Skip to main content
Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

L’AMICA DI MAMMA

By 1 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

– Su vestiti che Cinzia arriverà a minuti ‘

– Tranquillo amore la conosco, c’&egrave tutto il tempo ‘

Carlo &egrave impaziente e sprona Michela, sua moglie, a fare in fretta.
Riceveranno la visita di Cinzia, una collega di lei, che da diverso tempo si &egrave unita a loro in un rapporto molto particolare.

Carlo e Michela amano divertirsi, nel senso che da qualche anno, cresciuto il loro unico figlio Guido portandolo alla semi-autosufficienza, hanno iniziato a ‘lasciarsi andare’ cercando nuove emozioni per ravvivare il loro ménage incanalato su ‘la famiglia prima di tutto’.
Hanno tenuto duro, loro che erano abituati, da giovani, a cogliere ogni occasione per divertirsi senza badare troppo alle convenzioni sociali. Castità, fedeltà, tutti concetti relativi a quei tempi.
Poi la nascita di Guido e la decisione di dedicarsi completamente a lui. Un periodo lungo 14 anni, facile all’inizio quando lui assorbiva ogni loro interesse nella sua fragilità di bimbo, ripagandoli abbondantemente col crescere sano, intelligente e forte. Un po’ meno nell’ultimo periodo, quando ancora non era autosufficiente ma abbastanza autonomo da dirottare i loro pensieri su altre cose.

Poi hanno ricominciato: locali ‘alternativi’, scambio di coppie, dogging, chat. Nulla era proibito se non il farsi notare per evitare che la loro reputazione cresciuta negli anni di persone integerrime, lui serio professionista, lei stimata dipendente comunale, fosse intaccata. Un cedere necessario all’ipocrisia bigotta del tempo, con necessità di vagliare bene le persone e recarsi quasi sempre fuori città.

Adesso che il figlio &egrave maggiorenne, patentato e libero di rimanere a dormire fuori casa, hanno anche modo di non muoversi, come questa sera che arriverà Cinzia.

Cinzia: fu una sorpresa incontrarla col marito in un certo locale. Non erano mai state particolarmente amiche lei e Michela, e quindi non sapevano di condividere certi gusti, la stessa voglia di emozioni diverse, più forti. Superato l’imbarazzo comune, d’altronde erano tutti e quattro lì per lo stesso evidente motivo, si era creato un rapporto confidenziale e letto, divano, bosco, torrente, parcheggio e altro ancora avevano assistito alle evoluzioni delle due coppie assortite e intercambiabili.

– Peccato che Edoardo sia dovuto andare fuori per lavoro, non so se riuscirò a tenere testa a voi due insieme ‘

Carlo celia con la moglie, splendida nel suo abito da sera nero, lungo fino alle caviglie, con ampi spacchi inguinali che mostrano e nascondono le nude gambe tornite e non solo.

– Non era meglio qualcosa di meno impegnativo? Tanto restiamo a casa ‘

Lei ride della domanda solo parzialmente leggera del marito.

– Mio caro, dovresti sapere che noi donne ci vestiamo per le altre donne e non per voi maschietti. E poi”.. &egrave comodissimo, adatto alla serata”” –

Nel dirlo Michela muove la gamba, sposta la stoffa leggera mostrandogli che non indossa intimo.
Carlo ha un sussulto e il desiderio comincia a impadronirsi di lui. Si avvicina alla moglie carezzandole le natiche tornite attraverso la stoffa, insinua la mano nell’apertura e”’ viene interrotto dal campanello. Michela si affretta ad aprire a Cinzia che entra con un sorriso a 64 denti, energica e pimpante come la conoscono. Indossa, sotto il soprabito che si toglie subito, una minigonna quasi inguinale colore verde smeraldo, così come di quel colore &egrave la maglia che le copre la parte superiore, scendendno in morbide pieghe sul davanti che non nascondono e anzi evidenziano la profonda scollatura da cui fanno capolino i seni.
Splendida anche lei, anche lei vestita come per una serata di gala.

Michela e Cinzia si abbracciano e baciano festose iniziando subito a complimentarsi a vicenda per la mise elegante e poi subito di un qualche argomento che Carlo non comprende, mentre si recano in salotto dove ha apparecchiato per tre.

Carlo &egrave fiero delle proprie capacità culinarie. E’ bravo e gli &egrave sempre piaciuto trafficare con i fornelli, così lui e Michela si alternano, a volte fanno a gara. Questa sera hanno deciso che sarà lui al servizio delle due dame, da perfetto cavaliere.
Le fa accomodare una alla volta scostando loro la sedia, versa un vino frizzante bianco nei calici, si siede a sua volta e brindano alla serata appena iniziata.
Non mangiano molto, ma &egrave tutto gustoso, così come la loro conversazione:

– Michela cara, lo sai che tuo marito ha il cazzo duro? ‘

– Davvero? E come lo sai? ‘

– Lo sento bene sotto il piede, chissà a che sta pensando il maiale ‘

Michela stende la mano verso il marito seduto di lato:

– E’ vero, ce l’ha duro”’ non ancora come piace a me ma &egrave sulla buona strada. E tu”’? ‘

Spostandosi stende l’altra mano verso l’amica rimanendo sorpresa:

– Ma come, sei senza mutandine? ‘

– Oh accidenti, devo averle dimenticate per la fretta. Ecco perché il mio vicino di casa mi fissava a bocca aperta mentre salivo in auto ‘

Le due donne ridono, e ride anche Carlo con loro. La serata sta prendendo la piega giusta.

– Tu le hai messe? Oh” anche tu di fretta? Mia cara, ti sento umida, ti stai per caso facendo la pipì addosso? ‘

Cinzia ha steso la mano a sua volta attraverso lo spacco dell’abito di Michela. Non trova l’ostacolo delle mutandine e si sofferma sulle labbra intime di lei, le carezza il bottoncino.
Michela sospira al tocco della mano dell’amica.
E’ quasi sempre così, iniziano con battute scherzose e presto gli occhi di tutti cominciano a brillare per l’eccitazione.

– No, non ne ho voglia. Però ho voglia di mangiare il dolce in maniera diversa. ‘

Michela si accosta all’amica, attraverso la scollatura fa fuoriuscire il seno nudo. Prende il cucchiaino con cui stavano mangiando, preleva della panna e la sparge sul capezzolo di Cinzia che subito si drizza.

– Aaaahhmmmm ‘

Fa un verso buffo Michela prendendo tra le labbra il capezzolo dell’amica che geme per il contrasto tra il freddo della panna e il caldo della bocca. Tira a sé la testa bionda di Michela mentre Carlo le osserva..
Guarda le due donne limonare senza ritegno, ogni finzione &egrave caduta mentre le lingua si aggrovigliano, le labbra si incontrano in un bacio goloso che sa di panna e di eccitazione.
Le mani scorrono sui corpi, scivolano sotto la stoffa, un mugolio accomuna le due che non si staccano nemmeno quando Carlo si avvicina per carezzarle entrambe, per prenderle per i capelli e avvicinarsi col volto trasformando il bacio a due in un bacio a tre. Lingue si agitano impazzite, labbra vengono leccate e morsicchiate leggermente, il livello di foia sale in tutti e tre.

Senza una parola Michela si distacca e si dirige verso la camera da letto girandosi per invitarli con lo sguardo. Cinzia e Carlo non si fanno pregare e la seguono velocemente.
Michela dà una spinta lieve a Cinzia facendola cadere sul letto, tirandole su i pochi centimetri di stoffa della minigonna, esponendo alla luce delle abat-jour un ventre piatto e liscio che degrada verso il monte di venere quasi privo di peli pubici. Solo un cespuglietto corto, intagliato a forma di cuore, svetta sopra il taglio già lucente di umori.

– Questa &egrave una novità ‘

Dice Michela guardando l’amica.

– Sì, volevo cambiare e un cuore mi pare il simbolo più adatto per un luogo d’amore mmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh ‘

La frase termina con un gemito, dovuto alle labbra di Michela che si sono posate sul taglio, alla lingua che si insinua in mezzo cercando la grotta del piacere.
Non &egrave la prima volta che Carlo vede questa scena, e sa benissimo cosa si aspetta la moglie da lui. Si avvicina a lei, inginocchiata sul letto, la testa persa tra le gambe spalancate di Cinzia, e le rovescia sulla schiena la parte posteriore dell’abito. Il culo di lei appare in tutto il suo splendore mostrando i segni tenui dell’abbronzatura dell’anno precedente. Carlo si inginocchia davanti a quelle due metà del mondo, del suo mondo, e insinua la lingua tra esse sentendo sulla punta il sapore intimo della moglie. La lecca per un lungo minuto aiutandosi con le dita, poi si solleva e finalmente dà sollievo alla sua erezione, oramai da troppi minuti costretta nei pantaloni, tirandola fuori e strofinandola sulle natiche di Michela.
Indugia qualche secondo a strofinarsi prima sull’una e poi sull’altra, quindi sul taglio raccogliendo gli umori che iniziano a stillare. Solo un attimo prima che la moglie protesti per il suo trattenersi cerca l’ingresso della vagina con la punta e spinge piano penetrandola fino in fondo senza esitazioni.
Michela solleva la testa e geme sentendosi violata, ma subito le mani dell’amica sono sulla sua testa risospingendola verso il basso, invitandola a non interrompere la carezza che sta facendo andare su di giri Cinzia.

Gemiti e mugolii si fanno più forti, più intensi. Tutti e tre si avvicinano a un primo orgasmo che sanno essere solo l’anticipo di quello che verrà, un accontentare l’urgenza dell’eccitazione che li ha presi. Ci sarà tempo poi per divertirsi, ora conta solo il rumore umido che lingua e cazzo fanno muovendosi su e dentro le fighe delle due donne, conta solo acquietare i sensi esasperati da giorni in cui hanno desiderato quel momento.

Gode prima Carlo riempiendo la vagina della moglie del suo seme bollente, e questo scatena Michela che non &egrave più in grado di leccare coerentemente la figa di Cinzia. Geme e muove la lingua disordinatamente, spingendo il naso sul taglio aperto, sfiorando il clitoride rigido. E’ sufficiente per Cinzia che si inarca tirando forte a sé la testa dell’amica, imbavagliandone le piccole grida spontanee con le cosce strette intorno alla testa, bagnandole il volto con copiosi umori che Michela beve continuando a godere degli ultimi colpi che il marito le dà ancora dopo l’orgasmo.
Silenzio. Nella stanza si ode solo il rumore del respiro affannato dei tre.

Michela si risolleva dal letto, lasciata finalmente libera dalle cosce di Cinzia, e si dirige verso il bagno per lavarsi il viso impiastricciato. Non prima di aver baciato l’amica facendole sentire il suo stesso sapore, non prima di aver baciato languidamente anche il marito.

Quando torna si &egrave tolta l’abito e completamente nuda vede Carlo sopra il letto che succhia i capezzoli di Cinzia, lei che con la mano scorre sull’asta non più perfettamente rigida per rianimarla. Si accosta ai due dall’altro lato, prende a sua volta un capezzolo in bocca stuzzicandolo con la lingua, mordicchiandolo dolcemente. Poi aiuta l’amica a togliersi i pochi abiti che ha addosso. E’ facile, la maglia scivola verso l’alto scoprendo il seno prosperoso, la minigonna scivola verso il basso lungo le cosce tese. Poi insieme spogliano l’uomo, baciando ogni centimetro di pelle che espongono: il collo, le spalle, le braccia, le cosce, spingendolo sul letto con addosso i soli slip, cooperando e lottando per toglierglieli aiutate dall’inarcarsi di lui.

Quando &egrave nudo anch’egli avvicinano i volti al suo ventre, omaggiandolo di baci e leccate, prendendolo in bocca a turno per lasciare all’altra la borsa gonfia dei testicoli e parte dell’asta. Fino a quando ottengono ciò che vogliono. Ammirano sorridenti la loro opera, il palo di carne completamente eretto. E’ un copione che hanno già recitato.

E’ il turno di Cinzia che freme al pensiero che presto lo avrà dentro di sé. Sente la figa palpitare dalla voglia, liquido colarle lungo le cosce. Si stende sopra l’amica e affonda la faccia tra le sue cosce passando la lingua tuta intorno alle labbra gonfie, stuzzicando appena il clitoride sporgente. Solo quando sente le labbra dell’amica su di sé appoggia la bocca al taglio e affonda la lingua nella figa aperta.
Carlo vede le natiche di Cinzia davanti a sé, diverse da quelle di Michela eppure ugualmente eccitanti. Scivola col cazzo lungo lo spazio tra le cosce ricevendo il benvenuto della lingua di Michela che lecca l’asta per la sua lunghezza, prende in bocca brevemente un testicolo succhiando delicatamente e poi si sposta più in là, sul clitoride, lasciando campo libero al marito che scivola tra le labbra intime di Cinzia e la penetra a fondo così come aveva fatto con la moglie, senza violenza ma senza delicatezza, senza problemi a scivolarle dentro fino in fondo facendosi avvolgere dal calore infernale.

– OH SI”’ NON SMETTERE”.. NON SMETTERE ‘

Cinzia sente una corrente elettrica percorrerle la spina dorsale, partendo dalla figa in cui scorre veloce il cazzo di Carlo per arrivarle al cervello e lì esplodere come fuochi d’artificio.
Si inarca smettendo di leccare l’amica, urla il proprio piacere al mondo incurante di tutto ciò che la circonda, conscia solo dello strofinare veloce della carne dura in lei, della lingua morbida e dura insieme che le titilla il clitoride.
Dopo un tempo non misurabile riemerge dal torpore sensitivo e riprende a leccare l’amica, insistendo sul clitoride, spaziando sulle labbra fradice, introducendo le dita nella figa pronta ad esplodere.

Invece &egrave Carlo che gode per primo, spingendo con le forze residue negli ultimi colpi, uscendo improvviso dalla figa aperta per rifugiarsi tra le labbra altrettanto aperte di Michela che non si fa pregare. Accoglie il palo vibrante tra le labbra, si prodiga con la lingua, non si sottrae quando sente gli schizzi caldi del seme di lui che le si riversano in gola, sulla lingua. Succhia con forza aspirando sino all’ultima goccia e solo allora, la bocca ancora riempita dall’asta che sta perdendo il suo vigore, gode sobbalzando sotto i colpi di lingua di Cinzia, impedita ad urlare ma con un mugolio unico e prolungato.
Ancor intorpiditi dalle sensazioni provate si stringono l’un l’altro e si addormentano sorridenti. E sorridenti si risvegliano il mattino dopo quasi contemporaneamente, stirandosi e scambiandosi baci di buongiorno.

Michela va in bagno e poi si ricorda dei suoi doveri di madre. In accappatoio va a controllare che il figlio sia rientrato. Silenziosamente apre la porta e lo trova di traverso sul letto, ancora vestito. Temendo un malore si avvicina annusando per percepire un possibile odore di alcool.
Guido non sta dormendo, a occhi sbarrati digrigna i denti e stringe forte le coperte tra le mani, lo sguardo perso nel vuoto, il viso che esprime una rabbia a malapena controllata.

– Guido, tesoro, che succede ‘

Il ragazzo si riscuote udendo la voce della madre. In fretta si rialza sedendo sul letto e tirando le gambe a sé.

– Niente Mà, &egrave solo che mi va tutto male. ‘

– Amore”. Hai qualche problema? Vuoi parlarmene, forse riesco a aiutarti. ‘

– No Mà” non voglio parlarne. Stai tranquilla e lasciami solo ‘

La rabbia del ragazzo traspare anche dalla voce oltre che dal viso contratto. Michela si preoccupa, si siede di fianco a lui, allunga una mano a carezzargli il volto e rimane sorpresa dall’allontanarsi repentino di lui.

– Guido”’ non farmi preoccupare, cos’hai? Che ti &egrave successo? ‘

Il ragazzo non riesce più a trattenersi, vorrebbe solo restare da solo ma l’intromissione della madre gli fa perdere ogni controllo anche se la rabbia &egrave rivolta soprattutto verso se stesso.

– E’ che sono un imbecille, un imbranato, un deficiente. Mi sono fatto prendere per il culo da uno stupido preservativo. Ci puoi credere? A 18 anni non sono riuscito a infilarmelo e lei rideva, rideva”’ –

Come un fiume in piena Guido confessa l’episodio. L’impaccio del tirar fuori il profilattico e provare a indossarlo, lui che non l’ha mai fatto. Lo scorno di essere riuscito a convincere la fidanzatina a farlo, e per lui sarebbe stata la prima volta, per poi essere così nervoso da non riuscire a controllare le mani. Del fallimento iniziale, della troppa foga con cui ha rotto ben due volte il preservativo dopo che era riuscito quantomeno a infilarlo sulla punta. Soprattutto l’ilarità dei lei, ben più esperta ma non al punto da comprendere le sue difficoltà e aiutarlo. Anzi, lo ha mortificato con una risata senza riuscire a smettere.
Guido racconta, inframmezzando di imprecazioni, la sua rabbia e la vergogna provata che gli ha fatto concludere la serata col timore, tra l’altro, di non avere più una ragazza.

– Poi, dopo che la serata &egrave andata a puttane, torno a casa e trovo voi che dormite belli beati dopo averlo fatto”’ mentre io sono andato in bianco. Cazzo che rabbia. ‘

Michela sussulta. Ripensa che in effetti la porta della camera non era chiusa completamente. Vede nella mente il figlio che rientra e, passando davanti, sbircia nel poco spazio.

– Guido, non devi pensare a male”’ –

– Su Mamma, lo so da tempo che tu e papà lo fate insieme a Edoardo e Cinzia. Non penso per niente a male, siete ancora giovani e fate bene. Casomai vi invidio. ‘

Nella foga Guido ha rivelato di sapere degli incontri dei genitori. L’ha scoperto per caso e non ne ha fatto parola con alcuno. Un po’ perché non li considera affari propri, un po’ perché avrebbe poi dovuto confessare di averli guardati eccitato. Soprattutto da Cinzia per cui ha una piccola cotta. La ‘zia acquisita’ che &egrave tanto gentile e dolce con lui e che popola i suoi sogni bagnati.
Oramai calmo dopo lo sfogo Guido fissa la mamma ancora attonita.

– Dai, oramai non sono più un bambino anche se”. Ancora non l’ho fatto”.. maledizione ai preservativi. Voi potete fare come volete per me e io”.. io imparerò e la prossima volta”.. ‘

Michela recupera il controllo e imposta il discorso in maniera materna:

– Perché non l’hai chiesto a tuo padre? Questi sono discorsi tra uomini e”. ‘

– Lascia perdere Mà, scusami se ti ho fatto preoccupare. Ora sto bene. Mi faccio una doccia e vado a letto. ‘

Michela bacia il figlio sulla fronte e lo vede andare in bagno. Torna nella sua camera decisa a parlare col marito, a indurlo da fare da insegnante al figlio. Rientrando trova Cinzia e Carlo appiccicati, le mani di entrambi che vagano sui loro corpi.

– Finalmente, ti aspettavamo. Io e Carlo pensavamo a un secondo round, che ne dici? ‘

Cinzia &egrave allegra, si &egrave svegliata contenta della notte appena trascorsa e, vedendo il corpo nudo di Carlo, mentre erano da soli, si &egrave accorta di avere ancora una certa voglia. Pensarlo e allungare le mani &egrave stato tutt’uno, con Carlo ben felice di ricambiare le attenzioni. Limonando si sono accordati per attendere Michela prima di passare al sodo, ma la Michela che &egrave rientrata ha altro in mente:

– Aspettate, di là c’&egrave Guido. Proprio di questo voglio parlarti Carlo, con Cinzia non c’&egrave problema se ascolta. ‘

In poche parole spiega l’accaduto e Carlo si fa subito serio. Vuole bene al figlio e se non ha mai affrontato certi discorsi &egrave stato in parte perché distratto dalla propria vita sessuale promiscua, in parte perché Guido non gli ha mai chiesto nulla e a lui pareva imbarazzante introdurre il discorso se non richiesto.

– Hai ragione, penso che sia il caso di fare un discorso tra padre e figlio. Aspetterò che si svegli, meglio se ora riposa. ‘

La storia ha invece un effetto diverso su Cinzia che vede sfumare il secondo round che si aspettava. Guido &egrave un bel ragazzo, nulla di eclatante ma ben messo fisicamente, e Cinzia si &egrave accorta degli sguardi che lui le lancia ogni volta che la vede. Civettuola ha spesso sporto il petto in fuori o accentuato l’ancheggiare, sorridendo del rossore che vedeva apparire sul suo viso.

– Un momento”.. mi dici che Guido ha appena fallito la sua prima volta? Povero caro, chissà come sta depresso. Ci vuole qualcosa che lo tiri su”.. in tutti i sensi. Che ne dite se invece di un insegnante ha”..una docente? ‘

Lo dice ammiccando, quasi fosse una battuta, e attende le reazioni dei due genitori.
Michela &egrave stupefatta dalla proposta dell’amica. Non sa fino a che punto sia uno scherzo, conosce l’amica e sa che sarebbe capace anche di questo. Una punta di gelosia le si insinua nel cervello: ‘questa troia si vuole scopare mio figlio?’. Pensa e subito dopo deve ammettere che &egrave la soluzione migliore. Se Guido avesse dei problemi Cinzia non riderebbe certo di lui ferendo il suo ego come ha fatto quella stronzetta della sua ragazza. Più ci pensa più si convince che la cosa &egrave giusta e fattibile.
Carlo &egrave immediatamente più possibilista. Avesse avuto lui a suo tempo una nave-scuola. Sa che si può fidare di Cinzia e la sua unica perplessità &egrave il riflesso che la cosa potrebbe avere sul loro rapporto a quattro.

– Ed Edoardo? ‘

– Oh, glielo dirò certamente, ma lui mi concede ogni tanto qualche capriccio. Allora? Siete d’accordo? ‘

– Non vedi l’ora di farti il ragazzino, eh troia? ‘

Michela lo dice con tono affettuoso. Conosce l’amica, il suo conoscere pochi limiti quando &egrave eccitata. Le sorride sempre più convinta che per Guido sia il modo migliore di esordire.
Cinzia comprende lo stato d’animo della madre di Guido, si trovano spesso in sintonia. Sorride a sua volta simulando imbarazzo.

– Beh, &egrave una situazione che mi intriga. E poi quando mai avrò più modo di ”. cogliere una primizia? Allora vado? Dove sono i preservativi? ‘

Carlo gli tende una scatolina tirata fuori dal comodino, dove a malapena si ricordava di averla messa tempo addietro, e la guarda ancheggiare fuori dalla stanza dopo essersi coperta con un accappatoio. Lui e sua moglie si scambiano uno sguardo divertito.

– E’ permesso Guido? Posso entrare? ‘

Cinzia apre la porta e trova Guido che si sta asciugando i capelli dopo la doccia, coperto anche lui da un corto accappatoio.
Lui salta in aria sentendola e vedendola entrare.

– Cinzia’.. ahem”. Che c’&egrave? Come mai”’. ‘

– Spegni quell’affare e vieni qui per favore ‘

Cinzia si &egrave seduta sulla sponda del letto, batte la mano sulla coperta per indicare al ragazzo dove sedere. Lui si avvicina imbarazzato, non gli sfuggono le lunghe gambe accavallate he sporgono dall’accappatoio aperto sul davanti fin quasi all’inguine, e nemmeno il solco dei seni nella parte superiore.
Si siede di fianco alla donna e attende sentendo del calore concentrarsi sull’inguine.

– Dunque, tua madre mi ha detto che hai un piccolo problema. ‘

– Quale problema? Che ti ha detto? ‘

Guido non immagina di cosa stia parlando Cinzia ma si sente a disagio, si muove pur restando seduto, guardando fisso in volto la donna.

– Mi ha detto che hai problemi ad usare”’ questo ‘

Nel dirlo Cinzia tira fuori platealmente un profilattico ancora racchiuso nella bustina argentata, e Guido diventa paonazzo. Distoglie gli occhi, balbetta:

– Che ‘che ti ha”..ti ha detto”.. tu” tutto? ‘

Cinzia &egrave deliziata dal candore del ragazzo. Stende una mano carezzandogli i capelli ancora umidi, soffermandosi su una guancia rovente.

– Oh tesoro, non vergognarti con me. Può succedere sai? E tu hai bisogno di qualcuno che ti faccia vedere bene come si fa””. Ti va se sono io? ‘

Se possibile Guido diventa ancora più rosso guardandola sbalordito. Possibile che intenda”’ che voglia”” Il suo fisico reagisce automaticamente e si ritrova con il pene che gonfia ben visibile la stoffa dell’accappatoio. Ciò non sfugge a Cinzia:

– Sì tesoro”.. intendo proprio quello. Ti va se ti insegno come si usa? ‘

Senza indugio la donna spinge giù il ragazzo fino a farlo distendere sul letto; il pene sfugge alla stoffa e svetta impettito sotto gli occhi maliziosi di lei che si affretta a sciogliere il nodo della cintura e denudarlo totalmente. Si lecca le labbra vedendo un pene sui 18 centimetri. La sorprende il diametro, superiore alla media, e non sa trattenere un’espressione gioiosa:

– Accidenti amore mio”. Sei messo bene sai? Sarai la delizia delle tue fidanzatine. Ma ora ti faccio vedere come si mette. La prima cosa &egrave che deve essere bello duro’. Permetti? ‘

Senza attendere la risposta allunga la mano e lo stringe spingendo in basso per scoprire completamente la punta. Muove piano la mano su e giù.

– Ecco, questo &egrave un modo per farlo diventare duro, ma ce ne &egrave un altro ancora più piacevole”’ –

– AAAAAAAHHHHHHHHHHH ‘

Carlo e Michela sobbalzano sentendo il grido e istintivamente corrono entrambi, lei davanti e lui dietro, verso la stanza del figlio. Si bloccano sull’uscio parzialmente aperto davanti alla scena di Cinzia china sul ventre del ragazzo, sentono le sue parole:

– ‘.. ti piace se ti faccio così Guido? ”’. La tua fidanzatina te lo fa?…………. ‘

Cinzia lecca la punta del cazzo ora completamente turgido e con voce roca stuzzica il ragazzo. Si riempie la bocca della carne dura e poi lo lecca ancora alternando parole e leccate.
Guido &egrave in estasi. Non &egrave riuscito a trattenere un urlo di sorpresa e godimento quando la donna gli ha, all’improvviso, preso la punta in bocca succhiandola forte.

– No’.. si”’ non così”. Non usa la lingua cos’ aaaaaahhhhhhhhhh”.. continua Cinzia, ti prego”’ &egrave bellissimo”’.. ‘

La donna si prodiga, le piace succhiare quel giovane cazzo che caldo tra le labbra. Comincia a toccarsi la figa trovandola già inumidita. Quando sente l’uccello pulsarle in bocca si tira indietro di colpo. Le piacerebbe farlo godere così, assaporare il suo seme, ma &egrave ancora troppo presto. Il ragazzo emette un gemito di disappunto e alza la testa guardando la donna.

– Aspetta tesoro, non &egrave ancora il momento di godere. Ora guarda. ‘

Prende la bustina del profilattico e la intacca con i denti facendo attenzione a non lacerare il contenuto. Lo fa con lentezza per dare il tempo a lui di raffreddarsi, sa che in quel momento anche un solo tocco lo farebbe venire.

– Ecco”’ innanzitutto devi scoprire qual &egrave il verso. E’ facile. Poi devi stringere il serbatoio, &egrave questo, tra due dita per far uscire l’aria. A questo punto lo appoggi sulla punta e piano piano lo srotoli giù. ‘

– MMMMMHHHHHHHH ‘

Il solo tocco delle dita che fanno scendere il profilattico lungo l’asta &egrave quasi sufficiente a Guido per venire. E’ teso, eccitato al massimo. Non ha capito nulla della spiegazione di Cinzia, a malapena l’ha udita troppo preso dalle sensazioni che prova. Per un istante gli passa nella mente il timore che ora, una volta spiegato l’uso, lei lo lasci stare con l’erezione prorompente e la voglia immensa di godere. Solo per un istante, perché vede la donna spostarsi, salirgli sopra, togliersi l’accappatoio per scoprire un seno pieno e sodo con i capezzoli sporgenti. E’ un sogno che si avvera per lui che infinite volte si &egrave masturbato sulla visione fugace di una scollatura, di un pezzo di coscia, del sedere tornito fasciato da pantaloni o gonne aderenti di Cinzia.
Gli occhi annebbiati dal piacere la vede sollevarsi su una gamba, impugnargli il cazzo e portarselo all’ingresso della figa.

– Guido, tesoro”” &egrave la prima volta per te vero? ‘

Il ‘sì’ strozzato di lui &egrave una frustata per i sensi di lei. Sta per sverginare il figlio dell’amica, se lo ripete dentro di se come un mantra mentre scende piano fino a sentirlo tutto dentro. Impalata, si ferma per assaporare la sensazione di essere riempita che ha ogni volta.
Dietro l’uscio Carlo e Michela hanno assistito alla scena trattenendo il respiro. La sensualità dell’amica li coinvolge, li eccita e Carlo, da dietro, spinge il pene duro sulla schiena di lei, con la mano le cerca la figa che tormenta con dita nervose. A Michela sembra di assistere a un film porno, ma &egrave tutto troppo reale: i gemiti del figlio, gli occhi brillanti di piacere di entrambi. Quando sente il cazzo del marito premerle dietro gli si fa incontro, accetta le dita di lui con gioia, si apre l’accappatoio per carezzarsi i seni, i capezzoli induriti.
Quando la voglia di sentirselo dentro &egrave troppa, si appoggia allo stipite della porta senza staccare gli occhi dai due sul letto, si china in avanti. E’ un invito che Carlo coglie subito, spostando la stoffa e penetrandola nella vagina già bagnata.

Cinzia e Guido non si accorgono di nulla, troppo presi l’uno dall’altra. Il cazzo duro che l’apre, le spinte del ragazzo verso l’alto, le mani di lui sui capezzoli, fanno di Cinzia un groviglio di nervi. Mugola mentre si muove sopra di lui, sempre più forte sentendosi riempire dal piacere, come un’onda di marea che la coglie e la solleva trasportandola in alto fino a farle girare la testa. Gode nell’istante in cui sente il cazzo di lui tendersi, vibrare. Le pare di sentire, se pur trattenuti dal profilattico, gli schizzi di lui che la riempiono. Inarca la testa indietro e grida forte, sovrastando le urla di lui che rigido si inarca conficcandosi profondamente in lei mentre viene.

Carlo e Michela mugolano anch’essi, inuditi dai due, non che interessi loro che sono preda della passione, lei che si protende indietro per andare incontro ai colpi di lui, sentendosi malferma sulle gambe, appoggiandosi con forza allo stipite per non cadere. Lo sente riempirla col suo seme e la basta il singolo tocco di un dito, portato in fretta al ventre, sopra il clitoride, per godere in un gemito strozzato, la vista che si annebbia.
Si riprende sentendosi sorretta da lui, le gambe molli e piegate. Senza un briciolo di forza si fa riaccompagnare in camera e mettere sul letto. Incredula fissa il marito, incapace di dire quello che pensa, non riuscendo a razionalizzare la cosa.

Così li trova Cinzia che torna felice, senza nemmeno essersi data la pena di riavvolgersi nell’accappatoio.

– Guido &egrave un vero torello. Pensate che gli stava già tornando duro ma mi pareva il caso di dargli un’altra lezione sull’uso del preservativo”.. e poi ho bisogno di riposo. ‘

Guarda i due coniugi con un sorriso soddisfatto sulla faccia stanca, quindi sale sul letto gattoni, si mette tra di loro baciandoli sulle guance prima di chiudere gli occhi ed assopirsi ancora sorridente. Il risveglio dei tre avviene quasi contemporaneamente in tarda mattinata. E’ Michela che per prima riprende coscienza ed i suoi movimenti, se pur lievi, svegliano anche gli altri due. Cinzia &egrave ancora stretta tra i due.

– Buongiorno, di nuovo ‘

Dice ad entrambi baciando prima Michela e poi Carlo, un’espressione felice e soddisfatta sul volto.

Gli accadimenti di poche ore prima si ripercuotono sull’umore di tutti. A parte Cinzia che pare un gatto che abbia appena mangiato una ciotola di panna, Michela &egrave turbata. Vedere l’amica col proprio figlio le ha provocato una punta di gelosia e contemporaneamente un’eccitazione incredibile che ha sfogato col marito, entrambi complici e spie dell’amplesso. Carlo ha una visione più maschilista: suo figlio, che ama più di se stesso, ha finalmente fatto sesso, e l’ha fatto con Cinzia, l’amica con cui condividono da tempo amicizia e lunghe scopate. Se non avesse avuto davanti a se Michela più che disponibile sarebbe stato tentato di entrare e unirsi ai due sul letto, magari prendendo Cinzia da dietro come altre volte ha fatto ma con Edoardo.
Con stati d’animo diversi i tre si alzano per le abluzioni. Era previsto che Cinzia si sarebbe fermata per tutta la giornata, attendendo il ritorno di Edoardo, e l’intermezzo mattutino non sposta di una virgola le azioni, solo i pensieri.

