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Racconti Erotici

PASSIONE D’IRLANDA

By 24 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Luglio 2012. Alloggio in un ostello della gioventù nella Baia di Galway, Irlanda. Sono fuori, in veranda, e mi godo la spettacolare vista dell’oceano e del cielo che si avvia al tramonto. Una leggera brezza mi culla in questo scenario così rilassante e tiene ogni pensiero lontano da me, come se non mi appartenessero. Sono una studentessa di Architettura di 22 anni, Giulia, e mi trovo qui da qualche giorno per sfuggire alla pressante e monotona routine: lavoro, università, famiglia, amici, solite cose. E’ stata una decisione improvvisa; avevo bisogno di staccare, di staccarmi da tutti, nessun legame per un po’, nessun comportamento di circostanza, nessuna decisione dettata da regole. Ed eccomi qui, da sola, immersa nella pace più assoluta che può scaturire soltanto da questo meraviglioso contatto con la natura. Avevo bisogno di allontanarmi anche da alcune situazioni sentimentali disastrose degli ultimi periodi. Nonostante abbia un carattere deciso per quanto riguarda ciò che voglio, i miei studi e il mio futuro, emotivamente sono molto fragile e vulnerabile e ciò non mi ha aiutato come avrei voluto.
Seduta sul muretto della veranda ripenso agli ultimi giorni trascorsi: ho camminato molto, ho visitato i luoghi più particolari ed emblematici del posto, accogliendo con gioia ed entusiasmo ogni informazione e novità a cui andavo incontro. Purtroppo o per fortuna non ho conosciuto molte persone e forse mi sono tenuta ben lontana dal farlo. Ma sono serena comunque. Persa nei miei pensieri non mi accorgo del via vai che c’&egrave quella sera all’ostello: molte persone lasciano le stanze e ne arrivano di nuove. A un certo punto mi alzo, il vento inizia a farsi ancora più fresco, e mi avvio verso la mia camera per prendere una felpa. Incontro la mia compagna di stanza,Sophia, una ragazza ungherese che avrà avuto più o meno la mia età, e mi chiede se voglio cenare insieme a lei. Accetto, anche se controvoglia, e andiamo in cucina per preparare qualcosa. Dopo aver cenato rimaniamo nella sala comune e chiacchieriamo un po’ quando a un certo punto sentiamo delle risate che provengono dalla reception e subito dopo ne vediamo uscire un signore anziano seguito da un ragazzo che avrà avuto poco meno di trent’anni. La mia attenzione &egrave subito catturata e seguo con lo sguardo questo ragazzo. Ha un atteggiamento molto spontaneo, familiare e affettuoso col tizio dell’ostello, si capisce che si conoscono da tempo. Evidentemente &egrave un ospite frequente. Mentre vanno verso le stanze non faccio altro che guardarlo e lui presto se ne accorge. Il suo sguardo &egrave una lama che mi trafigge immediatamente: occhi blu oltremare, di una bellezza che toglie il fiato. Capelli di un castano chiaro mossi lunghi fino alle spalle e un fisico magro ma definito. Ha un aspetto un po’ trasandato, di uno che viaggia molto. Non ha molto con s&egrave, solo uno zaino da trekking in spalla e una borsa per la macchina fotografica a tracolla. Io continuo a fissarlo e prima di vederlo sparire oltre la porta noto che gli scappa un sorriso pungente. Dopo i primi attimi in cui quel sorriso continua a passarmi davanti agli occhi decido di andare in camera e la cosa finisce lì.
Il giorno dopo passa velocemente, io trascorro tutta la giornata fuori e di lui nessuna traccia, se non di sfuggita la sera mentre esce dall’ostello. La ragazza ungherese mi dice che l’ha sentito mentre parlava con un altro ospite e a quanto pare &egrave sempre in giro e difficilmente resta nello stesso luogo per più di quattro o cinque giorni. A quel punto, incuriosita, mi chiedo decisamente chi sia e di cosa si stia occupando.
