Skip to main content
Erotici Racconti

Occorrenza d’averti

By 16 Novembre 2019Febbraio 13th, 2023No Comments

E’ una notte insonne quella che sto attraversando, insolitamente dinamica e inspiegabilmente operosa, dal momento che il tempo necessario per dimenticarti è diventato costantemente un desiderio dilatato di rivederti, perché è inutile il tentativo di cancellare tentando di depennarne i ricordi. In questo momento mi trovo qua in questo letto con la persona sbagliata al mio fianco nel pensare al domani, ebbene sì, un mese per dimenticarti, parecchi giorni sofferti, numerosi cambiamenti d’umore improvvisi, quei viaggi distanti per creare aizzando e sperimentando arrischiando di plasmare un vuoto incolmabile. 

Io ho fortemente auspicato ed energicamente sperato che la distanza potesse aiutarmi per dimenticare il nostro sbaglio, invece quest’oggi mi ritrovo ancora più appassionato, elettrizzato, entusiasta e pieno di te, in quanto domani ti rivedrò nel nostro talamo nascosto da tutto e da tutti, giacché il pensiero corre rapidamente su come vorrei vestirti e in ultimo averti. Nel frattempo percorro la sottile linea dell’erotismo e facilmente sconfino in quello del porno, per il semplice fatto che i miei pensieri avanzano velocemente sulla tua pelle come le mani, mentre prevarica in modo accalorato il desiderio legittimo dell’attesa. Mi ritrovo sennonché nel pensare al tuo corpo, cerco di ricordare tutti i suoi lineamenti, il tuo modo di spogliarti, le movenze al contatto della mia pelle, i sospiri, i gemiti lanciati al vento nel momento dell’estasi, giacché sono minuti interminabili che scandiscono la mia notte. Provo ad allontanare il mio desiderio d’averti cercando un sonno ristoratore, ma inevitabilmente i miei pensieri tornano sul tuo corpo e immancabilmente escogiterò concependo il domani. 

Tu sei vestita con una gonna per farmi piacere, di sotto in verità poco o niente e quel poco infinitamente erotico è quel perizoma nero che tu ami, in quanto è qualcosa di trasgressivo per sorprendermi. Chissà, se anche tu sei sveglia nel letto nel pensare domani a noi due. In quell’istante ritorno verso il tuo corpo e penso ai tuoi seni, essi sono talmente morbidi mentre ripenso a quante volte le mie labbra vi hanno giocato, a quante volte t’ho fatto sobbalzare stringendoli tra i miei denti per poi leccarli con dolcezza, come per guarire una ferita mai risanata. Chissà, se in questi quaranta giorni hai sofferto come me, perché queste feste di gioia per me sono state terribilmente deprimenti e frustranti. 

Adesso eccomi di nuovo sul tuo corpo, poiché vedo le mie mani accarezzare le cosce e salire, i foltissimi peli scuri collocati là a difesa del tuo inguine, giacché ogni volta mi ricordano quale sia il tuo colore naturale, poi il calore della tua fica che mi esplode in bocca, le polpose labbra che s’ allargano per ricevere la mia lingua e i fluidi che spudoratamente mi sbattono contro. Ho provato a dimenticare il tuo viso e il tuo magnetico e dirompente sguardo, invece mi ritrovo a sentire le tue labbra strette sul mio cazzo, come se tu fossi qui in questo momento, la passione dei tuoi movimenti, la maestria del tuo tocco, i fermi e le partenze improvvise, le tue mani che graffiano la schiena, lo sguardo impudico e lussurioso che mi trafigge mentre mi senti esplodere in te. Una gatta, sì ecco, uno splendido felino, per il fatto che ho cercato di dimenticarti, ho tentato d’allontanare quei giochi proibiti nella mia notte insonne. 

Dopo torno ai nostri corpi uniti, percorro con eccitazione il momento della penetrazione, la carne bollente che s’unisce, i tuoi muscoli vaginali che mi stringono, le mie spinte poderose per lenire i miei sensi di colpa, i nostri baci, le nostre promesse che non potranno mai essere mantenute né rispettate. Io affondo il mio desiderio nel tuo corpo per quel poco tempo che posso scarico tutta la mia rabbia per questo rapporto fuori dalle regole, una violenza sessuale consumata con il tuo benestare. Quante volte, invero, abbiamo provato a lasciarci e quante volte ci siamo sentiti più concordi e più uniti nel rincontrarci. Come sempre mi dai tutto di te, giacché aspetti che io consumi le mie energie per poi agguantarmi e sopraffarmi come più ti piace, mentre esausto e steso in quel letto disfatto le tue mani cercano i miei punti più delicati, la tua bocca segue il mio corpo e di nuovo s’impossessa del mio cazzo per riportarlo a una vita nuova, poi come sempre, quando la linfa vitale torna in me, tu mi vieni sopra e cominci a metterti nella posizione a modo di smorza candela incredibile. 

I tuoi movimenti decisi e flessuosi m’inebriano, io mi lascio trasportare dal tuo desiderio, in modo inerte ti guardo mentre stravolta chiudi gli occhi e cominci a cavalcarmi come una giumenta ammattita. In quel momento percepisco d’essere un oggetto tra le tue mani e mi rendo conto di quanto sono fortunato, guardo il tuo viso che si trasforma avvicinandosi al godimento, mi rendo conto di quanto sei bella, le piccole rughe che si creano attorno agli occhi chiusi sono in effetti l’unico segno del tempo che passa indelebile. I tuoi lussuriosi e intemperanti ritmi ottengono l’effetto desiderato, libera da ogni vincolo emetti il tuo ruggito di leonessa felice e vincente, mentre io per l’ennesima volta libero il mio sperma dentro il tuo corpo ansimante, dopo quelle dita tra i capelli si esibiscono in una carezza struggente, quei baci leggeri, i giochi maliziosi nell’attesa d’un divenire, intanto che le forze lentamente tornano e il tempo stesso che velocemente fugge. Queste sono carezze languide, frasi sorridenti, in quanto è un momento d’estasi totale.

Io m’alzo e vado in bagno, chiudo la porta e lenisco il mio desiderio di te, in quanto è troppo la voglia d’averti, eppure non riesco a dormire, dal momento che domani sarà ancora troppo lontano, in tal modo mi perdo nei miei pensieri e violentemente vengo pensando al nostro incontro, successivamente ritorno a letto più rilassato, perché i pensieri di quello che sarà domani m’accompagnano nel mio sonno e l’alba mi trova ancora addormentato. 

Mi risveglio e finalmente sorrido al pensiero delle poche ore che mi dividono dalla realizzazione del mio amore virtuale della notte passata in compagnia d’un amore autentico, ma logicamente staccato e comprensibilmente distante. 

Passerò appena potrò, ben presto, presso l’emporio d’indumenti per donna in cui quotidianamente lavori per ammirarti e per entusiasmarmi, per galvanizzarmi di nuovo in modo impudico e lascivo. 

Giuditta cara e unica, sei la mia armoniosa, mielata, avvenente e in ultimo peculiare e impareggiabile distinta sventatezza dei miei sensi. 

{Idraulico anno 1999}  

Leave a Reply