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La vocazione. – 1 –

By 25 Settembre 2020Ottobre 3rd, 2020One Comment

Francesca  conobbe quella donna in un negozio di intimo, una cinquantenne, capelli rasi, biondiccia, scialba, quasi anonima.

– Prendilo nero il completo, è un colore più sensuale. Piacerà di più a tuo marito.

Le aveva dato del tu, Lisa era una donna giovane che mostrava meno dei suoi anni.

– Non ho né marito, nè uomo – disse lei.

– Una ragazza bella come te ne trova cento al giorno di uomini.

– Mi basterebbe trovane due, magari insieme – rispose lei quasi ridendo.

La donna la guardò intensamente e le disse:

– Però….aspettami usciamo insieme

Uscirono e la donna la fece sedere al tavolino di un bar.

– Come ti chiami? E quanti anni hai?

– Francesca, ho 24 anni. Non ho un uomo perché ho rinunciato ad un matrimonio il mese scorso.

– Mi chiamo Elda, dammi del tu. Perché hai rinunciato?

– Non è quello che voglio e lui mi aveva delusa ed annoiata.

– Delusa in che senso?

– Be, anche una donna ha diritto alle sue soddisfazioni, ti pare?

– E tu ne vorresti due per volta? – disse la donna divertita – Ma li vorresti davvero?

– A volte ridendo si dicono verità imbarazzanti.

– …se è quello che vuoi……..si può fare. A soldi come vai?

– Pochini davvero.

– Posso offrirti un lavoro che ti farebbe guadagnare bei soldi. Vienimi a trovare.

 

– Vedi, Francesca , io ho due ragazze, una di loro è anche sposata. Le mando da uomini che vogliono compagnia. 

– Le fai fare le puttane?

– Puttana è solo una parola; anche una moglie fa la puttana del marito, si tratta sempre di prendere il cazzo e a loro piace farlo. Se è questo che vuoi anche tu, posso fartene fare  quanto ne vuoi e come lo vuoi. Vedi, funziona così: loro conducono una vita normalissima, io le telefono e do un indirizzo ed un’ora. Pensa, non si conoscono neppure tra loro, nessuno sa ciò che fanno e guadagnano tantissimo. Devono vestire normalmente, non dare nell’occhio e se conoscono la persona dove devono andare, mando l’altra. Nessuno saprebbe quello che faresti.

– Mi stai proponendo di fare la puttana?

– Magari lo fai una sola volta, per provare. Che ne dici?

– Una sola volta, dici?

– Dai, Francesca: in fondo si tratta di una scopatina, roba di un’ora, che ti frutta duecento euro.

– Una volta sola?

– Allora si? Abbiamo un accordo?

 

Elda la chiamò il giorno dopo e le diede un indirizzo e l’ora.

– Non usare il tuo vero nome, non dare mai indirizzi o numeri di telefono e sii disinvolta. Ti mando da una persona importante, fammelo contento e, soprattutto, non devi mai dire di no. Ah, a proposito: tu lo prendi nel culetto?

– L’ho fatto una sola volta, ma se lo vuole glielo faccio fare.

– Brava ,Francesca, così. Tu hai la vocazione  per queste cose.

 

Bussò al citofono e scattò il cancelletto della villa. Le venne ad aprire un uomo anziano, grosso di statura, un viso simpatico, baffi brizzolati. L’uomo sembrò contentissimo mentre la guardava.

– Spogliati, voglio vederti tutta. Sei bella.

Quando lei fu spogliata, l’uomo le si avvicinò, le prese i capezzoli tra le dita, li rigirava , li tirava leggermente, ma via via che lo faceva, stringeva e tirava più forte.

– Ti faccio male? – le chiese

– Se ti piace continua – disse lei.

Allora l’uomo cominciò a succhiarglieli ed a morderli lievemente, poi sempre più intensamente, forte, finché vide che lei era al limite di sopportazione del dolore. Tirò fuori il cazzo e la spinse per farla abbassare. Aveva un cazzo un po’ grosso, ma a Lisa piaceva fare il pompino, ci mise molta passione, finché l’uomo la fermò, la fece mettere sul letto e si spogliò. Poi la fece mettere in ginocchio sul letto, la penetrò lentamente, lei aveva già la fica bagnata per l’eccitazione, lui si muoveva con lentezza e poi scaricava tutto il peso del suo corpo dentro di lei. Si fermò, lei sentì il fresco del gel sull’ano e si preparò mentalmente ad essere inculata. L’uomo diede un colpo violento, poi un altro finché il glande non entrò.

