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Racconti Erotici

Una serata in maschera

By 31 Gennaio 2020Giugno 16th, 2020No Comments

“Ciao Sara, bentornata”… Non mi fa neanche chiudere la porta di casa, mi afferra per i fianchi, mi blocca sull’uscio e mi stampa un bacio in bocca… che piacevole sorpresa.

“Eeeeeii, fammi almeno entrare”.

Mi sorride, poi mi trascina dentro, chiude la porta in fretta e mi afferra nuovamente, avvicina lentamente il suo viso al mio… indossa una maglietta ed un paio di boxer attillati, ha i capelli ancora umidi, sa di pulito, deve essere appena uscito dalla doccia.  Questa volta sono io a schiudere le mie labbra e ad appoggiarle sulle sue, ad accarezzare la sua lingua con la mia, e intanto le sue mani sono passate sul mio sedere e mi tirano verso di lui, facendo aderire il mio bacino al suo e facendomi sentire tutta la sua eccitazione.

“Oooooh… cos’hai stasera? Cosa è successo oggi?”

Mi guarda e mi sorride, non ha più detto una parola, e quando lo vedo così lo mangerei di baci…

Rimaniamo ancora a coccolarci per qualche secondo, poi appoggio le mani sul suo petto e lo spingo delicatamente indietro.

“Nico, adesso mi spoglio e mi faccio una doccia, ok? Ti ricordi che stasera esco a cena con Vivi e le altre ragazze, vero? Se non la smetti subito finisce come al solito”.

Appoggio la mano sull’uccello che sento durissimo sotto il sottile tessuto dei boxer e lo massaggio piano guardandolo intensamente negli occhi… “Invece adesso la tua mogliettina si prepara ed esce, e tu la aspetterai, e ti prometto che al mio rientro ti farò divertire”. Poi gli strizzo l’occhio: “E vedi di non giocare troppo da solo, che come al solito stasera tornerò eccitatissima ed avrò una voglia immensa di godere”.

Lo lascio lì e mi allontano sculettando, mi piace da morire provocarlo, fa sempre finta di prendersela ma lo so quanto gli piace.

Passo in camera e mi spoglio, tolgo dalla scatola i miei stivali neri, sistemo sul letto l’intimo ed il costume che indosserò stasera. 

“Nicooooo… Ti ricordi che è una festa in maschera vero? Vuoi vedere cosa indosserò?”

Pochi secondi e lo vedo spuntare sulla porta della camera, è ancora visibilmente eccitato ed io sono completamente nuda, e adesso mi vengono pensieri, ma non voglio cedere, mi scuoto, prendo il costume e me lo appoggio addosso, guardando lui e guardandomi allo specchio; è il più carino che ho trovato, forse non è il massimo, somiglia solo vagamente all’originale, è un pochino castigato ma vabbè. “Eccomi, è arrivato oggi, stasera sarò Catwoman. Pensi mi starà bene?”

“Sara, sei veramente bella…  e vestita da gattina starai ancora meglio di quel che pensi tu”.

 

Mi infilo sotto la doccia, mi insapono lentamente, Nico mi ha fatto venir voglia, per un attimo penso di raggiungerlo di là, magari prima di uscire mi faccio una sveltina… ma no, non voglio fare in fretta, quando rientrerò avremo tutto il tempo…

Mi sciacquo con calma, esco, indosso l’accappatoio e accendo l’asciugacapelli. 

In un attimo è dietro di me… mi prende il phon dalle mani e comincia a passarlo sui capelli… lo fa spessissimo, a lui piace coccolarmi quando esco dalla doccia, e io adoro quando lo fa. Ogni volta che sposta una ciocca di capelli appoggia un bacio umido, ora sul collo, ora dietro alle orecchie… poi come sempre mi restituisce il phon, e mentre io continuo lui mi strofina dolcemente in tutto il corpo in modo da asciugarmi bene; quindi lo riprende, mi scopre un po’ le spalle e allarga il campo dei suoi baci, e adesso scioglierà la cintura e lascerà cadere l’accappatoio ai miei piedi. E invece no, stranamente lo richiude, mi appoggia un bacio sulle labbra e mi restituisce il phon. “Continua tu cara, io sono di là.”

