Skip to main content
Erotici Racconti

Istante d’intervallo

By 27 Febbraio 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

Tu arrivi alle ore quattordici per cogliere l’occasione di trascorrere insieme con me la mia ora di pausa, poi entri quando tutti stanno uscendo e m’aspetti con calma seduto sul divano del mio ufficio mentre io sistemo le ultime cose, spengo a questo punto il terminale, agguanto la giacca e la borsa per poi uscire insieme per andare a pranzare là di fuori. Io sono pronta e dirigendomi alla porta devo transitare dinnanzi a te, visto che tu sei al momento ben sistemato, io spontaneamente nel momento in cui sfioro le tue ginocchia con le gambe allungo volutamente una mano per toccarti delicatamente i capelli, in quel momento tu acchiappi la mia mano tra le tue fermandomi e l’avvicini alle labbra. Come sei gentiluomo, un vero baciamano, che romantico però penso dentro me stessa, io ti sorrido incantata dal tuo gesto dolcissimo e raffinato, considerato che mi comunica trasmettendomi senz’indugio un brivido di piacere, che parte dalla mano e arriva molto più lontano, poiché tu sai minuziosamente dove.

Tu però non t’accontenti di quel piccolo bacio, ma dagli effetti comunque scompiglianti e sconvolgenti, perché volti la mia mano e cominci a baciarne il palmo, le tue labbra sfiorano delicate e frementi la mia pelle, così come quelle d’uno stallone purosangue, visto che cerchi d’afferrare con una zolletta di zucchero il premio per aver condotto con sé la sua amazzone in un lussurioso, intemperante e sfrenato galoppo. Io ti lascio ordinatamente fare, finché tu non cominci a spostarti e a baciarmi il polso, perché a questo punto conosci i miei punti deboli e ne approfitti molto spesso: anche per te è delizioso seguire con la tua bocca il flusso del mio sangue, là dove scorre caldo e tumultuoso nelle vene. 

Io cerco di farti smettere, poiché non è il momento né il luogo adatto per fare queste cose, perché sai benissimo il contraccolpo e l’effetto conclusivo che riesci a esercitare su di me. Siamo sul mio posto di lavoro e può entrare chiunque, in qualunque momento, nonostante siano appena andati via tutti per l’ora di pranzo. Le mie parole sono inefficaci e cadono nel vuoto: tu sei troppo coinvolto, eccitato e pieno di voglia, dato che ti è bastato sentire il mio profumo e tenere tra le mani il mio braccio per farti prendere dalla tua stessa bramosia, dalla tua avidità di me. Io cerco ancora di comunicarti la mia ansia, all’idea che ci possano sorprendere, ciononostante non riesco a interromperti e sento nello stesso tempo, che anche le mie deboli e ultime resistenze stanno per crollare. L’appetito e pure l’ambizione in quell’occasione pervade interamente il mio corpo, perché un forte calore sale e cresce come una marea, in quanto le ginocchia cedono mentre un tremito mi scuote internamente, indebolendomi così tanto, dal momento che tu riesci ad attirarmi giù sul divano di fianco a te. 

Tu inizi sennonché a baciarmi, in quanto io tento ancora sempre più debolmente di negarmi e di respingerti, ma i tuoi baci sono troppo ardenti e troppo pieni di desiderio per me, alla fine m’accorgo di non aver nessuna intenzione di disapprovare né d’oppormi per ora, anzi, perché la tua cupidigia mi contamina, m’influenza e mi prende brutalmente, dato che comincio anch’io a sfiorarti là dove so che godi di più, dopo quando con la bocca raggiungi le mie labbra, io m’abbandono senza fare resistenza tra le tue braccia mentre le tue mani mi spogliano. Tu mi levi la giacca, sbottoni ansioso e insofferente la blusa, me la sfili e poi ti dai da fare dietro la mia schiena per slacciarmi il reggiseno, mentre posi piccoli baci lungo il bordo di pizzo, visto che sfiora la pelle dei miei seni. Fai scorrere le spalline lungo le mie braccia rivelando al tuo sguardo ghiotto la pelle che scopri man mano, a dire il vero con studiata e voluta lentezza, fino a denudarne interamente i seni che adesso ardono tra le tue mani. In seguito accarezzandoli scendi con la bocca fino ai capezzoli e li baci, li lecchi, li succhi come un neonato e poi delicatamente li mordi. I tuoi canini sfiorano la mia pelle, procurandomi brividi ancora più forti di quelli che potrebbero scatenare dei baci normali. 

