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Racconti Erotici

Ventre infuocato

By 31 Gennaio 2020Giugno 17th, 2020No Comments

Sono al presente notevolmente sfinita e assai svigorita per quell’estenuante, laborioso e minuzioso conteggio che concerne l’attività di completare al più presto l’inventario del negozio di ferramenta di mia madre, dovendo io stessa sforzarmi e cooperare con veemenza, per organizzare e per risolvere al meglio la faccenda, perché lei si trova al momento affaccendata nel fare i conti con le gravanti, snervanti e opprimenti pratiche per il divorzio da mio padre. Mia sorella maggiore è all’estero per motivi di lavoro, mio fratello poco più che ventenne, lavativo, fannullone e accidioso prendigiorno di primo livello qual è, spesso e volentieri è assente quando serve, in special modo in questi complessi, instabili e delicati frangenti, mentre mia sorella minore va in prima superiore ad Abano Terme. 

Dopo estenuanti e deprimenti giornate il mio atteso e bramato giorno è arrivato, ho chiamato il mio amico Tiziano presso l’agenzia di viaggio di Cadoneghe dove lavora, e lui mi scovato una settimana peraltro scontata da trascorrere in provincia di Ragusa, in un’amena e deliziosa località turistica lontano da tutto e da tutti. Nel contempo però, da qualche giorno, la mia affettuosa amica di studi Brigida m’incalza premendo e stimolandomi d’andare a trovarla, mi menziona che adesso è il periodo adatto, in quanto lei è da sola in casa avendo più tempo a disposizione. Io in tal modo rimugino un poco, vaglio e soppeso tutto, il giorno dopo mi decido, chiamo Tiziano e annullo l’escursione che m’aveva gentilmente prenotato scusandomi per la cortesia. 

Ho fermamente deciso, mi sono finalmente presa una settimana di meritate ferie, perché era ora che lo facessi, raggiungendo la mia carissima amica Brigida che dimora in Sicilia, amabile e graziosa ragazza come poche. Sono pronta, i bagagli m’attendono, carico tutto nell’autovettura e giù via di corsa all’aeroporto di Verona con il volo che mi porterà a Catania. In realtà mi sono presa una settimana di giuste e sacrosante vacanze, raggiungendo la mia cordiale ed espansiva amica dei tempi d’università che attualmente dimora in Sicilia, giacché avendo infatti studiato assieme, abbiamo conseguito entrambe brillantemente la laurea nella stessa facoltà di Padova, rimanendo però sempre in stretto contatto e telefonandoci abitualmente da quando ci siamo divise. 

Io, invece, sono rimasta qua in un piccolo borgo della provincia di Padova, mentre lei e ritornata in Sicilia dai suoi genitori, siccome dimora a Donnalucata (RG), incantevole borgata marinara di Scicli, nota per chi vuole trascorrere una vacanza all’insegna della tranquillità. Lei mi ha sempre argomentato e illustrato che là non mancano pub o chalet a pochi passi dal mare per trascorrere piacevoli serata in compagnia, ma sicuramente Donnalucata mostra il meglio di sé durante le ore del giorno. Spettacolare è infatti, la sua enorme spiaggia dalla sabbia dorata dove si può comodamente piantare l’ombrellone, rilassarsi e gustarsi il sole. 

Tra poco atterreremo, sono tre anni che non la vedo di persona, sono vivamente eccitata ed emozionata, chissà come sarà, quante cose avremo da raccontarci e da spifferarci a vicenda, giacché tutti questi pensieri mulinano tramando nella mia testa in modo vorticoso. Dopo essere atterrata all’aeroporto di Catania, lei m’attende come di consueto allegra e trionfante nella saletta degli arrivi in compagnia di suo cugino Onofrio, perché da questo momento impiegheremo con l’autostrada poco più di un’ora e mezzo in macchina per raggiungere il suo paese. 

Appena arriviamo la calorosa Brigida mi ospita nella sua accogliente e grande abitazione, pranziamo, ci rilassiamo e conversiamo di noi e dei nostri vissuti. Il posto è incantevole, i fichi d’India fanno da cornice, nell’aria s’annusa la fragranza degli agrumi e del mare, la macchia mediterranea dei cespugli riempie l’anima e contenta sia lo spirito che il cuore, il profumo del gelsomino e delle radici della liquirizia selvatica poco distante t’inebria incoraggiandoti e confortandoti. Una meraviglia in tutti i sensi, in special modo per gli occhi e per il naso, tenuto conto che sono all’ombra di un grosso mandorlo nel patio di Brigida e mi sento davvero felice. Dopo Brigida s’allontana, riferendomi che nel tardo pomeriggio arriverà il suo fidanzato Liborio, in compagnia di altri compagni di lavoro dicendomi di prendermela con comodo che lei dovrà sbrigare altre faccende, e che per svariate ore non sarà a casa. 

