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Erotici Racconti

Pulsioni smisurate

By 1 Marzo 2019Febbraio 12th, 2023No Comments

E’ da più di quindici giorni che non vedo Alessandra, ci sentiamo solamente per telefono e talvolta la sera tardi per mezzo di Skype, quest’oggi senza rendermene conto mi sto persino attardando per raggiungerla, dal momento che non vedo l’ora di stringerla e di brandirla in definitiva come si deve, perché lei mi fa testualmente perdere la coerenza dei sensi e l’omogeneità delle pulsioni al solo e schietto naturale pensiero. Da un po’ di tempo, invero, possiedo la copia delle chiavi dell’abitazione che lei m’ha comodamente predisposto per qualsiasi evenienza, cosicché arrivo in sordina, parcheggio l’autovettura nel suo cortile, apro delicatamente la serratura del portone d’ingresso e m’introduco cautamente nell’alloggio, percorrendo il lungo andito con il grande acquario illuminato che offre una magnifica visuale arredando alla perfezione l’ambiente, dopo sempre a rilento entro nella stanza da letto e m’intrufolo sotto la sua morbida e vivace preferita trapunta. Al mio arrivo, Alessandra si stiracchia rigirandosi nel letto destandosi dal torpore, mi pare leggermente già invogliata, per il fatto che è appisolata su d’un fianco solamente con la vestaglia da notte addosso, giacché si notano molto bene i suoi favolosi glutei ben esposti.

Una volta là di sotto sollevo con calma la soffice trapunta, le tasto sia le chiappe che la schiena soffermandomi in conclusione all’altezza delle spalle massaggiandogliele un poco. Indugio più del dovuto attardandomi là, dopo digrado a rilento accarezzandole la colonna vertebrale giungendo fino all’incavo del suo favoloso didietro. M’aggancio lì per un istante e inizio a lambirle con la lingua il pertugio dell’ano, palesemente grinzoso al tatto per l’occasione, tentando di proposito d’aizzarla maggiormente, facendole ritenere che io abbia in mente un autentico e poderoso assalto in quella zona al momento sguarnita. Gradualmente, in effetti, tastandole nel contempo pure la fica, riesco ad avvertire che le sue concupiscenti e libidinose contrazioni diventano costantemente più assidue. Con tranquillità le rialzo le chiappe, finisco d’accarezzarla e in seguito le accosto il cazzo semi eretto fra le chiappe, durante il tempo in cui con la mano effettuo la mia lussuriosa supremazia di famelico esploratore perquisendole la sua pelosissima e rossiccia fica, giocherellando e setacciando le sue grandi labbra che principiano a dischiudersi. Quando m’accorgo che la sua lasciva smania è cresciuta, la faccio allungare per bene in maniera tale da stimolarla manualmente al meglio.

A grandi linee mi dispongo sulle sue favolose chiappe, dopo le agguanto le tette acchiappandole e tergiversando per lungo tempo rovistandogliele in maniera focosa, insistendo sugl’irti capezzoli già abbondantemente sfregati per la circostanza. Momentaneamente mi chino con la testa e con tutta la voluttà di cui sono competente la bacio, in seguito le addento l’orecchio, perché lei apprezza gemendo, successivamente rifaccio la manovra dalla parte opposta. Al presente capto i primi gocciolii di fluidi fuoriuscirmi dal cazzo, che cascano sul suo dorso originandole un brodoso sussulto, io per la depravata e scostumata circostanza le mormoro che vorrei sborrarle gustosamente nella bocca, sicché lascio che Alessandra si rigiri comodamente e che si distenda agevolmente a pancia in su con un cuscino collocato sotto la nuca, perché in tal modo sia più confortevole, visto che le introdurrò il cazzo fremente tra le quelle polpute labbra.

In realtà l’eccitazione che sperimento è altissima, prepotentemente slanciata e irresistibilmente sublime, perché non tardo a sborrare, considerato che un potentissimo desiderio mi cattura facendomi smaniare, entusiasmandomi ed esaltandomi in ultimo per il benessere radicale che provo. Alessandra in modo repentino inghiotte i primi schizzi di sperma, dopo io accortamente m’allontano e proseguo a imbrattarle le tette e per concludere in bellezza le inzacchero anche la sua irsuta e riccioluta rossiccia fica, perché sempre mi fa presente che questo carnale e libidinoso vizioso gesto, lei lo giudica ritenendolo uno schietto e veritiero regalo al suo essere donna, in quanto si sente incantevolmente e irrefrenabilmente da me maestosamente marchiata. In quel preciso istante l’abbraccio forte distendendomi e rilassandomi al suo fianco. Al presente guardo l’orologio e m’accorgo che sono le due del mattino, dopo una decina di minuti è la sua impertinente e sregolata mano che dissolutamente mi viene a cercare.

Alessandra solleva il cazzo e intraprende con una dotta e qualificata competenza ad accarezzarmelo, effettivamente il suo tocco è umido, le sue mani sono madide di sperma e finanche delle sue medesime secrezioni, ben presto però l’accanito bollore e l’intimo fervore ripiglia vigore scompaginandomi le membra, intanto che il cazzo si risveglia riacchiappando la sua florida compattezza. Alessandra si solleva agguantandomi il cazzo tra le mani, comincia a stimolarlo con la bocca, dopo se lo introduce facilmente nella fica nell’intramontabile postura della smorza candela, cominciando a ondeggiare infilandoselo in tutta la sua lunghezza. Adagio, inizia la sua appassionata, coinvolta e intensa danza, perché la sua intenzionale indolenza è guidata da una penetrazione inedita, sotto certi aspetti originale, perché non s’interrompe fino a quando i nostri organi genitali non combaciano aderendo completamente, risultando in effetti interamente agganciati.

Io le faccio notare che m’alletterebbe averlo ancora più duro, ma lei con un gemito da esperta e valida energica femmina mi ribatte che in quel modo le va benissimo, che gradisce sospendere un attimo, sicché si ferma e in tal modo godiamo assieme in quel lussurioso visibilio da sembrare un’unica corporatura. Io riafferro il suggerimento di poco prima annunciato porgendole dei lievi affondi, fintantoché non affronto e soggiaccio alla sua libidinosa e virtuosa reazione, sicché Alessandra ripiglia a scoparmi come una donna frenetica con tutta un’altra incontinente e piacevole cadenza, fino a sbraitare la sua totale estasi, annaffiandomi addosso alla fine tutto il suo vorticoso e favoloso intimo piacere.

Dopo Alessandra si sfila da me, mentre io resto ammaliato e radicalmente sedotto nel giaciglio che la osservo, con il cazzo ancora eretto e con l’addome imbrattato dei suoi confidenziali, palesi e privati saporiti fluidi. 

{Idraulico anno 1999} 

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