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Lo sconosciuto del bus

By 17 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Giulia, ribelle, caotica, indisciplinata e sognatrice è la figlia maggiore di una famiglia benestante del nord Italia.
Ha 21 anni e stranamente frequenta l’università consigliata dai suoi genitori.
Porta a casa sempre ottimi voti, fin da quand’era piccola, studia molto ed anche se fino alla quinta superiore ha sempre avuto una condotta molto negativa, ora sembra essersi tranquillizzata, almeno in ambito universitario.
Non è mai stata bocciata, ma in direzione aveva quasi ogni mese un motivo valido per subire qualche dura ramanzina.

Dati i meritevoli voti e la voglia di studiare, raggiunta la maggior età, i suoi genitori le concedono ogni estate, due mesi di vacanza premio nella loro casa estiva, situata in un piccolo paesino marittimo. Un posto tranquillo, per niente caotico, in cui Giulia si dedica allo studio con pause rilassanti al mare.

A differenza di quanto si può pensare, Giulia è una ragazza molto solitaria ed anche se le piace uscire con gli amici, dedica molto tempo della sua vita per se stessa.
Proprio qui, al mare, Giulia lo reputa quasi un rifugio dove poter aprire la sua anima liberamente e quando arriva in spiaggia, per lei è l’apoteosi dei sensi.

Per i primi due anni ha frequentato spiagge a pagamento in cui pur essendo da sola, tutte quelle persone attorno le creavano quasi fastidio. Per non parlare degli sguardi dei ragazzi, di chi si avvicinava per chiederle qualcosa pur di poter attaccar bottone e poi, vabbè, la lista è troppo lunga.

Ma finalmente, l’anno scorso, passeggiando ha scoperto questa piccola insenatura tra le rocce, posta ai margini di una fitta boscaglia.
Aveva camminato molto prima di trovarla, ma ben presto, scoperto un piccolo sentiero, in pochi minuti di cammino riesce a raggiungere facilmente la strada in cui passano gli autobus.
Giulia si rende conto di essere molto distante da casa. In autobus, tra il traffico estivo e le molteplici fermate, ci vogliono circa 40 minuti per raggiungere il paesino dove abita, eppure, ogni volta che mette piede in quel luogo, dopo aver chiuso gli occhi e preso un gran respiro, si sente finalmente libera da tutto e da tutti.

Così, nei giorni più soleggiati, dopo aver raggiunto il centro del paese con un piccolo bus, sale su un altro che la porterà nel suo piccolo paradiso.

Il luogo ormai lo conosce molto bene ed a parte qualche coppia di nudisti che è solita frequentare quel posto, non ha mai trovato malintenzionati o gente che venga a disturbarla.
Grazie proprio a questa notevole privacy, già da metà vacanza dell’anno scorso, ha deciso di cambiare i suoi vestiti direttamente sul posto.
Dopo una scrupolosa ricerca, ha trovato un piccolo passaggio che la porta tra dei fitti cespugli che la rendono totalmente nascosta da sguardi indiscreti. In questo luogo Giulia riesce a sentirsi abbastanza nascosta da potersi cambiare integralmente e addirittura, come fosse il suo camerino personale, lasciare i suoi indumenti per poi indossare uno dei trentadue nuovi bikini che ha comprato per questa stagione. Su quest’ultimi, non si è affatto risparmiata e scelti con cura, ne ha presi dai più “casti” a quelli più “sgambati”, per non dire addirittura “minimali” che sul suo prorompente fisico, non la fanno passare per niente inosservata.

Quando raggiunge la spiaggia così “svestita”, si sente finalmente in pace, stende l’asciugamano in terra e si tuffa subito in acqua. I pochi e soliti avventori non le pesano affatto, in quanto quasi non si accorgono della sua silenziosa presenza anche quando si presenta con i bikini più “ridotti”.
Passa così la giornata tra sole e acqua, nel silenzio spezzato solo dalle onde che si infrangono sugli scogli poco distanti e poi, quando inizia a imbrunire, ritorna nel suo “camerino” dove si spoglia, si asciuga e indossati abiti leggeri, ripone quelli bagnati in una piccola borsetta prima di dirigersi alla fermata del bus.

Giunta in strada, seduta sulla panchina, qualcosa in lei inizia ad agitarsi.
Sono ormai due settimane che Giulia sente questi tremolii prima che arrivi l’autobus.

Quando lo sente giungere, quando lo sente rallentare ed infine fermare, le manca il fiato.
Quando le porte si aprono di fronte a lei, quasi le manca la salivazione, quasi non riesce a salutare l’autista ed una volta salita, trovandosi di fronte il lungo corridoio, quei due occhi invadenti li sente subito puntati su di lei.
Non ha quasi mai il coraggio di guardarlo in viso, eppure lo vede, anzi, prima di vederlo lo sente che la sta fissando.
Aveva quasi pensato di prendere un altro autobus, ma il prossimo è troppo tardi e non troverebbe la coincidenza per il successivo che la riporta a casa. Per non parlare del precedente, 14.10 del pomeriggio, proprio quando il sole è più caldo e lei sguazza nell’acqua più calda della giornata.

Quei due occhi non si staccano da lei fino a quando non trova un posto a sedere, per non parlare di quando il mezzo è affollato e si deve inoltrare sempre di più in quel lungo corridoio.
Più si avvicina e più si sente avvolta, penetrata, soggiogata da quello sguardo.
Lo sente con forza puntato prima sui seni, poi sulle cosce e quando infine si gira, quasi freme mentre sente tutta l’attenzione rivolta al suo culo.

Quell’uomo, certamente più grande di lei almeno di una decade, tutti i giorni in cui prende l’autobus è lì ad aspettarla. Sempre seduto nell’ultima fila al posto centrale, è sempre con lo sguardo fisso su di lei da quando sale da sola a quando scendono entrambi alla stessa fermata.

I primi tempi, Giulia ha provato ripetutamente a fulminarlo con gli occhi, ma di tutta risposta, lo sguardo dell’uomo si è fatto più duro, talmente duro da impaurirla quasi.
Quando i due però scendono, come per incanto tutto finisce.
Non ha mai avuto il coraggio di voltarsi a guardare in che direzione vada quell’uomo e quasi di corsa, raggiunge l’altro lato della strada dove dopo pochi minuti giungerà il bus per casa sua.

Un giorno però cambia tutto.

Tornata dalla spiaggia, sale sull’autobus e quasi si spaventa vedendo tutti i posti occupati dai ragazzini di una colonia estiva.
Anche questa volta, sente gli occhi puntati su di lei ma al solito posto che occupa l’uomo questa volta ci sono due ragazzini che stanno giocando. Solo guardando meglio, verso metà corridoio nota un posto libero e quando lo raggiunge, nel posto affianco il finestrino che da lontano era coperto da ragazzini in piedi sui sedili anteriori, trova l’uomo che quasi impassibile è lì a fissarla.

Nell’imbarazzo più completo, rossa in volto e per non dare sospetto ai restanti, se pur pochi viaggiatori adulti, quasi a fatica, riesce a sputare poche e rapide parole.

– Qui è libero? Posso? –

– Ma certo bella moretta! siediti pure! – afferma l’uomo senza smettere di fissarla morbosamente e sorridendo con uno sguardo da vero porco, volta addirittura il busto verso di lei come per poter guardare meglio quando si dovrà sedere.

Giulia a questo punto, si sarebbe aspettata la reazione più ovvia in cui l’uomo parte alla carica, si aspettava che iniziasse a importunarla o addirittura a toccarla e invece, niente di tutto questo accade.

L’uomo se ne sta li fermo, senza mai toglierle gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
Giulia sente quello sguardo scavare nella scollatura, lo sente in viso, sulle labbra e poi tra le cosce tanto da credere siano spalancate anche quando sono strette tra loro.

Dopo circa 40 minuti, i suoi pensieri vengono distratti, la loro fermata è prossima ed appena si alza mostrando così il culo fasciato da sottili e attillati shorts rosa, quasi ha un mancamento alle parole che sente uscire dalla bocca dell’uomo.
Alzato a sua volta, dopo essersi posizionato repentinamente alle sue spalle ed aver avvicinato il volto al suo orecchio, dice una sola frase.

– Anche oggi hai il perizoma – afferma quasi sottovoce, ma con tono di chi ne ha la certezza.

Giulia vuole quasi scappare e frettolosamente raggiunge l’uscita con il cuore che batte all’impazzata.
In pochi istanti si trova già dalla parte opposta della strada e quando vede il pullman ripartire, dietro a esso compare l’uomo, fermo e sorridente che la continua a fissare senza ritegno.
Tutte queste attenzioni la impauriscono da un lato, ma dall’altro la incuriosiscono.

– Chi è quest’uomo? Perché guarda solo me in questo modo? Quanti pensieri porci ha per la testa? –
Sono solo alcune delle domande che le frullano in mente fino quando arriva il bus della coincidenza.
Salita sul mezzo, cerca nuovamente quella presenza guardando il lato opposto della strada, ma questa volta non trova nessuno a fissarla e nemmeno a sorriderle.

Arrivata a casa, finalmente si riesce a calmare, si spoglia e buttandosi sotto la doccia si libera dalla salsedine del mare.
Indossato l’accappatoio si dirige in cucina, non mangia quasi niente e dopo essersi seduta sul divano, mentre guarda distrattamente un film si asciuga lentamente i capelli con un piccolo asciugamano.
Immersa nei pensieri spegne la televisione, si alza in piedi slacciando l’accappatoio e con un leggero movimento di spalle lo lascia cadere in terra. Nuda e scalza, raggiunge il frigo, beve un sorso di birra e dopo averla posata sul tavolo, decide di andare a letto.

I sogni si susseguono, uno dopo l’altro, uno più sfocato dell’altro e difficilmente ricordabili.
La mattina arriva prima del previsto, Giulia pensa di aver dormito solo poche ore, ma quando guarda l’orologio, si accorge di averne dormite più di nove.
La fame dovuta alla cena leggera ora si fa sentire ed in pochi minuti, saltellando sempre nuda per casa, prende d’assalto il frigorifero.
Mentre quasi divora il ricco banchetto che si è preparata, guarda fuori dalla finestra e nota che anche oggi è una giornata splendida e ben soleggiata.

Si domanda se andando in spiaggia, anche questa sera troverà l’uomo ad attenderla in autobus.
Non ci vuole pensare oltre.

Tra dieci minuti un pullman passa sotto casa sua.

Quasi di corsa si fionda nell’armadio, prende il primo bikini che trova, vede solo che è nero ma non sa quanto sia ridotto o abbondante. Rapidamente indossa un perizoma anch’esso nero, un paio di shorts bianchi ed attillati come quelli del giorno precedente, un reggiseno a fascia di colore bianco e una canotta grigia.
Deve fare in fretta, prende la borsetta dove infila il bikini e l’asciugamano, si butta in un paio di infradito, esce quasi di corsa da casa, fa scattare due volte la serratura e le chiavi le nasconde sotto il vaso di rose.

Giusto in tempo, appena esce dal cancelletto arriva il bus.

 

Sono più di trenta minuti che Giulia attende il bus per la spiaggia, non capisce del perché di questo esagerato ritardo, oltre del perché alla fermata non ci sia nessuno. Non è possibile che sia già passato in quanto è solita attenderlo anche per parecchio tempo.
Sta quasi per decidere di attraversare la strada ed attendere il bus che la riporta a casa, quando in lontananza vede arrivare quello che stava aspettando.
Salita a bordo, i quaranta minuti di strada passano rapidamente.
Una volta scesa, raggiunge il suo “camerino” improvvisato tra i fitti cespugli, si spoglia piegando con cura i propri abiti e riponendoli su un piccolo tronco. Con calma apre la borsetta ed estratto il bikini, un po di rossore si presenta sul suo volto.
Nella fretta per uscire di casa, nota solo ora di aver preso quello più ridotto se non “minimale”.
L’ultima conferma, infatti, la trova guardandosi dopo aver indossato quei due pezzi di stoffa nera.
La mutandina, se così si può chiamare, non è altro che un sottilissimo filo che percorre la circonferenza vita, si infila perdendosi tra le chiappe e si ricongiunge all’altezza della passera che viene coperta da un ridottissimo triangolino di stoffa lucida.
Il reggiseno invece, non trattiene ne sostiene la sua quarta abbondante ed anch’esso composto da sottilissimi fili che fanno le veci delle bretelline, trattengono all’altezza dei capezzoli, due triangolini tanto grandi quanto quello posto sulla passera.

Estrae dal sacchetto l’asciugamano e dopo aver preso un grosso respiro, mentre un brivido le percorre la schiena si decide a raggiungere la spiaggia.

Questo microscopico costume l’aveva preso in realtà per abbronzarsi nel giardino di casa, fuori da qualsiasi sguardo indesiderato, ma ora, quasi le viene da ridere mentre mette piede sulla sabbia calda che precede l’acqua.
Per fortuna, nessuno all’orizzonte.
Con calma stende l’asciugamano sulla sabbia e dopo un altro sguardo perlustrativo, quasi di corsa decide di buttarsi in acqua.
Nuotando, l’acqua che le scorre lungo il corpo la fa sentire nuda, come se non indossasse nulla. Si diverte a lungo, fa l’apnea, le giravolte e poi lunghe nuotate. Quando si sente finalmente soddisfatta, decide di tornare in spiaggia a prendere il sole e raggiunto il suo asciugamano, si stende subito a pancia in giù.
Il forte sole la rosola, più volte si gira supina per cercare refrigerio e poi, dopo almeno due ore, si alza per un nuovo tuffo.
Proprio quando sta per dirigersi nell’acqua, dei rumori dal bosco la allertano.
Si volta di scatto per controllare con lo sguardo, attende qualche minuto in silenzio ma i rumori non si sentono più. Decisa quindi, torna verso l’acqua e dopo essersi tuffata dimentica l’accaduto con una vigorosa nuotata.
Passa molto tempo in acqua, fino a quando, un tuono molto forte la distrae.

Guardando verso il bosco, in lontananza vede grosse nubi nere venire nella sua direzione.

Rapidamente esce e raggiunto l’asciugamano, si dirige verso il suo camerino tra i cespugli.
Giulia ha sempre avuto timore a sostare in un bosco durante il temporale, dell’acqua non si preoccupa molto, quanto invece dei fulmini che potrebbero colpire vicino a lei. Si decide così a cambiarsi rapidamente, toglie lo striminzito costume e dopo una rapida asciugata del corpo, indossa i suoi abiti.
Ancora una volta correndo, percorre a ritroso il sentiero fino a raggiungere la strada. Qui si sente più tranquilla e dopo essersi posizionata affianco la palina della fermata , si mette ad attendere l’autobus che arriverà tra mezzora circa.
Come all’andata, anche questa volta il pullman inizia ad accumulare ritardo mentre il temporale si avvicina minaccioso.

Le prime grosse gocce iniziano a cadere dopo dieci minuti di ritardo del bus.

A quindici minuti piove ormai senza sosta iniziando così a inzuppare gli abiti di Giulia che non conosce un riparo dove proteggersi.

A venti minuti la pioggia è diventata un vero e proprio nubifragio, come fossero secchiate, Giulia è ormai totalmente fradicia con i vestiti zuppi e addirittura la borsetta che tracima acqua.

Dopo ben trenta minuti di ritardo, il pullman finalmente arriva.

Infuriata, sale frettolosamente in autobus e senza salutare di proposito l’autista, si inoltra nel lungo corridoio.
Solo ora, mentre cammina, inizia a focalizzare cosa stia succedendo.
Quasi come un pugno nello stomaco si rende conto che anche oggi la colonia di ragazzi ha deciso di fare una gita ed anche oggi, l’unico posto libero è affianco allo sconosciuto che la sta fissando quasi morbosamente.
I ragazzini oggi urlano in un modo quasi assordante, forse complice la pioggia battente che rumoreggia sul tetto dell’autobus o forse le grosse ruote turbinanti nel manto d’acqua che copre l’asfalto, sta di fatto che qualunque tipo di conversazione sarebbe praticamente impossibile.
Impossibile per tutti, a parte l’uomo nel seggiolino affianco a quello in cui si siede.
Senza nemmeno darle il tempo di sistemarsi, con il volto si avvicina al suo orecchio coperto dai lunghi capelli bagnati e con le sue parole, ancora una volta le toglie il fiato.

– Ora che sei tutta bagnata, devo dire che hai un fisico fantastico. Poi…. deve essere proprio bello quel perizoma nero che hai sotto i pantaloncini. –

Giulia non ha il coraggio di replicare, non riesce nemmeno a girarsi verso l’uomo, eppure, complice i vestiti che ora le saranno letteralmente incollati al corpo, non accenna manco ad alzarsi per allontanarsi in qualche fila più avanti.

Passano diversi minuti in cui si sente letteralmente pietrificata. Con gli occhi socchiusi, il respiro ridotto e le mani che stringono con forza i braccioli, non osa muovere nemmeno un muscolo mentre si sente ispezionata dallo sguardo di quello sconosciuto.

Tutto questo, sembra dare coraggio all’uomo che ancora una volta si avvicina al suo orecchio.

– Quelle due antennine mi fanno pensare a tante cose porche –

Subito non ne coglie il senso, ma appena abbassa lo sguardo sui suoi seni, spalanca gli occhi e la bocca rendendosi conto che i vestiti zuppi oltre al reggiseno a fascia, mostrano palesemente quanto duri siano diventati i suoi capezzoli.

Un brivido uguale a quello nel bosco, percorre nuovamente la schiena di Giulia e come fosse la carica che le serviva, alza il volto e con l’intento di fulminarlo, va ad incontrare il suo sguardo.
Appena gli occhi si incrociano, qualcosa però non va come previsto ed è l’uomo a fulminare lei prima di iniziare a ridere rumorosamente.
Si sente sempre più imbarazzata, si guarda intorno, ma nessuno sembra aver notato loro o addirittura le loro conversazioni. Nella folla di quel pullman è come fosse da sola con lui.
Per il resto del viaggio non è più successo nulla tra i due e quando la loro fermata è prossima, Giulia si alza rapidamente e senza voltarsi raggiunge le porte di uscita.
Hai il cuore che batte a mille quando il mezzo si ferma e finalmente si sente come liberata da un peso enorme nel momento in cui poggia piede sul marciapiede.

Qui per fortuna non piove più e con i vestiti ancora zuppi, inizia a sentire fresco mentre attraversa la strada.

L’uomo è sparito e anche quando il pullman riparte, non c’è nessuno dietro ad attendere di poterla guardare ancora.

Probabilmente, questo succede perché è tardi ed in effetti, guardando l’orologio luminoso della farmacia posta dietro di lei, si rende conto che il pullman per casa sua è già passato e fino a domattina non ne passeranno più.

Impreca diverse volte e rendendosi conto di dover fare più di 6 km a piedi, si incammina contro voglia verso casa, quando, nemmeno il tempo di fare dieci passi e una macchina suonando il clacson rallenta fino a fermarsi di fianco a lei.

– Ehi moretta! Ti serve un passaggio? –

Quella voce la riconosce immediatamente ed appena guarda dentro l’abitacolo, si rende conto che si tratta dello sconosciuto del bus.
Non sa quasi perché lo stia facendo e dandosi dell’idiota, senza dire mezza parola, apre la portiera salendo subito in auto.
Appena rinchiusa nell’abitacolo l’uomo raggiunge con una mano il riscaldamento, lo attiva e dopo aver ruotato la manopola del calore verso il rosso, innesta la marcia e parte.

– Sei di poche parole. Però se sei salita in auto è perché un po ti fidi ? –

Giulia non risponde, ma rivolto lo sguardo verso di lui in pochi istanti si sente esageratamente imbarazzata.
Al suo segno di evidente sconfitta, l’uomo torna alla carica facendola sprofondare nell’imbarazzo.

 

– Certo che sei davvero figa. Devi avere delle tettone stratosferiche ed un culo che…… cazzo….. per cosa ho visto fin’ora, parla da solo! –

A Giulia manca il respiro, non sa se aprire la porta e buttarsi dall’auto in corsa o cos’altro fare.

L’uomo a questo punto, notando che non ci sono reazioni, decide di rincarare la dose.

– Ma fai la modella? Ballerina? Hai un viso davvero bello e poi quelle labbra carnose……ti metterei nuda sul tavolo e poi…. – lascia la frase in sospeso mettendosi a ridere.

Nell’imbarazzo più completo, quasi con i sudori alle tempie, in un barlume di lucidità si rende conto che l’auto ha imboccato una strada sbagliata e con fatica, lo avverte.

– S… scusa… Guarda che hai sbagliato, mi dovresti accompagnare per quella strada che abbiamo appena superato –

L’uomo sorride e rallenta repentinamente l’auto.

– Ma allora parli ogni tanto! Nessun problema bella moretta, torniamo subito indietro. –

In breve il viaggio riprende nella giusta direzione e dopo qualche svolta, sotto le indicazioni di Giulia, l’uomo la porta rapidamente di fronte casa.

– Gra… Grazie mille, sono in debito con te –

Come fosse un rito, ad ogni passaggio che le viene dato, come se avesse acceso un disco, ripete sempre a tutti questa frase prima di salutare. Bastano però pochi istanti per rendersi conto che forse, con lui era meglio non usare queste parole, sopratutto per il fatto di non riuscire a sostenere nemmeno lo sguardo da tanto imbarazzo che prova.

– Non ti preoccupare bella morettina. Presto ti darò modo di sdebitarti. – risponde con un sorriso perfido stampato in volto.

Rossa come un peperone, Giulia si alza e mentre esce dall’auto, un’altra frase la stende nuovamente.

– Ma guarda che bel culo! Mi ci perderei volentieri in quelle chiappe! –

Chiude la porta assieme agli occhi ed appena l’auto riparte, un mancamento la fa letteralmente crollare a terra, in ginocchio a riprendere fiato.

Fa freddo, i suoi vestiti sono ancora umidi, i capezzoli quasi cercano di perforare il tessuto e poi muovendo le cosce, sente di essere troppo bagnata perché sia solo acqua. Quando poi raggiunge la porta di casa, dopo aver recuperato le chiavi dal nascondiglio, una smorfia di terrore prende possesso del suo volto.
In pochi istanti si rende conto di non avere con se la borsetta contenente l’asciugamano e quel maledetto striminzito costumino. Altrettanto rapidamente, capisce di averlo dimenticato nell’auto dell’uomo e se domani ci sarà nuovamente il sole alto nel cielo, capisce che dovrà andare in spiaggia o la sera potrebbe ritrovarselo qui, a casa, per reclamarla.

L’acqua è calda al punto giusto, il vapore che esce dalla cabina piano piano appanna lo specchio posto sopra il lavandino dove Giulia si sta guardando. Nuda, immobile, con le mani puntate sul lavabo e gli occhi nello specchio, è come fosse in una specie di trans. Dopo parecchi minuti si decide ad entrare nella doccia e finalmente ritrovata un po di lucidità, con molta calma riesce a lavarsi.
Quando si sente del tutto rilassata, chiude l’acqua ed aperte le ante di vetro, si sporge a prendere l’accappatoio. Tutta accaldata, forse per via della pioggia presa poco prima, dopo essersi asciugata frettolosamente, decide di lasciare i capelli bagnati ed appeso l’asciugamano, si dirige nuda in cucina.
A differenza della sera precedente, questa volta il pasto che segue è ricco e sostanzioso. Non si fa mancare nulla, nemmeno la frutta e il dolce che abbina ad un buon vino.
Con la pancia piena, assonnata e piena di pensieri, si lascia cadere sul grosso divano ed accesa la televisione, inizia a fare zapping tra decine di canali. Non passano nemmeno dieci minuti e si addormenta rannicchiata con la testa poggiata su un bracciolo.

Ha appena iniziato a sognare qualcosa di piacevole quando il suo cellulare squilla.
Apre gli occhi e guardando sulla parete, l’orologio segna le 23.31.

– Ma chi cazzo è che rompe a quest’ora ??? – impreca alzandosi rapidamente per cercare il telefono.

Appena raggiunta la camera da letto però, trovato il telefono, lo schermo è ancora acceso ma non più squillante. Sbuffando e sbattendo le braccia sui fianchi fa per tornare in sala, quando improvvisamente riparte la suoneria.
Il numero non compare sul display, è anonimo e prima di rispondere tentenna qualche secondo.

 

– Pronto? –

– Ciao morettina! – rispondono dall’altro capo ridacchiando.

Ancora lui.

Giulia si domanda come abbia fatto ad avere il numero di cellulare e sopratutto, inizia a temere veramente quest’uomo.

– C…Ciao… – risponde con l’ansia che inizia a salire.

– Ho trovato la tua borsettina con dentro il numero da chiamare in caso di smarrimento. –

Fatta una piccola pausa in cui non la sente rispondere, decide di proseguire.

– Sai, ho visto che cosa mi hai lasciato nell’asciugamano e mi stavo domandando quanto ti piacesse fare la maialina con gli sconosciuti. Non capita tutti i giorni di vedere un perizomino simile e un reggiseno che praticamente non esiste. Con le tettone che hai tu, devi essere da infarto con sto straccetto –

Giulia sbianca e con i sudori che iniziano a scendere copiosi, cerca di formulare una risposta.

– Scusami… Però… Quello è il costume che ho usato in una spiaggia nascosta. Non li uso in giro e l’ho scordato nella tua auto. –

Finalmente è riuscita a produrre una frase senza intopparsi, ma lui, la smonta nuovamente.

– Invece penso che l’hai lasciato in auto perché vuoi essere portata in qualche posticino nascosto. Così lo puoi indossare prima di fare tante porcate con me. –

 

Giulia si sente in trappola, teme che rispondendo con un altro “due di picche” troppo secco, l’uomo potrebbe reagire male e decide quindi di improvvisare.

– Guarda, se ti piace tanto, te lo potrei regalare. –

 

Risponde nella speranza di soddisfarlo anche solo in minima parte, iniziando però a rendersi conto che la sta pian piano intrigando.

– Ci vediamo domani nel bus. – le risponde così, in modo duro e senza dar modo di capire le sue intenzioni.

– Se non piove ci sarò – afferma lei con un misto tra terrore e insicurezza .

– Tu ci sarai anche se piove – ordina serio prima di chiudere la chiamata.

Un brivido le percorre la schiena dal bacino fino al cranio, prima che la pelle d’oca esca su tutto il corpo e qualcosa tra le sue gambe inizi a pulsare fino a farle stringere le cosce.
In pochi istanti si trova nuovamente con i capezzoli duri e raggiungendo la passera con una mano, il suo volto diventa rosso quando si accorge di essere fradicia.

