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Erotici Racconti

Riverita, servita e soddisfatta

By 8 Agosto 2018Gennaio 15th, 2023No Comments

E’ da parecchio tempo che volevo esporre quest’avvenimento, tenuto conto che in numerose occasioni mi sono frenata, onestamente trattenuta e repressa, innanzitutto per la mia inclinazione schiva e prudente e in primo luogo per la mia indole altrettanto riservata e taciturna. Quella che al momento comunico qua di seguito, è un susseguirsi di resoconti, che di volta in volta ho inserito inizialmente rammaricandomi, in seguito però riscattandomi in pieno, attraverso un’area del web nella quale vi accedono numerosi navigatori per di più anonimi compagni, nel quale ciascuno, apertamente, si confessa confidando schiettamente i propri intrinsechi e sregolati gustosi vizi. 

 

Io mi chiamo Lucilla, ho ventisette anni e come tale nel portale da me visitato riporto in modo articolato la seguente vicenda. Nel tempo in cui stavamo insieme il mio ex moroso m’ha costantemente reclamato più volte se potessi eseguire del sesso orale succhiandogli il pene, ma io in modo categorico e inamovibile mi sono ripetutamente rifiutata negandoglielo sempre, perché come atto in sé lo ritenevo disgustoso, sgradevole e sporco. Ultimamente ho assistito a un episodio che m’ha fatto in modo insperato cambiare radicalmente opinione, perché da alcuni giorni sono fortemente assalita dal desiderio di succhiare il cazzo a un uomo. E’ invero una sgradita sfortuna, che in questo periodo sia da sola e che il mio desiderio non si possa attuare né avverare né instaurare, così, quasi ogni notte, faccio un sogno ricorrente e in aggiunta a ciò martellante, in ogni caso per avanzare in ordine racconterò prima l’episodio e dopo il sogno. 

 

Una sera io avevo accettato d’andare a una festa, peraltro essendo stata invitata in maniera insistente da un gruppo d’amici di vecchia data, in realtà non avevo troppa voglia, in quanto il mio fidanzamento era naufragato da poco tempo e al veglione c’erano quasi tutti accoppiati e non mi divertivo molto. A un certo momento decisi di recarmi in bagno per sistemare il trucco, un ragazzo m’ha indicato il percorso all’interno dell’abitazione, ho aperto la porta che ritenevo fosse quella del bagno, malgrado ciò non era quella giusta, perché quello che ho intravisto al suo interno m’ha fatto rimanere testualmente di stucco, giacché la mia platonica amica Carla stava facendo un pompino al suo ragazzo Gerardo. Lui stesso, anni orsono, era stato anche un mio fidanzatino quando eravamo ragazzini, adesso però era appoggiato con la schiena al muro, con le braccia alzate sopra la testa mentre aggrappava ai pomoli d’un grande attaccapanni da parete in una posizione di quasi crocifissione, per il fatto che aveva i calzoni slacciati, i boxer a metà coscia e la camicia sbottonata. 

 

Carla era in ginocchio davanti a lui incurante di stropicciare il suo abito lungo di velluto nero fornito di un’ampia scollatura. Carla è una ragazza splendida, con un fisico e un seno anomalo, direi voluminoso, anche Gerardo è un uomo piacente con una corporatura longilinea e muscolosa. Carla con la mano destra teneva i testicoli del suo ragazzo, la mano sinistra era invece avvolta attorno alla base del cazzo proteso in tutta la sua naturale erezione. Ho potuto osservare la dotazione di Gerardo apprezzandola, non molto grande in verità, però ben fatta, rispetto a quella del mio ex, anche se per far godere una donna secondo me le dimensioni sono superficiali, la grandezza banale, perché l’attrezzo che hai tra le gambe devi saperlo utilizzare bene, altrimenti che te ne fai, questo penso io. Erano talmente affaccendati nella loro libidinosa e virtuosa opera, che non si sono accorti per nulla del fatto che ero entrata nel locale e li stavo osservando. Carla succhiava il glande di Gerardo a piena bocca con vigore, questo aspetto lo si comprendeva da come erano incavate le guance, il cazzo di Gerardo scompariva e appariva tra le sue labbra in un movimento alternato rilucente di saliva. 

 

Io sono rimasta là a guardarli affascinata e conquistata, ho percepito nettamente l’orgasmo di Gerardo dai gemiti che ha cominciato improvvisamente a emettere e dal fatto che in un attimo le guance di Carla si sono gonfiate. Appena questo è accaduto, lei si è staccata da lui e ha sollevato la testa per poterlo guardare in viso, mentre lui era in estasi per il piacere. Gerardo inarcava la schiena, gemeva e scuoteva la testa avanti e indietro con un movimento insistente, Carla aveva uno sguardo deliziato e radioso, come di chi è consapevole di dispensare alla persona amata un grande godimento e un’elevata soddisfazione, sicché continuava con la mano a manipolare il cazzo del maschio per prolungargli il piacere, intanto non si svigoriva di squadrarlo in volto con un’espressione affabile e amorevole. Gerardo con un poderoso gemito ha sennonché ultimato l’eiaculazione, spruzzandole quel denso e lattiginoso liquido sul mento e sopra la scollatura, la sua sborrata è infatti continuata terminando altresì sul vestito di velluto, in quanto anch’esso non è stato risparmiato. Carla proseguiva a massaggiarlo anche quando la tensione ha cominciato ad allentarsi, poi una volta che si è interamente afflosciato, ha iniziato a lambirlo con soavità e premura, esattamente come compie l’atto una gatta con i suoi micetti. In quell’istante mi sono spostata senz’essere vista, però la stangata e il trauma del momento affrontato è stato tale, che d’allora durante il giorno sono continuamente distratta e soprappensiero sul lavoro, svisceratamente assalita e aizzata dal desiderio d’eseguire un gustoso pompino a qualcuno nel modo che avevo visto fare a Carla, perché quasi tutte le notti fronteggio sostenendo la visione onirica che ora vi descrivo. 

 

Nel sogno ho invero davanti agli occhi un pene maschile in erezione, non ho idea chi sia l’uomo perché non vedo il suo volto, eppure ho la cognizione che con lui ho un rapporto emozionale importante, avverto che lo adoro. Con le mani unite gli sorreggo i testicoli, mentre con la punta della lingua scorro nel solco che delimita il bordo del glande, colgo e capto le sue pulsazioni di piacere, allora lo imbocco fin dove posso e comincio a succhiare con vigore, in breve tempo sgorga il suo intimo consistente liquore, giacché è una circostanza galvanizzante, entusiasmante e scuotente. La sensazione è di netto e di distinto goloso possesso del mio uomo, ormai ridotto alla più completa sudditanza dagli spasimi che non gli lasciano altre possibilità, io mi rendo conto di svuotarlo di tutta la sua energia e della linfa vitale. La meraviglia che sperimento è così vigorosa che mi sopraggiunge un orgasmo violento, giacché incrementa il mio stimolo nel succhiare, a questo punto del sogno di solito mi sveglio in preda agli ultimi spasimi dell’orgasmo, perché mi succhio ingordamente e malvagiamente il dito pollice della mano sinistra, che da circa dieci giorni è visibilmente arrossato e gonfio. 

