Skip to main content
Erotici Racconti

Trepidazione erculea

By 11 Luglio 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

Quella mattina in maniera inaspettata pareva che tutto fosse iniziato avverso e sfavorevole, la radiosveglia aveva stabilito di non trillare, così mi ero alzata con uno smisurato posticipo, sennonché affacciandomi svogliatamente alla soglia della tapparella osservai che lo sfrenato acquazzone della notte precedente non era al momento finito, in tal modo m’agghindai alla svelta acciuffando i miei oggetti individuando di non scordare niente e uscii. 

Arrivai in ufficio con uno spropositato posticipo, adoperai come idonea attenuante il forte temporale e il traffico disordinato per addomesticare l’espediente per il ritardo accumulato, perché a rallegrare facilmente l’abbozzo di quella mattinata ci mancava unicamente il debutto della mia assistente, una ragazza sui ventitré anni d’età, con attraenti gambe che procedeva da un ufficio all’altro esibendo le sue nuove gonne cortissime, mostrando in conclusione le sue briose e fiorenti carni agli uomini presenti, immalinconiti e svigoriti peraltro dallo spento e slavato pensiero delle loro veterane e sconsolate mogli. Lei accedette nel mio ufficio rigogliosa come un fiore, portandomi l’abituale caffè amarognolo e abbrustolito, assieme al consueto elenco degl’incontri della giornata da svolgere. 

Il giorno di battaglia era cominciato goffamente e per di più malamente, eppure ciò che scrutai nei fogli degli appuntamenti fu il meno opportuno che mi potesse succedere quella mattina: una laboriosa e lunga adunata aziendale e amministrativa con il responsabile, il superiore, i reggenti, i capi e i soprintendenti, mentre io l’avevo totalmente ignorata, in aggiunta a ciò, il mio aspetto fisico cagionato dalla fretta nel ridestarmi era naturalmente deludente, insoddisfacente e orribile per quell’occasione. Alquanto diligente e precisa alle ore 11:00 mi presentai presso la sala delle assemblee, sfortunatamente l’inizio della convegno era previsto per le ore 10:00. Entrai meravigliandomi che tutti fossero già accomodati dinanzi ai loro corrispondenti fascicoli, perché prontamente non si fece attendere il commento del superiore a modo di richiamo, facendomi comprendere che avevo sgarrato non arrivando in orario: 

‘Le rammento signorina, che questo non è un veglione dove uno giunge allorquando crede, prego, prenda pure posto’. 

Lestamente m’assolvetti escogitando uno stratagemma, poiché ero stata trattenuta intenzionalmente al telefono da colleghi che dovevano darmi degl’importanti ragguagli, sennonché m’accomodai e da quel momento non ebbi più il coraggio di sollevare il viso né tantomeno d’eseguire commenti. Nel corso dell’assemblea, a ogni buon conto, avevo più volte osservato il superiore che mi scrutava con un atteggiamento coinvolto e incuriosito, cagionato probabilmente dallo squarcio eccessivo del mio abito femminile, che permetteva di vedere confusamente appena sovrapponevo le gambe il merletto delle calze autoreggenti. Al termine del convegno ci fu quello che credevo sarebbe stato il momento peggiore della mia vita, perché il dirigente enunciò che l’assemblea era terminata e che ognuno dei presenti poteva allontanarsi per svolgere i propri incarichi, tutti naturalmente fuorché me. Il superiore, inversamente a quanto si potrebbe ipotizzare, era un uomo giovanile e sbarazzino apparentemente poteva avere 35 anni d’età, progredendo sino a diventare responsabile della società a causa della precoce perdita di suo padre. Il suo aspetto era molto preciso, la corporatura era scarna, compatta e atletica, davvero un maschio niente male, tenuto conto se non per quella lieve ramanzina per essere stata richiamata per il mio eccessivo ritardo. Dopo che i presenti s’allontanarono lui s’avvicinò verso di me con un’espressione assai stuzzicante fissandomi per lungo tempo, mentre io esaminavo i suoi occhi che sfavillavano in quel frangente d’una luce diversa:

‘Mi dica signorina, oggi ha adocchiato uno spettro, oppure ha gareggiato con gli spiriti maligni? Glielo domando, dato che il suo colorito quest’oggi è seriamente spaventoso’.

