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OrgiaRacconti EroticiTradimento

Due nigeriani in trasferta

By 12 Giugno 2021No Comments

Il sogno erotico di (quasi) tutte noi donne è il farlo con un uomo di colore, ma addirittura fare la porca con due contemporaneamente, la cosiddetta gang bang, immagino sia una cosa  estremamente eccitante. Ho già vissuto esperienze interraziali, dando tutta me stessa compreso l’anale e ho goduto da morire, ma non lo avevo mai fatto con due neri contemporaneamente.

Inutile dire che la cosa mi intrigava un casino, la prospettiva di beccarmi due grossi cazzi neri insieme era una cosa che mi eccitava tantissimo. Poi il pensiero di tradire il mio compagno con due sconosciuti neri, aumentava la mia voglia di farlo. Negli ultimi tempi, quando facevo l’amore con il mio lui il pensiero andava spesso ad un bel cazzo nero, mentre scopavo immaginavo che al posto del mio compagno ci fossero uno o più negroni e a questo pensiero, godevo ancora di più raggiungendo degli orgasmi incredibili mai provati prima. Fu così, con questi pensieri sconci, che decisi di provarci, di farmi scopare da due cazzoni neri in contemporanea.

Una domenica ero stata col mio compagno in un paesino in collina a fare una passeggiata fuori porta ed avevo notato tanti bei maschioni extracomunitari e subito mi ero ritrovata a pensare con forte desiderio di farmi scopare da un paio di loro, senza timore di essere vista e riconosciuta. Mentre passeggiavamo il mio pensiero fisso era quello di scopare con due extracomunitari contemporaneamente, mentre la figa mi pulsava tra le cosce, bagnatissima al pensiero. Fui costretta ad andare nella toilette di un bar per darmi una ripulita veloce.

Nei giorni seguenti, ossessionata dalla mia laida idea, decisi di dar vita al mio sogno erotico.

E così, un pomeriggio, fortemente decisa a farmi massacrare da due neri insieme, ritornai da sola nel paesino e mi fermai in auto in attesa. La mia attenzione fu presto rapita da due maschi intenti a parlare in una piazzetta li vicino. Due extracomunitari dall’aria trasandata, alti e estremamente arrapanti. Uno aveva un orecchino al lobo sinistro, ambedue con barba non curata, gli immancabili cellulari tra le mani. Mi chiesi, con una voglia di cazzo incredibile, che uccelli si celassero dietro quelle patte e, mentre li osservavo, cominciai ad accarezzarmi la passera mordicchiandomi il labbro inferiore immaginandoli nudi mentre mi trombavano in maniera indecorosa e selvaggia.

Scesi dall’auto e mi avvicinai senza vergogna ai due. Ero vestita con un vestitino corto a fiori molto sexy e stivali neri, con brasiliana ma senza reggiseno, il solco dei seni sodi bene in vista. Loro rimasero visibilmente sorpresi quando, eccitata all’inverosimile, iniziai a socializzare chiedendo di dove fossero. Notai con estremo piacere che mi stavano squadrando dalla testa ai piedi indugiando sullo spacco delle tette, mentre mi raccontarono di essere nigeriani arrivati in Italia un paio di anni prima uno e quattro anni l’altro, di avere uno 30 e l’altro 32 anni, di lavorare come braccianti agricoli. Io dissi loro il mio nome, di avere 52 anni e, eccitata dal particolare che loro sapessero quanto fossi troia, di essere impegnata con un uomo.

A questa ultima mia affermazione sembrarono però raffreddarsi, ma io li rassicurai dicendo loro che avevo una voglia folle di cazzo e che ero fortemente decisa a tradire il mio compagno con due bei maschioni neri. I due sembrarono molto attratti e eccitati così chiesi loro, senza peli sulla lingua (almeno per il momento, poi di peli ed altro, la mia bocca si sarebbe riempita eccome…), se volessero soddisfare la mia voglia insaziabile. Rincarando la dose, impaziente di chiavare, aggiunsi di essere pronta a tutto, bocca, culo, figa, di essere senza freni e disposta a tutto, che sarei stata a loro completa disposizione. Maliziosamente e ridendo, aggiunsi di essere una vera ingorda di sborra in bocca che amavo tanto ingoiare, di avere una vera passione per il pompino con ingoio.