Seduti a tavola in quattro Carlo quasi scoppia a ridere a vedere l’espressione del figlio che arrossisce ogni volta che guarda Cinzia e questa che lo stuzzica, pur senza fare riferimenti espliciti, e lo coccola come mai ha fatto. Michela si sente presa ancora dalla gelosia e non sa chi guardare. Finge una calma che non ha e il pranzo si conclude bene o male come altre volte, con Guido che va in camera sua e le donne che si aiutano a rassettare mentre Carlo le attende sul divano guardando un programma sportivo.

– Michela, stavo pensando che forse Guido ha bisogno di un ripasso’ –

Michela comprende subito, anche dall’aria insieme triviale e scherzosa dell’amica, a cosa fa riferimento. La butta sullo scherzo anche lei:

– Sei proprio una troia insaziabile’ ti vuoi scopare ancora mio figlio? ‘

– Beh’ devo dire che non mi dispiacerebbe. Con un po’ di scuola adatta sono sicura che diventerà un amante notevole, e poi penso che oggi passerà la giornata col cazzo in tiro, a giudicare dalle volte che &egrave già venuto qui con scuse banali’ per rivedermi. ‘

Guido in effetti &egrave andato in camera sua come altre volte per non insospettire i genitori, non sapendo che lo hanno già visto, ma la cosa che vorrebbe di più &egrave che lui e Cinzia fossero soli. L’atteggiamento di lei gli fa pensare che potrebbe ripetere l’esperienza per lui incredibile del mattino. Ha l’uccello teso ma non vuole sfogarsi da solo; con la scusa di un bicchiere d’acqua torna in cucina per rivederla, per rimirarne le forme, e lei si atteggia, si muove sensualmente facendolo fuggire via rosso in viso per la presenza della madre. Poi torna ancora, ed ancora, ed alla fine riesce a prendere sonno evitando l’alternativa di chiudersi in bagno. Fa sogni bagnati.

Michela sente acuirsi la gelosia. Guido &egrave sceso più volte per’ vedere Cinzia. Nello stesso tempo pensa al fastidio che può avere il figlio con l’uccello duro stretto dai pantaloni, e pensa anche che le piacerebbe rivedere Cinzia darsi da fare.

– Quindi magari vorresti salire di sopra’ a vedere come sta? ‘

– Beh’ sì, mi piacerebbe. Quell’uccelletto affamato mi intriga. ‘

Sospira Cinzia. Le piacerebbe veramente fare un’altra partita col ragazzo, ma il momento &egrave passato, non &egrave la stessa cosa di poche ore prima, ha qualche remora, piccola ma presente, a chiedere all’amica di poter salire di sopra. La guarda speranzosa’

– Accidenti. Edoardo mi ha chiamato, &egrave rimasto per strada con l’auto. Devo andare a prenderlo. ‘

Carlo entra in quel momento, senza fare caso alla tensione impalpabile tra le donne, e annuncia che sta uscendo per recuperare il marito di Cinzia.

– Torniamo insieme per cena, ciao. ‘

Velocemente Carlo va via lasciando le due donne sole a guardarsi. Cinzia scruta l’amica e Michela acconsente annuendo senza parole. Non ce ne &egrave bisogno, sanno entrambe cosa intendono.
Cinzia la abbraccia, la bacia sulle guance e va verso le scale interne felice, già pregustando il corpo giovane di Guido.

Michela resta da sola. Beve un bicchiere d’acqua pensierosa e poi, di getto, si dirige anche lei verso le scale. Vuole vedere cosa fa l’amica. Si giustifica con la preoccupazione per il figlio ma non &egrave così, &egrave una febbre che si &egrave impossessata di lei. Faccia pure sesso con Guido, ma almeno lei sarà lì a scrutarli, a verificare che nulla di male (ma cosa?) accada’ ad eccitarsi a sua volta.

Quando arriva sul corridoio vede la porta della camera di Guido solo accostata. Si avvicina, sbircia e vede Cinzia seduta sul letto dove &egrave disteso Guido addormentato. L’amica la guarda ostentatamente, le sorride. Si aspettava che Michela la seguisse e l’ha attesa prima di iniziare a’ non sa bene nemmeno lei come iniziare. Guarda il corpo del ragazzo steso in posizione supina, l’aria innocente, le braccia ai lati del corpo, la testa voltata di lato e’ rimane di sasso. Proprio davanti ai suoi occhi, in quell’istante, i pantaloncini leggeri che Guido indossa cominciano a gonfiarsi. Lo sente gemere qualcosa e capisce che sta facendo un sogno, evidentemente un sogno erotico. Il pensiero che possa essere lei la protagonista di quel sogno le dà una scossa di eccitazione, la sua micina si inumidisce di colpo mentre l’uccello coperto si erge sempre più fino a premere con forza contro la stoffa. Il ragazzo si agita, geme ancora.

– mmmmhhhhhh ‘

Cinzia geme poggiando la mano sul rigonfio dei pantaloni di lui e sentendo distintamente l’asta dura sotto la stoffa. Lo massaggia un poco, attenta alle reazioni di lui che continua a dormire e mugolare agitato. D’un tratto Cinzia lo sente sussultare, il rigonfio sotto la sua mano si muove quasi fosse dotato di vita autonoma e lei vede, prima di sentire col tatto, una chiazza che si allarga sulla stoffa. L’attimo dopo Guido si sveglia sollevando il busto:

– CINZIA! ‘

Esclama, e non perché si &egrave accorto della sua presenza, ancora sta vivendo il sogno che l’ha fatto venire così, inconsapevole del tocco carezzevole della donna.
Lei, dal canto suo, ha notato la cosa perché ha udito l’esclamazione prima di vederlo aprire gli occhi. Lusingata dalla conferma di essere lei la protagonista di quel sogno bagnato, afferra e stringe l’asta attraverso la stoffa, agitandola a completare l’orgasmo di lui, ritrovandosi col palmo umido e appiccicaticcio.

Guido invece passa dall’estasi allo sgomento quando si avvede di lei. Si guarda il ventre e arrossisce per essersi sporcato, la sua mente non razionalizza la mano che lo stringe. Almeno non subito, poiché il tocco di lei &egrave chiaro, distinto, non gli permette di perdere vitalità ma anzi lo stimola ancora quasi non avesse appena goduto.

– Sono qui piccolo mio, sono qui. Mi stavi sognando? ‘

– No’ sì’ oddio Cinzia, che fai’ lasciami’ –

– Vuoi veramente che ti lasci? Non ti piacciono le mie carezze? Dimmi Guido, cosa stavi sognando? ‘

La voce di Cinzia &egrave suadente, ancora di più le sue mani che stanno spingendo in giù i pantaloncini scoprendo integralmente il cazzo rigido del ragazzo. Una volta denudato usa la stoffa per asciugare parzialmente l’asta e la base del membro, dove rivoli bianchi sono colati, mentre il ragazzo rimane immobile guardandola stralunato.
Pulito come poteva, lancia i pantaloncini e gli slip senza guardare dove cadano e pone ancor ala mano sui testicoli del ragazzo.

– Dimmi Guido’ cosa stavi sognando? Cosa facevamo? ‘

Il ragazzo ancora deve riprendersi dall’emozione del sogno e ancor di più dallo stupore di trovarsi Cinzia, la ‘sua’ Cinzia, lì accanto che lo guarda in attesa, un dolce sorriso sulle labbra e una luce strana negli occhi. Non ha sentito le sue parole, o perlomeno non le ha comprese.

– Perché sei qui? ‘

– Non ti fa piacere che io sia qui? Ero venuta a vedere se ricordavi cosa ti avevo insegnato questa mattina’ –

La scena della donna che gli fa indossare il profilattico e poi gli sale sopra appare nitida davanti agli occhi di Guido, di conseguenza le guance si imporporano e l’uccello sussulta irrigidendosi ancora di più.

– Io’ sì, mi ricordo’ però’ mi piacerebbe’ tu’ io’ –

In piena confusione Guido balbetta, incapace di esprimere un pensiero coerente, di dire ciò che veramente vuole, ciò che ha sognato. Non lo aiuta la mano di Cinzia che dai testicoli &egrave salita a carezzare l’asta, scorrendo con un dito sulla cappella, premendo con un polpastrello sul meato.

– Cosa hai sognato? ‘

La voce di lei ora si &egrave fatta roca. Immagina già cosa lui le dirà, ma vuole sentirglielo dire, vuole sentirlo dalla sua voce incrinata.

– Te’ho sognato te… ‘

Guido chiude gli occhi, si lascia andare sul cuscino abbandonandosi alle sensazioni piacevoli donate dalla morbida mano di lei.

– Ero con la mia ragazza’ in macchina, e lei mi stava’non come fai tu’ con la bocca’ –

– Così? ‘

Cinzia si china sul ventre del ragazzo, passa la lingua sulla cappella turgida strappando a Guido un singulto. Prosegue leccando l’asta per tutta la sua lunghezza prima di accoglierne la punta tra le labbra.

– Sì’ così’ così’ &egrave bellissimo ‘

– Continua a raccontare ‘

Il ragazzo freme per la carezza che sta ricevendo, poggia la mano sulla testa della donna senza premere, solo per accertarsi che non si sottragga. Non &egrave nelle intenzioni di lei che prosegue ascoltando la voce rotta di lui.

– Sì’ era-vamo in macchina’ die-tro’ aaaahhhhh’ Lo facc-iamo sempre e’ oohhhhh che bello’ –

– Continua ‘

– Lei l’aveva preso tu-tto, tutto in bocca e’ poi si &egrave tolta e mi &egrave’sali-ta sopra’. Quando se lo &egrave mes-so dentro’ mmmmhhhhhh’ non era lei’ eri tu’come questa mat-tina oooohhhhhh ‘

A fatica Guido racconta il sogno, perso nel ricordo, nel piacere della bocca di Cinzia che mollemente lo succhia e lecca. Non si accorge che dietro la porta della camera c’&egrave Michela che li guarda rossa in viso.
Sta assistendo all’incontro tra l’amica ed il figlio presa tra la voglia di correre via e la voglia di toccarsi per l’eccitazione. Vince la seconda e Michela si infila la mano nelle mutandine senza perdere un secondo della scena che si sta svolgendo sul letto.
Cinzia &egrave attenta alle reazioni del ragazzo. Già due volte l’ha sentito fremere, l’uccello ingrossarsi nella sua bocca, e si &egrave interrotta per non farlo godere subito. Non sa cosa le passa per la testa mentre si sente sempre più bagnata, tanto da dover portare la mano tra le cosce, sfiorarsi per placare almeno parzialmente l’eccitazione che la pervade. Fa cenno all’amica di avvicinarsi, di porsi al suo fianco per guardare meglio, e Michela la asseconda entrando silenziosamente, inginocchiandosi vicino, continuando a masturbarsi senza staccare gli occhi dalla cappella gonfia del ragazzo che appare e scompare tra le labbra di Cinzia.

L’amica osa l’inosabile: tenendo il cazzo per mano lo piega verso Michela. Vedendola esitare le prende la testa e la avvicina alla punta. Attende leccando pigramente la cappella, fino a vedere la lingua di Michela che, come dotata di vita propria, appare tra le labbra gonfie e si sporge verso l’uccello. Un primo tocco, un secondo e poi la punta scompare nella sua bocca.
Michela &egrave sconvolta, sente il sapore di quel cazzo e il pensiero che sia quello del figlio la fa inorridire’ Eppure non riesce a staccarsi, a dire basta, e nemmeno riesce a godere mentre si sta martoriando la figa. E’ un loop perverso che la confonde: la sensazione eccitante di quel cazzo caldo e duro nella sua bocca, il pensiero del suo proprietario che ricaccia indietro l’orgasmo proprio al limite, le sue dita che scivolano nella figa allagata senza esito.
Passano un paio di minuti e Cinzia, sentendo fremere ancora l’uccello, costringe Michela a stancarsi ricavandone uno sguardo grato ed irato insieme da due occhi come febbricitanti. Sale sopra il ragazzo e, come poche ore prima, se lo punta all’ingresso della vagina calando piano.

Michela vede l’uccello sparire nella figa luccicante di umori, e ancora non riesce a godere. Ha caldo, ha sete, non sa nemmeno lei cosa ha se non che non vuole interrompersi, non vuole staccare gli occhi da quello spettacolo a pochi centimetri da lei.
Osserva Cinzia cavalcare il ragazzo fino a che lui non si inarca, spingendo con forza verso l’alto, sprizzando tutto il proprio piacere nell’accogliente figa della donna.
Cinzia si muove più veloce, più frenetica, raggiungendo a sua volta il piacere. Urla e si dimena impalata sul cazzo ancora duro del ragazzo, la vagina che lo stringe, lo massaggia negli spasmi dell’orgasmo facendolo gemere ancora.
Un rivolo bianco che cola dalla vagina, ancora riempita dalla carne, &egrave lo stimolo finale per Michela che raggiunge i due amanti mugolando, due dita dentro se stessa a, spingere, muoversi, scavare’ restare immobili mentre lei s’inarca tendendo il corpo e aprendo la bocca a cercare aria, finalmente senza emettere suoni.

Potenza della gioventù, dell’ardore, della foia, quando Cinzia smonta da sopra Guido il cazzo &egrave ancora irrigidito. Non al massimo ma abbastanza da notarsi e ingolosire la donna mai sazia. Di fianco vede l’amica accasciata col busto su un lato del letto, le dita dentro di se che stanno riprendendo a muoversi ancora non paghe e un’altra idea le passa per la mente: rompere ogni taboo, favorire il congiungimento completo della sua amica col ragazzo. Muovendosi a scatti, non ancora completamente padrona del proprio corpo, spinge indietro l’amica facendola sdraiare sul tappeto, le cosce spalancate oscenamente, entrambe le mani sul ventre che si muovono scomposte.
Prende il ragazzo per l’uccello e lo tira a se, lo imbocca velocemente per fargli raggiungere il massimo turgore e si ferma un istante a leccarlo e succhiarlo sentendo distintamente anche il proprio sapore. Poi lo trascina tra le gambe di Michela e cerca di farlo inginocchiare tra le gambe aperte.

Michela &egrave fuori di se, si masturba convulsamente preda di una furia erotica mai provata prima. Come in una nebbia vede le manovre dell’amica e qualcosa si risveglia in lei. Un pensiero, uno scrupolo. Chiude le gambe guardando disperata l’amica, in una muta preghiera. Sa che se lei insistesse alla fine cederebbe ma non può, non vuole, e Cinzia comprende abbandonando l’idea per una soluzione a lei più favorevole. E’ lei che si china tra le gambe dell’amica, le spalanca, affonda il viso tra le cosce mettendo bene in evidenza davanti al ragazzo il suo culo pieno. E’ un attimo per Guido, che non avrebbe avuto remore a penetrare anche sua madre schiavo dei propri sensi ipereccitati, e si accosta bene alle natiche esposte e penetra un’altra volta, felice della nuova posizione che conosce solo per sentito dire, nella figa spalancata di Cinzia.

I tre si muovono contemporaneamente dando e ricevendo piacere, ognuno alla ricerca del proprio orgasmo conclusivo, quello più appagante, quello che toglie ogni voglia e che raggiungono uno alla volta ululando nella stanza surriscaldata.

– Perché l’hai fatto? Non dovevi spingerti’spingermi così oltre. ‘

Con tono di rimprovero e di vergogna Michela riprende Cinzia mentre stanno facendo la doccia assieme. Hanno abbandonato Guido sul letto, lasciandolo sprofondare in un sonno rigeneratore, unica premura il ricoprirne il corpo nudo, e sono andate in bagno a lavarsi, insieme.
Cinzia, recuperata la lucidità, non sa cosa rispondere. Quella che con l’eccitazione che le pervadeva il corpo pareva un’idea geniale ora le sembra un errore.

– Non lo so’ ho pensato che’ non lo so’ però tu l’hai leccato, l’hai succhiato. ‘

– Sì’ e mi vergogno. Non dovevo ma non ero capace di pensare. Vedevo solo quel cazzo duro e lo volevo, volevo sentirne il sapore. ‘

– Oramai &egrave fatta, inutile recriminare. Piuttosto’ sai che non mi dispiacerebbe farlo partecipare ai nostri incontri a quattro? Ha un bel coso e poi’ sarebbe tutto per me ah ah ah . Tre maschi a mia disposizione, che bello. ‘

Cinzia &egrave pragmatica e vede una variante gustosa negli incontri con la coppia di amici. Lo dice ridendo ma lo intende veramente.

– Cosa dici?! Non potrei mai fare sesso sapendo che lui mi guarda. ‘

– Cosa vuoi che sia? Non dimenticare che ti ha già visto farlo con me, che l’hai anche succhiato’ non ti piacerebbe vedermi presa da tre uomini’ contemporaneamente? ‘

Sognano entrambe le due donne: Cinzia pensando a una tripla penetrazione mai provata prima, Michela allo spettacolo a cui lei assisterebbe. Finiscono di lavarsi rimandando il discorso e si preparano per la cena.

Alla fine Carlo ed Edoardo rientrano sacramentando.

– Vi pare possibile? Quel meccanico mi ha spillato una cifra incredibile per riparare un guasto del cazzo. Accidenti a lui. Cosa c’&egrave per cena? Ho una fame incredibile. ‘

A cena Carlo ed Edoardo non badano a Guido che mangia la testa china, né agli sguardi d’intesa e di finta indifferenza delle donne, ancora impegnati a raccontare quella che pare loro un’impresa epica: il recupero di un’auto guasta.

Alla fine Cinzia e Edoardo tornano a casa, lei &egrave sazia, lui &egrave stanco. A letto lei gli si accosta:

– Sai caro’ oggi per me &egrave stata una giornata memorabile. ‘

– Non dirlo a me, ancora ripenso a quel meccanico’ memorabile in che senso? ‘

Cinzia racconta al marito ciò che &egrave avvenuto dalla sera prima. Dell’incontro a tre che lui già sapeva ed a cui non aveva potuto partecipare, all’avventura con Guido.

– Cosa? Veramente tu’ e Carlo e Michela che hanno detto? ‘

– Nulla’ gli ho chiesto il permesso prima ih ih ih ‘ e poi non &egrave finita, nel pomeriggio, quando Carlo &egrave venuto a prenderti’ –

Gli racconta anche del pomeriggio, omettendo la parte avuta da Michela.

– Che ne pensi se aggiungiamo Guido ai nostri incontri? Non avremmo più il problema di farlo a sua insaputa e poi’ ti immagini io che ti spompino mentre loro due mi riempiono? ‘

– Che porca che sei. Cazzo, se non fossi così stanco’ Beh, dormiamo, se Carlo e Michela sono d’accordo, perché no? Buonanotte maialina.-

– Buonanotte amore ‘ – Pronto, Cinzia? Sono Michela, ti va di vederci per un giro per negozi? Ho una cosa da raccontarti. ‘

– Certo cara, passo a prenderti e andiamo in centro, va bene alle 14, 30? ‘

– Certo, ti aspetto. ‘

Una breve telefonata tra le due amiche ed il pomeriggio si ritrovano insieme, con l’affiatamento consolidato che hanno raggiunto, girando per boutique, guardando tutto, provando qualcosa, acquistando poco. Poi si ritrovano in una sala da th&egrave.

– Allora Michela, basta fare la misteriosa. Ora stiamo comode e puoi dirmi quello di cui parlavi al telefono. ‘

– Allora. Ieri pomeriggio’ &egrave incredibile ma &egrave vero. Guido mi ha chiesto di lasciargli la casa disponibile’ –

– Cosa? Vuoi dire che? ‘

– Sì. Non avrebbe mai avuto il coraggio, me l’ha detto esplicitamente, ma dopo quel che &egrave successo’ Beh, come potevo negarglielo? E’ stato di una dolcezza incredibile: mi ha abbracciato mentre mi chiedeva il permesso. Mi ha detto chiaramente che voleva incontrare la sua ragazza ‘comodamente’, che doveva rifarsi dell’umiliazione subita. Così sono andata da mia sorella e quando sono tornata… Dovevano avere appena finito, lei aveva il viso senza trucco, le borse sotto gli occhi e’ un sorriso da un orecchio all’altro. Quando mi ha salutato andandosene camminava malamente. Invece Guido sprizzava gioia da ogni poro. Mi ha abbracciato ancora, mi ha sollevato e fatto girare per tutta la cucina e poi mi ha raccontato.
Hanno fatto sesso per tre ore o quasi, e lei non finiva mai di stupirsi di come lui sembrasse esperto. Hanno cominciato limonando e quando lui ha indossato il profilattico ha fatto in modo che lei vedesse bene che ne era capace e poi’ poi ci ha dato dentro più che ha potuto, ritirandosi quando vedeva che stava per venire, mi ha detto che l’ha imparato da te, e cambiando posizione come un esperto. Mi ha detto che lei sbrodolava come una cagnetta felice e che alla fine &egrave stata lei a dire basta. ‘

– Ah ah ah, quindi questa volta non ha avuto niente da ridere. ‘

– No, anzi, era entusiasta. Riposando tra una botta e l’altra lei gli ha chiesto cosa fosse successo, l’ha accusato di avere fatto esperienza con un’altra. ‘

– E lui? ‘

– Ha mentito spudoratamente. Le ha detto che la volta prima era nervoso, di aver fatto pratica da solo’ ci credi? Le ha detto proprio così. Ed anche altre cose di quelle che gli uomini dicono per discolparsi. E lei ci ha creduto, povera ingenua. ‘

– E adesso? ‘

– Adesso vanno d’amore e d’accordo. Lui mi ha già chiesto di lasciargli altre volte casa a disposizione, ed io ho acconsentito. ‘

– Ah ah ah, ti toccherà fare lavatrici extra. E di quello che &egrave successo cosa ha detto? Non &egrave che vuole’ ‘

– No, gli ho spiegato bene che &egrave stato un momento’ così, che non si ripeterà mai più. E sai che mi ha detto? ‘

– No.. su dimmi, non lasciarmi così’ –

– Mi ha detto: va bene mamma, capisco’ ma con Cinzia? ‘

– Cio&egrave? Vuole rifarlo con me? ‘

– Sì. Non l’ho mai sentito così vicino, così aperto con me, così pronto a parlare. E’ un ragazzo che non conoscevo, più sicuro, più deciso, più’ sporcaccione. Mi ha parlato tranquillamente come se l’avessimo fatto sempre, anzi sembrava mi chiedesse consiglio come ad una confidente di vecchia data. ‘

– E tu? Cosa gli hai detto? ‘

– Beh’ che per me non c’erano problemi se anche tu eri d’accordo. Ah ah ah ah ‘

Cinzia &egrave stupita dalla trasformazione di Guido che considerava un bamboccio, arrapato sì ma incapace di certe iniziative. Prende al volo l’occasione di proporre all’amica quello che da qualche giorno ha in mente senza trovare il coraggio per proporlo.

– Ah, quindi adesso sei d’accordo se me lo scopo eh? ‘

– Oramai’ sempre se a te va ovviamente ‘

Michela guarda l’amica con aria furbetta e le due scoppiano a ridere assieme.

– Certo che mi va ah ah ah. Piuttosto pensavo a una cosa che sarebbe utile anche a noi quattro’ Se coinvolgessimo Guido nei nostri incontri? Pensaci, non dovremmo più preoccuparci di’. ma perché ridi? Che ho detto? Guarda che parlo seriamente. ‘

Michela &egrave scoppiata ancora a ridere. Lo fa in maniera convulsa irrefrenabile. Guarda l’amica con le lacrime agli occhi e ride ancora senza riuscire a smettere, attirando anche qualche sguardo dai tavolini vicini. Cinzia inizia a rimanerci male, non capisce il perché dell’ilarità dell’amica.

– Che cazzo hai da ridere? Guarda che mi fai incazzare’ –

– Oddio’ scusami Cinzia’ah ah ah ah. .. Basta, adesso smetto’ ah ah ah ‘ No, sul serio. ‘

Michela recupera il controllo di se, si asciuga le lacrime e si dà un’occhiata al trucco mentre l’amica la guarda inferocita.

– Scusami ancora, non ce l’ho fatta a resistere. Il fatto &egrave che’ l’ho tenuto per ultimo’ il fatto &egrave che’ l’ha chiesto lui. ‘

– COSA? Intendi di’? ‘

– Sì, mi ha chiesto perché non poteva partecipare anche lui visto che con te c’&egrave già stato, e pensa che Carlo ed Edoardo non dovrebbero dire di no vista la facilità con cui si scambiano le mogli. E’ mortalmente curioso di provare un’orgia’ ‘

– Ma non gli importa che lo veda il padre? Passi la madre, che già l’hai visto, ma Carlo? Edoardo? ‘

– Se ne frega, anzi dice che sarebbe ancora più bello scoparti davanti a loro. ‘

Cinzia medita qualche secondo. Il ragazzo sta andando ben oltre ogni previsione. Eppure gli pareva così timido, così imbranato.

– Da come ne parli mi pare che tu sia d’accordo, ma come la metti se vedendo te nuda’ e a Carlo l’hai detto? ‘

– No, Carlo lo saprà questa sera, prima volevo parlarne con te’ e visto che l’hai proposto tu per prima mi sembra tutto a posto, no? Per quanto riguarda me’ gli ho spiegato bene che non deve mettersi in testa strane idee anche in quelle occasioni. D’altronde penso che una volta che sarà tra le tue cosce avrà altro a cui pensare. ‘

– Quindi gli hai già detto di sì. ‘

– beh, gli ho detto forse’ quasi sicuramente. Non vede l’ora. ‘

– E tu non avrai problemi a fare sesso davanti a lui? ‘

– No, non penso’ non credo. In fondo mi ha vista nuda un sacco di volte e poi, dopo che’ –

Come se si trattasse di un evento qualsiasi, le due amiche continuano a parlare programmando un’orgia che coinvolgerà anche il figlio di una delle due. Non si preoccupano di alcun risvolto che non sia quello di divertirsi tutti insieme. Anzi l’aggiunta di Guido pare loro una novità apprezzabile.
La sera Michela informa il marito, confessandogli anche il mezzo pompino. Di fronte allo sbigottimento di lui lo tranquillizza dicendo che &egrave stato un episodio a se stante, che mai si ripeterà e che basterà Cinzia a placare le voglie del figlio. Carlo all’inizio &egrave ritroso ma davanti alla serenità della moglie, al consenso degli altri ed al vantaggio di non dover più fare i salti mortali per nascondersi, acconsente anche lui.

– Ciao. Benvenuti. ‘

Dice Michela. Non hanno perso tempo i quattro per organizzarsi. Da troppo tempo non si ritrovano tutti insieme ed ora c’&egrave la novità: l’esordio di Guido. Questi &egrave nervoso più di quanto dimostri. Esteriormente appare calmo ma dentro di se ribolle l’incertezza. Un conto &egrave stato avere a che fare con le due donne, un conto &egrave trovarsi davanti ora i due uomini verso i quali sente una sudditanza psicologica; specialmente verso Edoardo la cui moglie si &egrave portato a letto.

Col padre &egrave diverso, lo vede ammiccargli, sorridergli, gli pare quasi di essere il protagonista di una delle storie di altri tempi, che gli hanno raccontato, quando il padre accompagnava per la prima volta il figlio al bordello.

Cinzia ed Edoardo entrano in casa scambiando baci e abbracci con i due adulti. Al ragazzo riservano un trattamento speciale, come se fosse l’ospite d’onore di una festa. La donna stringendolo a se, facendogli sentire il seno pieno, l’uomo dandogli pacche sulle spalle in una forma sguaiata di cameratismo. La prassi consolidata dei quattro originari prevede che all’inizio ci si comporti normalmente, come ad una tranquilla cena tra amici, lasciando al poi, all’estro del momento, all’iniziativa di un singolo, lo svilupparsi verso l’aggrovigliarsi solito sul lettone.

Questa volta Cinzia cambia tutto. Seduta di fianco a Guido lo stuzzica, lo blandisce. Fa battute a doppio senso, a volte sboccate; appena può lo tira a se facendogli poggiare il capo sul suo seno sodo, gli poggia una mano sulla coscia e la tiene lì, trasmettendo calore e facendo eccitare il ragazzo sempre più. Gli altri stanno al gioco come se nulla fosse, ridendo alle battute, incoraggiando Guido. Carlo e Edoardo non perdono tempo ad imitare Cinzia, riempiendo di coccole e di palpate le cosce e il seno di Michela.

– Io direi di passare al caff&egrave. Guido qui sta quasi per esplodere ‘

Dichiara Cinzia con enfasi. Dalla coscia del ragazzo la sua mano &egrave risalita all’inguine trovandolo già duro. Ha massaggiato l’uccello attraverso la stoffa provocandone l’irrigidimento, strappando mugolii a Guido che non riesce più a tener ferme le mani ed inizia a sua volta a palpare le gambe della donna.
L’invito viene accolto all’unanimità. Il tasso di eccitazione nella stanza &egrave cresciuto per tutto il tempo e ora il palparsi non basta più a nessuno dei presenti.
Michela, da brava padrona di casa, si occupa del caff&egrave esponendo il culetto ai tocchi di Edoardo quando gli passa accanto. Guido sussulta vedendo la mano dell’uomo sul sedere della madre. Un brivido di desiderio lo scuote. E’ libidine pura e solo il pensiero cosciente di chi sia la donna lo ferma dall’imitare lo ‘zio’. Si volta verso Cinzia toccandole il seno, giocando con il capezzolo inturgidito. Sa che la sua voglia troverà presto soddisfazione ma riesce a stento a contenersi, attendendo che siano gli altri, così come gli ha raccomandato la madre, a prendere l’iniziativa. Intanto scalpita nell’attesa.

E’ questione di poco, tutti e cinque stanno già pensando al prosieguo, ed &egrave Cinzia a dare il via, alzandosi e prendendo per un braccio Guido, conducendolo verso il salotto per farlo sedere sul grande divano e sedergli accanto mentre gli altri li seguono.

– Allora Guido, oggi &egrave il tuo grande giorno. Cosa ti piacerebbe? ‘

Cinzia guarda il ragazzo con aria invitante, sporgendo il petto verso di lui. Guido, dal canto suo, ha un attacco di timidezza vedendosi al centro dell’attenzione e che gli si chiede di essere fattivo.

– Io’ io non lo so. Tutto. ‘

– Tutto’di botto. Sei goloso ragazzo mio. Non vuoi cominciare dal mio seno? Ti piace? ‘

– Sì.. mi piace tanto ‘

– E allora toccalo, fammi sentire le tue mani ‘

Guido allunga prima una mano e poi l’altra verso il seno di Cinzia. Lo afferra, lo stringe mentre il viso gli si arroventa.

– Piano’ piano. Quanta irruenza. Aspetta, mi tolgo la camicetta. ‘

Cinzia si &egrave sentita afferrare con troppa energia e si tira indietro. Si toglie la camicetta e rinuncia a farsi togliere il reggiseno vezzoso dal ragazzo. Le pare troppo eccitato e ci sarà tempo per insegnargli a giocare con gli abiti. Resta a seno nudo e prende le mani di Guido portandosele ai seni.

– Ecco, così. Devi essere delicato, specialmente sui capezzoli. Prova a baciarli’ così’ sii sempre delicato. Ora succhiamelo’ mmmhhhhh’ così, bravo, con la mano tocca anche l’altro mentre lo fai’ sì’ mi piace. ‘

Guido non sta capendo nulla. Suda, gli sembra di avere la febbre mentre segue le istruzioni di Cinzia. Il capezzolo di lei in bocca &egrave una sensazione nuova. Una grossa bacca gustosa, nulla a che vedere con i capezzolini della sua ragazza che pure ha qualche volta leccato più per curiosità che per erotismo. Nei pantaloni si sente sempre più duro, sente di essere vicino all’orgasmo già così, solo sfregandosi sul ginocchio della donna che si accorge della cosa. Si &egrave seduta di lato per agevolare Guido, mettendo la gamba piegata sul divano e sente l’inguine di lui, proteso verso di lei, che urta a ripetizione il ginocchio scoperto dalla gonna. Una breve occhiata le conferma la tensione di lui e decide di fare qualcosa, contando sulle capacità di recupero, che già conosce, del ragazzo.