La notte è stata un vero inferno, combattuta da mille pensieri che le frullano in testa e l’eccitazione che sembra andare in un crescendo infinito, riesce a darsi pace solo quando, infilate due dita nella passera, si regala un frenetico ditalino.
Quando si sveglia la mattina, si rende conto che sa di sesso quanto le lenzuola che ha imbrattato con i suoi umori spruzzati durante la notte e decide di lavarsi nuovamente. Una volta concluso, decide che gli avanzi della cena possono bastare come pasto ed una volta rifocillata, si dirige all’armadio posto in camera.

 

Per fortuna oggi è nuovamente una bella giornata, il sole splende con forza riportando un po di caldo tolto dalla pioggia di ieri.
In un misto tra terrore ed eccitazione, si ritrova a scegliere i vestiti per andare in spiaggia, quando solitamente prende le prime cose che capitano.
Il bikini questa volta è uno molto semplice, nuovamente nero, ma ne troppo coprente e nemmeno troppo striminzito.
Il resto del vestiario invece, consiste in una canotta bianca, un reggiseno a fascia anch’esso bianco, un perizoma a vita davvero bassa di colore nero ed un paio di shorts aderenti in cotone di colore bianco. Una volta indossati gli abiti, si rende però conto di quanto anche gli shorts siano a vita bassa oltre che decisamente corti, tanto da lasciare una piccola porzione di chiappa esposta.
Indossate le infradito, per oggi al posto della borsetta che è nelle mani dello sconosciuto, usa un sacchetto colorato dove oltre il bikini, infila come al solito anche un asciugamano. Indossati gli occhiali da sole, esce di casa e si dirige alla fermata del bus.

La giornata scorre come di consueto, il tragitto, lo spogliarello tra i cespugli e poi acqua e sole.

Anche oggi però, ad un certo punto sente dei rumori nel bosco, ma come l’altra volta, dopo poco cessano.
Decisa a ritornare alla fermata del bus, dopo aver recuperato l’asciugamano e raggiunto il suo nascondiglio tra i cespugli, si spoglia e proprio quando è totalmente nuda, intenta ad asciugarsi, ancora una volta sente dei rumori, questa volta più vicini, molto vicini, probabilmente a pochi metri da lei.

Convinta ci sia qualcuno, dopo essersi coperta con l’asciugamano, quasi si pietrifica e silenziosamente ascolta i rumori che rapidamente cessano nuovamente.
Attende diversi minuti, immobile ed in silenzio e solo quando si convince che non ci sia nessuno, lascia cadere in terra l’asciugamano e si riveste rapidamente.
Mentre torna verso la fermata però, si guarda attorno in cerca di qualcosa di insolito, ma niente, solo alberi e cespugli.

L’attesa sembra infinita, sbuffa, respira in modo irregolare ed in alcuni momenti trema.
Sa che quando salirà sul mezzo, lui sarà li ad aspettarla e sta volta, oltre a guardarla, sicuramente le dirà qualcosa o addirittura potrebbe avere pretese maggiori.
Terrore, ansia, un briciolo di eccitazione e troppe incognite le fanno compagnia fino all’arrivo del mezzo.
Le porte si aprono, la ragazza sale con i timpani che fischiano ed il cuore a mille e quando si volta verso il corridoio, finalmente dopo due giorni di stress la colonia estiva non ha invaso il bus.

L’uomo è tornato al suo solito posto, in attesa, fissandola come al solito senza alcun ritegno e sta volta, facendole cenno di raggiungerlo.
Quasi tutti i passeggeri sono nelle prime file e quando supera metà corridoio, non c’è più nessuno a parte lui.
Giunta a destinazione, riesce a salutarlo con un filo di voce.

– Vedo che sei ubbidiente. Vieni a sederti –

La invita spostandosi leggermente, giusto il minimo per farla passare obbligandola però a strusciargli il culo in faccia.

– Non riuscirò mai a smettere di dirti che hai un culo fantastico! –

Afferma tornando a sedere nel posto centrale e ordinandole quindi di sedere a cavallo dei due sedili laterali.

– Spalanca bene le cosce, voglio un’ampia visuale – ordina attendendo che l’ordine venga eseguito.

Il resto del viaggio lo passano così, senza che possa mai chiuderle, sentendosi soprattutto la passera sotto i riflettori, come se l’uomo cercasse di capire quanto sia carnosa tramite i vestiti.
Giunti a destinazione, questa volta è l’uomo a muoversi per primo facendole cenno di seguirlo ed una volta scesi dal bus, si dirigono verso un luogo a lei sconosciuto.

Dopo pochi metri però, l’uomo gira in un vicolo che a quest’ora della sera, risulta essere già abbastanza buio e deserto. Non ci sono appartamenti, ma solo uffici e magazzini già chiusi.
Ben presto si ferma di fronte la propria auto e fa cenno a Giulia di raggiungerlo.

Giunta a pochi passi da lui, la richiesta che riceve la stordisce.

– Bene morettina. Piegati a novanta sul cofano e allarga le gambe senza flettere le ginocchia –

Giulia è convinta che ora verrà scopata con forza e nel mix tra terrore e ansia, l’eccitazione sale a livelli tanto alti da non dispiacerle quasi questa eventualità.

Quando si piega a novanta poggiando i gomiti sul cofano, dopo aver allargato le gambe, attende con trepidazione il momento che le verranno calati con forza gli shorts e il perizoma e quasi lo sente già quel cazzo che le sprofonderà con violenza nella figa facendola urlare.

Passano pochi istanti, un leggero schiaffo sul culo la riporta alla realtà e poco dopo, le mani dell’uomo prendono possesso delle chiappe.
Non viene affatto spogliata come crede, nemmeno gli shorts vengono calati, se non di qualche centimetro necessario a scoprire parte del perizoma. Quelle mani vagano palpando con forza il culo e poi, dirigendosi più in basso, raggiungono la passera che da sopra i vestiti viene presa di mira da un massaggio deciso e frenetico.

In breve Giulia inizia ad ansimare, vede sfuocato e poi, dopo nemmeno cinque minuti di quel trattamento, gode a tal punto da venire imbrattando i vestiti e inumidendo la mano dell’uomo.

Sta ancora riprendendo fiato quando lo sente avvicinarsi al suo volto.

– Ero sicuro che tu non vedi l’ora di prendere il cazzo. Ti farò impazzire al punto che sarai tu ad implorarmi di scoparti tutta. – afferma tirandola per i capelli fino a riportarla in piedi.

Senza mollare la presa, la guarda dritta negli occhi e dopo aver sorriso si avvicina all’orecchio.

– Scommetto che a forza di sbatterti, tra due mesi ti avrò sfondata tutta –

Conclusa la frase, mentre il cuore di Giulia batte ormai all’impazzata, l’uomo le lecca volgarmente una guancia mentre con entrambe le mani scende lungo la schiena ed una volta infilate negli shorts, palpa con forza le chiappe nude.

 

– Mi piace sempre di più il tuo bel culo – afferma prima di staccarsi da lei per poi invitarla a salire in macchina.

 

Entrati nell’abitacolo le viene riconsegnata la borsetta con dentro il solo asciugamano smarrito il giorno precedente e dopo aver messo in moto, i due partono.
Il silenzio regna per tutto il viaggio e solo di fronte casa di Giulia, l’uomo la saluta a suo modo.

– Ciao puttanella. Non sditalinarti troppo. –

 

Chiusa la portiera, l’auto riparte ed ancora una volta la ragazza cade in ginocchio per riprendersi da tutte queste emozioni.

Giunta in casa, non ha nemmeno il tempo di chiudere a chiave la porta che nella camera da letto, il suo cellulare sta già squillando.

Il numero è nuovamente anonimo e sapendo già di chi si possa trattare, risponde senza esitazione.

– Pronto ? –

– Ciao morettina! – saluta ridacchiando.

– Ho dimenticato qualcosa ? – domanda all’uomo non sapendo cos’altro dire.

– No affatto. Pensavo al fatto che oggi ti ho trovata troppo vestita e quindi mi aspetto che domani tu sia perfetta. – risponde senza dilungarsi troppo.

Ancora una volta, non ha il tempo di replicare e l’uomo ha già interrotto la chiamata.

– Ma più nuda di così…. – si lamenta guardandosi allo specchio con quel vestiario già striminzito.

Ancor prima di fare la doccia, decide quindi di perlustrare l’armadio in cerca di qualcosa di consono.
Ci vuole più di mezzora prima di riuscire nel suo intento e quando guarda sul letto quegli straccetti, quasi le prende un colpo. Già, perché il suo abbigliamento di domani sarà composto da un piccolo ed aderente top nero che termina con una banda elastica poco al di sotto dei seni, un micro perizoma praticamente inesistente ed un paio di shorts in jeans a vita talmente bassa da mostrare per intero il filo del perizoma che corre lungo la circonferenza vita.

Dopo questa ennesima “prova” che devasta sempre più il suo self-control, Giulia passa il resto della serata in una specie di trans in cui la mattina successiva, svegliata di soprassalto dal telefono che squilla, non si ricorda assolutamente cosa sia successo.

Nuda, come è suo solito stare, salta giù dal letto e senza nemmeno guardare il display, risponde con tono assonnato.

– Si. – riesce a balbettare con gli occhi ancora chiusi.

– Ehi morettina! Stavi ancora dormendo? Scommetto che ieri sera hai fatto tardi perché ti sgrillettavi pensando ad un bel cazzo che ti trapanava la passera. –

Quella voce e quelle parole la svegliano quasi di soprassalto riportando il suo cuore a ritmi frenetici.

– N…No… in realtà sono andata a dormire presto – riesce a dire con un accentuato imbarazzo.

– Vabbè, comunque volevo sapere se ti depili – risponde di getto facendola arrossire

– S… Si, sempre – risponde a fatica

– Anche la passera? – domanda ancora ridacchiando

– mmm.. e… ma… Si – risponde iniziando ad andare nel pallone

– Molto bene – conclude interrompendo la chiamata.

Rimane ferma e immobile.

Quasi le manca il respiro.

– Cazzo….. – riesce ad esclamare prima di dirigersi in cucina per far colazione.

Quasi come fosse in cerca di conferma, mentre mangia allontana leggermente la sedia dal tavolo e spalancate le gambe, controlla che sia realmente depilata. In breve riceve conferma dai suoi occhi che vedono la patata gonfia, umida ma completamente priva di peli.

– Mi sto eccitando ancora prima di partire…. cazzo… – impreca ancora mentre torna alla sua colazione.

Una volta concluso, torna in camera da letto e preso un grosso respiro, si veste con quei pochi abiti che ha scelto.
I primi problemi li trova appena uscita di casa, nell’attesa del bus, un’auto passa e suona ripetutamente il clacson. Quando poi arriva in paese, oltre diverse auto che rallentano, alcuni uomini che attendono con lei il bus faticano molto a non rivolgerle continuamente sguardi pieni di bramosia.

Tutto questo imbarazzo, finisce solo dopo i quaranta minuti di viaggio, quando finalmente si inoltra nel boschetto e raggiunto il solito posticino tra i cespugli si cambia indossando un bikini azzurro.
Anche oggi sente rumori provenienti dal bosco, ma quasi senza farci caso, dopo aver steso con cura l’asciugamano, si tuffa subito in acqua dimenticando ogni cosa.

Oggi il sole non è molto presente, l’acqua è più fresca del solito e quando si decide a sdraiarsi in spiaggia, dopo poco meno di mezzora, si addormenta come un sasso.
Non sa quanto tempo sia passato, ma ad un certo punto, viene svegliata da un leggero vociferare.
Quando si rende conto di non essere più sola, alza la testa ed a pochi passi da lei trova due ragazzi in pantaloncini e maglietta che seduti stanno fumando e con il capo volto verso di lei la fissano quasi fossero ipnotizzati.
In imbarazzo per la scena che si mostra ai suoi occhi, cerca di risvegliarli facendo un cenno di saluto con la mano.

– Ciao – risponde uno dei due con uno scatto
– Ciao – risponde l’altro con lo sguardo di chi è stato colto sul fatto

Di tutta risposta i due si voltano verso il mare tornando a parlare tra loro.

Inizia ad essere tardi e Giulia decide per un ultimo tuffo prima di andare a cambiarsi, così, dopo essersi alzata, si sgranchisce e quasi correndo passa di fronte i due ragazzi prima di tuffarsi.
Sente i loro sguardi, sa di essere fissata anche quando si è tuffata e sta nuotando per andare a largo, ma non vuole guardarsi indietro.

Dopo diverso tempo, quando finalmente decide di tornare a riva, i due sono spariti.

Come suo solito, recupera l’asciugamano da terra ed una volta inoltrata nella boscaglia, raggiunge il suo camerino tra i cespugli.

Si spoglia, si asciuga con cura in ogni parte del corpo e quando raggiunge con la mano i suoi abiti, si accorge che qualcosa non va.
Il perizoma era in cima ai vestiti, come primo indumento che avrebbe rimesso, eppure, ora non c’è. Agitata, cerca meglio, ma niente da fare, non lo trova.
Si convince così che a rubarlo siano stati quei due in spiaggia e che dopo aver scovato il suo nascondiglio, sia da diversi giorni che la spiano. Da quando precisamente, ha iniziato a sentire trambusto tra gli alberi e qualcosa in lei diceva che non erano semplici animali.

– Mi avranno vista sicuramente nuda mentre mi cambiavo – ipotizza nervosamente mentre raggiunge la fermata del bus.
Per il nervoso accumulato non fa quasi caso alle auto che passando le strombazzano o a quelle che addirittura rallentano e nervosamente attende l’arrivo del suo calvario giornaliero.

Anche sta volta, quando sale i gradini, la solita colonia estiva riempie di ragazzi scalmanati e urlanti il bus.
Con calma inizia a camminare lungo il corridoio in cerca dell’uomo e solo al fondo, lo trova ad attenderla sorridendo.
Sta per sedersi quando improvvisamente viene fermata.
– Troppi ragazzini, siediti al mio posto – ordina dopo essersi alzato e posizionato nel corridoio attende lo scambio del posto.

Una volta seduti, l’uomo non tarda ad importunarla.

– Vestita così, vuoi far venire il cazzo duro a tutti quelli che ti vedono? Ma le mutandine non le hai messe oggi? – domanda e senza attendere risposta, infilandosi con una mano tra il sedile e la sua schiena nuda, raggiunge gli shorts in jeans ed una volta infilato all’interno può constatare che non porta altro. Lei non ha il coraggio di raccontargli cosa sia successo e per timore che rincari maggiormente la dose, decide di stare in silenzio convincendolo così che la scelta è stata sua.

– Sei proprio una puttanella – afferma ritraendo la mano ma senza smettere di fissarla.

Giulia non reagisce, ancora una volta si pietrifica di fronte a quest’uomo che non conosce esitazione ed ancora una volta esegue quando le viene ordinato di allargare le cosce.

 

– Seguimi –

Questo è l’ordine che Giulia riceve quando scendono alla loro fermata.
Senza esitazione cerca di stare al passo e come al solito si dirigono nel vicolo dove trovano l’auto posteggiata.

– Ma questa bella morettina ha un nome ? – domanda l’uomo che appoggiandosi sul cofano la richiama a se con un gesto della mano.

– Giulia – risponde rapida quando sono a poche spanne di distanza.

– … e quanti anni hai ? – domanda carezzandole la pancia nuda.

 

– Ventuno – risponde altrettanto rapida quanto la mano di lui che si posa sul seno sinistro.

– Sei giovane, figa e fai già la puttanella – afferma prendendo possesso anche dell’altro seno.

– Non sei del posto, vero? – domanda palpando senza sosta iniziando così a farla mugolare.

– N…..no – risponde a fatica mentre le vengono strizzati i capezzoli attraverso il top.

– E… cosa ci fai…. qui ? – domanda accentuando la stretta.

– Ahhh.. sono qui… vengo…ahh.. due mesi l’anno… da sola…. ahhh…. per studiare e andare al mare – risponde tutta d’un fiato

 

L’uomo finalmente molla la presa dai capezzoli e scendendo con le mani lungo i fianchi, si ferma poco sopra gli shorts.

– E….e perché……fai la troietta con gli sconosciuti? Ti manca tanto…. il cazzo ? – domanda aprendole il bottoncino ed abbassando la zip posta sul pube depilato.

Nel panico, la ragazza è combattuta tra scappare lontano e attendere cosa quest’uomo le vorrà fare. Basta una piccola strusciata di cosce per farle capire che li in mezzo è fradicia e carica di voglia. Nella mente, scene di puro terrore si susseguono, ma qualcosa là sotto, quasi come ricevesse una supplica le fa trovare la volontà di non fuggire.

– Per me è la prima volta che mi lascio avvicinare da uno sconosciuto. – risponde cercando di calmarsi, mentre le mani di lui sono nuovamente ferme sui fianchi.

– Allora è per questo che hai la pelle d’oca e tremi – afferma muovendosi lentamente con le mani su e giù.

– Hai paura? – domanda ancora

– Si – risponde muovendo ripetutamente il capo e lasciando che le mani di lui continuino l’opera.

– Ma se hai paura, perché non scappi urlando? – domanda spostandosi rapidamente a palpare il culo da sopra gli shorts che iniziano a scivolare verso il basso.

– Non lo so – risponde sentendo quello straccetto scendere sempre di più.

– Tutte le volte che ci vediamo mi fai venire il cazzo duro. Non hai idea di quante seghe mi sono dovuto fare per colpa tua – risponde infilandosi all’interno per prendere possesso delle chiappe nude con entrambe le mani.
Dopo quel cambio brusco, Giulia si sente ben presto più nuda del previsto.
L’uomo ridacchia e senza smettere di palparla si avvicina con il viso al pube ormai nudo in quanto quel minuscolo indumento è caduto alle caviglie.

– Peccato sia ormai buio, mi sarebbe piaciuto vedere quanto sbrodola la tua passera. – fatta una breve pausa in cui le assesta uno sculaccione, si avvicina ancora di più con il viso e la annusa respirando a pieni polmoni.

– Sai di vacca pronta ad essere montata. – afferma sculacciandola ripetutamente su entrambe le chiappe prima di alzarsi in piedi ponendosi di fronte a lei.

– Hai il ragazzo? – domanda stringendole il mento con una mano.

– No – riesce a rispondere a fatica, con il cuore che batte a mille ed il fiato corto.

– Da quanto non scopi ? – domanda avvicinandosi con il volto al suo.

– Da tanto – risponde tremando mentre sente la mano libera dell’uomo raggiungere nuovamente il culo.

– E da quanto non ti fai un bel ditalino? – domanda ridacchiando senza smettere di palparla.

– Qualche sera fa – risponde con grande imbarazzo.

– A cosa pensavi ? – domanda assestandole uno sculaccione notevolmente forte.

– Ahhh… a.. pensavo… pensavo a queste cose che mi fai … – risponde singhiozzante, quasi sul punto di piangere per lo sculaccione e totalmente sconvolta dall’eccitazione che le ha provocato dire questa frase.

– Quindi hai paura di me… però la sera ti sgrilletti pensando a quello che ti faccio – riassume ridendo e sculacciandola nuovamente.
A tale affermazione, quando riceve l’ennesimo sculaccione, dalla bocca di Giulia esce uno strano, lungo e tremante lamento.

– Adesso ti metti a fare versi da cagna in calore? – domanda quando ormai il vicolo è talmente buio da riconoscere solo più la sagoma di chi ha di fronte.

– Ma io.. – tenta di rispondere quando viene prontamente zittita da un ennesimo ordine.

– Vestiti ed entra in auto – detto questo si stacca da lei aspettando che si rivesta.

– Bene ora possiamo andare – afferma mentre la ragazza si sta ancora allacciando gli shorts.

L’allarme dell’auto viene disabilitato, i due entrano rapidamente nell’abitacolo ed una volta chiuse le portiere, l’auto parte.

Durante il tragitto, i due sembrano tranquillizzarsi e dopo qualche minuto di silenzio, l’uomo torna a fare domande.

– Quindi in questa casa dove ti porto sei tutta sola ? – domanda senza togliere gli occhi dalla strada.

– Si, ancora per un mese e mezzo e poi torno a casa – risponde con tranquillità, quasi stesse discutendo con un semplice amico.

– Cosa fai quando arrivi a casa ? – domanda con tono curioso.

– Faccio subito una doccia per togliermi di dosso la salsedine del mare, poi ceno e poi dopo aver guardato un po di televisione in salotto, vado a dormire. – risponde stupendosi quasi di come descrive tutto nel dettaglio.

– Mi hai detto che studi. Ma se sei sempre in giro come fai ? – domanda dubbioso staccando di tanto in tanto gli occhi dalla strada per sbirciare come al solito le tette o le cosce.

– Studio nei weekend e quando fa tempo brutto. Basta questo, tanto mi sono già portata avanti – risponde sicura di se.

– Hmmmm.. e quando sei in casa….. come ti vesti? – domanda ridacchiando.

– Ecco beh… dipende – risponde con imbarazzo non sapendo cosa dire.

– Dimmi la verità – ordina secco.

– Non… non mi vesto – risponde quasi sottovoce diventando rossa in volto.

– Quindi in casa sei sempre tutta nuda? – domanda con stupore.

– Si …. – risponde sottovoce affondando nel sedile per l’imbarazzo.

– Che troietta – afferma ridendo prima di iniziare a diminuire la velocità.

– Scendi. A domani – ordina giunti di fronte casa.

 

Scesa dall’auto e richiusa la portiera, fa appena in tempo ad accennare un saluto con la mano che l’uomo è già ripartito.
Senza muoversi di un solo passo, guardando l’auto allontanarsi da lei, con la stessa mano ora si infila negli shorts e raggiunta la passera, si rende conto di grondare umori.

Entra in casa quasi di corsa ed appena chiude la porta dietro di se, si appoggia ad essa mentre si spoglia con gli occhi chiusi ed il fiato corto e poi, dopo esser scivolata in terra con le cosce spalancate, la sua mano raggiunge la passera. Le dita si infilano all’interno, prima una, poi due, poi addirittura tre ed in breve un frenetico ditalino la fa quasi urlare, sfogando così tutta la sua voglia sul freddo pavimento.
Ancora scossa e priva di forze, si addormenta così e solo dopo diverse ore, ripresi i sensi , si alza, si lava molto lentamente, mangia svogliatamente poche cose e poi si butta nel letto addormentandosi come un sasso.

 

Il giorno seguente il sole è già alto e splendente quando Giulia si sveglia.
A colazione mangia con più voglia e quando si va a vestire, decide di cambiare registro per oggi. Qualcosa di diverso aleggia in lei quest’oggi e indossa un miniabito attillato rosso, senza spalline, terminante quattro dita sotto il culo mentre sotto ad esso opta per un semplice reggiseno a fascia ed un normalissimo perizoma, entrambi bianchi.
Il bikini che mette nella borsetta quest’oggi, è molto colorato ed un po più ridotto sul culo rispetto al solito. Preso anche l’asciugamano, si catapulta in strada ad attendere il bus che non tarda ad arrivare.

Il viaggio passa veloce, come altrettanto veloce e leggera passa il resto della giornata in spiaggia.
Appena arrivata, era dubbiosa se lasciare i suoi vestiti al solito posto visto cos’era successo ieri, ma poi, sicura sia stato un caso, decide di non modificare la routine.

Non poteva fare errore più grosso purtroppo.

Nonostante la giornata fosse passata senza avvertire il minimo rumore sospetto provenire dal bosco, questa volta, raggiunto il suo camerino improvvisato tra i cespugli, non solo nota la mancanza del perizoma, ma addirittura del reggiseno, così l’unico indumento rimasto è il miniabito rosso e le infradito.
Nervosa si spoglia coprendosi con l’asciugamano, si asciuga rapida ed altrettanto rapida si infila il miniabito e le infradito.
Questa volta, mentre torna verso la fermata del bus, si guarda intorno continuamente, si ferma, osserva, ascolta, ma tutto sembra uguale agli altri giorni.

Il bus arriva, sale sul mezzo e non fa quasi caso alla solita colonia estiva che affolla il bus, è troppo nervosa. Ma quando raggiunge l’uomo, tutto cambia ed in pochi istanti si ricorda di non aver nulla sotto il miniabito ed in altrettanti brevi istanti, si sente nuda di fronte il suo sguardo che la analizza.
Silenziosamente con il volto rosso quanto il vestito, lascia l’uomo alzarsi per lo scambio di posti e quando sono entrambi seduti, si sente bloccata, completamente priva di voce.

– Decisamente corto e stretto questo abito. Allarga le cosce, fammi vedere che belle mutandine porti oggi – ordina ridacchiando.

Con un misto di terrore ed imbarazzo stampato sul volto, non riesce a disobbedire all’ordine che le è stato impartito e con fatica, chiudendo pochi attimi gli occhi, spalanca lentamente le cosce.
L’uomo si sporge subito in avanti ed appena volta lo sguardo sotto l’abito, per la prima volta la ragazza lo vede arrossire ed oltre a notare lo stupore, sente anche la sua voglia crescere palese. Lentamente torna a sedere composto e dopo essersi avvicinato all’orecchio di lei, questa volta parla sottovoce.

– Hai proprio una bella passera. – afferma spostandole i capelli dietro la spalla per poi appoggiarsi con le labbra al suo orecchio.

 

– Mi avevi detto che ti depilavi, ma non credevo di trovarla così invitante e carnosa. – dice sottovoce prima di leccarle ripetutamente l’orecchio.

L’uomo non può permettersi di farsi notare, il bus è pieno di ragazzini e quindi, trattenendo a stento l’eccitazione, decide di tornare a sedere composto e chiudendo gli occhi, attende con trepidazione la loro fermata.

Questa volta Giulia non riceve ordini prima di scendere dal bus, ma convinta che sia ormai suo dovere, lo segue senza fiatare fino a quando non sono di fronte l’auto posta nel solito vicolo.

– Brava! Sei diventata una cagnetta obbediente…. che segue il padrone! – esclama stupito sedendosi a braccia conserte sul cofano dell’auto.

– Adesso devo riflettere un momento – conclude fissando il corpo della ragazza che come una statua, rimane ferma di fronte a lui.

I minuti passano interminabili come fossero ore, senza che nessuno dei due si muova o dica una sola parola, la situazione è sempre più tesa.
Giulia si trova come al solito in imbarazzo, sotto lo sguardo penetrante dell’uomo si sente come costretta a stare ferma di fronte a lui. Non sa cosa dire, non sa cosa fare e mentre inizia lentamente a calare la sera, tutta questa attesa la rende sempre più impaziente.