 

Questa visione assillante non ricompare più, tuttavia ne approda uno nuovo a seguito di quanto è accaduto e che m’accingo a esporvi. Tre giorni orsono ho ricevuto la telefonata della mia amica Carla, quella della quale vi ho confessato nella precedente ammissione, che mi preannunciava che lei e Gerardo sarebbero venuti a trovarmi, perché dovevano parlarmi. Come vi ho già enunciato, io e Carla siamo in grande confidenza da moltissimi anni, anche se in maniera insolita non abbiamo mai toccato l’argomento dell’erotismo, con il suo ragazzo attuale Gerardo, ho avuto una breve storia da adolescenti, che non ha mai oltrepassato le barriere della castità e i confini dell’innocenza. Ambedue sono giunti verso sera dopo l’ora di cena, Carla come sempre spregiudicata ha affrontato subito l’argomento enunciando: 

 

“Lucilla, sei tu che hai stilato sul sito notizie sul mio conto e nel contempo su quello di Gerardo?”. 

 

Io non potevo di certo negare, anche se i nominativi erano differenti, la situazione era tale da potersi riconoscere benissimo. Ho tentato infruttuosamente di schernirmi con un lieve disagio ammettendo la questione, mentre Carla incalzava: 

 

“Ti faccio notare cara Lucilla, che effettivamente non ci sarebbe nulla di male, tuttavia siamo crucciati e impensieriti per te. Tu non puoi proseguire con questa fisima, io e Gerardo ci siamo consultati, al presente siamo venuti qua per confezionarti una proposta coi fiocchi. Gerardo con tutta onestà, è sinceramente propenso nel farti vivere l’avventura che ambisci da tempo. Vorresti provare?”. 

 

Gerardo approvava, assentiva, la faccenda iniziava ad attrarmi e a stimolarmi, l’offerta come mi era stata introdotta risultava immorale e impresentabile tanto quanto la mia ambizione era invasata e maniaca, azzarderei dire insana. Io celermente ho deposto un immediato diniego, ma Carla che mi conosce in profondità si è subito resa conto della mia esigua convinzione, sicché ha deciso di sconquassare in ultimo le mie reticenze sradicandole di netto, in quanto si è avvicinata verso Gerardo che era accomodato sul canapè e gli ha aperto la chiusura lampo delle braghe. Gerardo era già eccitato, dimostrazione che ancora adesso ha qualche attrazione verso di me, io ero erosa dal desiderio e simultaneamente in evidente imbarazzo, però maliziosamente alla svelta ha sormontato tutto Carla ad arte, che intervenendo prontamente m’ha ripetuto: 

 

“Ti conosco da molti anni Lucilla, siamo in totale affiatamento, in completa sintonia, io voglio che la mia migliore amica stia piacevolmente bene e anche Gerardo lo gradisce. Bada bene, non c’è nulla di disgustoso, né d’imprudente né di ripugnante. E’ una lineare e semplice esperienza erotica senza postumi, perché il mio rapporto con Gerardo e con te non viene per niente ritoccato. Lucilla, considerala come un nostro speciale dono d’amicizia perché è proprio in tal modo”. 

 

Dopo questa breve ma efficace rassicurazione, Carla sorridendo m’ha collocato una mano dietro la nuca facendomi avvicinare la faccia e la bocca verso il cazzo che Gerardo aveva frattanto sfoderato, poiché sussultava emanando un’inedita e tiepida fragranza. Non ho potuto più porre freno al mio ingordo e rimandato desiderio, perché sono riuscita solamente a sussurrare emozionata: 

 

“Tieni presente che non l’ho mai eseguito prima d’ora, è la prima volta, non so se sarò integralmente all’altezza”. 

 

Gerardo ha benevolmente sorriso e m’ha posizionato le mani dietro la cervice, dopo il cosmo intimo è scomparso. Io sorreggevo con una mano i testicoli e con l’altra la base del cazzo, come avevo visto compiere a Carla. Ho percorso con la lingua il bordo del glande felpato, lucente e teso, ho imboccato quanto più che potevo del cazzo di Gerardo succhiandolo con cupidigia e succulenza, mentre lui ondeggiava e sussultava, eppure resisteva. Io succhiavo più forte che potevo e scorrevo con la lingua tutte le sue concavità e convessità, ma lui mi resisteva. Poi finalmente ha cominciato a godere. Era una straordinaria sensazione di potenza quella che provavo, perché stringendogli con le braccia le cosce percepivo la sua tensione estrema, tutti i muscoli contratti e tremanti, mi sentivo fiera e nobile di riuscire a donargli un intenso e vigoroso piacere. Il sapore del suo denso liquore era diverso da quello del sogno, ma non per questo meno piacevole. La sua sborrata era stata intensa, numerosi fiotti m’avevano cosparso le tette e la fica, Gerardo mugolava e s’agitava osservandomi, in me cresceva fortissimo il desiderio di godere, così come m’accadeva nel sogno, eppure capivo che questo non poteva avvenire nella realtà senza un’adeguata né confacente stimolazione diretta. Al termine del suo delirio io ero al massimo dell’eccitazione, dal momento che avevo un insostenibile e un fondato desiderio d’avere un orgasmo. 

 

Carla se n’era resa conto, aiutata dalla sua sensibilità femminile, giacché ha sibilato qualcosa a Gerardo. Lui stava rinvenendo con difficoltà dalla tempesta sensoriale che io gli avevo appena procurato, ma con solerzia ha infilato una mano dentro le mie mutandine, m’ha acciuffato il clitoride e a iniziato a rilento a stuzzicarmelo. Avrei preferito qualcosa di più sostanzioso, ma dopo quel terremoto, a Gerardo non si poteva chiedere di più. Le sue dita frattanto si muovevano in modo accorto e ferrato nella mia intimità, tenuto conto che neppure mezzo minuto dopo sono venuta fra le sue mani. Quando ho ripreso il controllo di me stessa, di fronte a me c’era Carla che sogghignava, in seguito m’ha accarezzato teneramente su d’una guancia donandomi un lieve bacio proferendo: 

 

“Lucilla cara, sei stata davvero attiva, efficiente e spedita”. In ugual modo Gerardo ha annuito ridendo appagato della mia opera. 

 

Io ero ancora talmente inebetita e offuscata dall’emozione, mentre Gerardo era debilitato ed estenuato con la testa rivolta all’indietro sul canapè: 

 

“E’ stata una meraviglia, non credevo, vi ringrazio per tutto ragazzi” – ho proclamato io, successivamente mi sono resa conto che Carla era rimasta intenzionalmente distante dal gioco e forse avrebbe voluto godere pure lei. 