– Aspetta. Sei troppo teso. Adesso ci pensa la tua Cinzia a farti rilassare e poi potrai goderti tutto il resto. ‘

Si stacca dal ragazzo e si alza. Gli apre la cintura, il bottone, la cerniera e gli tira giù di scatto i pantaloni. Stessa fine fanno gli slip e Guido resta seduto, l’uccello in tiro che fa bella mostra di se, Cinzia inginocchiata tra le sue gambe che si protende, lo lecca sulla punta e poi fa sparire buona parte della verga in bocca prendendo a succhiare.
Gli altri tre stanno osservando la scena. Michela &egrave seduta tra i due uomini i quali, vedendo Cinzia spogliare il ragazzo, prima Edoardo e poi Carlo, si tirano fuori l’uccello già teso. Entrambi sono subito preda delle mani di Michela che, guardando l’amica spompinare il figlio, li masturba piano, tutti e tre gli occhi fissi sulla bocca di Cinzia che sale e scende lungo l’asta lasciandola luccicante di saliva.
Pochi minuti in quella bocca calda gli bastano per godere.

– Aaaahhhhh’ Cinzia’ ci sono’ ci sono’ AAAAHHHHHHHHH ‘

La donna sente l’asta vibrare e gonfiarsi e stringe bene le labbra poco sotto la cappella, muovendo la lingua, sentendo uno, due schizzi violenti e poi altri più tenui riempirle la bocca. Non si stacca e cerca di ingoiare il seme man mano che fuoriesce, fino a quando Guido ha finito di eiaculare. Solo allora si toglie lasciando all’aria il cazzo ancora in tiro, appena appena meno rigido.
Fare il pompino al ragazzo le ha messo voglia. Guata Carlo, poco distante e si sposta verso di lui, spogliandolo come ha fatto con Guido. Glielo prende in bocca solo per un minuto, per accertarsi della rigidità, per portarla al massimo, e poi siede sopra l’uomo, poggiandogli i seni sul viso, impalandosi e scuotendosi per un paio di minuti fino a raggiungere un primo orgasmo che attenua la foia che l’ha presa ma non la spegne.

Intanto Michela sta leccando Edoardo. Si &egrave messa anche lei in ginocchio sul pavimento, senza spogliarlo, semplicemente tirandoglielo fuori, succhiandolo golosamente e sentendosi inumidire sempre più. Sente su di se le mani dell’amica che le stanno aprendo la camicetta. La agevola come può per farsela togliere, fa lo stesso col reggiseno e poi con la gonna restando con le sole mutandine. Avverte delle dita posarsi sulla figa, spostare la stoffa e entrarle dentro. Mugola continuando a succhiare il cazzo che le riempie la bocca. Mugola più forte quando le dita vengono sostituite dall’uccello duro di Carlo che la afferra per le anche e inizia a scoparla con colpi cadenzati. Ha gli occhi chiusi e si lascia andare alle sensazioni sentendo su di se gli occhi del ragazzo.

Guido si &egrave alzato ed ha finito a spogliarsi togliendosi la maglia. Guarda la madre presa tra due uccelli e si sente eccitato senza sapere bene cosa fare. E’ Cinzia che gattonando gli si avvicina, lo spinge di nuovo a sedere mettendoglisi di fianco, la mano che scorre lieve sull’uccello.
Insieme vedono Edoardo spingere indietro la testa di Michela, scambiare un cenno di intesa con Carlo e stendersi sul pavimento dopo essersi spogliato completamente a sua volta.
Carlo esce da Michela che protesta appena. Sa cosa le stanno per fare i due uomini, lo vuole. Spontaneamente si sposta sopra Edoardo, si guida il cazzo nella figa e attende che Carlo le si posizioni dietro. Si muove appena sull’uccello che le riempie la vagina. Quando si sente afferrare per i fianchi si immobilizza, rilassa i muscoli e attende che la verga del marito le si accosti all’ano, spinga entrando per alcuni centimetri e fermandosi.

Michela si sente riempire. Il fastidio iniziale della penetrazione già sta scomparendo. Spinge indietro con attenzione facendo entrare ancora un po’ il pene durissimo di Carlo, attende che le sensazioni datele dal cazzo di Edoardo, che si muove piano nella vagina, si facciano più intense. Solo allora spinge ancora e si sente completamente piena dei due cazzi.

– Mmmmmhhhhhh sì’ scopatemi’ scopatemi insieme’ –

E’ quello che i due uomini aspettavano. L’hanno già fatto altre volte, sanno che da adesso possono muoversi senza problemi, che per la donna incastrata tra di loro sarà solo piacere.
Muovendosi insieme con la sincronia data dall’esperienza si muovono avanti e indietro e Michela parte per la tangente.

– SSSSIIIIII’.. PIU’ FORTE, PIU’ FORTE” SBATTETEMI’. SBATTETEMI’. ‘

Cinzia ha già visto quella scena, la eccita ogni volta pensando a quando sarà il suo turno. Nella mano sente il cazzo di Guido che sussulta. Ad ogni parola urlata dalla donna l’uccello ha un guizzo verso l’alto quasi sfuggendole dalla presa.

– OOOOHHHHHH’ VENGO’ STO VENENDO’. NON GUARDARMI GUIDO’ NON GUARDARMIIIIIIII’ AAAAAHHHHHHH’ SSSSSIIIIIIIIIII ‘

Michela &egrave preda dell’orgasmo, gli occhi le cadono sul divano, sul del figlio che la osserva rapito. Uno scrupolo le fa urlare l’invito a distogliere lo sguardo. Poi se ne dimentica preda delle sensazioni donatele dai due cazzi che si muovono velocemente dentro di lei.
Dentro e fuori, dentro e fuori, duri, instancabili, fino a che lei si inarca come percorsa da una corrente elettrica e poi si accascia sopra Edoardo senza più forze, ansimante, il cervello pieno di mille colori sfavillanti e il corpo che le pizzica deliziosamente.
Carlo esce dal culetto della moglie senza essere venuto. Sa che presto avrà soddisfazione e con lui Edoardo. La doppia penetrazione &egrave diventata una costante nel loro ménage a quattro; prima una, poi l’altra, che questa volta &egrave Cinzia, in cui si preparano a riversare il proprio seme.

Anche Cinzia lo sa e non vede l’ora. Con mosse scoordinate per la fretta tira giù Guido, lo fa stendere sul pavimento, ci sale sopra e si impala muovendosi su e giù nell’attesa degli altri due uomini. Edoardo le si mette davanti, porgendole l’uccello bene in tiro che lei si affretta a prendere in bocca e riempire di saliva, preparandolo per quando, e freme impaziente, le entrerà dietro.

Sospira e poi caccia un urletto Cinzia sentendosi penetrare. Edoardo ha cercato di essere delicato ma la presenza ingombrante del cazzo di Guido nella vagina ha reso più difficoltoso del solito l’ingresso. Si concentra e cerca di rilassare i muscoli, sente le mucose adattarsi all’avanzare lento ma inesorabile del cazzo nell’intestino. I due sono fermi ora: Guido non sapendo bene cosa fare, Edoardo per permetterle di abituarsi Solo quando si sente pronta &egrave lei a muoversi, provando a roteare il bacino, avanzando e retrocedendo, sentendo i due cazzi scorrere in lei e riempirla tutta. Adesso va bene, il fastidio &egrave passato e già iniziano i primi brividi piacevoli. Fa cenno a Carlo di accostarsi e glielo prende in bocca con un moto di trionfo. Finalmente, per la prima volta, &egrave piena dappertutto. E’ un’esperienza che voleva fare da quando ha assaporato la doppia penetrazione. Si muove circospetta cercando di coordinare il movimento dei fianchi con quello della testa e le pare che anche il sapore di quel cazzo ben conosciuto sia diverso ora. Lo lecca appassionatamente, lo succhia, si spinge indietro per farsi penetrare completamente e poco dopo perde ogni controllo. Il piacere le arriva al cervello da più parti, non solo dai cazzi immersi in lei ma anche dalla schiena leccata da Edoardo, dai capezzoli stuzzicati da Guido.

Il ragazzo affascinato dai seni di Cinzia li ha presi in mano. Non riesce a leccarli e si limita a carezzarli, a stringere le bacche dure dei capezzoli delicatamente tra le dita. Assapora con interesse le sensazioni che gli danno il movimento della vagina sulla sua asta e dell’asta dell’altro uomo da cui &egrave diviso da pochi millimetri di carne. Sopra di se vede la bocca della donna riempita, le guance incavate. E’ una cosa di cui ha sentito parlare, che ha visto in qualche filmato porno ma che mai pensava l’avrebbe visto come partecipante. Si muove istintivamente verso l’alto cercando un contatto più profondo, si sente stretto in una morsa, eccitato dai mugolii che Cinzia emette a bocca piena. L’eccitazione sale ancora quando Edoardo e Carlo si scambiano di posto:

– Aspetta, voglio metterglielo in culo anche io ‘

Di nuovo sente la donna immobilizzarglisi sopra, attendere. Di nuovo sente il peso aggiuntivo sopra di se, la presenza del cazzo che forza il forellino posteriore. Si muove ancora insieme agli altri e la donna pare impazzire. Si muove frenetica sopra di lui, geme, mugola, dice parole incomprensibili togliendosi e subito riprendendo il cazzo di Carlo in bocca. Alla fine si tende verso l’alto gridando forte e ricadendo sopra di lui che, schiacciato, si rende a malapena conto dell’orgasmo che la donna sta vivendo, semisoffocato dal seno prosperoso che gli si schianta sul volto, lo copre, lo ammanta rendendogli difficile respirare.
E’ solo un attimo. Sente la voce di Edoardo:

– Vengo amore sto venendo’ prendilo’prendilo in bocca. ‘

La donna a fatica si tira su, accontenta l’uomo facendo così respirare il ragazzo che alza gli occhi e vede la bocca impadronirsi ancora dell’asta, le guance gonfiarsi per poi incavarsi, una perla bianca che appare all’angolo delle labbra e la voce dell’uomo che grida il proprio piacere scaricandosi nella gola accogliente della donna.
Carlo si &egrave adattato ai movimenti degli altri senza smettere di penetrare il culetto di Cinzia, si sente vicino all’orgasmo ma vuole continuare ancora un po’. Non ha fatto i conti con Guido che ora pare un ragazzino viziato e con voce lamentosa chiama:

– Papà anch’io’. Anch’io voglio’ dietro’ come te’ –

Guido &egrave quasi al parossismo; da quando sono a letto un’overdose di sensazioni gli ha annichilito o quasi i sensi. Tutte cose nuove, tutte cose che finora ha solo sognato. Vedendo i due uomini alternarsi nella sodomizzazione vuole provare anche lui. Con la fidanzata ha tentato un paio di volte senza esito, bloccato dai lamenti di lei. Ora c’&egrave Cinzia che senza problemi ha preso prima uno e poi un altro cazzo nel sedere. Guido non vuole essere da meno, vuole assaporare quel frutto proibito:

– Anch’io’. Papà anch’io ‘

Carlo lo sente e stringe i denti. Manca veramente poco al piacere ma capisce il figlio e decide di fargli vivere anche questa esperienza. A malincuore si tira indietro, tira a se la donna per farla smontare, si fa da parte per cambiare posto col figlio ma questi &egrave una furia.
Di scatto si alza, va dietro la donna, punta il cazzo sul forellino e spinge con forza sprofondando quasi completamente, strappando un urlo a Cinzia per l’irruenza, e muovendosi subito con furia avanti e indietro.

La donna sopporta, già abituata dalle precedenti penetrazioni, apprezzando la vigoria del ragazzo. E’ solita dire: ‘l’inculata? Una piccola pena per un grande piacere’. A lei piace essere presa così, specialmente quando viene presa contemporaneamente in vagina.
Presto i colpi del ragazzo le provocano solo sensazioni piacevoli e lei si sistema meglio sulle ginocchia per assaporare meglio la penetrazione sempre più profonda.
Guido &egrave un’altra persona: digrigna i denti, ha gli occhi di un pazzo, dalle labbra fuoriesce una litania lubrica:

– Ti inculo’ ti sto inculando’ prendilo tutto’ prendilo tutto’ ti spacco’ ti rompo.-

Parole dette con tono monocorde, nemmeno urlate. Per lui esiste solo il pensiero che per la prima volta sta sodomizzando una donna, e le sensazioni che il budello stretto, che gli avvolge il cazzo come un guanto, gli fanno vibrare per tutto il corpo raggiungendo il cervello dove esplodono.
Dura ancora poco Guido, e in quel poco tempo Carlo riesce a portarsi avanti alla donna, eccitato anche lui dall’impeto del figlio, per farselo prendere in bocca dove poco dopo deposita il suo seme senza che la donna si stacchi.

Cinzia, presa da due parti, accoglie volentieri tra le labbra il cazzo di Carlo. Lo lecca, lo succhia, lo assapora senza stupirsi quando in poco tempo si sente riempire la bocca del seme caldo di lui. Lo ingoia continuando a succhiare fino a quando non lo sente perdere rigidità. Solo allora si dedica a se stessa, alle sensazioni che le sono cresciute dentro e che cercano uno sfogo. Si porta una mano al pube, si penetra con due dita strofinando il polso sul clitoride. Mugola quando si sente riempire anche l’ano dallo sperma di Guido che si &egrave fermato completamente dentro di lei, cadendole addosso e costringendola a terra, come una farfalla trafitta da uno spillone. Ma questo non &egrave uno spillone, &egrave carne dura, vera, viva, calda. La sente pulsare mentre emette gli ultimi spruzzi di seme e a Cinzia basta un ultimo tocco sul clitoride per godere a sua volta abbandonandosi sul pavimento, sovrastata dal peso del ragazzo.

Guido &egrave semisvenuto, troppo intenso il piacere che ancora lo scuote. Non si accorge della leggera pacca sulle spalle che gli dà Carlo, orgoglioso di suo figlio, e nemmeno della carezza che Michela fa sulla guancia dell’amica per consolarla e ringraziarla assieme.
Nessuno si accorge dello sguardo che Edoardo lancia a Guido in cui c’&egrave una punta di livore. – Scusami, pensavo non ci fosse nessuno ‘

Michela salta per aria sentendo la porta aprirsi e vedendo una persona entrare. Da sotto la doccia, riconosce Virginia, la ragazza di Guido che si sta scusando per l’intrusione.

Il legame tra i due ragazzi si &egrave approfondito. Ora non c’&egrave più l’accordo tra madre e figlio per avere la casa libera, troppi problemi. Adesso la ragazza va a casa di Guido spesso e volentieri. I due si chiudono in camera di lui e Michela non deve nemmeno immaginare cosa stiano facendo perché ogni volta sente i versi e le grida dei due che si lasciano andare fregandosene del resto del mondo. Virginia &egrave simpatica, bene educata, almeno per quel che ha potuto constatare Michela le poche volte che ha potuto scambiarci qualche parola. Sì perché dopo la prima volta, in cui l’ha fatta conoscere alla madre e quindi si sono intrattenute a parlare, adesso ogni volta che lei arriva lui scende velocemente le scale e, prendendola per mano, la porta sopra, lasciandole a malapena il tempo di salutare Michela.

Sentendo aprire la porta Virginia si copre istintivamente con le braccia girandosi e vedendo la ragazza entrare. Si stupisce vedendola nuda anch’essa.

– Ti dispiace se’ tanto siamo tra donne. ‘

Virginia, con la massima naturalezza, si siede sul bidet e apre l’acqua per lavarsi le parti intime. La mano che tra le cosce, alza lo sguardo su Michela ancora immobile, un braccio a coprire i seni, una mano sul pube. La fissa in volto mentre Michela invece fissa il pube di lei, la mano che si muove sul taglio, le dita che lo aprono, entrano dentro facendo uscire un liquido lattiginoso che &egrave chiaramente lo sperma di Guido. Le prende la preoccupazione di tutte le madri:

– Scusami Virginia, ti volevo chiedere’ tu sei protetta vero? ‘

La risata argentina della ragazza riempie l’ambiente mentre continua a muovere le dita dentro e fuori di lei:

– Certo, prendo la pillola. Non preoccuparti, non diventerai nonna ‘

Michela arrossisce di fronte alla sfrontatezza della ragazza. Arrossisce ancora di più alle parole successive:

– Michela’ posso vederti le tette? ‘

Benché sbalordita la donna riporta il braccio verticale scoprendo così i seni floridi.

– Lo sapevo, sono così grandi ‘

Virginia sospira portando una mano ad un seno e poi all’altro, soppesandolo toccandolo, evidenziandolo.

– Le mie invece sono così piccole. Vorrei averle come le tue. ‘

Michela si guarda istintivamente il seno. E’ orgogliosa delle proprie tette. Nonostante la maternità esse hanno ceduto appena. Solo lei sa quanto le &egrave costato in creme ed esercizi, tutto pur di mantenerle naturali. Risponde alla ragazza conscia della propria superiorità e cercando di consolarla.

– Le tue sono così sode invece, sono proporzionate, non devi invidiarmi. ‘

In effetti i seni di Virginia sono alti, arrogantemente protesi verso l’esterno, nessun segno di un cedimento ancora al di là da venire. E non sono piccolissime, una seconda abbondante rispetto alla terza piena di Michela, ma perfettamente adeguate al fisico della ragazza.
Si scambiano complimenti a vicenda fino a che Virginia non si alza, chiude l’acqua e si asciuga le parti intime prima di avvicinarsi a Michela e protendere una mano verso di lei.

– Però vorrei avere almeno i capezzoli come i tuoi, sono così belli mentre i miei sono come bottoncini ‘

Mentre parla prende un seno di Michela tra le mani, stringe appena il capezzolo ed una scarica elettrica parte da lì per arrivare al ventre della donna.
In quel preciso istante Guido entra nel bagno:

– Virgi, facciamo la doccia insie’ –

Si blocca sulla porta guardando le due donne nude, la mano della più giovane sul seno dell’altra, l’acqua che scorre sul corpo più maturo eppure così attraente. E’ nudo anche lui, l’uccello a metà tra il riposo e l’erezione. Mentre attendeva il ritorno di lei si &egrave sentito sudato, ed &egrave stato un tutt’uno col pensare di fare la doccia con la sua ragazza, o meglio fare sesso con lei sotto la doccia.

– Guido, &egrave vero che il seno di tua madre &egrave più bello del mio? ‘

Spudorata, la ragazza ha voltato appena la testa per guardarlo, continuando a tenere leggermente tra le dita il capezzolo di Michela che si inturgidisce spontaneamente.

Il ragazzo osserva i corpi nudi delle due. Tutti e due perfettamente formati, uno più maturo ma non per questo meno eccitante, tanto che l’uccello inizia a puntare verso l’alto.
Non risponde, ipnotizzato dalla mano della sua ragazza e dal seno che Michela copre con un gesto tardivo di pudore, scostando la mano della ragazza che invece di ritrarsi scende verso il basso, carezzando la leggera peluria del ventre ben curato.

– Non ti danno fastidio i peli? Io preferisco toglierli del tutto. Senti com’&egrave liscia’? –

Con l’altra mano ne prende una di Michela portandosela al pube, poggiandovela sopra. Michela si lascia fare quasi senza rendersene conto. Sente la mano della ragazza sul ventre, leggera, carezzevole; avverte sotto le dita la pelle liscia della micina dell’altra, il piccolo taglio appena sporgente. Si riscuote da quella specie di torpore e reagisce con decisione osservando il cazzo di Guido che si &egrave teso, davanti allo spettacolo che gli stanno offrendo le due, e punta arrogantemente nella loro direzione:

– Adesso basta ragazzi. Andate di là a fare quello che dovete fare e lasciatemi fare la doccia in pace. ‘

Interrompe il contatto con la ragazza e chiude la porta a vetro. Solo quando dalla semitrasparenza &egrave certa che sono usciti esce dalla doccia, va alla porta del bagno e la chiude a chiave prima di ritornare sotto l’acqua. Qui, finalmente tranquilla, lascia l’acqua scorrerle sul corpo. Si carezza i seni, con una mano scende al ventre e, ricordando il tocco lieve di Virginia e la sensazione della sua morbidezza sotto le dita, si masturba fino a un orgasmo violento che la lascia senza forze, a scivolare lungo la parete inondata dall’acqua corrente fino a trovarsi seduta e semiincosciente.

– Ma che cazzo ti &egrave venuto in mente? ‘

– Di cosa parli? ‘

Guido &egrave tornato nella sua stanza con Virginia e la aggredisce verbalmente:

– Toccare mia madre, farti toccare da lei. ‘

– Era per scherzo suvvia. Lo sai che preferisco questo. ‘

Nel rispondere Virginia prende in mano la verga tesa del ragazzo, la carezza per tutta la sua lunghezza e poi si china in avanti aprendo la bocca.
La leggera rabbia che aveva assalito guido lo abbandona sotto l’abile tocco della lingua e delle labbra di lei. Nella sua mente rivede comunque le due donne, le loro mani sui rispettivi ventri e una scudisciata di eccitazione gli percorre i lombi.
Virginia si tira su e siede sul letto tirando verso se il ragazzo, aprendo le gambe per farlo accomodare tra esse, desiderosa di essere penetrata. Nel farlo parla

– Però’ sai che &egrave veramente bella? ‘

– Cosa? Chi? ‘

Guido ha seguito le mosse di lei e già sta puntando il membro all’apertura della vagina.

– Ma tua madre no? Ha un’aria così giovanile. ‘

Guido si blocca un istante guardando da pochi centimetri il volto della ragazza stesa sotto di lui:

– Non &egrave che mi stai diventando lesbica? ‘

Chiede indeciso tra lo scherzo ed il serio.

– Ti ho detto che mi piace il cazzo. Però’ ha un seno così bello. ‘

Virginia parla con aria trasognata portando le mani al sedere di lui per farsi penetrare, sospirando quando lo sente entrare. Guido &egrave incuriosito da questa nuova Virginia che non conosceva.

– Ma tu’ hai fatto sesso anche con ragazze? ‘

– Ti racconterò un’altra volta, adesso scopami’ scopami forte. ‘

Virginia porta le gambe dietro il corpo del ragazzo, imprigionandolo e spingendo il ventre verso di lui, facendosi penetrare completamente, gemendo quando lui comincia a muoversi.
Fanno l’amore per lunghi minuti, stretti stretti, scambiandosi baci su labbra, viso e collo, e quando Guido gode dentro di lei in testa ha l’immagine di Virginia e Michela sdraiate al rovescio che si leccano con passione.

Sono passate alcune settimane da quel giorno. Virginia frequenta regolarmente casa di Guido, dimostrandosi sempre affettuosa verso Michela quando le apre la porta, abbracciandola e baciandola sulle guance pericolosamente vicino alle labbra, senza osare di più se non di stringerla seno contro seno e indugiare un istante più del dovuto nell’abbraccio prima di salire in camera con Guido.
Michela non può sottrarsi a queste manifestazioni affettuose, pur comprendendone i risvolti e le allusioni. Ora sta bene attenta a evitare i contatti casuali, a chiudere bene la porta del bagno quando i ragazzi sono in camera. E’ frastornata, senza riuscire a capire bene dove vuole arrivare la ragazza, o forse temendo di capirlo. Si sente frustrata dal non riuscire a trovare una reazione matura a quel modo di fare ambiguo. Nemmeno il parlarne con Cinzia l’ha aiutata anzi, parlarne, involontariamente, con tono entusiastico &egrave servito solo a far incuriosire l’amica che ha voluto sapere tutti i particolari del corpo della ragazza, della scena del bagno, dei pensieri di Michela.

– Accidenti, però se mi dici che &egrave così carina’ io un pensierino ce lo farei. ‘

Cinzia scherza con l’amica toccando un nervo scoperto. Lei e Michela non disdegnano le effusioni saffiche, sia per eccitare i loro mariti che per piacere personale, ma sempre come corollario agli incontri di gruppo. Da quel giorno invece Michela pensa spesso a Virginia e le &egrave capitato di masturbarsi con l’immagine del suo corpo nudo davanti agli occhi.

– E che cazzo Cinzia, dopo mio figlio vuoi farti anche mia nuora? ‘

Michela sbotta risentita, calmandosi l’istante dopo, l’amica che si &egrave resa conto di aver passato il segno che le si accosta e la abbraccia.

– Scusa Miki, stavo scherzando. Scusami tanto ‘

Parla e la stringe, le bacia le guance, si avvicina alle labbra poggiandovi le proprie, tentandole con la lingua fino a quando Michela non le apre e ricambia il bacio umido.

– Pensa che io sia Virginia ah ah ah ah ‘ –

Cinzia scherza ancora scattando indietro e evitando per un pelo il blando schiaffo dell’amica che nel farlo si rende conto della situazione e la prende sul ridere anche lei:-

– Vaffanculo troia ah ah ah’ –

– Appena torna mio marito senz’altro, puttana ah ah ah’

Le due amiche si abbracciano ancora senza baci, solo per ridere insieme dello scherzo.
Lo screzio &egrave durato pochi secondi, ma Cinzia non resiste, nei successivi incontri a cinque, durante gli intervalli tra le veementi sessioni di sesso, di chiedere a Guido della sua ragazza, di com’&egrave fatta, di quel che combinano assieme; lanciando ogni volta uno sguardo all’amica per vederne la reazione.

E’ difficile mentire mentre sei disteso sul letto ed una bella ragazza, la tua, ti sta facendo un succulento pompino.
Forse &egrave stato intuito femminile, forse un atteggiamento troppo espansivo di lui notato da lei, in un paio di volte che Virginia ha trovato a casa di Guido anche Cinzia insieme a Michela, forse un gioco natole spontaneo nella testa. Fatto sta che Virginia stuzzica ed interroga Guido sui suoi rapporti con Cinzia.

– E l’amica di tua madre? Te la faresti eh? ‘

– Ma che c’entra Cinzia ora? Dai, non smettere tesoro, pensiamo a noi ‘

– No, o mi dici tutto o smetto di succhiartelo. E’ bella eh? Ti piace! ‘

La ragazza tiene sulla corda Guido alternando leccate e domande, insinuazioni e succhiate, e lui non capisce più niente. Troppo eccitato per poter ragionare e dirottare il discorso ammette che Cinzia gli piace.

– Lo sapevo, PORCO. Vorresti che fosse lei a succhiartelo vero? Te la scoperesti’ magari l’hai già fatto. ‘

– S s sì! ‘

La risposta sfugge a Guido involontariamente non riuscendo a ragionare con rapidità.
Virginia smette di succhiarlo per guardarlo storto e domandargli con astio

– COSA!? ‘

Non si aspettava un’ammissione così sincera, per lei era solo un gioco per eccitarsi. Guido non riesce nemmeno a riprendersi inventando qualcosa nel momento in cui ancora &egrave possibile imputare il sì a un fraintendimento. Farfuglia, balbetta, guarda Virginia con aria colpevole e la ragazza si convince che effettivamente lui &egrave andato a letto con Cinzia. Stringendogli con più forza del dovuto l’uccello ed i testicoli continua a porre domande, con tono incazzato e lui si impaurisce. Il dolore alle palle gli toglie quel minuscolo residuo di lucidità che manteneva. Tutto pur di farla smettere, magari per farla ricominciare a succhiarglielo. Così racconta ogni cosa a Virginia, senza omettere particolari, nemmeno quello della prima volta quando Michela &egrave stata partecipe.

Virginia &egrave sbigottita nell’apprendere della vita sessuale di Guido e dei suoi genitori. Nella propria mente vive il racconto di Guido: la testa di Michela che scende sul suo ventre, Cinzia che gli sale sopra, Cinzia presa da tre uomini insieme. La sua mano non stringe più i testicoli del ragazzo che, lieto, si fa indietro, l’uccello ora miseramente ammosciato. Guarda la sua ragazza che &egrave rimasta a bocca aperta, senza fissare nulla in particolare. Poi i suoi occhi si muovono ancora, incontrano quelli di lui ed una luce eccitata li attraversa. Non &egrave più incazzata, d’altronde per lei Guido non &egrave propriamente l’amore della vita anche se gli vuole bene. Le modalità del tradimento sono talmente particolari che non si sente gelosa ma eccitata immaginandosi al posto di Cinzia.

– Sei un maiale lo sai? ‘

Nel riprendere a parlare con voce suadente si accosta al ragazzo, allunga ancora una mano verso il suo inguine e lui si ritrae ancora impaurito. Senza esito, stretto tra la ragazza e la parete. Ma la mano che lo stringe adesso &egrave delicata, maneggia l’uccello in modo carezzevole come il tono di voce usato.

– Raccontami di nuovo tutto, soprattutto i particolari ‘

E si china in avanti aprendo le labbra a cingere un uccello intimorito ma pronto al risveglio.

Guido &egrave frastornato dalla nuova piega che ha preso la vicenda. La paura fa in fretta a passargli grazie a labbra e lingua servizievoli. Riprende da capo il racconto, spiega le sue emozioni e le rivive a sua volta. Si interrompe solo quando il piacere sopraggiunge improvviso e lui si inarca riempiendo la bocca di Virginia che continua imperterrita a succhiargli il cazzo scosso dai tremiti.

Da questo momento il rapporto tra Virginia e Michela cambia.

La ragazza, sentendosi attratta inspiegabilmente dalla donna più matura, aveva inizialmente riflettuto sulla cosa senza porsi tanti problemi. Aveva avuto qualche piccola esperienza saffica con una compagna di scuola e riconosceva il fascino della donna ed il proprio desiderio, quindi “giocava” però senza spingersi oltre un certo limite, flirtando con lei e fermandosi prima che la cosa apparisse troppo esplicita, divertita dall’evidente imbarazzo di Michela e intuendo che anche la donna provava una certa attrazione per lei.
Ora, quando andava a casa di Guido, non poteva fare a meno, vedendo Michela aprirle la porta, di immaginarla col cazzo del figlio in bocca, oppure presa da suo marito e dall’altro uomo, o anche rovesciata su Cinzia, la lingua affondata tra le cosce aperte.
Ciò la eccitava in maniera tale che, nella stanza di Guido, era lei a prendere l’iniziativa sempre più spesso, sorprendendo il ragazzo comunque ben felice della cosa.

– Voglio partecipare ‘

Virginia e Guido sono distesi sul letto, languidamente sazi della scopata appena conclusa.
La ragazza si volta verso lui, tirandosi su appoggiata al gomito.

– A cosa? ‘

– Ai vostri incontri. ‘

L’idea le frulla in testa da un paio di settimane, si sente attratta come una falena dal fuoco, conscia di potersi bruciare ma sicura di poter controllare la situazione. Non pensa che Guido possa farle questioni, né gli altri due uomini, sicuramente felici di avere una nuova fighetta a disposizione, e neppure Michela. Forse la sola Cinzia potrebbe obiettare ma se ha gli altri quattro a suo favore’

Virginia non ha mai partecipato a un’orgia, forse solo una volta, durante una gita, ma era tra compagne di classe con i rispettivi ragazzi, ogni coppia su un letto diverso, a luci spente.
Questa volta sa che sarebbe diverso, che dovrebbe fare sesso con tutti quanti ma non si pone problemi per questo. La sua storia con Guido va avanti senza infamia e senza lode. Lui le piace, scopa bene (e ora sa anche dove ha imparato), la gratifica, la fa divertire, ridere, &egrave bello uscire con lui anche solo per una pizza, ma non si sente troppo innamorata. In realtà dentro di se avverte una specie di voglia di rivalsa sulla donna che gli ha trombato il ragazzo. Nulla di particolare ma vuole riaffermare il proprio diritto di prelazione su di lui, oltre alla curiosità di trovarsi lei da sola di fronte a quattro persone mature, fiera della propria freschezza. Sa di poter essere porca quando vuole e la stuzzica poter sperimentare fino a che punto.

Guido si immaginava questa richiesta. Non &egrave stupido, ha capito che i suoi accenni, la sua curiosità, il suo non essere gelosa e, anzi, dargli apertamente il permesso con la sola condizione di raccontarle poi tutto, tendono verso un’unica direzione. Non ne &egrave poi così contento. Anche con lui presente, vedersi scopare la ragazza dal padre e dal suo amico non gli piace affatto. Aspettava questa richiesta senza sapere come rispondere, sicuro che comunque l’avrebbe avuta vinta lei. Così la guarda senza parlare, senza obiettare alcunché, aspettando che lei vada avanti col discorso.