Io m’accorgo soltanto adesso che le tue mani nel frattempo sono scese sempre più in basso, lungo i miei fianchi, fino ad accarezzare le mie ginocchia per poi raggiungere l’orlo della gonna, infilarsi al di sotto e comodamente risalire lungo l’interno delle cosce. Io sto avvampando di passione in modo sempre più incontrollato, malgrado una parte di me continui a restare inquieta e tesa per il rischio d’essere scoperti e sorpresi sul fatto. Attualmente sono contrastata e disturbata tra il desiderio che finisca al più presto e quello, invece, che tu non smetta mai di procurarmi quelle sensazioni sconvolgenti, mentre le tue dita sfiorano quell’itinerario che ogni volta ti guida dove vuoi arrivare. Io sento in seguito il sangue che affluisce al volto facendomi prendere fuoco, visto che irrora i miei seni e il mio ventre, dato che la mancanza del respiro mi costringe ad ansimare, finché le tue carezze diventano sempre più intime. Dentro di me la rugiada sempre più vistosa scende a bagnare il mio fiore segreto, così come una sorgente, perché fremendo senza più ritegno sento le tue dita che m’accarezzano attraverso la seta leggera degl’indumenti intimi, poi cambiano di posto di lato ed entrano in me bruciando letteralmente di desiderio, successivamente slaccio la tua cintura e sbottono i pantaloni.

Con le mani tremanti ti libero accarezzando la tua mascolinità che s’innalza in tutto il suo splendore, poi la conduco là dove più ti desidero con la mano avvolta attorno alla tua asta diventata dura più che mai, le dita adesso sono sotto il glande mentre ne sfioro la punta sentendolo inumidirsi. Al momento io non ti faccio entrare: sfrego però le labbra bagnate sull’intera lunghezza del tuo cazzo facendoti uscire di senno, poi mi prendi per la vita sollevandomi il bacino per sfilarmi le mutandine di seta ormai inzuppate, dal momento che scivolano giù lungo le gambe fino a cadere per terra, tu ritorni tra le mie gambe, attualmente aperte per te con la gonna sollevata attorno ai fianchi, infine fai ritorno per accarezzarmi senza più barriere. Le tue dita appassionate fra le mie gambe lambiscono accuratamente il mio varco, per inumidirsi ancora di più e per spargere il mio fluido sulle labbra e sul clitoride, che poi premi, sfiori e tocchi, muovendolo in senso orario sempre più velocemente, interrompendoti soltanto per tornare a bagnarti le dita e per risalire. Io ansimo senza fiato, mi schiudo completamente per te, invitandoti ad entrare e a penetrarmi presto, intanto che con la voce roca e spezzata dai gemiti t’imploro: 

‘Oh, amore, non farmi più aspettare, prendimi, ti voglio, adesso’ – tu t’attieni senza disapprovare né protestare al mio incalzante e spropositato desiderio.

Io ti sento in modo spiccato, in conclusione sei dentro di me, la tua pienezza colma il mio vuoto, perché quell’intenso piacere mi strappa un gemito, in quell’occasione inarco la schiena e spingo la mia fica contro il tuo cazzo accogliendolo, contraendo i muscoli della mia pelosissima guaina per stringerlo ancora di più amplificando in tal modo il tuo piacere. Le sensazioni indefinibili e indicibili che proviamo entrambi sono centuplicate da quel piacere condiviso, la tangibile nozione di quanto tu stia godendo, almeno quanto me, se non di più, rende restituendo ancor più febbrile e più intenso questo momento. Tu resti fermo per qualche istante assaporando e gustando il calore, la morbidezza, l’accoglienza che il mio corpo ti riserva ogni volta che lo metti dentro e a tua volta cerchi nei miei occhi l’approvazione e la conferma di quanto sia anche per me estremamente piacevole riceverti. Tu non resisti a lungo e inizi a muoverti: esci lentamente quasi sei restio ad abbandonare il caldo del nido, per poi rientrare via via più rapidamente, assecondando il ritmo che io stessa imprimo alla nostra danza con i movimenti dei miei fianchi contro i tuoi.

Adesso spingi sempre più forte, la voglia ti prende intensa più che mai e il piacere di ambedue aumenta come la marea, onda su onda sempre più grande, più forte e più impetuosa. Questi sono minuti meravigliosi di pura passione, rovinata soltanto dal timore che quella porta s’apra svelando agli estranei quella scena così intima e l’odore intenso del sesso che ormai permea tutta la stanza, nel frattempo mi fai raggiungere l’apice dell’estasi. La mia fica adesso pulsa come un cuore fuori controllo contraendosi, aprendosi e chiudendosi con forza intorno a te, dandomi una serie di orgasmi sempre più intensi, uno dietro l’altro. Questo segnale del mio piacere ti stimola ancor di più, visto che ti muovi ancora più velocemente, ancora pochi colpi fino al momento in cui anche tu sborri dentro come un fiume in piena marchiandomi con il tuo nettare di vita, nel frattempo il tuo seme fuoriesce da me scorrendo lungo le mie gambe e sul divano.

Alla fine t’abbandoni rasserenato, stremato e sudato sul mio corpo, infine ci baciamo assetati e insaziabili quando sentiamo bussare alla porta. Io rimango letteralmente paralizzata dallo spavento, il cuore mi balza in gola e smetto di respirare, mentre l’imbarazzo gela il mio corpo grondante di sudore.

In quel preciso momento però, io m’accorgo che tu maliziosamente e maniacalmente mi confessi sussurrandomi nell’orecchio, d’aver utilmente chiuso come livello di precauzione la chiave della serratura dall’interno.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply