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Racconti Erotici

Scaltra e sottile simulazione

By 7 Giugno 2020Giugno 14th, 2020No Comments

Io sono fin troppo altruista e caritatevole, annunciandoti e segnalandoti fermamente di no, esageratamente buona per squadrarti e per esprimere energicamente, che con quel pizzo bianco mi rievochi l’attempato fratello di mio padre, considerato che oggigiorno non è più in vita. Io t’avverto oltremodo, dichiarandoti che tu sei eccessivamente longevo per andarmi a genio, sennonché non ho mai dato fino ad oggi una considerevole rilevanza né uno smodato merito all’anagrafe. Verosimilmente però, io mi sento semplicemente pusillanime e in ugual modo vigliacca, poiché dovrei dirti che ho cambiato idea, per il fatto che a letto con te non voglio più venirci, invece resto zitta.

Io appronto intanto un sorriso e ti tendo una mano, tu però la rifiuti e mabbracci stringendoti al mio corpo come se già tappartenesse. Io dovrei svelarti prima di farmi sbaciucchiare, che non mi è gradita la tua bocca perché è troppo magra e che giudico la tua lingua persino assai indelicata prima dintrodurmela in bocca, eppure io ti lascio comodamente eseguire, visto che dopo che ti distacchi da me, io mi pulisco dai residui della tua salivazione con il dorso della mano, cercando abilmente di non farmi vedere. In seguito entriamo nella tua automobile, ciononostante io mi sento dimpaccio accomodata attigua a te con la tua mano che mi comprime una gamba. Tu aspetti una mia avvisaglia per arrampicarmi ancora su, un mio cenno, sennonché dal momento che controlli che non giunge te ne freghi e la fai slittare malgrado ciò tra i miei arti inferiori.

Tu ridi soddisfatto a fior di labbra, perché io sono senza gli slip e tra l’altro completamente depilata, proprio come tu mhai specificatamente richiesto. A quel punto tu mi frughi e non ti lasci avvilire né sconsolare dalla mia fica interamente prosciugata, all’opposto, linumidisci e mi ficchi intimamente due dita e mosservi infervorato. In quell’occasione mi sfugge uno strillo, indubbiamente nella tua grossolanità e nella tua trascuratezza avrai di certo riflettuto che sia stato dassenso e di benestare, anziché di fitta e di sofferenza.

Io cerco di resistere per alcuni istanti, successivamente però il tuo libidinoso e incontinente coinvolgimento si raggruppa sulle mie tette, perché taccerti e poi verifichi se anche sotto la blusa non ho niente come mhai preteso e indicato chiaramente, in quanto orienti giù la scalvatura per far emergere e liberare volontariamente le tette dall’alto. A te aggrada invero mettermi in mostra ai viandanti, così come un recente riconoscimento di polpa e di muscoli appena entrato in tuo possesso, per il fatto che inizialmente mi coinvolgi e appresso mi trascini nella camera scialba duna locanda, perché subito dopo che abbiamo sprangato l’uscio dietro di noi tu mesibisci il membro artificiale e fasullo con il quale tra poco mi scoperai.

“Non ti stupire, delle volte quello vero, potrebbe anche non essere degnamente all’altezza” – mi confidi con una risata beffarda e caustica, alquanto dileggiatrice che risuona pressappoco perfida e spregevole, io in quell’occasione mi sento veramente male, sono disgustata e pienamente sdegnata.

Io sono disadorna e indifesa sulla branda, mi sfioro, nel tempo in cui ti denudi arricciando i calzoni con una meticolosità che minnervosisce, dopo dispieghi correttamente la giubba e la blusa per non farle sgualcire.

“Paura della moglie?” – non posso esentarmi dal chiederti, del resto mi sono già trattenuta abbastanza sul commento per le tue mutande orribili, dato che dovrei tagliarmi la lingua per non fare altre battutine acide, ruvide e pungenti.

Io sono dispettosa e ruvida, fredda e scontrosa con te, però in realtà sono arrabbiata e furibonda con me stessa, in quanto ho accolto e infine acconsentito questincontro in assenza di luce, eppure candidamente tu non mi vai a genio, dato che vorrei essere alquanto distante e fuori mano da questo luogo. Esteriormente tu non intuisci niente e vieni ad adagiarti nei miei pressi, dopo concludi denudandoti nel momento in cui io avverto chiaramente il tuo cazzo non ancora eretto contro la mia gamba. Quando ti disponi con laddome verso lalto e mincoraggi per concedermi uno spunto, io ti guardo fra le cosce e onestamente devo meditare a tuttaltro con tutto limpegno che mi resta, per afferrarlo in bocca e per provare di farlo risuscitare.