 

“Noi ci siamo appagati, siamo già acquietati, ma tu no. Posso frattanto ovviare eseguendo più cose per te? Che te ne pare?”. 

 

In quel momento per gratitudine sarei stata ugualmente disposta a un rapporto saffico, che ho tra l’altro perpetuamente biasimato e detestato, Carla nel mentre m’ha sorriso, poi m’ha risposto manifestando: 

 

“Nel periodo che io ne avrò bisogno, sarai tu a spalleggiarmi e a sostenermi, perché questa è un’amicizia intima”. 

 

Sollecitamente Carla si è occupata di Gerardo, ha agguantato il suo cazzo completamente rilassato tra le mani ripulendolo con un canovaccio, in seguito ha baciato con delicatezza il cazzo esausto e lo ha riposto dentro la chiusura lampo dei pantaloni con affetto, così come farebbe una mamma che mette a nanna il proprio lattante. Da quella sera il sogno periodico spetta a Carla, perché la osservo con il suo sorriso tenero e materno, dato che mi chiede l’aiuto che le ho promesso. Mi riferisce che vaneggia dalla voglia d’un rapporto con me e che Gerardo non è d’accordo, per questo è venuta da sola, dopo comincia ad accarezzarmi la gola, scendendo fino al seno sbottonandomi la camicetta e baciandomi i capezzoli. Io, nel contempo, che non mi sono mai sognata di fare l’amore con una donna, anzi, solamente il concetto m’ha sempre stomacato, inizio a essere aizzata ed eccitata. Carla si denuda e spoglia pure me, dopo introduce la testa tra le mie cosce e comincia a leccarmi l’inguine, nel fare questo mi scavalca e assume la posizione del sessantanove. Ho la sua pelosissima e odorosa fica davanti agli occhi e sotto il naso, l’eccellente lavoro della sua abile lingua mi sta facendo venire, non resisto oltremodo. Aggredita dall’orgasmo affondo la mia lingua nella sua fessura bagnatissima, di solito a questo punto mi sveglio, ciononostante la curiosità su come possa essere il rapporto con un’altra donna mi perseguita per tutto il giorno, fino al riproporsi puntuale del sogno notturno. 

 

Ripensandoci con cura non poteva che essere così, Carla e Gerardo hanno decifrato commentando la mia ultima esternazione sul sito, io sapevo che lo avrebbero fatto. D’altra parte attualmente siamo leggermente complici e la faccenda non m’angustia né mi preoccupa. Gerardo m’ha telefonato riferendo che sarebbero venuti a trovarmi, in quanto sono accadute cose nuove e il mio sogno ricorrente si è nuovamente trasformato. Carla è arrivata vestita in modo elegantissimo, indossando un soprabito leggero sopra un abito lungo e nero. Lei è una creatura stupenda, è bionda con gli occhi verdi, ha un seno abbondante e un fisico da calendario. Io non mi sono ancora raccontata, ribadirò soltanto che non sono male. Sono mora, ho la pelle chiara e gli amici dicono che ho una bellezza aggressiva, irruente. Gerardo era vestito in modo sportivo con i jeans e una giacca a vento blu chiara: 

 

“Ciao Lucilla siamo venuti da te, così potrai finalmente realizzare il sogno” – m’ha detto con uno sguardo allusivo e con un sorriso sottinteso. Io ho guardato imbarazzata prima lei poi Gerardo: 

 

“Non temere, non angosciarti più di tanto, lui non è contrario, ha solamente detto che gradirebbe stare a guardare”. 

 

La mia eccitazione era salita alle stelle e il cuore pulsava forte, anche perché non vedevo giudiziosamente l’ora di soddisfare accortamente la mia curiosità, d’assolverla in pieno. Gerardo ci ha accompagnato in camera da letto poi ha cominciato a spogliarmi, nel levarmi gl’indumenti ha indugiato sfiorando con le mani le mie parti più sensibili, m’ha accarezzato il ventre in maniera prolungata e ha fatto scorrere l’indice sulle labbra della mia fica, facendomi crescere a dismisura l’eccitazione. Quando sono rimasta completamente nuda m’ha fatto sdraiare sul letto con le gambe leggermente divaricate, mentre alla parte opposta del letto c’era Carla in piedi ancora completamente vestita, soltanto a questo punto ha cominciato a spogliarsi con gesti lenti e studiati. E’ apparso in tutto lo splendore il suo seno perfetto, dopo il ventre con il ciuffetto biondo del pube e le cosce ben tornite. Carla si è messa sopra di me nella posizione del sogno, la fica di fronte ai miei occhi, iniziando a brucarmi l’inguine facendomi farneticare. Io ho sbarrato gli occhi e ho cominciato a baciarla tra le cosce, giungendo con la lingua ad accarezzarle il clitoride e la fica bagnata, la sentivo mentre frignava dal benessere. Dopo ho avvertito un cambiamento della situazione che m’ha costretto ad aprire gli occhi per guardare: dinanzi al mio naso, vicinissimo, c’era adesso il cazzo di Gerardo in completa erezione, che stava penetrando la fica di Carla da tergo. I suoi testicoli mi sfioravano la fronte, mentre io proseguendo a leccare il clitoride della mia amica, potevo scorrere con la lingua anche la base del cazzo di Gerardo. Lui s’impegnava in movimenti lenti, introducendosi e ritraendosi alternativamente. Quel cazzo era umidissimo e sgocciolava per le secrezioni della mia amica, là accanto potevo captare distintamente sia la fragranza quanto il bollore delle loro intimità congiunte. 

 

Carla godeva senz’altro come un’invasata, perché la sua attività tra le mie cosce era cresciuta, in quanto era diventata acuta ed esasperata, i testicoli di Gerardo si erano rassodati e lo scroto al contempo si era corrugato, situazione tipica di chi si prepara il terreno per sborrare, pure io mi trovavo all’acme della resistenza, perché ho cominciato a perdere il controllo e a leccare entrambi i loro genitali, a cominciare dal clitoride di Carla per passare ai testicoli di Gerardo, arrivandogli fino alla fenditura tra le natiche, per poi tornare indietro e ricominciare. Credo che siamo giunti tutti insieme al culmine massimo del piacere, che per quanto mi riguarda è stato onestamente intensissimo e prolungato, perché quando ho ripreso i sensi eravamo tutti enormemente spossati. Gerardo è uscito dalla fica di Carla gocciolandomi sul viso e cadendo riverso sul letto alla mia destra, con il cazzo che si contraeva ripiegandosi da un lato. Carla è scivolata sull’altro fianco ansimante e svigorita, dal momento che siamo rimasti in tal modo in silenzio per alcuni minuti. La prima a riprendersi è stata Carla che si è sollevata, ha estratto dalla propria borsetta il suo minuto canovaccio chiaro di spugna iniziando ad asciugarmi prima il viso e poi l’inguine, dopo ha asciugato il cazzo di Gerardo e i suoi testicoli che avevo leccato, quindi si è asciugata lei stessa e la fica infradiciata di tutti i fluidi e della sborrata di Gerardo, compiendo il tutto con dei gesti amorevoli e premurosi, come farebbe le faccende di casa una buona madre di famiglia: 

 

“Io supponevo che Gerardo desiderasse soltanto guardare” – ho ribadito io tentando di schernire la situazione per alleggerirla. 