Le faceva male, si sentiva dilatata, con lo sfintere teso allo spasimo, ma cercò di resistere finché lui non le venne nel culo spingendo forte e dando colpi  che lei sentiva anche nella pancia. Lui la portò in bagno per farsi lavare il cazzo al lavandino. Si rivestirono e lui seduto su una sedia, la fece sedere sule sue cosce.

– Scopriti il petto – disse – voglio giocare ancora un po’ coi tuoi capezzoli.

Ripetè il gioco di prima ma stavolta sembrava affamato della carne della ragazza, mordeva forte, lei sentiva i suoi denti nella carne, gemeva.

– Resisti – le diceva – ti farò un bel regalo. Mi piace troppo così.

Quel dolore la eccitava, lei capì di volere che glielo facesse, almeno fin dove poteva resistere e l’uomo sembrava felice della sua collaborazione.

– Sei brava – le disse – Vorrei ancora te la prossima volta, faremo altre cose e ti piaceranno.

Le mise nella borsa un mazzetto di banconote.

 

– Elda, sono cinquecento.

– Dovevano essere solo duecento.

– Ha voluto farmi un regalo.

– Brava , Francesca, brava davvero. E poi sei leale con me, un’altra ragazza mi avrebbe dato duecento e basta.

– Elda, tu mi hai dato una opportunità, ti considero un’amica.

– Dammi un bacio.

La prese e la baciò in bocca, le succhiò il labbro inferiore.

– Elda tu….a te piace baciare le donne?

– Si, mi piacciono le donne, anche tu. Ti vergogni ancora di fare la puttana? No, vero, comincia a piacerti. Allora rimani con me? Apriti un conto per metterci i soldi che guadagnerai.

 

Due giorni dopo Elda le mandò un messaggio con indirizzo ed ora. Aggiunse: per te sarà quasi un regalo. 

Bussò al citofono,  prese l’ascensore fino al 12° piano di quell’enorme palazzo. L’ultimo piano aveva una sola porta e le venne ad aprire un uomo non molto alto, tarchiato, con un viso severo e capelli brizzolati. Non era brutto, dava l’impressione di forza. La guardò dalla testa ai piedi.

– Sei una bella ragazza. Perché fai questo mestiere? Solo per soldi’

– Mi piace – gli rispose Francesca – e non è una colpa farselo piacere.

L’uomo sorrise, la accarezzò in volto e le disse:

– Vai di là – indicandole una porta – e spogliati. Spero che mi accontenterai.

Quella casa era un attico bellissimo da cui si vedeva quasi tutta la città. Quella stanza era di forma ovale, il letto molto grande ed uno specchio a parete di fianco al letto che arrivava fino al pavimento.Si spogliò e rimase in piedi di fronte a quella enorme finestra a vedere il paesaggio. Lui entrò indossando una vestaglia.

– Non devi fare niente che tu non voglia fare – disse l’uomo, ma spero che mi farai contento.

Lei capì cosa volesse dire quando si inginocchiò davanti a lui e scostò la vestaglia. Aveva un cazzo davvero enorme, che gli arrivava a metà della coscia ed era troppo grosso. Lei provò a penderlo in bocca, aprì tutta la bocca per far entrare il glande, l’uomo la incoraggiava.

– Brava – le diceva – provaci, lo vorrei proprio. Lia trascurò l’asta e pensò solo al glande; lo succhiava delicatamente e lo leccava intorno all’incollatura con l’asta, gli faceva tre o quattro succhiotti veloci , lo carezzava con la lingua. Gli teneva in mano i grossi testicoli, ed una o due volte glieli prese in bocca. Lo stava eccitando in modo da portarlo più vicino all’orgasmo ed alla fine, lui le strinse i capelli in una mano e la tenne per venirle  col glande nella sua bocca.

Lei andò in bagno a lavarsi la bocca e l’uomo la raggiunse: gli lavò il cazzo e mentre lo asciugava glielo baciò alcune volte.

– Ti piace, vero? – disse l’uomo – Vorresti provare a prenderlo? Starò attento a non farti male , ma vorrei sentire la tua fica.

– Se fossi sicura che non mi farai male, proverei. Se me lo spingi tutto dentro mi massacri.

Manipolava il cazzo dell’uomo per provocargli una nuova erezione. Lui sembrava contento della sua intraprendenza.