– Voglio esserci anche io la prossima volta Guido ‘

La voce &egrave decisa, lo sguardo fermo, sicuro. E’ un ordine, non una richiesta, e lui, remissivo, annuisce sentendo come un vuoto dentro di se. Come si organizza un’orgia? Lo sanno bene le due coppie mature che tante ne hanno organizzate… o forse no? Il trovarsi tra loro quattro &egrave stato naturale, non c’&egrave stato bisogno di un accordo preliminare. E’ semplicemente successo, anche l’inserimento di Guido nel loro ménage di famiglia allargata.
Ora Michela e Cinzia, a loro si &egrave rivolto Guido con la richiesta di Virginia, non hanno idee. Inizialmente sono state entrambe contrarie, per motivi diversi ma coincidenti: Michela in una sorta di gelosia verso il figlio, non &egrave che gradisse molto sentire i loro ‘rumori’ nella stanza di lui e la imbarazzavano i modi di lei all’arrivo. Preferirebbe tenerla a distanza se pur si sente attratta dalla ragazza. Cinzia per motivi più prosaici: chi &egrave Virginia? Ci si può fidare di lei? Non ha nessuna intenzione di diventare l’argomento del gossip cittadino. Alla fine Guido, perorando accanitamente la causa della ragazza, le convince. Michela non sa dirgli di no, Cinzia cede con riserva alle sue promesse di segretezza e anche per non contrariare l’amica ora consenziente. Guido…Guido riporta la notizia a Virginia sentendosi ferito dall’entusiasmo di lei nel riceverla.

La prassi consolidata degli adulti prevede che le ‘serate’ inizino con una cena e così fanno anche questa volta. I due uomini maturi sono stati avvertiti solo all’ultimo e la delusione di avere un’ospite a cena, quando si preparavano a un ennesimo incontro bollente, viene soppiantata dall’eccitazione nel sapere il vero motivo della presenza di Virginia che conoscono appena.
A tavola Guido &egrave tra Michela e Cinzia, dall’altra parte del tavolo Carlo e Edoardo circondano Virginia. La cena procede tranquillamente con conversazioni amene e non. Virginia &egrave protagonista dimostrandosi capace, con la sua aria decisa, il sorriso splendente e la conversazione brillante, di prendere le redini della serata. E’ lei infatti a rompere gli indugi, nel mentre dopo il caff&egrave stanno sorseggiando un limoncello molto alcolico che Carlo ha insistito a far loro assaggiare:

– Volevo ringraziarvi tutti per avermi accolto tra voi. Da quando Guido me ne ha parlato ho avuto il vivo desiderio di conoscervi più…intimamente. Sono terribilmente curiosa ma non voglio essere di incomodo, quindi voglio chiedervi formalmente il permesso di unirmi a voi nei vostri ‘giochi’: Michela, Cinzia, posso? –

L’astuzia di chiedere il permesso davanti a tutti fa svanire ogni remora nelle due donne che avevano deciso di lasciare un margine di indecisione all’evoluzione della serata, di vedere se si sarebbe sviluppata da se nella direzione prevista o meno.
Cinzia risponde alzando il bicchiere di liquore in un brindisi muto:

– Io e Michela, lo sai, siamo d’accordo, e non credo che Carlo e Edoardo saranno contrari… –

– Ah ah ah ‘ scusa Cinzia, non volevo interromperti ma &egrave che… loro due sono cinque minuti che mi stanno tormentando deliziosamente la patatina –

I due uomini infatti, autonomamente, hanno allungato a un certo punto le mani sulle cosce scoperte della ragazza, risalendo verso l’inguine, constatando l’assenza dii intimo. Eccitati dalla cosa non hanno badato al fatto di essersi inaspettatamente incontrati ma, anzi, si sono divisi i compiti. L’uno roteando un dito sopra il clitoride, l’altro entrando in profondità nella micina, trovando già un principio di umidità.
Guido sobbalza nell’apprendere che lì, a poche decine di centimetri davanti, suo padre e l’amico si stiano già dando da fare con la sua ragazza senza che lui se ne sia accorto Li guarda stranito, l’istinto che gli dice di alzarsi ed andarsene.
Uguale sorpresa hanno Cinzia e Michela che si sporgono sul tavolo a vedere le braccia dei due uomini che, inequivocabilmente, sono tese verso il ventre della ragazza’e le mani della ragazza poggiano sui pantaloni gonfi dei due.
Cinzia si avvede del disappunto di Guido e, per evitare problemi ad una serata che già inizia a pregustare, allunga la mano a sua volta sull’inguine di lui, stringendogli l’uccello da sopra i pantaloni:

– Tranquillo tesoro, ci sono sempre io per te. Ti piacerebbe prendermi ancora’ dietro? –

Gli sussurra ad un orecchio con voce suadente.
Michela rimane seduta tra sentimenti contrastanti: lo scoprire che a sua insaputa la ‘serata’ sia già iniziata l’ha fatta rimanere di sasso e vedere, di lato, la mano dell’amica sul pube del figlio le dà una stilettata di gelosia inattesa. Rimane ancora più sconvolta quando Virginia si alza e le si avvicina:

– Ho voglia di te –

La voce calda di Virginia le riempie le orecchie annullando il resto del mondo intorno, la sua mano sul seno &egrave calda, carezzevole, le labbra che si posano sulle sue sono morbide e la lingua che dolcemente le forza e le invade la bocca &egrave il punto di non ritorno. Alza le mani sul corpo della ragazza, le carezza le cosce, le anche, le consegna la bocca e la lingua in un bacio umido e prolungato. I due uomini dall’altra parte del tavolo, dopo un istante di rammarico per vedersi sottratto il corpo ospitale di Virginia, ora si alzano e le si pongono di lato. Uno le prende i seni da dietro stringendole i capezzoli già eretti, baciandole la nuca, il collo; l’altro le ha già messo, da dietro, una mano sotto la corta gonna per cercare ancora la micina sempre più umida.

Presa tra tre, Virginia mugola sommessamente. Non le pare vero che tre persone adulte, avvezze ai giochi erotici, si stiano dedicando a lei e lei sola. Davanti agli occhi ha l’immagine del volto di Guido che la osserva come un cane bastonato, consolato da Cinzia che cerca di distrarlo continuando a massaggiarlo da sopra i pantaloni. Non gliene frega niente a Virginia. Guido le piace, scopa bene, ma non si considera vincolata a lui, e poi le sensazioni che sta provando ora sovrastano ogni altra considerazione. Continuando a baciarla, prende la mano di Michela e dall’anca se la sposta tra le gambe, sotto la gonna.
Il contatto diretto con le labbra gonfie della vagina della ragazza, l’accorgersi che &egrave senza mutandine, &egrave una scudisciata per i sensi di Michela. Neanche bada alle dita maschili che ha incontrato. Le scansa, le soppianta e senza più esitazioni le infila dentro prima un dito, poi due, bagnandole nell’umidità crescente che trova.

Quasi senza accorgersene Michela &egrave tirata per mano dalla ragazza, che si sottrae ancora alle attenzioni dei due uomini, verso il divano e lì viene fatta sdraiare. La gonna le viene sollevata, il grembo tirato verso l’orlo del divano e, tra le gambe spalancate, si inginocchia Virginia chinandosi verso il ventre offerto. Nemmeno Michela ha indossato l’intimo e quindi le &egrave facile posare le labbra sul taglio aperto della vagina, passare la lingua per tutta la lunghezza delle labbra intime, trovare ed esporre il piccolo bottoncino facendolo ingrossare e indurire come un piccolo cazzetto.
I tocchi della lingua della ragazza arrivano direttamente al cervello di Michela che sospira deliziata portando una mano tra i capelli della ragazza per guidarla. Un gemito di protesta le sfugge nel momentoin cui Virginia si rialza, negli occhi una luce strana.

– Aspetta… &egrave da quando Guido me l’ha raccontato che sogno di vederlo. –

Come in trance, Michela si lascia alzare dal divano, condurre davanti a Guido che, con gli altri, si &egrave messo in piedi poco distante. Virginia la fa inginocchiare, poi apre la cintura del rgazzo, gli tira giù i pantaloni, le mutande. Il giovane cazzo scatta fuori come una molla, pienamente eretto, a pochi centimetri dalle facce delle due. Una mano di Virginia preme sulla testa di Michela che non si oppone. Si lascia avvicinare all’uccello teso, spalanca le labbra e lo accoglie dentro di se. Sente le dita di Virginia che le sondano da dietro entrambi gli orifizi, sulla lingua il sapore di quel cazzo che già ha conosciuto. Le gira la testa, vorrebbe sottrarsi ma non ci riesce e allora succhia, lecca, scivola su e già lungo l’asta.
Gli altri guardano immobili Michela osare quel gesto estremo, ognuno ne trae una particolare eccitazione. Cinzia l’ha già visto eppure &egrave come se fosse la prima volta e osserva affascinata. Scatta alle parole successive di Michela che ha ritrovato un barlume di ragione:

– Cinzia aiutami… non posso… non devo… –

Virginia assiste da pochi centimetri alla reazione tardiva della donna. Sente il corpo tendersi nel rifiuto e decide di non insistere, di tornare al precedente gioco lascivo. Abbandona Guido a Cinzia, prontamente accorsa, e riconduce Michela sul divano. Ancora la fa sedere e spalancare le cosce tuffandoci la testa in mezzo. In breve Michela geme ancora di passione sotto la sapiente lingua della ragazza.

Dietro Virginia i due uomini non sono rimasti a guardare: Edoardo si &egrave inginocchiato, ha alzato la gonna e si sta apprestando a penetrare la giovane mentre Carlo si consola porgendo l’uccello già teso alle labbra della moglie.
Michela ha un moto di fastidio, non le &egrave piaciuto l’entusiasmo del marito con la nuova arrivata. Inizialmente glielo prende in mano e solo dopo, a un tocco più preciso della lingua di Virginia, sente la voglia di aprire la bocca e accoglierlo.
Intanto Cinzia ha fatto sedere Guido dall’altra parte del divano e gli si &egrave seduta sopra di spalle, muovendosi lentamente senza staccare gli occhi dal gruppo poco distante.

Il ragazzo, sotto la donna, ha la visuale in parte coperta ma non gli sfuggono i mugolii di piacere della madre e della sua ragazza, la quale agita il culetto sentendo entrare il cazzo di Edoardo nella vagina.
Guido &egrave in uno stato d’animo che non ha mai vissuto prima: cavalcato da Cinzia quasi non avverte sensazioni di piacere, concentrato sul malumore nel vedere e sentire la sua ragazza scopata da Edoardo, e c’&egrave anche quella parte di gelosia per Michela che gode grazie alle carezze di lei. A un tratto sente un urlo strozzato. Si sporge di lato e vede la smorfia di dolore di Virginia.

– Tu mi scopi la moglie… e io ti inculo la ragazza –

Edoardo lo dice con tono duro rivolgendosi a Guido. Sebbene abbia dato il suo assenso all’ingresso di Guido nei loro incontri, non ha mai digerito a fondo il fatto che egli traesse vantaggi senza dare nulla in cambio. Con Carlo &egrave diverso, sono amici da sempre e lo scambio, delle mogli, &egrave paritario. Dopo aver scopato Virginia per pochi minuti ha puntato un dito sul forellino grinzoso dell’ano riuscendo a introdurne una falange, girandola in tondo, sentendo l’anello di muscoli prima resistere e poi adattarsi. I fremiti della ragazza sotto di lui gli dicono che lei apprezza e allora tende la mano di lato, verso la confezione di lubrificante appoggiata lì appositamente per i loro incontri. Si unge abbondantemente le dita e torna sull’ano, introducendo l’indice per ungere lo stretto budello. La sua manovra ha successo, sente il muscolo rilassarsi, il suo dito scorre interamente dentro Virginia. Prova con due e in breve ottiene lo stesso risultato. Solo allora esce dalla vagina , si lubrifica anche il cazzo e lo punta poco più in alto. E’ più grosso delle sue dita e fa fatica. Lo stretto anello resiste, si contrae, lo costringe a spingere più forte e, finalmente, sente l’ano cedere di colpo e lo penetra con tutta la cappella.
Virginia &egrave in estasi. Lecca la figa di Michela con gusto, felice ed orgogliosa di farla gemere così. Dietro di lei Edoardo la sta scopando con vigoria. E’ il cazzo di un uomo adulto e la sta facendo godere. Si accorge delle manovre dell’uomo ma non si oppone concentrandosi sulle sensazioni che quel dito curioso le sta provocando. Non fa male, anzi &egrave quasi piacevole. Mugola forte, ancora di più quando, dopo un breve attimo in cui Edoardo ha tirato fuori il dito, questo ritorna e sprofonda in lei facilmente e completamente. Virginia porta una mano al clitoride, &egrave vicina al piacere, lo sguardo di Carlo che si sta facendo succhiare da Michela le dice che anche lui la desidera. Si sente al centro dell’attenzione e accoglie con gioia l’introduzione del secondo dito. Ora la sensazione &egrave più netta, più distinta, passato il piccolo fastidio iniziale le piace sentirsi aprire così oscenamente. Spinge la lingua più a fondo dentro Michela. Di colpo sente un dolore forte e alza la testa strizzando gli occhi e gridando. Intuisce che Edoardo ha sostituito le dita col suo cazzo. E’ grosso, le fa male. Cerca di rilassare i muscoli grata che lui si sia fermato subito dopo l’ingresso. Sente le parole dell’uomo rivolte al suo ragazzo:

– Tu mi scopi la moglie… e io ti inculo la ragazza –

I suoi sensi si infiammano. Gira la testa verso Guido che si sta divincolando da sotto Cinzia come per accorrere in suo aiuto:

– NO! Mi piace quello che mi sta facendo… –

Nel vedere il volto sbiancato di Guido carica la voce di disprezzo, spinta da un impulso improvviso. Ha dimenticato l’affetto che la lega al ragazzo, ha dimenticato le belle scopate fatte assieme e come le piacesse andare con lui:

– Guardami! Mi sta inculando… si &egrave preso quello che tu non sei stato capace di prendere e mi piace… mi piaceeeeeeee –

Poi riaffonda la bocca tra le cosce aperte di Michela, preda del nuovo piacere, sentendosi riempita come mai lo era stata prima.
Guido istintivamente avrebbe voluto andare da Virginia, aiutarla. Si divincola da sotto Cinzia riuscendo a spostarla da parte, si allunga verso la sua ragazza ma non &egrave il peso di Cinzia che gli si &egrave buttata addosso a fermarlo. No, sono le parole di Virginia a bloccarlo, la mano tesa verso di lei. Sente le lacrime premere per uscire e assiste senza più energie all’orgasmo di quella ragazza che pensava di amare.

Cinzia, sentendo le parole di Edoardo e Guido agitarsi, ha pensato di offrire anche lei il secondo canale. Una compensazione al ragazzo per l’umiliazione che sta subendo. Non appena si alza facendo uscire l’uccello, pronta per cambiare buco, Guido ne approfitta e si sposta di lato riuscendo a liberarsi del suo peso. Lei gli si getta sopra le spalle, gli dice all’orecchio:

– Aspetta, lasciali fare, piace anche a lei. –

Non si accorge che Guido non l’ha nemmeno sentita, le basta che si sia fermato e guarda gli altri senza sapere cosa fare, continuando a tenerlo stretto tra le braccia.

Carlo ha visto ed udito la scena dall’alto pregustando il momento in cui sarebbe stato il suo turno. Pensava che sarebbe stato lui a romperle il culetto, e invece il vedere il cazzo di Edoardo scomparire nel buchino dilatato gli dà l’ultimo tocco e geme lasciandosi andare, riempiendo la bocca di Michela che non ce la fa a tenere tutto il succo e si lascia sfuggire il cazzo dalle labbra, ricevendo in pieno viso gli ultimi schizzi.
Carlo ha un impeto di rabbia vedendo il proprio figlio, quello di cui era stato orgoglioso vedendolo scopare Cinzia, con le lacrime agli occhi. Non comprende il suo stato d’animo ed aggiunge benzina sul fuoco dell’umiliazione:

– Non l’hai mai inculata? Non hai mai preso quel culetto così ben fatto? Sei proprio un bambino figlio mio, ti si deve insegnare tutto. –

E’ troppo per Guido che si scrolla di dosso Cinzia e si alza con l’intenzione di andarsene.

Michela si &egrave ripresa dal piacere appena provato. Non ha potuto far nulla nel frangente, troppo rapidi gli eventi, troppo taglienti le parole, troppo intenso l’orgasmo regalatole da Virginia. Si riscuote e afferra Guido per un braccio:

– Aspetta Guido, non fare così, aspetta ‘ –

– Ma lascialo andare, &egrave solo un bamboccio. L’hai viziato e… –

SCIAFFFFF

Il suono della mano di Michela che si abbatte sul viso di Edoardo, autore delle ultime improvvide parole, riempie la stanza. Guido nemmeno se ne accorge. Sentendosi libero dalla stretta della madre esce a grandi falcate lasciando la stanza e tutti i presenti costernati.

– Ma che ti &egrave preso Michela? Edoardo ha ragione e… –

– ANDATEVENE! –

Cinzia prende le difese del marito ma si blocca di fronte all’intimazione resa a voce alta e, soprattutto, di fronte allo sguardo gelido di Michela.

– Ma… Michela… –

– Ho detto andatevene. Anche tu, troia. E’ mio figlio e non lo potete trattare così. Andatevene o vi faccio andare via io. –

Michela ribadisce l’ordine a Cinzia ed Edoardo, facendo segno anche a Virginia. I tre capiscono che non c’&egrave nulla da ribattere e, sotto lo sguardo irato di una Michela come non l’hanno mai vista prima, raccattano gli abiti rivestendosi in fretta ed escono senza fiatare.

Nemmeno Carlo osa parlare. Non conosceva questo aspetto della moglie, l’ira fredda e terribile nei suoi occhi che fa dimenticare come le sue guance ed i suoi capelli siano ancora sporchi di sborra.
Michela si dirige verso il bagno per darsi una ripulita, vuole andare a parlare con Guido senza che su di lei appaiano i segni evidenti della serata appena terminata.
Con passo stanco, incerta su quel che dire, sale le scale verso le camere.

– Guido… Guido? Sono io… voglio parlarti… Guido? GUIDO?! –

La stanza in cui entra &egrave vuota. Per terra degli abiti sparsi. Nell’armadio aperto si nota la mancanza della valigia.

Michela torna al piano di sotto diverso tempo dopo, in mano ha un’altra valigia. Entra nel salotto dove Carlo, rivestitosi, la attende:

– Amore, credo che tu abbia esagerato… –

– Guido se ne &egrave andato. –

– Cosa? Ma che… –

Ai piedi di Carlo cade la valigia gettata da Michela.

– Vattene anche tu, lì ci sono degli abiti. Non osare tornare prima che sia tornato anche Guido. –

– Ma cara, non mi pare il caso… –

– VATTENE MALEDETTO STRONZO! DOVEVI UMILIARLO ANCHE TU? VATTENE O FACCIO UNA PAZZIA! –

Urla Michela, sfogando in parte la rabbia che sente dentro. Il viso stravolto di lei impaurisce Carlo che prende la valigia ed esce velocemente di casa senza vedere la moglie accasciarsi in lacrime sul divano.
Uscita dalla casa, Virginia si rende conto di essere a piedi, non c’&egrave speranza che Guido la riaccompagni. Si gira speranzosa verso Edoardo e Cinzia ma lo sguardo di lei le fa intendere che non &egrave il caso. E’ troppo tardi per usare i mezzi pubblici ed &egrave pericoloso per una ragazza sola attraversare la città di notte, oltre al fatto che i chilometri sono tanti. Prende il cellulare e chiama la sorella.

– Vi, che succede? ‘

– Nulla Ramona, però ho bisogno che mi vieni a prendere, sono a piedi ‘

– Ma non eri uscita col tuo ragazzo? Lui dov’&egrave? ‘

– Ti racconterò poi. Ti prego, vieni a prendermi. ‘

La sorella, svegliata dalla suoneria del cellulare si veste e fa per uscire. Sulle scale incontra la madre che le chiede spiegazioni dell’uscita notturna:

– Niente mamma, Virginia &egrave rimasta a piedi e vado a prenderla ‘

– Ma non era con quel ragazzo? Non la riaccompagna lui? Hanno litigato? ‘

– Ha detto che mi spiegherà poi. Ora vado mamma, tu torna a dormire ‘

Edoardo e Cinzia salgono in auto taciturni. Solo dopo un paio di minuti lui prova a parlare dell’accaduto:

– Ma che gli &egrave preso a Michela? Darmi uno schiaffo addirittura. Se ha cresciuto un figlio viziato &egrave solo colpa sua. Maledizione, ci ha rovinato la serata. ‘

Cinzia si scuote dal suo mutismo e risponde brevemente.

– No, l’hai rovinata tu, e Carlo’ e anche io ‘

– Ma che dici? Che colpa abbiamo noi? Quel bamboccio pretendeva forse di scoparmi la moglie senza pagare dazio? Certo che quella ragazza &egrave una delizia’ oh cazzo’ non ci ho pensato, forse aveva bisogno di un passaggio. ‘

– Stai zitto, dimenticati di quella e guida che ho fretta di arrivare a casa ‘

– Ma Cinzia’ –

– vaffanculo ‘

Cinzia si richiude nel silenzio, insensibile alle proteste di Edoardo al suo insulto, e ripensa alla serata appena trascorsa. Freddamente, spietatamente, rielabora i comportamenti di tutti quanti senza risparmiare se stessa, e l’insensibilità dimostrata di fronte ai sentimenti di Guido e di Michela le si para dinanzi in tutta la sua cruda verità. Si sente in colpa, soprattutto verso l’amica/amante. Un’emozione dolce la prende ripensando a Michela, alle loro conversazioni, ai loro baci. Realizza che negli ultimi tempi si &egrave trovata meglio con lei che con il marito e la frivolezza, l’incoscienza palese nel cooptare prima Guido e poi Virginia nel loro ménage tranquillo la spingono a una decisione.

Virginia sta facendo le stesse considerazioni. Anche lei muta, accartocciata sul sedile mentre la sorella guida in silenzio dopo aver rinunciato a ricevere spiegazioni, a trarre da Virginia qualcosa di più di un mugugno. Anche Virginia si incolpa, ma non tanto di aver fatto fallire la serata quanto di aver agito sconsideratamente, senza ancora comprendere il motivo che l’ha spinta ad umiliare Guido. Sente di averlo perso, forse per sempre, scambiandolo con un rapporto sessuale sì appagante ma di cui residua solo il dolorino che sente in quel momento all’ano.

Giunti a casa Edoardo si fa una doccia, ancora convinto della bontà del suo comportamento, sicuro che, una volta passato il momento emotivo, riuscirà a parlare con la moglie e chiarire. Uscendo con l’accappatoio addosso va in camera:

– Cara?… Senti’ –

Entrando nella stanza vede l’armadio aperto, dei vestiti che mancano. Sul letto un foglio di carta. Riconosce la grafia di Cinzia: ‘Sei stato uno stronzo egoista. Ho bisogno di stare un po’ da sola, di non vederti. Non cercarmi, mi farò viva io.’
Si ritrova seduto sul letto, il foglio in mano, guardando la parete senza vederla, incapace di pensare.

Guido ha preso di getto la decisione di andarsene. Non ha pensato a dove, voleva solo allontanarsi da quella casa, da quelle persone che l’hanno ferito ed umiliato. Ora, mentre guida nella notte, si congratula con se stesso per aver avuto la presenza di spirito di prendere degli abiti, però adesso il problema primario &egrave: dove andare?
Guida svoltando a casaccio e si ritrova in un quartiere periferico. Si ricorda che lì abita Anna, una cugina ventisettenne della madre che, dopo il divorzio, vive sola da quelle parti. Ricorda che &egrave sempre stata ben disposta verso di lui pur frequentandosi saltuariamente e decide di chiederle aiuto. Ritrova senza difficoltà l’abitazione e parcheggia lì davanti.
Anna sta dormendo tranquillamente quando sente suonare il campanello. Si sveglia di soprassalto e, indossata una vestaglia, scende ad aprire. Sulla porta vede Guido, il suo cugino preferito.

Anna si &egrave sposata giovane, per amore, un amore rivelatosi presto fallace e conclusosi con un divorzio di cui ancora porta il segno nell’animo. Ha scelto di vivere da sola, senza uomini.
Vede subito il turbamento di Guido, lo sguardo spento, i lineamenti tirati.

– Guido, che &egrave successo? ‘

Il ragazzo entra senza parlare e Anna si scosta per lasciarlo passare. Fatti due passi Guido si ricorda delle buone maniere:

– Scusami Anna, perdonami se sono qui a quest’ora ma’ ho bisogno di aiuto ‘

Anna accompagna Guido verso il divano, lo fa sedere, gli si accoccola accanto notando di sfuggita, ancora una volta, il fisico muscoloso del ragazzo. Si &egrave sempre sentita attratta da lui ma ha represso questa sensazione per la parentela. Ora non può fare a meno di abbracciarlo mentre lui inizia a sfogarsi raccontandole tutta la storia, senza tralasciare nulla, fino ad arrivare a quella sera, a come si sia sentito ferito, alla sua voglia di scappare.
Anna lo ascolta attenta, trasecola sentendo della vita trasgressiva di sua cugina e del marito, lo fa ancora di più quando ascolta il racconto delle orge svoltesi in quella casa e di Michela che si &egrave lasciata andare a fare un pompino, anzi due, a Guido.

– Solo la mamma mi vuole bene, fosse stato per lei’ ma io non posso stare più in quella casa e ora, ora non so che fare. ‘

Anna &egrave turbata, il racconto denso di particolari del ragazzo le ha smosso qualcosa dentro: si sente eccitata come non provava da prima del divorzio. Abbraccia il ragazzo parlandogli con voce dolce:

– Non &egrave solo la mamma a volerti bene Guido’ ci sono anche io ‘

Guido volge la testa verso di lei, le bocche si trovano a pochi centimetri ed &egrave naturale che si incontrino, che le lingue si tocchino, che le salive si mescolino.
Diversi sono i sentimenti che li muovono ma coincidono nello scopo: Guido ha bisogno di conforto e quale miglior conforto di quella figura amica? E’ anche bella Anna, con due seni abbondanti che spiccano dalla vestaglia leggera, così simili a quelli di Michela’ Michela, il pensiero di lei gli riempie la mente, la sua dolcezza, la morbidezza delle sue labbra sul suo uccello’ Guido sente un’erezione gonfiargli i pantaloni.

Anna &egrave confusa. Un istinto animalesco la spinge verso il ragazzo e la sua mente cosciente raffronta, elabora: se Michela ha potuto’ perché non anche lei?
Lascia che le mani di Guido le aprano la vestaglia, le stringano i seni coperti appena dalla seta leggera del pigiama che indossa, le scivolino sotto la stoffa, alzandola e esponendo la carne nuda allo sguardo prima e alla bocca poi del ragazzo. Si sente succhiare delicatamente i capezzoli induriti, e poi ancora le mani di lui scivolano in basso, le tirano giù i pantaloncini del pigiama, raggiunte subito dalla bocca che scivola sul suo addome e, dopo averla spostata in posizione più comoda, si poggia sul taglio della micina già umida.

– oooohhhhhh’. Si Guido’. Leccami, fammi godere’ mmmmhhhhhhhhh ‘

E’ un sogno per la ragazza, un desiderio sempre sopito e ora realizzato inaspettatamente. Lo vede togliersi gli abiti senza staccare la bocca da lei e poi girarsi, stendersi di lato sul divano. Il cazzo di lui le sbatte sul viso una, due volte prima che le labbra se ne impossessino vogliose.
Anna lecca l’asta, i testicoli di lui, spinge la lingua oltre, sull’ano, sostituendola presto con un dito che penetra leggermente. Guido sussulta, non &egrave abituato a quel tipo di carezza ma sente che la sua verga si gonfia ancora di più. E’ un concerto di mugolii e sospiri dei due che si donano piacere reciprocamente e quando lui gode, schizzandole profondamente nella gola, Anna si toglie di bocca il cazzo che ancora erutta sperma e se lo passa sul viso coprendosi di densa crema bianca mentre gli urla che sta godendo a sua volta, che gli viene in bocca’ che lo ama’ prima di richiudere le labbra intorno all’asta per completare l’orgasmo del ragazzo.

Anna &egrave sorpresa: l’uccello non ha perso nulla del suo vigore e le batte sul palato. Le viene sottratto e lei si sente sollevare, girare, porre a quattro zampe sul divano e subito dopo lo sente all’ingresso della vagina. Spinge indietro, già pronta, lasciando che le sprofondi dentro nella micina allagata.

– Ooooohhhhhh’ mmmmmhhhhhh’ prendimi Guido, prendimi’ lo aspettavo da tempo’ti amo, ti amooooo’. ‘

L’orgasmo non ha quasi intaccato l’energia di Guido. Troppo eccitante per lui poter godere finalmente nella sua bocca, perché in lui si confondono le labbra di Anna e quelle di Michela, così simili. Sborra nella bocca di Anna ma &egrave a Michela che pensa. Riceve sul volto il piacere della ragazza e subito si alza, la sposta, le fa assumere una posizione da cui può entrare in lei sentendosi avvolgere dalla stretta umida e calda. Le parole di lei poi lo spingono al parossismo dell’eccitazione. Vuole godere della ragazza, vuol far godere lei. In un attimo dimentica le pene di poche ore prima, per lui esiste solo la ragazza che smania sotto di lui. Vede il piccolo ano grinzoso che si contrae, che pare chiamarlo e ci appoggia sopra un dito premendo leggermente.

– Aaaaahhhhhh’ Sì Guido’ anche lì’ prendimi anche lì’ voglio donarti la mia ultima verginità, ti amo”

La passione che sente nelle parole di lei spingono Guido quasi ad un altro orgasmo. Si ritrae nel timore di godere prima di poter prendere quanto lei gli ha promesso. Si bagna l’uccello negli abbondanti succhi che sgorgano dalla vagina e appoggia la punta sul buchino.

– Sì.. spingi’ sono tua’ sono tuaaaahhhhh ‘

Incitato da Anna Guido spinge sprofondando per diversi centimetri nell’ano dilatato. L’urletto strozzato di lei lo ferma il tempo per permetterle di abituarsi. Sente l’anello di muscoli contrarsi intorno all’asta e stringe i denti per non godere.

– Adesso’ spingi’ entra tutto’ inculami amore, amoreeeeeeEEEEEEEE ‘

E’ Anna stessa a spingere indietro per farsi penetrare. Il piccolo dolore iniziale &egrave scomparso e mille sensazioni di piacere le scorrono per tutto il corpo. Guido, il suo Guido la sta inculando come mai avrebbe sperato. Le gira la testa, non controlla più i movimenti del corpo, tutta la sua attenzione &egrave concentrata sulla verga dura che le scava dentro e che dopo un tempo che pare interminabile la riempie di seme caldo.
Sente ovattate le parole di Guido mentre le gode dentro:

– E’ bello’ e bellooooo’ Michela ti sborro dentro’ ti riempio tuttaaaaa’. Mich’ Anna, ti amo anch’io, ti amo anch’iooooOOOHHHHHHHH ‘

I due crollano ancora intrecciati sul divano, riprendendo fiato, immersi in uno stato di beatitudine.
Solo dopo diverso tempo lei si sottrae al dolce peso, districandosi e prendendolo per mano per condurlo nella camera da letto.
Lì si abbandonano ancora alla passione prima di crollare entrambi, stremati, in un sonno profondo.

Il mattino seguente Anna si sveglia per prima, abituata agli orari del lavoro. Avverte che si sente poco bene e chiede un giorno di ferie. Poi, seduta in accappatoio dopo una doccia rigeneratrice, davanti una tazza di caffelatte fumante, prende il telefono di Guido, scorre la rubrica e chiama:

– GUIDO!?!’. Tesoro, dove sei? Come stai? ‘

– Sono Anna, Guido &egrave qui da me e sta dormendo. Michela, Guido mi ha detto tutto e posso immaginare come stai. Volevo tranquillizzarti. ‘

Un lungo silenzio segue alle parole di Anna, Michela non riesce a parlare.

