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Erotici Racconti

Scrupolosamente so che cosa provi

By 12 Settembre 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Io mi sento un leone, nel momento in cui affondo in questa donna con tutta la mia passione: era da molto che non trovavo una corrispondenza sessuale così affine. Se penso che ci siamo conosciuti tramite i miei racconti e gradualmente ci siamo fiutati fino a diventare abbondantemente intimi. Io guardo questo corpo sotto il mio, vedo i seni sobbalzare sotto le mie spinte e il leggero sudore che ci bagna durante la nostra nuova battaglia. Con la prelibatezza e la voracità del dominatore guardo con eleganza i suoi occhi stretti dal piacere, affascinato seguo i suoi lineamenti e scendo sulla sua bocca contratta dagli spasimi dell’orgasmo, desidero i brividi che il suo corpo emana, perché nettamente sorpreso come un bambino esplodo sfogandomi dentro di lei perdendomi nei miei pensieri. Attualmente la osservo fintanto che segue scomposta il ritmo del suo cuore e del mio cuore.

Accarezzo la sua pelle con gradevolezza come da qualche tempo non m’accadeva, mi scopro giocando con i suoi seni in questo momento danzanti per l’aggressione subita seguendo i contorni delle areole allargate dal piacere. Le dita digradano delicatamente verso le sue cosce come le gocce del suo sudore, trovano il suo monte di Venere, formano figure sul suo pube, poi la voglia di sentire i suoi fluidi e in conclusione vederla fremere di nuovo. Le dita ritmicamente superano il presunto punto di non ritorno e vanno a cercare il caldo intimo della lussuria, adagio toccano le pareti e ne sentono la resistenza fuggevole, le cosce s’abbandonano inerti, lasciandomi libero d’alleviare nuovamente la sua sete di desiderio. Io sono affascinato e attratto, guardo questo dono della natura aperta ai miei piaceri, cerco i suoi occhi, percepisco distinguendo appieno i suoi desideri, le dita bagnate al momento lasciano quel caldo rifugio. La sua intimità è oscenamente aperta, è pulsante di vita propria, m’attira e in tal modo mi ritrovo là soffermandomi con la lingua seguendo la strada appena persa dalle mie dita.

Il primo contatto è sempre il più difficile, io amo il sesso orale e l’odore della sua pelle mi tranquillizza, il contatto mi rilassa definitivamente: la lingua tocca le grandi labbra, ancora aperte per l’assalto poc’anzi patito, le dita scendono di nuovo ad aiutarmi. Nel momento in cui la bocca tocca il clitoride decisamente compatto io m’abbandono macchinando su quel bocciolo, l’indiscusso, il peculiare e il riconosciuto vitale centro del mondo, che nei secoli ha creato storie di brama, di carnalità, di desiderio sfrenato e di vita, ma altrettanto di dissensi, di divergenze, di lotte e di tradimenti, giacché oggigiorno sono ancora fedelmente immortalate, lette e tramandate, che ancora al presente esercitano sfoderando un notevole appetito, continuando a creare altrettanta dissolutezza, intemperanza e lussuria.

Io succhio in modo voglioso come fosse un chicco d’uva, spremo in maniera lussuriosa captando i suoi gemiti salire, percepisco le sue mani stringersi attorno ai miei capelli, sento le spinte del suo bacino verso il mio viso, un ritmo nuovo che sale dalla sua vigorosa forza di donna. La sensazione d’essere un oggetto ai suoi voleri si perde quando intuisco che il mio cazzo reagisce superbo alle sue richieste di piacere, in tal modo aumento la mia aggressione a quel piccolo tesoro nascosto, poiché le dita entrano immettendosi nel dare più vigore alla penetrazione. Tocco altre pareti, altri piaceri nascosti sono stimolati, i ritmi s’uniscono, per il fatto che ancora una volta mi rendo conto di quanto quest’aspetto sia il momento di massima intimità tra due amanti. La sua richiesta di girarmi per ricambiare il piacere che le sto dando è il culmine del mio desiderio: avvinghiati ci scambiamo i nostri sessi d’attenzione morbosa dando e ricevendo stimoli gratificanti.

Io riconosco il sapiente tocco d’una donna esperta e penso con piacere a quando eiaculerò fra le sue calde labbra così piene e polpose. Cerco di distrarmi per non accelerare questo momento di paradiso, cosicché m’attacco ai pensieri più improduttivi e inutili per sviarmi da quest’eccitazione troppo prossima al godere, ma ormai la strada è stata aperta. Mani sapienti sulle mie intimità unite a risucchi d’una marea infinita mi fanno tremare, con la mano batto sulla coscia nel tentativo disperato di fermare quella bocca stretta attorno al cazzo, eppure il tempo della raccolta è iniziato e i frutti sono pronti per essere raccolti. Laura stringe i miei glutei, artiglia con le unghie la mia carne mentre aumenta il suo ritmo, avvolge il mio cazzo dandomi una risposta chiara e netta di che cosa voglia in questo momento. Io ricambio fedelmente la stretta: le mani prendono le natiche, le dita scendono oltre il perineo e sfiorano il solco stretto del proibito, spingono cercando di varcare la rigida difesa. Le grida attutite sul mio cazzo incoraggiano la mia indecisione, io sprofondo dentro di lei, mentre il mio sperma scalda le sue labbra imbrattandogliele, io farnetico udendo i suoi cupidi e libidinosi gemiti.

I suoi saporiti fluidi si perdono mescolandosi nella mia bocca, i nostri brividi sono la radicale glorificazione del godimento, perché nessuno dei due vuole dissipare né perdere niente dell’altro, a questo punto sfiniti continuiamo a cercarci. Le sensazioni diminuiscono, riportando i nostri desideri nel decente, svigoriti dalla nostra fame accumulata di sesso. Io la osservo in modo preoccupato e pensieroso, sono altresì rapito dai lineamenti del suo corpo così giovane, manifestamente terrorizzato che lei possa cominciare con una frase incolore e banale del tipo:

‘Ti è piaciuto?’ – oppure con richieste d’incontri futuri per legare un semplice rapporto di sesso.

Io sorrido compiaciuto quando lei anticipando i miei timori dice:

‘E adesso, non dirmi che vuoi farti una sigaretta, spero proprio che tu non sia uno di quelli che hanno bisogno di conferme’.

‘No, non ho bisogno di conferme, ho dimestichezza ed esperienza per perdermi in queste inutili rassicurazioni verbali, mi è bastato guardarti per sapere cosa provavi’.

Io ti guardo soddisfatta, riconosco me nei tuoi occhi, vedo lo stesso desiderio di novità, la stessa voglia di scoprire il mondo. 

In quel netto frangente io mi ritrovo ad esaminarmi studiandomi dentro con dovizia, per questi esuberanti e profusi pensieri che da parecchio tempo non avvertivo, perché alzandomi penso che questa volta molto probabilmente, non sarà solamente una comprensibile e semplice scopata concepita e ricavata in un’artica giornata d’inverno.

{Idraulico anno 1999}  

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