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Quando uscii dalla casa della schiava ero disposto a lasciarle una settimana di riposo, in modo che i piercing guarissero a dovere, decisi però di passare a controllare se li stava curando a dovere e per sostituire il plug con quello di dimensioni maggiori.

Quando bussai alla porta fui sorpreso dal fatto che mi aprii mia zia. Dovete sapere che solitamente al pomeriggio lavora, ad ogni modo credo che si possa oggettivamente considerare una bella sorpresa. Infatti mia zia Gloria è a tutti gli effetti una MILF. È snella; soda, nonostante le tre gravidanze che ha portato a termine. È alta circa 1,65 per 52kg, una quarta di seno, labbra carnose da pompinara e gli occhi da vacca repressa. L’unico difetto, se così lo si può definire, è che ha dei fianchi leggermente pronunciati.

Ho sempre sognato di portarmela a letto, cosa che sarebbe successa da lì a poco, anche se ancora non ne ero a conoscenza.

Ripresomi dallo stupore le chiesi se Erika fosse in casa, m’informò che in quel momento non c’era e aggiunse che era a fare ripetizioni di latino da una vicina e che sarebbe rientrata a breve. Mi offrì, quindi, la sua compagnia durante l’attesa. Ovviamente accettai, anche se non potei far trasparire la mia gioia.

La schiava arrivò dopo circa dieci minuti, appena mi vide la sua espressione allegra e spensierata si rabbuio rapidamente. Dal canto mio non mi curai della sua reazione, la afferrai per un braccio e la trascinai in camera sua, tutto ciò cercando di non apparire troppo violento o manesco per cercare di non destare sospetti nella zia.

Giunti in camera iniziai subito l’ispezione, fu subito chiaro che non aveva ne il collare ne l’intimo, nonostante i miei ordini, le chiesi quindi spiegazioni:

-G: “Allora vacca? Perché non stai eseguendo gli ordini?”

-E: “Signore non ce l’ho fatta, ci ho provato, ma mi vergognavo troppo. Ho paura che i miei amici sentano il puzzo di urina, e poi il collare… sarebbe troppo strano!”

-G: “E questa è un motivo valido per disobbedire ad un ordine diretto? Sai cosa ti aspetta ora… mettiti in posizione per ricevere la punizione!”

-E: “Ma Signore…al piano di sotto c’è mia madre!”

-G: “A me non interessa assolutamente niente di chi ci sia in casa…se non vuoi essere scoperta basta tu stia zitta! O mi sbaglio?”

-E: “Sì ha ragione, mi scusi per la stupidità di quello che ho detto.”

-G: “Ora spogliati e mettiti in posizione!, non ti conviene lo ripeta una terza volta.”

-E: “Si Padrone.”

Si spogliò di quel poco che aveva addosso: una minigonna e una t-shirt molto scollata. Era quasi esasperante da quanto era lenta ed impacciata, ma tutto ciò non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Una volta nuda si mise in posizione e attese tremante l’inizio della punizione.

Nel frattempo recuperai dall’armadio il frustino da cavallerizzo che avevo acquistato qualche giorno prima al sexy shop e sfilai la cintura. Mi posizionai dietro di lei da dove avevo una visuale perfetta della sue grandi labbra ancora infiammate dall’applicazione dei sei anellini e tra le chiappe si intravvedeva la base del butt-plug. Insomma un quadretto molto eccitante, o almeno per me lo era.

Prima di iniziare la punizione le ricordai che dopo ogni colpo doveva scusarsi per le sue mancanze e chiedere un altro colpo.

Iniziai con colpi mirati su culo e cosce, mi fermai solo quando la sua pelle divenne di un rosso accesso e rovente rovente al tatto, con la sua pelle color del latte bastarono una quindicina di colpi.

Nonostante fosse in lacrime non mi fermai, la sua punizione, infatti, non era finita. Le ordinai di stendersi sul letto a gambe larghe. Si incamminò all’istante, ma fu costretta a muoversi a piccoli passi per sentire meno dolore. Per questo nonostante il letto fosse a pochi metri sembrò metterci un’eternità.

Spazientito per darle il giusto senso di urgenza, mentre si spostava, le misi la mano sulla figa, e come immaginavo la trovai fradicia. Il mio pensiero fu chiaro e lampante: questa troia si eccita con il dolore.

Le infilai a forza le dita in bocca per farmele ripulire e poi le asciugai nei suoi capelli. Presi poi un perizoma dal cassetto dell’intimo e appena fu sdraiata lo infilai a forza nella figa. Già subire queste cose per lei non fu semplice. Averle toccato la figa ancora infiammata le fece molto male, per non parlare dell’umiliazione di succhiare i suoi umori dalle mie dita e ancora di più il fatto che le abbia pulite nei suoi capelli.

Senza ulteriore indugi iniziai a colpirla direttamente sulla vulva e il clitoride. La sua reazione fu altrettanto immediata. Un urlo che quasi la sentivano anche i vicini, per questo le strappai il perizoma dalla figa e lo cacciai in bocca. Continuai poi a colpirla fino ad arrivare a dieci colpi. Così facendo la sua vulva divenne ancora più ricettiva. Mentre per lei il dolore fu atroce, tanto che per gli ultimi colpi il bavaglio fu quasi del tutto inutile. Nonostante tutto tra le sue gambe si era formato un lago e la sua figa non smetteva di sgorgare caldi umori, neanche fosse una sorgente d’acqua. Le lasciai qualche minuto per riprendersi poi le ordinai di mettersi l’intimo di due taglie più piccole, operazione molto difficoltosa e dolorosa a causa delle frustate.