– Si vede proprio che ti piace farlo. Ah, la desideravo una ragazza come te.

– Non mi farai male?

L’uomo prese  una cosa da un comodino: era una specie di disco forato.

– Vedi, piccola, con questo possiamo decidere quanto vuoi che entri. Adesso mettiti in ginocchio su letto.

L’uomo mise quell’attrezzo sul cazzo, serviva a limitare la lunghezza, le unse la fica con un gel e cominciò a premere per fare entrare il cazzo.

Lisa era in estasi a sentire la sua fica dilatata dal glande e poi sentirsi riempita. Lui cominciò a muoversi. La penetrava lentamente, poi lo tirava fuori e la penetrava di nuovo: voleva che sentisse la dilatazione della sua fica sotto la pressione del glande. Lei cominciò a desiderare di venire, le piaceva troppo quel gioco e lui continuò sempre  con lo stesso ritmo e vide la ragazza che si spingeva contro il suo cazzo, come se ne desiderasse di più; allora allentò la chiusura del disco e lo spostò più indietro. Sentì il sospiro di Lisa per la sensazione di penetrazione, la sentì gemere, spingersi contro il cazzo e la sentì venire  con gemiti ed esclamazioni. Allora le diede alcuni colpi forti e venne anche lui nella sua fica.

 

– E’ la prima volta che trovo una ragazza così disponibile, mi hai dato molto piacere – disse mentre le metteva  nella borsetta  un mazzeto di banconote. – Ti vorrei ancora.

– Anche a me è piaciuto farlo con te. Sei gentile ed hai un cazzo che mi innamora. Chiederò che mi mandino ancora da te.

 

– Elda, questi sono tuoi.

– Ma sono 500! Accidenti come sei diventata brava! Li incanti. Hai già preso la tua parte?

– Si. Ha voluto farmi un regalo, era molto contento.

– Sei formidabile, tu sei proprio nata per fare questo mestiere. L’altra ragazza lo lasciò a metà, non volle farselo mettere, diceva che aveva un cazzo da cavallo. Tu l’hai preso?

– Si e mi è piaciuto molto. Lui mi rivuole.

– Ti ho mandato apposta da lui, sei stata contenta?

– Ci vado di nuovo volentieri da lui.

– Ti ha dato mille euro, nessuna guadagna tanto in questo mestiere, devi essergli piaciuta davvero tanto.  Tu sei  leale con me, comincio a volerti bene.  Puoi trovare una scusa per dormire fuori?

– Si, posso trovarla per una volta. Ma devi dirmelo con qualche giorno di anticipo.

– Non è qui, è in una villa al mare, partiamo di pomeriggio. Dopodomani.

– Vieni anche tu?

 

– Accidenti , elda, sei proprio brava a guidare.

– Voglio fermarmi a metà strada, amore, all’ autogrill. Una volta lavoravo negli autogrill, coi camionisti: cazzi bellissimi. Mi piaceva quel lavoro , ma guadagnavo poco. Dovresti farla questa esperienza per una volta: ti fa sentire più puttana ed è bello.

– Se capita…..

– Se capita, un’ora possiamo perderla, siamo in anticipo sul viaggio. Se lo vuoi fare, ci penso io.

Scesero dalla macchina ed andarono al bar. Tra i presenti lei vide un ragazzo, molto alto e robusto, un bel viso.

– Elda, vorrei farmi quello.

Presero il caffè e Lisa notò lo sguardo del giovane camionista. Lo ricambiò e sorrise. Elda gli si avvicinò.

– Ti piace la ragazza? Lei vorrebbe farti. Ti costa 50 euro.

– Si, va bene, dopo, al parcheggio, sul mio camion – disse il ragazzo.

Le fece poggiare le mani sul camion, le alzò la veste e le abbassò un po’ le mutandine. Le piacque molto sentire la penetrazione brutale del ragazzo. poi lui la chiavò forte, sbattendola con violenza , ma non ci mise molto a venire. Elda gli asciugò il cazzo con un tovagliolo.

– Come ti sei sentita? – le chiese Elda dopo essere ripartite.

– …mi stava facendo venire… mi è piaciuto così…..tantissimo. Una sensazione che mi piace davvero, farlo solo per il sesso, non importa l’uomo, importa il suo cazzo….Elda, sono diventata una puttana?

– Amore, lo eri da prima senza saperlo; hai solo avuto l’occasione per far venire fuori ciò che vuoi essere….  

(continua)

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