Rimango un pochino pensierosa, questo non è da lui, e non so se incazzarmi o esser sollevata, avesse continuato non so se sarei riuscita a tenerlo a bada; ma non mi piace essere accesa e poi lasciata lì, mi sa che questa sera gliela farò pagare!

 

Finisco di asciugarmi e mi sposto in camera da letto per finire di prepararmi. 

Il mio costume non è più al suo posto, e anche gli stivali sembrano spariti. 

Sparse sopra il letto, una decina di scatole diverse per forme e dimensioni, ma dalla foggia praticamente identica. Sono completamente nere, se si eccettua una figura stilizzata sui coperchi, un unico tratto color rosso rubino che dà forma ad un nudo femminile; sotto alla figura alcuni piccoli pallini della stessa tonalità di rosso, in numero diverso su ogni diversa scatola. Le chiude un nastro nero con un elegante fiocco, sistemato in modo da non coprire il disegno sul coperchio.

È tutto estremamente erotico… rimango ad osservarle per un paio di minuti, sfiorandole ora con i polpastrelli ora con le unghie. Poi mi guardo intorno, e alla fine lo vedo… sotto una delle scatole, forse la più piccola, il solito cartoncino nero, la solita scrittura rossa, da qualche parte lascia sempre le istruzioni…

“Ho già avvisato Vivi che le raggiungerai più tardi… adesso preparati per me… le scatole sono numerate, quella che stava sopra questo cartoncino è la prima, aprile una alla volta, solamente quando avrai finito con quella precedente… Ti aspetto… Ti amo.”

Autoritario come sempre… ma stasera io dovevo uscire, e mi ha fatto incazzare, e per un istante penso di lasciare tutto qua e chiedergli il mio costume, prepararmi e andare via… ma poi è troppa la curiosità, cosi mi decido ad aprire almeno il primo dei pacchetti.

Sciolgo il nastro e sollevo il coperchio. Dentro, ordinatamente disposti, un rossetto ed uno smalto rosso, un eyeliner scuro, una busta ed un altro cartoncino nero.

“È la stessa tonalità di rosso che hai sulle tue unghie, se servisse potrai ritoccarle. Gli occhi truccali così…”

Si ma così come? Poi capisco, apro la busta ed estraggo una fotografia, è l’ingrandimento di uno splendido paio di occhi scuri dietro una maschera nera, li riconosco immediatamente, sono quelli di Halle Berry, questa è Catwoman. 

Adesso so che farò tutto quello che mi chiede, come del resto mi succede sempre.

Le unghie sono a posto, non hanno bisogno di ritocchi, metto il trucco sugli occhi, quindi applico il rossetto, e devo riconoscere che faccio un bel lavoro.

Cerco il secondo pacchetto… come lo riconosco? Osservo attentamente quello che ho appena aperto, e allora capisco… cerco la scatola con due pallini rossi, la trovo, è più grande della precedente, lunga una cinquantina di centimetri, larga circa venti…

La apro; dentro, ordinatamente ripiegati, un paio di lunghi guanti neri in pelle… li indosso, arrivano quasi alla spalla, aderiscono perfettamente pur non risultando stretti, e lasciano una buona mobilità della mano… sono privi della punta delle dita, le mie unghie smaltate possono fare bella mostra di se. 

Terza scatola, quadrata, una quarantina di centimetri: una bellissima maschera in cuoio, sembra identica a quella originale… le orecchie, il taglio degli occhi… lascia scoperta la bocca e la parte inferiore del viso, e mi sta magnificamente, le mie labbra rosso fuoco risaltano alla perfezione. 

Quarta, un po’ più grande della precedente… un corpetto nero, anch’esso in pelle, con cuciture a vista e inserti in metallo, privo di spalline, davanti lascia scoperto l’ombelico, dietro incornicia perfettamente la curva dei miei glutei.

Quinta, la scatola più grande… un favoloso paio di stivali in pelle, neri, altissimi, arrivano quasi all’attaccatura delle cosce, molto attillati,  con tacchi a spillo vertiginosi, saranno almeno dodici centimetri.

Li indosso, mi specchio e mi trovo una favola; guardo sul letto, ancora tre pacchetti. Continuo a rimirarmi, mi piaccio da morire, il mio culo è veramente da infarto, sono eccitatissima, vorrei rimanere così, senza indossare intimo, e andare subito di là da Nico e fanculo alla cena con le amiche e prenderlo e scoparlo e cazzo ho bisogno di godere!

Ma voglio seguire le istruzioni fino in fondo, così apro la sesta scatola… un collare nero in pelle, alto circa tre centimetri, con una piccola fibbia ed un anellino, entrambi in metallo.

Settimo, un frustino lungo un paio di metri, lo schiocco due volte nell’aria, si manovra bene e produce un bel suono, ma ora ho voglia di finire, rimane l’ultima scatola, abbastanza grande, la prendo in mano, sembra molto più pesante delle altre, strano, immaginavo contenesse un perizoma o qualcosa del genere, mi sembra sia l’unica cosa che mi manca…

Sciolgo il fiocco e tolgo il coperchio. All’interno una elegante cassetta di legno chiusa con un piccolo lucchetto… immagino sia il pezzo più pregiato del costume.

Apro in fretta il lucchetto, sono curiosa e eccitata ed impaziente, sollevo il coperchio e osservo il contenuto; rimango a guardare per un po’, non riesco a capire di cosa si tratti… 

Dentro la scatola c’è un supporto sagomato in cui sono posizionati alcuni oggetti… quello che sembra un lungo frustino nero di cuoio, o forse di pelle, è avvolto in una scanalatura circolare scavata nella parte esterna del supporto… dentro il cerchio disegnato dalla frusta cinque alloggi di diametro differente ospitano cinque lucide sfere di metallo.

Continuo a non capire, poi prendo in mano una delle sfere, la sento pesante, noto che presenta un foro filettato… quindi il frustino, che però deve essere qualcosa di diverso, il diametro sembra essere eccessivo, e ad una estremità presenta un perno dello stesso diametro del foro sulla sfera, anch’esso filettato.

Rimango ancora perplessa, poi ripenso al personaggio del film, e finalmente realizzo… una vampata di calore in tutto il corpo, e in un attimo sono di nuovo fradicia. Questo costume non prevede intimo… questa non è una frusta, si tratta di una coda… e l’unico modo per indossarla è utilizzare una di queste sfere.

Porto una mano alla vagina, ho bisogno di sollievo, premo forte il palmo e lo muovo verso il basso di qualche centimetro, poi lo riporto su… infilo due dita in profondità, le faccio un po’ ruotare, incredibilmente questo contatto riesce un po’ a calmarmi. 

Voglio finire di prepararmi, voglio che Nico veda come sono, voglio essere scopata da lui, voglio godere e voglio farlo godere, voglio che mi dica cosa vuole che io faccia, voglio fare tutto quello che vorrà. 

Osservo tutte le sfere, la prima è troppo piccola, l’ultima sembra decisamente troppo ingombrante. Prendo in mano la quarta, mi sembra della dimensione giusta, stasera voglio sentirmi riempita. Mi chiedo se Nico potrebbe  preferire indossassi l’altra, la più grande, poi lascio perdere, lui vuole sempre quello che voglio io. Avvito la coda nel foro della sfera, la appoggio sul pavimento e apro il cassetto del comodino per prendere la crema.

Mi metto a quattro zampe, sollevo il sedere e lubrifico il buchino, ora devo stare attenta a non sfiorarmi sul davanti, sono sicura verrei immediatamente… uso due dita per rilassare la muscolatura, basta pochissimo, una trentina di secondi e mi sento pronta, appoggio la sfera al foro e opero una lenta pressione… un piccolo, breve dolore quando passa la parte più voluminosa, poi un piacevole senso di pienezza.

Lo muovo piano finché lo sento a posto, poi mi metto in piedi con cautela, questi tacchi sono veramente alti e muovermi con questa sfera dentro di me mi crea qualche imbarazzo. Penso se presentarmi a quattro zampe, gattonando, ma poi mi vedo allo specchio, vedo questi magnifici stivali, vedo come slanciano ed esaltano il mio culo, e allora decido che mi vedrà in piedi, gli girerò un po’ intorno ancheggiando il più possibile, prima che riesca a toccarmi gli farò scoppiare l’uccello dall’eccitazione. 