– Non preoccuparti, non sono qui per giudicare. Come ti ho detto volevo solo tranquillizzarti. Sarebbe bene però che tu venissi a parlare con lui, ma tu sola, senza Carlo. ‘

– Sì Anna, &egrave stata una pazzia ‘

– No Michela, bastava che Carlo non lo umiliasse come ha fatto, per questo &egrave meglio che non lo veda. Lui non sa che ti ho chiamato, vieni oggi pomeriggio, ma da sola ‘

– Non preoccuparti, ho cacciato quello stronzo di casa. Vengo sola’ ho troppe cose da farmi perdonare. ‘

– Va bene, a dopo. Ciao ‘

– Ciao ‘

Michela esulta. La disperazione con cui si era svegliata, non sapendo nemmeno dove cercare Guido, lascia il posto alla felicità di averlo ritrovato. Nella mattinata riceve numerose chiamate da Carlo e Cinzia. Non si cura di rispondere, preparandosi invece un bagno bollente con sali minerali in cui indugia a lungo.
Immersa nell’acqua bollente e profumata lascia i pensieri in libertà e nella mente le si forma l’immagine di Guido, del suo sguardo sconsolato. L’immagine negativa la turba, la fa agitare. Con uno sforzo cosciente passa a immagini più serene, al suo volto… sì, al suo volto felice mentre lei lo stava succhiando. Si pente di non essere andata fino in fondo, di non avergli regalato quella gioia. Nel pensare le sue mani si muovono da sole, prima sui seni, poi sul ventre. Si apre con una mano e si penetra con le dita dell’altra masturbandosi ad occhi chiusi, quel volto felice davanti agli occhi, mugolando tra se e se:

– Sì Guido, tesoro mio… ooohhhhhh…vengo… vengo… –

Riapre gli occhi pienamente rilassata, ora sa quel che deve fare. Esce dall’acqua oramai tiepida con una luce decisa negli occhi. Si veste e poi esce e va dall’estetista, quindi dalla parrucchiera, vuole essere in forma smagliante per quando rivedrà il figlio. Gli impegni le riducono l’ansia, la voglia di correre subito da lui, ma si fa forza e attende l’orario concordato.

Carlo ha preso alloggio in un residence poco distante. Si &egrave maledetto per le parole proferite senza pensare ma pensa che sbollita la rabbia Michela lo riaccoglierà a casa senza problemi. Si infuria quando lei non risponde alle sue chiamate e si sfoga con Edoardo che lo chiama a sua volta.

– Dannato stronzo, dovevi proprio prenderlo per il culo? Adesso Michela mi ha cacciato di casa e dovrò faticare per farmi perdonare. ‘

– Mi sembra che anche tu ci hai messo del tuo, e io sono stato lasciato da Cinzia che se ne &egrave andata chissà dove. Anche io dovrò faticare per farci pace. ‘

– Sai che cazzo me ne frega a me di te e Cinzia. Dovevo darti un pugno sul naso invece di darti ragione. ‘

– Prenditela con te stesso stronzo. Vaffanculo. ‘

– Vaffanculo tu. ‘

I due si lasciano rabbiosi, la vecchia amicizia &egrave incrinata.

Cinzia &egrave tornata da sua madre in preda a una rabbia gelida. Come ha potuto permettere a suo marito di comportarsi così? Non doveva appoggiarlo, anzi. Freme e soffre al pensiero di aver perduto l’amicizia di Michela. Si accorge di tenere più a questa che al suo matrimonio. Non &egrave molto che sono così amiche, hanno sempre avuto rapporti cordiali ma distanti al lavoro. Solo da quando si sono incontrate in quel locale ed hanno cominciato i loro incontri a quattro si &egrave attaccata sempre più a lei. Rimpiange i loro abbracci, le loro carezze saffiche che, forse idealizzando troppo, l’hanno fatta godere più delle attenzioni dei due uomini. Decide di fare un altro tentativo e chiama ancora Michela. Si sorprende sentendola rispondere:

– Ciao Cinzia –

– Michela, ti prego non riattaccare, devo parlarti. –

– Anche io voglio parlarti, ma non ora, sono impegnata. Ci vediamo domani alle 11 al solito bar. –

– Sì, grazie Michela, grazie, devo spiegarti perché… –

– Non adesso Cinzia. Domani potrai dirmi quel che vuoi, adesso devo andare –

– Grazie Michela, a domani. –

Michela ha esitato prima di rispondere a Cinzia. E’ nuda, distesa sul lettino, aspettando che arrivi l’estetista. Il fatto che tra poche ore rivedrà il figlio la ammorbidisce, ed in fondo si &egrave affezionata a Cinzia che, tra tutti, &egrave forse la meno colpevole. D’impulso prende la telefonata, ha un’idea nebulosa, non sa bene cosa ma sente che Cinzia ne farà parte. Parla con tono distaccato ma non gelido, tagliando corto perché l’estetista &egrave già arrivata e la attende. Poi si rilassa sotto le mani esperte che la massaggiano, la mente che crea scenari e li disfa, distratta da un unico pensiero preponderante: Guido.

Dopo estetista e parrucchiera, splendida come non mai, Michela torna a casa, mangiucchia qualcosa e trascorre le successive due ore a decidere come vestirsi. Dopo una doccia veloce, prova e scarta quasi tutto il suo guardaroba e alla fine opta per una guepi&egravere rossa, senza spalline, che le arriva appena sotto il seno, sostenendolo e evidenziandolo senza nulla lasciare all’immaginazione, vi abbina una mutandina rossa in pizzo che fa trasparire le natiche abbondanti e delle calze anch’esse rosse. Sopra indossa un abito leggero che le scopre le belle gambe, basterà un soprabito per difenderla dalla temperatura appena appena mite.
Si rimira nello specchio e poi vola di sotto, prende la borsa, le chiavi dell’auto e parte con dentro il cuore una canzone di gioia.
Trova parcheggio vicino casa di Anna e percorre gli ultimi metri con il cuore che le batte in gola per l’emozione. Sta per suonare quando si sente chiamare. E’ Anna che l’ha attesa fuori casa per parlarle prima di farle incontrare il figlio.

Le due donne si abbracciano preda di emozioni diverse ma coinvolgenti. Michela, piena di gratitudine, frena la sua impazienza e ascolta la cugina che le spiega di come Guido sia rimasto traumatizzato dall’umiliazione subita la sera prima dal padre, dal suo amico e dalla ragazza.

– E c’&egrave anche un’altra cosa… io e Guido siamo amanti. Lo siamo diventati questa notte e ho scoperto di amarlo, e lui ama me. Michela, so che il vostro rapporto &egrave particolare, ma se hai intenzione di fare una qualsiasi cosa che possa fargli male io te lo impedirò, sappilo e pensaci bene prima di entrare. –

Il tono di Anna &egrave serio, quasi minaccioso. Michela le legge negli occhi la sincerità e l’abbraccia ancora.

– No Anna, io lo amo, e se lui ti ama… io amo anche te. –

Michela sorprende Anna con un bacio appassionato a cui la ragazza risponde istintivamente, staccandosi poi con un lieve imbarazzo.

– Ah, beh… se &egrave così entriamo allora, stava dormendo ma ormai dovrebbe essere sveglio. –

Nel sentire la porta aprirsi Guido va verso l’ingresso. Indossa solo i pantaloni del pigiama:

– Anna, amore, sei tornata finalmente… MAMMA!? –

Sulla porta, dietro Anna, Guido vede Michela e si blocca stupito. In lui si riaffaccia parte della rabbia della sera prima, quando lei ha assistito alla sua umiliazione.

– Oh Guido, tesoro, sono stata tanto preoccupata ‘

– Ma non abbastanza da difendermi ieri sera ‘

– Ma l’ho fatto tesoro mio ‘

Brevemente racconta a Guido di come &egrave stato tutto così veloce impedendole di fermarlo, di come ha cacciato via gli altri partecipanti all’orgia, di come sia stata in pena per tutta la notte, di come sia felice ora che lo rivede e sa che sta bene. Non tace nemmeno la rivelazione appena ricevuta da Anna, d’altronde la cosa &egrave evidente da come Anna si sia portata al suo fianco e lui la abbracci con passione.

– Oh Guido, ti prego perdonami, non sono stata abbastanza forte ieri sera, e nemmeno nei giorni prima. Non posso vivere sapendo che tu mi odi. Ti prego Guido, io ti amo, sono disposta a tutto pur di farmi perdonare. –

Il ragazzo tituba di fronte alle appassionate parole di lei, ammette con se stesso che la rabbia che lo pervade, e che ora svanisce, &egrave dovuta ad altri, non a Michela.

– Mamma io non ti odio, anche io ti amo’ così come amo lei ‘

E stringe possessivamente Anna.

– Però non posso tornare a vivere sotto lo stesso tetto di tuo marito. Non posso accettare di dividerti con lui, con i vostri amici. Un giorno potresti pentirti di averli messi da parte. ‘

– No Guido, solo tu conti per me, e te lo dimostrerò. ‘

Infervorata, Michela si avvicina alla coppia abbracciata. Con lo sguardo pone una muta richiesta ad Anna e ne riceve il tacito assenso. Si inginocchia davanti a Guido e gli abbassa i pantaloni del pigiami, gli slip. Il ragazzo sussulta, fa per ritrarsi, e viene bloccato da Anna che lo stringe a se facendolo rimanere sul posto.

– Lasciala. Lo fa perché ti ama, permettile di dimostrartelo ‘

Guido cede e sente il tocco delle labbra di Michela che gli circondano il pene, le sente scorrere lungo l’asta mentre lo ingoia e lui si erge fino a riempirle la bocca, a toccarle la gola.
Michela dedica a quel pompino tutta la sua arte, tutta la sua voglia, prendendosi il tempo che occorre, senza fretta, strappando singhiozzi di piacere al ragazzo. Dopo lunghi minuti abbandona l’asta e alza gli occhi su Anna che non si &egrave mossa dal suo fianco. Un sorriso radioso le illumina il volto:

– Vieni, aiutami a renderlo felice ‘

Anna accoglie l’invito sentendo un senso di tenerezza per la donna, per entrambi. Non &egrave gelosa, non di lei, sa che quel pompino &egrave un atto di amore, di devozione, di sottomissione’ di espiazione. Si inginocchia al fianco di Michela e si prodiga anche lei alternandosi a imboccarlo, leccando l’asta, i testicoli, unendo le sue labbra alle quelle di Michela per circondare il glande, baciandola e tornando ancora con la lingua sul cazzo sempre più teso.

Guido riceve queste carezze grato alle due donne che egli ama, le quali si prodigano per lui, per dargli piacere. Ed il piacere esplode inavvertito, come una mano che gli strizza le reni ed una scarica elettrica che si concentra sulla punta del cazzo da dove sgorgano schizzi bianchi a coprire i volti delle due donne, i capelli, le labbra che si uniscono ancora scambiandosi sperma e saliva in un mutuo accordo che condizionerà la loro vita futura.
E’ solo l’inizio. I tre si spostano nella più comoda camera da letto e lì Michela si spoglia ottenendo l’approvazione dei due ragazzi.

– Guardala, &egrave così per te. Aspetta, ti spoglio io. ‘

Anna ammira la lingerie di Michela prima di slacciare le calze e farle scendere lungo le gambe per toglierle, prima l’una e poi l’altra, carezzando la pelle liscia mentre lo fa. Poi slaccia la guepiére dispensando carezze anche ai seni pieni che svettano, ed infine fa scendere le mutandine lasciando Michela completamente nuda, orgogliosamente nuda, davanti al ragazzo che la sta mangiando con gli occhi. Ora tocca ad Anna e Michela la ricambia, senza badare all’intimo grazioso se pur non ricercato, tesa solo a scoprire, a vedere il corpo nudo della ragazza. Le carezza i seni, le anche:

– Sei così bella’ –

Sussurra ammirata. Non sa resistere alla tentazione di baciarla e le labbra si uniscono ancora con ardore.
Di fianco Guido &egrave ipereccitato dallo spettacolo delle due donne, l’una giovane, l’altra matura, entrambe bellissime ai suoi occhi pieni d’amore. Le vede baciarsi, stringersi, carezzarsi, stendersi sul letto in posizione inversa. Osserva la lingua di Anna che esitante sfiora il taglio di Michela e poi cerca il clitoride, esponendolo con le dita, picchiettandolo con la punta.
Anna si lascia andare a questa cosa nuova per lei, le pare tutto naturale, si muove cercando di ripetere su Michela ciò che la donna, più esperta, fa a lei. Entrambe gemono di piacere in pochi minuti.

A questo punto Guido non ce la fa più, si accosta dietro Michela che &egrave sopra, appoggia il cazzo rigido sulle labbra di Anna ricevendone una golosa leccata, e poi punta l’ingresso della vagina oramai allagata e penetra, lento e deciso, finché non &egrave tutto dentro. Solo allora singhiozza il piacere che lo sta prendendo. E’ magnifica la sensazione della vagina di lei che lo stringe, e della lingua di Anna che si divide tra il clitoride e l’asta che già comincia a scorrere avanti e indietro.
Si amano tutti e tre per lunghi, lunghissimi minuti, fino a godere in sequenza: prima Michela, sottoposta al duplice stimolo di cazzo e lingua, poi Anna che bagna copiosamente lingua, labbra e volto di Michela, infine Guido che esce all’ultimo schizzando sulle natiche sode, sulle labbra aperte di Anna, sulla figa che si apre e chiude come una bocca nello spasimo dell’orgasmo.

Nel rilassamento successivo i tre si sorridono, si carezzano esprimendo con gesti ed espressioni ciò che le parole avrebbero difficoltà a spiegare. Solo quando il languore scema &egrave il momento di discutere del loro futuro.

– Mamma, io voglio stare con Anna, senza di lei non torno a casa. ‘

Michela si rende conto di essere partecipe e non proprietaria di quello che per lei &egrave il paradiso. Lo accetta consapevole del legame appena nato ma già saldissimo tra i due giovani, e il suo timore celato di poterne essere esclusa &egrave spazzato via dalle parole successive.

– Io resto qui con lei, almeno per un po’, ma ogni volta che vorrai sarai la benvenuta’ anche in questo letto ‘

La carezza che Anna fa su una guancia a Michela conferma le parole di Guido.

Michela riprende i suoi pensieri precedenti, lucidamente ripensa alla vendetta programmata e, già lanciata verso questa, annuisce.

– E’ meglio così, ci sono alcune cose da sistemare prima che tu’ voi possiate venire a casa. Devo programmare e poi avrò bisogno del vostro aiuto. Tuo padre deve pagare la sua insensibilità, Edoardo deve scontare la sua stronzaggine e Cinzia’ beh, Cinzia &egrave forse la meno colpevole, credi di riuscire a perdonarla? ‘

Guido ci pensa un istante:

– Sì, Cinzia ha sbagliato ma non ce l’ho con lei, però Edoardo’ non riesco proprio a perdonarlo. Scusami mamma, so che ci tieni ma lui proprio no. ‘

– Non ti preoccupare, la sconterà duramente. Dammi solo qualche giorno per pensarci. E poi c’&egrave anche Virginia. ‘

– Virginia cosa? Non voglio più vederla. ‘

– Anche lei ha le sue colpe, anche lei deve ricevere una lezione. Lascia fare a me. E’ solo questione di tempo. ‘

La conversazione cessa con Michela che si alza e inizia a vestirsi. E’ tempo per lei di tornare a casa, e già sa cosa dovrà fare con Cinzia l’indomani.

Un ultimo abbraccio, un ultimo bacio ai due ragazzi, con Anna che non ha partecipato alla conversazione ma &egrave pronta a tutto per Guido, e Michela torna a casa la mente piena di pensieri. E’ una mattinata tiepida quella che vede Michela camminare senza fretta verso il Bar Centrale dove ha appuntamento con Cinzia.
La certezza dell’amore di Guido, e ora anche di Anna, le rende la mente lucida e affilata come una lama di coltello.
Non ha ancora un piano ben definito perché vuole prima accertarsi di chi, e come, sarà attore della rivalsa che cerca. E’ il turno di Cinzia ad essere vagliata, con un sentimento di fondo di amicizia e affetto con dentro una vena velenosa della rabbia provata per il suo ruolo nell’umiliazione di Guido. Anche Cinzia deve pagare, non come gli altri due ma deve pagare, e nello stesso tempo Michela vuole che i rapporti con lei tornino quelli di una volta. Anzi, a parte Guido ed Anna, ora Cinzia &egrave per lei più importante di Carlo.

Entra nel bar guardandosi intorno e vede subito Cinzia seduta ad un tavolo appartato. E’ nervosa, si torce le mani, guarda spesso l’orologio. Quando vede Michela un sorriso le appare in volto come il sole che sbuca improvviso da dietro una nube. Si alza e le si fa incontro:

– MICHELA! Avevo paura che non venissi, che ci avessi ripensato. ‘

Cerca di abbracciare l’amica e viene mortificata dalla freddezza di lei che si scosta.

– Sediamoci ‘

Appena sedute Cinzia riprende a parlare con impeto:

– Michela lo so che ho sbagliato’ –

– Taci ‘

Zittita seccamente dall’amica, Cinzia la guarda chiamare il cameriere, sempre con aria distaccata, ordinare degli analcolici, attendere che arrivino e prendere il bicchiere in mano dando un sorso distratto. Poi Michela si sporge verso l’altra e parla con tono duro, aggressivo.

– A causa anche tua ho rischiato di perdere mio figlio Cinzia, credi che le tue scuse siano sufficienti? ‘

– No’ io’ –

– Taci. Parlerai quando avrò finito, e se le tue parole non mi piaceranno’ –

Lascia in sospeso l’ultima minacciosa frase. Poi prosegue accusandola, ricordando il suo comportamento e quello dei due uomini. Cinzia si fa sempre più piccola sulla sedia, dimenticando anche il bicchiere appena toccato. Ascolta la massa di parole di Michela vergognandosi terribilmente, guardandosi intorno per vedere se qualcuno le ascolta. No, Michela parla a voce bassa, solo le espressioni fanno intuire che non sia un colloquio cordiale. Dentro di se Cinzia sente di stare perdendo l’amica e non riesce a sopportarlo. Intravvede un barlume di speranza sentendo che Michela ha ritrovato Guido, che, forse, c’&egrave una speranza.

– Ecco, sei fortunata che tengo a te o non sarei qui. Adesso parla tu. ‘

Cinzia &egrave emotivamente stressata e si apre completamente all’amica, svelando anche i suoi pensieri più intimi. Fa atto di contrizione per il suo comportamento, rivela di essersene andata e che ha intenzione di lasciare Edoardo, racconta le sue sensazioni, i suoi sentimenti verso la stessa Michela, l’importanza che ha ora per lei. La implora di perdonarla.

Michela attende qualche secondo prima di rispondere. E’ colpita dalle parole dell’amica, le sente sincere, capaci di permettere quel che anche lei vuole: la riappacificazione. Però i loro rapporti devono mutare, la rabbia deve essere soddisfatta. Un’idea balzana le attraversa la mente:

– Le tue parole sono toccanti Cinzia, e anche io sto bene con te, ma cosa sei pronta a fare per ottenere il mio perdono? ‘

– Tutto Michela, tutto quello che vuoi. Devi solo dirmelo. ‘

– Sei sicura? Farai quello che voglio? Non ti tirerai indietro? ‘

– No, te lo giuro. Tu ordina ed io obbedirò. ‘

– Va bene, voglio crederti’ vieni con me ‘

Michela si alza e, senza guardare se l’amica la segue, si dirige verso la toilette. Apre la porta, si accerta che nessuno sia presente e attende che l’amica la raggiunga.

– Eccomi, cosa vuoi che faccia? ‘

Michela la conduce dentro uno dei due bagni per le signore, la fa entrare e chiude la porta.

– Hai detto che ti manco, che ti mancano le mie carezze, che forse sei innamorata di me. Dimostramelo: inginocchiati e usa la lingua’

– Cosa? Vuoi dire? Qui?.. ma ‘ e se viene qualcuno ‘

Cinzia &egrave sbalordita della richiesta di Michela. Si aspettava tutto ma non questo, non in quel luogo dove chiunque può sorprenderle. Vede Michela sedere sulla tazza, sollevare la gonna, scostarsi le mutandine e attendere.

– Io ordino e tu ubbidisci, &egrave questo l’accordo, l’hai detto tu. Deciditi o esci di qui e non farti più vedere ‘

Ancora incredula Cinzia si inginocchia sul pavimento, per fortuna pulito e, esitando, abbassa il volto tra le cosce di Michela.

– Michela, io’ –

– LECCAMELA! ‘

L’ordine &egrave perentorio e Cinzia non può che ubbidire, aguzzando le orecchie per sentire se viene qualcuno, vergognandosi come mai le era capitato. Sporge la lingua in un primo contatto, poi un secondo, e ancora., la fa scorrere sulle labbra intime di Michela, le divide, la spinge all’interno. In testa le passano le mille volte in cui l’ha già fatto e presto le preoccupazioni passano in secondo piano avvertendo sulla lingua il sapore conosciuto dell’amica, sentendola prima inumidirsi e poi bagnarsi.
Affonda lingua e labbra tra le cosce di Michela e lecca senza più pensare ad altro. I mugolii di lei sono musica per le sue orecchie, le cosce che la stringono forte sono solo carezze sulle sue guance, la mano sulla sua testa &egrave il simbolo del loro nuovo rapporto e Cinzia si sente felice di servire l’amica, di esserle obbediente, mentre riceve sulla faccia e nella bocca gli umori copiosi che sgorgano dalla figa aperta.

Quando l’orgasmo di Michela si &egrave calmato, Cinzia si alza timorosa, indecisa sul da farsi. Sente i fluidi iniziare a seccarsi sul volto, ricomincia a fare attenzione ai rumori esterni, guarda tremante l’amica e solo il vederla sorridere la fa rilassare, dandole la conferma che &egrave perdonata.

Michela &egrave venuta quasi subito. La situazione, il dominare Cinzia. Tutti fattori che l’hanno eccitata molto facendola godere in fretta. Abbraccia e bacia l’amica, la stringe a se, e già parte della sua mente vola altrove, al passo successivo della sua vendetta.
Le due donne si rassettano e si rifanno il trucco in un’atmosfera tornata complice.

– Tu vieni a vivere da me. Vai a prendere le tue cose, ti aspetto a casa. ‘

Michela lascia una Cinzia felice che sta già andando da sua madre per traslocare. Si dirige verso casa di Anna per parlare con i due ragazzi e meditare la mossa successiva.

Passano diversi giorni, Carlo continua a telefonare a Michela e lei a non rispondere; lo stesso accade tra Edoardo e Cinzia. Le due donne sono a casa di Michela, dividono il letto. Vanno insieme al lavoro ed insieme tornano. In Comune sanno solo che Cinzia ha problemi col marito e l’amica la ospita.
Hanno assistito alla scena di Edoardo che ha cercato la moglie sul lavoro ed &egrave stato allontanato in malo modo. Le colleghe donne empatizzano con le due, i colleghi uomini stanno a guardare cosa succede. Non sanno quel che accade ogni sera tra le lenzuola, né che Michela ogni tanto va a casa di Anna dove parla con lei e Guido, fa sesso con loro, cerca un modo per attuare i suoi propositi.

L’occasione capita quando incontrano in centro la proprietaria di uno dei club che hanno frequentato assieme. E’ diventata loro amica e si ferma a parlare lamentando che non le si vede più come prima.

– Avete perso la voglia di divertirvi? –

Celia e parla, convinta che ne siano a conoscenza, del fatto che i loro mariti siano andati al club un paio di volte da soli, per partecipare da single alle serate. Viene rassicurata che si tratta solo di un momento così, lasciando il discorso sul faceto.

– Cosa vuoi, quei due sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, e così li lasciamo fare. Ma torneremo anche noi, e presto. –

Nella testa di Michela già frulla un’idea, forse sa come fare.

Carlo e Edoardo hanno chiarito, almeno in parte, i loro dissapori. Edoardo &egrave sempre convinto di essere nel giusto, Carlo glielo lascia credere. Dopo essere stato scacciato da Michela aspetta il momento per farsi perdonare. Entrambi sono sicuri che le loro mogli prima o poi torneranno con loro e, nel frattempo, riprendono a divertirsi come hanno sempre fatto da quando si conoscono.

Passano un altro paio di giorni e Michela prende in disparte Cinzia sul lavoro:

– La nostra amica, pensi che ci metterebbe a disposizione il locale per un incontro ‘particolare’? –

– Beh, sì, le serate di solito sono al fine settimana, in mezzo &egrave impegnato raramente e credo che pagando non ci siano problemi –

Avuta conferma delle proprie supposizioni, Michela chiama davanti a lei e in fretta concorda di avere un pomeriggio il locale a disposizione.

– Vogliamo la stanza col finto specchio, quella dove si può essere osservati senza sapere chi c’&egrave dall’altra parte. E’ una sorpresa per i nostri mariti e ci dovresti fare un favore: invitarli, la prossima volta che vengono, senza dir loro nulla, come se fosse uno spettacolo particolare per pochi e selezionati clienti, e lo sarà ti assicuro, ah ah ah.
Allora, saremo in sei e non vorrei troppa gente attorno, &egrave una cosa privata e non serve personale. Ah, anche che le videocamere riprendano i due ambienti. Mi fido di te che ci consegnerai come sempre le registrazioni senza fare copie. Si, perfetto, allora rimaniamo d’accordo che mi chiami appena li hai invitati. Mi raccomando, &egrave una sorpresa. –

Chiusa la chiamata Michela guarda soddisfatta Cinzia.

– Non &egrave nemmeno poi tanto caro, e ne vale la pena –

– Chi sono gli altri due? –

– Lo saprai a tempo debito. Ricorda: io ordino e tu ubbidisci. –

– Sì Michela –

Cinzia non sa dell’esistenza di Anna, della particolare situazione, non chiede nemmeno più, dopo una risposta seccata, dove sia Guido.
Trascorrono altri giorni e arriva la chiamata:

– E’ per dopodomani –

Annuncia Michela soddisfatta a una Cinzia sempre più curiosa.

Il giorno stabilito Edoardo e Carlo arrivano già eccitati al club dove li accoglie la titolare.

– Benvenuti, &egrave una ‘festa’ particolare che inizierà con voi che osserverete altre persone attraverso il finto specchio. Le mascherine sono obbligatorie. Eccole. Nella stanza troverete anche champagne e liquori. Mi raccomando, non potrete muovervi dalla stanza finché non sarete invitati dalle persone dall’altra parte. Buon divertimento. ‘

I due indossano le mascherine e, nella penombra, entrano nella stanza loro destinata. Attraverso il finto specchio osservano perfettamente l’altra sala, con un’illuminazione rossastra e soffusa, con divani ed una morbida moquette. Facendosi battutine l’uno con l’altro, nell’attesa, si versano da bere e si siedono sulle comode poltrone a poche decine di centimetri dal vetro.
Pochi minuti dopo vedono entrare un gruppo di persone anche loro con la maschera: un ragazzo alto e prestante, una ragazza giovane e carina, due donne più mature ma che in bellezza rivaleggiano con la giovane. Trepidanti si danno un cinque preparandosi ad assistere allo spettacolo, non fanno nemmeno più caso che nella stanza sono solo loro due e non altre persone come si attendevano.

I quattro sono ovviamente Guido, Anna, Cinzia e Michela. I due giovani non hanno avuto problemi ad accettare il piano di Michela, Guido per desiderio di rivalsa, Anna per assecondare il suo amore e perché stuzzicata dall’idea. Cinzia &egrave rimasta spiazzata per tutta una serie di eventi. Quando sono arrivati al club, in netto anticipo, ha visto Guido e si &egrave affrettata a chiedergli perdono.

– Guido, ti prego di perdonarmi. Non volevo umiliarti in quel modo, non dovevo. ‘

– Lascia stare ‘zia’, oramai &egrave passata e tutto va per il meglio. Oggi renderemo pan per focaccia a papà e Edoardo e tutto finirà, ma per i particolari chiedi a mamma, ha ideato tutto lei. ‘

Contenta per l’evidente mancanza di rancore da parte di Guido, Cinzia si volge verso Michela che fa le presentazioni con Anna:

– Cinzia, questa &egrave Anna, la compagna di Guido. Lo condividiamo talvolta. Anna, questa &egrave Cinzia, la mia nuova compagna, sarò lieta di condividerla con te, con voi, se vorrete. ‘

Sentendosi inaspettatamente definire ‘compagna’ da parte di Michela, Cinzia prima si sorprende e poi si commuove. Una piccola lacrima le spunta all’angolo dell’occhio, subito asciugata proprio da Michela che la abbraccia e bacia teneramente.

– Su, su, te l’ho detto che ti voglio bene. Ma ricorda: io ordino e tu ubbidisci. ‘

– Sì Michela… farò tutto ciò che vuoi. ‘

Lo dice convinta Cinzia, sentendo di aver trovato il suo posto nel nuovo mondo che Michela sta costruendo.

– Ciao Cinzia, sono contenta di conoscerti. Presto lo faremo meglio, più approfonditamente ‘

Anna si &egrave avvicinata e bacia a sua volta Cinzia con aperta cordialità e desiderio.
Anche questa &egrave una cosa inaspettata per Cinzia che rende il bacio con passione, ansiosa di ‘conoscere’ meglio la ragazza.

– Bene, aspettiamo qui che arrivino quei due e poi si comincia. Non temete, sarà piacevole per tutti’ meno che per loro. ‘

Nell’attesa spiega loro cosa si attende da ognuno, ed ognuno annuisce vigorosamente assimilando le istruzioni.

Non molto tempo dopo la porta della stanza dove sono si apre e appare la proprietaria. Michela le ha già spiegato le sue reali intenzioni, ricevendone solidarietà e promessa di collaborazione:

– Sono arrivati, come mi hai detto li ho fatti accomodare nella sala guardoni. Quando vuoi puoi cominciare. ‘

– Grazie cara. Non stupirti per qualsiasi cosa sentirai. Spero non venga nessuno a interromperci. ‘

– Stai tranquilla, nessuno verrà. Siamo chiusi dentro ed io sarò nella saletta della regia a godermi lo spettacolo per conto mio. ‘

– Sei un tesoro. Va bene, andiamo. ‘

Indossata una parrucca, bionda Michela e corvina Cinzia, nonché le mascherine, i quattro accedono alla stanza predisposta guardando tutti istintivamente lo specchio. Dall’altra parte Edoardo e Carlo li fissano a loro volta, sicuri di non essere visibili. Vedono i quattro dividersi in due coppie: le due donne mature da una parte che si spogliano a vicenda mostrando una lingerie raffinata e provocante, dall’altra i due giovani che si denudano con mosse sensuali, carezzando ogni centimetro di pelle dell’altro man mano che viene esposto.

– Guarda la ragazza, che fighetta, e che culo. Quando andiamo di là glielo spacco. ‘

Edoardo fa il gradasso con l’amico sistemandosi il cavallo dei pantaloni che sente già crescere. Carlo ha un attimo di esitazione, i corpi delle due donne gli paiono familiari ma le maschere le rendono irriconoscibili.

– Edoardo’ mi pare di conoscerle, non ti ricordano qualcuno? ‘

– Cazzo dici? Come fai a riconoscerle con quelle maschere, probabilmente &egrave qualcuna che ci siamo sbattuti l’altra volta. Anzi, quella bionda mi pare proprio lei, quella che ci siamo fatti insieme sul divano. ‘

Il dubbio di Carlo viene soppiantato dall’interesse per la scena che vede: le due donne mature sono distese per terra, in senso inverso, si leccano con ardore. La ragazza invece &egrave inginocchiata davanti al ragazzo, lo succhia con trasporto facendo ergere un cazzo di discrete proporzioni che appare e scompare dalla bocca golosa.

– mmmhhhh, come lo succhia bene. Dopo le scopo la gola, e poi il culo. ‘

Edoardo si &egrave sbracato sulla poltrona. Con una mano regge un bicchiere da cui sorseggia lo champagne, con l’altra si carezza l’uccello che ha tirato fuori.
Le stanze sono insonorizzate, altrimenti udrebbero i gemiti goduriosi che i quattro stanno emettendo.
I due uomini vedono la bionda slacciarsi dall’abbraccio e uscire mentre la mora si unisce alla ragazza nel rendere omaggio al cazzo sempre più in tensione.

– Dove cazzo va quella? ‘

Carlo non risponde, si sta toccando anche lui eccitato dalla visione delle due bocche unite sulla cappella turgida del ragazzo.
Poco dopo la bionda torna con aria allegra. In una mano ha una bottiglia di champagne, nell’altra un dildo di buona taglia. Dice qualcosa agli altri tre che i due uomini non odono.

– Bene, siamo quasi al clou, ma prima brindiamo a quei due cornuti dall’altra parte. ‘

Michela appoggia il dildo sul divano e apre festosa la bottiglia. Si avvicina ai tre ancora impegnati, versa lo champagne sul petto di Guido facendolo scivolare sul suo corpo, cadere nelle bocche protese delle due donne inginocchiate.

– Doppio pompino allo champagne ‘

Grida allegra prima di attaccarsi alla bottiglia, fare un sorso e porgerla a Guido che la prende, beve a sua volta, e ne fa cadere ancora, lentamente, sul suo cazzo, sui volti accostati delle due.

– Vieni qui ‘

Michela si accosta allo specchio, vi appoggia le mani e spinge indietro il corpo. Chiama Guido che la raggiunge, le si mette dietro e la penetra iniziando a scoparla. Di fianco Cinzia ha assunto la stessa posizione, dietro di lei Anna che, preso il dildo, lo fa scivolare sulla sua schiena, sulle sue natiche e poi le infila nella vagina muovendolo avanti e indietro.

