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Erotici Racconti

L’agenda degli appunti

By 5 Giugno 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Le era sempre andato genio e attirato in maniera considerevole fare l’amore, sennonché con il passare degli anni lo era diventato ancora di più, perché inspiegabilmente e stranamente, più passava il tempo e più le sue voglie aumentavano potenziandosi, perché sovente si svegliava eccitata ed euforica, muovendosi nel dormiveglia e bagnandosi.

Lei aveva iniziato a masturbarsi in età adulta, le sue voglie però si facevano più esigenti, più fantasiose e piuttosto raffinate, per il fatto che non le bastava la semplice scopata, non più. Adesso provava e sentiva quell’impellente bisogno, quella voglia martellante di disubbidienza, d’infrazione e di ribellione, perché in maniera incalzante anelava un uomo che la dominasse, che la sovrastasse e che la usasse per i suoi piaceri dai quali lei avrebbe tratto il suo. Quanti uomini ci provavano con lei, ogni volta era tentata, eppure c’era sempre qualcosa che non la faceva eccitare né infiammare al punto giusto; quanti uomini aveva osservato per strada, come per esempio quell’individuo che ogni tanto incrociava.

‘Ecco, con lui sì che lo farei, eccome’ – ripeteva esclamando con nostalgia e con rimpianto verso sé stessa.

Lei gironzolava per strada rapita e rinfrancata in questi pensieri, finché decise di gratificarsi e di premiarsi facendo degli acquisti ai grandi magazzini della sua città. Si diresse verso il reparto degli indumenti intimi dove scelse qualche completino intimo piuttosto provocante, anche se non sapeva con chi avrebbe potuto sfoggiarlo, e decisa entrò in uno dei camerini di prova. Tirò la tenda che non voleva saperne di chiudersi completamente e rassegnata iniziò a spogliarsi controllando di tanto in tanto attraverso la fessura, per accertarsi che nessuno stesse sbirciando, infine si voltò verso lo specchio mentre si slacciava il reggiseno.

D’improvviso un sorriso comparve sulle sue labbra, perché il suo seno anche se non era più quello di una ragazzina, era sempre rimasto bello e sufficientemente sodo, dato che non poté fare a meno di passarci sopra le mani per accarezzarlo, indugiando e trattenendosi sulle punte: quest’operazione però la eseguiva spesso quando era da sola, visto che le procurava un delizioso e piacevole solletico. Quel minuscolo momento d’intimità fu malgrado ciò interrotto e il sorriso scomparve immediatamente: lo specchio nel frattempo rifletteva una figura che la stava spiando al di là della tendina, mentre lei avvampando di rabbia e di vergogna alzò istintivamente le mani per coprirsi i seni, poi mise a fuoco il volto dell’uomo e si rese conto che era realmente lo sconosciuto che tanto l’affascinava e l’intrigava.

Con l’atteggiamento astuto, compiaciuto e scaltro, abbassò le mani e lasciò che l’uomo la guardasse. Fu però un attimo, giacché le sembrò costante come l’eternità, gli sguardi s’incontrarono, le mani bloccate a mezz’aria che lasciavano scoperti i seni, i capezzoli che si contraevano indurendosi, la rabbia e la vergogna che svaniva lasciando il posto a una vampata di calore che le percorse nell’insieme tutto il corpo. Con la coda dell’occhio vide che lo sconosciuto si fece più vicino; una mano rimaneva sul seno, mentre l’altra scendeva curiosa, interessata e vogliosa fino ad arrivare in mezzo alle gambe.

Lo sguardo e il suo sorriso si fecero astuti e invitanti, l’uomo fissava le sue dita che scivolavano, scomparivano e riapparivano umide, visto che lui non poté resistere a lungo squadrando quello spettacolo, allora s’infilò nel camerino e si fermò appoggiandosi dietro di lei, le mani occuparono così il posto delle sue e le accarezzò il corpo. La donna, al contatto con il pene ingrossato iniziò a sfregarsi lentamente tenendo il ritmo con i suoi movimenti intanto che ansimava piano. Lei si voltò e lo baciò sulle labbra, le sue mani la sfioravano facendola gemere ogni volta, poi s’abbassò e gli slacciò i pantaloni, le labbra umide e passionali avvolsero quel cazzo che s’intrufolava nella sua bocca, la lingua ne carezzava la punta con avveduto diletto. L’uomo inarcò la schiena spingendo in avanti il bacino, poi si staccò da lei, la fece girare su sé stessa e la piegò in avanti penetrandola, poggiando le mani sullo specchio che silenzioso e veritiero rifletteva la loro immagine. Tutto questo avvenne in silenzio, senza una parola, soltanto il loro ansimare e lo strofinare dei loro corpi fino all’esplosione e alla diffusione del piacere. Lo sconosciuto la baciò sulle labbra e prima d’andarsene le disse:

‘Ci rivedremo, ne sono più che convinto’.

Alla fine se ne andò, lasciandola da sola, ansiosa, corrisposta e soddisfatta d’incontrarlo di nuovo.

{Idraulico anno 1999}

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