Io rimango là, distesa su d’una amaca nel cortile che sfoglio un periodico, dove sto naturalmente rallegrandomi e complimentandomi di tutto, perché qua è uno spettacolo magnifico e variopinto, nel frattempo da una stanza accanto all’abitazione confinante di Brigida staccata soltanto da un parapetto di muro a secco, si sente chiaramente qualcuno che ascolta a moderato volume della musica rock, giacché quella melodia s’introduce dappertutto con le finestre aperte, mi volto per stirarmi un poco e lo vedo: è un ragazzo dalla carnagione bruna esce dalla camera stendendo dei panni sul ballatoio. Io resto strabiliata, sono chiaramente attonita, molto impressionata, mi piace, decido che devo conoscerlo, a quel lascivo pensiero un sussulto peregrina perpendicolarmente nella mia schiena sconquassandomi le viscere. 

Gradualmente il crepuscolo sta conquistando il cortile dove mi trovo, il gradevole profumo qua attorno m’inebria, è finissimo e odoroso, giacché irrompendo in ogni parte, intanto che rimugino tra i miei pensieri ecco che lui appare nuovamente, mi saluta facendomi cenno che arriverà da me, perché deve sistemare il rubinetto dell’acqua difettoso del pozzo, che Brigida adopera per annaffiare il grande vivaio là accanto. Lei in questo momento è andata nel centro abitato di Donnalucata per sbrigare degl’impegni e per fare delle compere, m’ha riferito di rilassarmi e di fare ciò che avrei preferito, in quanto sarebbe ritornata in seguito. Io ti osservo con interesse, noto che entri, ti presenti annunciandoti e dandomi il benvenuto, svelandomi di chiamarti Girolamo, salutandomi affabilmente e cordialmente accostandoti nei miei paraggi, a rilento mi esamini e mi sorridi. Io ti rispondo in modo amichevole e accattivante, però avverto subito che tra noi due s’instaura all’istante una sorprendente quanto inattesa sintonia, bastano infatti pochi secondi che ti squadro profondamente e in un lampo ti bacio sulla bocca. Tu mi assecondi, mi caldeggi pure tu, io non perdo tempo, per il fatto che inizio ad alleggerirti dei pochi indumenti che hai addosso, t’agguanto per mano e t’invito ad allungarti sull’amaca dove mi trovavo poco prima io distesa. Subito dopo ti friziono delicatamente, ti sollecito di descrivermi ogni sensazione che provi. 

Al presente sono aggrappata a te, il mio corpo ti tramanda un’inedita vampa, nel tempo in cui ti manipolo m’accosto alla tua testa e comincio a sondare le tue labbra, t’addento i lobi delle orecchie, bisbigliandoti interamente il mio fremente e smanioso ribollente desiderio. Tu ti giri, scendi dall’amaca e ci disponiamo per terra, giacché siamo più comodi. Con fermezza mi attiri verso di te collocandomi sopra il tuo petto, mi sfili i pantaloncini e mi osservi. Io capto il tuo fervido ed esuberante tocco in ogni parte, sei un individuo dal piglio determinato e dall’atteggiamento risoluto, ma al tempo stesso sei voluttuoso. Il tuo peculiare e seducente accento mi scardina le membra, per me è conquistante e piacevole sentire quella parlata, io desidero divorarti, tuttavia mi rendo conto che m’hai ingegnosamente bloccata. Appuro e constato, che adesso sei tu a gestire e a soprintendere il gioco, tu invochi ed io adempio, tu chiami ed io esaudisco, coerentemente sedotta e immancabilmente avvinta e inebriata dal tuo istintivo modo di fare, oltracciò al tuo garbato e delicato influsso che hanno le tue maniere su di me. 