 

“Ci ho seriamente provato, però non sono riuscito a trattenermi, la mia ragazza mi eccita fomentandomi oltremisura” – ha aggiunto Gerardo. Carla ha dato due schiaffetti teneri sulle guance di entrambi e poi ci siamo rivestiti. 

 

Quest’inedita e originale avventura a tre, assieme alla mia inconsueta personale scoperta, alla mia propensione e all’insolita predilezione per il sesso orale, comunque praticato, attualmente mi sta sempre molto intrigando, giacché adesso le mie notti sono regolarmente agitate, sobillate e alquanto mosse. Mi sembra assurdo, inattuabile e irreale l’essere arrivata a questi punti cruciali e risolutivi, mentre fino a pochi giorni fa ero piuttosto inibita, insicura e repressa sessualmente in tutte le sfaccettature. Al momento non vedo più blocchi né inibizioni né limiti al mio erotismo, che non credevo fosse così spinto e così latente, ma che sono contenta, gratificata ed enormemente soddisfatta d’avere liberato. Nel nuovo sogno ciclico presenzio e partecipo a intricate posizioni erotiche nelle quali s’alternano Carla, Gerardo e un suo gemello, che non avevo mai conosciuto prima e che non sapevo che esistesse. Io non intervengo, ma loro s’accoppiano unendosi nelle situazioni più acrobatiche e più complicate, dando al sesso orale un grande spazio. Tra me e loro c’è come una barriera impenetrabile e trasparente, che non riesco a superare e che non mi permette d’unirmi a loro, che tuttavia mi chiamano e m’invitano. L’eccitabilità va su tanto più quanto mi viene impedito d’avvicinarmi, mi sveglio con un grande desiderio di partecipare a quei giochi e questo rimpianto m’accompagna senza darmi tregua per tutto il giorno, distraendomi sistematicamente anche dal mio lavoro. 

 

Di conseguenza, come prevedevo e come speravo, Carla ha letto sul sito il mio racconto del nostro incontro a tre e del relativo nuovo sogno ripetuto e m’ha subito contattato affermando che sarebbe venuta a trovarmi con una sorpresa, che avrebbe indubbiamente alleviato la mia idea fissa. La questione m’ha molto sobillato intrigandomi, stimolando enormemente le mie aspettative erotiche, tenuto conto che le mie barriere culturali e i miei confini educativi bloccanti sul sesso, sono ormai una faccenda superata. Con Carla e Gerardo è arrivato a casa mia un amico di lui, per la precisione Corrado. Gerardo m’ha riferito che Corrado aveva letto i racconti dei miei sogni e ne era rimasto assai turbato e alquanto aizzato e desiderava conoscermi personalmente. Corrado è un attraente ragazzo, ben vestito, di modi gentili e raffinato nel parlare, una persona di quelle che a me piacciono. Carla m’ha dichiarato che quando Gerardo le aveva detto che avrebbe voluto farmi conoscere Corrado, lei aveva subito approvato senz’indugi, perché reputava che fosse un individuo di quelli che piacciono a me, infatti è così. Carla era vestita ancora elegantemente con un ampio scollo che metteva in evidenza il suo seno, con una gonna lunga con uno spacco laterale, che accavallando le gambe disinteressatamente mostrava le sue cosce affusolate, davvero un splendida creatura. Anch’io mi ero vestita in modo decoroso e signorile per l’occasione, con un abito lungo tubolare in raso con una scollatura posteriore, che arrivava abbondantemente sotto la vita. Abbiamo iniziato la serata conversando di noi e delle preferenze erotiche di ciascuno, il dialogo è stato sempre delicato, lineare, schietto e mai volgare. Io sono rimasta visibilmente sbalordita e sorpresa, nell’apprendere che Carla, Gerardo e Corrado avevano già esperito rapporti erotici a tre fra di loro, per il semplice fatto che quest’esperienza per loro fosse del tutto naturale. Questi rapporti, infatti, non incidevano sulla relazione d’amore che esisteva tra Carla e Gerardo né sui rapporti d’amicizia correlati tra gli stessi e Corrado. Io non stentavo a crederlo, visto che io stessa avevo vissuto sessioni erotiche a tre con i due miei amici e ciò non aveva alterato per nulla né modificato i nostri rapporti interpersonali. La predilezione di tutti e quattro per il sesso orale è apparsa presto evidente e indubitabile. 

 

In un momento neutrale spento della conversazione Carla ha iniziato la festa avvicinandosi a Corrado e sbottonandogli i pantaloni. E’ bastata quest’operazione per eccitarlo, il suo cazzo ha cominciato a ingrossarsi rapidamente e a gonfiarsi, mostrando in breve un’erezione indomabile e grandiosa. Carla l’ha imboccato per pochi attimi per portarlo al massimo della tensione, poi si è rialzata e ha iniziato uno spogliarello molto coinvolgente. Gerardo ha iniziato a spogliarmi come aveva fatto la volta precedente, io facevo nello stesso modo con lui rimanendo in breve tutti e quattro svestiti. I maschi erano entrambi in piena erezione, io ero, per parte mia già eccitata e guardando il pube di Carla mi sono accorta che anche lei lo era. Corrado ha suggerito d’eseguire il loro gioco preferito, io non sapevo che cosa fosse, lui si è sdraiato sul tappeto con la schiena adagiata sul pavimento, Gerardo si è posizionato di fianco a lui sul tappeto, sempre con la schiena rivolta al pavimento, ma in direzione opposta rispetto a quella di Corrado, Carla ha afferrato in bocca il cazzo del suo ragazzo e si è messa in maniera trasversale in modo tale che Corrado potesse leccarle la fica, mentre ame è stato chiesto d’imboccare Corrado, scavalcando il corpo di Carla portandomi in maniera tale che Gerardo potesse leccarmi la fica. Abbiamo fatto presto a essere tutti in posizione, io ho cominciato a lavorare sul corpo di Corrado e simultaneamente ero stuzzicata dalla lingua di Gerardo. Udivo al mio fianco Carla che godeva della lingua di Corrado e nel contempo succhiava il cazzo di Gerardo. La pratica che stavamo attuando e la vicinanza stretta di tutti i corpi, hanno fatto aumentare in tutti parallelamente l’eccitazione e la tensione erotica. Da parte mia collaudavo un enorme piacere nel succhiare Corrado, era la prima esperienza d’un uomo diverso da Gerardo. Il suo cazzo era leggermente più grosso di quello di Adriano, i testicoli più rugosi, la pelle del glande era liscia con un gusto leggermente salino. La prima nel cominciare a godere è stata Carla, in quanto ho captato il suo orgasmo crescere fino a farle irrigidire tutti i muscoli, subito dopo ha iniziato Gerardo stimolato dalla frenetica libidinosa opera di Carla. Questo ha accelerato la sua stimolazione portandomi sull’orlo dell’orgasmo e costringendomi a ciucciare con maggiore ardore e impegno il cazzo di Corrado, che pulsava assestandosi nella mia bocca. Lui a sua volta era stimolato dal percepire l’orgasmo di Carla, reso ovvio e palese dalle sue contrazioni inguinali. In verità ne è seguita una reazione a catena travolgente, i nostri quattro corpi fremevano contraendosi quasi all’unisono. Io ho perso il controllo proprio nel momento in cui Corrado ha iniziato a sborrarmi in bocca riversandovi alcuni fiotti di liquido denso, il mio coincidente orgasmo non mi lasciava altro da fare, che continuare a suggere e a deglutire. Il suo sperma aveva un sapore pungente ma gradevole, le nostre convulsioni sono durate alcune decine di secondi, dopo ci siamo abbandonati esausti gli uni sugli altri districandoci con qualche difficoltà. 

