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Erotici Racconti

Innesto sorprendente

By 30 Giugno 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

Era stato realmente inverosimile, sconvenientemente incongruente, realmente deforme e innaturale, ma risultando in definitiva radioso, scompigliante e splendido. Carla non aveva cognizione né informazione esatta su che cosa effettivamente ponderare né su quale nome preferire, perché erano trascorsi suppergiù tre mesi da quando quell’enigmatico e sibillino protagonista l’aveva interpellata. Lui era invero sbucato come dal nulla, perché in una giornata di festa lei aveva avviato l’elaboratore per esaminare la marea di posta elettronica che aveva accantonato e le abituali disposizioni del reparto, invece come per incanto adesso ne spunta un’inedita che la stimola. 

Istintivamente lei aveva meditato alla consueta e noiosa propaganda che i gestori della rete sovente inviano a tutti quelli che possiedono un indirizzo di posta elettronica, perché questa era stata la sua predominante idea. Lo sconosciuto in questione, invece, apparve subito svelandosi in maniera peculiare, in quanto quelle asserzioni utilizzate non possedevano niente di sbalorditivo, eppure il metodo di presentarsi era veramente insolito e raro. Lui sosteneva d’essere stato impressionato e sbigottito dalla sua bellezza e dalla sua carnalità, per il semplice fatto che risultava il primo che le enunciava una vicenda del genere, d’averla incrociata tempo addietro presso un rinfresco, malgrado ciò di non essersi in nessun modo esposto né mostrato né d’aver aver preteso la sua qualifica né d’aver in conclusione aizzato la sorte per scoprire il suo indirizzo di poste elettronica. Che personaggio bizzarro ed estroso, in effetti rispondergli non mi cambierà di certo l’esistenza, aveva frattanto lei rimuginato. In quel modo gli aveva stilato nero su bianco esigui versi, specificando d’essere felicemente legata né di desiderare ulteriori implicazioni.

A ben vedere, invero, si ripeteva di frequente la medesima vicenda, tenuto conto che un segmento di lei era rimasto esageratamente attratto e curioso, dal momento che lui l’aveva definita sintetizzandola alla fine in maniera attraente e piacevole, eppure l’altra porzione intima di sé le impediva anche soltanto di fantasticare bloccandola e ostacolandola di netto. Lei aveva dissipato la sorveglianza, lui viceversa era smisurato e temerario, visto che riusciva abilmente ad anticipare qualunque suo intrinseco e sostanziale pensiero, ogni sua familiare riflessione, esplorando, dissotterrando e intaccando la sua tipica condizione e la sua stretta entità, come d’altra parte neppure uno era stato all’altezza, perché unicamente lui era stato capace d’assimilare e di comprendere ciò che neanche uno era in nessun caso stato in grado di rendersi conto delle sue reali necessità, poi riusciva, cosa non da poco, a eccitarla come sporadicamente le era capitato, anche in assenza d’individui reali. Ebbene sì, con la massima franchezza, lei era al presente assai accalorata ed entusiasta, giacché non avrebbe mai preferito riconoscerlo apertamente neanche con se stessa, eppure questa era la verità.

Ogni giorno temporeggiava freneticamente attendendo le sue comunicazioni, era arrivata persino al punto di revisionare la posta elettronica molteplici volte. Talvolta lui essendo piuttosto affaccendato nei suoi impegni non replicava subito ai suoi messaggi, Carla in quelle circostanze sperimentava un’afflizione enorme, un cruccio assai smisurato per un uomo, perché s’addolorava sovente amareggiandosi, rimanendo con l’umore inquieto e risultando abbastanza stizzosa anche per chi rimaneva nei suoi paraggi. Pure il suo consorte aveva intuito quell’inatteso e radicale mutamento. In realtà si notava parecchio, tant’è che quest’aspetto aveva plasmato una specie di stallo che ormai pareva insanabile, non superabile, Carla lo avrebbe senz’altro mollato, come di frequente le accadeva a seguito di qualche periodo di rapporto seppur gioioso, pur continuando a domandarsi verso se stessa, qual era la reale motivazione per il fatto che non riuscisse a trattenersi con nessun maschio.

Limitate volte avevano chattato, ma quando era successo, le era apparso di delirare alla sola idea di poterlo stringere fra le sue braccia, di poter baciare la pelle e le labbra di quel misterioso uomo senza volto, abbandonandosi da sola a quel piacere che avrebbe condiviso con lui, esclusivamente con quel forestiero venuto da chissà dove. Quella sera la questione si ripeté, anche se la faccenda adesso pareva inverosimile. Dal momento che lui si era fatto avanti, le gote di Carla si erano arrossate, lei gli aveva domandato se lui fosse per caso squilibrato riferendogli che giammai avrebbe potuto compiere alcunché di conforme alla sua personale iniziativa, anche se solamente quell’idea l’aveva enormemente eccitata scombussolandola, avvertendo il suo ventre sigillarsi per la potenza del desiderio. 

Lui avrebbe potuto essere qualunque persona, lei avrebbe fatto l’amore con chicchessia, con uno sbarbatello, con uno studente, con un travestito, co un maschio dalla mole poderosa e sgarbata, probabilmente un individuo che sarebbe potuto essere perfino il suo papà, in ogni caso adesso lo desiderava assai, in tal modo accettò accogliendo fermamente l’invito. Carla rammentava addirittura l’enorme apprensione mentre lo attendeva di fronte alla sua abitazione, in quella circostanza gli accordi erano stati precisi, perché al risuonare del telefonino lei si sarebbe coperta la faccia con una fasciatura scura:

‘Bada bene, cerca di non fingere’ – io transiterò dinanzi a te con l’automobile percorrendo il vialone, tu non saprai naturalmente chi sono, tuttavia se ravviserò che non avrai gli occhi fasciati e protetti non mi sentirai più’ – le aveva fermamente intimato lui ammonendola.

