E’ la prima volta che riporto una mia esperienza sessuale, di ragazze ne ho avute un bel numero ma normalmente non sono una persona che si vanta, eppure a distanza di anni vorrei condividere le mie esperienze.
Ciò che vi riporterò sono fatti accaduti a me medesimo, ma ovviamente per motivi di privacy cambierò i nomi, ma non sono quelli che importano, giusto?
Prima di iniziare a descrivervi una delle mie tante avventure vorrei presentarmi, mi chiamo Lorenzo (nome di fantasia) sono nato a Bologna ma per motivi di lavoro la mia famiglia ha spesso cambiato residenza, e forse per questo ho avuto parecchie esperienze.
Non mi ritengo il belloccio di turno, sono alto 1.70, porto i classici capelli corti e i miei occhi tendono al grigio; ho praticato molti sport nella mia vita e forse per questo mi è sempre rimasto un fisico piuttosto asciutto, non da modello, ma non mi sono mai vergognato di mostrare il mio corpo.
La prima esperienza che vi voglio raccontare è alla soglia dei miei 18 anni, la mia famiglia si era da poco trasferita a Firenze e qui iniziai a frequentare il liceo, ero poco distante da piazza Venezia e qui conobbi la mia prima ragazza
Si chiamava Annamaria, ma per tutti era Mary, era qualche mese più grande di me ma essendo stata bocciata un anno era nella classe precedente alla mia; mi ricordo bene il suo fisico: non era molto alta, sarà stata 1.65, i capelli erano biondi e gli occhi color miele, il morbido corpo e le guancie leggermente paffute davano l’idea di una ragazza per bene, ed un nasino alla francese si incorniciava tra due occhi furbetti e labbra estremamente carnose.
I fianchi generosi ben bilanciavano un seno prorompente che gareggiava in bellezza solo con il suo sedere, già soffice allo sguardo.
Avevo già avuto qualche rapporto in passato, fermandomi sempre a dei preliminari, ma era la prima volta che sentivo l’impulso di scoparmi selvaggiamente una ragazza.
Fortunatamente per me tale Annamaria era parecchio amica di alcuni miei compagni di classe e una cosa tira l’altra ci ritrovammo ben presto a flirtare e a fare qualche uscita da amici, lei era candida come sembrava, leggermente maliziosa, desiderosa di scoprire e farsi scoprire.
Ci mettemmo insieme dopo pochi mesi e alla fine della scuola, siccome era andato tutto bene ad entrambi, iniziammo a fare più sul serio con qualche piccolo preliminare, e da qui comincia il vero racconto.
Era la fine di Luglio, la scuola era finita ed il mio compleanno era finalmente arrivato, la grazia divina volle che quel giorno, proprio quel giorno, la madre di Mary ed il suo compagno fossero fuori per alcuni impegni di famiglia, avevamo casa completamente libera.
Arrivai di fretta e furia a casa della mia ragazza e senza neanche badare a suonare il citofono scavalcai il cancello del condominio, mentre correvo nel seminterrato (dove tenevano sempre la porta aperta per salire ai piani superiori) la chiamai.
– Amore sono per le scale –
– Va bene! – disse lei – Ti ho fatto una sorpresa, ho qui il tuo regalo! – mi disse.
Io emozionato come non mai aumentai il passo e subito giunsi alla porta di casa sua, notai che era socchiusa e vi era un post-it al pomello “Ho nascosto il tuo regalo! Segui i biglietti!”.
La cosa era particolarmente intrigante, subito entrai e richiusi la porta alle mie spalle. Praticamente davanti a me, su delle scale a chiocciola che procedevano al piano superiore dell’appartamento, vi era un altro post-it “sali”, e così feci, mi ritrovai nella camera della madre e qui sul letto vi era una maglietta con dei pantaloncini che normalmente Mary usava a casa, un altro post-it diceva “scendi e vieni in cucina”; eccitato dalla situazione obbedii.
Mi lanciai al piano inferiore e su una sedia della cucina trovai un messaggio appiccicato ad un paio di mutandine nere “corri in bagno!”, la situazione era palese e mi presi tutto il tempo per spogliarmi ed arrivare al biglietto finale.
Quando aprii la porta del bagno un’ondata di calore mi avvolse, in mezzo al vapore vidi Mary in piedi nella vasca, nuda, con le mani si copriva i seni ed un ultimo post-it la copriva in mezzo alle gambe.
– Mi hai trovata finalmente – mi disse; io senza dire nulla mi avvicinai, il mio corpo parlava per me mostrando una fenomenale erezione.