– Facciamo un gioco – esordisce l’uomo fissandola negli occhi.

– Ascolta con attenzione quello che ho da dirti perché non mi ripeterò. – le raccomanda prima di alzarsi in piedi.

– Hai tre scelte e due minuti di tempo per pensarci da quando avrò finito di parlare. – inizia a spiegare con tono serio.

– La prima. Se vuoi essere accompagnata a casa senza che ti succeda assolutamente nulla, prima di entrare in auto mi devi consegnare il tuo bel vestitino. Sia chiaro che non ti verrà mai più restituito e quando scenderai dall’auto, per entrare in casa ti dovrai arrangiare. – conclusa la frase, quasi gli scappa da ridere notando l’espressione di stupore della ragazza.

– La seconda. Questa è la più semplice – notifica prima di proseguire

– L’autobus per casa tua non è ancora passato, potresti sempre evitare il mio passaggio ed arrangiarti come hai sempre fatto prima di conoscermi – spiega ridacchiando.

– La terza e ultima. – fa una pausa in cui la guarda meglio, le prende una ciocca di capelli tra le dita, accosta il volto al suo orecchio e prosegue a spiegare sotto voce.

– In questo caso non ti devi togliere niente, ti devi solo appoggiare con il culo al cofano della mia macchina ed allargare le cosce….. ma poi…. ti succederà tutto quello che voglio e per tutto il tempo che voglio…. – si stoppa pochi secondi e guardandola in volto gode notando di come si contorce per l’emozione mista all’imbarazzo.
– Ti porterò a casa solo quando sarò soddisfatto, ma fino a quel momento, tu sei mia. – aggiunge carezzandole il volto prima di allontanarsi.

– Ti do due minuti per scegliere, dopodiché parto con o senza di te – conclude mentre si dirige all’auto.

Appena salito nell’abitacolo, il motore viene avviato, i fari vengono accesi e Giulia si trova di fronte i due minuti più difficili della sua vita.

Proprio mentre riflette, in lontananza sente l’inconfondibile rumore del bus che lentamente sta rallentando prima di giungere alla fermata. Si volta qualche attimo verso la strada e quando ne ha la conferma, si rende conto che una delle tre scelte è svanita nel momento in cui il grosso mezzo è già ripartito senza di lei a bordo.

Ormai deve decidere se scacciare ogni imbarazzo, togliersi quel vestito rimanendo completamente nuda ma protetta fino di fronte casa sua, oppure appoggiarsi a quell’auto rombante e lasciarsi trasportare dalle emozioni che le farà provare quell’individuo.
Indecisa, agitata, eccitata, alla fine dei due minuti non ha ancora scelto e l’auto inizia a muoversi verso di lei. In panico non sa cosa fare, ma alla fine, come unico modo per riuscire a fermare l’uomo prima che se ne vada lasciandola sola ad una notevole distanza da casa, girandosi di spalle, flette leggermente il busto e sporgendo il culo all’indietro, attende che l’auto si avvicini a tal punto da poggiarsi a lei.
In quel preciso istante l’auto si ferma, il motore non viene spento ma dopo l’inconfondibile rumore del freno a mano che viene tirato, la portiera del guidatore si apre.
Giulia non deve fare altro che allargare le gambe ed appena l’uomo si posiziona di fronte a lei, la luce dei fari le mostra come questa scelta lo renda contento.

– Hai scelto bene morettina. Ti meriti una ricompensa. – annuncia prima di accovacciarsi di fronte a lei.

Il cuore inizia a batterle all’impazzata e quando sente le mani dell’uomo prendere possesso delle sue gambe per staccarle da terra e poggiarsele sulle spalle, un breve urlo le esce quasi spontaneo.

– Tranquilla, non ho nemmeno iniziato. – dice ridacchiando con il volto ormai a pochi centimetri dalla sua passera, prima di posare le mani sul culo.

In pochi istanti si sente spinta in su lungo il cofano. Per non perdere l’equilibrio si trova costretta a coricarsi su di esso ed in pochi attimi le sue gambe sono piegate sul busto, tenute in alto dalle mani dell’uomo che ormai si trova a tu per tu con la passera sovreccitata.

Non vuole guardare cosa sta per fare quell’uomo, vuole guardare il cielo, anzi vuole chiudere gli occhi e poi, come se si fosse tuffato, sente il volto dell’uomo sprofondare tra le grandi labbra.
La lingua, come fosse una lama, affonda ripetutamente in lei mentre con la bocca risucchia gli umori.
Quando inizia a gemere l’uomo la sta letteralmente divorando con ampie leccate alternate a risucchi, baci e addirittura morsi.
Ormai ha il fiatone, geme senza sosta e con le mani carezza e spinge la testa dell’uomo, quasi a volere che penetri in lei.
Ad un certo punto però tutte le attenzioni si spostano tra le sue chiappe. La lingua inizia a percorrere l’intero solco che le divide soffermandosi di tanto in tanto sul forellino posteriore.

– Puttanella. Ma non te lo sei ancora fatto sfondare questo bel culetto? – domanda tornando all’azione e dedicandosi esclusivamente al buco in questione facendo pressione con la lingua.

– Ahhh. No… Solo una volta…. ahhhh… – riesce a rispondere in preda all’eccitazione che le provoca quella lingua.

A forza di premere, la lingua riesce finalmente a farsi largo in quello stretto forellino e leccando senza sosta fa gemere la ragazza con sempre più voce.

– Vedi di non urlare come una vacca in calore, altrimenti ci sentono addirittura dalla strada – afferma riprendendo fiato, prima di tuffarsi nuovamente sulla passera.

Questa volta però le sue attenzioni si spostano sul clitoride, succhiandolo e leccandolo per poi mordicchiarlo facendo così gemere e contorcere la ragazza priva ormai di contegno.

– Morettina! Se ti faccio spruzzare fai tutto quello che voglio? – domanda staccandosi nuovamente da lei.

– Ahhh si.. ma ti prego continua dai… ti prego – risponde con le mani sulla testa dell’uomo, tentando di riportarlo sulla passera.

– Da oggi sarai una brava puttanella ? – domanda abbassando con un forte strattone il suo vestitino e denudando cosi le tette.

– Si si … ti prego… si.. – risponde agitata e desiderosa che riprenda a leccarla

– Devi dirmi cosa sarai o non ti meriti di godere – notifica assestando un forte schiaffo sulla tetta sinistra.

– Ahhh sisi sarò tua e solo tua – risponde contorcendosi sul cofano dell’auto ancora in moto.

– E cosa sarai ? – domanda l’uomo prendendo i capezzoli tra le dita per poi stringerli

– s s s sii… sarò tua.. sarò la tua puttanella tutto il tempo che vorrai…. ma aahhhh….. ma ti prego fammi godere… – risponde ansimando con i capezzoli che ormai sono chiusi in una specie di morsa terribilmente dolorosa

L’uomo si rituffa immediatamente tra le cosce della giovane ed usando tutta l’esperienza appresa fin’ora, la fa godere.
La fa godere a tal punto da farla quasi urlare e mentre con le gambe si è posizionata sulla schiena dell’uomo per poterlo attrarre ancora di più a se, inizia a dire frasi sconnesse e senza senso.
Un morso sul clitoride segna la fine della ragazza che urlando tutto il suo godimento viene crollando stremata sul cofano dell’auto.

La bocca imbrattata dei suoi umori, finalmente si stacca per lasciarla riprendere fiato.
L’uomo “si lecca i baffi”, lecca ogni umore residuo rimasto a portata della sua lingua e tutto contento attende qualche minuto fumandosi una sigaretta.
Godendosi la vista di lei, distesa sul cofano con la passera e le tette nude, libere di essere viste da un qualunque passante, con una mano inizia a massaggiarsi il membro da sopra i pantaloni.

– In ginocchio – ordina ad un certo punto, mentre inizia ad aprirsi i pantaloni.

Riprendendosi, la ragazza si alza velocemente e fa per rivestirsi.

– No. Continua a fare la brava puttanella che non si copre – ordina lasciando cadere i pantaloni alle caviglie mostrando così una notevole erezione sotto i suoi boxer attillati.

Senza avere altra scelta, decide così di inginocchiarsi di fronte quei boxer tanto deformati da ipnotizzarla.

– Tiralo fuori – ordina con l’eccitazione che gli fa quasi mancare la voce.

Con mani tremanti Giulia esegue l’ordine ed impugnato l’elastico, abbassa lo stretto indumento.
Bastano davvero pochi centimetri ed il cazzo dell’uomo salta fuori come una molla. Duro e imperioso svetta di fronte il suo viso mentre è ancora intenta a portare i boxer alle caviglie.
L’eccitazione sgorga dalla cappella rendendola lucida e gonfia alla luce dei fari dell’auto che illuminano i due. Le palle sono gonfie e grosse alla base dell’asta dura, lunga e nodosa.

Stregata da tale vista si trova nuovamente eccitata, i capezzoli tornano ad inturgidirsi e tra le gambe gli umori la rendono fradicia.

 

– Bacialo – ordina posando una mano sul capo della ragazza.

Non riesce a non obbedire, non riesce a dire di no e quasi stregata da tale vista, apre la bocca ed avvolge la cappella in un deciso risucchio in cui la lingua fa capolino ripulendo ogni traccia di eccitazione dell’uomo.
La stessa mano ora la allontana nuovamente dall’oggetto del suo desiderio.

 

– Massaggiami le palle con una mano e con l’altra segami – ordina ormai vittima dell’eccitazione dilagante di questi brevi ma intensi attimi.

Giulia inizia fin da subito con passione, tanta da rendersi conto di non aver mai fatto una sega simile. Ben presto la conferma arriva anche dalla bocca dell’uomo, da cui iniziano ad uscire innumerevoli gemiti, sempre più intensi.

Vorrebbe prenderglielo in bocca, vorrebbe succhiargli via anche l’anima da quanto desidera quel cazzo, ma senza il permesso dell’uomo, si sente come bloccata.

 

– Posso…. in … bocca ? – domanda desiderando però scomparire da quanto imbarazzo prova nel dire tali parole mentre lo sta masturbando.

– Zitta e continua a segarmi puttanella – ordina ridacchiando mentre è ormai vicino al punto di non ritorno.

– Aaaahhh …. continua morettina! non smettere fino a quando non te lo ordino! Sega più forte! – sono gli ordini impartiti quando è ormai al culmine, pochi istanti prima di venire.

Ipnotizzata da quel cazzo che pulsante ha tra le mani, con la bocca aperta intenta a respirare da tanta è l’eccitazione che l’agita, quasi non se ne rende conto subito ed i primi due schizzi le finiscono direttamente in bocca.
Come una fontana l’uomo inizia a spruzzare tutta la sua voglia sul volto e sul seno di Giulia. Continua a spruzzare mentre la mano di lei non accenna a fermarsi, fino a quando, sotto comando dell’uomo, smette.
Di fronte a lui, in ginocchio con il vestitino arrotolato in vita e per il resto nuda, ha il viso e le tette imbrattate dallo sperma dell’uomo e con gli occhi continua a fissare il cazzo pulsante che lentamente inizia ad afflosciarsi.

– Spalmati la mia sborra come fosse una crema e poi leccati le mani – ordina l’uomo mentre riprende fiato.

Anche questa volta esegue gli ordini e dolcemente sparge il seme su tutto il volto, sulle tette e persino sulla pancia ed una volta concluso, finalmente può gustarne ancora il sapore, leccandone i residui che ha sulle mani.

Soddisfatto e sorridente, avvicina il cazzo al suo viso e lo ripulisce sulle guance.

– Rivestiti morettina. Ti porto a casa – ordina rivestendosi rapidamente prima di rientrare in auto.

Stessa cosa fa anche lei ed entrata in auto, i due partono .

Nessuno dei due parla, per tutto il tragitto a spezzare il silenzio si sente solo la radio impostata a basso volume.
Nelle narici di Giulia, l’odore di sperma è molto forte, ne è impregnata e tutto questo la mantiene in costante eccitazione.

– A domani morettina ! – la saluta appena giunti di fronte casa.

– Ciao – riesce a rispondere uscendo faticosamente dall’abitacolo a causa della stanchezza che prova.

L’auto riparte mentre lentamente rientra in casa e dopo una lunga doccia, non riesce a stare in piedi, tanto che va a letto senza nemmeno cenare.

 

 

Quando Giulia si sveglia è davvero tardi.
Come abbigliamento per la giornata, sceglie dei semplici leggings grigi a vita bassa, un aderente top bianco a fascia sotto cui non serve indossare reggiseni e come intimo solo un tanga nero anch’esso a vita bassa.
Oggi si sente rilassata, appagata e mangia con voglia prima di infilarsi le infradito, prendere la borsetta e partire per la spiaggia.
Durante il viaggio si trova a canticchiare e guardare la strada che passa veloce con un leggero sorriso stampato sulle labbra.

Giunta nel suo solito camerino ricavato tra i cespugli, distrattamente non fa caso ai rumori che sente attorno a lei, ma quando è nuda, intenta a prendere il bikini dalla borsa, tra i cespugli nota il volto di qualcuno.

Sono davvero pochi gli istanti che impiega a rendersi conto di cosa stia capitando e spalancando gli occhi, urla mentre tenta di coprirsi rannicchiandosi in terra e arretrando rapidamente fino ai cespugli.

– Chi cazzo sei??? Cosa vuoi???? – urla disperata ed impaurita.

Il ragazzo esce lentamente dal cespuglio con le mani poste di fronte a lui.

– Calmati ti prego!! Calmati ! – la supplica senza avanzare di un solo passo.

Pochi istanti dopo, anche dietro di lei sente trambusto e quando si gira, un altro ragazzo esce allo scoperto.

– Ma quanti siete? porci bastardi! Che cazzo volete da me??? – urla in preda al terrore.

– Stai calma ti prego! Non ti vogliamo fare niente! Stai tranquilla. – supplica anche l’altro ragazzo appena spuntato fuori.

Ancora una volta, arretra rimanendo rannicchiata con una mano che copre la passera e l’altra sui seni. Questa volta si posiziona contro un cespuglio posto a debita distanza dai due intrusi ed inizia a squadrarli da testa a piedi.

– Allora siete voi! Quelli che mi fissavate in spiaggia mentre dormivo! – esclama riconoscendoli.

– Da quanto tempo mi state spiando? Cosa volete farmi? Mi avete fatto delle foto? – domanda senza lasciarli parlare, nervosa ed agitata.

– Tranquillizzati, non urlare ti prego. – supplica il secondo ad essere spuntato fuori.

– Ti stiamo spiando da qualche settimana, ma non ti vogliamo fare niente. – aggiunge guardando il suo compagno di sventura.

– Si è vero. Ti giuro che non abbiamo fatto nessuna foto. Ci piaci tanto e non abbiamo resistito. Ti guardiamo mentre ti cambi e quando prendi il sole, tutto qui. – confessa l’altro ragazzo, forse spronato dallo sguardo del suo compagno.

– E scommetto che quando arrivate a casa vi fate tante seghe con le mutandine che mi rubate! Porci! – afferma nervosamente ma con una strana sensazione che inizia a salirle tra le gambe.
Si domanda cosa le stia prendendo di fronte quei due ragazzi più o meno della sua età che ora sono fermi, imbarazzati ed impauriti ad attendere la loro sorte.

– Allora? Non rispondete? – domanda godendo dei loro volti rossi peperone.

I ragazzi continuano a non rispondere e mentre uno di loro inizia visivamente a sudare, Giulia avanza di qualche passo guardandoli con occhi diversi.
Entrambi sono vestiti con semplici bermuda colorati e ciabatte.
Il moro che sta a destra è un tipo decisamente palestrato, mani grosse e con una leggera barbetta è quello più tranquillo tra i due. Dentro di se, Giulia pensa sia il più carino e sta già pensando a come vendicarsi.
Il biondino invece è un pochino meno muscoloso, niente barbetta, nessun pelo su tutto il corpo. Lui è quello più agitato se non addirittura in panico, però, a differenza dell’amico, ha il cavallo dei bermuda decisamente deformato da una prepotente erezione.

– Tu con il cazzo duro. – richiama il ragazzo togliendo la mano da davanti i seni per poterlo indicare.
– Vieni qui vicino e tiralo fuori – ordina senza ricoprirsi.

– Tu – richiama ora il moro indicandolo con la mano che teneva sulla passera.
– Vieni e tiralo fuori anche tu – ordina inginocchiandosi con le cosce larghe.

I due avanzano con gli occhi puntati su di lei, quasi fossero ipnotizzati dal suo culo sodo e sporgente per la posizione in cui si trova e per le sue maestose tette con i capezzoli ormai turgidi.
Giunti entrambi vicino a lei, quasi in contemporanea abbassano i bermuda liberando i cazzi di fronte il suo viso.

Come ipotizzato, con il cazzo duro, pulsante e quasi del tutto scappellato da tanta eccitazione prova, è il biondino. Il moro invece, mostra un’accennata erezione, probabilmente a causa dello spavento e dell’imbarazzo si deve essere ammosciato, ma comunque è di dimensioni doppie rispetto quelle dell’amico.

– Poveretto… Ti si è ammosciato per lo spavento, vero? – domanda impugnandolo ed iniziando fin da subito una frenetica sega.
Il moro inizia a gemere, si agita e con le mani vaga a vuoto.

– Mani dietro la schiena o smetto subito e me ne vado – ordina duramente mentre la sega inizia a dare i suoi frutti.

– Cazzo duro! Tra quanto pensi di venire? Due secondi o due minuti? – domanda impugnando anche il suo cazzo e dopo un energica stretta per constatarne la durezza inizia masturbandolo allo stesso ritmo del moro. Ben presto inizia ad ansimare ed anche a lui viene ordinato di tenere le mani dietro la schiena.

– Sia chiaro che da domani non vi voglio mai più vedere. Se mi vedete in giro non salutatemi e per andare al mare, trovatevi un’altra spiaggia – ordina con tono di comando.

Dopo neanche due minuti il biondino inizia ad agitarsi, il cazzo stretto in mano inizia a pulsare e dalla bocca del ragazzo iniziano ad uscire frasi sconnesse.
In un baleno Giulia capisce cosa succede e staccandosi dal moro, si dedica con entrambe le mani. Sente che sta per venire e senza fermare la sega, sporge in avanti il petto mostrando meglio le tette e indirizzando il cazzo verso il basso guarda negli occhi il ragazzo .

– Cosa aspetti ? sborrami sulle tette! Maiale! – ordina senza smettere di segarlo e andando a massaggiare le palle con la mano libera.

– Aaaahhh… – è il lamento che esce dalla bocca del biondino quando inizia a spruzzare tutto il seme sulle tette di Giulia.

– Bravo maialino – afferma compiaciuta prima di prendere la cappella in bocca e ripulirla da ogni residuo di sperma.

Ben presto, con una spinta allontana il ragazzo ancora ansimante e voltandosi verso quello moro, sorride e riprende in mano il cazzo duro e pulsante.

– Sai, sono stanca di usare le mani. Coricati porco! – ordina attendendo quindi che esegua l’ordine.

– Tu maiale con il cazzo ancora duro! – si rivolge al biondino con l’erezione che non ne vuole sapere di scendere.

– Se vuoi segarti ancora, controlla che nessun passante mi guardi il culetto e la passera. – afferma posizionandosi a pecora e rivolgendogli il culo, gattona verso il moro che si è sdraiato in terra.

– Che bel cazzone – afferma giunta di fronte l’attrezzo del moro e leccandolo dalla base fino alla cappella sorride impugnando le palle.

– Se mi tocchi ti mordo. Sappilo. – afferma guardandolo negli occhi prima di prendere in bocca quel cazzo tanto desiderato.

Quando sente una presenza tra le sue gambe, contro voglia si stacca pochi attimi da quel fantastico cazzo e guardando dietro di se, trova il biondino intento a segarsi fissandole la passera. Sorridendo decide di provocarlo maggiormente e allargando di più le ginocchia, sporge il culo prima di tornare a succhiare.

Ora sono tutti e tre che gemono e respirano a fatica da tanta è l’eccitazione.
Giulia fa scorrere quel cazzo nella sua bocca con desiderio, si inebria con il suo odore e lo assapora con la lingua che non smette di muoversi. Non lascia scappare nemmeno una goccia di eccitazione e risucchia tutto con foga facendo gemere il ragazzo.

Dietro di lei, ansimando con forza, il biondino non resiste oltre e viene sul culo. Voltandosi sorridente ed eccitata, si gode fino all’ultimo gli spruzzi che imbrattano le chiappe e parte della schiena.

– Pulisciti il cazzo tra le mie chiappe e allontanati – ordina prima di tornare a dedicarsi al moro.

Intenta a succhiare, sente distintamente l’altro cazzo posarsi sul culo e dopo essere sprofondato nel solco, inizia a scorrere avanti e indietro lasciando una scia di sperma. Diverse volte passa sul suo buchino posteriore creandole delle strane scariche elettriche che le arrivano fino al cervello.
Ad un certo punto, anche il moro inizia ad agitarsi, il cazzo pulsa e con un forte gemito, la sborra inizia a riempirle la bocca. Immediatamente inizia a sentirne il forte gusto e sovreccitata da quel cazzo che continua a strusciare tra le chiappe, ingoia tutto ansimando. Ben presto ripulisce con la lingua anche il cazzo del moro ed una volta allontanato il biondino, senza pulirsi da tutto il seme che le ha lasciato sul corpo, si alza e indossa il bikini.

– Addio ragazzi – li saluta mentre sono ancora ansimanti e con i cazzi di fuori.

Mentre si allontana sculetta vistosamente, si ferma, si piega a novanta e abbassa il costume scoprendo il culo e la passera.

– Questa è l’ultima volta che mi vedete chiaro?! – esclama spalmandosi la sborra sul culo prima di rialzarsi e andarsene.

A tale atteggiamento, i due rimangono di pietra, con le guance rosse, i cazzi nuovamente duri e con la bocca spalancata non riescono a dire mezza parola, nemmeno un saluto.

Arrivata finalmente in spiaggia, dopo aver disteso l’asciugamano, come al solito si tuffa, ma appena l’acqua le bagna la passera eccitata, come un flash, le torna in mente cosa ha fatto con quei due. In pochi istanti l’imbarazzo sale alle stelle, tanto quanto il terrore che se qualcosa in quel breve momento non fosse andato come voleva lei poteva esser spacciata.
In effetti quei due avrebbero potuto rapirla, violentarla o addirittura legarla e seviziarla. Ma per fortuna tutto questo non è successo e spera in cuor suo che quei due mantengano i patti e non si facciano mai più vedere.
Ripensando però al moro, con una mano si infila nel costume iniziando a massaggiarsi il clitoride e quando ripensa al biondo con il cazzo sempre duro, non resiste più. Voltandosi verso il mare aperto e abbassandosi le mutandine quel tanto che basta per affondare con le dita nella passera, inizia a sditalinarsi ad occhi chiusi e ansimando con forza non smette fino a quando sfoga tutta la sua eccitazione venendo con un urlo.
Per calmare i bollori nuota a lungo fermandosi raramente e quando si sente esausta decide di uscire e stendersi sull’asciugamano.
Il resto della giornata lo passa a rosolarsi al sole e poco prima di partire, ancora una volta si tuffa per una rinfrescata.

Mentre si cambia nel suo solito camerino improvvisato tra i cespugli, quest’oggi nota come sia tutto silenzioso intorno a se e ricorda con gusto cosa sia successo solo poche ore prima, proprio sulla terra che ora calpesta.
Con uno strano senso di liberazione e di leggerezza, percorre il sentiero che porta alla strada ed una volta arrivata alla palina del bus, attende di incontrare il solito sconosciuto.
Salita a bordo, questa volta non c’è la solita comitiva di ragazzini strillanti ed al fondo del corridoio, all’ultima fila, come di consueto trova l’uomo nel seggiolino centrale che l’attende.
Anche oggi quando si deve sedere, l’uomo non si sposta così da godere del culo che gli struscia in faccia.

– Con questi vestiti da troietta hai proprio deciso di mettere in risalto le tue belle tettone e questo bel culo – afferma appena si siede, infilandole una mano nei pantaloni per andare a tastarle il culo.

L’uomo sorride dell’imbarazzo e dell’eccitazione crescente della ragazza e sposta le sue attenzioni alle tette con ripetute e rudi strizzate fino a quando i capezzoli si mostrano attraverso il vestito.

– Solo le puttanelle si eccitano come te, quando vengono trattate male. – afferma strizzandone uno attraverso il top bianco, così che sia costretta a digrignare i denti per non ansimare.
La mano si sposta ancora, si infila tra le cosce obbligandola a spalancarle e giunta a contatto con la passera, inizia a massaggiarla da sopra i vestiti.

– Io… Mi domando ancora come faccia una troietta così tanto figa a farsi maltrattare da uno sconosciuto come me. – afferma schiaffeggiandole ripetutamente la passera.

Come risultato, Giulia chiude gli occhi e quando l’uomo si avvicina per leccarle volgarmente una guancia, stringe le labbra per evitare di ansimare.

– Vuoi il cazzo vero? Se continui così, quando tornerai a casa dal tuo papino e la tua mammina sarai così tanto sfondata che i cazzetti dei tuoi amici non ti basteranno più. – afferma leccandole le labbra e mordendo un orecchio senza mai smettere di massaggiarle la passera da sopra i vestiti.

Con il volto rosso, il cuore che le pulsa nella testa, le orecchie che fischiano e l’eccitazione che sta iniziando a imbrattarle il tanga, Giulia si trova a desiderare tutto questo e non riesce a non rispondere alle provocazioni dell’uomo.

– Fammi tutto quello che vuoi – riesce a dire con voce tremante, quasi un sussurro.
– Ti prego – aggiunge con alcune lacrime di eccitazione che le scendono lungo le guance.

– Ho capito bene? Posso farti tutto quello che voglio? – domanda infilandosi con la mano nei leggings e poi nel tanga per raggiungere la passera.

– Si – risponde con gli occhi chiusi e voce strozzata dalla mano dell’uomo che inizia a muoversi tra le labbra cariche di umori.

– Da come sei fradicia immagino tu dica la verità – afferma affondando con due dita in lei.

Questa volta non riesce a trattenere un corto e acuto lamento, ma voltandosi entrambi verso gli altri passeggeri, nessuno sembra averci fatto caso.
L’uomo estrae la mano e portandosela di fronte il volto, constata come sia imbrattata dagli umori della giovane. Sorride, si volta verso di lei e portandosi la mano alla bocca, si lecca le dita, le succhia e inghiotte tutto.

– Non ti ho ancora detto che hai un ottimo sapore? – domanda ridacchiando del crescente imbarazzo che provoca sul viso di lei .

La mano dell’uomo rimane appoggiata alla coscia della giovane per tutto il resto del viaggio e come di consueto, scesi dal bus, si dirigono al solito vicolo dove si trova l’auto parcheggiata.

Questa volta i due salgono in auto silenziosamente, nessuno dei due parla e quando la marcia viene innestata e partono, Giulia si sente quasi dispiaciuta di non ricevere le solite e volgari attenzioni condite da innumerevoli insulti.
Per tutto il tragitto, l’uomo rimane silenzioso ma una volta giunti di fronte casa, la macchina si spegne e ad uscire dall’abitacolo non c’è solo lei.

– Entra in casa, muoviti – ordina, seguendola dopo aver attivato l’antifurto con la chiave.

Giunta al cancelletto di casa, dopo aver fatto scattare la serratura, ad entrare c’è anche l’uomo. Alla porta di casa si sente agitata, nervosa, eccitata e quando apre anche quest’ultima, per la prima volta lo sconosciuto entra in casa sua.

– La casa sembra carina – afferma guardandosi attorno mentre attende che richiuda a chiave la porta.

Finalmente chiusi in casa, l’uomo non attende oltre e ponendosi alle sue spalle, l’attrae a se fino a schiacciare il proprio bacino contro il culo. Con le braccia accentua la pressione avvolgendola in vita fino a quando la prepotente erezione non fa capolino tra le chiappe.
Giulia nota subito quella notevole presenza, arrossisce, ma al posto di spaventarsi, quasi come un’automa, sporge il culo come a voler sentire meglio quella mazza.

– Togli sto straccetto – ordina strattonando i leggings prima di staccarsi da lei

Quasi come se non ne vedesse l’ora, in pochi secondi abbassa quell’indumento e dopo aver scalciato via le infradito lo toglie mostrando il culo fasciato solo più dal tanga.

– Hmmmmm – è l’unico verso che esce dalla bocca dell’uomo di fronte quella visione.

Giulia non osa girarsi e rimanendo di spalle attende ulteriori ordini.

– Voltati – ordina l’uomo dopo pochi istanti

– Togliti quel coso – ordina ancora indicando il corto top

Ancora una volta esegue l’ordine mostrando così per la seconda volta le tette e rimanendo con solo più il tanga addosso.

L’uomo non smette di fissarla, ne è quasi ipnotizzato, le gira attorno diverse volte e poi fermandosi alle sue spalle la colpisce con due forti sculaccioni facendola gemere.

– Voglio bere qualcosa mentre penso a cosa farti – è l’affermazione mista a ordine che riceve.

Con le chiappe rosse, si trova a sculettargli davanti fino alla cucina ed una volta giunti di fronte il tavolo, con uno spintone viene piegata a novanta su di esso.
Pochi istanti e il tanga viene abbassato con uno strattone fin sotto le chiappe.

– Molto bene – afferma prima di rifilarle un altro sculaccione per poi dirigersi al frigo.

Aperta l’anta, inizia a guardare all’interno e trovata una birra, richiude il frigo e si dirige nuovamente dietro di lei mentre stappa la bottiglia con un accendino.
Ora la ragazza sente solo il rumore di lui che beve, ma sente altrettanto distintamente come la stia fissando tra le cosce.

– Mi vien voglia di tirarmelo fuori e sfondarti la passera. Qui…. Adesso…- afferma bevendo ancora dalla bottiglia mentre Giulia da un lato spera che succeda tutto questo, mentre dall’altro teme dell’irruenza che userà nel fotterla.

– Hmmm.. Non te lo meriti per ora – afferma prendendola per i capelli e rialzandola in piedi.

– Vai a lavarti e quando hai finito torna qui in accappatoio – ordina sedendosi a tavola mentre beve un altro sorso.

Silenziosamente e tentando così di provocarlo maggiormente, decide di sfilarsi di fronte a lui il tanga ormai arrotolato alle ginocchia, dopodiché, nuda e sculettante si dirige al bagno.

Conclusa la doccia, come ordinato ritorna con addosso il solo accappatoio e quando giunge in cucina, lo trova in piedi a braccia conserte che l’attende.

– Mi sono permesso di andare in camera tua mentre ti facevi la doccia. Non ti crea problemi la cosa, vero? – domanda ridacchiando.

Con il volto rosso, fa cenno di no, ma non riesce a dire nemmeno mezza parola ed in silenzio, continua ad ascoltare.

– Ti ho preparato qualcosa da indossare, troverai tutto sul tuo letto. – spiega prima di congedarla con un ennesimo ordine

– Muoviti morettina. Ti aspetto qui –

Incuriosita ed eccitata, Giulia raggiunge rapidamente la camera da letto ed una volta lasciato cadere in terra l’accappatoio, vedendo cosa dovrà indossare le viene la pelle d’oca.

 

I tacchi che rimbombano nel corridoio fanno capire all’uomo che Giulia ha concluso di vestirsi e che sta arrivando. Giunta sulla porta che da in cucina, con il viso rosso fuoco e gli occhi bassi, lentamente lo raggiunge fermandosi a poco meno di due passi da lui.
Sorride mentre la scruta con cura da testa a piedi e dopo averle ordinato di voltarsi di schiena, controlla anche questa parte prima di prenderla per i fianchi e attrarla violentemente a se.
Con il volto si avvicina al suo orecchio, sprofonda tra i lunghi capelli bagnati ed arrivato a contatto con la sua pelle, sospira mentre posiziona il cazzo duro tra le chiappe ormai solo più divisi dai vestiti.

– Ero sicuro di trovare qualcosa di particolare nel tuo armadio. Devo dire che hai ottimi gusti in fatto di intimo. – si complimenta sganciando un forte sculaccione.

Giulia si stupisce quasi del comportamento dell’uomo, in quanto era certa che giunta di fronte a lui, sarebbe stata letteralmente violentata.
La verità è che pur eccitata, non voleva quasi uscire dalla camera vestita in quel modo, poi però, chiudendo gli occhi qualche istante e prendendo un grosso respiro, si è decisa ad obbedire.
Era quasi un anno che non indossava più quel reggiseno nero a balconcino in quanto sembra che le tette le debbano esplodere da un momento all’altro per quanto vengono strette da una sorta di pushup. Le autoreggenti a rete invece, si ricorda benissimo di averle indossate l’ultima volta quando Matteo ha sverginato il suo culetto.
I sandali con quel tacco vertiginoso sono state un acquisto recente in un sexyshop della zona, si era riproposta di indossarli tornata a casa per andare in una discoteca molto famosa.
Per ultimo, un perizoma composto da filo interdentale ed un piccolo triangolino in pizzo trasparente che copre la passera, completa il suo abbigliamento.

 

– L’intimo giusto l’abbiamo trovato. – afferma carezzandole dolcemente una coscia.

– Domani pensiamo al vestito. – fa una pausa in cui la prende per i capelli e tirandoli, le forza il capo indietro, fino a incrociare il suo sguardo

– Sempre che tu sia d’accordo – continua con sguardo severo.

– Tu sei d’accordo vero? – domanda alla ragazza invitandola con il capo a dire di si.

– S… Si si… – riesce a rispondere carica di imbarazzo ed eccitazione.

– Allora se è così, riponi tutto in un bel sacchetto e consegnamelo – ordina con tono calmo prima di lasciarla andare.

Giulia esegue il nuovo ordine e di fronte a lui si spoglia completamente deponendo tutto con cura sul tavolo. Recuperato un sacchetto dalla credenza, ripone tutto all’interno e silenziosamente lo consegna nelle sue mani.

– Brava morettina – afferma strappandole il sacchetto dalle mani.

Poi però, l’uomo deve avere un ripensamento, cambia espressione del volto, posa il sacchetto sul tavolo e con le mani agguanta rapidamente i fianchi di Giulia.

– Adesso che sei tutta nuda….. Hai voglia vero ? – domanda fissandola negli occhi.

Agitata e rossa in volto, mentre le manca quasi il respiro dall’emozione, riesce solo ad accennare un rapido si con la testa.

– Hmmmm – esce dalla bocca dell’uomo mentre con le mani raggiunge le tette iniziando a massaggiarle dolcemente.

– Quindi, mi posso divertire quanto voglio e quello che pensavo di te, è vero… Sei tanto bella quanto puttana! – esclama spostando una mano sul culo, mentre con l’altra strizza un capezzolo.

– Ho voglia di metterti a novanta contro il tavolo e farti urlare mentre ti spacco la figa con il mio cazzo che ti entra dentro fino alle palle. – aggiunge, aumentando la stretta sul capezzolo e strizzando la chiappa sinistra gode del viso della ragazza che si deforma a causa di tutte queste dolorose attenzioni.

– Allora cosa ne pensi? – domanda con tono di voce rotto dall’eccitazione staccandosi da lei per lasciarla riflettere.

Con la bocca aperta in cerca di aria, gli occhi spalancati e sempre più rossa in volto, non parla e l’unica cosa che riesce a fare è voltarsi verso il tavolo e piegarsi a novanta su di esso fino a quando i gomiti non poggiano sul piano di legno. Rimuovendo così ogni dubbio sulle sue intenzioni, allarga le cosce, sporge meglio il culo e chiudendo gli occhi attende che l’uomo la prenda con violenza, immaginando già le urla che farà.

Passano pochi istanti e l’uomo le è dietro.
Il rumore è inconfondibile, prima la zip, poi la cintura e poi i pantaloni che cadono in terra. Subito dopo si sente altro fruscio di indumenti e poi, una mano si posa sul culo.

– Sembri creata per provocare. Ammetto che è difficile resistere a tutto questo, ma devo. – afferma prendendola per i capelli e trascinandola giù dal tavolo fino a posizionarla in ginocchio, di fronte al cazzo grande, grosso, lungo e duro che svetta a pochi centimetri dalle labbra.

– Leccalo – è l’ordine secco impartito, prima di schiacciarle il volto contro l’asta.

La bocca si apre in cerca di aria e con il cuore che batte a mille, Giulia lecca senza sosta in ogni direzione.
Ben presto l’uomo inizia a spostare le leccate forzandole la testa in diverse direzioni. Prima le palle, poi su e giù lungo l’asta e poi ancora le palle.
Non contento, dopo qualche minuto, allontana quella lingua giusto il tempo di spingere il cazzo verso il basso, puntarlo tra le labbra e poi attrarla nuovamente a se.

– Pompa – ordina lasciandola libera di agire posando le mani sulle spalle ma senza più forzarla.

 

Con quel cazzo tanto desiderato finalmente in bocca, inebriata da quell’odore e con la bocca ripiena di quel sapore, chiudendo gli occhi cerca di eseguire il più bel pompino che abbia mai fatto.
Tra le gambe si sente sempre più umida, tanto da credere che stia colando umori sul pavimento e mentre è intenta a pompare senza sosta, le parole tremanti che escono dalla bocca dell’uomo nel pieno del godimento, accrescono ancora di più la sua libido.

– Morettina puttanella. Per meritarti di essere scopata come una troia, devi prima dimostrarmi di essere la mia schiavetta devota e pronta a tutto. – spiega in preda all’eccitazione.

 

– Tra qualche tempo ti immagino tutta nuda, piegata a novanta che allarghi le tue belle chiappe e mi implori di sfondare il culo ancora stretto. Il mio cazzo ti farà urlare, ne sono certo. Eppure mi lascerai fare tutto quello che voglio, ad ogni costo, pur di soddisfare il tuo padrone che ti fa sbrodolare la figa. – afferma prima di prenderla per i capelli ed ansimando venire nella sua bocca.

– Ahhh… bevi tutto – ordina urlando.

Dalla bocca non esce nemmeno una goccia di sperma, viene inghiottito tutto e dopo aver ripulito il cazzo con cura, viene finalmente liberata dalla stretta ai capelli. Sta per rialzarsi, quando un altro ordine la fa desistere.

– Stai in ginocchio morettina – ordina mentre si riveste con calma.

– Allarga le cosce e fatti un ditalino – ordina ancora mentre conclude di abbottonarsi i pantaloni.

Mentre Giulia esegue l’ordine infilandosi con foga le dita nella passera, l’uomo si accovaccia affianco a lei osservando quasi morbosamente le dita lucide di umori che entrano ed escono con furia.

– Voglio che immagini quando ti sfonderò questo bel culetto – afferma infilando una mano tra le sue chiappe per poi fermarsi sul buchino posteriore applicando una leggera pressione.

Giulia a questo punto ansima, apre la bocca per respirare a pieni polmoni, chiude gli occhi ed aumenta ancora di più il ritmo del ditalino.

– Morettina puttanella. – aggiunge strizzando ora la chiappa destra.

– Voglio che vieni adesso! Ora! – ordina duramente smettendo di strizzare la chiappa per poterla sculacciare ripetutamente.

– AAAAAHHHH – è l’unico verso che esce dalla bocca della ragazza mentre viene imbrattando le sue stesse mani ed il pavimento.

– Brava. A domani. – conclude l’uomo rialzandosi ed uscendo rapidamente di casa portando con se il sacchetto contenente l’intimo appena provato.

In pochi istanti, quasi come se avesse un mancamento, si ritrova coricata in terra con le dita ancora in lei. Mentre tenta di respirare con più calma, si rende conto di cosa sia appena successo e di quanto controllo quell’uomo abbia su di lei.

Ci vuole quasi mezzora prima che si riprenda e dopo una ulteriore doccia, quasi non si ricorda di cosa possa aver mangiato e si ritrova ben presto a letto. Piena di pensieri, desideri e fantasie, crolla in un sonno profondo.

Differentemente dal solito, questa mattina Giulia si sveglia ancora assonnata.
La testa le gira, si sente stanca e tra le gambe continua a provare una sensazione strana che si porta dietro fin dalla sera precedente. Quasi come se, il ditalino, non le avesse fatto alcun effetto. Come se, fosse ancora pronta a venire da un momento all’altro.
Nervosa e agitata, vaga per casa a lungo prima di riuscire a mangiare qualcosa e poi, con il sentore che quei ragazzi si facciano nuovamente vedere in spiaggia, decide di indossare il bikini direttamente a casa.
Opta per un normalissimo due pezzi di colore nero, non troppo casto ma nemmeno troppo volgare sopra cui indossa una gonnellina leggera a pieghe di colore rosso ed un top senza spalline di color rosa.
Come al solito, infradito ai piedi e questa volta, nella borsettina infila solo l’asciugamano.
Mentre attende il bus di fronte casa, sorride ripensando al fatto che non si sia portata l’intimo da indossare al ritorno. Nervosa ed agitata, quasi non vede l’ora di poter vedere la reazione che farà quell’uomo tanto sconosciuto quanto desiderato, quando lo scoprirà.

Arrivata in spiaggia, ad attenderla trova solo una coppia di nudisti. Sono soliti frequentare quel posto e come succede ogni volta che si incontrano, dopo un breve saluto con la mano, la giornata passa come niente fosse.
Solo verso sera, giunto il momento di rivestirsi, turbata da chi potrebbe incontrare, raggiunge il suo solito camerino improvvisato. Si guarda attorno, controlla tra i cespugli e solo dopo diversi minuti di silenzio, decide di spogliarsi. Rapidamente passa l’asciugamano lungo tutto il corpo e poi, dopo averlo buttato in terra, indossa la gonnellina e il top. Vestita, si guarda attorno mentre recupera ciò che ha lasciato in terra, infila tutto nella borsetta e si dirige verso il sentiero che la riporta in strada.

Giunta alla fermata, è questione di pochi minuti ed il bus arriva caricandola rapidamente a bordo.

– Inizia a piacermi come dimostri a tutti che hai voglia di cazzo – afferma l’uomo dopo averla fatta sedere al suo fianco, a cavallo come al solito dei due seggiolini.
Come al solito le ordina di allargare le gambe e dopo aver ispezionato con cura la passera nuda, passa a martoriare i capezzoli con innumerevoli strizzate da sopra i vestiti che non celano più la sua crescente eccitazione.

– Scommetto che da quando ti fai maltrattare sei più contenta – afferma infilando una mano sotto la gonna per toccarle rudemente la passera fradicia di umori.
Ridendo estrae la mano e portata alle labbra, lecca gli umori che la ricoprono, dopodiché ordina alla ragazza di stare zitta e ferma per il resto del viaggio.

Scesi dal bus, come al solito si dirigono all’auto posta nel vicolo ed una volta raggiunta, entrano nell’abitacolo.
Il motore viene acceso ma non si muovono e l’uomo inizia a fissarla.
– Hai già fatto la cameriera in qualche occasione? – domanda con tono serio.
– Si… qualche volta. – afferma con sguardo interrogativo, domandandosi dove voglia arrivare.
– Bene, allora ho il vestito che fa per te – afferma quasi entusiasta e ingranata la marcia partono rapidamente.

Giulia rimane dubbiosa fino di fronte casa dove l’uomo scende anche oggi dall’auto. Estratto uno zainetto dal bagagliaio, la segue come la volta precedente e giunti in cucina, si fermano di fronte il tavolo.

– Tieni – dice allungando lo zaino verso di lei.
– Vai a lavarti. Indossa tutto quello che trovi qui dentro e torna da me. – ordina divertito.

Afferrato lo zaino, rossa in volto e con il cuore a mille, quasi di corsa si fionda in bagno per prepararsi.
Conclusa la doccia, mentre ancora si asciuga, inizia a curiosare.
Trova subito l’intimo scelto la sera precedente e poco dopo, scopre uno strano abito.
Quando lo estrae e finalmente lo visiona, con un colpo al cuore e la pelle d’oca, si domanda cosa voglia fare con lei vestita in quel modo assurdo.

Passati alcuni minuti, anche sta volta, il rimbombo dei tacchi precede la sua entrata nella cucina e quando finalmente l’uomo la vede tutta agghindata, quasi come gesto spontaneo applaude.

– Ho girato 5 sexy shop prima di riuscire a trovare quello che cercavo! Devo dire che sei fantastica ! – afferma quasi stupito mentre si nota palesemente la sua crescente eccitazione.

Giulia non credeva esistessero dei vestitini da cameriera stile anni ’50, rielaborati in modo così maledettamente provocante oltre che corti.
Le spalle e le corte maniche sono sicuramente l’unica cosa rimasta originale dell’abito di colore nero. Scendendo più in basso non esiste alcuna scollatura, anzi, il reggiseno viene lasciato totalmente esposto ed il vestito si richiude sotto di esso con dei raffinati merletti bianchi.
Per concludere, un piccolo grembiulino ricamato, anch’esso di colore bianco è l’unica parte che realmente copre sotto il livello vita della ragazza, in quanto la corta gonnellina a pieghe e con il bordo inferiore bianco è totalmente trasparente.
Dalla fine del vestito all’inizio delle autoreggenti a rete lo spazio è esageratamente ampio, tanto che ad ogni passo, la gonnellina svolazzando si alza mostrando la base rotonda e soda delle chiappe.

L’uomo a questa visione si avvicina con soddisfazione ed una volta raggiunta, con una mano si posa sul culo, sotto il corto gonnellino.

– Vuoi che ti scopo vero? Vuoi che te lo metto tutto dentro e ti sbatto fino a farti godere? – domanda ridacchiando a pochi centimetri dal volto.

Con gli occhi lucidi dall’eccitazione ed il respiro corto, Giulia riesce solamente a fare cenno di si con il capo. Quasi fosse una supplica, quasi non vedesse l’ora di poter rispondere a questa domanda.

– Bene – afferma allontanandosi.
– Rimetti tutto nello zaino – ordina serio attendendo che esegua.

Nuovamente nuda di fronte all’uomo, non sa cosa aspettarsi.

– Domani mattina alle 10 in punto aspettami fuori casa con la gonnellina ed il top che avevi oggi in bus – spiega quasi divertito prima di dirigersi all’ingresso con lo zaino a spalle.

– Ah quasi dimenticavo. Non ti toccare la passera e….. da questo momento niente intimo fino a nuovi ordini – conclude ridendo prima di uscire di casa.

Dove la vuole portare vestita in quel modo?
Cosa le vuole fare?
Questa volta la scoperà veramente?

Sono alcune delle domande che le frullano in testa mentre cerca di mangiare qualcosa prima di buttarsi a letto per non impazzire dalla voglia di darsi piacere.

La mattina seguente fatica ad alzarsi.
Fin da subito è agitata, il cuore batte forte, non ha voglia di fare colazione e dopo essersi vestita con solo il gonnellino rosso, il top senza spalline rosa e le infradito, inizia a vagare senza meta per la casa.

Finalmente sono le 10 meno due minuti e quasi di corsa, si fionda fuori di casa.
L’uomo è già di fronte il cancelletto ad attenderla ed appena sale nell’auto, una sonora risata la fa arrossire.

– Puntualissima! Ottimo! – afferma posandole una mano sulla coscia sinistra.

– Quindi da oggi…. tu vuoi veramente diventare a tutti gli effetti la mia schiavetta puttana ? – domanda salendo con la mano fino alla passera nuda, constatando rapidamente quanto sia bagnata.

Giulia è in panico, non riesce a rispondere e nemmeno a guardarlo in volto da quanto imbarazzo prova.

– Riproviamo – esclama prendendola per i capelli e girandole il volto in modo che siano faccia a faccia.

– Da oggi in poi sarai la mia schiavetta che si lascia scopare tutte le volte che voglio e per tutto il tempo che voglio? – domanda con tono nervoso

Questa volta Giulia riesce a rispondere accennando un rapido assenso con il capo.

– Morettina, voglio sentire la tua voce! – urla nervoso

– S..Si… Voglio che da oggi mi scopi tutte le volte che vuoi. – afferma con voce tremante.

Soddisfatto, l’uomo molla la presa dai capelli ed accesa l’auto, partono.

– Quella di oggi sarà la tua prova finale. Se la passi a pieni voti sarai la mia schiavetta a tutti gli effetti, altrimenti, tornata a casa non mi vedrai mai più – spiega sorridente e poi aggiunge – se sarai stata brava, come premio ovviamente sai cosa ti attende – conclude ridendo

Giulia è turbata e mentre l’auto procede lungo strade a lei sconosciute, non riesce proprio ad immaginarsi cosa le possa capitare tra poco. Infine, dopo 10 minuti circa, l’auto svolta a destra in un centro abitato e percorsi poche centinaia di metri si ferma di fronte una grossa palazzina.

– Prima di entrare, è giusto che ti spieghi cosa sta per succedere – spiega l’uomo spegnendo l’auto.

Con un certo terrore che inizia ad avvolgerla facendola tremare, ascolta attentamente.

– Al secondo piano di questa palazzina abita un mio amico. – introduce facendo una pausa per godere dell’espressione di terrore della ragazza.

– Ogni tanto, di venerdì sera, ossia oggi se non ti ricordi in che giorno vivi, ci troviamo a casa sua con diversi amici per giocare a carte. Voglio che tu, questa sera faccia da cameriera portando da mangiare e bere ogni volta che ti viene richiesto. – spiega per poi attendere un cenno di conferma.

Giulia terrorizzata e con il viso paonazzo riesce rapidamente a rispondere affermativamente con il capo.

– Risponderai solo ai miei ordini e se qualcuno ti tocca, lascialo fare. Deciderò io quando fermarlo. – conclude con tono misto tra il serio e l’eccitato.

– Ora scendi – ordina aprendo la portiera.

 

– Eccoti! – esclama l’uomo, giunto a pochi passi dal portone condominiale voltandosi improvvisamente.

– Ma è fantastica ! – esclama una voce fuori campo.

Attirata dal commento, anche Giulia si volta e dall’altra parte della strada nota un uomo che a passo svelto la raggiunge.

Quasi senza degnare di sguardo o di saluto alcuno, questo nuovo sconosciuto si fionda su di lei ed una volta abbracciata vigorosamente in vita, la alza da terra per effettuare molteplici piroette.

Giulia è presto scombussolata, spaesata e addirittura agitata da tutta questa  “nonchalance” di quest’uomo.
 
– Ma guarda che spettacolo! Non pensavo fosse così….. tanto…. – afferma voltandosi verso l’altro uomo rimasto in disparte.

– Ti avevo avvertito che ne sarebbe valsa la pena! – risponde raggiungendo a sua volta Giulia.

– Cazzo! Luca! Non credevo riuscissi a convincerla. – domanda liberandola dall’abbraccio per poter scendere con le mani a palpare il culo e svelando così nel contempo il nome del suo “sconosciuto” compagno di avventure.

– Questa….è una puttanella in calore. Le ho promesso che se farà la brava, potrà diventare la mia schiavetta. – afferma prendendola poi per i capelli e voltato a forza il capo verso il suo sputa ripetutamente colpendola su naso e bocca.

Stretta nella morsa di quei due, Giulia si sente paralizzata e carica di un tipo di eccitazione mai provato prima.

– Vogliamo salire? – domanda Luca per poi staccare quasi a forza la ragazza dalle grinfie dell’altro uomo.
Senza mollare la presa dai capelli, costringe la ragazza a piegare il busto verso il basso, fino a quando con il volto non è all’altezza della patta rigonfia dei pantaloni. In questa scomoda posizione, viene costretta a camminare verso l’entrata della palazzina poco distante, mentre l’altro uomo si gode la vista rimanendo pochi passi più indietro.
L’eccitazione tra le sue gambe continua a crescere mista al timore che qualche passante possa vedere come viene umiliata.
Solamente giunti di fronte l’ascensore, la presa sui capelli cessa e finalmente le viene concesso di rialzarsi.
Nell’angusta cabina, mentre gli sputi ricevuti in volto sono ormai colati sotto il mento, durante la salita le viene consegnata la borsa contenente i vestiti da indossare.

– Appena entriamo te ne vai subito in bagno a cambiarti – ordina Luca con tono che non ammette repliche.

Giulia accenna un semplice assenso chinando il capo mentre l’uomo alle spalle è tornato a palpare il culo da sopra il soffice tessuto della gonnellina. Rossa in volto, con gli occhi di Luca puntati su di lei, quasi sussulta quando le mani divenute più audaci, alzano la gonna palpando le chiappe nude.

– Che troia! Non ha messo le mutandine! – afferma l’uomo dietro di lei con voce rotta dall’eccitazione prima di passare le dita nel solco tra le natiche.
Luca a tali parole sorride e gode del viso sempre più rosso di Giulia.
– Non le ha messe perché è stato un mio ordine – afferma senza smettere di sorridere.

Finalmente sono arrivati al loro piano, le porte si aprono e ben presto entrano nell’appartamento.

– Muoviti, vai a cambiarti – è l’ordine secco che Luca impartisce a Giulia mentre la porta d’entrata si sta ancora chiudendo.

Quasi scattando, si catapulta nel corridoio in cerca del bagno e appena lo trova, in pochi attimi si è chiusa all’interno.

Scalciate le infradito si toglie quei pochi indumenti con cui è venuta ed aperta la borsa inizia a vestirsi.
Mentre indossa con cura le autoreggenti, il silenzio nel corridoio viene rotto dalla porta d’entrata che si apre e subito dopo, avvicinandosi alla porta per ascoltare meglio, riesce a contare le voci di almeno 5 persone diverse.
Il suo cuore inizia a battere all’impazzata, per qualche istante le manca il respiro, la salivazione si interrompe e una sensazione di gelo le invade tutto il corpo.
Giunta di fronte lo specchio, si ritrova con gli occhi lucidi dall’emozione e le labbra che sussurrano a se stessa una sola parola.

– Troia –

Passano 15 minuti circa prima che la porta del bagno si apra.
Il rumore dei tacchi alti precede come al solito Giulia che compare nel corridoio sculettando quasi esageratamente per non perdere l’equilibrio. Ha tentennato a lungo prima di aprire quella dannata porta, ma dopo aver chiuso gli occhi e preso un grosso respiro è riuscita nell’impresa.
Con passo deciso si dirige verso la stanza da cui sente provenire molteplici voci e non vuole immaginare quante persone ci siano all’interno.

Giunta a destinazione, di fronte a lei 7 persone, sedute di fronte un grosso tavolo rotondo con la tovaglia di colore verde si sono improvvisamente fermate e volto lo sguardo verso di lei, sono tutti rimasti incantati a fissarla.

Silenziosamente, senza sapere assolutamente cosa fare, saluta i presenti con un inchino e quasi a fatica riesce a dire uno strozzato
– Buona sera –

– Ma che cazzo… – esclama a fatica uno dei presenti con faccia stupita e piena di bramosia di fronte a quello spettacolo.
Giulia è rossa in volto, non riesce a muoversi e nemmeno a parlare.
Per fortuna a sciogliere questa specie di incantesimo, subentra Luca.

– Vi presento la mia invitata d’eccezione. – esordisce alzandosi in piedi e raggiungendola.

– Lei è una mia amichetta. Ma per questa sera, la potrete chiamare, semplicemente, Puttana. – afferma carezzandole il capo quasi fosse un animale.

– Se avete necessità quali mangiare, bere o altro, potete chiamarla e sarà lieta di servirvi. Inoltre, visto che siamo all’ultima partita della stagione,  i primi 5 ad uscire dai giochi avranno come premio di consolazione un suo indumento che potrete scegliere e togliere personalmente. I due finalisti invece, oltre a contendersi la vittoria, avranno in premio qualcosa di più esclusivo. – descrive con un sorriso a 32 denti e sguardo pieno di bramosia.

– Ma…. – riesce a dire quasi a fatica uno degli invitati
– Cosa ? – domanda Luca.
– Ma… e… si lascia fare tutte queste cose ? – riesce a domandare con stupore.
– Se non lo volesse, potrebbe andarsene in qualunque momento. Ma come vedi, lei è qui. – risponde Luca ridacchiando ma con una strana sorta di “fierezza” nei confronti della ragazza.

Tutti i presenti sono entusiasti, sorridenti e con gli occhi pieni di desiderio puntati sulla giovane in quella tenuta tanto eccitante.
Ben presto però, appena la partita di poker inizia, tutti si concentrano e quasi la dimenticano li in un angolino.

Giulia si domanda se questa sorta di esclusione, sia realmente per l’impegno dedicato alla partita o se sia un semplice modo per non pensare all’imbarazzo nel chiederle qualcosa da bere o mangiare dovendola chiamandola con quel nome tanto volgare.
Di fronte tutti quegli uomini, con molta fatica, solo dopo una decina di minuti inizia ad accettarsi vestita in quel modo, tanto da permettersi di muovere qualche passo e raggiunto Luca, domandare sottovoce se gli invitati desiderassero qualcosa.

– Chiedilo a loro – le viene risposto con notevole nervosismo e attirando verso di loro lo sguardo di tutti i presenti.

Spiazzata da tale atteggiamento, Giulia arrossisce nuovamente e cercando di calmare la sua crescente agitazione, prende un grosso respiro prima di parlare.

– I signori desiderano qualcosa ? – domanda con la voce rotta dall’emozione.

Ci vogliono attimi interminabili, quasi eterni ed infine uno dei presenti, forse il più massiccio, grande e grosso del gruppo, richiama la sua attenzione con un colpo di tosse.
Facendo scricchiolare la sedia nell’atto di voltarsi verso di lei, la richiama a se con un gesto della sua grossa e muscolosa mano.

– Vieni qui….. Puttana – ordina con voce calma, profonda ma carica di autorità.

Sculettante, sotto lo sguardo incantato di tutti i presenti che hanno addirittura sospeso il gioco per poterla ammirare, si dirige rapidamente di fianco la sedia dell’uomo.

Silenziosamente, con sguardo penetrante, l’uomo la osserva a lungo. Improvvisamente poi, agguanta il suo polso destro e con forza la fa piegare in avanti, fino a quando i due volti non sono a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Gli occhi dell’uomo si spostano quasi subito sui seni compressi da quello stretto reggiseno e poi, tornato a fissarla negli occhi, prende un grosso respiro.

– Porta da bere a tutti….. e poi torna da me – ordina lasciando finalmente la presa dal polso.

Agitata, tremante e dannatamente eccitata dallo sguardo penetrante di quell’uomo, a passo svelto si dirige verso il corridoio in cerca della cucina.
Quando finalmente torna in sala con un vassoio carico di bevande, trova tutti i presenti impegnati in una mano importante.
Silenziosamente, nonostante i rumorosi tacchi, facendo il giro del tavolo lascia ad ogni partecipante una bevanda e riposto il vassoio su una credenza poco distante, con il viso rosso dall’imbarazzo, torna affianco all’uomo grande e grosso.

– Brava Puttana. Ora portami fortuna. – afferma posandole una mano sul culo, sotto la corta gonnellina trasparente.

Uno dei partecipanti è particolarmente nervoso e ben presto punta tutto quello che possiede. In risposta, la mano sul culo di Giulia si sposta infilandosi tra le chiappe, le dita raggiungono il sottile filo del perizoma, lo scostano e raggiunto l’ano due dita si fermano su di esso applicando una leggera pressione.

Pochi istanti di tensione e si tirano giù le carte mentre le dita aumentano la pressione.

L’uomo che aveva puntato tutto, in pochi istanti si ritrova al verde divenendo così il primo espulso dal gioco.
– Brava Puttana. Mi hai fatto vincere. – esclama ora l’uomo grande e grosso togliendo la mano dal culo per poter raccogliere la vincita dal tavolo.

– Ok. Il primo è andato – afferma Luca.
– Puoi ritirare il premio di consolazione – decreta fissando Giulia divertito.

– Visto che, se ho perso è anche per colpa di questa troia, ora mi tolgo una piccola soddisfazione – afferma il perdente mentre si alza dal tavolo per raggiungerla.

Con le mani scende lungo i fianchi, alza il corto gonnellino e impugnati i lati del perizoma, lo tira senza esitazione verso il basso.

La passera depilata e carnosa si mostra così a tutti i presenti che non perdono nemmeno un secondo di quella visione. Costretta ad alzare prima un piede e poi l’altro, l’indumento le viene così sottratto definitivamente sotto lo sguardo pieno di desiderio dell’uomo che ora possiede quel pezzetto di stoffa.

Giulia arrossisce, torna ad essere agitata, eccitata e addirittura scombussolata.
Con una notevole tensione in corpo, cercando di distrarsi, vaga tra i presenti servendo nuove bevande rifiutandosi quasi di notare tutti gli sguardi puntati sulla gonna trasparente.

Questa situazione deve avere come “sbloccato” gli altri presenti e ben presto il nome “Puttana” risuona continuamente in quella stanza, anche per la minima cosa, facendola così correre in continuazione avanti e indietro dalla cucina.

Ben presto però, un altro partecipante perde.

– Da quando ti ho vista non ho fatto altro che pensare alle tue bocce, ora voglio godermele come si deve. – afferma raggiungendo prima i gancetti delle bretelline e successivamente quello che trattiene il reggiseno.

In pochi istanti, le tette di Giulia vengono mostrate a tutti i presenti ed in altrettanti pochi istanti, questa situazione assurda le causa quasi un mancamento.
Si appoggia all’uomo, chiude gli occhi qualche istante e quando li riapre fa cenno di star bene prima di allontanarsi con le tette che ad ogni passo sono libere di ballonzolare alla vista di tutti.
La passera inizia a fremere, la sente calda, la sente quasi friggere rendendosi presto conto di quanto sia pregna di umori.

L’uomo grande e grosso sembra vincere su tutti, non trova rivali a parte Luca che sembra tenergli testa.

Un altro perdente si aggiunge alla lista e come gli altri, alzandosi dal tavolo, si avvicina a Giulia per riscuotere il premio.

– Se non riuscivo a stare concentrato prima, ora voglio vedere come farete voi! – afferma quest’ultimo togliendole il vestito da cameriera e lasciandola così con le sole autoreggenti e tacchi alti.

Ormai è nuda, tutti la possono vedere, ammirare e desiderare. Tanto che uno dei perdenti, non resistendo più alla tentazione, si alza dal tavolo e mentre la partita continua, si avvicina alla ragazza.

Le mani sono fin da subito invadenti.
Partendo dal culo, salgono lungo i fianchi, strizzano le tette, scendono sulla passera, scavano tra le labbra umide e nel solco del culo. Risalgono e continuano senza sosta a muoversi in ogni direzione sotto lo sguardo divertito di Luca.
L’uomo ha il fiato corto, si posa ripetutamente con il pacco a contatto con il culo di Giulia, addirittura spinge. Sprofonda ripetutamente con l’erezione tra le sue natiche ed infine, staccandosi improvvisamente, quasi di corsa si dirige in bagno mentre gli altri presenti ridono alle sue spalle.

Tutte queste volgari attenzioni la scombussolano tanto da lasciarla li imbambolata, in attesa del prossimo perdente che le farà qualche altra porcata.
Quasi non si accorge dell’ennesimo perdente che la raggiunge e le requisisce quei sandali tanto alti quanto scomodi.
Quando però il padrone di casa perde e reclama le autoreggenti, qualcosa in lei cambia. Presto si rende conto che quelle mani le hanno sfilato l’ultimo indumento che possedeva.
Altrettanto rapidamente, quelle stesse mani risalgono lungo le gambe, si infilano tra le cosce e raggiunta la passera la aprono senza esitazione, la toccano rudemente ed infine, due dita la penetrano facendola gemere ad alta voce.

– Che cagna – afferma l’uomo portandosi le dita pregne di umori alla bocca ed allontanandosi le assapora con gusto.

Totalmente nuda, dopo pochi minuti viene chiamata dall’uomo grande e grosso ancora seduto al tavolo che con una ingente somma di fisches da gioco di fronte a lui pare essere il più contento del gruppo.

– Puttana. Sali sul tavolo e siediti sui talloni con le gambe spalancate. – ordina diretto senza quasi degnarla di sguardo alcuno.

Luca non reagisce, preso dal gioco sembra timoroso di perdere come tutti gli altri.

Giulia esegue l’ordine posizionandosi sul tavolo e dando le spalle ai perdenti che si sono seduti su un grosso divano, spalanca le cosce di fronte i due giocatori.

– Apri di più le gambe, mani dietro la schiena e petto in fuori che voglio vedere bene queste poppe. – ordina ancora con tono duro.

Ancora una volta la ragazza esegue con imbarazzo crescente.

– Quindi, quale sarebbe il premio finale ? – domanda l’uomo mentre sposta il suo grosso mucchio di fiches.

– Se vinci hai un ora per scopartela come vuoi, se perdi ti devi accontentare della sua bocca – afferma con freddezza ed evitando di guardare Giulia negli occhi.

Dopo questa affermazione, la ragazza rimane spaesata, per non dire shockata. Si aspettava che come premio della sua obbedienza, sarebbe stata scopata dal suo padrone, ossia Luca.
Si sente agitata, impaurita e non crede più di conoscere la persona che ha di fronte.

In fondo si è fidata di uno sconosciuto e come tale, le rimane tuttora sconosciuto cosa le potrebbe capitare in quanto tutti attorno a lei sono dei perfetti sconosciuti che nel giro di poche ore l’hanno spogliata totalmente.

Quando però si guarda, scansa l’agitazione, scansa le paure e ripensa al fatto che è nuda, in ginocchio, con le cosce spalancate a mostrare la figa marcia di umori a due sconosciuti che si stanno giocando a carte bocca e figa.
Bastano pochi minuti di questi pensieri e dalla figa cola sul tavolo un rivolo di umori.

Luca se ne accorge quasi subito e ridendo lo raccoglie con un dito portandoselo alla bocca per assaporarlo.
Questa volta, al posto di arrossire, Giulia si eccita ancora di più.

Ancora poche mani, l’uomo grande e grosso continua a vincere mentre le fisches di Luca sono sempre meno

Entrambi i giocatori puntano tutto.

– Se perdi, accumuli un bel debito. Ti voglio fare una proposta su come potresti coprirlo. – afferma guardando Luca negli occhi.
– Ti ascolto. – risponde incuriosito.
– Se perdi mi voglio scopare la tua puttanella per due ore e voglio anche la sua bocca. Così non avrai debiti con me.- propone con determinazione volgendo pochi istanti lo sguardo verso la ragazza.

A tale affermazione Giulia impallidisce e quasi trema, ma non sa nemmeno lei se per terrore o eccitazione.

– Dipende se ho una schiavetta devota che per il suo padrone fa qualunque cosa – risponde Luca volgendo lo sguardo verso la ragazza.
– Sei sempre disposta a fare tutto quello che voglio? Desideri ancora compiacermi? –  domanda con gli occhi fissi nei suoi.

Giulia è stordita da tutto questo, sinceramente non pensava di avere a che fare con una persona tanto perversa. Arrivata però a questo punto, non se la sente di tirarsi indietro, anche se cosa l’aspetta le fa una certa paura. Passano attimi che per lei sembrano interminabili, i suoni attorno a lei sono ovattati e tutto le pare sfuocato.

– Faccio tutto quello che desidera il mio padrone – afferma senza sapere assolutamente da dove abbia tirato fuori il coraggio di dire quella frase.

I giocatori sorridono tra loro mentre dietro di lei un certo mormorio si fa più vivo e ben presto tutti i presenti sono tornati al tavolo, per vedere come finirà la partita.

I giocatori abbassano le carte fissandosi a vicenda negli occhi.

 

 

 

– Che dire. Mi hai stracciato – afferma Luca alzandosi dal tavolo.

– Fantastico! – afferma l’uomo grande e grosso quanto vittorioso.

Mentre anch’esso si alza dal tavolo per passare alle spalle di Giulia, il padrone di casa porta sul tavolo una piccola borsetta rigida e raccolte carte e fisches, le ordina con cura all’interno di essa prima di riporre il tutto in una credenza poco distante.
La ragazza si rende presto conto che nessuno ha mai puntato soldi, in quanto non è stato segnato da nessuna parte il punteggio di ogni giocatore. Mentre si sente stringere le chiappe, deduce che tutto questo “sacrificio” è stato fatto per un gioco in cui nessuno avrebbe perso realmente qualcosa di importante.
Una discreta rabbia inizia a crescere in lei mentre le mani risalgono fino a impugnare i seni con forza. Quando però le dita strizzano con forza i capezzoli, dalla bocca della ragazza un forte gemito esce spontaneo.

– Quanti anni hai puttanella? – domanda scendendo con una mano a tastarle la figa sbrodolante umori.

– Ahh.. Ventuno – risponde mentre le dita massaggiano il clitoride.

– Tra poco ci divertiamo noi due. Per ora stai ferma dove sei. – afferma prima di staccarsi da lei assestandole un forte sculaccione che la fa gemere nuovamente.

Dietro di lei sente che sono arrivati ai saluti e ognuno di loro non manca di passare a salutarla con qualche palpata e frase oscena.

Quando ormai rimangono Luca, il padrone di casa e l’altro uomo che ha vinto la partita, viene concesso a Giulia di scendere dal tavolo.

– Ragazzi, è tanto figa ma non potete scopare qui. Questa cagna sveglia tutto il palazzo. Non avete altri posti dove andare? – domanda dubbioso il padrone di casa.

– La cagna ha una bella casa e i vicini sono molto distanti – esordisce Luca guardando Giulia in cerca di conferma.

– Va bene – risponde sottovoce ma con sguardo leggermente deluso da questa serata surreale.

– Aspettate un secondo – annuncia il padrone di casa scomparendo dalla loro vista.

Quando torna porge a Giulia i vestiti con cui era arrivata.
Ringraziandolo li prende e mentre i presenti si mettono a parlare, si veste con calma.

– Che troia. Non le metti le mutandine? – domanda l’uomo grande e grosso.

– Le ho vietato di indossarle – risponde Luca con fierezza fermando così qualunque iniziativa della ragazza.

– Non credi che la gonna sia un po troppo lunga ? – domanda ora rivolto verso Luca.

– Claudio. Ti devo dare ragione – risponde Luca svelando il nome di questo omone che ormai è infoiato dall’idea di potersi montare Giulia.

Così, Claudio, avvicinandosi a Giulia che ormai è vestita, prende subito possesso dell’elastico della gonna. Con cura lo risvolta su se stesso arrotolando la gonna fino a quando una piccolissima porzione delle chiappe non sbuca da sotto di essa.

– Molto meglio – esclama assestando un forte sculaccione da sopra la gonna resa ormai cortissima.

– Come al solito è stato un immenso piacere! – afferma il padrone di casa.
– Con la tua presenza, ancora più del solito! – continua rivolgendosi a Giulia.

 

Ancora una volta, le mani di quest’uomo toccano il corpo della ragazza, scendono sotto la gonna e preso possesso del culo nudo, lo stringono con forza.

 

– Ciao puttanella – la saluta prima di staccarsi da lei per andare ad aprire la porta di casa.

Giulia non riesce a proferir parola alcuna e seguendo i due uomini, esce di casa.

Tutto si svolge con calma, non ci sono volgarità nell’ascensore, come nemmeno in strada o in auto.
I due uomini chiacchierano tranquillamente fino di fronte casa di Giulia.

 

Tutti e tre scendono dall’auto e giunti di fronte il cancelletto di casa, Claudio la ferma.

– Spogliati qui – ordina con decisione.

Giulia sbianca, una vampata indescrivibile di calore invade il suo corpo e poi il fiato le viene a mancare.

Si guarda intorno, le altre case hanno tutte le luci spente, solo qualche lampione illumina la strada deserta.

Si convince di essere pazza mentre con le mani fa scivolare in terra la corta gonna e subito dopo anche il top.
– Molto bene – afferma Claudio spostandola da sopra gli indumenti per poterli requisire.

Finalmente può aprire il cancelletto per poi dirigersi alla porta d’ingresso con i due uomini al seguito.
Entrati tutti e tre in casa, quando chiude la porta a chiave, finalmente si sente sollevata che nessuno l’abbia vista nuda.

– Se vuoi bere o andare al cesso, fallo subito – ordina nuovamente con durezza.

Luca rimane impassibile, anzi sembra quasi godere dell’arroganza di Claudio e quando Giulia gli passa vicino, non perde l’occasione e le molla un sonoro sculaccione.

La ragazza prende un po di tempo per se, riflette, cerca di calmare il suo cuore che batte a mille e presa una birra dal frigo, ne beve due sorsi prima di dirigersi al bagno.
Fatta una gran dose di pipì, si pulisce con cura e prima di tornare da Claudio si guarda qualche attimo allo specchio per potersi ripetere una sola parola.

– Troia –

Giunta in sala, Luca è sul divano a guardare la tv, mentre Claudio non si vede da nessuna parte.

– Claudio ti aspetta in camera, noi ci vediamo dopo – afferma sorridendo prima di prendere il telecomando e cambiar canale.

Ancora una volta, Giulia si sente innervosita dall’atteggiamento di Luca e a passo deciso si dirige verso la camera da letto.
Improvvisamente però, Luca la ferma e senza scomporsi dalla comoda posizione che ha assunto sul divano le parla sottovoce.

– Nessuno ti sta obbligando, ricordatelo. Se lo fai è solo perché sai di essere mia…. e la mia troia deve fare tutto quello che voglio. – conclude sorridendo e cambiando ancora una volta canale.

In realtà Giulia non sa più cosa stia realmente facendo e perché, sa solo che tra le gambe ha una voglia tanto forte da non averla mai provata in tutta la sua vita.

Tutta questa attesa, tutte queste prove, tutta questa provocazione delle ultime settimane e come se non bastasse, mesi senza scopare con nessun ragazzo. Tutto questo, sommato all’arroganza, alla volgarità e le pretese di chi l’ha potuta umiliare e toccare per tutta la sera, l’hanno resa un’autentica bomba ad orologeria.

Non ha idea di quanto riuscirà ancora a resistere senza poter godere.

Fino a qualche tempo fa, prima che questo sconosciuto di nome Luca entrasse nella sua vita con prepotenza inaudita, si immaginava il giorno che sarebbe tornata a casa dalla classica vacanza al mare di tutti gli anni. Si immaginava di uscire con le amiche, incontrare qualche nuovo ragazzo della sua età, farci conoscenza, fare un po’ la gatta morta e poi, dopo le classiche tre sere, portarselo a letto.
Si immaginava di farlo con dolcezza, di essere la regina della sera, di essere quella da adorare, baciare, leccare e desiderare. Immaginava che l’amplesso fosse dolce, intenso e solo verso la fine, molto più focoso.

Invece, adesso che si guarda nuda mentre entra nella sua stanza e si trova questo grosso omone a petto nudo e muscoloso che sta preparando le corde sulla testiera del letto, qualcosa di nuovo invade tutto il suo corpo con forti scariche elettriche.
– In ginocchio, gambe larghe e petto in fuori – ordina deciso mentre continua a distribuire diverse corde sul letto per poi legarle in diversi punti della testiera e delle gambe.

Giulia si posiziona immediatamente nella posizione richiesta e poi lo guarda mentre testa la solidità delle legature tirando con discreta forza ogni singola corda.

– Molto bene – afferma scendendo dal letto e raggiungendo la ragazza.
Si accovaccia di fronte a lei e guardandola in volto, con una mano raggiunge senza timori la figa.
La tocca volgarmente, ne allarga le labbra e poi, sprofonda rudemente con un dito in lei.
Giulia ansima per l’intrusione violenta e di tutta risposta l’uomo esce, si succhia il dito, lo insaliva e affonda nuovamente in lei.
Divertito dalle facce della ragazza, l’uomo inizia con un frenetico e violento ditalino che la fa ansimare senza sosta.

 

– Lo sai vero che sei fradicia ? – domanda estraendo il dito e portandoselo alla bocca.

 

Giulia non risponde, è sconvolta da tutto questo e quando l’uomo si alza di fronte a lei, inizia a tremare vedendolo aprirsi i pantaloni.

In un sol colpo, pantaloni e boxer cadono in terra e di fronte a lei, a pochi centimetri dal volto, un cazzo davvero maestoso si presenta in piena erezione.

– Prendilo in mano e succhialo – ordina in preda all’eccitazione.

Con mano tremante, Giulia raggiunge quella grossa asta. Dopo averla impugnata, con delicatezza la piega verso il basso, tira la pelle fino a scoprirne la cappella e poi, con la bocca si avvicina.
Apre le labbra, tira fuori la lingua e appena la cappella si appoggia su di essa, l’uomo ansima.
Le labbra si chiudono e mentre la mano inizia ad andare su e giù, con la bocca assapora quel cazzo succhiandolo avanti e indietro e muovendo la lingua come un turbine.

Giulia ci mette impegno, eccitata com’è non bada a niente e senza risparmiarsi esegue uno dei migliori pompini che abbia mai fatto.
Claudio geme incontrollato e posando le mani sul capo della giovane, inizia a sentirsi sul punto di venire. Non credeva affatto di riuscire a provare tanto godimento, eppure, geme, urla, gode.
In pochi minuti il cazzo inizia ad ingrossarsi ancora, l’uomo si irrigidisce, trema, gli manca il respiro e con un lungo lamento, spruzza tutto il seme nella bocca di Giulia.

La ragazza, eccitata ancora più di prima, senza smettere un secondo, ingoia tutto spremendolo fino all’ultima goccia.
Claudio deve spingerla via e riprendendo fiato, si siede sul letto guardandola mentre è ancora li in ginocchio a pochi passi da lui.

Passano diversi minuti prima che l’uomo richiami a se la ragazza.

 

– Sali sul letto, mettiti a pecora con le mani sulla spalliera. – ordina quando ormai ha ripreso fiato completamente.

Giulia esegue anche quest’ordine.

Ben presto i polsi le vengono legati alla testiera del letto, subito dopo tocca alle caviglie tenute larghe tra loro e poi, un’altra corda le viene legata alle ginocchia, in modo che non possa in nessun modo muoverle o anche solo chiuderle.

Pochi istanti e una raffica di sculaccioni si abbatte con forza sul suo culo facendola gemere.
Claudio si ferma solo quando entrambe le chiappe sono rosse fuoco e piegandosi su di lei, prende possesso delle tette strizzandole con una discreta forza.
Anche sta volta Giulia si lamenta, geme svariate volte e poi urla quando le vengono strizzati i capezzoli.

Stando dietro di lei, si posiziona meglio tra le sue cosce, con il bacino va a contatto con il culo di lei e posando le mani sui fianchi, la carezza.
Giulia sente distintamente il cazzo dell’uomo strusciare duro sulla sua pancia e cerca di immaginarsi il momento in cui la penetrerà.

Ancora qualche carezza, qualche strizzata al culo e poi una mano la prende per i capelli.
Ben presto lo sente allontanarsi, sente rumore di sputi e quando si riavvicina, qualcosa si poggia sulla sua figa.

– Luca mi ha detto che ti piace esser trattata male. – afferma tirando ancora di più i capelli.

Giulia non risponde, non ci riesce, sente solo quella presenza sulla sua figa e non vuole altro.
Ben presto quella presenza inizia a farsi invadente, inizia a spingere, inizia a sprofondare e allargare.

Pochi istanti e si ferma.

Il calore che sente in lei è indescrivibile, non vede l’ora di assaporare questa cavalcata quando improvvisamente, tutto cambia.

– AAAAAAHHHHH –

 

Giulia urla nel momento stesso in cui il cazzo sprofonda violentemente in lei.
Esce completamente ed entra ancora una volta fino a quando il bacino non sbatte sulle sue chiappe.

Questa operazione si ripete per forse dieci o forse quindici volte e poi, tutto spinto in lei, l’uomo si ferma, lascia la presa dai capelli ed agguantati i fianchi, prende fiato.

Il dolore provato è stato notevole vista l’intrusione violenta e ripetuta, eppure, quel cazzo conficcato dentro di lei le fa ancora desiderare di essere scopata e ben presto l’uomo l’accontenta.
Viene cavalcata con forza inaudita, i colpi di reni fanno sì che ad ogni affondo, la testiera del letto vada a battere rumorosamente contro il muro. Altrettanto rumorosi e ripetuti sono i versi che escono dalla bocca di entrambi.
Dopo dieci minuti di cavalcata, finalmente Giulia prova un perverso piacere ad essere cavalcata con tanta forza.

Un piacere tale che inizia a farla gemere e supplicare di non fermarsi.

Un piacere talmente forte che la fa supplicare

– Ancora! –

– Ti prego! –

– Di più! –

L’uomo è ormai sul punto di venire, decide di montarla in modo quasi animalesco e stingendola per i fianchi la sbatte con violenza inaudita.
Entrambi gemono, entrambi urlano e poi.
Giulia non resiste più.

Viene.

Viene come una fontana riempiendo di umori il pube dell’uomo.

Viene talmente tanto da colare sulle lenzuola.

Pochi istanti dopo, di fronte tutto questo, l’uomo non resiste più.
Esce da lei e frettolosamente si posiziona vicino al volto di Giulia.
La prende per i capelli, avvicina il volto al suo cazzo e con due colpi di mano spruzza tutto il seme su di lei.

Concluso di imbrattarle la faccia, lo ficca in bocca.

 

– Ripuliscilo – ordina ansimante.

Giulia succhia e beva ancora una volta il seme dell’uomo.

Appena entrambi si sono ripresi, Claudio la slega da quella assurda posizione, ma al posto di lasciarla libera, la fa stendere supina e ancora una volta la lega a braccia e gambe divaricate.

L’uomo sorride, con la mano scorre ripetutamente lungo il corpo nudo e ancora ansimante della giovane e poi, raccolto un piccolo sacchetto da terra, ne estrae un grosso fallo artificiale.

– Questo è un regalino – afferma sorridente prima di sputarci sopra.

In breve si posiziona tra le sue gambe e subito dopo, quell’affare fa capolino sulle labbra della figa.
Basta una sola spinta e ancora larga e bagnata dalla precedente scopata, il fallo entra per intero in lei.

– Ciao puttanella. – la saluta prendendo con se i vestiti e uscendo dalla camera ancora nudo.

Con il volto pieno di sperma colante e quell’affare piantato nella figa, tutta legata come si trova, non ha idea di cosa l’aspetti ancora.

 

Passano diversi minuti prima che senta distintamente i due uomini salutarsi e qualcuno uscire di casa.

Mano a mano che passa il tempo, la stanchezza inizia a farsi sempre più viva. Sente i muscoli indolenziti, sente nuovamente la necessità di andare in bagno e quella di bere qualcosa di fresco.

Dalla porta continua a non giungere nessuno ed i suoi occhi si chiudono sempre di più.
Il fallo piantato nella figa è l’unica cosa che continua a provocarle uno strano fastidio misto ad eccitazione. Si sente piena e non ha alcun modo di potersi liberare da questa tortura.

Ben presto cade in un sonno profondo, ma agitato dalle costrizioni a polsi e caviglie.
Improvvisamente viene svegliata da scossoni provenienti dal letto su cui è legata.
Non sa quanto tempo sia passato, la luce della camera è ancora accesa e quando focalizza cosa stia succedendo, si rende conto che Luca è nudo, tra le sue cosce, intento a masturbarsi mentre con la mano libera muove il fallo piantato dentro di lei.
Giulia appena si rende conto di cosa stia accadendo e inizia a sentire quel coso muoversi in lei, ansima.
– Ti è piaciuto farti montare come una cagna ? – domanda Luca estraendo il fallo finto per sostituirlo con due dita, spinte dentro con forza, fino alle nocche.

Ancora sconvolta, la ragazza geme, ma non riesce a rispondere mentre quelle dita scavano dentro di lei.

– Sono passate quattro ore e appena ho iniziato a toccarti, ti sei subito bagnata – continua ridendo, senza smettere di muoversi in lei.

Giulia ansima sempre di più.
Si rende conto che quelle maledette corde non lasciandole scampo dal trattamento, non fanno altro che accrescere l’eccitazione e il desiderio di godere.

Le dita sono sempre più invadenti e ben presto diventano addirittura tre.

La ragazza non resiste oltre e quasi urlando viene imbrattando le mani dell’uomo.

Soddisfatto, Luca si allontana e sceso dal letto, esce nuovamente dalla camera.

Giulia inizia ad innervosirsi.
Non può muoversi ed il bisogno impellente di andare in bagno la fa agitare.

– Devo andare in bagno. Ti prego. – esclama ad alta voce.

Pochi istanti e l’uomo entra nuovamente in camera con il cazzo duro che molleggia tra le gambe.
Senza parlare sale nuovamente sul letto, si posiziona tra le sue gambe e questa volta, la cappella punta direttamente tra le labbra della vagina.
L’uomo si corica su di lei e impugnate le tette con una discreta forza, la fissa negli occhi sorridendo.

– Le schiavette ubbidienti pisciano quando ne hanno il permesso – afferma iniziando a spingere per entrare in lei.
Giulia è sempre più agitata, è già venuta due volte e questo cazzo che le allarga la passera, non fa altro che provocarla pur soffrendo per tutta la pipì che deve fare.
Ansima e ben presto apre la bocca per respirare a pieni polmoni.

Uno sputo dell’uomo la colpisce direttamente sul palato e subito dopo, con un colpo di reni il cazzo sprofonda in lei fino alle palle.

– Aaahhhhh – urla  la ragazza.

Anche sta volta, la scopata che segue è a dir poco selvaggia.

Giulia urla, gode e si lamenta per quanto le dolga la vescica ormai stracolma.
Per sua fortuna, Luca non dura molto e uscendo da lei, spruzza tutto il seme sullo stomaco e sui seni facendo versi animaleschi.
Concluso, si pulisce maldestramente la cappella strusciandola sulla coscia della ragazza e dopo averle slegato un polso, esce dalla camera.

– Vai, sei libera – afferma sparendo dalla vista della ragazza.

Giulia si libera rapidamente dalle corde e una volta in piedi, con le cosce strette tra loro e una mano premuta sul pube, raggiunge dolorosamente il bagno.

Mentre riesce finalmente a evacuare, si guarda rendendosi presto conto di essere piena di sperma su quasi tutto il corpo.
Con le dita ne raccoglie una piccola quantità e quasi stupendosi di se stessa, lo porta alla bocca per assaporarne il gusto.

Concluso di evacuare, senza pulirsi dallo sperma, torna verso la camera da letto. Non trovando però nessuno all’interno, si dirige prima in sala e poi in cucina, ma di Luca nessuna traccia.

Sul tavolo, solo un biglietto.
<< Ciao puttana. Ci vediamo presto >>

Giulia è su tutte le furie.

Si è sentita usata, maltrattata e l’odore della sborra che le copre buona parte del corpo le ricorda quanto lei stessa sia stata una vera troia.

In un impeto di rabbia sente che dovrebbe sculacciarsi, anzi, frustarsi per come si è comportata e per quello che si è lasciata fare da tutti quegli uomini.

Aperto il frigo prende in mano la birra aperta prima di farsi scopare da Claudio e portandola alla bocca, se la scola tutta di un fiato.

Senza nemmeno spegner le luci di casa o controllare se la porta di casa sia chiusa, torna in camera da letto e guardando il letto sfatto e pieno di umori, non si scandalizza a mettersi sotto le coperte ancora piena di sborra.

Con la figa ancora vibrante ed aperta dai precedenti rapporti, in pochi minuti Giulia sprofonda in un sonno pesantissimo.

Il tempo scorre rapido, non sogna, non prova niente, anzi, forse sta sognando di essere scopata da tre uomini, anzi, forse sono quattro.

Improvvisamente il telefono che squilla la fa scattare in piedi.

Quando guarda lo schermo, il numero chiamante è anonimo.

– Luca….. Bastardo! – afferma impostando il silenzioso e lasciandolo vibrare.

Guarda l’orologio.
Sono le 2 del pomeriggio.

Oggi non vuole andare in spiaggia, non vuole studiare, non vuole fare niente.

Si stende nuovamente sul letto e mentre si massaggia le gambe sente ancora vivo l’odore di sperma e dei suoi umori.

Curiosa, con una mano raggiunge la figa ed una volta che la tocca, una sorta di scarica elettrica le invade il corpo.

Non resiste.

Si porta le dita alla bocca, le insaliva ed una volta riportate alla figa si penetra.

Prova un leggero dolore, un leggero fastidio, niente però di paragonabile al desiderio che aumenta in modo esponenziale.
Sta godendo come la peggiore delle cagne e per di più, gode ripensando a quei porci che le hanno fatto tutto quello che volevano.

Il ditalino è a dir poco selvaggio, ansima, geme, urla quasi ed infine…… viene.

Riprende fiato, cerca di calmarsi e chiudendo gli occhi, dopo poco si addormenta.

. 18,01

Il telefono vibra incessantemente e Giulia si sveglia nuovamente.

Il numero, ancora una volta è anonimo e lei non risponde.

Nuda, senza nemmeno lavarsi, giunta in cucina si prepara la cena.
Accende la tv.
Mangia guardando un vecchio film western.
Quando pensa di aver digerito, ancora una volta torna a letto senza lavarsi.

Mentre si mette sotto le coperte, quasi inizia a piacerle l’odore di cui è ancora impregnata.

Ancora una volta si addormenta.

. 09,30

Il telefono vibra incessantemente.

Non risponde e non guarda nemmeno chi sia a chiamarla.

Dopo essersi alzata, disfa il letto, butta tutto in lavatrice e dopo averla avviata si dirige in bagno.
Pensierosa, sta quasi un’ora sotto l’acqua calda, si lava con cura, con molta calma e dolcezza.
Quando esce si asciuga alla meglio e tornata in camera prende dall’armadio un vestitino aderente, senza spalline di colore rosa. Lo indossa e diretta in cucina, si prepara una sostanziosa colazione.

Prepara la solita borsettina e questa volta mette all’interno solo l’asciugamano.

Dopo esser uscita di casa, quasi non si accorge di aver preso il bus e nemmeno di aver fatto cambio con quello che la porterà in spiaggia.
Giunta a destinazione, si addentra nel piccolo sentiero e giunta alla spiaggia, apre la borsetta, tira fuori l’asciugamano e lo stende sulla sabbia.

Si guarda attorno ed in lontananza vede una coppia di nudisti solita frequentare questo posto.
Da lontano i due la salutano con un gesto della mano e lei, dopo aver contraccambiato, sotto gli occhi di entrambi, prende il vestitino e lo fa scivolare alle caviglie rimanendo totalmente nuda.

Probabilmente stupiti, si soffermano a guardarla a lungo e solo quando riposto il vestitino nella borsetta, si stende sull’asciugamano, i due tornano alle loro conversazioni.

Bastano pochi attimi e finalmente la ragazza si risveglia da quella specie di sonno che l’ha accompagnata da casa fino a qui.

Si chiede cosa cazzo stia facendo totalmente nuda in spiaggia e si chiede come abbia fatto a spogliarsi di fronte quei due.
In un impeto di imbarazzo, si alza e corre verso l’acqua.

Solo dopo essersi tuffata riesce a riprendersi dall’imbarazzo.
Nuota a lungo e quando è ora di tornare a riva tentenna prima di uscire.
Infine si convince e con una calma che quasi la logora, cerca di tornare all’asciugamano con nonchalance, quasi fosse un modo per cercare di abituarsi a quella situazione.

Ci vuole molto tempo, ma finalmente riesce ad abituarsi anche questa volta all’idea di essere tutta nuda e riesce a godersi qualche ora di abbronzatura integrale.
Quando nota che si sta facendo tardi, dopo un altro bagno rigenerante esce dall’acqua ed una volta asciugata, si riveste.

Giunta alla fermata del bus, attende con ansia che arrivi il mezzo, anche se, sinceramente non sa cosa dirà a Luca quando lo vedrà seduto al suo solito posto.

Finalmente il grosso mezzo arriva, rallenta e quando si ferma, le porte si aprono di fronte a lei.
Il cuore di Giulia torna a battere forte mentre sale la scaletta e saluta l’autista, ma una volta giunta nel corridoio, non sente su di se il solito sguardo e cercandolo, non lo trova seduto da nessuna parte.
Non è al suo posto ed anzi, non è proprio sul bus.
Con un certo dispiacere, si siede in un posto qualunque e si addormenta quasi in attesa di scendere alla sua fermata.

Una volta scesa, alla sua fermata non trova nessuno.
Con il timore di trovare malintenzionati prova a percorrere il solito vicolo buio in cerca dell’auto , ma niente.

Tornata alla fermata, attende il bus per casa sua.

Il giorno seguente non riceve telefonate da numeri sconosciuti.
Vorrebbe chiamarlo, vorrebbe vederlo ma non sa il suo numero e nemmeno dove abita.

Come il giorno precedente indossa solo il miniabito e come il giorno precedente, rimane tutto il pomeriggio nuda in spiaggia.

Anche questa sera, nel bus non c’è traccia di Luca, come anche nel vicolo buio.

Tornata a casa inizia a farsi mille domande e si inizia a dannare per non aver risposto alle sue chiamate.
Si giustifica dicendo che è stato un bastardo per come l’ha trattata quella sera a poker.
Ma poi, si rende conto che l’ha trattata esattamente come lei ha voluto. L’ha trattata così, solamente perché è stata lei a concederglielo, in quanto era lei stessa a volerlo.

Per la prima volta in vita sua, dopo aver raccolto una cintura dalla cassettiera, si posiziona sul letto a quattro zampe e dopo qualche colpo di prova per prendere la mira, si frusta il culo.
I colpi che si auto-infligge sono davvero forti, ben presto si iniziano a vedere le striature rossastre, ma non contenta, continua a colpirsi fino a quando realmente non riesce più a sopportare il dolore.
Solo allora, con un urlo soffocato dal cuscino, si accascia su un lato e coprendosi maldestramente cerca di prendere sonno.

La notte è stata infernale, i sogni di essere presa da più uomini sono stati ricorrenti, quanto ricorrente è stata la sagoma di Luca seduta al solito posto sul bus.

Quando si sveglia a mattina inoltrata, per prima cosa controlla il telefono, ma anche oggi nessuna chiamata da numeri sconosciuti. Tutte le altre chiamate ricevute le archivia, non risponde nemmeno a svariati messaggi di amiche e parenti ed una volta mangiato un frettoloso boccone, si dirige alla fermata con il solito miniabito e la borsetta.

Passa la giornata in spiaggia, nuda come gli altri giorni.
Quasi non degna le coppie nudiste che la osservano ed entra e esce svariate volte dall’acqua con naturalezza.
Giunta alla fermata del bus, ormai è sicura che non lo troverà anche oggi ed in effetti, salita a bordo ne ha la conferma.
Scesa alla sua fermata, il bus riparte e di Luca neanche l’ombra.
Si dirige quindi al vicolo buio ed una volta entrata nella zona buia, in lontananza vede un’auto parcheggiata dove solitamente c’è quella di Luca.
Con il cuore in gola e la salivazione che inizia a mancare, si dirige verso l’auto ed una volta di fronte ad essa, l’abitacolo si apre e ne esce una sagoma familiare.

– Perché non hai risposto al telefono ? – domanda nervosamente.

Giulia riconosce immediatamente la voce di Luca.

– Scusami. Ti prego. Sono una stupida. Non lo faccio più, ti prego. – queste sono le suppliche della ragazza nei confronti di Luca.

L’uomo si avvicina alla ragazza.

– Come faccio a crederti ? – domanda carezzandole una guancia.

Giulia non risponde, ma ha un idea molto chiara in mente su come potersi far perdonare.

Un idea, un sacrificio, una cosa necessaria e anzi, una cosa che forse, in fondo è lei stessa a volere.

Mentre la passera inizia a fremere, con le mani raggiunge la base del vestitino ed una volta impugnato, lo trascina verso l’alto.
In pochi istanti, Giulia è completamente nuda in quel vicolo e porge il corto vestitino all’uomo che ha di fronte.

Luca prende il vestito in mano, lo guarda e poi lo butta in terra.

Non parla, la fissa e mantiene il silenzio.

Giulia si sente senza scampo, si avvicina al muso dell’auto, si piega su di essa fino a quando volto e tette non sono a contatto con la fredda lamiera e raggiunte le chiappe con le mani, le allarga.

– Ti prego, perdonami. Ti prego, puoi farmi tutto quello che vuoi ma perdonami. – afferma con la voce strozzata dall’emozione.

Luca, dietro di lei, non parla e non si muove.

– Ti prego, perdonami. Sfondami il culo e fammi urlare quanto vuoi, ma perdonami. Da oggi sarò tua e solo tua. – esclama mentre sente distintamente la figa colare umori.

Luca prende un grosso respiro e posa una mano sul culo di Giulia.
– Sarò sincero con te, alla fine, come vedi, è andata come ti avevo detto tempo fa ed ora mi stai dando il culo pur di poterti far scopare ancora. – afferma divertito.

– Come premio, userò un preservativo. Questo sarà l’unico tipo di lubrificante che avrai a disposizione. – afferma mentre si allontana da lei per potersi aprire la patta dei jeans.

Giulia mentre attende, cerca di immaginarsi come sarà ascoltare i suoi gemiti rimbombare nel vicolo.

 

 

Piegata sul cofano dell’auto con le gambe larghe e tremanti, attende con ansia che l’uomo posto dietro di lei abusi liberamente del suo culo.
Entrambi hanno il fiato corto e l’uomo ben presto avvicina il bacino a quello di Giulia.
Gli attimi che seguono sono di silenzio e notevole tensione, infine, il cazzo si presenta contro le cosce della ragazza. Sale e scende ripetutamente, scava nel solco tra le natiche, scava tra le labbra della passera e poi risale. Esegue questo passaggio ripetutamente, aumentando la voglia di entrambi e poi, dopo essersi fermato sulla figa, attende pulsante.

– Saresti veramente disposta a farti sfondare il culo in questo vicolo buio? – domanda ridacchiando.
– Si! Puoi farmi tutto quello che vuoi, basta che mi perdoni. – risponde Giulia con voce tremante, in un mix tra eccitazione e terrore.

– Ti dimostri essere la mia troia perfetta! – afferma per poi affondare con violenza nella figa della giovane.

Giulia urla per l’intrusione violenta e inaspettata.
Mentre l’uomo inizia a cavalcarla selvaggiamente, la ragazza ansimando si stupisce di tanta forza usata nel fotterla e altrettanto stupita rimane dal fatto che il culo non le venga sfiorato nemmeno per sbaglio.

Bastano pochi minuti di questa cavalcata e piantandosi dentro di lei fino alle palle, si scarica riempiendo la figa di sperma.

 

Luca ci impiega parecchio tempo a riprendersi e quando finalmente esce da lei, lo sperma inizia inesorabilmente a colare lungo le cosce.

– Per il tuo culetto stretto ho altri programmi. Credevi veramente che te lo sfondavo in questo vicolo? – ripete la domanda prendendola per i capelli per poi farla inginocchiare in terra.

 

Il cazzo pieno di sborra misto ad umori le viene presto presentato di fronte le labbra.
Silenziosamente lo prende in bocca e mentre lo ripulisce, l’uomo torna a parlare.

– Ragazzina. Devi fare attenzione. Mai fidarsi degli sconosciuti! – afferma ridendo, prima di prenderla nuovamente per i capelli e trascinarla nuda in auto.

Il corto abito viene lasciato in terra.

Con lei, solo la borsetta contenente l’asciugamano che viene preso dall’uomo per essere steso sul sedile.

– Sai non vorrei mai che mi macchi i sedili con la sborra che ti esce dalla figa – afferma ridendo.

Ben presto i due partono e l’uomo ride quando con le ruote dell’auto passa sul vestitino lasciato in terra.

In Giulia riaffiorano i timori verso quest’uomo. Timori tanto forti quanto l’eccitazione che però prova ogni volta che lo incontra.
Sente di poter impazzire da un momento all’altro per tutte queste contrastanti emozioni che le riempiono la testa. Quando però la mano di Luca si infila tra le cosce per poter strizzare il clitoride, ancora una volta perde la testa e ansima ad alta voce.

 

– Miagoli come una gatta in calore. – afferma ridendo per poi strizzarle volgarmente una tetta.

– Stavo pensando a cosa potresti fare in cambio del mio perdono e mi son venute in mente diverse opzioni. – afferma serio.

Con le guance rosse fuoco, le orecchie che fischiano ed il battito cardiaco a mille, Giulia non sa cosa dire e silenziosamente guarda la strada che corre veloce verso una destinazione a lei ignota.

 

– Penso che sceglierò tutte le opzioni una dopo l’altra – afferma ridendo.

Ben presto il buio è fitto e la strada si perde in mezzo ai boschi. Non ha la piu pallida idea di dove l’uomo la stia portando, ma non osa chiedere, non osa parlare, anzi, forse non vuole nemmeno sapere cosa l’attenderà tra poco.

– Presto diventerai una troia perfetta, te lo assicuro! – afferma ridendo di gusto prima di inserire la freccia e voltare in un grosso viale illuminato.

 

Il corpo della ragazza a tratti illuminato dai lampioni, sembra quasi risaltare nell’abitacolo della macchina e ben presto un forte imbarazzo misto a terrore di esser vista, si manifesta nuovamente con un accentuato rossore sulle guance.

 

L’auto prosegue il suo viaggio addentrandosi in quella che Giulia suppone sia la periferia di una piccola cittadina e poi dopo aver voltato in uno stretto vicolo e percorsi pochi metri il motore si spegne.

– Scendi puttanella – ordina l’uomo sorridente mentre apre la portiera.

Terrorizzata, con solo le infradito ai piedi, Giulia esce dall’auto quasi tremando e guardandosi attorno spera che nessuno la veda.

 

Luca sorride mentre guarda Giulia avvicinarsi.

 

Quando i due sono a pochi passi l’uno dall’altra, l’uomo prende la ragazza per i capelli e piegandola praticamente a novanta, la trascina rapidamente con se.

– Le cagne si portano in giro come sto facendo ora. Lo sapevi? – domanda ridacchiando e senza attendere risposta, aperto un vecchio portone, la trascina all’interno.

– Ti avevo detto che dovevi avvertirmi se la portavi con te ! – sono le parole che presto rimbombano nel grosso scantinato, quasi urlate da una donna notevolmente innervosita.

Quando la mano dell’uomo molla la presa dai capelli, Giulia può finalmente alzare il capo e vede di fronte a se una donna sulla quarantina vestita in un modo a dir poco provocante, per non usar termini piu volgari.

– Come mai vestita da troia oggi? – domanda Luca alla donna.

– E tu invece, come mai ti porti appresso una troia tutta nuda ? – risponde con arroganza indicando Giulia che non osa alzarsi dalla scomoda posa e arrossendo continua a rimanere in silenzio.

– Lei? – domanda l’uomo rivolgendo lo sguardo verso Giulia.

Presa nuovamente per i capelli, viene costretta ad alzarsi e mostrarsi così per intero alla donna.

 

– Allarga le gambe puttanella – è l’ordine impartito a Giulia da parte della donna che ora si avvicina con passo deciso.

– Devo dire che questa volta l’hai scelta proprio bene – afferma rivolgendosi pochi istanti verso Luca.

 

A questa frase, Giulia cade nel terrore, domandandosi cosa significhi tutto questo e quante altre ragazze abbia portato di fronte questa donna. Ma ben presto, viene distratta dalle mani che iniziano a toccarla.

– Direi che ha proprio due belle tettone sode – afferma la donna palpandola.
– Hmmmm pancia piatta – prosegue senza fermarsi con le mani.
– Tutta depilata e… che bella passera carnosa che abbiamo qui – afferma ancora infilandosi con le dita tra le cosce di Giulia.
Quelle stesse dita ora allargano prima le grandi labbra, tastano il clitoride, corrono all’interno ed infine, senza remore, sprofondano in lei lasciandola a bocca aperta.

– La puttanella è pronta a farsi montare a quanto pare. Tutta calda e bagnata, già aperta al punto giusto. – afferma sorridente prima di uscire dalla figa per dirigersi al buco posteriore.

Le dita forzano ripetutamente il buco del culo di Giula, ma dopo diversi tentativi, la donna si ferma.

– Notevole. Però ha il culetto troppo stretto e se te la fotti, glielo rompi sicuramente sapendo quanto sei bastardo – afferma voltandosi verso Luca e infilandogli una mano nei pantaloni.

La donna ride e quando afferra il pene dell’uomo, cambia sguardo qualche istante.

– Te la sei scopata prima di venire qui vero? – domanda strizzando il cazzo dell’uomo.

– Si perché? Volevi che sfondassi solo te questa sera? – domanda prendendola per i capelli e allontanandola fino a quando non leva la mano dai pantaloni.

– Immagino che lei non abbia idea di cosa le sta per succedere ? – domanda a Luca volgendo lo sguardo qualche istante verso Giulia.

 

– Esatto e non mi interessa dirglielo, tanto ha detto che farà qualunque cosa pur di farsi perdonare. – risponde alla donna ridendo e guardando Giulia con arroganza.

– Come vuoi. Vado a chiamare Davide allora. – afferma allontanandosi silenziosamente.

Un silenzio quasi surreale si propaga in quell’angusto scantinato.
Luca fissa Giulia quasi con fierezza e senza distogliere lo sguardo dal corpo nudo e tremante, rimane in silenzio.

– Che gran bella troia! – è l’esclamazione che presto spezza il silenzio.

– Ciao Davide, come promesso te l’ho portata ! – esclama Luca indicando Giulia quasi fosse un trofeo da esibire.

– Notevole! Non me l’aspettavo così… “tanto” – afferma posizionandosi a pochi passi dalla ragazza.

– Molto bene – afferma Davide carezzando il capo di Giulia.

– Da questo momento sei cosa mia per un po di tempo. – continua carezzandole delicatamente il seno sinistro.

– Saluta con la mano il tuo padroncino! Non lo rivedrai per qualche tempo! – ordina prendendola per la gola ed iniziando a stringere la presa.