A dire il vero la sapidità non è per niente malaccio, nondimeno io sono avvezza a ben altre compattezze, per di più quella rigogliosa lanugine non mi piace per nulla da guardare. Io ti lecco il cazzo per un periodo imprecisato, intanto che ti sfioro i testicoli flosci e il tratto di cute che conduce all’ano. Da come posso ben notare gli stimoli che accortamente ti procuro con la lingua fanno risultato, perché adesso l’erezione ha raggiunto un aumento quasi inaspettato e persino piacevole. Tu sollevi gli arti inferiori mettendo in vista le tue natiche secche alla mia bocca, in tal modo io inizio a succhiarti anche lì, mentre tu ansimi particolarmente animato da quello che stai vivendo.

Io introduco due dita e inizio a masturbarti il retto e pure il cazzo, facendoti nel mentre gemere senza ritegno, tuttavia mi fermo prima di farti sborrare, perché con la fatica che ho fatto a risvegliare il tuo amichetto, non vorrei giammai dover ricominciare tutto di nuovo daccapo. Tu ignori tralasciando completamente la mia fica e dopo avermi fatto mettere a quattro zampe ti dedichi con dovizia al mio sedere, per il quale hai francamente una reale e vera propensione. Io avrei dovuto capirlo sul momento, tenuto conto che le uniche foto che m’hai chiesto, lo avevano espressamente divulgato e chiaramente rivelato sia come contenuto che come soggetto.

In quell’istante tu percuoti, punzecchi e tasti i miei glutei, successivamente assalti la mia fessura occulta lambendola con la lingua e forzandone il passaggio. Se al momento devo essere autentica e sincera con me stessa, in questo modo ti destreggi e t’ingegni in modo particolare, giacché sei molto accurato e competente, per il fatto che in tal modo inizio a liquefarmi e a sguinzagliarmi adeguatamente anch’io. Successivamente dal momento che reputi il percorso sia alquanto adeguato, introduci radicalmente un dito e in brevissimo tempo un altro, dato che mi fai ambientare e temprare per qualche istante a quest’inattesa e scostumata intrusione, poi di colpo senz’indugio, pure un terzo dito si va ad aggregare ai primi due, giacché tu cominci a conficcarli e a rimuoverli con una cadenza veloce.

Io sto effettivamente godendo, sennonché quando sfili le dita per rimpiazzarle con il tuo cazzo, io ti sento boccheggiare vigorosamente e dalla sensazione di bagnato improvviso che m’insudicia il didietro, direi che hai terminato ancora prima d’iniziare, infatti, me lo confermi piuttosto amareggiato e alquanto dispiaciuto. A quel punto, per tentare di farti assolvere, mi fai distendere con il ventre in alto iniziando a leccarmi con accuratezza il clitoride, sicché sei piuttosto risoluto nel farmi raggiungere in tal modo l’acme massimo del piacere. Onestamente e comprensibilmente, io però mi sono già grandemente demoralizzata e la vista di quella lumaca agonizzante fra le tue gambe, m’atterrisce veramente inorridendomi.

Io frattanto assimilo e giustifico, raffronto e discolpo la circostanza, pure tu ne fai un tema d’onore, un elaborato di stima, direi un ricercato atto di considerazione e d’analisi, perché fino al momento che non raggiungerai il tuo intento nessuno s’alzerà da questa branda, perciò per la prima volta nella mia vita io simulo un poderoso orgasmo, direi convulso, divulgherei gagliardo, irrefrenabile e renderei noto per di più travolgente. Io credo e reputo di non essere una grande attrice, eppure tu sembri sufficientemente esultante e festoso, dal momento che non ci fai caso. Io mi rivesto in fretta inventandomi che si è fatto tardi, mentendo in maniera indelicata e irriguardosa, dopo una volta che siamo pronti tu mi riaccompagni verso l’automobile.

“Ci rivedremo presto” – m’annunci tu nel mentre, palesandomi e rivelandomi in maniera aperta, gioiosa e spontanea il tuo lascivo e depravato interesse, visibilmente soddisfatto e sorridente prima di ripartire.

“Sì certo, come no, aspetta e spera” – penso io dentro me stessa, mentre ti concedo l’ultimo falso, inattendibile e ingannevole sorriso.

{Idraulico anno 1999}  

 

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