– Cazzo che troie. Se continua mi fanno venire così, da solo. ‘

Edoardo &egrave ipereccitato, si masturba apertamente, imitato da Carlo, passando con gli occhi sui volti delle due donne, quasi attaccati allo specchio, sulle loro smorfie di piacere. Se non ci fosse il vetro potrebbe toccarle solo allungando un braccio. Non vede l’ora che li chiamino, incerto su chi scopare per prima, certo che sarà un pomeriggio memorabile.
Di colpo dei gemiti riempiono la stanza.

– Cazzo, l’intercom, quella troia l’ha aperto. ‘

Michela ha allungato una mano verso un pulsante permettendo così all’audio, diffuso da altoparlanti nascosti, di passare da una stanza all’altra. I suoi versi si mescolano con quelli di Cinzia e Guido, ora pienamente udibili dai due uomini dall’altra parte.
Sente le parole di Edoardo e poi nulla, i due uomini sanno che anche di là possono ora udire, ma per lei &egrave più importante che siano loro a sentire ciò che presto accadrà.
Si volge verso Guido e gli accenna con la testa. E’ il momento. Il ragazzo esce dalla vagina, punta il cazzo poco sopra, sulla corolla dell’ano, e spinge:

– OOOOHHHHHHH. ‘

Michela geme sentendosi penetrare dietro. Le piacerebbe lasciarsi andare, godersi quel momento ma si controlla, c’&egrave ancora qualcosa da fare, da dire:

– ‘ mi sta inculando’ –

La sua voce roca ed eccitata esce dagli altoparlanti toccando corde sconosciute nei due uomini che sono in piedi, masturbandosi vicino allo specchio, i cazzi puntati sui volti appena al di là del vetro.

– Non ce la faccio più, fateci venire da voi. ‘

Supplica Edoardo che si sente scoppiare dall’eccitazione. Vede la testa della donna bionda scuotersi in senso negativo e fa uno sforzo per smettere di toccarsi per non venire lì, sul freddo vetro.

– AAAAAHHHHHHH ‘

La bocca della mora si spalanca, gli occhi si strizzano sotto la mascherina. Dietro di lei la ragazza ha un sorriso feroce. I due uomini intuiscono che anche lei viene sodomizzata. L’espressione tesa muta rapidamente in una smorfia di piacere, sottolineata dai gemiti che emette.

– Vi prego, fateci venire lì. ‘

Questa volta &egrave Carlo a parlare, non riesce più a trattenersi nemmeno lui. Bussa sul vetro e ancora la testa bionda si scuote in senso negativo. La vedono arcuarsi sotto i colpi del ragazzo, la odono mugolare sempre più forte e infine urlare.

– Vengo’ sto venendo’ DAI, PIU’ FORTE’ OOOOHHHHHHHHHH, GODOOOOOOOO ‘

Il ragazzo sbatte ancora per alcuni secondi, la donna che abbassa la testa come accasciandosi prima di rialzarla con un sorriso felice sulle labbra. Si gira verso il ragazzo:

– E’ il momento, vai da lei ‘

I due uomini lo vedono staccarsi dalla bionda, spostarsi di lato scansando la ragazza. Lo vedono estrarre il dildo e porgerglielo, lei che lo prende con aria felice e si avvicina alla donna bionda. Poi lui &egrave dietro la mora e ancora vedono la bocca di lei aprirsi e dagli altoparlanti odono un grido di gioia.

– Sì’ inculami’ fammi godere’ sbattimi’ sbattimi’ –

Il viso &egrave stravolto dal piacere sotto i colpi sempre più forti che il ragazzo le dà. Di fianco la ragazza ha assunto la posizione che aveva la donna bionda, che &egrave dietro di lei. Anche lei apre la bocca e geme e i due vedono la donna inginocchiata, la faccia immersa tra le natiche della ragazza, la mano che, intuiscono, manovra il dildo.

Non sanno più chi guardare, chi sia più eccitante delle due, cominciano ad avvertire un dolore sordo ai testicoli ma non vogliono godere così, cercano di resistere nell’attesa che si realizzi la promessa di essere chiamati. Vedono la ragazza godere e rialzarsi, abbracciare e baciare la bionda. Tornano a fissare la mora e a quel punto sentono, per la prima volta, la voce del ragazzo:

– Edoardo! –

Edoardo sussulta sentendosi chiamare. Come fa a conoscere il suo nome? Cosa sta succedendo? Le parole successive gli fanno capire:

– Ti vantavi tanto di incularmi la ragazza, ora che effetto ti fa vedermi inculare tua moglie? E a lei piace, sì che le piace. Vero Cinzia? –

– Sìììììììì, mi piace, mi piace più con te che con lui. Inculami… sbattimi… sto godendo come una troia. –

– La vedi come gode gran cornuto? Sei solo un povero stronzo. ‘

Edoardo e Carlo si guardano attoniti. Carlo realizza che si tratta della voce di suo figlio. La conferma arriva l’istante dopo, quando Guido si toglie la maschera e guarda sornione nello specchio.

– Sì vienimi dentro’ riempimi’ GODOOOOOOOO ‘

Gli occhi di Edoardo si fissano sul volto della mora e l’ira lo travolge capendo appieno di essere stato sbeffeggiato, deriso, umiliato a sua volta, quando Guido strappa la mascherina e la parrucca alla donna che sta penetrando, rivelando il volto di Cinzia stravolto dal piacere.
In un lampo scatta verso la porta, vuole raggiungere l’altra stanza, aggredire i due. Inutile, non sa che Michela, nella sua breve assenza, ha chiuso a chiave. Tira con forza la maniglia senza esito, poi torna al vetro, vi batte i pugni contro.

– TROIA, TROIA MALEDETTA. VI SPACCO LA FACCIA! ‘

Carlo &egrave rimasto incredulo, poi un pensiero si fa strada nella sua testa: se quello &egrave Guido e lei &egrave Cinzia, allora l’altra’
Vede la bionda togliersi teatralmente parrucca e mascherina, sorridendo maliziosa
Osserva in stato quasi catatonico il suo amico agitarsi, sbraitare, battere contro il vetro, cercare di alzare la poltrona, fissata al pavimento, e poi tornare alla porta, cercare di sfondarla. Lo ode dire frasi irriferibili, insultare tutto e tutti, e poi lo vede accasciarsi sulla poltrona, azzittirsi, guardare il vetro come se non lo vedesse. Si volge verso Michela e la vede sorridere ancora, vittoriosa.

Michela ha lasciato che Guido godesse, che Cinzia si riprendesse, udendo senza vedere la furia di Edoardo. Quando le urla si sono affievolite ed &egrave tornato il silenzio, si avvicina a Guido e lo abbraccia affettuosamente, poi guarda ancora verso lo specchio.

– Hai avuto quel che ti meritavi Edoardo, e credo che anche Cinzia abbia qualcosa da dirti. ‘

Cede la parola all’amica che si pone a fianco di Michela, la stringe a se:

– Ho capito finalmente che sei solo un pezzo di merda. Voglio il divorzio Edoardo, ma soprattutto non voglio più vederti. La mia vita ora &egrave con Michela… e con Guido, con Anna. Devi sparire. ‘

– Vuoi il divorzio anche tu? ‘

La voce di Carlo &egrave bassa, pacata, il tono depresso mentre guarda Michela aspettandosi che lei annuisca. Si sorprende della sua risposta:

– No, almeno non ancora. Ho altre idee su di te. Attendi che io ti chiami e saprai cosa ho deciso. Tenete presente entrambi che abbiamo la registrazione di quel che &egrave successo oggi, non vi conviene fare i furbi o vi ritroverete un divorzio per colpa oltre ad essere sputtanati dappertutto’ noi avevamo le mascherine ed &egrave facile tagliare l’ultima parte. ‘

I due, scornati, vedono i quattro uscire dalla stanza. Attendono in silenzio, senza guardarsi, che la porta venga loro aperta. Quando accade escono sempre senza parlarsi e vanno via ognuno per la sua strada.
Uscendo dalla stanza Michela ha un abbraccio per ognuno degli altri. Sorride festosa.

– Guido, Anna, vi aspetto da me questa sera. Ci rivedremo i filmati e vedremo come fare per l’ultima cosa che ho in mente. –

Prima di andare via Michela attende la proprietaria che le si fa incontro con aria ammirata.

– Spero di non farti mai incazzare. E’ stata una cosa perfida. Anche se lo meritavano mi fanno un po’ pena. ‘

– Conserva la tua compassione per chi la merita. Le registrazioni? –

– Eccole, sono copie uniche per ognuna delle quattro videocamere che c’erano. ‘

– Bene, grazie. Piaciuto lo spettacolo? ‘

– ‘ sono venuta tre volte’ spero tornerete. ‘

– Non subito ma ci puoi contare. Aspetta che me ne sia andata e poi apri a quei due stronzi. –

– D’accordo ‘

Con un bacio si salutano e poi Michela e Cinzia vanno via. I giorni passano e il ménage allargato di Michela funziona.
Lei e Cinzia vivono assieme, ogni tanto vanno a trovare Anna e Guido, che hanno scelto di restare da Anna, a volte ricevono le loro visite. Spesso e volentieri finiscono tutti insieme a letto nelle combinazioni più disparate ispirate dal momento.

Carlo non si fa sentire, aspettando la chiamata di Michela, Edoardo &egrave sparito e già &egrave iniziata la pratica di divorzio. Michela non potrebbe essere più soddisfatta ma c’&egrave ancora una cosa che vuol fare, un impegno che ha preso più con se stessa che per Guido che se ne sbatterebbe altamente.

Vuole che anche Virginia sia umiliata ma non sa bene come fare. L’idea le viene parlando con Anna la quale, conversando, le dice che Guido riceve messaggi WA dalla ragazza. Sono tutte un chiedere perdono ed un incontro. Guido non risponde affatto e non ha problemi a parlarne o farli leggere ad Anna che già sa tutto.

– Senti Anna, per completare il quadro manca solo lei. Lo so che Guido &egrave soddisfatto così com’&egrave ma io no. Mi aiuti? Ho in mente qualcosa che coinvolgerà anche Carlo. Ho intenzione di farlo tornare a casa, ma alle mie condizioni però, e questo servirà a farglielo entrare bene in testa. ‘

– Non ho problemi per aiutarti ma non farò nulla per costringere Guido se lui non vuole ‘

– No, nessuna costrizione, casomai convinzione se dovesse essere indeciso. Ma quando vi avrò spiegato bene cosa ho in mente penso che nemmeno lui si opporrà. ‘

Come previsto Guido non &egrave particolarmente interessato ma vedere quanto la madre ci tenga lo spinge ad accettare il piano di Michela.

– Sì, alla fine sarà una lezione salutare per lei. Peccato non sia come sua sorella. Lei &egrave molto più matura. Se le raccontassi ciò che &egrave successo sono sicuro che parteggerebbe per me. ‘

– Sua sorella? ‘

– Sì, Ramona. Non la conosci. Io ci ho parlato diverse volte. Devo dire che &egrave anche una bella ragazza, e dalle battute che ci faceva deve essere anche lei una bella porcellina. ‘

– Sei sicuro che comprenderebbe? ‘

– Sì. ‘

– Allora devo parlare con questa Ramona ‘

– Perché mamma? Che c’entra lei? ‘

– Potrebbe essere la ciliegina sulla torta, l’umiliazione finale. Chiamala, dille di venire qui senza dire nulla. Anzi, dammi il telefono che ci parlo io. ‘

Avuto il cellulare, Michela si apparta e chiama:

– Pronto, Ramona? ‘

– Sì, chi parla? ‘

– Sono la madre di Guido. –

Ramona, al lavoro, ha risposto solo perché ha visto il numero di Guido. Da quella sera famosa &egrave un po’ preoccupata per la sorella. Virginia non si confida, solo in una occasione, tornando a casa un po’ brilla, si &egrave lasciata andare confessando il suo malessere per aver perso Guido, incolpandosi del fatto, senza entrare nei particolari. Per il resto il suo umore si &egrave fatto cupo e, da una settimana, esce senza che si sappia dove vada, tornando a casa in condizioni che Ramona fatica a nascondere alla loro madre. Teme che si stia lasciando andare.

– Buongiorno signora, perché mi chiama lei dal telefono di Guido? E’ successo qualcosa? ‘

La risposta educata, diretta e preoccupata di Ramona ben predispone Michela che la invita a casa sua per parlarle, senza farne parola con nessuno.

Ramona accetta, desiderosa di scoprire cosa sia esattamente successo tra sua sorella e Guido, e concorda che passerà da Michela uscendo dal lavoro.

Chiudendo la chiamata Michela guarda gli altri già pensando a cosa dirà nel pomeriggio. E’ un punto cruciale: se Ramona dovesse comportarsi diversamente da come immagina, parlando con la sorella, tutto andrebbe all’aria. E’ un rischio ma il gioco vale la candela. Dispone che all’arrivo della ragazza tutti vadano di sopra aspettando di essere chiamati.

Nel pomeriggio Ramona arriva, suona ed entra comportandosi educatamente. Con grazia accetta il th&egrave che le offre Michela senza farle fretta, aspettando che sia quella bella signora dal sorriso affascinante a prendere il discorso: Dopo aver preso il th&egrave e conversato amabilmente per qualche minuto, Michela va all’attacco. L’idea che si &egrave fatta di Ramona &egrave positiva, decide che conviene essere diretti, sinceri sin quasi alla brutalità, impostando il discorso come se fosse per chiedere un parere.

– Ramona, tu sai cosa &egrave successo tra Virginia e Guido? ‘

– No, mia sorella parla poco. Ho capito qualcosa ma di molto vago. ‘

Di sopra, cercando di non fare rumore, Guido, Anna e Cinzia sono curiosi su cosa si stanno dicendo le due donne di sotto.

– Guido, perché l’ha chiamata? –

– Non lo so, ma l’hai sentita. L’umiliazione finale l’ha definita. –

– Ma possiamo fidarci? Si tratta di sua sorella. –

– Io mi fido della mamma. Si &egrave messa in testa di vendicarmi e nulla la distoglierà. Sicuramente Ramona le &egrave utile per qualcosa. –

– Vendetta. Ma tu vuoi vendicarti veramente? Non stiamo tanto bene così? –

– Sinceramente… non me ne frega più di tanto. Io voglio solo stare con te Anna, Virginia fa parte del passato e non ci penso nemmeno. –

– Ed io voglio stare con te, ma perché allora? –

– Per far contenta la mamma. Io non sono tanto assetato di vendetta, ma se mamma lo vuole, allora la aiuterò. E’ giusto che Virginia paghi anche se io non ci tengo particolarmente. –

Quando vengono chiamati, i tre scendono e trovano Michela da sola, con un sorriso smagliante.

– Allora? Ci aiuterà? –

– Sì, a condizioni accettabili. –

– Ma come hai fatto? –

– Ho saputo toccare le corde giuste. Ora tocca a te Guido, devi fare una chiamata, sai a chi. –

– GUIDO!!! ‘

Virginia esulta sentendo la voce del ragazzo al telefono.

– Ciao Virginia, come va? ‘

– Io’ bene’ ti volevo dire’ –

– Lo so cosa vuoi dirmi, per questo ti ho chiamato. Vuoi venire questa sera a casa mia? ‘

– Io’ sì, vengo’anche subito’ –

– No, stasera alle 21. Abbiamo diverse cose da dire’ e fare. Mi manchi, sai? ‘

– Anche tu a me, tantissimo. ‘

L’esca &egrave gettata. Guido ha chiamato Virginia per darle appuntamento, mentendo sul sentirne la mancanza e lasciandole intendere ciò che lei vorrebbe. Difatti Virginia già pensa che Guido voglia stare con lei, che sia l’occasione per riappacificarsi. Freme di gioia preparandosi per la sera, salta la cena per farsi bella non vedendo così che anche sua sorella &egrave assente. Poi esce e va a casa di Guido.

Lo stesso giorno Michela ha chiamato Carlo. Gli ha detto che ha una possibilità di rientrare a casa ma che deve fare ciò che dice lei. Gli dà appuntamento per le 20, 00.

– Bene, tutto &egrave pronto, bisogna solo attendere poche ore. Vieni Cinzia, ho voglia di fare un bel bagno. –

Michela e Cinzia si concedono un bagno insieme. Si carezzano, si baciano ma non si spingono oltre, c’&egrave tutta la serata per quello.

Alle 20,00, puntualissimo, Carlo si presenta con un mazzo di fiori.

– Ciao Michela, questi sono per te, io… –

– Sssshhhhh, non devi dire nulla, solo ascoltare. Mi hai profondamente deluso Carlo, ma forse, e dico forse, sono disposta a farti tornare a casa. Dipende solo da te. –

– Cosa devo fare per farmi perdonare? –

– Solo quello che ti dirò, e senza aprire bocca –

Michela spiega a Carlo cosa si attende da lui. Alle sue rimostranze risponde con fare suadente, avvicinandoglisi e poggiandogli la mano sul cavallo dei pantaloni.

– Se sarai bravo ti divertirai. So che ti piacciono le fighette giovani, vero? Anna! –

Michela chiama la ragazza che si presenta in abiti provocanti: una corta gonnellina che copre appena l’inguine, un top che evidenzia la mancanza di reggiseno. Anna si avvicina ai due, appoggia anche lei la mano sul pacco di Carlo.

– Ti ricordi della mia lontana cugina Anna? E’ bella vero? Questa sera ci divertiremo Carlo, ma lo faremo a modo mio o niente. Accetti o te ne vai, scegli. –

Carlo non &egrave convinto, gli pare tutto molto strano ma sa di non avere alternative, e la promessa di Michela, insieme alle due mani che gli carezzano il cazzo da sopra i pantaloni, lo spinge ad accettare e farsi condurre da Anna di sopra per prepararsi.

Drrriiiinnnnn.

Virginia ha pigiato il campanello ansiosa di vedere Guido, di potergli parlare. Si sorprende quando ad aprire viene Michela:

– Ah… ciao Michela, io… –

– Entra Virginia, vedrai Guido tra poco ma prima devo spiegarti un paio di cose. –

Dubbiosa, Virginia entra e segue Michela in cucina. Lì giunte Michela si gira di colpo e Virginia le sbatte contro. Restano ferme, petto contro petto, e lei sente la voce suadente di Michela parlarle piano:

– Mi piacevi Virginia, lo sai vero? –

Nel dirlo Michela ha portato la mano sui fianchi della ragazza, l’ha fatta scivolare sul culo che stringe lievemente alzando la minigonna.

– Sì… e anche tu piaci a me, ma Guido… –

– Guido &egrave arrabbiato con te, e tu sei qui per farti perdonare, vero? –

– Sì, io… sono pronta a tutto. –

– Davvero? Lo scopriremo presto. Adesso giocheremo Virginia, ma il gioco non lo condurrai tu come l’altra volta. Adesso faremo a modo mio. Sei pronta a giocare per Guido o preferisci andartene per non tornare mai più? –

La mano di Michela si &egrave spostata sul davanti, carezza la micina della ragazza che ricorda l’attrazione che aveva per Michela. Con un sospiro si abbandona alla carezza e le porge le labbra. Michela la bacia piano, indugiando labbra su labbra, spingendo poi la lingua nella bocca della ragazza che la accoglie arrendendosi completamente. Sulle dita, infilate nella micina, Michela sente la sua eccitazione, poi si stacca.

– Bene, adesso spogliati completamente, poi ti benderò e ti porterò di là dove Guido sta aspettando. –

Ubbidiente, Virginia si toglie gli abiti e si lascia prima bendare e poi condurre nel salotto. Lei non vede ma lì c’&egrave Carlo.
Mentre Virginia si spogliava, Anna l’ha bendato e poi portato di sotto. L’ha legato a una sedia. Carlo &egrave stato lì lì per reagire sentendo che c’era un’altra persona ad aiutare Anna a legarlo. Ha rinunciato sentendo la voce di Cinzia nell’orecchio.

– sssshhhh, fermo caro, lasciaci fare. Ti divertirai credimi, ti divertirai come mai hai fatto. –

Poi una bocca, non sa se di Anna o Cinzia, si &egrave poggiata sulla sua scambiando un bacio umido. Sente dei movimenti, dei passi, la voce del figlio che parla con la madre. Vorrebbe dire qualcosa ma Michela l’ha avvertito: una parola e finisce tutto. Stringe le labbra e attende.

Nella stanza, di fronte a Carlo, c’&egrave Virginia che resta immobile aspettando istruzioni. Michela li lascia per un istante per andare a prendere Ramona, nascosta nel bagno di servizio, che fa accomodare su una poltrona da dove può osservare tutto.

Ramona si siede. Sa cosa sta per avvenire. Ha qualche scrupolo per l’inganno che sta venendo perpetrato alla sorella, ma la motivazione datagli da Michela le &egrave sufficiente: una lezione, ricevere cosa ha dato. E poi sa che può intervenire in qualsiasi momento, se dovesse vedere che Virginia sta soffrendo, per bloccare tutto.

Ci sono altre motivazioni in lei, non le ha svelate a Michela ma sono le più importanti: &egrave curiosa di vedere un’orgia, anche se in questa vi &egrave sua sorella ma, soprattutto, la conoscenza &egrave potere. Saprà un segreto di Virginia che, chissà, potrebbe esserle utile in futuro nei suoi rapporti con la sorella. Ammira i corpi nudi dei presenti, soffermandosi su Guido che vede nudo per la prima volta, apprezzandone il fisico, il cazzo che si sta inturgidendo sotto le carezze di Anna. Cinzia &egrave di fianco a Carlo, che lei non conosce. Vede Michela sussurrare qualcosa all’orecchio di Virginia e questa inginocchiarsi e gattonare in avanti, fino ad arrivare tra le gambe di Carlo.

– Spostati in avanti e faglielo venire duro –

Ordina Michela, e Virginia muove le mani, incontra le gambe di Carlo e, regolandosi su queste, assume la posizione adatta. A tastoni trova il pene ancora a riposo,

Ramona guarda affascinata la scena davanti a lei: sua sorella carponi, la bocca impegnata sul cazzo di Carlo, la schiena inarcata che espone le natiche rotonde e il solco in mezzo. La vista le viene coperta da Michela che si inginocchia e tra quelle natiche infila la faccia.

Virginia si sta dando da fare su quello che pensa sia il cazzo di Guido. La novità dell’essere bendata la eccita. Crede che tutto sia risolto e si dedica con fervore alla fellatio strappando singulti di piacere all’uomo. Sente dietro di se qualcuno che le apre le natiche e una lingua umida che le scivola nel solco, muovendosi tra ano e vagina. Mugola per manifestare il proprio apprezzamento. Pensa sia Michela ma non può esserne certa ma a lei, a quel punto, va bene tutto.

Continua il pompino sentendosi frugare da dita curiose, prima davanti e poi dietro, lì dove solo da poco &egrave stata sverginata. Sono dita piccole, da donna, non danno fastidio, anzi. Geme di piacere per la doppia penetrazione, per la lingua che non smette di passarle sul clitoride, intensifica i movimenti della testa, cerca di prendere fino in fondo quel cazzo che le riempie la bocca togliendole il respiro. Deve rinunciare, non &egrave abituata, e si prodiga leccando l’asta, i testicoli, suggendo la punta dalla pelle setosa sotto la lingua.

Di colpo uno schizzo le scivola in gola. Senza preavviso Carlo ha goduto. Anche lui bendato ha potuto solo immaginare cosa stesse accadendogli intorno. Immagina che quella bocca sia della cugina di Michela, una ragazza che mai avrebbe immaginato potesse partecipare ai loro incontri. L’eccitazione per il tocco sapiente di labbra e lingua sale fino al limite; la fantasia fa il resto. Pensa che sia una bellissima festa di riappacificazione, che presto potrà giacere ancora con la moglie che gli manca molto, con l’aggiunta di quella nuova ragazza. Tutto va bene, tutto’ gode di colpo, senza preavviso, immaginando di star venendo nella figa di Michela.

Virginia, colta di sorpresa dallo schizzo, si affretta a ingoiare il seme caldo. E’ abile in questo, l’esperienza non le manca. Eppure fa fatica a contenere tutta la quantità che le si riversa in bocca. Giocoforza una parte cola fuori, lungo l’asta. Pur senza vederla la insegue con la lingua, se ne riappropria golosa e gode a sua volta, due dita infilate in lei per parte, le mani che si muovono velocissime. Rimane carponi riprendendo fiato, ansimante. Dietro di lei Michela si rialza col viso impiastricciato dagli umori, sorridendo trionfante.

Guido ed Anna sono rimasti in disparte, carezzandosi vicendevolmente, guardando la performance di Virginia e Michela, accettando, se pur senza entusiasmo, Cinzia che li affianca dispensando carezze ad entrambi, eccitata a sua volta. Vorrebbe partecipare Cinzia, vorrebbe almeno masturbarsi e godere, e invece deve attendere. Così le ha detto Michela e così lei fa. Con gioia vede il segnale di lei che le indica di occuparsi di Carlo, di farlo tornare presto in erezione, e si fionda su quel cazzo non più rigido, terminando di pulirlo dallo sperma lasciato da Virginia. Riportandolo presto al pieno vigore, lucido di saliva.

Dietro di lei Michela ha fatto alzare Virginia, l’ha abbracciata e baciata, con una mano la masturba sussurrandole parole sconce e la ragazza si eccita ancora.

Virginia si sente fremere sotto le carezza della donna che tanto la attrae, &egrave già dimenticato il cazzo duro che succhiava, ora conta la lingua saettante che cerca e avvolge con la propria, conta la mano chiusa a coppa sul suo sesso, le due dita che la frugano toccando punti sensibili. Mugola nella bocca di Michela, lamentandosi quando questa si stacca e scende sui suoi seni, sul suo ventre. Allarga le cosce per agevolarla, ansiosa di sentire ancora la lingua su di lei. Dietro c’&egrave un’altra persona, che le allarga le natiche, le picchietta la lingua sull’ano. Presa tra due fuochi Virginia &egrave in stato febbrile, l’eccitazione le percorre tutto il corpo e gode ancora stringendo a se la testa di Michela come per farsela entrare dentro. E la donna non smette, continua a leccare, a infilare le dita dentro, imitata da Cinzia dall’altra parte.

E’ questo quello che vuole Michela, che Virginia arrivi ad uno stato di eccitazione costante, che abbia orgasmo su orgasmo senza capire più nulla. Le &egrave facile, la ragazza &egrave calda di suo ed essere al centro dell’attenzione la stimola enormemente nell’attesa, pensa, che Guido la prenda. Crede sia un gioco di Michela e la ringrazia mentalmente mentre geme in continuazione. Si sente senza forze quando, presa per le braccia, viene trasportata quasi di peso e sente sulla schiena un torace muscoloso.

‘&egrave arrivato il momento’ pensa, e sta quasi per invocare Guido ma si ricorda in tempo che Michela l’ha proibito. Aspetta che chi la trattiene, Michela e Cinzia sicuramente, si decidano a farla scendere per impalarsi, già sente la carne dura bussarle sulle labbra intime, sul cazzo del suo Guido. Viene accontentata e sospira sentendosi aprire, penetrare, riempire.

Carlo ha sentito i gemiti di piacere, il rumore umido delle lingue. Legato alla sedia scalpita. Se potesse si toglierebbe la benda e si getterebbe nel mucchio. Si agita senza riuscire a liberarsi e tende le orecchie per udire ogni verso sperando che presto si ricordino di lui.

Quando sente un corpo sopra di se si tende verso l’alto, avverte un tocco delicato sulla punta dell’uccello e si eccita pensando che sia, finalmente, la figa di Anna. Un attimo dopo si sente ingoiare dalla carne calda, stretta e bagnata. Geme anche lui e spinge verso l’altro ancora e ancora, ma i suoi movimenti sono limitati dalle corde morbide che lo trattengono. Sibila di frustrazione fino a che sente che il corpo sopra di lui si muove, che il suo uccello entra e esce da quella fighetta che crede sconosciuta. Contro il torace c’&egrave pelle morbida che si strofina, che scivola verso l’alto e verso il basso. Ne ode il rumore mescolato ai gemiti della ragazza. La sente godere, godere e godere ancora.

Virginia &egrave alle stelle, il cazzo di Guido (crede lei), le scorre dentro, la mano di Michela le titilla il clitoride. Gode in continuazione senza riuscire a smettere di gemere di piacere. Pensa a un attimo di riposo quando si sente sollevare fino a far uscire l’uccello dalla figa, ma &egrave solo un secondo, il tempo per Anna, che si &egrave staccata da Guido malvolentieri, di prenderlo in mano, tenerlo dritto e attendere che Cinzia e Michela facciano scendere lentamente la ragazza. Lo punta sul forellino grinzoso, lo regge mentre la cappella già lo dilata, toglie la mano solo quando &egrave per metà dentro.

Sentendosi penetrare dietro Virginia ha un sobbalzo. Si sente aprire, istintivamente contrae lo sfintere, sente un inizio di dolore. Non sa che Cinzia l’ha ben preparata, che le dita che la penetravano erano intrise di lubrificante, che &egrave pronta e ricettiva. La voce di Michela all’orecchio le sussurra di rilassarsi, di spingere, che sarà solo piacere. Nella nebbia delle sensazioni Virginia la ascolta, le dà retta e, mentre il cazzo le entra ancora più dentro, sente una lingua sulla figa che annulla ogni fastidio, ogni timore. Il godimento interrotto riprende e Virginia viene ancora, e ancora. Gli orgasmi si susseguono a ripetizione e lei mugola, geme, urla. la lingua sulla micina sostituita da due dita che la scavano in profondità. Davanti a se ode dei gemiti nuovi, una voce che non conosce ma &egrave troppo bello godere così. Si dimentica di non dover parlare:

– SSSIIIIII GUIDO! Scopami amore, prendimi così’ fammi godere’ godo in continuazione .. godo in continuazioneeeEEEEEEEEE ‘

Anche Carlo sta per venire. Benché parte passiva ha goduto di ogni momento della situazione sentendosi il cazzo stretto, i muscoli della ragazza che gli si contraggono intorno. Manca poco per lui ma stringe i denti, vuole che la ragazza che gli si agita sopra venga ancora, che continui a godere come ha fatto da diversi minuti. Alla fine si arrende e le sparge nell’intestino il suo seme bollente mugolando a sua volta. Ha pochi secondi per riprendersi dal piacere perché sente la voce della ragazza e comprende, all’istante, che non si tratta di Anna. In quel momento la benda gli viene tolta.

Virginia si sta acquietando, &egrave cessato il movimento delle due donne che l’alzavano e l’abbassavano sopra il palo eretto che ora &egrave completamente ficcato dentro di lei, eruttando il suo seme. Contrae i muscoli e sente l’uomo sussultare. E’ felice come mai lo era stata in vita sua. Di colpo la luce torna nei suoi occhi. Li sbatte, la visione appannata, poi mette a fuoco davanti a lei Guido che, da dietro, sta scopando una ragazza che non conosce la quale mugola di piacere.

– Pensavi fossi io? Guarda invece con chi hai scopato ‘

Confusa volge la testa e riconosce Carlo che &egrave sconcertato a sua volta dal riconoscerla.

– Questa &egrave Anna, la mia compagna, la donna che amo, con cui faccio amore non sesso, con cui voglio dividere la mia vita e dimenticarti. Papà sei contento? Anche tu mi hai inculato la ragazza’ la ex ragazza, e non me ne frega niente. Cosa si prova ad essere un coglione? E tu Virginia, cosa si prova ad comportarsi da troia davanti a tutti, di essere solo un buco da riempire non importa da chi? ‘

– E guarda chi ha fatto da spettatrice ‘

Michela rincara la dose sulla povera Virginia incapace di rispondere o anche solo muoversi.

Ramona &egrave senza parole. Ha guardato allibita lo svolgersi dell’orgia davanti ai suoi occhi, ha visto la sorella concedersi come aveva detto Michela. Senza costrizione ma, anzi, entusiastica partecipazione. Sì, c’&egrave stato l’inganno ma non &egrave stata mai forzata. L’eccitazione ha preso anche lei, non &egrave riuscita a restare insensibile. Si &egrave trovata una mano sul seno senza coscienza di avercela portata. Ha dovuto fare uno sforzo per fermare l’altra mano che scendeva verso l’inguine. No, non era il caso di farsi vedere partecipe, coinvolta.

