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Rompere il guscio

By 18 Maggio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Storia realmente accaduta 12 anni fà.

Aprile inoltrato, io stavo smaltendo la mia storia finita male che era durata per un paio d’anni, ma come succede in queste cose lei mi lasciò, ed io mi ritrovai a combattere da solo con i miei sensi di colpa.

A quei tempi frequentavo ancora l’università.
Roma mi stava stretta in quel periodo, anche perché non mi andava di uscire un granché, preferivo contorcermi il cervello con pensieri negativi.
L’ unico svago erano le telefonate con gli amici più stretti, che mi dicevano di lasciarla andare ed evitare di stare così perché sarebbe stato peggio.
Dopo svariati inviti e chiarito il fatto che non avevo alcuna voglia di studiare, decisi di andare a trovare un amico che frequentava l’università di Bologna.

Una volta arrivato, prendemmo la palla al balzo per far baldoria ogni sera, io avevo un arretrato importante, mentre il mio amico Luca cercava la scusa per concedersi settimane di festa, con annessi alcool, ragazze e qualche fumatina.
La serata iniziava in giro a fare aperitivo, per poi finire in qualche casa di studenti a fare le 5 di mattina, e non vi nego che mi sentivo meglio, sopratutto perché iniziavo ad arrivare nuove conoscenze, e come ben sapete il vecchio “chiodo batte chiodo” funziona sempre!

Arrivato il Venerdì Luca mi dice che l’indomani sarebbe dovuto andare a Parma, a prendere dei documenti di lavoro per suo padre, senza chiedermi troppe spiegazioni mi dice che dovevo andare con lui da questi amici di famiglia, io inizialmente mi rifiuto ma dopo un paio d’ore cedetti, sopratutto per ringraziarlo data la la sua ospitalità.

La sera tornammo presto a casa, perché la mattina dopo avevamo il treno.
mi ricordo che partimmo intorno alle 10:30, dopo circa un ora e mezza ci trovammo in macchina con il signor Carlo, ci dirigevamo verso casa sua, stereo ad alto volume e finestrino aperto al massimo, ero talmente avvolto nel torpore primaverile che non m’interessavano i discorsi che lui e Luca intrattenevano.

Arrivati a destinazione mi ritrovai davanti questa villetta su due livelli, con un bellissimo giardino che ne girava tutto il perimetro, curato nei minimi dettagli, una volta chiuso il cancello automatico scesi dall’auto proprio per guardarlo con attenzione, pensando che lo scambio di documenti fosse una questione di minuti, mentre pensavo a questo sento questa voce femminile salutare luca con particolare veemenza e corrergli incontro fino a dargli questo abbraccio calorosissimo.
A quel punto il giardino passò in secondo piano, anche perché lei era una visione paradisiaca, non faccio in tempo a presentarmi che ci invita in casa per un caff&egrave.
Si chiama Alba e non vi nego che rimasi svariati minuti ad osservarla anche abbastanza spudoratamente, alta 1,75 con una quarta di seno ed un culo da far invidia ad un’adolescente, jeans strettissimo molto scuro e t-shirrt bianca con converse d’ordinanza..
Ho scoperto solo dopo che aveva 36 anni e la sua fisicità era scolpita da anni di palestra giornaliera, dato che non lavorava perché il maritino sessantenne poteva permettersi di mandare avanti la baracca con il suo stipendio.

Io, Alba e Luca parlammo per circa un’ora davanti a questo caff&egrave, io trovai come primo appiglio proprio lo sport, che anche io ho praticato per svariati anni a livello agonistico, mi chiedeva come fosse possibile che un ragazzo come me non avesse la fidanzata, io sono alto 1.80, fisico molto atletico, capelli ed occhi scuri ed un aspetto abbastanza curato, uno senza problemi di rimorchio insomma. Luca si era quasi defilato dal discorso perché distratto dai suoi sms, mentre il marito se ne stava al computer a lavorare su non so cosa.

Lei insistette per farci rimanere lì per pranzo cosa che inizialmente mi avrebbe infastidito molto, ma data la sua bella presenza accettai di buon grado.

Dopo l’ottimo pranzo contornato da una bottiglia di vino che bevevo in tre perché il marito era astemio, cominciai a comprendere il vero motivo della visita, inquanto Luca mentre lei era impegnata al lavandino si avvicinò dandole un bacio a stampo che culminò in un incrocio di lingue, la cosa che mi lascio allibito fu che il marito era lì alla sua postazione pc e si limitò a dare semplicemente uno sguardo abbastanza disinteressato a ciò che succedeva.