Di seguito, dopo aver assaporato ogni zona della mia cute e aver tastato il tuo cazzo, ti supplico libidinosamente di possedermi. Tu penetri dentro di me quasi autoritariamente, avverto che mi tronchi il fiato, mi conquisti e mi usurpi, mi sfondi e mi travolgi, sono globalmente soggiogata, radicalmente dominata, mi cimento in tutte le posture concepibili, non posso fare niente, nulla che tu non voglia. Io desidero venire assieme a te, ti supplico di proseguire, di non interrompere né di spezzare quella lussuriosa e intemperante cadenza, perché allorquando percepisco le gocce di pianto salirmi agli occhi, tenuto conto che un interminabile piagnucolio di godimento mi preclude d’abbandonarmi follemente e di smarrirmi perdutamente strepitando l’apice sommo del piacere, arriva l’inattesa quanto gradita novità. Girolamo se accorge e modera l’affondo, è paziente, presta attenzione alle mie esigenze di femmina, si ferma per qualche istante, mi bacia e mi conforta, mi fa voltare collocandomi nella posizione della smorza candela, in modo tale che io gli porga la schiena. 

Io ho la fica che ribolle, successivamente io inizio a dettare suggerendo ammodo la cadenza e muovendomi a totale piacimento, trascorre un po’ di tempo e Girolamo sfodera nuovamente il suo libidinoso suggerimento: stavolta mi manifesta che vuole viziosamente scoparmi nella posizione della pecorina, io sono felice come una pasqua, in quanto è la mia postura prediletta, perché è carnale, sensuale e per di più assai erotica. M’infila il cazzo nella fica e dopo alcuni minuti ecco che io strillo il mio energico e travolgente tralasciato orgasmo. Sono annebbiata, il giubilo mi domina e l’euforia mi sovrasta, sto perdendo il senno, le gambe mi tremano, mi sento al settimo cielo, sto vaneggiando come non mai. 

Ancora una volta Girolamo mi sorprende, stavolta mi mette a pancia in su e mi scopa sul davanti, pure lui è al limite, lo intuisco bene, pochi nerboruti affondi, ed ecco che pure lui mi riverisce a dovere. Io lo assecondo, lui estrae il cazzo dalla fica, mentre io favorendolo lo masturbo fino a quando non lo faccio sborrare di gusto, intanto che mi sommerge subissandomi e gemendo con il suo consistente e abbondante fluido la pancia e la fica. Io m’abbandono al visibilio di quel meraviglioso incantesimo, di quello sbalorditivo e impensato benessere corporeo, mentre Girolamo accostandosi a me, mi occulta al mondo con la sua corporatura, custodendomi da tutto e salvaguardandomi da tutti. 

“Scusami Sofia, porta pazienza, adesso devo proprio andare, devo rientrare in casa, tra non molto Brigida sarà di ritorno, perché le avevo promesso che avrei riparato il tubo e il rubinetto dell’acqua difettoso, garantendole che stavolta lo avrei aggiustato seriamente. E’ quasi un mese che gliel’ho promesso, è stufa, mi manderà di certo a quel paese. In ogni caso ci rivedremo e ci sentiremo presto, ciao”. 

Durante il tempo in cui sono assorta vedo Girolamo che lestamente s’allontana, scavalcando la siepe e saltando oltre il muro a secco con un balzo, io frattanto sistemo il luogo dove ci siamo abbandonati ai nostri carnali istinti, riassetto in fretta i pensieri e m’accingo a fare la doccia. In seguito mi distendo sullo sdraio di vimini e contemplo con diletto, ricettività e sensibilità il paesaggio, compiacendomi e rallegrandomi totalmente con me stessa. In un certo senso un’inedita e bislacca frustrazione però mi travaglia, una passeggera delusione m’abbranca angustiandomi, s’impossessa rudemente di me, perché farà certamente parte della mia indole caratteriale in parte tumultuosa e a tratti strepitante, ma adesso devo essere indulgente e stare tranquilla. A ben vedere, non si sa come potranno progredire gli eventi e se essi muteranno in meglio in mio favore. 

“Ciao Sofia, la vacanza è appena cominciata, tieni duro. Vedrai che te la spasserai svagandoti nel migliore dei modi, fidati. Da me potrai fare quello che più ti piacerà, tra un’ora arriverò. Ti abbraccio e ti bacio. A dopo. Brigida” – mentre m’accorgo che mi è arrivato questo gradito sms sul cellulare. 

Sono alquanto fiduciosa e ottimista, siccome sorrido, perché come debutto non è stato per niente male, intanto che rimugino dentro di me, molto soddisfatta e raggiante per quello che ancora m’attende. Una vacanza di una settimana lontano da casa veramente coi fiocchi. 

{Idraulico anno 1999}  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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