Virginia &egrave a pezzi, sia fisicamente che moralmente, incredula di essere caduta in quella trappola umiliante, conscia che ogni sua speranza di rimettersi con Guido &egrave sparita. Lo comprende più dallo sguardo d’amore che i due davanti a lei, continuando a scopare, si scambiano insieme ai baci, che dal tono duro con cui Guido le ha parlato. Sente l’uccello di Carlo farsi piccolo, uscire da lei, e vorrebbe solo essere altrove, non importa dove. Davanti vede sua sorella che la osserva con un’espressione tra la compassione e la rabbia. Si rende conto che ha visto e sentito tutto, che il suo mondo &egrave crollato.

Viene fatta rimettere in piedi da Michela e Cinzia, le vengono porti gli abiti e lei si riveste stancamente senza nemmeno guardare i due che, a loro volta, stanno godendo urlandosi frasi d’amore. Resta lì imbambolata, quasi in stato catatonico, fino a che la sorella non la prende per un braccio e la conduce verso la porta.

Ramona si volge un’ultima volta verso Michela che le ha seguite.

– Se avessi saputo che si riduceva così vi avrei fermati. ‘

– Le passerà, in fondo ha solo goduto come una vacca, l’hai visto anche tu no? ‘

– Sì, ha goduto col corpo, ma guardala ora. ‘

– Tu non hai visto com’era Guido quella sera, come lei ha ridotto lui’ –

– Proprio non riesci ad avere compassione vero? Come fai ad essere cosi malvagia? ‘

Con queste ultime parole Ramona riprende la sorella per un braccio e la porta via.

Michela resta un attimo pensierosa per l’accusa ma si autoassolve subito rientrando nel salotto dove Anna e Guido si stanno rivestendo.

– Soddisfatta mamma? Hai avuto ciò che volevi? ‘

Il tono di Guido non le piace. Perché non capisce che ha fatto tutto per lui? Vede i due ragazzi andarsene e resta sola con Cinzia e Carlo ancora legato. E’ a lui che si rivolge ora:

– Ti ho usato per vendicarmi di quella troietta Carlo, e questo sarà il tuo ruolo da adesso se vuoi tornare in questa casa. Io vivo con Cinzia, &egrave lei la mia compagna e tu dormirai nella stanza di Guido. Non preoccuparti, di tanto in tanto magari ti chiameremo nel nostro letto, quando ci verrà voglia di qualcosa di diverso, e lì avrai il tuo tornaconto come l’hai avuto oggi, ma non dimenticare mai che sei un oggetto, un utensile, che devi stare al tuo posto finché non ti chiamo io. Se ti va &egrave così e puoi andare a prendere le tue cose, altrimenti sparisci. ‘

Carlo &egrave conscio di non avere scelta. Accetta questo patto leonino pur di rientrare a casa, pur di vivere vicino a sua moglie per la quale prova ancora sentimenti, pur di poter qualche volta dividere il suo letto. Non gli importa che ci sia anche Cinzia, il futuro &egrave ancora da scrivere e magari’

Così passa il tempo, Cinzia ha proseguito le pratiche di divorzio e vive con entusiasmo, in adorazione, il suo rapporto con Michela. Anna e Guido si fanno vedere talvolta. Niente sesso tutti insieme con le scuse più banali, tanto che Michela sospetta che la stiano evitando. Ciò la indispettisce e sfoga il suo livore sul povero Carlo. Michela lo tratta male ogni volta che lo vede, anche in quelle occasioni in cui lo chiama nella loro camera da letto, umiliandolo, insultandolo, trattandolo come fosse un oggetto di scarso valore. Traendone il piacere che vuole e poi relegandolo ancora nella sua stanzetta.

Carlo sopporta in silenzio. I suoi timidi tentativi iniziali di rientrare nel letto coniugale sono stati frustrati con un secco no di Michela e la sua stabilità mentale ne risente. Ogni notte o quasi sente le due donne allacciate in un amplesso saffico e si eccita senza avere altro sfogo che quello solitario. Vive per i momenti in cui gli viene dato accesso alla loro camera da letto e accetta ogni cosa pur di poter fare l’amore con la moglie. Più passa il tempo, più lei lo tratta male, più lui rimpiange quando erano solo loro due, innamorati persi. E innamorato lo &egrave ancora, struggendosi nel sentimento che non vede ricambiato e sciupandosi per la tensione e il dolore che prova.

La stessa Cinzia si &egrave mossa a pietà. Lei vive in funzione di Michela ma non può non notare che Carlo stia male ogni giorno di più. E’ arrivata, le rare volte che non c’&egrave Michela presente, a offrirsi a lui come consolazione. Rapporti veloci nella paura che lei torni, pompini che lasciano entrambi insoddisfatti, breve appagamento del fisico ma non dello spirito. Non parlano molto tra di loro se non con gli occhi incupiti.

In preda a una crisi di pianto, non la prima degli ultimi mesi, Carlo viene trovato una mattina da Guido che &egrave passato a prendere gli ultimi abiti e cose personali che erano rimaste lì.

– Papà, che ti succede? ‘

Carlo si asciuga gli occhi e cerca di riprendere un aspetto normale davanti al figlio, ma &egrave evidente la tristezza che lo invade e lo sovrasta come una cappa di piombo.

Guido, giudicando troppo severa la punizione inflitta da Michela, sta cercando di tenerla a distanza. Troppo preso da Anna ha anche trascurato ogni altro aspetto, compreso il padre che, in cuor suo, ha già perdonato per i fatti di quella sera. Solo ora si rende conto del degrado a cui &egrave andato incontro.
Insiste per farlo parlare, per consolarlo, e Carlo si sfoga finalmente dicendo le cose che non ha potuto dire a nessuno finora. Gli rivela come viene trattato da Michela, degli insulti, delle umiliazioni quotidiane che riceve.

– Ho sbagliato Guido, e me ne pento, ma non ho forse già pagato? Per quanto ancora dovrò scontare quell’unico errore? Ti ho chiesto perdono e me l’hai dato, ma me l’hai dato veramente? Mi hai perdonato o &egrave una finzione tra te e tua madre per umiliarmi ancora? ‘

Guido accusa il colpo. Si siede sul letto di fianco al padre, lo abbraccia, lo stringe per le spalle.

– Ti ho perdonato papà. Veramente per me quella sera &egrave solo un ricordo. Ora ho Anna, il passato non conta più, e mi dispiace che mamma ti tratti così. Ma perché resti? Perché non te ne vai a rifarti una vita se lei non ti vuole più? ‘

– Non posso Guido, non voglio. La amo ancora e finché c’&egrave una piccola speranza di tornare insieme come prima voglio restare’ ma c’&egrave davvero questa speranza? Non lo so Guido, non lo so più. ‘

Guido consola come può il padre e decide di andare a parlare con Michela. Senza perdere tempo si dirige all’ufficio del Comune dove lavorano lei e Cinzia.

Michela sta prendendo un caff&egrave alla macchinetta insieme a Cinzia quando vede arrivare il figlio:

– Guido, tesoro mio. Come mai ‘ –

Le parole le muoiono in gola vedendo il volto alterato del figlio:

– Basta mamma. Ho visto ora papà. Devi smetterla di maltrattarlo o farà una pazzia. ‘

– Ma Guido, dopo quello che ha fatto’ –

Cinzia avverte come un presentimento e interviene improvvidamente:

– Carlo &egrave uno stronzo, si merit’-

– Stai zitta stupida troia, e lascia in pace la mia famiglia. Vattene o ti faccio andare via io a calci in culo. Mi hai capito? Vattene da casa mia. ‘

Cinzia, zittita, si fa da parte lasciando a Michela la prosecuzione della loro difesa.

– Guido’ l’abbiamo fatto per te, Carlo’ –

– BASTA! Adesso basta mamma, hai esagerato, così morirà di dolore. Io l’ho perdonato, quante volte te lo devo dire? Sappi che se continui a tormentarlo non mi vedrai mai più. ‘

Vicino a loro ci sono colleghi e colleghe delle due donne che origliano curiosi l’animata discussione. Quando Guido alza la voce ascoltano più attentamente. Nei commenti tra loro, poi, verranno insinuati dei dubbi sul comportamento di Michela e Cinzia perché, se pur finora le hanno spalleggiate, già circolano voci sulla reale versione dei fatti.

Guido gira le spalle e se ne va lasciando attonita Michela.

– Devo andare a casa Cinzia. ‘

D’istinto Michela prende una decisione e lascia l’amica sotto gli sguardi non più benevoli dei presenti.

Guidando verso casa Michela rivive gli ultimi mesi, i fatti, i comportamenti. Le parole di Guido hanno come azionato un interruttore. Si rende conto di essere in errore, di aver trasceso ogni intenzione iniziale. Il cuore pieno di rimorso entra in casa trovandola vuota, le chiavi dell’auto di Carlo sul mobile, la sua giacca sul divano. C’&egrave un’aria di abbandono e Michela si spaventa.

– Oh Dio fa che non sia così’ –

Mormora tra se e se uscendo sul balcone, il telefono in mano per chiamare ancora non sa bene chi in soccorso. In distanza, nel parco davanti alla casa, vede una figura solitaria seduta su una panchina. Il cuore le balza in gola. E’ lì che si sono conosciuti lei e Carlo, &egrave su quella panchina che lui le si dichiarò.

Piena di speranza scende in fretta le scale e corre nel parco.

Carlo, dopo che Guido se ne &egrave andato, ha riflettuto sulle parole del figlio. Come un raggio di sole che squarcia le nuvole, le sue parole hanno diradato la nebbia che avvolgeva da mesi i suoi pensieri. Adesso la razionalità torna a farsi sentire e si rende conto che ha ragione Guido. Non ha più senso per lui stare lì. Medita anche sul farla finita e perso nei suoi pensieri esce di casa dirigendosi come per caso nel parco che l’ha visto felice. Siede sulla stessa panchina che ha visto lui e Michela insieme, si prende la testa tra le mani e pensa, pensa a una qualsiasi soluzione. Scarta l’idea del suicidio, lascerebbe troppe cose in sospeso al figlio, e continua a pensare senza trovare una via.

– Ciao Carlo ‘

La voce di Michela lo distoglie dai suoi pensieri e gli dà la soluzione che cercava. Non si sente impaurito o soggiogato da lei, anzi si sente sereno e distaccato. Attende che lei gli dica un qualcosa, una delle tante cattiverie che gli ha detto sinora, per affrontarla, per dirle che oramai non gli importa più niente. Invece la vede guardarlo da un paio di metri come se fosse indecisa sull’avvicinarsi. Le labbra le tremano, gli occhi le luccicano di, forse, lacrime?

– Non volevo tutto questo Carlo. ‘

La voce ha un tono mite, affettuoso. Carlo si alza facendosi avanti stupito.

– Ho perso la testa, il mio amore di madre mi ha destabilizzato e non so cosa mi abbia preso poi. Ti chiedo perdono Carlo, non dovevo trattarti così per tutto questo tempo. Mi perdoni? ‘

Michela si &egrave accostata all’uomo, lo guarda dal basso nonostante i tacchi, gli offre le labbra, e Carlo accetta l’offerta poggiandovi le proprie, incredulo del cambiamento. E’ un bacio tenero, come quelli che si scambiavano i primi tempi, da innamorati che si stanno conoscendo.

Michela gli prende la mano e lo tira verso gli edifici.

– Andiamo a casa nostra Carlo, al Nostro letto’ –

Tenendosi per mano percorrono le poche centinaia di metri, entrano in casa e ancora si baciano. Si spogliano a vicenda lentamente, con dolcezza, gustando ogni movimento, baciandosi spesso a fior di labbra, a tratti più intensamente, le mani che carezzano i corpi prima con e dopo senza i vestiti. Michela fa distendere Carlo sul letto, si china su di lui afferrando il pene già teso. Lo lecca brevemente e poi lo accoglie tra le labbra succhiando con delicatezza. Hanno tutto il tempo di questo mondo, e se lo prendono. Carlo si torce per potersi girare, per ricambiare la moglie, e vicendevolmente di dedicano l’uno a dare piacere all’altra per lunghi minuti.

– Prendimi, sono pronta –

Calo lo sa già, ha sulla lingua, sulle labbra, il segno evidente della sua eccitazione. La tira sopra di se e poi la fa stendere su un fianco intrecciando le gambe con quelle di lei. Spinge il bacino in avanti e la penetra. Petto contro petto, guardandosi negli occhi, si muovono spiluccando baci di passione, muovendosi piano e poi sempre più veloce man mano che l’eccitazione cresce.

– Oh sì amore, prendimi… sono tua… –

Michela si tira indietro, si stende sulla schiena allargando braccia e gambe per accogliere ancora il marito che le si stende sopra e entra in lei strappandole un sospiro deliziato. I movimenti accelerano ancora, lui la inchioda sul letto, lei muove le anche sinuosamente fino al godimento estremo che li coglie quasi insieme, a gemere e baciarsi ancora strettamente abbracciati.

Sentendo il seme di lui che le si spande nel ventre Michela ha un pensiero improvviso. Lo guarda intensamente riprendere fiato:

– Vorrei un altro figlio con te –

Carlo resta un secondo a guardarla fisso negli occhi, poi la abbraccia forte affondando il viso nei suoi capelli, baciandole il collo. L’inferno &egrave finito.

Come in tutte le storie, ci sono vincitori e vinti:

Michela si dedica anima e corpo al marito ritrovato, e lui recupera autostima e dignità. Insieme chiedono scusa a Guido, e lui si scusa con loro. La famiglia &egrave riunita, anzi allargata ad Anna e ad uno splendido bambino, a cui sarà dato il nome di Carlo, che crescerà avendo due genitori affettuosi e due nonni irreprensibili che lo vizieranno come natura vuole.

Guido ha trovato il suo equilibrio grazie ad Anna e sta già pensando di proporle un secondo figlio.

Cinzia, tornando a casa di Michela, &egrave stata con gentilezza ma con fermezza messa alla porta. Accorgendosi che le sue rimostranze sono vane e che si ritrova sola, cerca Edoardo ma, in un incontro epico che resterà nella memoria del quartiere, in un locale pubblico, riceve un netto rifiuto al suo tentativo di riavvicinamento mediante un sonoro ceffone che Edoardo le affibbia prima di andarsene senza parole.

Sfogherà la sua frustrazione facendosi trasferire ad altro ufficio per non vedere Michela e anche i colleghi che, con una giravolta di 180 gradi, sono passati dalla simpatia al disprezzo. Si lascerà andare, frequentando locali e gente equivoca, finendo per intrattenere rapporti mercenari che le daranno agiatezza ma non felicità. Bar Centrale: Edoardo sta seduto al tavolino guardando pigramente la tanta gente passare. Sorseggia un caff&egrave rimuginando sulla piega che ha preso la sua vita che pareva così bene incanalata. E’ il rancore a farla da padrone nei suoi pensieri. Rancore verso il suo amico di un tempo Carlo, rancore per Michela che ha orchestrato tutte le vicende. Rancore soprattutto per Cinzia, sua moglie, complice di Michela e artefice della sua umiliazione.

– Posso sedermi? ‘

Sovrappensiero, deve far ripetere la domanda due volte ad una Cinzia timidamente in piedi davanti a lui, prima di rendersi conto che &egrave reale e non frutto dei suoi pensieri di odio.

Cinzia si sta recando al lavoro ed ha fatto una piccola deviazione per passare vicino alla sua vecchia casa. Adesso che le sue certezze con Michela sono svanite, nutre una piccola speranza di riallacciare i rapporti col marito. Come previsto lo vede seduto al bar per la solita colazione e, prendendo il coraggio a due mani, si avvicina a lui:

– Posso sedermi? –

– CHE CAZZO VUOI? ‘

– Ti prego, non urlare. ‘

Cinzia si accomoda senza aspettare un permesso che sa non verrebbe e cerca di calmare, di far discutere urbanamente il marito evidentemente alterato.

– Ti prego Edoardo, ti devo parlare. ‘

– NON ABBIAMO UN CAZZO DA DIRCI BRUTTA TROIA. VATTENE O COMMETTO UNO SPROPOSITO. ‘

La gente si sta girando nella loro direzione, Edoardo nemmeno se ne accorge, totalmente concentrato sulla donna che si fa più piccola sulla sedia.
Cinzia, dopo essere stata messa alla porta da Michela, ha preso domicilio in un residence e vede come unico modo di sfuggire alla catastrofe che le &egrave caduta addosso il riappacificarsi con il marito. Senza farsi illusioni, sapendo che sarebbe stata dura, l’ha cercato e deciso di affrontare in pubblico dove spera che lui possa controllarsi. Ha sottovalutato però la collera di lui che se ne frega altamente di dove si trovano.

– Edoardo, ti prego, Michela mi ha cacciata via, non so dove andare. ‘

– L’UNICO POSTO DOVE DEVI ANDARE E’ SULLA STRADA A FARE LA PUTTANA. ‘

Edoardo ha perso ogni lume della ragione. Di colpo si sporge e molla un ceffone a Cinzia che resta inebetita mentre lui si alza, getta una banconota da 10 euro al cameriere, che era accorso sentendo il trambusto, e va via.

Cinzia, la guancia dolorante, resta seduta, tutti gli occhi puntati su di lei. Precipitosamente si alza e fugge in direzione dell’ufficio.

Sono passati alcuni giorni e Michela si sveglia inquieta. Dopo la riappacificazione ha fatto di tutto per essere irreprensibile, dedicandosi anima e corpo al marito, ma c’&egrave qualcosa che non va, che le sfugge. Carlo a tratti si incupisce senza motivo, come inseguendo una sua strana linea di pensieri che, intuisce, &egrave legata agli avvenimenti recenti. Per questo Michela sta bene attenta a ciò che dice, evitando qualsiasi cosa possa ricordarglielo. Eppure lui si incupisce lo stesso. E’ stato così anche la sera prima:
Michela si era preparata al meglio indossando un perizoma ridottissimo ed un reggiseno a balconcino che esaltava i suoi seni, forse non più perfetti ma ancora belli ed appetitosi.
Come una geisha aveva accompagnato il marito, appena rientrato, alla sua poltrona, spogliandolo, leccandogli e baciandogli il volto, il collo, il torace, i capezzoli, e poi giù, sempre più giù, fino a imboccargli il cazzo, cercando di prenderlo tutto fino in gola. La sua lingua si era attorcigliata alla cappella scivolando poi lungo l’asta fino ai testicoli, proseguendo verso il buco grinzoso, ricevendo mugolii e sospiri di ringraziamento.

Quando Carlo l’aveva fatta alzare e spinta sul divano, girandosi a 69 per mangiarle la micina, Michela aveva pensato che tutto fosse a posto. Anche l’orgasmo orale di entrambi, seguito poco dopo da una cavalcata, lui sotto e lei sopra, era stato perfetto, eppure’ eppure aveva visto Carlo distrarsi, assentarsi, irrigidire i lineamenti anche mentre lei si muoveva sopra di lui, faccia a faccia, incitandolo a prenderla completamente, a goderle dentro. Il nuovo orgasmo le era parso meno bello, meno’ completo. Il senso di colpa le si riaffacciava continuamente nei pensieri intorbidendoli.

Adesso, preparandosi per andare al lavoro, ci ripensava senza riuscire a capire cosa dovesse fare per far cambiare, una volta per tutte, l’atteggiamento di lui. Perché era evidente che se pur l’aveva perdonata, e glielo dimostrava con il compiacimento per le sue continue attenzioni, non riusciva a dimenticare quanto era successo.

In ufficio, persa nei suoi pensieri, non fece caso agli sguardi diversi dei colleghi che incontrava dirigendosi verso la macchinetta del caff&egrave, il luogo di incontro, di scambio di opinioni, dove si cementavano le amicizie. Di colpo, girato l’angolo, vide Cinzia che parlava ad alcuni colleghi di fianco alla macchinetta.

Era da quando l’aveva cacciata di casa che la vedeva solo di sfuggita. Cinzia aveva fatto in modo di cambiare ufficio e questo a Michela andava bene. Ritrovarsela improvvisamente davanti la colse completamente impreparata, ed i sogghigni dei colleghi presenti, quando la videro, le fecero capire che stavano parlando di lei.

– Ecco la troia. Ciao troia ‘

La frase di Cinzia le tolse ogni dubbio. Incerta sul da farsi Michela non rispose.

– Allora? Non rispondi? Ci siamo leccate la figa per mesi e ora non mi rispondi? ‘

Il tono di Cinzia &egrave aggressivo, cattivo. Sul viso ha ancora visibile il segno dello schiaffo di Edoardo. La rabbia per come &egrave stata trattata l’ha spinta a cercare Michela per sfogarsi. Non trovandola ancora ha cominciato a parlarne male con i colleghi, raccontando quello che hanno fatto insieme.

– Oh, la signora si sente superiore, ha salvato quel cornuto di suo marito’ la signora dell’alta società’ che con me ha scambiato i mariti, che mi ha leccato la figa e se l’&egrave fatta leccare, che ha voluto vendicare ‘l’onore’ di quello stronzetto del figlio inscenando un troiaio. E scema io che l’ho aiutata’ SEI SOLO UNA TROIA CAPITO? SOLO UNA TROIA E SPERO DI NON VEDERTI MAI PIU’ ‘

Michela non risponde, non saprebbe come. Sa solo che, mentre Cinzia scompare lungo il corridoio, i sorrisetti sardonici dei colleghi le preannunciano un’ulteriore umiliazione sul posto di lavoro.

– Carlo, dobbiamo parlare ‘

La faccia di Michela &egrave seria mentre affronta Carlo subito dopo cena. Gli prende la mano attraverso il tavolo e lo guarda fisso negli occhi. Lui distoglie lo sguardo. Non risponde, &egrave nervoso ma non si sottrae alle mani di lei.

– Carlo, cosa c’&egrave? Io ti vedo che non sei felice. ‘

– Va tutto bene Michela, non ti preoccupare. ‘

– No amore, non dirmi che va tutto bene. Io lo vedo che ogni tanto ti assenti, anche quando’ stiamo insieme. Di colpo diventi serio come se non ti piacesse fare l’amore con me. ‘

– No, mi piace, mi piace tantissimo ma’ –

– Ma? ‘

– Michela’ Io ti amo lo sai, ma non posso fare a meno di ripensare a quel che &egrave successo, Il vederti al di là del vetro mentre’ lo sai, e poi l’umiliazione quando mi avete legato’ ‘

– Pensavo mi avessi perdonata ‘

Michela si incupisce a sua volta. Ogni tanto anche lei ripensa a quegli avvenimenti e si vergogna di quello che ha fatto. Non le importa se Cinzia la evita, preferisce non vederla; non le importa se adesso i colleghi fanno battutine ambigue, le rivolgono complimenti volgari non richiesti, le hanno tolto quella simpatia che aveva prima. No, a lei importa solo di Carlo, e se ora anche lui’

– Ti ho perdonata Michela. Dio sa se in cuor mio ti ho perdonata ma’ non riesco a dimenticare l’umiliazione’ e nello stesso tempo mi eccito ripensando a quelle scene, quando mi avete fatto sedere quella ragazza sopra’ Mi viene una voglia terribile di ricambiarti, di farti patire la stessa mortificazione. Lo so che non dovrei’ però &egrave così, di colpo mi torna in mente ‘ anche quando stiamo facendo l’amore e’. ‘

– Povero amore mio. Te l’ho fatta grossa e non posso fare niente per cancellarla. Ma tu Carlo se vuoi puoi umiliarmi come ho fatto con te, puoi farmi quello che vuoi, io lo accetterò, da te accetterò tutto se serve a farti star meglio. ‘

– No tesoro, grazie no. Non ci riuscirei. Ti amo troppo per farti certe cose. E’ che mi sento anche in colpa per quella ragazza, Virginia, e per sua sorella che ha assistito. ‘

– Non hai colpa di quello, solo io sono la responsabile. ‘

– E’ vero, ma mi dispiace anche per loro. ‘

La conversazione scema lasciando amaro in bocca ad entrambi.
Passano altri giorni, al lavoro non &egrave semplice per Michela che si sente oggetto di sguardi maligni e prese in giro non troppo velate. Tutti quelli che prima la attorniavano gentili e premurosi ora la evitano, quando non ci provano con lei. Soprattutto tre di loro: Marco, Aldo e Giacomo, le fanno battutine cattive, la insultano, allungano le mani. Lei non reagisce, l’aver parlato con Carlo l’ha indotta in uno stato mentale molto simile agli auto-flagellatori medioevali.
Sente di dover espiare, di dover far recuperare al marito tutta l’autostima ma non sa come. Non le &egrave stato di aiuto l’incontro con Guido ed Anna. La ragazza, molto più comprensiva, ha cercato ma non ha saputo darle consigli utili. Lui invece &egrave stato sferzante:

– Chi &egrave causa del suo male’ –

Le ha detto con una vena di disprezzo nel tono di voce, confermandole che anche lui &egrave tra quelli a cui dovrà dimostrare di essere cambiata.
Ma come fare?
Ci rimugina sopra: Carlo ha detto che non sarebbe capace di farle niente, ma il vederla umiliata da altri? L’idea le arriva improvvisa davanti alla mano morta che Marco, il collega, le fa davanti agli altri due, accompagnandola con una battuta triviale:

– Quanti cazzi pensi di prendere questa sera Michela? O forse leccherai qualche figa? Possiamo chiamare Cinzia e fare una cosa a cinque no? ‘

L’espressione improvvisamente decisa di lei inibisce i tre dal dire altro. Michela se ne va in silenzio, come se loro non esistessero, dirigendosi verso l’ufficio dell’assistente sociale.
E’ una sua amica, Katia, psicologa, forse l’unica che non partecipa allo scherno continuo a cui &egrave sottoposta.
Accomodatasi, le racconta ogni cosa e resta in attesa.

– Michela, già sapevo gran parte di queste cose, certo non con i particolari. In ufficio non si parla d’altro. Capisco che tu ti sia voluta sfogare, e sono contenta che hai pensato a me, ma cosa vuoi esattamente? ‘

– Un tuo parere professionale su una cosa che mi &egrave venuta in mente ‘

– Dimmi ‘

L’idea &egrave semplice nella mente di Michela: farsi umiliare così come ha umiliato gli altri. Sopportare tutto quello e anche di più, senza protestare, senza preoccuparsi del proprio orgoglio. Secondo lei dovrebbe appagare e convincere tutti che i conti sono pareggiati.

– Per risponderti dovrei parlare anche con gli altri, capire cosa pensano. Teoricamente il tuo ragionamento &egrave corretto, ma ci sono troppe variabili personali di mezzo, non &egrave detto che si sentano tutti appagati da quello che hai in mente di fare. Soprattutto’. sei veramente decisa? Pensi di avere la forza per sopportare ciò a cui vuoi sottoporti? Non dico fisicamente, ma psicologicamente. ‘

– Se serve a far stare bene Carlo sono pronta a tutto. ‘

– Allora posso solo augurarti buona fortuna, e dirti che se occorre sarò sempre qui. ‘

Rinfrancata, non tanto dal parere chiesto ma dal gesto di amicizia, il primo che riceve da tempo, Michela pensa a come intavolare il discorso col marito. Decide di essere esplicita, di dirgli chiaramente cosa ha in mente e che lo fa per lui, chiedendogli se &egrave d’accordo. Non del tutto convinto, Carlo acconsente, non &egrave capace di dirle di no e così Michela procede a coinvolgere Guido. Con l’aiuto di Anna lo convince. Alla fine le resta solo l’ostacolo più arduo: Virginia e la sorella. Le invita a casa prospettando una cosa importante ed insiste ad oltranza fino a che non acconsentono:

– Parliamoci chiaro Michela, non ce l’ho con te perché posso capire cosa ti ha spinta, ma non posso nemmeno far finta che mia sorella non sia stata male per quello. ‘

E’ Ramona ad affrontare Michela con calma e fermezza. Vicino a lei, Virginia non parla. Oscilla tra la rabbia per il ricordo di come &egrave stata usata ed umiliata da Michela e la paura che ha di lei che &egrave stata capace di giocarla senza che lei avesse il minimo sospetto.

– Quindi, sempre parlando chiaramente, se tu vuoi farti umiliare’ cazzi tuoi, non sarà quello a farti perdonare e, sinceramente, non ho nessuna voglia di partecipare ancora una volta alle tue troiate. ‘

– Ma voi stareste dietro il vetro con Guido e Carlo, nessuno vi vedrebbe, nessuno saprebbe che ci siete. ‘

– No, non mi interessa e’. ‘

– Io non starò dietro il vetro. ‘

Carlo interrompe Ramona. Le tre donne si girano stupite verso di lui.

– Se mia moglie ha il coraggio di fare questo per me io non posso lasciarla sola, e vi prego ragazze, lo fa anche per voi. E’ il suo modo di chiedere perdono. ‘

Ramona esita vedendo l’uomo farsi avanti, ammira il suo coraggio. Guarda la sorella e nello sguardo vi legge la sua voglia di rivalsa, l’invito ad accettare.

– Sei sicuro? Guarda che sarebbe anche una ulteriore umiliazione per te di fronte agli altri. ‘

– La loro opinione non mi interessa, per me conta solo Michela. ‘

Ramona guarda ancora i due che si abbracciano guardandosi teneramente. Il coraggio di Carlo &egrave ciò che la convince, più del desiderio della sorella, più della sua stessa curiosità di vedere fino a dove può arrivare Michela. Il giorno prestabilito, la titolare del club li accoglie con un ampio sorriso:

– Bentonati. Devo dire che mi siete mancati. Michela, &egrave tutto come l’altra volta come d’accordo. ‘

– Grazie. Quando arriveranno i tre falli entrare direttamente nella sala, ci troveranno lì. ‘

Un bacio sulle guance sancisce l’accordo tra le due donne e Michela, Carlo, Virginia, Ramona, Guido e Anna entrano dentro.

– Bene, andate tutti di là del vetro. Anche tu Carlo se non vuoi essere presente. ‘

– No, ho detto che sarò al tuo fianco e lo mantengo. Mi siederò sul divano. ‘

– Anche noi. Mi pare giusto esserci. ‘

Ramona sceglie anche per Virginia ed entrambe siedono vicino a Carlo.

– Io no, non me la sento. Preferisco andare di là’ sei proprio sicura di volerlo fare? Non ce ne &egrave bisogno sai, adesso capisco. ‘

Guido esita, non parla sinceramente ma non ha nemmeno piacere a vedere la madre in quella situazione.

– Devo, solo così saprete che sono sincera. ‘

Il ragazzo le fa una carezza piena di tenerezza sulla guancia e va al di là del falso specchio insieme ad Anna.

– Stavo pensando: i tuoi colleghi’ non credi che poi vorranno ancora’ –

– Hai dimenticato le videocamere? Oggi avranno la loro libbra di carne, ma appena finito se solo si azzarderanno a dire A’ se la vedranno con le mogli. Li ho scelti anche per questo, così la smetteranno di rompere al lavoro. ‘

– Sei diabolica Michela ‘

Lo dice con voce ammirata e impaurita Carlo, ma lo sguardo dolce con cui viene ricambiato fuga ogni dubbio.

Marco, Aldo e Giacomo, i tre colleghi di Michela, sono in auto seguendo le indicazioni del navigatore. Parlano eccitati tra di loro increduli della proposta ricevuta. E’ stato facile per Michela, le &egrave bastato addolcire un poco i modi, sorridere nascondendo il disgusto quando Aldo ha allungato la mano sul suo seno l’ennesima volta che hanno fatto i bulli. Non attendevano altro i tre, e quando lei &egrave parsa diventare disponibile, dichiararsi curiosa di provare una cosa a quattro’. hanno abboccato. Ora, dirigendosi al luogo dell’appuntamento, tutta la loro sicurezza vacilla.

– Ma siamo sicuri che non ci dà il bidone? ‘

– Tranquillo Aldo, Avete sentito Cinzia no? A quella piace scopare, altrimenti non avrebbe fatto quello che ha fatto, e adesso vuole provare con noi. ‘

– Non vedo l’ora di venirle in faccia, ha sempre quell’aria di superiorità la troia. ‘

– Sì, ma se fosse una trappola? Magari troviamo la polizia ad attenderci ‘

– E di cosa ci accuserebbero? Siamo stati invitati da una collega in un locale, e poi &egrave la nostra parola contro la sua. ‘

Facendosi forza l’uno con l’altro arrivano al club e lì la proprietaria, perfettamente istruita da Michela, li accoglie sorridendo con deferenza e li fa accomodare nella stanza.
Vedendo Carlo e le due ragazze Aldo esita rivolgendosi a Michela:

– Che ci fanno loro qui? Hai detto’ –

– Lui &egrave mio marito e quelle sono due amiche, a loro piace guardare. ‘

– Tuo marito? Ma’ –

– Tranquillo Giacomo, starà buono buono a vedere. Ti ho detto che a lui piace guardare quando gli scopano la moglie. ‘

Nel parlare Michela ha sciolto il bottone sopra la spalla. L’abito lungo le si acciambella intorno alle caviglie lasciandola completamente nuda se non per le scarpe con il tacco alto e le autoreggenti.
I tre restano a bocca aperta, poi Marco si fa aggressivo:

– Ah, &egrave uno di quei cornuti che ci godono? Un cuckold come si dice? ‘

– Qualcosa del genere ‘

– Bene, caro il mio cornuto, se ti piace ne avrai tante di cose da guardare, te la rivoltiamo come un calzino. Scommetto che lo fai perché non ti si alza ‘

Carlo stringe i denti per non saltare addosso allo stronzo. Guarda Michela che sinuosa si avvicina ai tre prendendo Marco per un braccio.