Dopo poco noi tre ci ritrovammo in giardino a sorseggiare limoncello, a quel punto Luca iniziò a dirle che erano 20 giorni che non si vedevano e per lui era troppo, lei cercò di giustificarsi dicendo che a casa si erano trattenuti i suoi genitori per una settimana, sostenendo che non sarebbe potuta nemmeno andare a Bologna date le circostanze, ma dopo questo piccolo diverbio lo prese per mano e mentre entravano in casa lei mi disse di seguirli.

Saliti al piano superiore ci siamo accomodati in una camera hobby, con un divano molto grande, Luca si spogliò in una frazione di secondo e le tolse in tutta fretta maglia e reggiseno, facendola rimanere con quelle stupende tette al vento, ci si fiondò sopra in una frazione di secondo, ed iniziò a succhiarle avidamente, i suoi mugolii diventavano sempre più intensi, ad un certo punto non riuscendo più a trattenere l’eccitazione si tolse anche i pantaloni, a quel punto mi guardò dicendomi se volevo continuare a guardare oppure avevo voglia di farla godere, non me lo feci ripetere, tolsi maglia e pantaloni mentre i boxer non riuscivano a nascondere la mia eccitazione.
Lei rimase con un perizoma rosso semi trasparente, che non nascondeva la sua figa depilata, ormai dilatata e gocciolante di umori, Luca mise la faccia tra le sue gambe, spostò quel pezzetto di tessuto ed iniziò a leccarla avidamente, io iniziavo a baciarla e a toccarle il seno, mentre lei liberò il mio cazzo dal boxer, riuscì a cogliere la soddisfazione sul suo viso quando vide i miei 22 cm super eccitati, dopo uno sguardo d’intesa si tuffò tra le mie gambe, iniziando a farmi un pompino da oscar, mi leccava e mi succhiava e poi strofinata il mio cazzo sul suo viso sul suo collo come se volesse che quell’odore gli restasse sulla pelle, cercava di infilarlo tutto in bocca e ciò gli provocava dei piccoli conati, ma non si arrendeva, come se volesse toccare con il suo naso il mio addome, tutto ciò invano, in quel momento ero in estasi ma feci in tempo a notare che mentre luca si occupava di lei aveva sul divano si stava allargando una macchia con i suoi umori, stava impazzendo.

A quel punto Luca puntò il suo cazzo sulle sue labbra ormai aperte all’inverosimile, entrò dentro di lei senza il minimo sforzo ed iniziò a stantuffarla come non mai, io intanto mi godevo il suo lavoro di bocca che ormai si era trasformata in una vera e propria adorazione dell’uccello, ogni tanto si fermava a guardarlo e mi diceva che ci saremmo divertiti molto insieme e nel contempo diceva parole sconclusionate del tipo “perché non l’hai portato prima?”, a quel punto io e Luca uscimmo da lei per invertirci, lei si mise in ginocchio sul tappeto facendo sedere Luca sul divano per succhiarlo più comodamente, a quel punto io mi misi dietro di lei, ma notai che Carlo si stava facendo una ricca sega mentre ci guardava, me ne fregai e continuai nella mia opera, quando fui dentro lei tirò fuori un grido animalesco, dicendomi che voleva che io gli spaccassi la figa, e fu proprio quello che cercai di fare, ho aperto al massimo le sue gambe e prendendola per le tette ho iniziato a scoparla in modo animalesco, tanto che non riusciva neanche più a fare il pompino a Luca, urlava come se gli stessi facendo del male, ma appena rallentavo si girava e mi urlava di non smettere per nulla al mondo di continuare a spaccarla perché erano 20 giorni che andava avanti a sgrillettarsi.
Continuai a pomparla e dopo poco iniziò a contarsi, iniziò a squirtare tutto il tappeto ed il mio basso ventre, alcuni schizzi arrivarono anche sui miei polpacci, a quel punto chiese a Luca testualmente “vai li dietro e spaccami il culo perché il suo &egrave troppo grosso”, ci invertiamo nuovamente e facilitato dalla grande quantità di umori vaginali lui iniziò ad incularla, mentre io mi godevo un nuovo pompino che cercavo di far durare il più possibile, pensando alle cose meno eccitanti del mondo, finché non capì che bastava dare un’ occhiata a Carlo per riuscire nell’intento, resistetti un altro paio di minuti, scaricai tutto nella sua bocca, inutile sottolineare che non ne perse neanche una goccia, dopo avermi pulito inizio a leccarmi le palle, ma dopo poche spinte Luca le venne nel culo, lei si contorceva cercando di godersi il più possibile quella scarica calda nelle viscere.
Si buttò sul tappeto ormai esausta senza proferire parola, dopo poco si diresse verso il bagno ma mentre usciva dalla porta si girò e ci disse, stanotte voi rimanete qui….
Continua…

heisemberg010@gmail.com

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