Mi avvicinai a quella che una volta era una santarellina e la strinsi a me, dopo una bella pacca sul sedere le ficcai la lingua in gola (e lei fece lo stesso con me) per poi staccarmi di colpo e dirle all’orecchio – Quanto sei diventata porca? – – Potrei spiegartelo – disse lei prendendomi in mano il cazzo – Farò prima a mostrarti -.
Iniziò a baciarmi dal collo in giù, la lingua era corta ma sapiente e si fermò per più di un momento sui miei capezzoli mentre via via scendeva, il tutto mentre iniziava una sega fin troppo bella per essere di una verginella; si abbassò sempre di più fino quasi ad inginocchiarsi e qui con un gesto famelico si ficcò il mio cazzo in bocca.
Mary era un portento nel sesso orale, le labbra carnose incitavano a spingere come non mai e lo sguardo innocente dava quasi l’idea di scoparsi una ragazza più piccola della sua reale età.
All’improvviso si tolse il pene di bocca e ficcò la sua lingua in mezzo ai miei testicoli incalzando il ritmo della sega che diventò quasi fin troppo rude.
– Mary… andiamo di la! – dissi io cercando di tirarmi indietro per non venire subito; lei acconsentì.
La mia ragazza uscì dalla vasca in tutto il suo splendore, il corpo luccicava e quel post-it ancora sulla vagina mi provocava più di ogni altra cosa al mondo, la presi per mano ed in camera la buttai sul letto con foga, ancora tutta bagnata.
Mi lanciai sopra Mary e le miei mani iniziarono a passare tutto il suo corpo, i fianchi, il seno, quella leggera pancia e la sua bocca (ho sempre amato farmi leccare le dita), quando arrivai alla sua figa mi abbassai anche con il volto.
– Sicura che posso? – – E’ il tuo compleanno! – mi disse lei, senza farmelo ripetere due volte le strappai il foglietto e iniziai a leccarla con foga.
Avevo già leccato delle fighe, ma nessuna sarà mai dolce come quella della prima volta, lavata e completamente rasata era come buttarsi in mezzo a del succo divino e ben presto lei cominciò ad ansimare tenendomi la testa con le mani.
Era la prima volta che Mary poteva godere senza timore di farsi scoprire dalla madre e dio mio, quanto era selvaggia!
Quella ragazza era in mio potere e quando la sentii tremare tutta capii che stavo facendo davvero un buon lavoro, al suo ennesimo grido di piacere e alla fuoriuscita più copiosa dei succhi capii che ero stato davvero bravo.
Mi alzai soddisfatto asciugandomi un rivolo che mi era rimasto ai bordi della bocca; in quel momento notai Mozart, il cane di casa, mi guardava con aria perplessa e mi venne un’idea fantastica.
– Posso farti quello che voglio, vero? – Mary, ancora in preda alle endorfine e con un sorriso indimenticabile mi fece un gesto di assenso – Andiamo Mozart, ti porto fuori – dissi accompagnando il cane alla sua cesta, qui presi quello che volevo.
Tornai in camera e chiusi la porta – Davvero? – mi disse Mary guardando quello che avevo in mano – E’ il mio compleanno, posso farti quello che voglio, no? – dissi dondolandole davanti agli occhi il collare di Mozart.
Mary arrossì per un momento, come se la cosa fosse troppo azzardata, ma poi mi guardò con occhi da cucciola tirò fuori la lingua e me la passò sulle labbra, mosse le mani come zampe e disse – WOOF! -, non ci capii più nulla.
Presi per la gola la mia schiavetta, la buttai a pancia all’aria e le strinsi il collare al collo, tenendola con una mano e costringendola a guardarmi negli occhi le puntai il mio membro davanti alla figa.
– Lo vuoi eh? – – WOOF! – fece lei iniziando anche ad ansimare con la lingua di fuori; tenendola ben salda iniziai a farmi strada tra le sue labbra; avvicinai il mio volto al suo – Di chi è questa cagnetta? – -Woff! Woff… woff! – – Esatto… sei la mia… cagna! – le dissi spingendo di netto e non trovando una minima resistenza.
Mary mi ululò nelle orecchie, ma in preda all’estasi di quella fighetta calda non la sentii nemmeno.
Dopo un primo momento di defaiance mi ripresi subito e alzai lo sguardo, tenendola stretta per il collare la guardai in faccia – Questa fighetta… te l’eri già sfondata, vero?! – le dissi dandole dei colpetti sempre più forti – Aww, aww… aww! – mi disse lei mugulando, e di risposta le diedi un piccolo schiaffo in volto con l’altra mano – Devi essere sincera con me, capito? Sei la mia cagna! – le ordinai mentre mi facevo leccare le dita – la… mamma! Woof! Ha un… vibra…tore! – disse spezzando a metà la frase a causa delle mie spinte.