– Sei venuto qui solo per parlare? Cos’&egrave che mi hai detto che volevi farmi? ‘

– Ti voglio inculare troia, te lo voglio rompere e poi sborrarti in faccia ‘

– mmmhhhhh, bel programmino, ma adesso fammelo vedere’ tiralo fuori ‘

Ipereccitato Marco si sbriga ad aprire i calzoni e tirar fuori il cazzo già mezzo eretto. Michela lo prende in mano, lo muove piano.

– Non male direi. E voi che aspettate a farmeli vedere? Spogliatevi ‘

Febbrilmente i tre si spogliano e si accostano al corpo invitante della donna.
La presenza di Carlo e delle due ragazze &egrave subito dimenticata. Non si accorgono nemmeno che la luce si &egrave affievolita lasciando il divano in penombra e perfettamente illuminato il centro dove si trovano. Le loro mani frugano quel corpo tanto desiderato, le stringono i seni, le natiche, si intrufolano dappertutto, e Michela allunga le mani sui loro sessi mugolando per eccitarli di più e poi, quando li giudica pronti, si inginocchia pendendoli in bocca a turno, usando labbra e lingua sui tre uccello puntati contro il suo viso. Aldo &egrave il più impaziente dei tre:

– Basta! Voglio scoparti ‘

Si stacca dagli altri due e si porta alle spalle di Michela prendendola per i fianchi. Guarda estasiato quelle natiche che ha tanto ammirato da sopra i vestiti da diversi anni; le palpa vogliosamente, si inginocchia per cercare di penetrarla ma la posizione &egrave scomoda per lui che fallisce il suo intento.

– Aspetta, fammi salire sopra ‘

Michela gli va incontro suggerendogli di sdraiarsi sul pavimento per poi salirgli cavalcioni. Così &egrave più facile per Aldo, gli basta tenersi il cazzo tra le mani e puntarlo all’ingresso della vagina. Il resto lo fa Michela rinculando senza smettere di succhiare gli altri due.
Nel silenzio si odono i mugolii dei quattro. Anche Michela mugola, lo fa in parte per eccitare i tre maschi, in parte perché sa che non riuscirà a rimanere estranea a tutto quanto. Si conosce ed ha già deciso che cercherà di trarre tutto il piacere che può dai tre cazzi, considerandoli distinti dai loro proprietari che ha iniziato ad odiare.
Sul divano vede le figure indistinte di Carlo e delle ragazze, cerca di guardare in volto il marito e pensa:

‘Guardami amore mio, lo faccio per te. Guardami mentre godrò come una troia, ma poi sarò la tua troia, solo tua’.

Carlo combatte ancora col desiderio di irrompere sulla scena e scacciare i tre, Virginia guarda con soddisfazione la donna che l’ha umiliata presa tra i tre che non lesinano insulti. Ramona osserva sia Michela che il marito, attenta all’espressione della donna al centro, ai movimenti del corpo dell’uomo al suo fianco. Stenta a credere che quella a cui sta assistendo sia una prova d’amore eppure sa che lo &egrave. Tutti e tre iniziano a sentirsi eccitati.

Al centro, Giacomo si &egrave spinto in avanti ponendo il cazzo tra i seni di Michela che, docile, glieli stringe intorno.

– Aaahhh, che tette, che tette. Me le sognavo la notte. Che puttana che sei Michela. ‘

Marco invece &egrave subentrato ad Aldo che non ha resistito ed ha goduto in poco tempo riempiendo la vagina del suo seme. Steso sul pavimento, Marco guarda i fianchi della donna alzarsi ed abbassarsi sul suo uccello, il piccolo ano che pare invitarlo. Con decisione vi punta un dito e spinge entrando con qualche difficoltà e strappando a Michela un gemito.

Non era pronta a questo, non se lo aspettava così rudemente. Una piccola fitta di dolore le ha attraversato la spina dorsale ma lei resiste senza smettere di muoversi tra i due cazzi. Cerca di rilassare i muscoli e il dolore diventa leggero fastidio e poi sparisce. Non si fa illusioni, sa che ogni suo buco verrà riempito dai tre maschi arrapati, però può cercare una soluzione il meno cruenta possibile. Facendo forza sui muscoli della gambe si alza facendo protestare Marco, subito azzittito quando lei, spontaneamente, si inginocchia porgendogli il culo e allargandosi le natiche.

– Non volevi farmi qualcosa? ‘

La voce carica di sensualità, guarda invitante Marco e poi si gira ancora tornando ad occuparsi di Giacomo, prendendoglielo in bocca e carezzandogli i testicoli.
Marco si muove come un automa. Muto, temendo di venire solo al pensiero di ciò che sta per fare, si inginocchia dietro la donna, la prende per i fianchi e punta il cazzo sul bottoncino socchiuso.

– Fai piano ‘

La voce calda lo invita e Marco obbedisce intimorito. Spinge con una delicatezza che sorprende lui stesso, poco abituato ad essere gentile, e scompare tra le natiche aperte centimetro dopo centimetro fino a quando lei non lo ferma.

– Aspetta, non ti muovere, fammi abituare ‘

La voce roca che intervalla le succhiate &egrave troppo per Giacomo che si arrende alla visione della collega tanto desiderata sodomizzata dal suo amico. Senza preavviso gode nella bocca di Michela, che stenta a contenere i caldi getti di sperma che le arrivano in gola.
Marco ha cominciato a muoversi: prima piano, con un’attenzione che non sapeva di avere, poi più veloce, più forte, mentre la bestia in lui si risvegliava.

– Eccolo troia, ti sto inculando come ti avevo promesso. Prendilo, prendilo tutto in culo. Aaahhh che troia, ti piace vero, ti piace come ti inculo OOOOOOHHHHHHH ‘

Il sogno realizzato porta anche Marco oltre il limite e con pochi altri colpi, dati con forza, viene spruzzandole dentro il suo seme.
L’uomo ha appena finito di godere e si &egrave ritirato da lei; Michela si rovescia sulla schiena e comincia a toccarsi. E’ riuscita ad eccitarsi un poco ma la velocità dei tre non le ha permesso di raggiungere il piacere. Lo cerca ora con le sue dita, spalancando oscenamente le cosce verso il marito, pensando a lui, a come la tocca, al suo uccello che immagina indurito dallo spettacolo offerto.

Sul divano, la sodomizzazione non ha lasciato indifferenti gli spettatori. Carlo si aggiusta sempre più di frequente la patta, Virginia si trattiene dal mettersi la mano sotto la gonna solo per la presenza della sorella, e quest’ultima fa lo stesso o quasi, sentendosi inumidita, la lingua che le saetta di frequente ad umettare le labbra.
E’ il solito Marco, appena ripresosi dall’orgasmo, che cerca di spingere oltre la situazione.

– Ehy amici, non dimentichiamoci che abbiamo qui altre due fighette, il cornuto non se ne avrà a male se ce le facciamo, sembra che abbiano voglia anche loro. ‘

Nudo come un verme si alza dal pavimento e si dirige al divano verso Virginia che si ritrae impaurita. Si ferma di colpo: davanti a lui, in piedi, c’&egrave Carlo: &egrave più anziano ma &egrave più alto e più robusto. Con voce carica di minaccia, sentendosi prudere le mani, Carlo gli intima di arretrare:

– L’accordo &egrave solo per Michela, faresti meglio a tornare al centro. ‘

– Va bene, va bene, scherzavo. Quella troia ci basta e ci avanza. Vieni puttana, succhiamelo, fammelo tornare duro. ‘

Intimorito, Marco fa marcia indietro, i suoi due amici non sembrano pronti a dargli man forte e così desiste e cerca di rivalersi su Michela che, docile, non si fa pregare nell’imboccarlo e succhiarlo, sentendolo ingrandire nella bocca.

Forse potrebbe bastare, pensa, e le &egrave piaciuto come Carlo &egrave intervenuto a difesa delle ragazze, ma ha deciso di portarsi fino al limite. Pazientemente si rassegna a sopportare ancora.
Gli altri due, vedendo la donna in ginocchio a bocca piena, le si accostano porgendole i loro membri e lei dispensa carezze e leccate a tutti e tre riportandoli alla rigidità iniziale.

– Aldo tocca a te, falle il culo. A questa troia piace. Inculala mentre ce lo succhia. ‘

Il suo amico si porta alle spalle di Michela, le fa alzare il bacino e senza difficoltà la penetra dietro iniziando a muoversi.
Carlo si &egrave seduto di nuovo, al centro, tra le due ragazze. Virginia gli stringe il braccio sussurrandogli un grazie, Ramona poggia una mano sulla sua in segno di approvazione e tutti e tre si preparano alla scena finale tra sentimenti contrastanti: da un lato la crescente sensazione dell’assurdità di tutto quanto, dall’altro il voler sapere se Michela porterà a termine il suo proposito.

Al centro, i quattro corpi si muovono, si uniscono seguendo le perverse fantasie di Marco che Aldo e Giacomo, ora evidentemente subordinati, assecondano.
Michela &egrave presa da un turbine di sensazioni, pur avendo ben chiaro lo scopo di tutto questo non può far finta che il suo corpo non risponda agli stimoli. Quando Giacomo le si china tra le cosce per leccarle il clitoride, scavandole contemporaneamente dentro con tre dita, non può fare a meno di venire ad alta voce, abbandonando il cazzo di Aldo che stava succhiando, facendo sapere a tutti che sta godendo di quelle attenzioni.
Nell’altra sala, ascoltando attraverso gli altoparlanti, Guido ed Anna sono stati in silenzio per tutto il tempo. Mano nella mano hanno seguito gli accoppiamenti sempre più vari e partecipati. Anche i loro sensi si sono risvegliati, impossibile restare estranei di fronte ai corpi sudati che si contorcono, ai versi di piacere emessi.

– Ho voglia Anna, non dovrei ma ho voglia. ‘

Anna annuisce in silenzio, si alza e si tira giù pantaloni e mutandine appoggiando le mani al finto vetro. Per Guido &egrave solo un istante tirarselo fuori e penetrarla da dietro sprofondando nella vagina bollente. Aggrappato ai seni di lei, la cavalca senza staccare gli occhi dallo spettacolo al di là del vetro, godendo e facendola godere, e continuando ancora dopo, senza uscire, stupito lui e felice lei del fatto che non ha perso nulla della rigidità, muovendosi insieme per arrivare ad un nuovo appagante orgasmo.

Nella sala, sul divano, Virginia si &egrave alzata la gonna e si masturba apertamente, la mano dentro le mutandine, gemendo sommessamente. Di fianco, Carlo si tocca sempre più di frequente la patta, spostando l’erezione, la voglia immensa di tirarselo fuori fosse anche solo per farsi una sega. Più in là Ramona si morde le labbra. Ha visto cosa sta facendo la sorella, ha visto la protuberanza sui calzoni di lui. Resiste alla tentazione sentendosi sempre più bagnata.

Al centro della sala, Marco non ha visto perfettamente nella penombra ma abbastanza da capire cosa stia accadendo sul divano. La rabbia di essere stato respinto gli fa venire un’idea.

– Adesso la farciamo per bene. Tu guarda bene cornuto insieme a quelle puttanelle, guarda come ci facciamo tua moglie. ‘

Velocemente si sdraia per terra costringendo Michela a salirgli sopra ed impalarsi. Le stringe le natiche, gliele allarga.

– Succhia il cazzo ad Aldo troia, e tu Giacomo mettiglielo in culo. Tutti e tre insieme, vero che ti piace troia? Chissà quante volte l’hai già fatto. ‘

Il disprezzo nel tono di voce, per la prima volta, quasi spinge Michela a reagire, a mollargli uno schiaffo. Stringe i denti, sa che quella &egrave l’umiliazione finale, l’obiettivo che si era prefisso, la sua totale annichilazione morale di fronte al marito ed agli altri. Remissiva, prende in bocca il cazzo di Aldo aiutandosi con una mano, si irrigidisce quando avverte l’uccello di Giacomo spingere sull’ano forzandolo. Cerca di rilassare i muscoli, di abbandonarsi alla parte piacevole delle sensazioni che le arrivano da più parti del corpo. Si stringe un capezzolo tra le dita’ si lascia andare in balia dei tre.

– Scusami Ramona, non ce la faccio più ‘

Virginia, vedendo la scena, perde ogni inibizione. Da diversi minuti osserva il cazzo di Carlo spingere sulla stoffa dei pantaloni. Con una frase di scusa veloce alla sorella gli slaccia i pantaloni liberando l’uccello che svetta libero, si toglie in fretta le mutandine e gli sale sopra dandogli la schiena, sedendosi sull’asta dura e facendosi penetrare in un sol colpo nella vagina allagata. Un urlo di piacere le sfugge e distoglie Ramona dalle fantasie che le passavano davanti agli occhi. Si volge e vede la sorella fare su e giù lungo l’asta di Carlo, sente i mugolii di lui. E’ troppo anche per lei che si alza la gonna e si infila la mano sotto le mutandine, due dita che le entrano veloci dentro, il pollice che sfrega il clitoride.

– I seni, toccami i seni ‘

La voce eccitata di Virginia suona chiara tra gemiti e mugolii di tutti. Carlo Non si &egrave opposto, ha bisogno di quel fodero caldo per il suo uccello congestionato. Si era ripromesso di restare impassibile, di estraniarsi pur dando supporto morale alla moglie, inutile, L’iniziativa di Virginia &egrave la benvenuta, con gusto le solleva la maglietta e scivola con le mani sotto il reggiseno stringendole i capezzoli, carezzando a piene mani, sollevandola ed abbassandola assecondando i movimenti della ragazza, contrastando i suoi movimenti quando viene una prima volta.
Di fianco, vede Ramona masturbarsi. I loro sguardi si incrociano in un discorso muto. Esitante, allunga una mano verso di lei, la posa sulla coscia scoperta, scivola verso l’alto e la sovrappone a quella di Ramona che &egrave felice di cederle il posto. Più sicuro, le infila le dita dentro muovendole con foga. La ragazza si aggrappa al suo braccio, chiude gli occhi e geme sempre più forte fino ad esplodere in un orgasmo liberatorio che precede di poco quello di lui, sprofondato nell’accogliente vagina di Virginia.
Lei sente distintamente gli schizzi bollenti riempirla e gode una seconda volta, quasi senza soluzione di continuità dalla prima, agitandosi spasmodicamente e poi abbandonandosi indietro sul petto di lui.

Quando Carlo toglie le dita da dentro Ramona questa, grata, si allunga e lo bacia delicatamente su una guancia, col corpo ancora percorso dagli ultimi brividi di piacere.

Al centro Marco si &egrave accorto di tutto quello che accadeva poco lontano. Ha incitato i suoi amici a fare più forte: Aldo a spingersi fino in gola, Giacomo a sfondarle il piccolo ano dilatato. E’ invidia e rabbia la sua, invidia per Carlo che non &egrave stato respinto dalle due, rabbia perché Michela, nonostante la rudezza, gode del trattamento a cui la sottopongono manifestandolo con il tremito delle cosce intorno ai fianchi di Marco, con i mugolii a bocca piena, con le braccia che si muovono scoordinate.

– Aspettate, veniamogli in faccia a questa troia, riempiamola di sperma. ‘

E’ l’ultima idea che gli &egrave venuta, quella di umiliarla profondamente senza sapere che &egrave proprio quello che lei vuole. Gli altri due, succubi, si staccano dal gruppo, attendono che Marco faccia appoggiare Michela di schiena a terra e tutti e tre, masturbandosi, uno dopo l’altro le schizzano in faccia e sul petto il loro seme lordandola.

Al di là del falso specchio c’&egrave un alterco in corso. Guido ed Anna, dopo aver goduto, si erano ricomposti guardando in silenzio il proseguire della scena. All’atto finale Guido ha fatto un commento con tono sarcastico.

– Alla fine ha ottenuto quello che voleva. Spero che mamma sia contenta ‘

Anna fino a quel momento ha accettato tutto da lui, ma non può tacere sentendo la vena di disprezzo che permea la sua voce.

– Basta Guido. Tua madre non lo merita. ‘

– Ma se &egrave stata lei a cominciare tutto, hai visto come ha ridotto mio padre no? ‘

– Sì, ma sei tu che non hai capito nulla. Sei’ eri un ragazzino viziato ed hai reagito come tale, ma questa sera tua madre si &egrave offerta volontariamente all’umiliazione per farci capire quanto &egrave pentita. Tuo padre l’ha compreso, per questo &egrave stato presente, per questo l’ha appoggiata. Ci hanno dato una lezione, a tutti. Devi finirla una buona volta. Tocca a te chiederle scusa ora. ‘

Guido ammutolisce. Le parole di Anna lo fanno riflettere. Alla fine comprende che la colpa &egrave stata anche sua, di dovere delle scuse ai genitori ed anche a Virginia e Ramona. Silenziosamente, prende per mano Anna ed insieme se ne vanno uscendo da una porta laterale.
Le due sorelle li hanno anticipati. Non appena ripresesi si sono aggiustate gli abiti e, pensierose, hanno lasciato la stanza senza salutare.

Nella stanza sono rimasti in cinque: Michela stesa ancora a terra, ricoperta dello sperma che si va seccando sulla sua pelle. Carlo che &egrave in piedi vicino al divano, aspettando che gli altri tre uomini si rivestano e se ne vadano.
Questi lo fanno con lentezza, sogghignando tra di loro. Marco, con fare tronfio, si rivolge alla coppia:

– L’ho sempre saputo che eri una troia Michela, ci siamo divertiti e lo faremo ancora, e questo cornuto se vuole potrà assistere allo spettac’. ‘

La frase viene interrotta a metà da Carlo. L’astio sinora contenuto esplode in un unico manrovescio che manda Marco due metri più in là, steso per terra. Si rialza di scatto tenendosi la guancia con una mano e si blocca di fronte a Carlo che lo affronta con sguardo cattivo.

– Provaci stronzetto, provaci. ‘

In quell’istante la porta si apre ed entra la proprietaria che, in silenzio, consegna un cd-rom a Michela nel frattempo rialzatasi. Michela lo stende subito verso Marco:

– Prendilo e guardatelo assieme, vi servirà magari per farvi una sega. ‘

– Che cos’&egrave? ‘

– E’ la registrazione delle vostre prodezze brutti stronzi. Se solo osate rompermi ancora una volta i coglioni in ufficio questo finisce dalle vostre mogli. Mi sono spiegata? Non voglio più sentire le vostre luride mani addosso, non voglio più sentirvi parlare con me se non per lavoro e anche quello evitatelo se potete, non voglio più sentire una parola su di me agli altri colleghi, altrimenti’ –

I tre, a testa bassa, seguono la proprietaria verso l’uscita, senza reagire alla sua aria di disprezzo mentre li accompagna fuori.
Rimasti soli, Carlo si avvicina a Michela, la abbraccia e la donna, sciolta la tensione, si lascia andare ad un pianto liberatorio appoggiata alla spalla dell’uomo.

– Perdonami Carlo, perdonami per tutto il male che ti ho fatto. Ti prego, portami a casa, non ce la faccio più. ‘

L’uomo prende un fazzoletto di carta e comincia a pulire il volto ed il petto della donna della lordura.

– Sì, andiamo a casa tesoro. Ti ho già perdonata. Dimentichiamo questa storia e riprendiamo il nostro cammino insieme ‘

– Davvero? Tu ed io? ‘

– Sì amore’ tu ed io. ‘

Ci vollero due settimane perché Michela riprendesse un po’ di buonumore, nonostante Carlo fosse dolcissimo e sempre al suo fianco. Lo scotto psichico pagato era stato troppo per lei e a poco era giovato vedere che, sul lavoro, Marco, Aldo e Giacomo la evitassero ed anche l’atteggiamento degli altri colleghi stesse mutando nuovamente. Il caposervizio era intervenuto, su richiesta di Michela, con Cinzia per indurla a non spargere più ‘maldicenze’ in giro esponendo così l’amministrazione ad accuse di mobbing, calunnie e diffamazione. Cinzia, impaurita, aveva smesso e per tutti i colleghi, complice Katia che con parole di buon senso aveva messo loro in mente il dubbio, il vedere Carlo che l’accompagnava e veniva a riprenderla, comportandosi come un marito totalmente innamorato, era la prova che Michela era ‘vittima’.

Ciò che veramente rasserenò il suo animo fu la visita di Guido ed Anna:

– Ti devo chiedere scusa mamma, mi sono comportato come un ragazzino viziato. Ho finalmente capito il coraggio e la dedizione che tu e papà avete avuto. Vi chiedo perdono. ‘

L’abbraccio muto che seguì, con le guance solcate da calde lacrime, fu corroborante per l’animo di Michela. Non era ancora la donna spigliata ed allegra di prima ma ogni giorno andava meglio.

Dieci giorni dopo vi fu un altro incontro. A sorpresa arrivarono Virginia e Ramona.

– Siamo qui per chiudere una volta per tutte la questione. Quando abbiamo assistito alla scena non credevamo che tuo marito sarebbe riuscito a dimostrare tanto coraggio ed amore ‘

– Beh, amore’ si &egrave scopato Virginia mi pare’ –

– Non dimenticarti quello che stavi facendo tu Michela e’ –

– Aspetta’ stavo scherzando. Ci siamo spiegati, anche io, al suo posto, non penso sarei rimasta solo a guardare ‘

Il viso franco e sorridente di Michela convince Ramona che era effettivamente uno scherzo.

– Beh, riprendendo, volevamo dirvi che siamo ammirate e vorremmo metterci una pietra sopra, abbiamo sbagliato tutti. Forse non saremo mai amici ma’. il rispetto per voi due non mancherà mai. ‘

Un abbraccio tra i quattro sugella la ritrovata pace. E Cinzia?

Per concludere la storia, andiamo a vedere cosa &egrave successo a Cinzia.
Scornata su tutta la linea, ripresa dal suo capo al lavoro, macinava rabbia verso tutti, ed il peggio doveva ancora arrivare.
Essendo andata a vivere in un residence, in attesa di trovare un qualcosa di più economico in affitto, presto si trovò ad avere problemi con i pagamenti settimanali.
Massimo, il proprietario del residence, era un uomo di circa 60 anni, capelli radi e bianchi, viso rubizzo con annessa pancia sporgente. L’esatto opposto di un bell’uomo.
Finché i pagamenti furono regolari, lui fu di una cortesia impeccabile: arrivava il lunedì pomeriggio, riscuoteva l’affitto, rilasciava la ricevuta e se ne andava.
Il primo lunedì che Cinzia disse di non avere tutti i soldi con se l’uomo continuò ad essere gentile, lo stesso il mercoledì quando ripassò a prendere la rimanenza (Cinzia aveva preso nel frattempo lo stipendio). Il mese dopo cominciò a manifestare impazienza, minacciando di sbatterla fuori e facendo la scena di farle un gran favore ad aspettare ancora due giorni. Infine un giovedì, con Cinzia che non sapeva più a che santo votarsi, le fece la proposta partendo da lontano.

– Signora Cinzia, io la capisco ma lei deve capire me, ho dei conti da pagare, non posso permettere a tutti di stare qui gratis. ‘

– Lo so signor Massimo ma vedrà le salderò tutto appena preso lo stipendio. ‘

– E saremo da capo il mese prossimo. La verità &egrave che lei non può permettersi di vivere in un residence, se ne convinca ‘

– Ma come faccio? Non so dove andare, in centro gli affitti sono stratosferici. La prego, appena trovo qualcosa mi trasferisco e le saldo tutto fino all’ultimo centesimo ‘

– Una bella donna come lei può trovare tanti modi per fare soldi ‘

– Cosa sta insinuando? Non sono quel tipo di donna ‘

– D’accordo, ma resta il problema che non ha i soldi per pagare ‘

– Se lei potesse venirmi incontro, uno sconto, aspettare un altro po’ ‘

– Io vorrei venirle incontro ma’ certo potremmo trovare un accordo diverso ‘

– Che accordo ‘

– Come le dicevo, lei &egrave una bella donna’ potremmo fare parte in denaro e parte’ –

– NO! Se ne vada, non accetto questo insulto da lei. ‘

– Signora’ qui quella che deve andarsene &egrave lei, e anche subito. Visto che non può pagare, faccia le valige e liberi l’appartamento ‘

– Ma dove vado? La prego’ –

– Scelga lei, o va via oppure’ –

Disgustata dall’uomo e dalla proposta, Cinzia non riusciva a trovare una soluzione. Messa alle strette, di malavoglia, divenne possibilista.

– Cosa dovrei fare? ‘

– Non penso di doverlo spiegare ad una donna della sua esperienza. Ora vado di fretta e potrei accontentarmi del pagamento dei soli interessi. ‘

– Cio&egrave? Non capisco ‘

– Cio&egrave adesso ti inginocchi e me lo succhi. Sono abbastanza chiaro? ‘

Lasciata cadere ogni finzione, Massimo la guardava con occhi lubrici. Cinzia rimase immobile per due secondi, riflettendo in fretta senza trovare alternative. Con malagrazia si inginocchiò e aspettò che l’uomo si aprisse la cerniera tirando fuori un uccello di media taglia ancora a riposo.

– Avanti, sai cosa devi fare. ‘

Imponendosi di stare calma, Cinzia accostò le labbra all’uccello leccandone la punta e poi, fattasi coraggio, lo prese in bocca.
‘almeno si lava’ pensò mentre ogni fibra del suo essere le diceva di alzarsi e scappare via. Scappare, sì, ma dove? Rassegnata, continuò nella sua opera sentendo il cazzo reagire ed indurirsi nella sua bocca.

– Aspetta, fammi mettere comodo. ‘

L’uomo la fece staccare e si sedette sul divano allargando le gambe.

– Va bene, riprendi. ‘

Cinzia si mosse sulle ginocchia arrivando tra le gambe di Massimo e chinandosi sopra di lui. Dopo poco, l’uccello ora teso al massimo, si aiutò con le mani, carezzandogli i testicoli, scivolando sulla parte di asta rimasta fuori dalle sue labbra, impegnandosi per far durare il meno possibile quell’atto che le ripugnava.

– Manca poco ormai. Non staccarti, devi bere ogni goccia. ‘

Senza opporsi, Cinzia usò la lingua e le dita come meglio sapeva preparandosi all’inevitabile. Il cazzo parve vibrarle tra le labbra ed il corpo dell’uomo si agitò mentre emetteva versi sordi; il primo schizzo le arrivò dritto nell’ugola e lei serrò le labbra appena sotto la cappella, succhiando forte e ricevendo sulla lingua gli schizzi successivi che ingoiò senza problemi. Come un automa, aspettò che l’uomo finisse di eiaculare e poi ripulì l’uccello con la lingua lasciandolo infine lucente di saliva e molto più morbido.

– Brava, lo sapevo che con quelle labbra eri una pompinara esperta. Ci vediamo lunedì per la settimana. ‘

Massimo uscì lasciando Cinzia ancora in ginocchio e sull’orlo di una crisi di pianto.
Il lunedì successivo, come promesso, Massimo tornò. Cinzia non era riuscita a trovare i soldi per l’affitto ed ormai era entrata nell’ordine di idee di concedersi in cambio.

– Bene, questa volta ho più tempo e possiamo fare le cose per bene. Spogliati, voglio vedere il tuo corpo. ‘

Docile, Cinzia si tolse gli abiti di dosso restando con le sole scarpe con il tacco.

– Fiiuuuuuu, che pezzo di figa. Sei molto meglio di come mi aspettavo. Vieni qui, comincia col prendermelo in bocca. ‘

Ancora una volta Cinzia si inginocchiò tra le gambe allargate dell’uomo, ancora una volta si chinò su di lui, trovandolo già semi eretto, ancora una volta lo prese in bocca portandolo al massimo turgore. Senza pensare, senza lasciarsi coinvolgere, usò mani, labbra e lingua al meglio, sperando di farlo godere subito e farla finita. Vana speranza, Massimo la bloccò facendola alzare.

– Eh no cara mia, non pensare di cavartela con una semplice pompa, voglio chiavarti. Salimi sopra. ‘

Obbediente, Cinzia allargò le cosce salendo sopra l’uomo e scendendo poi, puntandoselo con una mano all’ingresso della vagina, facendo una smorfia perché non era assolutamente pronta.

– Aspetta, aspetta, sei troppo asciutta. Vieni più su, fatti mangiare. ‘

In silenzio, Cinzia fece quel che l’uomo le ordinava, mettendosi in piedi sopra di lui, offrendogli il pube esposto. La lingua dell’uomo, morbida e carezzevole, ricamò sentieri di saliva sull’interno delle cosce, sulle grandi labbra, passando e ripassando sul clitoride, entrando con la punta dentro di lei, ed il corpo di Cinzia rispose autonomamente iniziando a bagnarsi. L’uomo insistette a lungo fino a che Cinzia non trovò la cosa anche piacevole. In fondo perché no? Almeno non le avrebbe fatto troppo male con la penetrazione trovandola lubrificata. Cercò di lasciarsi andare, di pensare che l’uomo sotto di lei fosse un altro. No, non il marito, non Carlo, gli ultimi due uomini che aveva avuto, ma un personaggio indefinito, un qualcuno a cui concedersi con gioia. Ad occhi chiusi, si lasciò sfuggire un gemito e Massimo, che attendeva solo quello, di forza la costrinse ad abbassarsi, le puntò l’uccello all’ingresso della vagina e se la calò sopra sprofondando in lei per metà.

– Aaaahhhhh, molto meglio. Muoviti ora, non devo fare tutto io. ‘

Sempre concentrata sul film mentale che si era proposta, Cinzia iniziò a muoversi, a salire e scendere. Lo fece a lungo, sorprendendosi per la resistenza dell’uomo anziano. Aprì gli occhi guardandolo sorpresa e si trovò davanti un sorriso beffardo.

– Stupita eh? Ho preso un aiutino, voglio goderti a lungo. Oggi non ti libererai troppo presto di me ‘

Senza smettere di muoversi, Cinzia richiuse gli occhi tornando alla sua scena immaginaria, provando anche brividi di piacere senza mai avvicinarsi all’orgasmo. Quando sentì un dito cercarle l’ano, girarci intorno ed infine spingere entrando per una o due falangi, agevolò l’uomo per quanto poteva, sentendolo fremere sotto di lei ed infine godere ululando:

– AAAAAHHHHHHH, che bel culo che hai, te lo devo prendere’ ma non adesso, adesso sto per’. AAAAAHHHHHHH, vengo, VENGO, TI RIEMPIOOOOOOOOHHHHHH ‘

Cinzia sentì gli schizzi di seme dentro di lei, una sensazione piacevole nel ventre, mentre l’uomo spingeva in alto penetrandola a fondo e poi ricadendo sul divano, l’uccello ancora rigido dentro di lei.

Questa fu la prima marchetta di Cinzia.
Da questo momento le divenne normale pagare l’affitto col proprio corpo. Inizialmente metà con una ‘prestazione’ a settimana, poi in toto con due, sorprendendosi della vitalità, se pur aiutata dalla chimica, dell’uomo anziano.

Il passo successivo fu quando Massimo le propose di farlo anche con certi amici suoi, in cambio di denaro:

– I soldi non sono mai troppi. Io posso far venire qui gente discreta, amici miei, che possono pagare 2-3-400 euro, a seconda delle cose che fai. Diciamo che io mi terrei una piccola commissione e per te sarebbero soldi facili ed abbondanti. ‘

Non ci pensò su troppo Cinzia, significava fare la prostituta ma non era lo stesso con Massimo? Accettò e due o tre volte a settimana, di sera, Massimo accompagnava un uomo, solitamente suo coetaneo, partecipando a volte anche lui.
Ogni tanto la portava in qualche locale equivoco presentandola ai suoi ‘amici’, con cui finiva regolarmente a letto.

Il conto corrente di Cinzia prese a salire, ma permettersi abiti e borse costose, scarpe firmate, non servì a cancellare l’amarezza di fondo della sua vita, fatta di tanto sesso, poco piacere e nessun sentimento.

Leave a Reply