Muovo due passi, poi un ripensamento, afferro la sfera più grande… è veramente enorme ma penso che più tardi chiederò a Nico di aiutarmi a provare ad indossarla.

Vedo una notifica sul telefonino, è Vivi, cazzo non ci ho pensato proprio più, le devo scrivere che ritarderò. E invece leggo “Tata, divertiti, faremo senza di te… domattina mi racconti”. 

Stronza, anzi stronzi tutti e due, lei sapeva già tutto… fatico a smorzare un po’ il sorriso, voglio assumere un’espressione seria, voglio che lui mi veda dura e dominante. 

Mi avvio a lunghi passi, il rumore dei tacchi sul pavimento risuona forte. Lui è lì sulla poltrona, a petto nudo, a piedi scalzi, indossa solo i boxer. Gli giro intorno continuando a fissarlo negli occhi, graffiandolo leggermente con le unghie, non voltando mai le spalle… immagino muoia dalla voglia di guardarmi dietro, ma non è così che voglio che mi veda. 

Mi fermo a un paio di metri da lui, poi mi piego sulle ginocchia e appoggio le mani a terra, inarcando la schiena. Gattono fino ai suoi piedi, quindi cambio direzione e sollevo ancora di più il bacino, regalandogli la visione del mio culo, dei miei glutei perfetti, e della coda che sparisce dentro al buco. Immagino si stia chiedendo quale sfera porti dentro di me. Lo muovo un po’ a destra e a sinistra, poi veramente non resisto più. Mi giro e lo vedo che mi guarda, mi guarda massaggiandosi l’uccello… non lo ha ancora tirato fuori, lo fa da sopra i boxer, ora penserò io a lui. Mi inginocchio tra le sue gambe e glieli sfilo con un movimento brusco, lo trovo grosso e duro come l’ho visto poche volte.

Lentamente, muovendo ostentatamente la lingua in ogni direzione, inumidisco bene le mie labbra, le dischiudo appena e guardandolo negli occhi scendo su di lui per prenderglielo in bocca… ci ripenso, una breve leccata sulla punta e mi rialzo in piedi.

Lo prendo per mano, lo faccio alzare e senza una parola lo invito a seguirmi; cammino a grandi passi lungo il corridoio, il braccio teso indietro, voglio mi stia staccato il più possibile, voglio che mi possa guardar bene; lo faccio fermare di fronte al grande specchio, comincio a muovermi intorno a lui, a sfiorarlo con le dita sulle braccia, sulla schiena, sul sedere, sul petto, nella parte interna delle gambe… mi fermo alle sue spalle, lo cingo lieve con le braccia, con una gamba mi struscio sulla sua, lui ha un fremito e volta il capo, penso voglia baciarmi, il mio tacco sul suo piede destro gli fa capire che voglio resti immobile…

Rimanendogli incollata passo davanti a lui, mi stacco quanto basta per far scivolare la mia mano destra tra di noi, e guardandolo fisso negli occhi, con la bocca socchiusa, quasi incollata alla sua, mentre sente il mio respiro sul suo viso, senza concedergli nessun altro contatto, comincio a percorrere il suo cazzo con le unghie… lentamente, sadicamente, mentre scendo lo sfioro con il dorso, quando risalgo lo graffio leggermente con la parte interna, ma lui sembra apprezzare, sento brevi sussulti involontari scuotere ritmicamente la sua asta.

Non posso più aspettare.

Arretro di un passo e piego lentamente il busto fino ad arrivare a sfiorarlo con le labbra.

Mi volto un istante a guardare la mia immagine riflessa nello specchio: i piedi affiancati, le gambe tese e perfettamente unite, la schiena inarcata, il sedere proteso verso l’alto; sono proprio come voglio che mi vedano i suoi occhi.

Chiudo gli occhi e mi abbasso su di lui, in un istante lo imbocco fino in fondo.

So che questa notte saprò farlo impazzire.

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