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Io, Martino e gli altri (parte terza)

By 24 Febbraio 2021No Comments

I ragazzi stavano salendo le scale e io e Anna sentivamo i loro passi attraverso le finestre aperte, mi ero appena scaricato le palle nel suo culo e lei si era goduta il mio ditalino, i nostri maschi non ne sapevano nulla e poco prima che varcassero l’uscio con le borse della spesa in mano Anna mi volse un sorriso malizioso, poi si voltò e si buttò calorosamente fra le braccia di Francesco.

“Vedi come si saluta il proprio ragazzo”? Mi ammonì Martino riferendosi al gesto di Anna.

“Ma tu non sei il mio ragazzo” gli risposi.

“Per questa vacanza tu sei la mia ragazza” mi disse con tono deciso.

Poi Francesco guardò Martino, fra i due ci fu un attimo di silenzio e successivamente gli chiese: “glielo dici tu o glielo dico io?”

Martino ci pensò un attimo poi gli rispose: “diciamoglielo separatamente, noi andiamo in camera nostra e voi in camera vostra, io lo dico a Gabri e tu ad Anna poi ci ritroviamo qua”.

Io e la ragazza ci scambiammo uno sguardo preoccupati e timorosi del fatto che, chissà, magari ci avessero visti dalla finestra essendo tornati prima, mentre noi due presi dalla foga non potevamo accorgercene, quindi seguimmo obbedienti i nostri rispettivi partner nelle stanze da letto.

Giunti in camera Martino non girò molto attorno a ciò che mi doveva dire e molto candidamente mi disse: “Francesco ha detto che se gli faccio scopare te, lui mi lascia scopare Anna”.

Io rimasi per un attimo senza parole poi gli risposi arrabbiato: “ma ti pare? Mica siamo vacche da scambiare al mercato! E poi Francesco proprio non mi piace”.
“Ti capisco e ti chiedo scusa” rispose Martino, “ma sai quanto mi piacerebbe scopare Anna, tu non puoi capire” (e invece lo capivo più di quanto potesse solo immaginare).

Nel frattempo sentii attraverso il muro Anna che urlava le peggiori parole a Francesco e Martino mi disse che saremmo anche potuti tornare in soggiorno, tanto l’argomento era ormai palesemente chiuso.
Anna si rivolse a me gridando: “ti rendi conto sti due porci cosa ci hanno chiesto? Tu non avrai acconsentito, spero!”
“Assolutamente no!” le risposi, poi lei disse che mi sarei dovuto trasferire nella camera da letto con lei e che avremmo dovuto lasciare che quei due porci dormissero assieme.

“Col cazzo!” sbottò Martino, “Gabri dorme con me”.

“Ah, è il tuo ripiego?” gli chiese Anna, “non potendo fare il culo a me ti accontenti di lui, così come quel porco del mio ragazzo non potendo fare il culo a lui si accontenta di me”.

Martino e Francesco cominciarono a cercare le giustificazioni più assurde e Anna urlò ad entrambi: “sparite almeno per un paio d’ore, non voglio vedere ne uno ne l’altro!”.

I ragazzi uscirono obbedienti dall’appartamento con mio grande stupore, non fiatarono nemmeno e, una volta che li avemmo sentiti partire con le moto, Anna assunse un’espressione felice e mi disse: “li abbiamo in pugno”!

“Che intendi”? le chiesi stupito.

“Non ci sai proprio fare come femmina” mi rispose lei ridendo, “devo insegnarti tutto! quando torneranno fingeremo di aver accettato di fare lo scambio per amor loro, io mi farò scopare da Martino e tu ti farai scopare da Francesco, una volta fatto potremo rinfacciarglielo per anni e durante tutta la vacanza potremo fare delle grandi orge tutti e quattro assieme, sempre fingendo che io e te ci sacrifichiamo per il loro piacere, sarà divertente, vedrai, fidati di me”.

“Ma non ti da fastidio che il tuo ragazzo scopi con me? non sei gelosa?” le chiesi.

“In realtà no, mi da più fastidio che tu ti faccia scopare da lui perché mi piaci, è così da molto tempo”!
Rimasi per un attimo senza parole poi le chiesi: “e Francesco?”
“Sto con lui per inerzia” mi rispose sospirando.
“E il fatto che io mi faccia scopare dai maschi non ti da fastidio”? Le chiesi.
“Affatto” rispose, “anzi se tu fossi il mio ragazzo mi comprerei uno strap on e ti farei la festa, ci divertiremmo ad invertire i ruoli e non avremmo tabù assieme.

“Anche tu mi piaci molto” le dissi a quel punto.

“E allora facciamoli contenti, godiamoci questa vacanza poi decideremo il da farsi, se io e te decideremo di metterci assieme ne Francesco ne Martino potranno reclamare alcuna ragione” disse Anna concludendo la discussione ed ottenendo il mio appoggio incondizionato.

Ricominciammo a pulire casa in attesa che i ragazzi tornassero e, quando arrivarono, dicemmo loro che avevamo deciso di accettare.

Francesco non fece molti complimenti, mi afferrò subito per un braccio, mi trascinò in camera da letto, mi ordinò di spogliarmi, mi fece mettere carponi sul materasso, mi spalmò il lubrificante che si era portato appresso, si posizionò dietro di me e mi infilzò col suo cazzo senza tante cerimonie.

Io me ne rimasi li, carponi, ad incassare i suoi colpi di cazzo mentre mi teneva per i fianchi e non si degnava nemmeno di parlarmi, era così squallido che sebbene me lo fossi sempre immaginato un tipo che non sa scopare, quel suo atteggiamento superava ogni mia aspettativa di delusione e mi chiedevo se si comportasse regolarmente così anche con Anna.

Quello schifo non durò molto e dopo nemmeno un paio di minuti sentii il ritmo dei suoi colpi diminuire, estrasse il cazzo da dentro di me e se lo menò schizzandomi sulla schiena.

“Sono stato bravo?” ebbe il coraggio di chiedermi dopo quella misera prestazione.

“Sei stato grande!” gli risposi mentendo spudoratamente, poi fui costretto ad ascoltarmi le sue lamentele sul conto di Anna, la quale a suo dire era sempre riluttante a concedergli il culo.

Uscimmo dalla camera da letto ed avendo avuto modo di conoscere sia Martino che Anna, mi aspettavo che a differenza di noi ci mettessero un bel po’ di tempo, così preparai uno spuntino e lo consumai assieme a Francesco nell’attesa che i nostri partner finissero di divertirsi.

Quando uscirono dalla stanza Martino esclamò: “avete fatto presto, voi due!”, a quel punto notai l’imbarazzo di Francesco e lo salvai dicendo: “mi faceva male, così lui è stato clemente ed ha fatto in fretta”, a quel punto Anna mi lanciò uno sguardo che sembrava dire “si certo, come no?!” segno che conosceva bene le prestazioni del suo ragazzo.

Venne l’ora di pranzo poi decidemmo di andare a fare un sonnellino pomeridiano, mi misi nel letto con Martino, mi girai su un fianco e lui mi abbracciò da dietro, poi gli chiesi: “allora? com’è il culo di Anna?” (come se non lo sapessi).

“Non me l’ha voluto dare, mi sono dovuto accontentare della fica però ne è valsa la pena, è molto brava e fa dei pompini da urlo, e tu con Francesco?”

Sospirai e gli risposi: “E’ stato squallido, mi ha messo a pecora, me lo ha messo nel culo e dopo un paio di minuti l’ha tirato fuori e se l’è menato schizzandomi sulla schiena, poi ha anche avuto il coraggio di chiedermi se fosse stato bravo”.

“E tu che gli hai risposto?” mi chiese Martino.

“Di si, mentendo spudoratamente”, risposi, poi scoppiammo a ridere.

Dopo aver riso del nostro amico rimanemmo un attimo in silenzio nel letto, poi io mi voltai, lo feci mettere a pancia in su ed iniziai a frugare fra le sue cosce con una mano, il suo membro si indurì rapidamente e io scesi con la testa all’altezza di quell’asta di carne, dopo averla maneggiata un po’ iniziai a leccarlo timidamente, lui mi lasciava fare e non mi metteva fretta, rimasi li per un po’ poi aprii la bocca e inghiottii quella meraviglia.

Iniziò così il mio primo pompino, rannicchiato su un fianco nel letto, con lui che mi accarezzava delicatamente il culo mentre assaggiavo la sua verga, dapprima timidamente per poi divenire vorace al punto di cacciarmelo in gola fino ad avere i conati di vomito per un paio di volte.

Dopo un po’ mi ordinò di mettermi a cavalcioni su di lui portando il mio culo vicino alla sua faccia, e mentre continuavo il pompino prendendo pratica velocemente, lui iniziò a leccarmi il buco del culo come se fosse una fica e ci ritrovammo coinvolti in un sessantanove eccitantissimo.

Venne finalmente il momento in cui il suo cazzo esplose nella mia bocca ed ingoiai tutto il suo seme senza lasciarne cadere una goccia, poi mi sedetti a cavallo del suo bacino, con sotto di me il suo cazzo umido e mollo, lui mi guardò, prese in mano il mio e cominciò a farmi una sega andando avanti fino a farmi venire schizzandogli sulla pancia.

Mi lasciai cadere esausto su un fianco, voltandogli le spalle, lui si girò, mi abbracciò da dietro e ci addormentammo così.

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