Ovviamente, visibilmente eccitati dalle mie porche parole, accettarono immediatamente. Li vedevo lanciarsi occhiate di complicità e di incredulità e dopo aver scambiato qualche battuta nella loro lingua, mi dissero che mi ritenevano una gran bella donna, procace e sexy e così, decisa ed impaziente di andare a fondo nelle mie intenzioni da troia, chiesi se avessero un posto tranquillo dove andare.

Ci recammo così a piedi a casa di uno dei due, poco distante.

Arrivammo in una misera abitazione male arredata e molto disordinata dove fui colpita da un forte odore di indumenti non lavati e di cibi molto speziati, oltre che dal puzzo stagnante di sigarette. Mi portarono nella stanza da letto male arredata, con un lettino singolo, un paio di sedie ed una specie di comodino e qui realizzai che non potevo tornare indietro. Ora dovevo farmi chiavare dai due extracomunitari senza esitazioni, non si tornava indietro. Seduti sul letto, loro ai miei lati, fumammo una sigaretta insieme e parlammo un pò, poi il desiderio e la voglia presero il sopravvento.

I due maschioni neri presero infatti subito a baciarmi tutto il corpo, a toccarmi dappertutto mentre mi denudarono alzandomi il vestito dalle cosce per sfilarmelo dalla testa, poi mi tolsero la brasiliana lasciandomi così completamente nuda, a parte gli stivali, tra di loro. Nel silenzio che ci circondava, ridacchiavo infreddolita ma iniziando a godere al tatto delle loro bocche, delle loro lingue e delle loro mani sul mio corpo. Nuda alla loro mercé, li lasciavo fare eccitandomi sempre di più. Mi palpavano le tette, una terza abbondante, il culo, la figa, quattro mani che esploravano tutto il mio corpo. Uno dei due si inginocchiò e prese a leccarmi la figa e il culo facendomi bagnare all’istante e mandandomi in paradiso con la lingua che entrava nella mia vulva e nel mio culo in maniera deliziosa, intanto l’altro mi leccava le aureole e succhiava i capezzoli ficcandomi un dito in bocca che presi a leccare e ciucciare simulando un pompino.

In pochi secondi si alzarono in piedi e si denudarono e finalmente vidi i due grossi cazzi già duri e nodulosi; erano li, finalmente a mia completa disposizione, tutti per me. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai loro uccelli, da quelle cappelle dure, nere e invitanti, mentre loro mi guardavano con voluttà ed eccitazione, impazienti di fottermi.

Vestita solo con gli stivali, mi inginocchiai sul pavimento tra i due, mi legai i lunghi capelli con l’elastico per evitare che mi dessero fastidio durante lo spompinamento e, mentre sparavo una sega ad uno, presi il cazzo dell’altro in bocca. Sentii un certo odore di urina e di smegma, ma non ero affatto disgustata ne infastidita, anzi, amo l’odore e il sapore di maschio, di cappella non lavata, meno quello dei saponi vari. Ne ho ciucciati tanti di uccelli, ma far entrare in bocca questi due enormi cazzi mi mise a dura prova. Prendevo a turno le cappelle tra le labbra ed erano talmente grosse e gonfie da deformarmi il viso, la bocca allargata allo spasimo tanto da dolermi, cercavo di ingoiare la maggior parte dei due cazzi arrivando però al massimo a poco più della metà mentre cercavo di respirare con difficoltà dalle narici allargate e con la bocca completamente occlusa dalle cappelle. Passavo dall’uno all’altro spompinandoli alacremente fino a leccarli in contemporanea, intanto mi toccavo la figa bagnatissima.