Con una sorta di eccitazione mista a terrore, la ragazza esegue l’ordine quasi senza avere più volontà propria.

Luca ricambia il saluto sorridendo divertito.

– Che dici, posso almeno vedere il provino? – domanda Luca al suo amico che non accenna a distogliere gli occhi puntati in quelli di Giulia.

– Non puoi! Lo sai! Mi spiace tanto, ma le regole le conosci bene! – afferma l’uomo rivolgendo pochi istanti lo sguardo verso Luca, prima di tornare a dedicarsi alla ragazza.

Luca non osa controbattere e silenziosamente, guarda la scena in cui Giulia viene prima obbligata a posizionarsi a quattro zampe e dopo aver ricevuto 4 violenti sculaccioni, viene presa per i capelli e portata via dalla stanza.

Scombussolata ed impaurita, con il culo che scotta dalla sculacciata, ben presto si ritrova in una stanza luminosa cosparsa in terra di soffici tappeti.

– Mi piacerebbe non doverlo fare, ma anche per te le regole non cambiano. – afferma Davide posizionando Giulia in centro alla sala sotto la luce di molteplici riflettori.

– In ginocchio e allarga bene le cosce. – ordina l’uomo duramente.
– Ovviamente tu non sai niente ed è doveroso che ti spieghi. – continua allontanandosi di pochi passi perché i due si possano vedere bene in volto.

– Da quando siamo entrati in questa stanza, tutto è costantemente filmato, registrato e presto visto da tantissimi spettatori posti dietro i loro tablet o pc. Ora, ho bisogno che tu risponda ad una serie di domande. In effetti è una sorta di casting in quanto i tuoi filmati verranno pubblicati in rete e potranno essere visti gratuitamente da tutti quelli che sono registrati al nostro portale. – descrive con calma e gentilezza mentre Giulia sembra impallidire sempre più in modo vistoso.

– Tu sei stata portata in questo posto senza sapere minimamente a cosa andavi incontro e tutt’ora sai ben poco di cosa ti capiterà. È corretto? Rispondi liberamente. – afferma l’uomo con molto garbo.

– Si, non so niente. Ma, in che posto siamo? – domanda Giulia con voce tremante.

– In questo posto realizzi i desideri di chi ti guarda e ti desidera. A differenza di chi, i filmati li può solo vedere, loro pagheranno una somma pari a quanto tempo rimarranno connessi ad impartire ordini, in quanto, sono loro a creare i filmati nel modo che preferiscono. – afferma l’uomo sorridendo.

– Il tuo padrone sostiene che sei disposta a fare qualunque cosa pur di soddisfarlo. Vero? – domanda ancora mentre Giulia è palesemente sbigottita.

– S…Si si… è vero – afferma tremante.

– Per questo motivo, ti devo chiedere se sei disposta a fare esattamente tutto quello che ti ordino. – guarda per qualche istante la ragazza quasi divertito e poi prosegue –  Sarai un vero e proprio giocattolo privo di volontà propria per tutto il tempo che voglio, come voglio, con chi voglio e per quanto voglio? Che sia per un ora, un giorno o una settimana? – conclude la domanda con un sorriso a trentadue denti.

La ragazza non avrebbe mai pensato di giungere ad una simile evoluzione dei fatti e della sua stessa esistenza. Si trova spaesata, sbigottita e quasi terrorizzata di fronte l’obiettivo di molteplici videocamere. Sotto quelle luci tanto forti si trova a provare una eccitazione talmente forte da non riuscire a resistere.
Non vuole scappare, anzi, sente dentro di se qualcosa che le dice di accettare.

– Ma… se i filmati li vedrà qualcuno che mi conosce? – domanda quasi sottovoce.

Davide sorride in modo vistoso e poi con un colpo di tosse cerca di tornare serio.

– Questi sono gli imprevisti a cui non posso trovare soluzioni. Devi decidere tu. – afferma serio.

– Va bene… va bene.. ok… – risponde con agitazione visto il terrore che prova di fronte questo particolare molto rilevante.

– Ottimo. Ora dimmi, quanti anni hai? – domanda rapidamente.

– Ventuno – risponde Giulia a torno.

– Da questo momento, il tuo nome è Troia – afferma serio prima di continuare

– Se vuoi andartene e non accettare, questo è il momento per tornare dal tuo padrone. Altrimenti,  girati di spalle e mostra bene a tutti la figa e il culo, in modo che chi ti guarda possa iniziare a fantasticare su cosa dovrai fare. – afferma con freddezza prima di impugnare una telecamera portatile.

Giulia ha paura.
Giulia si sente in trappola.
Si sente di non poter dire più di no, sente che deve accettare che lei voglia o no.
Sono troppi che la comandano e tutto questo….. la eccita tremendamente.

Silenziosa, si volta di spalle e piegato il busto, mentre appoggia la testa sul morbido tappeto, con le mani si allarga le cosce mentre sporge meglio il culo di fronte la telecamera portatile che è ormai a poche spanne dalla sua figa grondante umori.

– Gentili signori e signore, l’asta inizierà tra 15 minuti. Chi si aggiudicherà la prima connessione? – esclama l’uomo rivolto alla telecamera prima di toccare rudemente le intimità della ragazza.

– Questo sembra proprio stretto! – esclama tentando invano di penetrare il culo con un dito.

Giulia sprofonda nella vergogna e diventando rossa come un peperone, chiude gli occhi e stringe i denti immaginando quante persone tra poco vedranno quel filmato.

Mentre una leggera musica di sottofondo si spande nella piccola stanza, Giulia viene prima invitata ad alzarsi e dopo essersi voltata nuovamente verso le telecamere, l’ordine che riceve è di allargare le gambe e tirare in fuori il petto.

Con le mani lungo i fianchi tremanti, il volto rosso fuoco e gli occhi lacrimanti eccitazione, si ritrova con il fiato corto ad attendere trepidante il vincitore di quest’asta.

Come carne pronta al macello, Giulia guarda l’uomo stoppare la registrazione per poi collegare il tutto ad un portatile posto in un angolo della stanza.

– Tra pochi minuti sarà tutto online. – afferma senza smettere di scrivere alla tastiera.

– Mentre attendiamo che il tutto sia caricato sul sito, mi serve una foto con un vestito addosso. – afferma ancora spostandosi dal pc per recuperare un abito posto su uno scaffale.

– Indossa questo e vai a farti una foto nel bagno qui di fronte. Falla di profilo mostrando bene tette e culo – ordina con durezza.

Giulia prende in mano un miniabito attillato di colore grigio ed il cellulare dell’uomo già impostato sulla fotocamera, dopodichè si dirige silenziosamente in bagno.

Quando la ragazza ha indossato l’indumento e si pone come richiesto di fronte lo specchio, appena sporge il culo, il tessuto risale pericolosamente.
Non osa riabbassarlo e così come si trova, scatta innumerevoli foto prima di tornare dall’uomo che l’attende seduto su una piccola poltrona.

– Molto bene – afferma Davide prendendole di mano il cellulare per visionare le foto.

– Una di queste la usiamo per il tuo profilo sul sito – conclude prima di alzarsi qualche attimo per schiaffeggiarle ripetutamente il culo.

 

In bella mostra, nella prima pagina del sito web compare Giulia.

La foto è quella scattata nel bagno pochi minuti prima.
Cliccando su di essa, una breve descrizione fisica precede il video di presentazione.

Solo nei primi 10 minuti, il video è stato visto da più di 50 utenti e allo scadere del 15esimo minuto, con 80 visualizzazioni, l’asta è conclusa.

 

I partecipanti all’asta sono stati parecchi, ma come da regolamento, alla fine solo uno ha vinto.

 

– Ora che l’asta è conclusa attendiamo che compili la lista dei desideri e poi sarai in diretta. Mettiti in ginocchio di fronte le telecamere. Potrebbero attivarsi da un momento all’altro. – ordina con calma senza distogliere lo sguardo dal portatile.

– Cosa sarebbe la lista dei desideri ? – domanda Giulia.

– Si tratta di una lista di cose che dovrai fare o subire. Solo dopo la prima mezzora, chi ha compilato la lista potrà scriverti direttamente per dirti tante porcate e farti eseguire chissà quante cose. Oppure potrà attivare il microfono e sentirai direttamente la sua voce. – descrive la cosa con tono di chi ripete questa frase di continuo.

 

– Ovviamente, più rimane connesso dopo la prima mezzora e più crediti dovrà usare. Crediti che dovrà ricaricare prima o poi. – afferma facendo capire alla ragazza che deve intrattenere l’ospite il più possibile.

 

Ad un tratto le spie luminose delle telecamere si accendono e Giulia si sente subito osservata.

Sul monitor del portatile compare la lista dei desideri e quando Davide la legge, sorride.

Rimanendo fuori dal campo di ripresa delle telecamere, avvicina il portatile a Giulia in modo che possa leggere anche lei.

 

La ragazza non solo arrossisce, ma addirittura spalanca la bocca e gli occhi, sorpresa da cosa ci sia scritto.

Rilegge più volte la frase per essere certa di ciò che ha letto:

– La Troia deve essere legata in ginocchio su una sedia e scopata da 4 cazzi che ogni 10 colpi si danno il cambio in modo da non venire. I primi 10 minuti solo dentro e fuori decisi, poi dovete sfondarla per 15 minuti e finite con 5 minuti di pompini con ingoio. Voglio sentirla urlare. –

 

 

Davide porta silenziosamente una sedia e delle corde di fianco la ragazza e poi si dirige alla porta.

 

Giulia non osa muoversi, nel silezio della stanza, di fronte quelle spie luminose accese indicanti che qualcuno la sta guardando, l’unica cosa che riesce a fare è prendere i lembi del miniabito per sfilarselo lentamente, rimanendo ancora una volta nuda di fronte ad uno sconosciuto.

 

Giusto in tempo, appena l’abito viene posato in terra, la porta si riapre e dietro a Davide compaiono in sequenza quattro uomini robusti, con solo un paio di boxer addosso sotto cui qualcosa di consistente stà rapidamente prendendo vigore.

 

Nessun saluto, nessuna presentazione, questi quattro uomini prendono Giulia per i fianchi e le gambe e ben presto, come fosse un vero e proprio giocattolo, si trova in ginocchio sulla sedia con il culo ben sporto verso le telecamere.
Mani, piedi e busto vengono presto legati rendendola praticamente immobilizzata e poi, sorridendo, i quattro si posizionano di fronte il suo volto.

I boxer vengono calati e tutti e quattro i cazzi si mostrano con prepotenza e vigore di fronte i suoi occhi.

Pochi attimi di questo spettacolo e con calma si posizionano tutti alle sue spalle mentre Davide li raggiunge con la telecamera portatile.

Giulia non ha quasi il tempo di rendersene conto ed il primo cazzo sfiora la sua figa madida di umori.
Non ci sono tanti convenievoli quando la cappella inizia a spingere per entrare.

L’uomo non intende fermarsi e sotto i primi lamenti della ragazza, il cazzo sprofonda in lei fino alle palle, fino a quando i due corpi non sono schiacciati tra loro .
L’uomo esce completamente, tiene con una mano il cazzo e con l’altra i capelli della ragazza e dopo aver sputato ripetutamente sulla cappella, questa volta affonda senza pietà.

Per 10 volte esatte, l’uomo ripete questa operazione entrando e uscendo completamente da Giulia.
La figa della ragazza non ha il tempo di adattarsi all’intrusione che si ritrova nuovamente vuota.
I gemiti iniziano a riempire la stanza quando anche il secondo uomo si presenta tra le labbra della figa con il cazzo.

Dopo che tutti e 4 sono passati a profanare quel buco, la ragazza crede di dover attendere il termine dei 10 minuti per passare al prossimo compito, invece, ben presto capisce che quello era solo l’inizio e gli uomini ripartono con il giro.

Quei cazzi affondano con sempre più forza, facendo così gemere Giulia in modo sempre più forte.

 

Al termine dei 10 minuti Giulia è rossa in volto, ha il fiato corto e la figa brucia anche se non smette un secondo di colare umori. Gli uomini invece, sembrano sovra eccitati, pronti a proseguire.

– Ora si fa sul serio – afferma il primo a dover eseguire il nuovo ordine.

Punta la cappella tra le labbra aperte di Giulia e quando affonda sotto il grido strozzato, la cavalcata che segue è a dir poco animalesca.
Tenendola per i fianchi, l’uomo la scopa con violenza inaudita affondando con forza per 10 volte prima di lasciarsi dare il cambio.

Anche sta volta la violenza non si risparmia.
La ragazza viene letteralmente sballottata su quella sedia, i colpi di reni contro il suo culo rimbombano nella stanza assieme ai continui gemiti. Addirittura per affondare con più forza, mentre avanzano con il bacino, attraggono la ragazza a sé trattenendola per i fianchi.

 

Da quanto viene presa con forza, riesce a venire per ben 2 volte, ma solo tra un cambio di cazzo e l’altro e quando il successivo entra in lei con forza, una scarica arriva dritta al cervello facendola letteralmente urlare.

 

Dopo 10 minuti di continua e costante scopata animalesca, gli uomini iniziano a risentirne con la crescente voglia di venire. Tutti sudati trattano la ragazza con più rudezza ma senza smettere di affondare in lei con forza per farla gemere costantemente.

Quando finalmente i 15 minuti si concludono, la figa di Giulia è un cratere che cola umori mentre la bocca viene presto invasa da quei quattro cazzi che uno dopo l’altro si fanno spazio tra le sue labbra per scaricarsi dopo poche pompate.
Per la prima volta si trova a bere la sborra di 4 uomini.

Anzi, per la prima volta viene scopata in quel modo da 4 uomini.
Tutto per lei è nuovo, come la voce che presto sente uscire dagli altoparlanti quando tutti e quattro gli uomini se ne sono andati stanchi ma felici.

– Complimenti Troia. Ti hanno aperto quella figa come si deve. – afferma la voce dello sconosciuto mentre Davide comincia a slegarla.

 

– Siediti sul bordo della sedia e fatti allargare la figa. – ordina la voce trasmessa dagli altoparlanti.

Giulia, tremante per il turbine di emozioni ed eccitazione costante che prova, con calma esegue l’ordine sedendosi sul bordo della sedia per poi spalancare le gambe.
Davide, sorridendo si avvicina e raggiunta la figa con entrambe le mani, inserisce senza riguardi due dita per allargarla.

– Di più! – ordina lo sconosciuto con voce carica di eccitazione.

Davide ridacchia guardando il volto di Giulia che mano a mano arrossisce sempre più e sprofondando in lei con tre dita per mano, con forza la allarga fino a quando un gemito acuto gli fa capire che è arrivato al limite.

Di fronte la telecamera, la figa della ragazza è spalancata al massimo e lo sconosciuto ansima nel microfono.

– Ora fatti legare a pecora con le ginocchia in terra e la pancia sulla sedia. – ordina con sempre manggior eccitazione.

Davide esegue l’ordine e senza esitazione posiziona la ragazza come richiesto legando le cosce alle gambe della sedia. Stessa sorte subiscono le braccia, poste dall’altro lato dopo aver spostato le tette fuori dal piano di seduta in modo che possano ballonzolare liberamente.

– La voglio vedere di profilo mentre le viene spaccato il culo – ordina ancora con sempre più arroganza e voce carica di eccitazione.

Davide ancora una volta esegue l’ordine ruotando la sedia in modo che la ragazza venga vista di profilo nell’obbiettivo delle telecamere.

– Ora ficcale il cazzo in culo. – è l’ordine che raggiunge anche le orecchie di Giulia e che come una scarica elettrica la pietrifica.

Sa esattamente a cosa stà andando in contro.
Sperava che il suo secondo rapporto anale iniziasse almeno in maniera dolce e delicata. Ma ormai è conscia di essere in balia degli eventi e si trova eccitata e quasi privilegiata a poter sottostare ad una condizione simile, di fronte a chissà quante persone che potranno presto godere delle sue urla e delle tette che ballonzolano libere ad ogni colpo di reni dell’uomo.

Davide si spoglia rapidamente dalla vita in giù, il cazzo è già duro ma Giulia non può vederlo e quindi tantomeno sapere quanto sia realmente dotato. Mentre lo sconosciuto padrone degli eventi, lui si che lo vede e sa esattamente a cosa Giulia andrà in contro.

– Voglio che si ricordi di questo momento per tutto il resto della sua vita. – afferma l’uomo tramite gli altoparlanti.

– Tu! Troia! Anche tu vuoi ricordarti di questo momento per tutto il resto della vita? – domanda ora rivolto a Giulia che suda vistosamente per l’agitazione.

– S… Si… – riesce ad affermare in preda al terrore misto all’eccitazione sempre più evidente mentre viene presa dolorosamente per i capelli da Davide.

– Allora spaccale il culo! – ordina ora, palesemente rivolto verso Davide.

L’uomo in questione non vedeva l’ora di un’opportunità simile e facendosi largo con il cazzo tra le chiappe di Giulia, raggiunge presto il suo ano.

Sputa diverse volte nel solco e con la cappella cosparge l’ano e il cazzo in modo che entrambi siano almeno parzialmente lubrificati.

Poi…. Spinge…

Fin da subito i gemiti di Giulia risultano acuti.
Il cazzo allarga le carni della giovane ed appena la cappella riesce a sprofondare dolorosamente in lei, i due si bloccano.

Giulia è visibilmente senza fiato e con la bocca aperta rimane in una specie di trans.
Davide aspetta qualche secondo che l’ano si adatti all’intrusione e poi, torna a spingere il cazzo stretto in quel piccolo foro.

– Sbattilo tutto dentro – è l’ordine che arriva dagli altoparlanti. Un ordine quasi urlato.

Davide sorride e quasi felice di quello che deve fare esce quasi completamente per poi affondare con violenza fino a quando il bacino colpisce violentemente il culo di Giulia.

Ci vogliono davvero pochi secondi e la ragazza dopo esser diventata quasi violacea in volto, urla con forza tutto il suo dolore.

 – Brava Troia. Ora fatti spaccare in due. – esclama lo sconosciuto attendendo che Davide esegua.

Felice del compito, senza nemmeno uscire da lei, Davide inizia a cavalcarla selvaggiamente.

Le vene sulle tempie e sul collo di Giulia sono notevolmente in rilievo. Lo sforzo è sovraumano, il dolore è forte e le manca visibilmente il fiato.
Non vuole però sottrarsi a tutto questo, anzi, non vuole che l’uomo smetta, vuole provare tutte queste nuove sensazioni che in fin dei conti si è andata a cercare.

Davide come un treno in corsa la monta con violenza.
Gode del suo culo stretto.
Gode dei suoi gemiti.
Gode a vedere la schiena che cavalca, inarcata e madida di sudore.
Gode a vedere il colorito rosso fuoco del buco che sta violentemente penetrando senza sosta.
Di fronte a tutto questo, per soddisfare le sue perverse fantasie, inizia a martoriare le chiappe della giovane con violenti e continui schiaffi.

La sculacciata è dolorosa, i colpi son dati con talmente tanta forza da spostare il dolore della ragazza su di esse.

Mentre Davide ansima dal godimento, Giulia è scombussolata e grida senza sosta mentre viene scopata e sculacciata duramente.

Quando finalmente l’uomo è al culmine, dopo aver assestato una decina di colpi brutali aggrappandosi con forza ai capelli di Giulia, esce dal culo pronto a scaricarsi.
Con due rapidi balzi si sposta di fronte la ragazza e dopo due colpi di mano, scarica tutta la sua voglia sul volto sudato.

Giulia ansima e riceve senza lamentarsi tutto il seme e quando finalmente inizia a riprender fiato, guardando in terra, nota una grossa chiazza di umori in corrispondenza delle sue cosce.

– La Troia è venuta due volte e non se ne è accorta? – domanda la voce agli altroparlanti.

– Ficcale in culo qualcosa di grosso. Non lasciare che si richiuda. – ordina ora a Davide facendo sbiancare ancora una volta la ragazza.

Viene preso rapidamente un vibratore di grosso diametro dal mobiletto su cui è poggiato il portatile e dopo averlo infilato in un preservativo, si presenta rapidamente tra le chiappe della giovane.
Le spinte sono davvero poche e quando quell’affare entra per quasi 30 centimetri in lei, la ragazza ancora una volta si lamenta con forza.

– Ti lamenti come una cagna in calore. – afferma la voce, mentre Giulia ansima forte di fronte quelle maledette telecamere e con quell’affare gigantesco che le sporge tra le chiappe in modo estremamente eccitante.

La connessione si interrompe.
Le spie delle telecamere si spengono.
Il portatile segnala che i crediti dell’utente sono finiti.

– Tranquilla. Qualche attimo e qualcun’altro si connetterà – afferma Davide riprendendo fiato, mentre controlla il numero di utenti che hanno visto la diretta.

– Sei famosa. – afferma sorridente.

– Ti hanno vista 140 utenti. Quasi un record. – afferma sorridente facendo arrossire ancora la ragazza.

 

Trascorrono pochi minuti prima di sentire un suono provenire dal portatile.

Davide apre il messaggio appena ricevuto e capisce subito che si tratta della “lista dei desideri”.

Giulia capisce immediatamente che la richiesta deve essere molto singolare, in quanto vede il cazzo dell’uomo ancora nudo, rizzarsi quasi istantaneamente.

– Questa è esagerata. – afferma l’uomo divertito.
– Chi decide cosa farti, ha comunque delle regole da rispettare e questo si capisce che non le ha lette – continua prima di digitare qualcosa sulla tastiera.

La ragazza non può sapere cosa ci sia scritto in quanto da quella posizione non vede il monitor del portatile. Non osa comunque muoversi, coscente di essere vista da chissà quante persone rendendola così, costantemente sovraeccitata.

Passano pochi minuti e dal portatile proviene ancora una volta il solito suono.

Questa volta, leggendo il messaggio, l’uomo sorride e sempre con il cazzo in piena erezione, afferma che può andare bene.

– Leggi – comanda divertito avvicinando il portatile a Giulia.

<< Orgia >>

 

Semplice, chiaro, diretto. Il messaggio fa spalancare gli occhi alla ragazza che ancora provata dalle performance precedenti, non sa cosa rispondere.

Davide esce qualche attimo dalla stanza e quando torna, entrano con lui i 4 ragazzi di prima più Luca.

Sono tutti nudi e presto si avvicinano a Giulia che inizia a tremare.

Bastano pochi attimi per slegarla e mentre viene alzata, il cazzo di chi l’ha presa tra le braccia si infila con rapidità nella sua figa.

Mentre l’uomo si siede con la ragazza infilzata su di lui, Davide ne approfitta vedendo la bocca aperta per respirare.

Nel momento stesso in cui il ragazzo si siede, Giulia si trova già con un cazzo in bocca e l’altro ben piantato in profondità nella figa. Le sue mani vengono presto direzionate verso altri due cazzi in piena erezione e mentre prende a segarli con vigore, una mano si posa sulla spalla e presto urla quando il fallo le viene rimosso con violenza dal culo.

Alle sue spalle sente la voce di Luca chiamarla.

 

– Troietta. Ti ricordi cosa ti avevo detto riguardo il tuo bel culetto? – domanda divertito.

Impossibilitata a rispondere, la ragazza accenna un breve assenso con il capo prima di sentire l’arnese dell’uomo appoggiarsi al suo ano.

– Ora è il momento di soddisfarmi – afferma Luca spingendo in lei senza remore.

Giulia si trova ben presto in un turbine di emozioni che la stordiscono al punto da avere la vista sfuocata e non sentire più i propri gemiti provocati dall’uomo dietro di lei che le spacca con forza il culo.

Come una vera e propria bambola gonfiabile, dopo la prima cavalcata di una decina di minuti, inizia a essere girata e rigirata cambiando continuamente cazzi da un buco all’altro.

La mezzora iniziale passa rapidamente per tutti, tanto che rimangono stupiti sentendo la voce proveniente dagli altoparlanti.

 

– A questa Troia, il cazzo piace da matti! – è la voce che esce eccitata dagli altoparlanti

Gli insulti si susseguono ma lo spettatore che domina la scena a distanza, non sembra intenzionato a cambiare alcuna direttiva e lascia gli uomini scoparsi liberamente Giulia.

L’unico ordine che viene ancora impartito e quello di ricoprire la ragazza di sborra.

Così accade, dopo quasi un ora di orgia, Giulia viene stesa in terra e tutti gli uomini si mettono attorno a lei a masturbarsi.

Uno dopo l’altro sborrano sul corpo della giovane per poi farselo ripulire dalla sua bocca che pare apprezzare la degustazione.

Una volta terminato, ansimanti gli uomini escono dalla stanza ad esclusione di Davide e Luca.

– Ma che brava Troia. Ora spalmatela addosso come una crema – è l’ultimo ordine impartito dallo spettatore prima che la connessione si interrompa.

Dopo che Giulia si è spalmata la sborra come richiesto, le luci della registrazione si spengono e Luca ridendo si avvicina.

– Ti sei divertita a quanto pare. – esclama l’uomo accovacciandosi a fianco la giovane.

– Ora però ti alzi, ti vai a lavare e poi andiamo a casa – conclude prima di rialzarsi e raggiungere Davide.

Nel bagno Giulia trova solamente un piccolissimo asciugamano ed una volta lavata, a fatica riesce ad asciugarsi in modo approssimativo.

Giunti in auto, mentre fatica notevolmente a sedersi a causa non tanto dell’essere ancora nuda, quanto per il culo martoriato, l’uomo si ferma a ridacchiare di fronte questa scena.

È piena notte quando l’auto giunge a poche decine di metri dalla casa di Giulia.
L’uomo però non si ferma come al solito di fronte il portoncino ma bensì ad una discreta distanza.

Silenziosamente lancia sulle gambe di Giulia un dvd.

– Qui troverai tutta la serata registrata in un bel filmino. – spiega Luca.

– In quanti mi hanno vista fare quelle cose? – domanda Giulia con una sorta di rimorso crescente.

– Lo so che hai goduto come una troia credendo che fossero in centinaia a vederti. – esclama ridacchiando prima di continuare.

– Mi spiace troietta. Ma era tutta una farsa. A parlare con la voce distorta è sempre stata la ragazza di Davide che si sditalinava come una pazza guardandoti – descrive sempre Luca sorridente.

Giulia sospira. Quasi si sente sollevata.

– Il video è stato distribuito solo a chi ha partecipato. Nulla di più. – conferma Luca risollevando così l’animo della giovane.