Un’autovettura al presente si era avvicinata, ma aveva subito proseguito, subito dopo il tocco delicato del palmo d’una mano le accerchia la vita e l’accompagna facendola accomodare. Caspita, questo è lui, mentre il cuore pareva fuoriuscirle dal petto, pensava dentro di sé, eppure Carla assiste a un tremendo silenzio domandandogli invano chi sia. L’autovettura si riallontana, compie un rapido tragitto, dopo si ferma, Carla è tutta confusa e impacciata. Lui memorizzò esattamente d’aver avvertito il suo fremente desiderio, il ribollire smanioso di tutto il suo corpo, mentre scalpitando l’accompagnava in una dimora, sennonché quella fasciatura le cascò dalla faccia. Là c’è il buio, la mancanza di luce cupa, fosca e impenetrabile, però con la reale cognizione di lui lì vicino. Le sue labbra che la cercano, i baci, le carezze, poi la possente veemenza, un’alacrità e un fervore insolitamente incolto, scorbutico e decisamente sgarbato. Lui sembrava una forza primordiale e distruttiva, durante il tempo in cui entrambi si levavano gl’indumenti quasi con bestialità, spasimando all’aderenza della loro cute, perché pure lui sproloquiava per quel tanto ambito desiderio.

Carla si bloccò, perché i richiami di quegli attimi erano stati proporzionati al bisogno d’attizzarla e irrazionalmente si turbò imbarazzandosi. Per quale ragione si era comportata con lui interagendo in quella maniera? In modo istantaneo i brandelli di quell’avvenimento le ricomparirono di fronte impensierendola e infastidendola di nuovo. L’oscurità attualmente li accerchiava, eppure Carla avvistava distinguendo una miriade di tinte di fronte a sé, nel tempo in cui lui si metteva in azione in modo cadenzato su di lei. Percepiva nettamente la saporosità della sua bocca e della sua persona, al tatto pareva pressoché glabro, morbido come la seta, può darsi che fosse un pestifero e curioso monello, ma questo che cosa importava, quello che avveniva era notevole e splendido.

Carla in realtà non menzionava per quanto tempo si fosse protratto il tutto, malgrado ciò, l’appagamento li aveva pervasi entrambi svariate volte scardinando le loro membra, eppure in quella circostanza aveva eseguito interamente quello che senz’eccezione aveva giorno e notte bramato e supposto di realizzare con un adulto, schivando e sottraendosi di svelare l’accaduto perfino verso se stessa.

Lui, d’altro canto, non aveva mai spifferato niente, fuorché un’espressione che gli fuoriuscì unitamente a un lieve boccheggio, durante il tempo in cui la penetrava, perché Carla rimuginando dentro se stessa si scervellava ponderando e speculando se lui avesse seriamente gradito e se lei avesse adempiuto il compito nel migliore dei modi. Il completo episodio così come ebbe inizio si concluse, giacché restarono allacciati e stretti costantemente in silenzio, per il tempo in cui lui la vezzeggiava, successivamente lei si ridestò rianimandosi per quello che le era sembrato un delirante abbaglio di fronte alla sua abitazione.

Il suo ragazzo era soltanto un’orma, lui era il suo futuro, perché sarebbe stato il suo impagabile e straordinario concubino, il suo maggiore confidente, un porto per un conveniente, felice e sicuro approdo, quello che l’avrebbe senz’altro appagata, dissetata e sfamata come neanche uno, in quanto lui l’avrebbe immancabilmente compresa, considerata e giustificata ogni volta. In seguito le azioni erano mutate, inizialmente per imprudenza e torto di Carla, giacché ne ebbe ben presto cognizione, ciononostante non aveva la forza di contrapporsi alla sua innata indiscrezione e alla sua imperiosa insicurezza. Carla lo adorava follemente, si era intestardita assillandosi e molestandolo affinché si smascherasse, lo aveva incessantemente implorato e supplicato, leggermente lui aveva indietreggiato scoperchiando alcune cose indirizzate e designate a sovvertire tutti i suoi pensieri sconvolgendoli, qualcosa che l’aveva disposta mandandola in peggioramento con se stessa.

Lei gli aveva accennato che si sarebbe diretta a casa sua, il muscolo cardiaco tamburellava velocemente quando aveva udito tintinnare il bubbolo, perché identificava l’aumentare di quell’appassionata ambizione. Lei era al corrente, che subito dopo che lui avesse spalancato la soglia, Carla gli sarebbe balzata addosso, lo avrebbe denudato e avrebbero fatto l’amore, perché dentro di lei ardeva sprigionandosi una partecipazione e un sentimento sconfinato.

Lui aveva dischiuso l’uscio, di fronte a lei c’era il suo fedele confidente, quello che riteneva come un fratello, l’unico maschio che non avrebbe in nessun caso osservato con struggimento, sennonché in quel frangente lei aveva azzardato un’ultima tutela:

‘Perché tutto questo?’ – domandò incuriosita Carla non aspettandosi questa bizzarra ed eccentrica sorpresa.

‘Se non ricordo male, sei stata tu a chiedere, invocando e sollecitando di vederci’ – dichiarò lui in modo candido, irreprensibile e serafico.

Come avrebbe agito Carla? Che cos’avrebbe compiuto al presente? Come si sarebbe adoperata? In quale maniera avrebbe accostato armonizzando al meglio quei due ardori? In che modo avrebbe rasserenato rincuorando in ultimo il sogno, che si era sprigionato incendiandosi dentro di lei?

{Idraulico anno 1999} 

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