inizia a parlarmi davvero, quasi come si fa con una psicoterapeuta. Mi racconta delle sue paure, delle sue ombre, delle sue ossessioni di controllo, delle donne che ha lasciato perché non erano abbastanza “realmente sottomesse”. Mi dice che io sono diversa. “Tu sei la mia psicoterapeuta e il mio gioco. Tu mi scavi dentro in due modi.”
Gli chiedo perché ha scelto proprio me. E’ un bell’uomo e con i soldi che ha potrebbe averne mille che hanno meno della metà dei miei anni. Mi dice che ha visto un paio di volte una modella slovena di ventitrè anni. Bellissima di quelle che fanno girare tutti. Scopate, pompini, culo, schizzate in faccia. Lei completamente disponibile a tutto, basta pagare. Però non è la stessa cosa. Mi dice che con me non c’è paragone.

Stasera siamo a cena fuori. Ristorante stellato in centro a Milano. Mio marito, i miei figli, ed io.
Loro ridono, si godono i piatti, i profumi, il vino che ho scelto con cura.
Federico mi guarda come se fossi un genio. Pensa che io sia una terapeuta di successo, che ho saputo conquistare un cliente internazionale di altissimo livello.
Non sa che il nostro benessere, le bottiglie pregiate, i vestiti nuovi e la serenità economica li abbiamo grazie al mio culo.
Il mio culo scopato, adorato, sfinito da un miliardario che mi ha trasformata in qualcosa che non credevo di poter essere: libera.

3 Comments

  • Kiara Kiara ha detto:

    Salve…mi chiamo Chiara ho letto la sua storia sia la prima parte che anche la seconda…. storia davvero molto interessante, mi ha colpito molto.
    Alla fine ha quanto pare con Giovanni, e Andrea e terminata.
    Con quest’ultimo “Uomo Milionario” ancora oggi va avanti? Ci sarà un seguito?
    Attendo risposta.

    Kiara.

    • ChiaraPsic ChiaraPsic ha detto:

      Ciao Chiara,
      con F, il “milionario”, ci vediamo ancora ma meno spesso. Con Giovanni ci siamo visti di recente, niente male… :-)
      Da poco ho iniziato una storia con un mio collega Davide. Magari scriverò un racconto.
      Sto bene, lavoro tanto ma continuo a darmi da fare. Scusa il linguaggio diretto: se lo prendo tutti i giorni sto benissimo.
      Basta poco :-)

      • Kiara Kiara ha detto:

        Salve…. ho letto la sua risposta, mi ha fatto davvero piacere che mi ha risposto, è stata davvero fortunata ad incontrare l’uomo miliardario 😄 la invidio molto io sono in crisi di soldi non solo io anche la mia famiglia e purtroppo non lavorando non ho mai conosciuto uomini importanti vivo in Sicilia “Palermo” difficile qui trovarli, non ha mai pensato se suo marito scopre tutti i suoi tradimenti? Soprattutto con il miliardario estero che gli lascia i bonifici? Non ha mai sospettato da dove venissero i soldi ? Anche se presumo oltre ad essere una donna molto intelligente e sicuramente attraente anche se sono eterosessuale.
        Io non sono sposata, sono single non riuscirei ad avere una doppia vita “senromenrale” le posso solo augurare buona fortuna…

        Kiara.

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