Io non potevo credere né ritenere, che quell’individuo potesse essere così cafone, irrispettoso e ruvido, sì, ero realmente veramente giù di tono, ma un poco di garbo non avrebbe di certo danneggiato il contatto. In quel frangente iniziai ad inasprirmi e ad adombrarmi per il suo atteggiamento da insolente e irriguardoso, in tal modo m’avvicinai e cominciai a esporgli una serie di fandonie futili per tutto ciò che poteva essere accaduto quella mattina, sennonché lui pigliandomi di sorpresa passò al contrattacco manifestandomi in modo accorto:

‘Lo sa che non passa inosservata, nonostante non sia nel fulcro della situazione?’ – non perdendo così la netta occasione per squadrarmi e per studiarmi accuratamente.

Io gongolavo, gioivo per aver ricevuto quell’inatteso apprezzamento, sicché acciuffai le mie salvaguardie di femmina e iniziai a stuzzicarlo. Mi collocai sulla cattedra della sala delle conferenze e accavallando nuovamente le gambe per riesaminare nuovamente il suo impudico e lussurioso sguardo che mi lanciava lo colpii, perché così effettivamente accadde. Senza fretta lui mi venne accanto e ben convinto mi enunciò:

‘Credo che lei voglia aizzarmi e fomentarmi, non si scordi che sono costantemente il suo superiore, non le pare signorina? Non la spaventa una sanzione personale nei suoi confronti da parte mia?’.

Lui seguitava a conversare, ma io udivo sempre meno ciò che affermava, per mezzo di tutti i concetti indecenti e le riflessioni volgari che mi circolavano per la mente in quel momento, perché realmente captavo che non m’interessava quello che era in grado di concepire e di speculare di me. Adagiata su quella cattedra iniziai a infilare le mie mani fra la sua capigliatura, nel contempo lui aveva cessato di discorrere, per il fatto che al momento mi squadrava vivamente negli occhi, là, all’istante, compresi senz’indugio ciò che stava considerando. Lentamente allargai l’annodatura della cravatta sfilandogliela del tutto, sbottonai i primi due bottoni della camicia, la carnagione del suo torace era lucente come la seta, poteva vantare una pelle aggraziata come quella d’una donna, così m’avvicinai iniziando a passargli la mia lingua intorno al collo. Lui non addusse resistenza alcuna, nemmeno cercando di contraccambiare i miei baci, perché la faccenda mi conquistava assai. Nel tempo in cui riprendevo a baciarlo, ricominciai a sbottonargli la camicia, perché in quella circostanza spostai la mia attenzione riprendendo a baciarlo su ogni parte nuda. I suoi gesti erano coinvolti ma non maneschi, attualmente mi ritrovavo con la testa capovolta all’indietro con la sua lingua che mi lambiva il collo, nel mentre mi sfilò la blusa stringendomi a sé annunciandomi: 

‘Tu non immagini quanto ho bramato questo momento dalla prima volta che t’ho incrociato. Mi pare un sogno poterti avere fra le mie braccia’ – mi rivelò apertamente lui in modo entusiasta.

Quei vocaboli mi pervennero del tutto inaspettati, ma totalmente graditi, perché in cinque anni di mansioni presso la sua succursale non mi ero mai resa conto delle sue gentilezze, in ogni caso ripigliai a baciarlo, mentre lui si rivolse premurosamente a tutto ciò che potevo offrirgli. In quel contesto acciuffò le mie abbondanti e sode tette fra le mani accarezzandole con dovizia, con le dita che slittavano sopra come le dita d’un musicista sui tasti del pianoforte leccandoli con veemenza, ma addentandoli senza procurarmi fastidio. Eravamo disinteressati del fatto che qualcuno sarebbe potuto entrare, ormai riuscivamo unicamente a pensare alla poderosa eccitazione che ci sovrastava. Quando si distese sopra di me avvertii attraverso i suoi pantaloni il poderoso eccitamento, perché quel cazzo duro pressava le mie gambe comprimendole, mentre io impaziente non attendevo altro che accoglierlo dentro di me. 