A bocca spalancata tenevo le due grosse e durissime cappelle appoggiate sulla lingua, muovendo la punta le solleticavo da sotto guardandoli dritti negli occhi con aria da gran troia, intanto con le mani li segavo mentre loro, in visibilio, mi tenevano la testa ferma sulle cappelle e mi palpavano le tette stringendo i capezzoli divenuti durissimi. La situazione intrigante e l’odore dei loro cazzi, pungente ed eccitante, mi facevano impazzire rendendomi folle di desiderio, senza più esitazioni ne inibizioni. Sparavo il pompino ai due neri come impazzita, incredibilmente infoiata, mungevo i loro cazzi in estasi mugolando sommessamente. Intanto accarezzavo i loro coglioni.

Mi reggevano la testa mentre, prigioniera e senza scampo, mi lavoravo di bocca i loro cazzi, accarezzavo e leccavo i coglioni, sputavo e andavo su e giù con le mani sulle due aste scappellandole, le mordicchiavo, le succhiavo e ciucciavo sentendole vibrare, grossi tubi bollenti donatori di piacere intenso.

A turno, cercavano di spingermi i loro cazzi in gola, ma era una missione impossibile date le dimensioni; nel momento in cui la cappella mi lambiva la gola notavo che solo poco più della metà era dentro la mia bocca già piena. Ad occhi chiusi, sbavavo copiosamente con rivoli di saliva mista a liquido seminale dei due che bagnavano i cazzi come fossero già venuti, una poltiglia che sembrava sborra e che dalla mia bocca piena scendeva in filamenti sulle loro aste e poi, dai loro coglioni, sulle mie tette e per terra. Sembravo impazzita, passavo da un uccello all’altro leccando i liquidi con voglia e libidine incredibili, mentre ne percepivo l’odore ed il sapore acidulo. Li sentivo diventare sempre più duri nella mia bocca che pompava a più non posso, trivella inesorabile di cazzi.

Inginocchiata tra le loro cosce e persa completamente la testa, ciucciavo e succhiavo le grosse cappelle turgide, ad occhi chiusi mugolavo di piacere nel doppio pompino ai due neri. Loro, godendo tantissimo grazie al mio abile lavorio di bocca e di mani, mi reggevano la testa e, a turno, orientavano i cazzi verso la mia bocca vorace e vogliosa. Mi sentivo estremamente troia nel fare quel pompino doppio a due sconosciuti neri abbordati in un paesino, ma mi piaceva da morire. Leccavo e ciucciavo le cappelle in estasi.

Dopo circa un quarto d’ora, dissi loro che volevo il cazzo in figa e in culo, che ero eccitatissima e che volevo che mi scopassero duro, mi spaccassero tutta e così mi fecero finalmente mettere a pecorina sul letto. Pronta e impaziente di accogliere i loro attrezzi nel mio corpo, ricordai di avere l’immancabile confezione di preservativi con me, ma fu un pensiero fugace che lasciai immediatamente cadere perché desideravo sentire il contatto dei loro cazzi a pelle, incurante dei rischi igienici che correvo.

Così, mentre ripresi a fare una gran pompa ad uno, l’altro penetrò senza esitazione nella mia figa. Con le mani sul mio culo, andava avanti ed indietro scopandomi con furia, sentivo la mia vagina allargarsi all’inverosimile riempita dal grosso cazzo che la stantuffava entrando ed uscendo in maniera oscena, rilassando i muscoli dell’addome, accoglievo la cappella in profondità, intanto mi lavoravo di bocca l’altro cazzo cercando di andare a ritmo con quello che mi trombava profondamente. Il porco in piedi davanti mi spingeva insistentemente con la mano sulla nuca sul suo cazzo, dettandomi il ritmo del pompino con le grosse palle che dondolavano avanti e indietro. Intanto l’altro mi stantuffava la figa con colpi profondi, violenti, incredibili, le mani a palparmi i glutei e la schiena.