– Non per questo però, qualcuno mi vieta di farti scendere qui, nuda. – afferma sospirando e poi continua – Così ti fai una bella passeggiata che ti rinfresca la mente e il culo – conclude ridacchiando per poi aprire la porta di Giulia e spingerla quasi di forza giù dall’auto.

In fretta e furia, Luca, ridendo richiude la portiera e parte sgommando lasciandola in mezzo alla strada nuda.

Giulia rimane quasi sbigottita e si lancia in una corsa folle verso il portoncino di casa.

 

Il telefono suona in modo quasi fastidioso.

Giulia apre gli occhi a fatica, prende fiato, sbadiglia e quando si gira sotto le coperte, una serie di dolori alla schiena e alle gambe, le riporta alla mente cosa sia successo il giorno precedente.

Il cuore inizia a battere all’impazzata mentre gli occhi si spalancano di colpo, con una mano raggiunge la passera e con l’altra il culo. Si tocca, si massaggia e sente come sia irrimediabilmente provata dalle ripetute e prepotenti penetrazioni del giorno precedente.

Si alza faticosamente e raggiunto il telefono, quando il numero non compare sul display, non riesce a capire le emozioni che prova.

– Pronto – esclama quasi con voce rauca.

– La mia troietta preferita dormiva ancora ? – esordisce Luca dall’altro capo del telefono.

– Si – risponde con un notevole imbarazzo

– Ti è passata la voglia di cazzo ? O ne vuoi ancora ? – domanda l’uomo ridacchiando

– Sono abbastanza provata – risponde a fatica arrossendo vistosamente

– Non hai risposto alla mia domanda. Vorrai mica esser punita? – domanda cambiando tono

– No no… assolutamente. Ecco. Penso di si – risponde Giulia presa dall’agitazione.

– Molto bene. Anche se non sono proprio convinto tu sia del tutto soddisfatta. – afferma ridacchiando.

Giulia non osa ribattere, non sa cosa dire e dentro di se combatte tra l’eccitazione crescente e un imbarazzo e irrequietezza mai provato prima.

– Vedo che non rispondi. Quindi ho ragione. – fa una pausa in cui sospira rumorosamente – Ci vediamo tra due giorni. Fatti trovare a casa, passerò a prenderti nel pomeriggio –

Nessun saluto e come al solito la chiamata viene interrotta ancor prima che Giulia abbia la possibilità di capire cosa stia succedendo.

Quando guarda l’orologio, quasi non si stupisce sia già pomeriggio inoltrato.

Una certa fame l’assilla e raggiunta la cucina, si rende conto di dover necessariamente fare la spesa.
Ancor prima di pensare a cosa comprare, la voce di Luca le torna viva in mente, quasi come fosse affianco a lei che parla.
<< Da questo momento niente intimo fino a nuovi ordini >>

Indossato un lungo e leggero abito molto colorato, si infila nelle infradito e senza nemmeno pensare a cosa comprare, prende con se la borsetta ed esce di casa.

Il dubbio di trovare per strada o in qualche negozio, anche solo uno degli uomini che in questi ultimi tempi hanno potuto anche solo vederla nuda le crea una sorta di ansia crescente.

 

Al supermercato riempie il carrello quasi senza pensarci e giunta alla cassa, quando paga non controlla nemmeno il resto. Per assurdo, entrare in quel luogo senza alcun indumento sotto il vestito l’ha fatta sentire nuda come non mai. Forse perchè mai ha vissuto quel luogo, in quel determinato modo.

Tornata a casa, una senso di sollievo la invade, finalmente appoggia la spesa sul tavolo della cucina e con un mezzo sorriso, si sfila il vestito.

Il giorno seguente non esce nemmeno di casa passando la giornata tra il letto e il divano della sala.
Dedica un po di tempo per chiamare al telefono le sue amiche. Chiama anche qualche parente e quando si sente finalmente rilassata, accende la televisione per guardare un film d’azione.

Dopo una cena tranquilla, decide di andare subito a letto e la mattina seguente arriva in un lampo.

Quando il campanello di casa suona, sono le 15.35.
Il cuore di Giulia torna a battere all’impazzata e socchiudendo la porta di casa per guardare chi è, al cancelletto vede Luca.

Premendo un tasto, il cancelletto si apre e l’uomo la raggiunge rapidamente.

– Ciao bella troietta. – esclama sorridente l’uomo entrando con prepotenza in casa.

I due sono a pochi passi l’uno dall’altra. Lui vestito di tutto punto la guarda dall’alto in basso godendosi quanto sia provocante anche nuda.

– Andiamo in camera che ti vesto e partiamo. – afferma frettoloso mentre si dirige verso la camera da letto di Giulia.

 

L’uomo cerca a lungo prima di esser soddisfatto e lancia sul letto una minigonna di jeans e un leggerissimo top bianco.

– Ai piedi ti metti queste. – ordina indicando un paio di zeppe discretamente alte anch’esse di colore bianco.

Una volta vestita, guardandosi allo specchio, Giulia nota come sia “giusta” la lunghezza della gonna e di come il leggero top tenuto su da due sottili bretellime, mostri perfettamente le forme delle sue tette lasciandola poi nuda dall’ombellico in giu.

Messe le zeppe, Luca annuncia che possono partire.
Non le consente di prendere altro e usciti di casa, nasconde le chiavi vicino il portoncino.

– Entra in macchina troietta. – ordina ancora a Giulia mentre disattiva l’allarme dell’auto.

Stranamente l’uomo non la importuna, non la tocca e non la provoca in alcun modo.
Giulia ci rimane quasi male per questo cambiamento e lo guarda ripetutamente durante il viaggio per cercare di capire di che umore possa essere.

Ad un certo punto però, l’uomo sorride, rallenta e si ferma in una piazzola di sosta.
Prende il telefono dalla tasca, lo sblocca e composto un numero, preme il tasto verde.

– Prendi, parla tu – ordina a Giulia porgendole il telefono.

Stupita, prende il telefono tra le mani e lo porta all’orecchio.

– Digli che sei la mia schiavetta e che vuoi sapere se gli va di scoparti il culo adesso – dice quasi di un fiato, poco prima che dall’altra parte della cornetta una voce giovane risponda.

Rossa, carica di imbarazzo e quasi terrorizzata, si sente sovraeccitata mentre in testa si domanda che fine farà con quest’uomo seduto affianco a lei.

– Ciao. Sono la schiava di Luca…… – fa una pausa in cui prende un grosso respiro – volevo sapere se ti va di scoparmi il culo –

– Quando ? – risponde il ragazzo dall’altro capo del telefono.

– Adesso – riesce a rispondere con la voce che diventa rauca.

– Vieni. Ti aspetto – conclude chiudendo la chiamata

– Allora ? – domanda Luca riprendendo possesso del telefono.

– Ha detto che va bene – risponde Giulia ad occhi bassi e rossa come un peperone.

Luca sorride, ingrana la marcia e riparte.

– Sei deciso a farmi fare la troia con tutti ? – domanda con un misto tra terrore e imbarazzo.

– Mai e poi mai. – risponde l’uomo sorridendo rivolto verso di lei – Ma il tuo culetto è da allargare – conclude ridacchiando.

Arrivati a destinazione, entrambi escono dall’auto e raggiunta una piccola villetta, alla porta trovano un ragazzo sui ventitre-ventiquattro anni che li attende.

– Ciao Luca – esclama il ragazzo prima di raggiungere Giulia

 

Non la saluta nemmeno e mentre una mano le si infila sotto la gonna, con l’altra le abbassa volgarmente il top scoprendo le tette mentre sono ancora a lato strada.

 

 

 

– Allora non stavi scherzando l’altro giorno. – esclama il ragazzo che infoiato le palpa culo e tette con foga.

 

– Ti sembro uno che scherza? Perchè ti avrei portato nel retro con Giuliano e Massimo a parlarne? – domanda Luca divertito dall’esclamazione e da come si sta comportando il ragazzo con Giulia.

– Quindi non ne dobbiamo far parola con nessuno. – risponde guardando Giulia negli occhi mentre infila un dito tra le chiappe per raggiungere il buchino posteriore.

– Vedo che ci siamo capiti e sopratutto dovete stare ai patti o la porto via subito. – afferma staccando la ragazza dall’uomo come a dimostrare che è sua proprietà.

– No no, tranquillo, venite, entriamo. – risponde prontamente avanzando verso la villetta.

– Ma non doveva esserci solo lui? – domanda Giulia rivolgendosi a Luca che la sta spingendo in direzione del ragazzo.

– Sei tu che hai capito male sai? Io ti avevo detto, di chiedergli se gli andava di farti scopare il culo.- fa una pausa e dopo uno sculaccione prosegue – Sei tu che hai capito male. – afferma mentre varcano la soglia di casa.

Con i vestiti ormai quasi del tutto arrotolati che lasciano in piena mostra ogni intimità, Giulia si trova presto di fronte 3 ragazzi più o meno della sua età che la fissano senza ritegno.
Si imbarazza, le guance si arrossano, gli occhi iniziano a lacrimare dall’emozione e le orecchie fischiano per la pressione sanguigna che sale improvvisamente.

Luca posto alle sue spalle, non attende oltre e chiusa la porta d’ingresso le sfila dalla testa il corto top stropicciato e dopo aver aperto la gonna, la fa cadere in terra per poi requisire anche quest’ultima assieme alle zeppe bianche.

Nessuno parla, nessuno si muove.
I tre ragazzi sono palesemente eccitati e imbarazzati al contempo per questa situazione sicuramente surreale che gli sta capitando.

A rompere le acque a questo punto, ci pensa Luca che con un forte sculaccione seguito da un energico spintone, lancia praticamente Giulia tra le braccia dei tre.

– Vai a farti rompere quel culo da troia. Muoviti – esclama con voce accesa.

Questo segna il via ed i tre ragazzi ben presto diventano invadenti con le mani toccandola ovunque.
In pochi attimi si ritrova presa di peso e portata in camera da letto.

Ha davvero poco tempo per ragionare, perchè il primo dei tre, abbassandosi rapidamente i calzoni, dopo averla messa a novanta sul letto ma con le gambe che poggiano ancora in terra, sputa ripetutamente tra le sue chiappe e poi, il cazzo duro si fa strada tra esse.
Questione di pochi secondi, ancora qualche sputo ed il cazzo e l’ano di Giulia sono lubrificati ed a contatto.

Una spinta.
Giulia digrigna i denti.

Seconda spinta.
Giulia prende un grosso respiro.

Terza spinta e la cappella entra in lei.
Trattiene il fiato.

Quarta spinta e il cazzo si conficca fino alle palle dentro di lei.
Ora Giulia non conta più le spinte.

Sente solo più questo cazzo che la sbatte con foga, la fa ansimare, godere e dolere allo stesso tempo.

Mentre il letto cigola ritmicamente,  il rumore dei due corpi che si colpiscono dopo che il cazzo affonda nel culo rimbomba nella stanza.

Gli altri due ragazzi sono presto nudi con le erezioni ben visibili a pochi metri da lei.

Luca invece rimane in disparte, con le braccia conserte a guardar con interesse la scena.

Dopo una sempre più frenetica cavalcata, il ragazzo si toglie da lei senza venire ed ancora eccitato.
Giulia sente un vuoto, quasi come un grosso cratere posizionato al posto del culo. Ma ha poco da pensare e un’altro dei ragazzi affonda senza esitazione in lei.

La scena si ripete anche con il terzo.

Tutti e tre eccitati, si danno periodicamente il cambio cavalcandola come degli indemoniati.

Trattenuta per i fianchi e bloccata contro il bordo del letto, è costretta a ricevere per intero quei cazzi che uno dopo l’altro la stanno allargando all’inverosimile.

Urla, geme, miagola, si aggrappa con le mani alle lenzuola tirandole a se.
Suda, respira con affanno e tiene gli occhi chiusi mentre la bocca rimane spalancata in cerca di aria.
Tra le gambe si accorge di sentire un piacere crescente dovuto a quel culo che le sta dando sensazioni mai provate in vita sua.

Quanto vorrebbe che uno di quei ragazzi affondasse nella sua figa madida di umori.
Le basterebbe anche solo qualche colpo ben dato o una mano che affondi in lei, ma non osa chiederlo. Non sa cosa potrebbe succederle ancora o come potrebbe reagire Luca e per questo non osa nemmeno toccarsi da sola.

 

Immersa in tutte queste emozioni e pensieri, non si rende conto del tempo che scorre.
Non sa per quante volte si sono dati il cambio nel suo culo che brucia come un fuoco acceso.

Sente i suoi umori colare lungo le cosce.
Sente una voglia quasi incontenibile di godere.

Ma poi, tutto questo finisce quando uscendo da lei, il ragazzo la trascina in ginocchio giu dal letto.

Tutti e tre sono di fronte il suo volto.
Tutti e tre si menano ferocemente il cazzo duro.

Giulia apre la bocca e quando tira fuori la lingua, quasi in simultanea, i tre le imbrattano il volto, i capelli e le tette di sperma.

Uno dopo l’altro, Giulia li prende tra le labbra e ne ripulisce minuziosamente ogni cappella dai residui di sperma.

Non si pulisce.

 

Sorride rimanendo in ginocchio con il culo che le brucia.

Anche i tre ragazzi sorridono.

Luca si avvicina e le porge un fazzoletto.

– Pulisciti che andiamo – ordina buttando in terra di fronte a lei i vestiti e le zeppe.

Pulita alla meglio e rivestita di fronte ai tre ragazzi ancora nudi che la fissano, vorrebbe fermarsi, vorrebbe sedersi sul letto, allargare le cosce e chiedere di essere scopata come prima anche nella figa.

La voce di Luca però, la riporta alla realtà e quasi di scatto, segue quell’uomo che la richiama a se.

Non si salutano.

Nessuno saluta nessuno e Luca con Giulia, dopo esser risaliti in auto, partono sgommando.

 

 

– Scommetto che ti è piaciuto – commenta Luca posando qualche istante una mano sulla sua coscia.

– Si – riponde la ragazza sottovoce.

– Scommetto anche che vorresti un premio per tutto questo – continua l’uomo con tono divertito.

– Si – risponde ora con le guance arrossate.

– E che premio vorresti ? – domanda rallentando l’andatura dell’auto.

Giulia sa cosa vuole.

Vorrebbe rispondere ma fatica.

Poi si convince.

– Ti andrebbe di scoparmi ? – domanda la ragazza sottovoce, quasi come se lei stessa si reputasse un semplice oggetto.

Luca sorride.
Non risponde ma innesta la freccia della vettura e svolta in un piccolo parcheggio.

Ci sono svariate macchine posteggiate e dopo qualche manovra, porta l’auto nel primo parcheggio libero più vicino possibile alla strada.

 

Spento il motore, Luca si volta verso di lei ed infilata una mano tra le cosce, le carezza la figa che ormai cola di umori.

– Vorresti che ti fotto questa? – domanda sorridente.

Questa volta Giulia non parla ma fa solo un assenso con il capo.

– Allora scendi dall’auto. – ordina l’uomo con tono duro mentre ritrae la mano.

I due scendono con calma e dopo che Luca l’ha raggiunta, si spostano sotto la luce gialla di un lampione.
L’uomo la squadra da testa a piedi, la fa voltare e presa la gonna dai fianchi, forza verso il basso fino a quando lo spacco delle natiche non esce di qualche centimetro allo scoperto.

Stando sempre dietro di lei, si avvicina all’orecchio.

– Ora vai sul marciapiede a fare autostop per farti portare di fronte il supermercato dopo casa tua. –

Fa una pausa in cui guarda la ragazza agitarsi e respirare sempre più rapidamente

– Sali in macchina solo se è un uomo. –
Ordina mentre le carezza il capo.

– Digli che si è rotta la centralina elettronica dell’auto e il meccanico non arriva prima di domani. –
Questa volta le carezza un fianco, godendo della pelle d’oca che sente sotto il palmo della sua mano.

– Quando ti sarai seduta in auto, non dovrai mai chiudere le cosce. Per nessun motivo.-
Conclude allontanandola con uno spintone prima di dirigersi nuovamente in auto.

 

– Vi seguirò a debita distanza –
Tranquillizza la ragazza mentre apre l’auto.

Giulia si incammina verso la strada come un automa e quando sente chiudersi la portiera di Luca, si domanda ancora cosa stia facendo qui con questo sconosciuto. Eppure, ripercorrendo le ultime settimane e tutte le cose che ha affrontato, la intriga questo compito tanto imbarazzante e pericoloso.

Giunta sul marciapiede ha il cuore che batte a mille e sa che se non tirerà fuori il pollice, qualcuno potrebbe scambiarla per una prostituta vestita in questo modo e a questa ora tarda.

Le macchine sfrecciano veloci, ma dopo pochi minuti, qualcuno la nota e nell’auto che si ferma di fronte a lei c’è un uomo.

Piegandosi in direzione del finestrino, Giulia sa perfettamente che così mostrerà un’ampia panoramica delle sue tette all’uomo che ha di fronte. Ma per poterci parlare, non ha altre scelte, ammenoché flette le ginocchia mostrando così all’uomo il suo frutto proibito e carico di voglia.

– Ciao signorina. Hai bisogno ? – domanda l’uomo con voce di chi è decisamente maturo.

Guardando nell’abitacolo, si rende conto che l’uomo stempiato e vestito in modo trasandato ha passato probabilmente la 60ina .

– Si! Avrei bisogno di un passaggio! – afferma sforzandosi di sorride nonostante il crescente imbarazzo
– Si è rotta la centralina elettronica della mia auto ed il meccanico non riuscirà a venire prima di domani. – conclude cercando di immedesimarsi nella parte.

– Grossi guai – afferma l’uomo senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla scollatura
– Allora sali che ti accompagno dove vuoi – conclude allungandosi per aprirle la portiera.

– Grazie mille – esclama Giulia in un misto di terrore ed eccitazione mentre si accinge ad entrare.

La luce dell’abitacolo accesa lascia una nitida visuale di Giulia che come ogni volta indossa la gonna, prima si siede nell’abitacolo e poi, porta le gambe al suo interno, così da mostrare il meno possibile.
Il problema, è che così facendo, per via della gonna già abbassata oltre il livello vita, nel momento in cui si siede, una molto più ampia percentuale dello spacco tra le sue chiappe si mostra all’uomo alla guida.

Così, quando la ragazza si sistema tenendo le cosce larghe come ordinato da Luca, chiude la portiera e si volta verso l’uomo per ringraziarlo ancora, .i due si trovano quasi pietrificati a guardarsi a vicenda per le emozioni provate.
L’uomo ovviamente si rende conto della intraprendenza di questa ragazza che oltre girare poco vestita di notte, non porta nemmeno le mutandine.

Giulia dal suo canto, si rende perfettamente conto della visione che ha appena regalato di se stessa e trema per cosa potrebbe succedere ora.
Quando l’auto parte, in cuor suo, spera che Luca sia dietro di loro, pronto ad intervenire nel caso la situazione degeneri.

– Devo ammettere che sei…. come dire…. notevole – afferma l’uomo alla guida sbirciandola di tanto in tanto.

– In che senso ? – risponde Giulia pur essendo sicura a cosa alludesse l’uomo.

– Nel senso…. – prende tempo per respirare e pensare – Nel senso che una ragazza come te che fa autostop a quest’ora, non è da tutti i giorni trovarla. – conclude fissandole qualche istante le cosce aperte come ordinato da Luca.

Pur terrorizzata, Giulia è eccitata a tal punto da desiderare ardentemente sapere come andrà a finire questa situazione.

– Non è colpa mia se si è rotta l’auto e sono talmente lontana da casa da non conoscere praticamente nessuno in questo posto – afferma sospirando e inarcando il petto per stiracchiarsi sul sedile.

L’uomo ovviamente non perde nemmeno un istante della scena, anche quando Giulia spiega la strada da percorrere, ne approfitta per poterla guardare meglio con la scusa di ascoltare le indicazioni. Ma quando ripercorre la frase detta dalla ragazza, ha quasi un colpo al cuore capendo che qui è da sola e chissà da quale lontano posto arriva.

Occasioni simili, non capitano tutti i giorni.
Si ripete l’uomo nella testa sforzandosi di cogliere quest’occasione.
Il cazzo che si fa strada tra le sue gambe, quasi senza accorgersene, detta le parole che come una registrazione che lui stesso ascolta, usciranno dalla sua bocca.

– Non è colpa tua se si è rotta l’auto.- fa una pausa in cui sospira – Ma sicuramente è colpa tua se giri con solo quei due straccetti addosso e niente sotto. –

– Scusa ma…. – cerca di dire Giulia, presa dal panico, prima di esser zittita.

– Scusa niente! – blocca così la ragazza posando subito dopo una mano sulla sua coscia, proprio alla fine della corta gonna.

– Il passaggio alle mie condizioni. – afferma senza lasciar parlare la ragazza e iniziando a risalire con la mano.

– Se non vuoi così, hai solo da scendere – decreta poco prima di raggiungere con la mano la passera carica di umori.

Giulia stringe i denti, chiude gli occhi e sospira quando le dita iniziano a salire e scendere lungo le grandi labbra gonfie di desiderio. Di fronte questa scena, l’istinto le dice di chiudere le gambe e buttarsi giù dall’auto, ma per colpa della voglia che ha di venire, si trova ad aprirle ancora di più.

L’uomo quando capisce la sua disponibilità, fa per accostarsi, ma Giulia lo ferma.
– No! Se vuoi… così… ma se ti fermi scappo! – risponde in preda alla voglia, sicura che se i due si fermano, Luca penserà al peggio.

 

– Che troia. Allora tira fuori quelle tette! Alza quella cazzo di maglietta! – ordina l’uomo rapito dall’eccitazione, prima di strattonare la gonna per scoprire il pube depilato di Giulia.

La ragazza non attende oltre e con occhi chiusi alza il corto top scoprendo le tette che l’uomo prende di mira con la mano.
Le strizza, torce i capezzoli, le schiaffeggia e poi torna tra le gambe più deciso.
Questa volta la penetra con due dita.

– Troia! Vuoi godere? – domanda l’uomo sditalinandola senza smettere di guidare.

– Si . Ti prego – risponde in preda all’eccitazione.

– Allora succhiamelo – ordina staccando la mano da lei per aprirsi i pantaloni.

Senza pensarci oltre, anche Giulia si fionda tra le gambe dell’uomo ed aperta la patta, estrae un cazzo nemmeno troppo grosso ma di bell’aspetto.
Non attende oltre e lo prende in bocca.

– Ahhh siii… succhiamelo – ordina alla ragazza spingendogli la testa verso il cazzo.

Giulia succhia con foga mentre la lingua si muove all’impazzata, ma nemmeno un minuto dopo, sente lo sperma riempirle la bocca.
Fa per togliersi, ma l’uomo la spinge ancora più giu, fino a quando il cazzo non le finisce in gola.
Non potendo fare altro, inghiotte.

– Brava puttana – esclama l’uomo soddisfatto, mentre la lascia risalire.

Quando Giulia si volta verso la strada, nota che ormai sono arrivati a destinazione.

– Ciao puttana – è il saluto che riceve dall’uomo con il cazzo ancora fuori dai pantaloni, prima di esser sbattuta quasi di peso giù dall’auto, ancora con le tette e la figa di fuori.

Il supermercato è di fronte a lei, chiuso.

In questa strada non passa quasi mai nessuno di notte, quindi con calma respira, cercando di riprendere possesso di se stessa.

– Che troia – sente dire da Luca che la sta raggiungendo a piedi con passo lento.

Con la bocca che sa ancora di sborra di quello sconosciuto, non resiste più.
Lentamente si posiziona a pecorina a lato strada, poggia il viso sull’asfalto e con le mani raggiunge le cosce. Le dita raggiungono la figa colante umori e dopo averla aperta in direzione di Luca, dalla bocca di Giulia esce una frase che mai avrebbe pensato di dire.

– Sono una lurida troia. Sono la tua troia ma ti prego scopami qui, adesso. Se vuoi spaccami la figa, sfondamela, ma scopami che non resisto più. –

A quelle parole, Luca non resiste oltre ed in mezzo alla strada si tira fuori il cazzo e senza esitazione si pianta in lei con violenza.

 

Giulia si sveglia nel suo letto e aprendo gli occhi si sente strana.
Appena le narici sentono la puzza di sborra che ha su metà del suo corpo, tutto le torna chiaro in mente e voltandosi, affianco a lei trova Luca, ancora addormentato e nudo.

Ora ricorda di esser stata scopata in mezzo una strada.
Ora ricorda di tutto quello che ha dovuto passare prima di quell’evento, ma si ricorda anche che dopo è stata trattata come una principessa.
Si ricorda perfettamente le carezze dell’uomo.
Si ricorda la gentilezza nel prenderla in braccio, sfatta dai tre orgasmi provati durante quella scopata. Depositata sul sedile del passeggero, Luca con gentilezza l’ha rivestita, le ha asciugato il viso madido di sudore e poi l’ha portata a casa.

Alzandosi dal letto, si rende conto di aver ancora indosso il top e la gonna con cui ha vissuto quella serata folle. Pensa che probabilmente questi vestiti li incornicerà e se qualcuno le chiederà il perchè vedendoli, dirà : solo chi era presente potrebbe capire.

Mentre è diretta in bagno, si rende conto di quanto il culo le bruci ancora, mentre invece la figa sembra quasi darle sensazioni di piacere.
Giunta in bagno, si spoglia, si guarda allo specchio e poi apre l’acqua della doccia.

Conclusa la doccia, dopo essersi avvolta nell’accappatoio, torna in camera da letto trovando Luca ancora addormentato profondamente.
Le coperte sono arrotolate al fondo del letto e tra le gambe dell’uomo, Giulia nota una prepotente erezione.
Sorridendo, lascia cadere l’accappatoio in terra e con in capelli ancora bagnati, si avvicina all’uomo.

Delicatamente, con lentezza e dolcezza impugna quel membro che l’ha fatta godere tanto e dopo averlo scappellato, lo prende in bocca.
Il pompino che segue, risveglia Luca quasi con dolcezza.
Dopo un lungo sospiro, la mano dell’uomo carezza la testa della ragazza che sale e scende con le labbra sulla sua asta. Sorride e chiudendo nuovamente gli occhi, si gode questo risveglio inusuale.

Bastano pochi minuti e quando Luca ansima e inizia a spruzzare, Giulia non ne perde nemmeno una goccia e beve tutto continuando la pompa fino a che il cazzo non si ammoscia.

I due si guardano sorridenti.

– La tua troia ha superato gli esami? Sono pronta ? – domanda Giulia senza staccare la mano dal cazzo.

– Si. – risponde con un sorriso.

 

 

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