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Erotici Racconti

Sorriso allusivo e scaltro

By 2 Dicembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Ginevra entrò sommessamente nella stanza semibuia in punta di piedi si collocò di fronte al letto, mentre lui stava beatamente sdraiato là di sopra manifestamente addormentato. Lei lo osservò accuratamente dalla testa fino ai piedi molto lentamente, per non tralasciare nemmeno un centimetro quadrato del suo corpo e nel tempo in cui lasciava scorrere il proprio sguardo su di lui sentiva curvarsi in modo spiccato qualcosa all’altezza dello stomaco e anche più in giù: dannazione però quant’era attraente, interessante e provocante il suo corpo.

Per quanto lei provasse non riusciva minimamente a rallentare il battito del proprio cuore, cercando di trattenere quei gemiti ansanti che sarebbero stati talmente forti da rivelare la sua presenza all’interno di quella stanza così in penombra. La luce che penetrava dalla finestra colpiva il suo corpo brutalmente, perché essa si depositava sul suo petto con estrema dolcezza e con altrettanta grazia sfumava nell’ombra, però al tempo stesso trafiggeva la sua pelle con tale furia da scatenare un rimescolamento d’estasi nella carne e nei sensi di colei che stava a guardare. Nonostante questo Ginevra non poteva fare a meno d’osservare che quella brutale e irruente eccitazione, che rivelava quel corpo disteso, ancora persisteva in esso tramandando un aspetto particolare, dovuto per quell’infantile e inconsueta dolcezza che tanto l’aveva commossa poche ore prima, quando lui l’aveva generosamente salutata.

Quello lì, difatti, era lo stesso sorriso da bimbo, quello che adesso leggeva sulle sue labbra, quelle labbra così carnose e levigate, perché un altro gemito d’eccitazione incontenibile le sfuggì dalla bocca e la smosse leggermente dall’estasi in cui era caduta, però fu per poco, dal momento che Ginevra ebbe giusto il tempo d’accorgersi del fremito che le percorreva le mani, nel desiderio ingovernabile di posarle su di lui e strappargli di dosso la camicia quasi completamente aperta sul petto e sull’addome, giacché nel travolgente fluire della sua estasi riusciva quasi a percepire il contatto delle mani sulla pelle giovane e morbida di lui.

Quanto avrebbe pagato per scorrere le dita lungo quel petto olivastro, attorno ai suoi capezzoli ambrati e sempre più giù tra i suoi addominali muscolosi, fino a tastare quella protuberanza coperta dalla stoffa aderente dei pantaloni. L’ennesimo gemito indomabile la costrinse tuttavia a tornare ben presto alla realtà, permettendole d’accorgersi di quanto intensamente il proprio corpo fosse teso, poiché i suoi occhi tornarono inevitabilmente su di lui. Con un inedito e piacevole dolore nel profondo della vagina, Ginevra si rese subito conto che nella mente addormentata del giovane cavaliere doveva esserci in corso un delizioso e lussurioso sogno erotico, perché si sentiva irrimediabilmente fremente e smaniosa, tangibilmente in preda a evidenti vibrazioni animalesche cui era costretta dall’orgasmo ormai in atto, giacché nel contempo assistette al progressivo aumento di volume della protuberanza in mezzo alle gambe divaricate del cazzo di lui, perché quest’aspetto per lei era diventato troppo coinvolgente e compromettente.

In un brevissimo istante di lucidità, difatti, la donna comprese d’aver perso definitivamente il controllo di sé, sicché lasciò placidamente scivolare su di sé la tunica, che fino a quel momento l’aveva avvolta e nuda si gettò sul letto iniziando a far scivolare la lingua sul suo collo e poi giù fino all’ombelico. Lei non poteva rendersene conto, ma il ragazzo nel frattempo si era svegliato, perché la guardava pigro e inerte, incapace di muoversi, anche lui in preda all’eccitazione che aveva avuto origine nel sogno. In breve tempo, effettivamente la bocca di Ginevra giunse all’altezza della protuberanza ormai gonfia e granitica, a tal punto da essere in procinto di scoppiare. Il giovane non riuscì a trattenersi e iniziò a contrarre involontariamente i muscoli inarcando la schiena e flettendo fulmineamente le gambe, nel medesimo istante in cui la sua lingua iniziò a sfregarsi contro la stoffa che avviluppava il suo cazzo teso. Le contrazioni divennero sempre più frenetiche, finché lei liberò dalla stoffa la ‘vera asta’ del cavaliere, perciò non appena fu libero il cazzo scattò fulmineo verso l’alto, il giovane fece appena in tempo a vedere il proprio pene svettare in tutta la sua sorprendente lunghezza, prima che le deliziose e fameliche labbra della donna lo ingoiassero in profondità.

Per pochi secondi soltanto riuscì a fissare la donna con due occhi sbalorditi che cedevano a quell’esagitata istigazione del suo fallo, eppure all’istante gli spasmi muscolari ripresero con intensità, costringendo il giovane a reclinare la testa all’indietro. In pochi secondi il corpo del giovane abbandonato sul letto raggiunse la massima eccitazione, perché in un ultimo impeto lui si sollevò sostenendosi sulle braccia e cominciò a sbattere con vigore il bacino contro la bocca della donna, con l’intento di porre fine il più rapidamente possibile a quell’eccessivo e smisurato piacere. Giunto al punto culminante dell’orgasmo i gomiti cedettero e il giovane s’abbandonò nuovamente sul letto.

Dopo unicamente pochi istanti dal suo pene schizzò un travolgente spruzzo di sperma, che quasi fece svenire di piacere la donna. Il fiotto denso annaffiò il suo palato e scese concentrato nella gola mischiandosi alla saliva. Il giovane sembrava stremato, probabilmente non avrebbe retto a una penetrazione, però Ginevra sapeva che sarebbe svenuta se un cazzo non le fosse entrato nel profondo della fica. Approfittando del fatto che il pene era ancora in parte ingrossato, iniziò a maneggiarlo fino a farlo diventare consistente e rigido a sufficienza, allora gli salì a cavallo e nella posizione della smorza candela rivolta con le spalle verso il giovane iniziò a ondeggiarvi sopra, emettendo con la bocca evidenti rumori selvaggi e risonanze inedite, inarcando la schiena fino a raggiungere nuovamente un gagliardo e robusto orgasmo, diventando apatica, incurante e indifferente dei gemiti sussurrati del giovane.

Una volta terminato l’orgasmo Ginevra crollò stremata sopra il corpo del ragazzo e quando si svegliò il mattino seguente erano entrambi chiaramente sfiniti. Ginevra s’alzò lentamente e tentò d’andarsene, poi si voltò di nuovo verso il cavaliere e mosse alcuni passi verso di lui, poiché lui la fissava sgomento e terrorizzato.

Lei si chinò alla fine sul suo cazzo, lo afferrò tra le mani e abbassò intenzionalmente il prepuzio scoprendo il glande ancora sporco di sperma, da ultimo lo leccò con la lingua tanto da pulirlo alla perfezione, in seguito con un sorriso dannatamente astuto e intensamente malizioso uscì dalla stanza allontanandosi.

{Idraulico anno 1999}  

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