 

La prima a riprendersi è stata Carla che ha estratto il solito canovaccio di spugna morbida asciugando i nostri organi genitali e le nostre labbra, prima di fare la stessa operazione su se stessa, poi ha dato a tutti un bacio tenero sulla guancia e ha ricoperto i nostri corpi nudi con un lenzuolo leggero affinché non prendessimo freddo, con un atteggiamento simile a quello d’una maestra d’asilo nido che accudisce badando i suoi piccoli allievi. In seguito ci siamo rivestiti e abbiamo ripreso la conversazione con piacevolezza, commentando deliziosamente l’azione precedente: io mi sono complimentata con Gerardo, lui si è riverito con Carla, mentre Carla si è lusingata con Corrado, lui in ultimo ha elogiato pure me. Da quella sera, il sogno ricorrente è un rapporto con due uomini, uno che mi penetra da tergo mentre io succhio il cazzo dell’altro, perché ogni volta ho un orgasmo notturno che mi fa scuotere facendomi svegliare. Le persone sono diverse, alcune volte sono Gerardo e Corrado con ruoli alterni, altre volte invece è uno di loro assieme a un forestiero. Ultimamente due estranei e uno di loro che mi penetra analmente. E’ francamente un’esperienza che non ho mai provato e che m’incuriosisce molto anche se ho il reale timore di metterla in pratica. Come sempre, il desiderio di queste nuove esperienze m’assilla di giorno, oltre che ricorre puntualmente come un incubo ogni notte. Dopo l’apparizione sul sito della mia ultima focosa e viziosa confessione m’ha telefonato Carla, che aveva letto il racconto esponendomi che Corrado aveva apprezzato notevolmente, che era stato molto attratto da me e che gli sarebbe piaciuto poter esaudire radicalmente i miei desideri più scostumati, specialmente quello dell’ultimo mio sogno, poiché avrebbe gradito abbondantemente penetrarmi analmente: 

 

“Francamente mi spaventa un po’, io non ho mai fatto esperienze di questo genere. Tu ne hai fatte?”. 

 

“Sì, certo, l’ho provato varie volte, ti dirò che è abbastanza piacevole anche se non ti provoca l’orgasmo, almeno a me. E’ una penetrazione diversa da quella della fica, però è bello sentire lui che ti sborra dentro riempiendoti le viscere anche se non riesci a vederlo”. 

 

“Levami una curiosità? Piace anche a Gerardo?”. 

 

“Per nulla, Gerardo il rapporto anale lo reputa barbaro, incivile e plebeo, lo detesta a priori”. 

 

“Per quale ragione lo esegue? Perché allora lo fa?”. 

 

“Sono io che l’ho attuato assieme a lui, l’ho praticato con Corrado e persino con qualche altro”. 

 

“Spiegami una cosa, senti dolore? Come hai fatto finora?”. 

 

“Occorre adoperare delle creme adatte ed è utile che il partner sia alquanto aggraziato e riguardoso. Corrado infatti lo è. Si procede per gradi, dopo l’esperienza progressivamente fa il resto”. 

 

“Mi hai davvero intrigato, sono tutta scompaginata per averti ascoltato, ma pronta per compierlo. Abbiamo modo di vederci stasera?”. 

 

Io ho risposto di sì, giacché si è scatenata in me una grande eccitazione, ho atteso la sera con ansia, mi sono preparata per bene, ho indossato un abito molto attillato, la gonna cortissima che esaltava la curva della schiena e là di sotto nessun’indumento intimo. Mi sono colorata vivacemente le labbra, giacché le ho molto polpose, sicché questo faceva spiccare la mia pelle bianca in contrasto con i capelli nerissimi. Sono arrivati tutti e tre verso le dieci, giacché io non avevo cenato dall’emozione. Pure Carla indossava sotto la pelliccia una minigonna esagerata con una camicetta con la solita magnanima scollatura, i maschi erano entrambi in jeans, con il maglione e la giacca a vento. Ci siamo accomodati sulle rispettive ottomane, uno di fronte all’altra e viceversa, io e Carla abbiamo accavallato nello stesso istante le gambe in modo abbastanza sensuale, perché mi sono accorta che neanche lei indossava per l’occasione le mutandine. Il mio modo di sovrapporre le gambe ha provocato molta eccitazione nei confronti di Corrado, perché a giudicare dal gonfiore all’altezza del cavallo dei pantaloni, anche Gerardo mi guardava non senz’interesse. La conversazione è iniziata, poiché ben presto è approdata sul mio sogno riportato sul sito, Corrado m’ha rivelato francamente d’essere stato attratto tormentosamente dal mio fondo schiena, mentre Gerardo ha ribadito la sua contrarietà nei rapporti di questo tipo che ritiene poco raffinati, arretrati e finanche brutali. Carla sorridendo gli ha sganciato la cerniera dei jeans scherzando sulla sua predilezione per i rapporti orali, gli ha estratto il cazzo facendoglielo ingrossare con delle accorte ed esperte manipolazioni, poi m’ha chiesto di mettermi in ginocchio sul pavimento e di prenderlo in bocca. 

 

Io mi sono inchinata e ho cominciato a succhiarlo, poi Carla è passata dietro di me, m’ha sollevato la minigonna scoprendo completamente le natiche. Ho sentito che mi ungeva l’interno dei glutei e lo sfintere con una crema scivolosa, poiché questo gesto lo compiva con l’amorevole e tenera cura d’una madre mandando alle stelle la mia eccitazione. Ho sentito il suo dito scorrermi attorno all’ano e penetrarmi leggermente introducendo un poco di lubrificante, dopo si è soffermata qualche secondo roteando il dito in tondo in questa posizione prima di ritirarsi. Io continuavo a succhiare il cazzo di Gerardo, l’eccitazione aumentava rimanendo in allerta per le mosse successive dietro di me. Finalmente ho sentito il cazzo di Corrado che s’introduceva tra le mie natiche appoggiandosi sull’orifizio, era duro, gradevole e scivoloso, forse Carla lo aveva ben preparato con la bocca prima di lubrificarlo. Ho chiuso gli occhi attendendo il dolore e accentuando automaticamente la prosecuzione sul cazzo di Gerardo. Corrado è stato molto delicato, la spinta è stata graduale e dopo una difficoltà iniziale in cui mi sono sentita quasi spaccare in due, ma senza dolore, l’ho percepito scivolare in profondità quasi con dolcezza. Ho aperto gli occhi e lasciato per un attimo il cazzo di Gerardo per respirare, così ho potuto vedere che Carla aveva sollevato la minigonna fino alle anche, era a cavallo dell’ottomana con la sua fica di fronte alla faccia di Gerardo che immergeva la lingua avidamente. Mi sono anche accorta d’aver macchiato con il rossetto che avevo sulle labbra, gran parte del cazzo di Gerardo che adesso appariva d’una colorazione innaturale. Dietro di me Corrado scivolava avanti e indietro a rilento fra le mie reni, perché simultaneamente m’abbracciava il bacino e con la punta delle dita mi stimolava il clitoride e l’interno della fica. 

 

In quel frangente io ero al limite della sopportazione, captavo l’orgasmo arrivare in maniera incontrastabile e irreversibile, non mi sono opposta a questa sensazione pregustando il delirio totale dei sensi, giacché è sopraggiunto imperiosamente provocandomi forti contrazioni anali e spasmodici fremiti, perché queste contrazioni hanno scatenato in ugual modo la poderosa sovreccitazione di Corrado. L’orgasmo di Gerardo era inoppugnabilmente evidente, quello di Corrado, all’opposto, lo percepivo attraverso i suoi convulsi tentativi di spingere sempre più a fondo, accompagnato da un senso di calore interno dovuto probabilmente all’abbondante eiaculazione. Non ho fatto caso a Carla, ma dai gemiti s’intuiva che anche lei stava godendo. Dopo è seguito per tutti il rilassamento generale, dovuto allo sfinimento dopo l’orgasmo. Corrado ha lasciato che il suo cazzo si sgonfiasse dentro di me prima d’estrarlo con delicatezza e crollare in conclusione supino sul tappeto. Gerardo era capovolto con la testa abbandonata sulla spalliera dell’ottomana e respirava forte. Il suo cazzo si era afflosciato ripiegandosi su se stesso, Carla pure lei infiacchita e svigorita si era coricata su d’un fianco sulla stessa ottomana, la gonna raggomitolata fin sopra l’ombelico, con le gambe aperte lasciava intravedere la sua fica bagnata. Io ero ancora inginocchiata per terra, ma con il busto appoggiato sulle ginocchia di Gerardo e con la testa appoggiata tra le sue cosce. Corrado era piegato all’indietro sul tappeto dietro di me, con il sedere tra i miei polpacci e le ginocchia ripiegate nel accerchiarmi i fianchi. Siamo rimasti così per qualche tempo, finché non è comparso il solito canovaccio di spugna di Carla e fintantoché lei non ci ha tutti accuditi con cura. Ci siamo riassestati e rivestiti, i miei amici si sono accomodati sull’ottomana, anch’io mi sono ricomposta ma soltanto dopo aver fatto una capatina in bagno, cosa che quest’ultima è abbastanza fisiologica dopo esperienze di questo genere.

Corrado m’ha rivelato che per lui è stata una cosa fantastica, Gerardo ha confermato che lo ritiene volgare, ma che ero stata splendida nei suoi confronti, probabilmente proprio per lo stimolo provocato dalla penetrazione anale. Carla ha appurato che Gerardo era stato sorprendente nei suoi confronti, verosimilmente essendo stato stimolato in maniera eccezionale dalla mia azione su di lui, anch’essa dovuta alla penetrazione anale. In seguito m’hanno chiesto il giudizio di tutto l’operato avvenuto, io non ho risposto e ho sorriso, donando un bel bacio sulla guancia di Carla e agli altri due maschi. Adesso, quello che mi capita in sogno in modo continuo è qualcosa di molto più insipido e scialbo, perché io farnetico di scopare con Corrado e solo con lui, in tutti i modi e in tutte le posizioni, bramo di farlo godere e di compiacermi con lui. Qualche volta, nel sogno, compaiono anche Carla e Gerardo. Quelle volte eseguiamo dei giochi incrociati, io li faccio godere tutti loro in tutti i modi possibili, il sogno non mi bracca né m’opprime più di giorno, perché quasi ogni sera viene a trovarmi Corrado, qualche volta arrivano sia Gerardo che Carla. 

 

Carla nel frattempo si è lasciata con Gerardo, perché al momento convive con un ragazzo marocchino di nome Haroun, francamente non me l’ha ancora presentato e sono davvero curiosa di conoscerlo. La mia è un’indiscrezione a sfondo erotico, tanto che nelle ultime tre notti ho fatto sogni nei quali facevo scopavo con un uomo scuro di pelle. Non ho mai visto un nero nudo e i sogni si sa stimolano la mia bizzarria. Nell’ultimo di questi sogni Carla mi telefonava affermando che sarebbe venuta a trovarmi e che aveva una lieta sorpresa per me. Arrivava puntuale dopo cena accompagnata da Corrado e da uno splendido ragazzo di colore, nero come la notte, alto e dai movimenti felpati, di nome Haroun. Ci accomodavamo sulle ottomane contrapposte, prima ancora di cominciare la conversazione Carla estraeva il cazzo di Corrado già in tiro e iniziava a succhiarlo. Corrado toglieva gli slip a Carla, si posizionava sul sessantanove e cominciava a ricambiare il favore. Haroun ispezionava incuriosito e dal gonfiore crescente del davanti dei pantaloni s’intuiva che si stava eccitando. Con discrezione io gli toglievo la camicia mettendo a nudo un corpo atletico dalla pelle liscia e lucida e i muscoli consistenti ben in evidenza. In preda a uno stimolo crescente gli sbottonavo la camicia, slacciavo la cintura e aprivo la cerniera, poiché ne usciva in maniera prorompente qualcosa di spettacolare. L’erezione era quasi al massimo, in cazzo scuro soltanto leggermente più chiara sul glande di dimensioni rispettabili, lucido e rigido come un pezzo di marmo nero. Io lo avvolgevo nelle mia mano accarezzandola con delicatezza, la mia mano bianchissima faceva uno strano contrasto con il suo membro scuro, sotto la pelle liscia percepivo una ruvidezza compatta, stavo ancora compiacendomi di questa carezza, che improvvisamente Haroun iniziava i fuochi d’artificio sborrando da tutte le parti. Io colta di sorpresa dal suo precoce orgasmo cercavo d’aiutarlo in questa sua fase critica masturbandolo vigorosamente, il fatto gli era gradito, perché mugolava e sospirava continuando a eiaculare, dopo appena sentivo che la sua tensione stava calando mi fermavo. 

 

Gli schizzi del suo sperma bianchissimo primeggiavano in maniera evidente sul suo addome scuro e sulle cosce, io al colmo dell’eccitazione ero molto delusa da questa sua inedita prestazione. Carla che aveva seguito la scena interrompeva i suoi giochi con Corrado e s’avvicinava con dei fazzolettini di carta per asciugare Haroun come fa sempre in questi frangenti. Io avevo un bisogno estremo d’un orgasmo e puntavo la mia attenzione su Corrado che era ancora in piena tensione, mi toglievo tutti i vestiti, però a questo punto con sorpresa notavo che Haroun stava riprendendo le forze. Non erano passati nemmeno cinque minuti, così per non perdere l’occasione mi precipitavo ad eccitarlo prendendoglielo in bocca. Nel succhiarlo, qualche goccia residua di seme mi perveniva sulla lingua, il cazzo di Haroun frattanto riprendeva a crescere, dopo poco tempo aveva riassunto le dimensioni precedenti, giacché io non riuscivo più a tenerlo in bocca, potevo soltanto leccarlo sui bordi del glande. In seguito lo facevo sdraiare con la schiena in giù e mi collocavo di sopra con le cosce aperte. Il suo cazzo era affondato nelle mie viscere con prepotenza, era rigido come bastone, dal momento che nessuno m’aveva mai penetrato così a fondo riempiendomi con tale efficacia. Finalmente arrivavo all’orgasmo, così intenso da quasi perdere conoscenza. Pensavo che anche lui fosse venuto, ma resisteva. Riprendevo la mia cavalcata fino al secondo più terribile e poderoso orgasmo, questa volta insieme a lui.

Purtroppo a questo punto mi sono svegliata ansimando, in quanto era tutto un sogno, ma gli orgasmi erano autentici, perché Corrado per la circostanza dormiva con me, si era accorto del mio turbamento inconscio e per aiutarmi m’aveva penetrato nel sonno e stava trafficando nella mia fica. Al presente farnetico dal desiderio d’incontrare Haroun. 

 

Carla, che come ho descritto ed esposto, da qualche tempo non sta più assieme a Gerardo, ma attualmente dimora con un ragazzo iraniano, uno studente di chimica di nome Taher e m’ha telefonato. Aveva letto il mio sogno e voleva farmi conoscere questo suo nuovo ragazzo, io invitato entrambi a cena e naturalmente anche Corrado, Corrado era già a casa quando sono arrivati, Carla splendida con un abito blu molto fasciante che risaltava le sue belle curve e contrastava vistosamente con la sua pelle chiarissima e i capelli biondi, Taher vestito in modo semplice. Taher è un bel ragazzo con un fisico regolare, nulla d’appariscente, per questo ho fatto i complimenti a Carla. Lei per tutta risposta m’ha ripetuto che non avevo ancora visto la cosa più importante, sicché senz’indugi ha aperto la cerniera dei jeans di Taher. Lui non indossava indumenti intimi, giacché è sbucato un cazzo che seppur in condizioni di riposo risultava davvero apprezzabile, Taher non mostrava nessun’imbarazzo, all’opposto sorrideva. Io ho rinnovato i complimenti a Carla e a Taher. Corrado stava in disparte disorientato. Carla m’ha invitato per lambirgli il cazzo, per rendermi meglio conto della qualità del suo ragazzo, cosa che ho cominciato a fare. Io lo avevo impugnato tra le mani e con una rapidità inconsueta si è drizzato all’istante. Molto di più di quello che avevo sognato, una barra lucente, bruna, solamente un po’ più chiara sulla corona del glande, pulsante, prepotente e viva. Aveva una forma particolare, piuttosto appuntita e poi massiccia alla base, lunga abbondantemente più d’un palmo, una vera arma impropria, la sua vista m’ha aizzato mettendomi addosso un grande scompiglio emotivo, ho guardato verso Carla con un’occhiata che voleva esprimere un “posso?”. Lei m’ha controbattuto con un ammiccamento sottinteso che significava “certo, accomodati”. Io l’ho afferrato in bocca, era eccellente, con un leggero sapore selvatico, ma gradevole, poi considerate le dimensioni riuscivo a contenere soltanto la parte terminale che è tuttavia la più pregiata, mentre con le mani ne afferravo la base. Lo succhiavo con desiderio, volevo farlo godere, volevo che mi esplodesse in bocca, eppure mi sono accorta d’una sua certa distrazione, perché non sembrava partecipare con trasporto. Con la coda dell’occhio sono riuscita a vedere che cosa lo distraeva: Corrado colpito da una piccola crisi di gelosia si era spogliato denudando pure Carla. Si era sdraiato supino sull’ottomana, Carla penetrata da lui, lo cavalcava standogli sopra con le ginocchia piegate a lato dei suoi fianchi, il busto piegato in avanti, il suo seno abbondante appoggiato sul petto di lui e lo baciava sulla bocca con passione. Corrado la penetrava con forti spinte, a ogni spinta il bacino di Carla si sollevava di parecchio, La cosa deve aver ingelosito Taher e aver acceso la passione per la sua ragazza, perché si è staccato da me, si è accostato da tergo nei pressi di Carla, ha puntato il cazzo ben lubrificato contro lo sfintere e si è appoggiato con il peso del corpo. Dopo un minimo di difficoltà iniziale è penetrato tutto, con la facilità d’una lama che cala nel burro. Ma non è stata una cosa violenta né veloce, al contrario, dava l’idea d’un grosso serpente bruno che scivolava lentamente e maestosamente nella sua tana. Il contrasto tra il colore della sua pelle e quella di Carla era notevole. 

 

Durante la fase della prima penetrazione di Taher, Corrado ha fermato i suoi movimenti e Carla ha emesso un gemito prolungato per tutta la durata dell’introduzione, poi con me completamente in disparte è cominciata una danza armonica condotta dai due uomini, che alternativamente e in maniera coordinata, affondavano ed estraevano con un movimento articolato e ritmico. Dopo pochi cicli Carla con le guance arrossate da un inequivocabile segnale dell’orgasmo ha urlato. La danza è continuata con questi ritmi per alcuni minuti e Carla ha strillato più volte, dopo è iniziata una fase più concitata. Come seguendo un segnale convenuto, i due uomini hanno cominciato ad aumentare e cambiare il ritmo perdendo in sincronismo, giacché presto i movimenti sono divenuti esasperati. Carla veniva sballottata tra di loro come un guscio di noce in un mare in tempesta, gli uomini hanno ripreso a rantolare e a respirare in maniera affannata, Carla ha cominciato nuovamente a strepitare, questa volta più a lungo. Poi repentinamente la tempesta è cessata. Taher ha estratto il cazzo ed è caduto sfinito all’indietro riverso sul tappeto. Corrado è scivolato via uscendo da sotto le gambe divaricate di Carla, accovacciandosi in ultimo anch’egli sul tappeto. Carla è rimasta sull’ottomana appoggiata a quattro zampe, affannata e con un po’ di tremore alle gambe interamente esausta. Aveva subito una successione quasi disumana d’orgasmi, gli orifizi erano dilatati e arrossati, trasudanti di sperma e di fluidi che colavano lentamente sull’interno delle cosce. Quei due l’avevano totalmente sfiancata, Taher si è accorto soltanto allora che m’avevano lasciata accaloratissima in disparte. Si è avvicinato, con le sue labbra carnose alla mia fica e ha inserito una lingua ruvida e arroventata, io ho goduto immediatamente, ma con poca soddisfazione. Quando ho ripreso il controllo Carla si era ripresa, ha estratto dalla borsetta il suo piccolo canovaccio di spugna e ha cominciato il solito cerimoniale dell’asciugatura di tutti. Cominciando da me, poi se stessa, poi Corrado e infine con materna tenerezza, trattandolo come un bambino il cazzo Taher ormai a riposo. Alla fine della pulitura lo ha agguantato tra le mani e lo ha sfiorato con le labbra in un bacio tenero che ci ha fatto ridere tutti. La risata collettiva è servita a stemperare radicalmente le tensioni che si erano create prima, in seguito ci siamo accomodati a tavola così come eravamo senza rivestirci. Carla denigrava una certa difficoltà nella posizione seduta, ma nel giro di una mezz’ora è tornata alla normalità e per tutta la cena non abbiamo parlato di sesso. Al termine, chiaramente sollecitato da Carla, Taher si è scusato per come m’avevano trascurato in precedenza e si è detto disposto a riparare nel modo che avrei preferito. Mentre lo diceva il suo cazzo ha avuto un piccolo sussulto, era chiaramente pronto a erigersi. La faccenda era eccitante, io ero pronta ad accettare, ma si è intromesso all’istante Corrado sostenendo di non preoccuparsi, che ci avrebbe pensato lui quando fossimo rimasti da soli. Infatti, una volta accomiatati i nostri amici, lui m’ha posseduto analmente accarezzandomi contemporaneamente il clitoride con entrambe le mani e m’ha fatto venire, proprio nello stesso momento in cui mi sborrava nelle viscere, ma si è trattato d’un misero surrogato, rispetto alla smisurata doppia penetrazione di cui aveva beneficiato Carla in precedenza. 

 

Buongiorno o buonasera a voi tutti. Mi pensate ancora? Sono Lucilla, vi ricordate di me che v’informo all’inizio della storia? E’ vero, per parecchio tempo vi ho divulgato i miei fervidi, lascivi e veementi sogni, adesso mi rivelo. A seguito dei miei vagheggi, che si sono successivamente avverati per merito dei miei amici Carla, Gerardo e Corrado, mi sono sistemata solidamente con Corrado e nelle mie notti non sono più comparsi castelli in aria né miraggi sostanziosi da raggiungere, probabilmente perché sono appagata e acquietata sia emotivamente che sensualmente da questo rapporto. Per molto tempo non abbiamo più incontrato Carla né Gerardo, che come sapete non stanno più insieme. Lei m’ha telefonato alcuni giorni fa ricordando con notevole nostalgia i nostri erotici lascivi giochi, le nostre sfrenate e scostumate pratiche compiute nelle serate assieme. Carla m’ha rivelato d’essersi lasciata anche con Taher e che al presente aveva voglia di compagnia, io ben volentieri l’ho invitata per cena. Quando è arrivata è apparsa principesca e sfavillante come sempre, aveva un abito aderente e una scollatura da favola, Corrado è rimasto visibilmente colpito dalla sua presenza. Ci ha raccontato della sua nostalgia delle nostre serate, in tal modo poco dopo ci siamo ritrovati tutti e tre nel letto e abbiamo costretto Corrado a un superlavoro nel quale non se l’è cavata male. Ci siamo addormentati ancora abbracciati e qui è iniziato il mio sogno. 

 

Eravamo sdraiati nudi su d’un grande spazio erboso con il vento che soffiava accarezzandomi la fica. Da lontano si è avvicinata una figura, quando era nei paraggi mi sono accorta che si trattava di Gerardo. Era affranto, sconsolato, triste e piangeva. Carla e Corrado stavano giocando sull’erba incuranti di me e del nuovo venuto, assai negligenti, in quanto avevano cominciato a scambiarsi tenerezze e Carla aveva iniziato a sollecitare l’erotismo di Corrado con una delle sue formidabili imboccate, mentre Corrado gemeva sospirando in preda al piacere. Io ho compreso subito che Gerardo soffriva per quella visione, probabilmente sconquassato e travolto da ricordi passati non ancora sopiti, sicché ho deciso di consolarlo. Gli ho aperto la cerniera dei pantaloni e ne ho estratto il cazzo, non era il cazzo di Gerardo che avevo conosciuto, ma era molto più grosso, d’una durezza incredibile e fremente d’eccitazione, il glande era violaceo sui bordi e la pelle tesa e lucente, da vero guerriero. Ho cominciato a massaggiarlo con le mani, scorrendo lungo tutta l’asta stringendolo forte nel pugno, percorrendo lentamente con il polpastrello il bordo infiammato. Fremeva ed emanava calore, sentivo che stava per sborrare, così l’ho afferrato con ambedue le mani massaggiandolo con straordinaria foga. In pochi secondi le mie mani sono state innaffiate dal suo seme appassionato, denso e amabile, ho dato un’occhiata sia Carla che a Corrado. Carla aveva una lunga colata di sperma che le attraversava il viso dalla fronte alle labbra e sorrideva, Corrado stava allentando la tensione che aveva preceduto l’orgasmo e stava rilassandosi disteso sul prato. Con le mani stracolme dello sperma di Gerardo ho accarezzato la fronte di Carla, mescolando il mio liquido con quello che lei aveva già sul viso. Ho detto che con quel gesto avevo riunito tutti e quattro e che non ci saremmo separati mai più. 

 

Gerardo sorrideva, Corrado ironizzava, Carla era favorevole e contenta, io ero esultante e felice, ma disgraziatamente e infelicemente a questo punto mi sono svegliata. Accanto a me Carla, che si era svegliata, stava eseguendo un altro pompino a Corrado, che era ancora addormentato, ma che aveva recuperato le forze dal superlavoro anteriore al sonno. Io mi sono avvicinata e con la lingua ho iniziato ad agevolare Carla nella sua mansione alternandomi con lei. Succhiavamo approssimativamente per quindici secondi a testa, perché era una forma di svago per avvistare chi per prima avrebbe fatto sborrare Corrado. Alla fine mi sono aggiudicata io di netto la vittoria, meritandomi uno spruzzo impetuoso e succulento di sperma sul palato. 

 

In conclusione, sfortunatamente, o perché la vita stessa prende certe inedite e tortuose pieghe, rimaneva la malinconia e il rimpianto di Gerardo, perché sciaguratamente alcuni sogni non s’avverano. 

 

{Idraulico anno 1999} 

 

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