Godevo come una folle con i due cazzi che mi riempivano. Si diedero il cambio e, a parti invertite, cominciai a spompinare l’uno mentre l’altro mi scopava la passera per bene. Dopo qualche minuto uno dei due si distese, mi fece salire su di lui di spalle e prese a scoparmi a smorzacandela, mentre l’altro mi si avvicinò di fianco in modo che potessi prenderglielo in bocca. Con le mani puntellate sul torace del nero sotto di me, saltavo sul suo cazzo scappellandolo e facendolo arrivare in profondità con le tette che mi ballonzolavano indecorosamente mentre, con la testa girata di lato, spompinavo l’altro che teneva il grosso cazzo fermo con la mano mentre con l’altra mi palpava le tette in una girandola di sensazioni laide ed eccitantissime. Poi con la grossa mano sulla mia testa, il nero che stavo spompinando mi attirava sul cazzo sbattendomelo il più possibile in gola, poi mi sbatteva la cappella sulla lingua. Lo prendevo in bocca accarezzandolo con l’interno della bocca e lasciavo che sfilasse il più possibile in gola, volevo ingoiarlo. Rivoli di saliva mi fuoriuscivano dai lati della bocca quasi schizzando e l’odore della mia saliva, mista a quello della cappella che mi stavo lavorando di bocca, mi faceva impazzire, mugolavo oscenamente come una gran porca, conati di vomito mi assalivano di tanto in tanto, ma incurante, continuavo il pompino con maggiore ritmo e intensità. Accoglievo i due grossi cazzi neri nei miei buchi con immenso piacere ed eccitata da morire. Ero stravolta dal piacere. Scopavo alla grande.

Chiesi apertamente con un filo di voce al nero sotto di me di incularmi, così mi fece alzare di poco, mi appoggiò la cappella al buco e mi fece sedere scendendo sul suo cazzo che entrò violentemente dritto e profondamente nel culo. Senza alcun lubrificante se non i miei umori vaginali, mi sentivo sventrare da quel grosso cazzo nero che entrava ed usciva dal mio culo con violenza, salivo e scendevo scappellandolo con lo sfintere per farlo arrivare su fino nell’intestino, intanto continuavo il pompino all’altro. Stravolta dal piacere, mugolavo e mi dimenavo, prigioniera dei due cazzoni, mi sentivo una grande troia e ne godevo.

Quello che si stava godendo la mia bocca si piazzò davanti e, mentre l’altro continuava ad incularmi, mi fece distendere sull’amico sotto, mi allargò le cosce e mi penetrò in figa. Ora sentivo i due cazzi che mi sventravano figa e culo all’unisono, con la testa riversa all’indietro godevo tantissimo desiderando tanto un terzo cazzo da succhiare fino ad arrivare ad un primo orgasmo intenso, mentre urlavo di piacere. Tra un lago di miei umori, i due continuavano nella loro opera di sfondamento, come tori mi prendevano dandomi della troia in calore. Fu una trombata incredibile, i due maschi mi facevano culo e figa senza ritegno, senza pietà, spronati da me ad andarci giù pesante, di non fermarsi perché stavo godendo tantissimo, ai limiti dell’estasi. Si diedero il cambio, e quello più dotato mi entrò nel culo ormai massacrato, mentre l’altro riempì immediatamente la mia vulva.

Dopo qualche minuto mi rimisero a pecorina, quello dal cazzo più grosso si sistemò davanti invitandomi a fargli una pompa e l’altro prese ad incularmi con grande foga. Ero veramente indecorosa e porca, nuda con gli stivali e con due grossi cazzi a mia disposizione, uno in culo e l’altro in bocca. Andammo avanti per lunghi minuti a trombare in questa posizione, mi sentivo schiava dei due neri, schiava dei miei sensi in una sensazione di piacere intenso. L’uno mi entrava ed usciva dal culo violentemente, mentre mi lavoravo di bocca il cazzo dell’altro in una pompa irresistibile. Culo e bocca riempiti all’inverosimile, ero indecorosa e laida in quella inculata clamorosa.

Erano dotati di una resistenza incredibile, erano bravissimi a trombare e mi fecero godere in maniera deliziosa. Così uno si distese, io mi adagiai al suo fianco e impugnato il grosso cazzo alla base dei coglioni, ripresi a fargli un pompino, mentre l’altro da dietro, mi alzò una gamba e mi penetrò in figa assestandomi colpi violenti, ficcandomi tutto l’enorme cazzo nella vulva mentre mi palpava le tette. Infoiata all’inverosimile ciucciavo il cazzo dell’altro in maniera incredibile, impugnando i coglioni andavo su e giù sul grosso uccello in visibilio, la lingua impazzita sulla cappella mentre, accompagnato da un mugolio prolungato, un secondo orgasmo mi scosse provocandomi un brivido intenso che mi portò a squirtare. Mentre mi lamentavo ed urlavo dimenandomi sull’orlo dello svenimento, i miei umori schizzavano come urina dalla vulva con uno strano rumore a getti abbondanti e violenti, andandosi a scontrare con il cazzo che mi penetrava, cosa che portò il nero a scoparmi ancora più violentemente. Fu una scopata indescrivibile, intensa, appagante che mi fece toccare il cielo nel vero senso della parola.

Ora volevano “venire” anche loro e così, desiderosi di sborrarmi in bocca, si misero in piedi attendendo che mi inginocchiassi nuovamente tra di loro. Di nuovo in ginocchio, presi nuovamente a succhiare a turno i grossi cazzi. Desideravo farli venire all’unisono per beccarmi una quantità enorme di sborra calda e densa in bocca, quindi mi dedicavo in egual misura all’uno e all’altro e mentre succhiavo, ciucciavo e pompavo, capendo che stavano per schizzare, appoggiai le loro cappelle sulla lingua e lasciai che mi sborrassero in bocca.

Andando avanti e indietro velocemente con le mani sui loro cazzi, li sentii mugolare come bestie mentre, a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro, vennero intensamente. Numerosi fiotti violenti, densi e caldi di sborra mi colpirono la lingua e  la bocca da ambedue le direzioni, un fiotto mi finì sulla fronte cominciando a colarmi in un occhio mentre la maggior parte mi raggiungeva direttamente la gola, altra si adagiava sulla mia lingua sempre più appesantita dall’enorme, incredibile quantità di sborra che veniva eruttata dalle cappelle pulsanti e turgide. Sembrava non volessero più finire di schizzare, ma era naturale che eiaculassero così tanto pensai, perché di certo non avevano così tante occasioni di svuotarsi i coglioni, a parte forse con l’autoerotismo. Potevo sentirne l’odore e godevo nel sentirmi lorda di sperma caldo e denso dei due extracomunitari. Con la faccia e la bocca completamente piene di sborra assaporavo alquanto disgustata il pacco di poltiglia perlacea che mi aveva inesorabilmente riempito la bocca e, guardandoli in faccia con aria da gran porca, la smuovevo da un lato all’altro della bocca per poi finalmente mandarla giù, dritta nello stomaco senza esitazioni. La gola era impastata di sperma, come colla che mi riempiva l’esofago. Loro ridevano sudatissimi, mentre io, dopo aver ingoiato tutto e pulito i loro cazzi da ogni residuo di sperma, mi alzai e mi sedetti sul letto, esausta e sazia.

Avevo vissuto la mia prima esperienza gang bang, avevo fatto letteralmente indigestione di sborra di nero, avevo goduto da matti con due grossi cazzi che mi avevano devastato culo e figa e, dopo un paio d’orette di sesso sfrenato a tre, sazia e soddisfatta, mi rivestii, salvo le mutandine che lasciai su sua richiesta ad uno dei due come ricordo, e raggiunsi, con il culo che mi bruciava da morire, la mia auto per tornare a casa. Avevo un forte puzzo di cazzo addosso, il sapore di sborra ancora presente nella mia bocca, ma potevo farci ben poco se non rinfrescarmi in macchina alla meglio con delle salviettine umidificate e bere da una bottiglietta di acqua minerale che avevo in auto.

Rincasata, feci una doccia per poi uscire a cena con il mio inconsapevole compagno. Durante la cena, il mio pensiero andava spesso alla mia “avventura” pomeridiana, ma alla fine trascorsi un serata serena col mio lui.

Più tardi, a letto, mi ritrovai ancora eccitata e così mi sditalinai al pensiero della mia laida avventura per poi cadere in un sonno profondo e ristoratore, mentre ancora avvertivo un certo bruciore alle parti intime che mi passò solo dopo alcuni giorni….

N.B.: I MIEI RACCONTI SONO TUTTI REALI E NON IMMAGINARI.

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