Una volta eseguito la presi e la portai di peso in bagno e senza troppa delicatezza la deposi nella vasca da bagno ordinandole di mettersi in ginocchio. Le tolsi il fazzoletto dalla bocca e lo sostituii con il mio uccello ormai duro come il marmo. Iniziai a scoparle la bocca con una forza e una velocità inaudita arrivando sempre più a fondo nella sua gola. L’eccitazione era molta e venni in poche pompate.

Le lasciai il cazzo in bocca fino a che non perse turgore, così facendo fu costretta ad ingoiare la sborra che le avevo appena depositato in bocca.

Dopo di che le ordinai di sdraiarsi e di aprire le gambe. Immediatamente alzò le gambe oltre i bordi della vasca spalancandole totalmente fornendo uno spettacolo a dir poco osceno, mostrando addirittura una chiazza di umori all’altezza del cavallo. Mi impressionai di quanto fu rapida a inzupparle in quel modo. Passato il momento le pisciai sulle mutandine.

Appena il getto dorato raggiunse la sua vulva, la vacca caccio un urlo di dimensioni spropositate.

Fui quindi costretto a rinfilarle il perizoma in bocca.

Nonostante le sue urla fossero attutite dalla stoffa mi accorsi quasi immediatamente che si stavano trasformando in gemiti di piacere. Fino a che, nel momento esatto in cui terminai di pisciare, fu travolta da un orgasmo inaspettato e molto intenso.

La mia reazione sdegnata e iraconda fu immediata, le dissi mentre nel contempo le sfilavo il perizoma dalla bocca:

-G: “Questa dovrebbe essere una punizione per te e non un evento da cui trarre piacere!”

-E: “Mi scusi Padrone, non ho resistito… la punizione… l’umiliazione…mi hanno eccitata troppo!”

-G: “Sei proprio una lurida cagna!”

-E: “Ha ragione Padrone, sono proprio una schifosa cagna.”

Ora vai in camera, mettiti a pecora e abbassati le mutande che vengo a cambiarti il butt-plug. Nel frattempo vedendo lo stato della schiava, il mio cazzo si stava rimettendo nuovamente sull’attenti.

Feci passare la schiava davanti a me e poi la seguii. Ad ogni passo sentivo il cazzo che diventava sempre più duro e l’eccitazione mentale aumentava esponenzialmente.

appena arrivò in camera senza il minimo indugio si mise nella posizione richiesta, probabilmente complice il fatto di aver appena subito una punizione memorabile.

Percorsi gli ultimi passi che mi separavano dal suo culetto bello sodo, afferrai il butt_plug e con un movimento fluido ma deciso lo estrassi. Il plug uscendo fece un sonoro “plop” e lasciò dietro di se un buchetto leggermente dilatato.

Questa visione mi fece impazzire e senza pensarci due volte le piantai il cazzo in culo, nonostante fosse già dilatato e le pareti cedevoli, la schiava, ancora una volta, cacciò un urlo di dolore misto a sorpresa.

L’eccitazione era troppa per ragionare lucidamente così continuai a pompare selvaggiamente finché i suoi lamenti di dolore nuovamente si trasformarono in gemiti di pura estasi. Gemiti che preannunciavano il suo primo orgasmo anale.

Grazie al pompino di poco prima Il mio cazzo non dava alcun segno di voler cedere all’orgasmo continuai quindi a pompare fino a che, dieci minuti dopo, venni scaricandole una grossa dose di sborra in culo. Nel frattempo lei era venuta altre due o forse tre volte e nell’esatto momento in cui sentì la sborra calda invaderle l’intestino si lasciò andare all’ennesimo orgasmo. Fu un orgasmo molto potente tanto che le contrazioni della vagina e del culo riuscirono a mungermi fino all’ultima goccia di sborra che avevo in corpo.

Una volta recuperata la lucidità sostituii il mio cazzo con il plug e contestualmente le ordinai:

-G: “Non toglierai il plug prima di domattina e con esso anche la sborra rimarrà nel tuo culo. Ora indossa l’intimo e rivestiti. Non vorrai che tua madre ti veda nuda ed in questo stato.”

-E: “Sì Signore come vuole Lei.”

Me ne andai ancora prima che finisse di parlare lasciandola lì in ginocchio, stremata e completamente sfatta.

Stavo per uscire dalla porta quando sentii un rumore provenire dalla cucina, fu in quel momento che mi ricordai che mia zia era in casa, andai quindi a salutarla. La trovai intenta ad asciugare delle stoviglie ma diversamente dal solito il vestito che indossava era leggermente stropicciato e il viso arrossato. Mentre ci scambiammo i convenevoli di rito non feci caso a tutto ciò, andando verso casa però la scena mi tornò in mente e questi piccoli dettagli mi fecero venire un dubbio. Fu in quel momento che visionare le riprese delle telecamere divenne prioritario. Cosa che feci appena arrivai a casa.

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