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Erotici Racconti

Richiamarsi e sedursi

By 24 Agosto 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Se ci penso è impossibile, obiettivamente irrealizzabile, due esseri che non possono fronteggiarsi né sfidarsi né scontrarsi, una ragazza raccolta, timorosa e silenziosa che usa sempre bussare e ripetere di continuo: ‘Grazie e per favore’, ‘Scusa, posso’, ‘Ti disturbo, non volevo intralciarti’, possono esasperare, indisporre e irritare un uomo, per quanto l’affabilità, la cordialità e l’aspetto correggano gli spigoli della sua carta d’identità e stropiccino sgualcendo volutamente e profondamente quelli della mia. Quel pomeriggio del primo autunno, invece, un brivido di fresco confuso alla sorpresa, un abbraccio più cortese e galante del solito, una segreta e intima carezza a una mano. Al momento continuo a ripetermi che è davvero impossibile e improbabile, che forse ho capito male, che si è trattato d’un caso, che non può essere che sia scattata l’attrazione da parte sua. Quanto a me, non ho neanche la sfrontatezza di guardarlo negli occhi, figurarsi di ricambiare il gesto, perché solamente due cose sono capace di compiere: scappare, complice il telefono che inizia a squillare per aiutarmi, anche se immagino spezzoni dove in maniera coraggiosa gli stringo la mano, lui che m’accarezza, fantasticando bonariamente che mi baci la bocca indugiando in conclusione sotto i vestiti essendo avvolta dal suo profumo.

L’istinto e il temperamento se ne infischia disinteressandosi altamente se gli ripeti e gli proponi che questo è impossibile, se lo soffochi reprimendolo in modo accanito e perseverante opprimendolo infine a suon di date e di ruoli. Per quanto cerchi di metterci regole e paletti l’istinto lacera, squarcia. C’è però di più, l’istinto suggerisce proponendo le soluzioni che non vorresti né gradiresti ascoltare né prestare attenzione. Un paio di messaggi di posta elettronica e il gioco è fatto, per il fatto che quello che per la ragione e la coscienza appaiono sono un crimine, una colpa, per l’istinto è vita, è salute, dal momento che due esseri che possono deliziosamente urtarsi. Ovvio che su d’un argomento si possa trovare un punto d’incontro, benché per puro caso non mi sia mostrata nuda a lui prima ancora di riuscire a dargli facilmente del tu. Con meraviglia mi sorprendo a sfoderare ciò che nascondo dal resto del mondo, in tal modo una sera dopo l’altra scopro la mia femminilità. Ciò che in mano altrui farebbe paura, tra le sue braccia magicamente tutto si esalta, si entusiasma. Questa sottana di raso nero è fantastica per far l’amore con lui stasera, chissà come starebbe quel reggicalze preso per capriccio. Vada per la sottana con gli slip abbinati. Eccomi, una bambola di marzapane mite, morbida, le sue mani bollenti e virili che mi modellano i fianchi e le chiappe, il suo cazzo eretto che mi spacca da dietro la fica carnosa di miele, la sua voce che mi fa vaneggiare sia quando mi prende in giro cantando al telefono e tutte le volta che mi rivela delle porcate sboccate e scostumate.

Io m’inginocchio sul canapè, mi sento tranquilla e troia al tempo stesso, autonoma di godere e di farlo godere. Vengo al suo comando, una manina che sfregare accendendo la scintilla del futuro orgasmo dal mio clitoride, l’altra a leccarmi le dita. Lui mi sconvolge facendomi sentire tremendamente femmina allorquando mi fa inginocchiare davanti a lui per leccargli il cazzo, nel momento in cui lui se la gode in modo furbastro e lungimirante seduto sul sofà. In quell’istante io me ne prendo cura amabilmente, leccandone deliziosamente la punta insistendo sul frenulo, perché questa è una zona che fa sragionare l’uomo per il piacere che sperimenta, basta soltanto dosarlo nel migliore dei modi, in seguito affondandolo nel caldo accogliente della mia bocca mentre è ancora saporoso di me. Io adoro che lui si sciolga, appena mi vede mi scosta i lunghi capelli dal viso per continuare a squadrarmi ammaliato e conquistato per quello che sto compiendo, nel tempo in cui io con impeto e con premura insisto mandandolo in visibilio, finché lui visibilmente infervorato, ma non totalmente concentrato, in modo inatteso m’annuncia:

‘Dove eravamo rimasti? Ecco, così rigirati, sempre in ginocchio, dai bella’.

Io appoggio frattanto i gomiti sul tavolino davanti, nuovamente il suo ordine è quello di raggiungere l’orgasmo, io imbocco il sentiero, perché spinta dopo spinta le mie pareti si congiungono attorno alla sua asta infoderandola e stringendola. Faccio appena in tempo ad aprire gli occhi un attimo prima di perdermi ancora, perché nella vetrata di fronte a noi un contrasto della luce azzurra della TV accesa si manifesta, come in un sogno d’acqua la mia carne e le sue braccia emergono dal buio e si specchiano piacevoli contemplandosi. 

Io strepito il mio ligio e rispettoso orgasmo a lui che me lo impone, mi dispongo sedendomi per leccargli il cazzo e per accogliere infine il suo d’orgasmo, che prontamente mi riversa sui seni, sul ventre e sulle calze in abbondanti getti di denso e succulento sperma. Io prediligo il momento in cui lascia che gli lecchi le ultime gocce spremendole lungo l’asta, succhiandogli assieme il cazzo ancora semiduro, fintanto che s’allontana dal mio corpo soltanto dopo il mio ultimo sguardo interessato e partecipe. 

Esiste solamente quest’intrinseca e indefinibile condizione tra me e lui: nessun desiderio di sapere, nessuna novità, nessuna stranezza. Con fatica esiste un nome e un cognome, non m’aspetto che mi chiami all’indomani, non esigo né pretendo che mi risponda se lo chiamo. Non posso aspettare che mi risponda, se affido il pensiero a un messaggio che io possa scrivere e lui possa leggere senza divieto né censure.

Siamo due esseri viventi che non possono ostacolarsi e urtarsi, alla fine devo unicamente dirgli di sì, per una volta ancora o per una dozzina chi lo sa, confidare, credere e ritenere che ogni volta sia l’ultima, malgrado speri sempre che sia la prima. 

Allora, mi domando, perché la sua voce mi culla svegliandomi a suo piacimento? Perché il suo fascino mi riempie l’anima? Perché vorrei chiudere gli occhi mentre devo tenerli ben spalancati? Sì, devo guardare ben diritto in avanti, se per un attimo guardassi in basso pur sapendo che rete non c’è, perché l’ebbrezza, l’entusiasmo e il capogiro mi tirerebbero giù. 

Due esseri possono distruggersi, rovinarsi, sfasciarsi? Sfasciarsi non so, ma di certo possono andare molto vicini.

{Idraulico anno 1999} 

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