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Erotici Racconti

Né dubbi né sospetti

By 30 Novembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Ho incontrato Giovanni dal momento che non ci vedevamo da oltre ben dodici mesi, vale a dire dall’estate scorsa quando ci siamo conosciuti durante una vacanza al mare. In quella villeggiatura ci siamo visti solamente quattro volte, alla fine del mio soggiorno per l’appunto, giacché l’ultima volta lui m’ha lasciato veramente il segno. In quell’occasione, invero, Giovanni m’ha procurato un orgasmo sconvolgente, azzarderei esprimere sconcertante, una situazione e uno stato d’animo interiore che non avevo giammai misurato né provato prima d’allora, per il fatto che lui m’ha lasciato manifestamente per più di quindici minuti affannata, sfibrata e tremante, in preda a continue palpitazioni prima che io potessi riprendere completamente tutte le mie funzionalità.

Sarà stato l’ambiente, l’occasione, il momento, la sua capacità, le sue doti, le sue qualità, dato che soltanto io sono in grado di dirlo apertamente e innegabilmente. Il fatto è che m’ha condotto in una tempesta continua, mi ha scosso cagionandomi spasimi di godimento e di piacere impensabili, in quanto si è prolungata parecchio più del solito e con un’efficacia e un’intensità al limite della sopportazione. E’ vero che era il centro della notte e che la notte era piuttosto rovente, tenuto conto che c’era la luna piena e che l’acqua del mare sul bagnasciuga era tiepida, era comprovato che sentivo la sabbia scorrermi lungo la schiena in sincronia con l’andirivieni delle onde, che Giovanni era delicato e affettuoso quando si spingeva dentro di me con lo stesso ritmo dell’onda. Io ho avvertito perfino il sopraggiungere del suo piacere, proprio mentre cominciava il mio, poiché quella conclusione era stata inaspettata anche se molto desiderata e in aggiunta a ciò c’era un po’ d’ansia e di palpabile timore sulla possibilità che venisse qualcuno scoprendoci anche se era già notte fonda.

A dire il vero c’era la curiosità e la stranezza della novità, è vero che si diffondeva e si percepiva nettamente il dispiacere e la tristezza, dal momento che la vacanza stava per terminare, perché era autentico che c’era un sentimento di rivincita per una relazione che si era da poco interrotta in modo scioccante, anzi, aggiungerei traumatico, ma era persino vero che c’era una stagione odorosa dato che ci trovavamo nella pineta immersi in compagnia di quei giganteschi pini marittimi che digradavano maestosi dalla collina alla spiaggia, nondimeno tutto ciò non pareva adeguato ad avvalorare quanto Giovanni avesse scatenato in me per quell’occasione.

Io ne sono uscita incontestabilmente sconvolta e spaventata, giacché Giovanni mi sorrideva e mi diceva di non preoccuparmi oltremodo, eppure io sono fuggita correndo a piedi nudi lungo la riva un po’ confusa nella corsa, perché indebolita e sfibrata da quell’esperienza. Giovanni non m’ha inseguito, lui è rimasto forse sorpreso da questa reazione, io ho preso il battello presto la mattina senza rivederlo, però il segno è rimasto eccome. Per tutto questo tempo, io non ho fatto altro che ricordare di frequente quella vicenda tutte le sere prima d’addormentarmi, non ho fatto altro che pensare a Giovanni, tenuto conto che non sapevo né il cognome né l’indirizzo, dal momento che non avevo riferimenti d’alcun genere. L’eccezionale esperienza vissuta forse non era stata merito suo, tuttavia dell’accavallarsi e del sovrapporsi d’una serie di condizioni particolari, o forse era stata la conseguenza d’un mio nuovo modo d’essere e di propormi, una mia crescita fisica e psicologica interiore, che d’ora in poi m’avrebbero concesso questo dono esistenziale.

Io mi sono messa seriosamente e indubitabilmente alla prova con l’ex compagno di lavoro, visto che lui m’assillava ossessionandomi da tempo da quando sono ritornata nubile, cosicché mi sono lasciata totalmente acciuffare a casa mia, abbandonandomi con tutta la buona volontà che potevo mettere in campo per accettarlo. Lui si è dato molto da fare per non essere brutale né malvagio, per soddisfare più me che sé stesso. Lui ha fatto scorrere il suo cazzo granitico attraverso quella lussuriosa fenditura e poi nella valle tra quei sodi seni, pure tutto questo Giovanni non me lo aveva giammai realizzato. Lui m’ha penetrato con garbo e senza prepotenza alcuna, dato che questo lo aveva messo in pratiche pure Giovanni, successivamente ha tentato di perseverare affliggendosi manifestamente cercando di potenziare il mio naturale piacere, considerato che in ultimo m’ha provocato incontestabilmente e innegabilmente quel poderoso orgasmo, malgrado ciò non così febbrile come quello di Giovanni, al contrario, assai meno efficace e incisivo, direi abbastanza fiacco e sottotono. Lui ha intuito molto bene cogliendo sul mio volto di gran lunga l’amarezza, decisamente la delusione e palesemente l’insoddisfazione, lui ha capito di non avere futuro e non ha più cercato di vedermi, viceversa, Giovanni &egrave ripiombato nella mia vita in maniera così inaspettata, inattesa e azzarderei esprimere persino irruenta.

Io mi trovavo in ospedale per svolgere il mio lavoro, quando mi sono quasi scontrata con lui che veniva a visitare un parente ricoverato in questa città, in quest’ospedale per una terapia alquanto particolare. Questa coincidenza doveva essere un’avvisaglia o un segnale del destino, un incontro così fortuito, a tal punto improbabile, talmente impossibile da prevedersi. Il cuore ha cominciato a battere molto velocemente, lui m’ha sorriso, io gli ho sorriso, poi via di corsa abbandonando il lavoro a metà con la scusa di un’improvvisa indisposizione dopo un saluto veloce al suo parente ammalato. Rapidamente, via di corsa in un volo quasi nuziale fino a casa mia, poi la fretta nel toglierci i vestiti di dosso, l’impazienza, l’impulsività e la precipitazione di compenetrarci con un desiderio animalesco senza eguali e senza parlare, lanciando comunicazioni unicamente attraverso la nostra pelle, il suo cazzo eretto e la mia pelosissima bionda fica grondante pronta ad accoglierlo amorevolmente. E’ stato un appuntamento profondo, scivoloso, direi veramente intimo e sublime, lui ha cominciato a godere riempiendomi di profumi e di pulsazioni.

Io ho cominciato a godere, contraendo i miei spasimi attorno al suo cazzo stringendolo forte a me, dal momento che il crescendo è stato formidabile, grandissimo, quasi sconcertante con gli spasimi acuti e prolungati che sperimentavamo. Io in quel preciso istante e da quegli atteggiamenti esclusivi avevo potuto riconoscere Giovanni, perché era stato totalmente suo il merito, non della casuale e occasionale coincidenza di situazioni favorevoli e propizie, ma era stato lui ad essere indubbiamente irresistibile, magico, a dir poco straordinario.

Da questo momento, difatti, posso tranquillamente affermare, dichiarare e manifestare giustamente e lealmente senza ombra di dubbio, che può essere soltanto lui il mio beneamato e diletto uomo.

{Idraulico anno 1999}  

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