Mi fermai di colpo e mi alzai leggermente, le mani si allontanarono ed iniziai a giocare con quelle belle tettone con aureole rosate e capezzoli ben pronunciati, tirandole iniziai a parlarle in tranquillità e muovendo leggermente il bacino – Ah sì? Beh, ora mi darai questo famoso vibratore… e ti farò pagare di essere stata una cagnolina cattiva. – Mary mi guardò in un misto di candore e spregiudicatezza per poi indicarmi un cassetto del suo armadio, la puttanella l’aveva rubato di nascosto alla madre e ci si stava divertendo da un po’, ecco perché aveva imparato a prenderlo così bene in bocca!
Appena possibile tornai subito dentro di lei e mentre spingevo dolcemente iniziai a passarmi il vibratore fra le mani, certo che era piuttosto grosso, un po’ più del mio! Decisi di bagnare leggermente la punta (che odorava del sesso di Mary) con la saliva e poi lo accesi, con fare maligno sorrisi e poi iniziai a puntarlo sui capezzoli di lei mentre iniziavo a sbatterla più forte.
– Woff! Woff! Ti prego! Ti prego dammelo in bocca! – disse supplicante la mia cagna – Come si dice? Dammelo padro…? – Mary si fermò, si alzò leggermente e con uno scatto si aggrappò al mio bacino con le mani, tirandomi addosso a lei.
A meno di due centimetri mi guardò negli occhi – Dammi quel cazzo in bocca padrone, te ne prego! – la voce seria e lussuriosa mi fece capire che quella che mi stavo scopando non era più la pudica scolaretta che conoscevo ma una vera e propria ninfomane.
-Sorrisi e tenendo il vibratore per il fondo iniziai a passarle la punta poco sopra la bocca, lei vogliosa tirò fuori la lingua ed iniziò a leccarlo, successivamente mosse la testa per riuscire a fare un pompino allo strumento.
– Altro che cagna… tu sei una vera troia! – le dissi lasciandole in mano il vibratore e stringendole con forza le morbidissime tette.
La scena era fantastica, la mia ragazzina, ora donna, si dimenava davanti a me, mentre con ogni colpetto il suo corpo risuonava ed il seno ballonzolava con una mano si metteva avidamente il vibratore in bocca e con l’altra si masturbava con foga.
Dopo qualche minuto iniziò a fare tutto ciò guardandomi negli occhi ed incitandomi.
– Woff! Woff! Forza padrone! Scopa la tua cagnolina! Woff! – diceva con voce ansimante – Dai! Dai Lorenzo! Così! Ahhh, ahhh! – le urla sempre più forti e il ritmo sempre più veloce mi stavano facendo impazzire – Sì! WOFF! WOOOOFF! – urlò buttando in aria il bacino teso, inutile a dirlo dopo una scena del genere le venni dentro con tutta la sborra accumulata in 18 anni di vita (e per fortuna che prendeva già la pillola!).
Mi accasciai sul corpo di lei e le sue tette mi fecero da morbido cuscino.
– Ehi – mi disse Mary – tutta quella sborra… non vorrai mica lasciarla li, vero? – la guardai perplesso (e stanco) ma lei insistette per farmi uscire e sedere al bordo del letto, si mise a terra, si inginocchiò davanti a me e si mise il pene sporco che si stava ammosciando tra le tette, diede un paio di colpetti e poi iniziò ad usare anche la bocca, andò avanti così per un minuto buono finché non mi ebbe prosciugato del tutto.
Finita l’aspirazione Mary mi guardò massaggiandosi il seno – E’ così appiccicoso! Ma la tua sborra… è buona! – disse sorridendo e leccandosi le labbra, si alzò ed iniziò a giochicchiare con il mio cazzo.
– Questo pomeriggio mi scopi a pecora, capito?? – mi disse a pochi centimetri dal volto con voce infantile. Si allontanò a si mise le mani sui fianchi assumendo quasi una posa da cartone animato – Dopotutto una cagna va scopata a quattro zampe! – disse sorridendo ed andando verso il bagno per pulirsi.
Rimasi nella stanza con un mezzo sorriso ed il cazzo lustro, quel giorno lo ricordo come il più bel compleanno della mia vita.
E con questa scena si conclude la mia prima storia, leggermente romanzata è vero, ma vi assicuro che bene o male (sopratutto l’ultima frase!) le cose andarono davvero così.
Spero vi abbia divertito, per darmi consigli scrivetemi pure.
Se vi è piaciuto come inizio ho tante altre storie da raccontare!