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Erotici Racconti

Un condensato d’impressioni

By 6 Giugno 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

Era ora, giacché mi sono completamente liberata, pressoché sganciata radicalmente da quell’aperitivo con l’amica e parimenti collega, visto che erano già arrivate le nove di sera, perché in appena trenta minuti di viaggio sarò finalmente a casa. Scendo verso la rampa, imbocco il corridoio del garage, parcheggio l’automobile, chiudo il portone alle spalle ed entro nella taverna. In questo momento fa molto caldo, perché la casa ha custodito accuratamente tutto il calore come all’interno d’un forziere. Io avevo bisogno d’andare in bagno, in quanto i due giri alcolici di poco tempo fa dell’aperitivo si stavano già facendo sentire, però prima dovevo aprire tutte le finestre, adesso il momento d’urgenza è passato, così come il contenuto tra una parentesi aperta e la sua gemella di chiusura. 

Passando davanti al bagno, peraltro già mezza spogliata di quegli abiti lasciati in disparte qua e là, in una casa che nondimeno soltanto in piena solitudine percepisco totalmente mia, io avevo nel frattempo acceso il computer. Diamine, ecco un’altra urgenza: al momento devo cercare lestamente il telefono, però aspetto, giacché non mi permetterei mai, perché tu m’hai sempre detto che se non puoi lui è spento. Spiegami adesso dunque una cosa: che cosa c’è di cosiffatto inderogabile, di talmente assillante e di tanto incombente da condividere con te? Che cosa c’è da esporti e da riferirti, visto che per strada io ho avuto una voglia e un desiderio smisurato di te? Delle tue mani che bloccano le mie stringendone i polsi bloccati al muro, di quegli occhi che senza una parola rivelano sottintesi un’energia e una vita intera nello spazio d’un respiro razziato e sottratto alla stessa aria? Che cosa ne dici poi, di quei sorrisi che si sfiorano senza neanche avvicinarsi, e che da qualche tempo fa avvertono cogliendo il sapore che hanno di fronte senz’averlo d’altronde ancora assaggiato? Io tocco distintamente e con nitidezza l’avidità del tuo corpo che m’avvolge nel suo profumo, nel suo odore di pelle, perché mi copre interamente nella sua essenza odorosa di te prima ancora di toccarmi. Ho parecchia voglia di chiudere gli occhi per lasciare che le tue labbra attirino propiziando le mie come solamente una questione magnetica potrebbe compiere, come soltanto tu sapresti fare esattamente e fedelmente. Io ho una voglia immensa di trovarle queste labbra, d’assaggiarle piano, di gustarle scoprendone ogni millimetro con le mie. 

Io ho un desiderio luminoso e passionale di lambirle fino a trovare il cuore di questo frutto morbido e succoso, il cuore vivo della tua estrosa e ispirata voglia di me. Ho la brama perentoria di percepire la tua cupidigia che racconta tutto di sé senza parlare, della tua libidine che si fa sentire, ingordigia di quel ventre contro ventre, la voracità di sorprenderli a danzare per muoversi imitando ciò che già vorrebbero vivere, il tuo ventre e il mio, rendendo profondi i respiri e rubandosi l’anima da un sospiro, ma no, eppure non credo che sarebbero andati oltre l’imitatore nella loro danza, non oggi. 

Io ho la smania di staccarmi dal frutto più amorevole che abbia mai assaggiato, di poterlo assaporare per guardarti adeguatamente negli occhi. Ho la tentazione di scollegarmi da te inseguendo i tuoi occhi per dire sempre una sola parola, che no, giammai avremmo avuto altro, dato che ci saremmo gustati il desiderio senza la frustrazione, senza l’insuccesso e senza quello smacco, tenuto conto che in ultimo ci saremmo concessi qualcosa da richiamare alla memoria citando i ricordi sulla pelle, sentendoli infine scorrere dentro, in seguito forzandoli a risalire da dove volevano sfuggire e sottrarsi al controllo per poi adagiarsi lì, nel punto più pericoloso, dove le emozioni fatalmente vanno a morire e a spegnersi disciolte in una goccia di pompelmo. 

In questo modo mia cara, io ho avuto la bramosia e la tentazione di te, non voglia di te e basta. A dire il vero, nessun punto, nessuna questione per distillare e per depurare un concentrato così traboccante d’emozioni, sì, veramente in tal modo, esattamente e precisamente come l’ho descritto, perché così sarà pieno desiderio, sarà completa pazzia, sarà totale fascino e assoluta suggestione. 

Io ti sento per bene stasera, avverto e colgo te, percepisco chiaramente e schiettamente quella morbidezza spossata e tenera del bacio che desideriamo e che pretendiamo. Tutto ciò per le confessioni e per le memorie, dal momento che per i ricordi, per i rammarichi e per i rimpianti c’è ancora del tempo. Stasera io voglio il mio bacio e lo voglio così. 

{Idraulico anno 1999} 

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