Il mattino seguente mi alzo di buon ora con l’intento di andare a visitare un paesino vicino di cui ho sentito parlare molto bene, soprattutto per le architetture del centro storico e delle varie chiese. Dopo aver fatto colazione mi preparo e mi fermo un attimo alla reception per chiedere qualche informazione in più a Charles, l’anziano signore. Lui gentilmente mi accontenta e sono talmente concentrata ad ascoltarlo che non mi accorgo che, accanto a me al banco, si ferma il misterioso ragazzo. Solo quando Charles si interrompe un attimo per salutarlo calorosamente mi accorgo della sua presenza e mi giro anch’io a guardarlo. Lui, non so se per gentilezza o altro, dà il buongiorno anche a me e io, sicuramente rossa come un pomodoro, ricambio il saluto. Da vicino &egrave ancora più bello: questi occhi blu che ti scrutano nel profondo, quelle labbra carnose che fanno da cornice a un sorriso mozzafiato. Si ferma un attimo a guardarmi mentre Charles riprende il suo discorso e io distolgo immediatamente lo sguardo. Sento i suoi occhi su di me mentre tento di concentrarmi ad ascoltare il signore ma con la coda dell’occhio noto ancora quel sorriso pungente di due sere prima. Fisicamente non mi considero una bellezza che colpisce al primo sguardo ma, da quanto ho potuto dedurre anche da commenti altrui, ho una bellezza molto semplice, quasi angelica, spezzata da alcuni tratti più intriganti e stuzzicanti. Ho gli occhi verdi e uno sguardo particolare, spesso malizioso, labbra rosse e carnose, capelli lunghi mossi sul rosso mogano. Sono molto magra ma fatta bene, seno non eccessivamente prosperoso ma che si fa notare e sedere alto e sodo. Dopo svariati minuti in cui sono in uno stato di completo imbarazzo a un certo punto lui entra nel discorso (ovviamente tutti i dialoghi sono in inglese ma li trascriverò in italiano per comodità): ‘Charles, amico mio, non dilungarti troppo come tuo solito, la signorina’.?’ Rispondo io: ‘Giulia’, ”.ecco, la signorina Giulia pare che abbia fretta’. Il mio stato di inquietudine &egrave tutt’altro che fretta. Sento un’eccitazione stranissima. I suoi occhi sono incessantemente su di me e io sto fremendo ovunque. A un certo punto si avvicina ancora di più, per guardare il libretto che stavo mostrando a Charles e dopo avermi inebriato col suo profumo mi dice a bassa voce, sussurrando quasi: ‘io oggi devo fare un giro abbastanza largo e passo da qui, se tu devi andare in questo paese posso cambiare il mio programma e accompagnarti prima. Io lo conosco molto bene e posso guidarti, così ti liberi di questo libretto fastidioso.’ Con l’eccitazione a mille ovviamente accetto e lo ringrazio, ho la ragione completamente offuscata. ‘Ah, io sono Eddie.’ E mi fa un sorriso che mi stende definitivamente.
Prendo lo zaino e tutto e ci avviamo. Mentre camminiamo verso la fermata del pullman più vicina lui tira fuori un piccolo diario e inizia a consultare in silenzio e assorto alcune cose. Io non lo disturbo e cerco di calmare questa eccitazione crescente che non mi lascia in pace. Mentre camminiamo in silenzio lui a un certo punto esordisce con: ‘Dall’alto della mia perspicacia deduco che tu non sia di qui. Da dove vieni?’ Rispondo: ‘Esatto. Sono italiana. Il mio inglese &egrave così pessimo?’ ‘No tranquilla, anzi, va benissimo. Oh, Italia, ci sono stato due o tre volte, ma ci tornerei volentieri.’ Aggiungo io: ‘E tu di dove sei? Il tuo accento mi pare abbastanza diverso dalla gente del posto’. Sorride e risponde: ‘Sono americano, di San Francisco.’ ‘Ah, caspita. E cosa ci fai qui, se non sono indiscreta?’ ‘Per lavoro. Quello di cui mi occupo mi porta a girare parecchio in quasi tutto il mondo, dipende sempre dalla zona che mi affidano e va a periodi. In questo periodo mi sto concentrando sul nord Europa.’ ‘Capisco’e cosa fai di preciso?’ ‘Sì, scusa. Collaboro con una casa editrice che realizza e diffonde guide turistiche. Il mio compito &egrave tenerle sempre aggiornate e per poter far ciò devo essere costantemente in viaggio e in contatto con le varie realtà. E tu invece?’ ‘ Io sono qui in vacanza, per staccare un po” ‘E nella vita cosa fai?’ ‘Studio architettura” Non faccio in tempo a finire la frase che mi prende per mano e mi tira di corsa verso il pullman che sta arrivando e per un pelo riusciamo a salire. Sul pullman c’&egrave solo un posto libero e lui mi fa segno di sedermi. Io mi siedo e lui si posiziona esattamente davanti a me. A un certo punto mi prende il mento e mi solleva la testa: ‘Scusa se ti ho interrotto, dicevi?’ Mi sorride e io ricambio, mentre un brivido mi attraversa tutto il corpo.
La giornata insieme a lui vola letteralmente, parliamo tantissimo, ridiamo tantissimo, mi mostra le cose più interessanti della città con una competenza perfetta e non mancano i momenti imbarazzanti in cui ci perdiamo l’uno nello sguardo dell’altro o in cui vorremmo palesemente buttarci l’uno sull’altro. Mi sono ritrovata più volte a fissarlo mentre fotografava, mentre parlava, mentre era concentrato altrove desiderando quelle labbra sulle mie e su tutto il mio corpo, e quelle mani che mi stringono e mi prendono con forza e passione. L’occhio mi &egrave caduto spesso anche in basso e ho notato con piacere un certo rigonfiamento. E’ perfetto. E quegli occhi, quegli occhi blu che mi fanno letteralmente impazzire. Nel tardo pomeriggio decidiamo di ritornare indietro, il tempo comincia a farsi brutto, nuvoloni qua e là cominciano a farsi strada nel cielo. Ci incamminiamo verso la fermata e prendiamo il pullman. Lungo il tragitto la stanchezza si fa sentire e appoggio la testa sulla sua spalla. Devo essermi addormentata per qualche istante perché poco dopo sento la sua mano sulla mia coscia che mi chiama per svegliarmi e per dirmi che siamo quasi arrivati. Scendiamo e siamo costretti ad accelerare il passo, l’ostello dista un paio di chilometri dalla fermata del pullman e i nuvoloni diventano sempre più neri e l’aria sempre più pregna di umidità. Ci allontaniamo dal centro abitato, intorno a noi solo distese di prati e piccoli boschetti e ogni tanto qualche rudere abbandonato qua e là. Le prime gocce iniziano a farsi sentire e siamo ancora lontani. Lui mi prende ancora una volta per mano e mi incita ad andare più veloce. La pioggia diventa più insistente fino a trasformarsi in un acquazzone bello forte e in poco tempo siamo già fradici. Eddie nota a pochi passi da noi un rudere e mi propone di ripararci lì fino a quando la pioggia non cesserà. Ci fermiamo sotto una tettoia, io tremo di freddo e inaspettatamente lui mi circonda con le sue braccia. ‘Stai tremando, non muoverti, cerco di riscaldarti.’ Io sono immobile, sento il fuoco che si riaccende dentro di me e la vicinanza del suo corpo, del suo viso e l’odore meraviglioso della sua pelle accentuato dal bagnato mi fanno eccitare da morire. Rispondo all’abbraccio, lui si scosta un attimo e mi guarda. Mi guarda intensamente, i capelli bagnati sul suo viso mi danno un’idea di selvaggio che mi fa bagnare completamente. Non so che altro fare, non so in che altro modo fargli capire che lo voglio qui e subito. Baciami cazzo, baciami. E lo fa. Mi bacia, si butta sulle mie labbra con una forza spettacolare. La sua lingua si muove senza sosta e le nostre labbra si fondono. Sento le sue labbra così calde, così morbide, così buone. Mi spinge verso di sé e sento tutta la sua erezione. Io sono fradicia, e non solo per la pioggia. Le sue mani scendono dalla mia testa lungo tutta la schiena e mi stringono con forza il mio sedere e mi tirano ancora di più verso di sé. Siamo un fuoco unico, io gli prendo la testa tra le mani e lo bacio più a fondo, gli succhio le labbra. Sento tutti i suoi muscoli in tensione, soprattutto uno. Il suo cazzo durissimo spinge verso di me e io vorrei abbassarmi, prenderlo, sdraiarmi a terra e farmi scopare lì seduta stante. Quasi senza rendermene conto dico: ‘Prendimi’. Lui fa un sorriso enigmatico per un attimo e mi risponde ansimando:’ Lo farò, ma non ora’. Avverto un pizzico di delusione sul momento ma dopo penso che effettivamente &egrave meglio fare tutto bene in un luogo più comodo e confortevole.
Cessata la pioggia e tornati in ostello lascio Eddie che si ferma a parlare col suo vecchio amico Charles, come al solito, e mi dirigo in stanza per spogliarmi e farmi una doccia calda. Sophia &egrave lì, sdraiata sul letto che sta leggendo e mi lancia uno sguardo interrogativo. Evidentemente &egrave venuta a sapere che io e Eddie abbiamo passato la giornata insieme. Io faccio finta di non capire, lei per il momento non mi chiede esplicitamente nulla e quindi esco dalla stanza e vado in bagno. Sotto la doccia ripenso a ciò che &egrave successo poco prima e inizio a toccarmi. Mi bagno subito, il solo pensiero mi procura dei brividi intensissimi. La lingua di Eddie &egrave una tortura per me. Mi viene voglia di toccarmi e masturbarmi pensando a lui che mi scopa e mi lecca in tutti i modi ma smetto subito, non posso stare in bagno troppo tempo.
Dopo la doccia vado a cenare con Sophia e per tutto il tempo mi guardo in giro e non c’&egrave traccia di Eddie. Più tardi, dopo aver sistemato e lavato i piatti, Sophia va a letto e io esco in veranda con un libro e mi metto a leggerlo sul solito muretto. E’ abbastanza tardi, sono quasi tutti in camera pronti per mettersi a letto. Fuori c’&egrave ancora Charles che sta spegnendo ad una ad una le lanterne del giardino. Sarei tentata di chiedergli dov’&egrave finito Eddie ma evito, non voglio dargli motivo di farmi domande. Rientrato Charles sono completamente da sola e continuo a dedicarmi alla mia lettura. Poco dopo vedo da lontano qualcuno che si avvicina ed &egrave proprio Eddie che appena mi vede mi fa un sorriso bellissimo. Si siede di fianco a me, mi saluta sussurrando e mi dà un bacio sulle labbra. Gli chiedo dove fosse andato e mi risponde che mi farà vedere nei prossimi giorni. Approfittando del fatto che siamo completamenti soli lascio perdere il libro, mi siedo sulle sue gambe e inizio a baciarlo con passione. Lui fa scorrere le mani ovunque questa volta, in particolare sui seni che stringe con forza. Continuiamo così per parecchi minuti fino a quando, carichi di una tensione sessuale estrema come quella del pomeriggio, lui mi chiede se in stanza dormo da sola. Io gli rispondo di no e lui di tutta risposta si alza, mi prende per mano e entriamo in ostello.
A quanto pare l’amicizia con Charles gli permette di avere sempre una camera tutta per sé, sono nella sua stanza ed &egrave completamente solo. Non ho il tempo di dire nulla che lui mi spinge contro il muro e mi bacia con sempre più trasporto e violenza. Io mi aggrappo al suo collo e circondo il suo bacino con le gambe. Lui mi solleva e scende con la lingua lungo il collo fino ad arrivare al petto e ritornare su. Sono bagnatissima, e ho una voglia matta di essere scopata. Mi prende in braccio e finiamo sul suo letto. Io sono sdraiata e lui &egrave sopra di me che mi guarda con occhi brucianti. Non smette di baciarmi e intanto mi sfila la maglietta e il reggiseno e, tenendo le mie braccia bloccate sopra la testa, mi lecca e morde il seno e i capezzoli. Mi fa quasi male ma non gli dico di smettere, anzi, voglio che continui. Finalmente sento la sua bocca su di me e la sensazione &egrave paradisiaca. Si sfila la maglietta e scende di nuovo a leccarmi dappertutto, sento il suo cazzo più duro che mai. Mi slaccia i pantaloni e me li sfila seguiti subito dalle mutande. Tenendomi le mani ferme scende con la testa piano tra le mie gambe e inizia a leccarmi. Prima piano, alternando leccate e risucchi sul clitoride, poi sempre più forte. Riesco a liberarmi dalla sua stretta e gli tengo la testa incollata a me. Il suo gioco di lingua &egrave fantastico, mi dà colpi sempre più insistenti con la lingua sul clitoride e a un certo punto infila anche due dita nella mia figa completamente fradicia. Continua così per non so quanto tempo e sento che sto per venire da un momento all’altro e che sarà anche un orgasmo veramente forte. Sull’orlo dell’orgasmo però si interrompe e ritorna su a baciarmi. Io sono in estasi, non capisco più nulla. Gli slaccio i pantaloni e li abbasso e vedo che il suo cazzo enorme spinge in un modo assurdo contro la stoffa dei boxer. Abbasso pure loro e il suo cazzo punta dritto verso di me. E’ grande e spesso e la sua cappella lucida &egrave leggermente più gonfia rispetto a tutto il resto. E’ stupendo. Glielo prendo in bocca e inizio a succhiare aumentando gradualmente il ritmo. Faccio cadere un po’ di saliva e intanto lo guardo negli occhi. Il suo viso eccitato &egrave bellissimo e vedo che ha dei sussulti quando lo fisso mentre glielo lecco e gli accarezzo anche le palle. A un certo punto mi fa smettere, mi fa sdraiare e dopo avermi ridato una rapida leccata, mi bacia, mi fa sollevare le gambe e mi penetra con violenza. Urlo, urlo di piacere, sentirlo tutto dentro di me &egrave una sensazione indescrivibile. Comincia a muoversi piano e poi accelerando il ritmo, poi di nuovo piano e poi di nuovo accelerando. Mi fa impazzire e mentre lo fa mi bacia e mi guarda negli occhi. Nel frattempo con le mani mi prende sotto i fianchi oppure mi stringe i capezzoli. Mi sento totalmente posseduta da lui, totalmente in suo potere. E la cosa mi piace. Dopo un po’ mi fa girare a pancia in giù e lui si mette sopra di me. Mi penetra da dietro e sento il suo cazzo che sbatte ripetutamente sulla parete anteriore della mia figa. Sto letteralmente colando e non ci metterò molto ad esplodere in un orgasmo intensissimo. Mi scopa senza sosta e lecca e mi bacia la nuca, soffiandomi di tanto in tanto sull’orecchio e sussurrandomi cose del tipo: ‘Ti piace sentirlo tutto eh?E’ tutto dentro, tutto dentro di te’. Basta &egrave la fine, esplodo immediatamente vibrando e contraendomi senza ritegno. Lui continua e dopo un po’ mi chiede se deve venire dentro o fuori. Io gli rispondo fuori dato che non prendo la pillola e dopo ancora qualche colpo esce, io mi giro e viene copiosamente su seno e pancia. Esausto si sdraia accanto a me, mi abbraccia e mi dà un bacio sulla fronte. Dopo qualche minuto si alza, prende un asciugamano e mi aiuta a pulirmi. Io gli sorrido e lo guardo: ha i capelli bagnati di sudore e lo sguardo serio e penso che anche se lo conosco da solo tre giorni sono qualcosa di molto vicino all’essere pazzamente innamorata di lui. Con questo pensiero mi addormento profondamente tra le sue braccia.

Continua’

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