Lui mi sbottonò la blusa sfilandomela con perizia, in verità non appariva stupefatto osservandomi che non indossavo nessun indumento intimo, ma colsi immediatamente un sibilo di piacere quando squadrò la mia fica completamente rasata per l’occasione avvenuta qualche giorno prima, dal momento che io prediligo per mia natura tenermela pelosissima, perché i maschi sragionano vedendola in tal modo, si eccitano enormemente, tenuto conto che ci sborrano addosso più che volentieri, a detta pure delle mie amiche. Quest’aspetto, infatti, non mi dispiace, perché gioisco quando vedo il maschio che spruzza là il seme. Quel suono, invero, indice del suo godimento a quel panorama, mi procurò un notevole fermento, tuttavia prima che potessi pensare qualsiasi cosa lo vidi di nuovo sopra il mio corpo, tenendo le mie tette ben strette iniziando a passare la lingua intorno all’ombelico, gradualmente sempre più in basso fino a raggiungere la fica.

In quella circostanza mi sollevai e potei accuratamente notare il suo cazzo dritto, m’avvicinai e cominciai a leccare la punta del suo glande insistendo sul frenulo, mentre lui estasiato m’osservava. La mia lingua era diventata ingorda di tutto quel piacere, giacché mi sentivo ogni momento più accalorata e invasata del consueto, perché lui rapidamente si scostò collocandosi sopra di me, affaccendati ambedue nel compiere in conclusione un delizioso e libidinoso sessantanove. La sua lingua esperta s’introduceva con dovizia nella fica, facendomi assaporare inedite e infuocate sensazioni, passando dalle labbra al clitoride facendomi sperimentare vette lussuriose di piacere mai raggiunte, sconquassandomi in maniera dissoluta e carnale le viscere, mentre io ormai in preda alla frenesia più completa stavo divorando il suo cazzo a modo mio. L’ardore, l’eccitabilità e la smania che lui mi provocava era tale, che iniziai a masturbarlo così intensamente, da rischiare in ultimo che lui potesse sborrare eccessivamente in fretta. In quel momento m’alzai disponendomi sopra di lui ruotata di spalle, m’introdussi il suo cazzo nella fica, essendo a questo punto stracarica di fluidi. Io grondavo di piacere e avvertii nitidamente pure i suoi gemiti, mentre da quella posizione avevo iniziato a oscillare armoniosamente sopra il suo cazzo scopandolo per poco. 

In seguito mi voltai continuando a gestire la situazione da quella posizione, perché mi muovevo su e giù sopra il suo cazzo in modo graduale per non correre il rischio che sborrasse in fretta, in quanto avevo voglia che durasse ancora quel momento di puro godimento. In effetti, mi fece continuare ancora un po’ in quella posizione, giacché potevo scorgere i suoi occhi che si schiudevano cautamente a ogni mio movimento, cogliendo i suoi gemiti di piacere. In modo fulmineo, tenendomi sempre dentro di lui si girò, perché al presente era lui a essere sopra di me, cominciò in tal modo a penetrami, per il fatto che io non riuscivo a contenere i miei lascivi e lussuriosi gemiti. Il suo cazzo era come una locomotiva, perché entrava e usciva dentro di me sempre con più vigore, io sbraitavo per il godimento, più lo faceva e più io strepitavo. Eravamo pressoché al culmine, infatti, in breve tempo distendendosi su di me con il tono della voce accattivante sborrammo assieme. Fu nell’insieme una trepidazione inarrestabile e possente, tenace e travolgente, che restammo in quella posizione essendo visibilmente esausti e sfibrati, proseguendo tutti e due a emettere sospiri.

Poco dopo ci rivestimmo cercando di risistemare le cose al meglio, mentre ogni qualvolta che i nostri sguardi s’incrociavano, non potevamo fare a meno di sorridere allegramente e spassosamente per ciò che era successo.
Quando terminammo mi diressi verso l’uscio, prima che però io lo aprissi lui mi baciò a lungo senza divulgare una parola, in seguito spalancai la porta allontanandomi davanti agli sguardi attutiti dei miei colleghi, mentre di botto mi manifestò:

‘Badi bene signorina, d’ora in avanti niente più rinvii agli appuntamenti, altrimenti ha certamente capito quale sarà l’entità della punizione che le spetterà’.

Io gli accennai un mezzo sorriso, affinché gli altri non comprendessero né fiutassero ciò che voleva significare, sennonché voltandogli le spalle rientrai nel mio reparto, pensando già al ritardo con cui sarei arrivata il giorno seguente.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply